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La teste M.F., non essendosi presentata mercoledì 21 settembre
come stabilito, subirà una pena pecuniaria di 500 euro.
La teste dovrà inoltre presentarsi obbligatoriamente all'udienza

di venerdì 23 settembre 2016.
Per comprendere la vicenda riportiamo lo stralcio riportatato
nel documento di custodia cautelare.

Capi 56- 57) Usura ed estorsione in danno di M.G. e M.F.
Fonti: Informativa 12.6.2013 R.O. Comando Provinciale CC di Modena (pp 1329-1332). Atti proc. 14283/11 RNR DDA (Vol. 72)

L’11.8.2011 MF presentava denuncia presso il Comando Provinciale CC di Bologna, riferendo di essere la convivente di MG (soggetto emerso nel corso dell’attività intercettiva, in contatto con MANCUSO Vincenzo, con il quale è spesso coinvolto in non meglio precisati giri di assegni e di denaro, gravato da precedenti) e di avere, dopo l’arresto del compagno, tentato di gestire da sola, non senza difficoltà, l’attività di commercio di abbigliamento.


La donna riferiva di un’articolata vicenda, che può essere così sintetizzata:
- nel febbraio / marzo 2011 SARCONE Nicolino consegna, a titolo di prestito, la somma di 5000 euro in contanti a MG all’uscita dell’autostrada Modena Nord; alla consegna era presenti anche l’accompagnatore di SARCONE, ignoto;
- al momento della consegna del denaro, MG consegna a propria volta a SARCONE due assegni, postdatati, da 3500 euro ciascuno, a garanzia del prestito per il quale SARCONE Nicola aveva preteso in restituzione 7000 euro; tali assegni provenivano da un carnet rilasciato dall’ufficio postale di Bologna via San Mamolo, presso il quale la MF aveva il conto corrente;
- alla scadenza del primo assegno, poiché entrambi erano scoperti, MG e MF si accordano con MANCUSO Vincenzo (debitore, a propria volta , di MG per una cifra di circa 16 mila euro), affinché li aiutasse a restituire i 7000 euro a SARCONE;
- verso la fine di giugno 2011, ,MG, SARCONE Nicolino e MANCUSO Vincenzo si incontrano nell’ufficio di MANCUSO a Sozzigalli, frazione di Soliera (MO) per la transazione; in questa sede MG consegna a SARCONE 2000 euro in contanti ed un assegno, sempre post datato, dell’importo di 5000 euro consegnatogli da MANCUSO;
- in restituzione di ulteriori interessi derivanti dall’iniziale prestito di €.5.000, SARCONE pretende la dazione di altri € 6.500,00, che la MF cerca di procurarsi affidando allo stesso SARCONE la vendita della sua autovettura Range Rover;
- SARCONE trattiene però l’auto, concordandone la restituzione solo dietro il pagamento della somma pretesa a titolo di ulteriori interessi (€.6.500,00).

La denuncia della MF e l’intervento dei CC al momento della restituzione dell’autoveicolo in cambio della somma di denaro, interrompono l’azione criminosa.

Il prosieguo dell’attività investigativa pota all’emersione di una serie di tentativi di intimidazione, coralmente riferibili al gruppo criminale organizzato, finalizzati alla attenuazione delle conseguenze processuali derivanti dalla denuncia della donna.
Sin da subito infatti, la MF, che non aveva fatto mistero di informare SARCONE di essere a conoscenza dei suoi trascorsi criminali, viene fatta segno di allusioni di natura palesemente intimidatoria – tanto più evidente se si pone mente alla consapevolezza che la donna ha sulla caratura criminale dell’interolucutore - dal momento che la stessa riferisce di aver ricevuto da SARCONE il seguente mesaggio:
“vedi di ritirare la denuncia e fai tornare a casa quei padri di famiglia […] Ma sai anche che in carcere non si muore vero?...”.

Le attività tecniche di intercettazione sul conto di MANCUSO Vincenzo, hanno poi consentito di monitorare i successivi sviluppi della vicenda in parola, che si è rivelata nuovamente di particolare interesse.


La mattina dell’01.12.2011, la segretaria avvisa MANCUSO che in ufficio c’era “… Alfonso… compaesano…” (DILETTO Alfonso); egli esorta quindi DILETTO ad attenderlo, confermando il suo arrivo da lì a poco. Alcuni minuti più tardi, MANCUSO e DILETTO si accordano per vedersi presso il bar sito nelle vicinanze del casello autostradale A1 di Modena – Nord.
Alle 12.39 viene registrato un tentativo di chiamata eseguito da MANCUSO Vincenzo sull’utenza xxxxx, in uso a DILETTO Alfonso e, alle successive ore 13.04, MANCUSO riceve la telefonata di MG, il quale gli domanda: “li hai visti i terroni dei cutresi tuoi amici? Gli hai detto che la settimana prossima è pronta la derubricazione?”. MANCUSO risponde di non averli visti, accordandosi con l’interlocutore per pranzare insieme.
Alle 14.36, MANCUSO (che probabilmente era in compagnia di MG) avvisa DILETTO di trovarsi “…con quello là…”, chiedendo se volesse parlargli (“io sono con quello là. Vuoi che te lo passo? Che ci mettiamo d’accordo”). DILETTO risponde di non averne bisogno e che era in attesa di sapere quando si sarebbero incontrati.
Alle 16.45, DILETTO ricontatta MANCUSO, il quale dice di aver parlato con la persona (“Allora io gli ho parlato. Lui domani mattina con il suo avvocato vanno a vedere a che punto è la derubricazione...”). Viste le insistenze di DILETTO (“Tu gli hai detto che basta... basta che parliamo e basta?”), MANCUSO conferma il buon esito della trattativa (“Io gli ho detto: parlate di quella situazione là, poi dopo con il tuo avvocato e l’avvocato suo ci troviamo e vediamo come dobbiamo formalizzare tutto”), precisando altresì che (MG) aveva riferito espressamente di non voler incontrare Nicolino (“No no è tranquillo, ha detto però, quello non si deve portare Nicola… A Nicolino non lo devi portare!”).
A questo punto, con tono teso, MANCUSO afferma di essersi interessato alla questione solo perché era coinvolto DILETTO Alfonso (“Frù.. che te lo dico chiaro… che la sto mettendo a posto che ci sei tu nel mezzo, se no non la mettevo. Che sia chiaro eh!”), precisando che anche con lui SARCONE si era comportato male, con riferimento ad una riunione avvenuta in estate al mare (“perchè a me non mi ha trattato bene eh! ...non mi ha trattato bene!... […] E lo stesso discorso l’ha fatto con il mio compare ad agosto... che abbiamo fatto la riunione al mare. Lo stesso eh!... Io lo stò facendo che ci sei tu!”).
Verso le 17.00 seguenti, MANCUSO avvisa MG di aver parlato con suo “…cugino…” (DILETTO Alfonso), al quale aveva spiegato chiaramente di essersi intromesso nella questione solo “…perché ci sei tu…”, ma non per l’altra persona (NICOLINO) che si sarebbe invece comportata male.
Alcune ore più tardi, MANCUSO ricontatta MG e ribadisce la necessità di risolvere la questione di suo “…cugino…” (DILETTO Alfonso). MANCUSO racconta probabilmente quanto riferito a DILETTO nel corso dell’incontro avvenuto nella tarda mattinata (presso il bar sito nelle vicinanze del casello autostradale di Modena Nord). Sostanzialmente, MANCUSO riporta di essersi lamentato del comportamento tenuto da una terza persona (si riferisce evidentemente a SARCONE) il quale aveva asserito di non essere figlio di 5.000 euro (“Però tu a me non mi tratti così. Gliel’ho detto anche in faccia la faccenda che lui non è figlio dei 5.000 euro. Gli ho detto, se non eri figlio dei 5.000 euro non si arrivava a tutto questo”).
I riferimenti alla vicenda esposta dalla MF in sede di denuncia, sono quindi chiari, soprattutto alla luce di un’altra affermazione, che faceva chiaro rimando alla vendita dell’auto e alla stessa MF “era un martedì, quando ho chiamato la MF era un martedì, che poi ho imparato il casino che gli aveva dato la macchina che dopo... anche lei che me l’ha nascosto, me lo poteva anche dire. Perchè se lei me lo diceva prima che io andavo in ferie, non succedeva niente, perchè io andavo lì prendevo la macchina e gliela portavo alla MF. Io gliel’avevo detto anche alla MF. Se la dovevi vendere me lo dicevi a me e te la facevo vendere io…[…]

MANCUSO: “Ho capito MG. Terrorizzata ma cos’ha risolto. Non ha risolto. Quello lì... Lei si fidava di lui...pensava che Jo... bello. Vabbè pazienza”).

In conclusione.
E’ indubbio che SARCONE ha mutuato alla copia la somma di 5.000 a febbraio 2011 € pretendendone in restituzione 7.000 nel mese di giugno, con ciò applicando interessi chiaramente usurai, Nella vicenda si è intromesso, non certo a caso, MANCUSO che si è offerto di coprire i titoli consegnati in garanzia, con ciò – nella piena consapevolezza del carattre usuraio degli interessi pretesi dal SARCONE – concorrendo nel reato di questi.
SARCONE ha preteso in consegna l’automobile di proprietà della società del MG, pretendendo la somma di 6.500 per la restituzione, quindi ha minacciato la MF, al fine di indurla a ritirare la denuncia nei confronti di BINO e CIPRESSO, incaricati della restituzione del veicolo dietro pagamento della somma di denaro.
Sussiste quindi la gravità indiziaria del reato di estorsione a carico del solo SARCONE in relazione alla pretesa finalizzata alla restituzione del bene in cambio della corresponsione di ulteriori interessi illeciti.
Lo stesso è attinto da gravi indizi del rato di cui al capo 57). La condotta in seguito descritta appare significativamente proiettata ad ottenere una differente ricostruzione dei fatti più favorevole al SARCONE (la “derubricazione”), ciò dimostrando il rilievo che la vicenda aveva assunto per il sodalizio criminale.

Ricorre l’aggravante di cui all’art. 7 d.l. 152/91 sia sotto il profilo teleologico - essendo la condotta funzionale all’acquisizione di risorse per il sodalizio criminale che vede il SARCONE in posizione preminente - sia modale, essendo il contenuto della condotta descritta al capo 57) propriamente riferibile a connotazioni mafiose.

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