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AEmilia

udienza nr. 77

rito ordinario - primo grado

martedì 4 aprile 2017

TRASCRIZIONE DELL'INTERA UDIENZA

​​All'interno dell'udienza:

esame del prefetto di Palermo (ex prefetto di Reggio Emilia) Antonella De Miro

controesame del prefetto Antonella De Miro

esame dott.ssa Cinzia Baravelli (responsabile servizi finanziari del Comune di Finale Emilia)

controesame dott.ssa Cinzia Baravelli

Loredana Falbo si avvale della facoltà di non rispondere

esame Rocca Tiziano (ex geometra della Bianchini Costruzioni)

controesame Rocca Tiziano

Ore 9.15 in aula.

Stamattina è molto attesa la testimonianza dell'ex prefetto di Reggio Emilia, Antonella De Miro.

Nella scorsa occasione l'avvocato Taormina ne aveva precluso l'audizione poichè, a suo dire, non poteva  riferire in aula su Giuseppe Iaquinta essendo stata denunciata per abuso d’ufficio dallo stesso Iaquinta.

 

Ore 9.40. Entra la Corte.

Imputati tutti presenti ad eccezione di Silipo Salvatore

Bolognino Michele dall’Aquila: rinuncia parziale fino alle ore 9.45.

Presente anche Ursini Mario in videoconferenza

 

Sono presenti le due quinte dell’Istituto Pascal di Reggio Emilia. Presenti alcuni sindaci con la fascia tricolore, fra cui anche Enrico Bini e il sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini querelato recentemente da Giuseppe e Vincenzo Iaquinta per essersi rifiutato di accettare l'offerta di denaro per un nuovo campo da calcio.

Vincenzo Iaquinta querela il sindaco di Quattro Castella - Gazzetta di Reggio 22 marzo 2017

Si elencano gli imputati e i relativi avvocati difensori.

 

Michele Bolognino è ora in videoconferenza dall’Aquila.

 

Viene chiamata il prefetto Antonella De Miro.

 

Avvocato difensore dei Bianchini: "mi riservo di produrre i documenti di dimissione di Alessandro Bianchini dalla Bianchini Costruzioni."

 

Entra in aula il prefetto Antonella De Miro.

 

CARUSO: Ricordo che gli imputati non vanno filmati né indirettamente né direttamente. Anche i testimoni devono dare il proprio consenso.

 

PM Ronchi: Chiediamo l’audizione dell'appuntato Serafino Presta per quello che riguarda Iaquinta e Brescia.

ESAME DEL PREFETTO ANTONELLA DE MIRO

 

PM Mescolini: non ho molte domande, fanno riferimento al periodo in cui era a Reggio Emilia come Prefetto. Attualmente dove svolge la funzione di Prefetto?

De Miro: A Palermo

PM: produrrò in DVD tutti provvedimenti adottati nel periodo in cui il prefetto fu a Reggio Emilia. Tutto ciò che è scritto non sarà oggetto di domande da parte mia.

De Miro: Sono stata prefetto a Reggio Emilia dal primo settembre del 2009, con riferimento alla mia azione di prevenzione antimafia rispetto all’esigenza di garantire sicurezza, d’intesa con le stesse forze di polizia ho orientato la mia azione sotto tre direttrici, ho ritenuto di esercitare l’attività istruttoria con estremo rigore.

 

Ho monitorato la mia azione sull’autotrasporto e sulla pubblica amministrazione per garantirle dalle infiltrazioni. Questa attenta azione di istruttoria volta a contenere il rilascio dei porti di pistola o comunque a pervenire armi ed esplosivi ha portato a un dimezzamento dei provvedimenti autorizza tori che ho trovato a Reggio Emilia al momento del mio insediamento. Se il presidente mi consente di confrontare gli atti…

CARUSO: prenda pure gli atti

De Miro: Tra il 2009 e il 2014 sono state dimezzate le autorizzazioni in materia di porti di pistola per difesa personale. 24 nel 2009, 144 divieti nel 2014. Questi numeri danno l’idea dell’attenzione messa a questo tipo di attività autorizzatoria.

Con riferimento al monitoraggio dell’autotrasporto devo premettere che avevo ricevuto da parte della camera di commercio e da parte della FITA Cna  delle segnalazioni di comportamenti illegittimi, illeciti, da parte di autotrasportatori soggetti, dediti all’autotrasporto e mi era stato riferito in particolare un fenomeno: il mantenimento della sede legale di imprese di autotrasporto soprattutto calabrese nei territori di origine, ancorchè nei territori di origine non si svolgesse nessuna attività di autotrasporto, ma solo nella zona di Reggio Emilia. Questo comportava una lesione di diritto di leale concorrenza, in quanto mantenevano alcuni benefit legati alla diversa territorialità, sgravi fiscali ed altro. Mi veniva riferito che molti autisti venivano assunti in nero e veniva riferito che in alcuni casi avevano appreso l’esistenza di alcune revisioni effettuate sui mezzi in Calabria, ma i mezzi non si erano mai spostati da Reggio Emilia. Mi riferivano le preoccupazioni di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore. Fino all’aprile del 2010 è accaduto che si fossero realizzati alcuni arresti in provincia di Reggio Emilia a segno di operazioni antimafia cooridnate dalla DDA di Catanzaro. Arresti legati al mondo dell’autotrasporto, operazione Pandora, all’arresto di Michele Pugliese, titolare di una azienda di autotrasporti a Gualtieri, ma anche altri, vuoi per usura, minacce, reato associativo.

 

Operazione Pandora: gli arrestati - strilli.it - 26 novembre 2009

Questo mi mette in allarme, da una parte la FITA, dall’altra queste operazioni, e mi domando cosa posso fare da Prefetto a livello di prevenzione, perché di questo mi posso occupare. Ne parlai con la presidente della provincia (Sonia Masini) e con il presidente della camera di commercio (Enrico Bini) e condividemmo la possibilità di realizzare al tavolo della prefettura un monitoraggio delle ditte di autotrasporto con la partecipazione degli uffici pubblici che a quel titolo si occupavano di autotrasporto. La prima riunione fu promossa ed ebbe luogo nel maggio 2010 e il protocollo fu siglato nel giugno 2010. Seguirono anche altri uffici. Abbiamo messo a punto un sistema che è stato perfezionato nei mesi a seguire a seguito di diverse riunioni, che consentiva di velocizzare uno scambio di informazioni fra questi diversi uffici su ditte di autotrasporto, fino alla realizzazione di una piattaforma informatica dalla camera di commercio che fu dato in comodato gratuito alla provincia  per verificare la legittimità di mantenere o meno una ditta iscritta nell’autotrasporto. Questo sistema ha consentito di effettuare controlli mirati: se alla motorizzazione civile figuravano immatricolati diversi mezzi della medesima ditta, non potevano risultare numeri ridotti di dipendenti. Se all’ufficio delle dogane fosse pervenuta una richiesta di rimborso, l’ufficio poteva verificare attraverso i documenti la posizione imprenditoriale della ditta. Questo ha consentito la cancellazione delle ditte presso l’albo camerale, di ditte che risultavano operare esclusivamente in Emilia. Moltissime sono state cancellate dall’albo della provincia che ha avviato accertamenti. Patrimonio informativo che si condivideva con le forze di polizia territoriale che a volte partecipavano ai nostri incontri. Questo ha consentito alla polizia stradale di mirare alcuni accertamenti e sono stati condivisi controlli mirali in autostrada. Anche la polizia fece un importante controllo presso una ditta di revisione trovando una illegittimità.

 

PM: ci furono elementi che le destarono attenzione… da imporre una particolare attenzione. Numerose operazioni di polizia si sono susseguite e ne ha preso atto, ci sono stati altri elementi?

De Miro: Sono arrivata a Reggio Emilia che era già stata data una risposta scritta da Alfano il 30 luglio 2009, a una interrogaizone dell’onorevole Alessandri sul tema delle infiltrazioni.

 

Interrogazione dell'onorevole Angelo Alessandri

Interrogazione a risposta scritta 4-04799 presentata da ANGELO ALESSANDRI - giovedì 13 settembre 2007 nella seduta n.204

Risposta del ministro degli Interni Alfano

Atto Camera Risposta scritta pubblicata giovedi' 30 luglio 2009 nell'allegato B della seduta n. 212 All'Interrogazione 4-01775

Il ministro Alfano sintetizzava l’esito di attività giudiziarie condotte che avevano disvelato la presenza della ‘ndrangheta in particolare in Emilia Romagna parlando di un radicamento in provincia di Reggio Emilia con riferimento ai Grande Aracri, Arena, Dragone e Nicoscia. Gli organi informativi hanno subito riferito della situazione di sicurezza nel territorio di Reggio Emilia, della guerra di mafia consumata in Calabria fra la contrapposizione dei Dragone contro i Grande Aracri che avevano avuto effetto anche nell’ambito degli elementi di ‘ndrangheta che risiedevano a Reggio Emilia.
I dibattiti/convegni si susseguivano a Reggio Emilia. L’operazione di polizia Grande Maestro, Pandora, l’arresto di Pagliuso Fortunato.

Arrestato latitante di Crotone tradito dalle festività pasquali - La Repubblica.it Parma - 3 aprile 2010

Il livello di mimetizzazione e di penetrazione a Reggio Emilia... Avevo letto le operazioni che erano state portate avanti in passato dalla DDA di Bologna, Grande Drago, Scacco matto, Cane rosso, Edilpiovra la più recente che disvelava la presenza di elementi molto vicini alla famiglia di ‘ndrangheta dediti alla estorsione, alla fatturazione falsa, al riciclaggio di denaro. Da quelle operazioni veniva in evidenza un interesse forte della ‘ndrangheta nel settore dell’edilizia privata. Mi domandavo se ci potesse essere anche un interesse della mafia con riferimento agli appalti e quindi proprio con riferimento alla possibilità che la mafia avesse già indirizzato il proprio interesse nel mondo dei pubblici appalti mi sono orientata ad esercitare, con la competenza che avevo, la funzione di prevenzione antimafia con l’applicazione del quadro normativo rigoroso che prevede controlli sulle ditte aggiudicatarie di pubblici appalti.

PM: questo tema è emerso più volte ma non è mai stato descritto, le chiederei un quadro più preciso. Che tipo di strumenti aveva come prefetto connessi a questo mondo che non fossero immediatamente le interdittive sulle quali possiamo bypassare?

De Miro: Ho organizzato un ufficio ovviamente e ho costituito il gruppo interforze a gennaio 2010, ho adottato un provvedimento con riferimento alle grandi opere. C’era già stata l’operazione Pandora che mi aveva messo fortemente in allarme. Il gruppo è costituito da un dirigente della prefettizia e da un dirigente della Polizia di Stato, da un ufficiale dell’arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e in alcuni casi partecipava anche la Dia. Il gruppo ha poteri auto commissariali che davano loro il potere di acquisire informazioni sulle ditte. Emergono elementi di criticità. Avevano il compito di dedicare la propria attenzione. E’ stato il sostegno della mia attività, ed è stato via via integrato e modificato. Sin dall’inizio ha partecipato il maggiore Boccia poi promosso tenente colonnello che ha dato un contributo importante e determinante nell’acquisizione del patrimonio informativo.

PM: da un punto di vista dinamico ha detto il gruppo interforze si attiva…

De Miro: Se vogliamo restare sul gruppo, quando arriva una richiesta di informazione antimafia si acquiscono le informazioni del CED si indirizzano le informazioni alla Dia e, se non arrivano elementi di criticità, viene rilasciata la liberatoria, se invece arrivano elementi di criticità ecco che queste prime risultanze vengono offerte e lavorate dal gruppo interforze, con una istruttoria, un approfondimento lungo e articolato che richiede molto tempo. Le interdittive vengono adottate non immediatamente dopo la richiesta di informazione. Questo patrimonio viene offerto al Prefetto. Dal 2009 al settembre 2014, dove prenderò servizio a Perugia, sono state analizzate migliaia di pratiche.
In tutto ho adottato 61 provvedimenti interdittivi che hanno riguardato 48 ditte.
13 non erano riconducibili a una immigrazione calabrese. 4 ditte siciliane, ditte pugliese, ditte campane, ditte reggiane, ditte emiliane.

Il prefetto deve attestare che non esistano cause che ne impediscano il rilascio alle autorizzazioni. Si fa un riferimento a tutto tondo dal titolare, alla gestione dell’azienda, il direttore tecnico, allarga lo specchio di valutazione a tutte quelle valutazioni che possono far propendere a un pericolo di infiltrazione mafiosa.

Con l’avvento del terremoto si sono assunte disposizioni ancora più rigorose alzando una barriera forte contro il pericolo delle infiltrazioni. La legge del 2012 ha previsto l’obbligatorietà di acquisizioni per tutti i lavori pubblici qualunque fosse l’importo di questo tipo di contratti. Ha previsto la richiesta di iscrizione in white list per quelle attività ritenute ad alto rischio di infiltrazioni. Attività già elencate in quanto l’esperienza aveva portato a notare maggiore interesse legati al trasporto di merci, ciclo del cemento, guardanie, il trasporto dei rifiuti. Il commissario per la ricostruzione e presidente della regione (Vasco Errani) poteva individuare anche altri ambiti e così si è avvalso il presidente della regione. Un sistema forte e robusto che poi successivamente, qualche mese dopo la iscrizione alla white list, è divenuta una legge per tutte le categorie in Italia, Chiunque voglia esercitare una attività nell’ambito del lavoro pubblico per quelle attività elencate devono iscriversi presso un albo tenuto dalle prefetture. Emerge anche dalla previsione che le white list dov’esse essere prevista non soltanto per quelle attività da esercitarsi soltanto nei lavori pubblici, ma anche privati. Questo è il quadro normativo, poi c’è il Girer. Viene costituito con decreto il Girer (ndr: Gruppo Interforze Ricostruzione Emilia Romagna), un gruppo interforze di analisi e monitoraggio delle ditte che a vario titolo avrebbero avuto interesse a lavorre nella ricostruzione.

 

Ho assunto iniziative prima e dopo il terremoto per rafforzare la protezione dei comuni rispetto alle infiltrazioni. Il ministro Maroni aveva indirizzato ai prefetti una circolare con la quale raccomandava di assumere informazioni per raggiungere anche gli appalti sotto soglia per quelle categorie a rischio già indicate, inserite nei protocolli di legalità per le grandi opere. A seguito di questa circolare il prefetto di Bologna di intesa con i prefetti dell’Emilia Romagna elaborò il protocollo e si pervenne a Bologna a stipulare il protocollo con tutti i prefetti della regione. Questo protocollo è stato assunto da me e da altri colleghi a fondamento di altri protocolli da sottoscrivere nella propria provincia. Ho trovato grande attenzione da parte dei rappresentanti istituzionali degli enti locali della provincia di Reggio Emilia, ho adottato 36 protocolli di legalità, un numero elevato con IREN, il consorzio di Bonifica, l’Ausl ecc. con tante stazioni. Prevedeva di estendere i controlli agli appalti di soglie inferiori a 50mila euro senza limiti di valori delle categorie più a rischio. Protocolli importanti perché abbassavano la soglia di lavoro che legittimava il prefetto a controllare le imprese che si proponevano per i pubblici appalti e forniture.

PM: lei ha parlato di taluni enti pubblici/territoriali se vuole citarli in breve, un paio di protocolli li produrrei, ma non vorrei riempire di carte… per dare la dimensione territoriale di questo intervento che abbassava la soglia che obbligava la richiesta.

Il prefetto elenca il lungo elenco di comuni coinvolti, fra i quali anche Brescello.

De Miro: un contratto importante con l’Anas per verificare gli appalti dei lavori in provincia di Reggio Emilia. In tutto 36 protocolli oltre a quello del comune per i lavori TAV.

PM: è sufficientemente chiaro il quadro generale. Sulle interdittive ha già dato le quantificazioni generali, storicamente quando comincia l’attività e i primi provvedimenti?

De Miro: L’attività c’è sempre stata, dal gennaio 2010. Il primo provvedimento mi pare contro Amato Alfredo.

In città i «cani sciolti» del clan calabrese dei Bellocco - Gazzetta di Reggio 13 gennaio 2010

CARUSO: aveva una ditta?

De Miro: Amato Amedeo, mi scusi. Ho nel report solo la stazione appaltante, poi seguiranno…

CARUSO: ha l’elenco? Per curiosità, è lungo?

De Miro: L’elenco fino alla data in cui io sono rimasta a Reggio Emilia:

Amato Amedeo, Vassapollo Giuseppe, comunicazione dal prefetto dell’Aquila, Lomonaco Francesco, Filipelli Alberto, Consorzio primavera Francesco Todaro, Todaro Raffaele, Lagiada srl riconducibile al consorzio primavera, Edil… (…) alcune interdittive non sono indirizzate alle stazioni appaltanti di Reggio Emilia. Una ditta originaria di Gela. Vertinelli srl di Vertinalli Palmo, 4 agosto 2010, indirizzata al comune di Crotone. Silipo Luigi, indirizzata all'azienda AUSL di Reggio Emilia. Morrone Trasporto indirizzata alla prefettura di Brescia, Morrone Enrico. Ci sono comunicazioni atipiche, Acropoli srl rilasciata a Parma,  ancora Acrpoli indirizzata a Verona, Amato Rinaldo, Emilia società cooperativa Vasapollo Domenico 2011, Vasapollo Vincenzo 2011, Bacchi Spa nel 8/4/2011 (riproposta poi da me nell’agosto), Vertinelli Giuseppe, Vertinelli srl nuovamente rilasciata al consorzio di bonifica Burana di Modena, Sarcia srl di Sarcone Giuseppina di Bibbiano, sorella di Sarcone Nicolino, di nuovo una interdittiva al comune di Melissa Colacino Michele nel 2012, Lerose Domenico, Fratelli Baraldi, diniego di iscrizione in white list nel 8/1/2013, diniego di iscrizione Giada srl 2013 Todaro Raffaele, Ellegi srl di … Marco nel 2013, diniego di iscrizione in white list di una ditta risultata condizionabile di legami con la camorra, Novatrade srl di Montecchio Emilia di Trombi Antonio interdittiva, divieto di iscrizione in white list nel 2013 della Bianchini Costruzioni… devo continuare?

CARUSO: se vuole segnalare

De Miro: Solo queste…

PM: chiederei un elenco più datato, magari facciamo una fotocopia

De Miro: poi sono andata via da Reggio Emilia...

PM: ci sono stati elementi oggetto che le confermavano l’allarme?

De Miro: L’anno è stato sostanzialmente il 2012, anche prima lettere, email, interviste sulla stampa. L’anno più difficile sicuramente è stato il 2012.

PM: interviste… a cosa si riferisce?

De Miro: Taluni destinatari di provvedimenti di interdittive rilasciavano interviste agli organi di stampa con le quali si dichiaravano estranei al contesto mafioso e si ritenevano ingiustamente colpiti. Per me era una novità non mi era mai accaduto nella mia esperienza di leggere le interviste di destinatari di provvedimenti interdittive. Non mi era mai capitato di leggere interviste anche piuttosto ampie. Interviste che non consentivano un contraddittorio, certo non sarei entrata in contraddittorio con i titolari di ditte destinatari di interdittive.

Processo Aemilia, l’ex prefetto: “A Reggio minacce per me e interviste sulla stampa ai colpiti da provvedimenti antimafia”
Il fatto Quotidiano.it 4 aprile 2017

Nel 2010, nel 2011 avevo ricevuto lettere che mi invitavano a trovare una soluzione. Questa corrispondenza è stata da me trasmessa. Avevo ritenuto che una certa lettera avesse un tono intimidatorio, nel 2011 la ditta Bacchi. Avevo adottato un provvedimento nell’aprile 2011, il TAR ha annullato il provvedimento ritenendolo non sufficientemente motivato per l’azione perché avevo fatto un provvedimento sintetico, allegando attività di polizia coordinate con la DDA di Palermo. D’intesa con lo Stato, avendo elementi nuovi sopraggiunti, in quanto erano stati fatti accertamenti per ribattere al ricorso della ditta, ho inviato un nuovo provvedimento tenendo conto delle linee indicative che emergevano. Ho adottato un provvedimento tenendo conto dei nuovi elementi emersi nei mesi precedenti. 89 pagine di provvedimento che è stato considerato legittimo dal TAR e dal Consiglio di Stato. Mi si rimproverava da parte della titolare e da un suo congiunto per questo nuovo provvedimento. Mi veniva mossa questa accusa, perché non mi ero arresa e non avevo accettato la sentenza del TAR.

Il Tar accoglie il ricorso della Bacchi Riaperti i cantieri della tangenziale - Gazzetta di Reggio 2017

PM: entrambi i provvedimenti veranno allegati

De Miro: Siamo nel 2012. Adesso la ditta può operare sul mercato, mi sembra giusto di…

CARUSO: al tempo che tipo di condizionamento?

De Miro: La DIA ha proposto al Prefetto che era stata accertata la presenza a Novellara di Floro Vito Giuliano che lavorava per i fratelli Mattace di cui era cognato. Da questo accesso portato avanti dal Gruppo Interforze allargato alla partecipazione dell’Ufficio del Lavoro, sono arrivati una serie di elementi molto significativi, in primis la vicinanza delle ditte Mattace alla famiglia di ‘ndrangheta Grande Aracri e per questi elementi riferiti sono stati adottati una serie di elementi interdittivi ritenuti legittimi dal TAR.

Novellara, la tangenziale della mafia - Il Fatto Quotidiano - 30 luglio 2012

PM: per quanto riguarda il periodo precedente, ci fu un fatto particolare?

De Miro: Inizia nel 2012… inizia male… con una manifestazione di autotrasportatori il 26 gennaio 2012 presso i caselli di Campegine di Reggio Emilia. Si inquadrava nell’ambito di una manifestazione a carattere nazionale. In occasione della manifestazione e in particolare presso il casello si sono prsentati 6 soggetti legati al mondo della ndrangheta. E’ stato osservato dalle forze di polizia ed è stato oggetto di una mia relazione al ministero. LA7 manda in onda un servizio dal titolo la guerra sporca dei TIR che si reca presso la ditta dei Muto, cerca di dialogare ma non gli viene consentito di entrare e poi si sposta al casello autostradale di Campegine e viene richiesto da alcuni soggetti di prendere le loro dichiarazioni. Alcuni soggetti fra cui un imprenditore Floro Vito Servino che dichiara, dice parole molto forti di accusa nei confronti della camera di commercio, delle cooperative, dicendo che la mafia era lì. Per me è stato un episodio che mi ha destato un certo turbamento.

Esame De Miro

CARUSO: che tipo di interpretazioni ha dato?

De Miro: Avevo adottato già dei provvedimenti nei confronti di ditte di origine calabrese per la vicinanza riscontrata per continuità di affari con elementi della famiglia di ‘ndrangheta. Ho ritenuto che quell’attacco fosse l’attacco che si intenda, una forma di contestazione all’azione del prefetto. Nella mia esperienza non c’era, trovo anche strano che si facessero portavoce di queste istanze anche in occasioni di interviste televisive che venivano mandate in onda su tutto il territorio nazionale.

PM: per la sua memoria ad integrazione di quello che ha detto poco fa, in quella circostanza Floro Vito Servino, Stragio e Morrone espressero parole pesanti anche nei confronti della Camera di Commercio, di Bini, della Transcoop, perchè Bini era stato anche presidente della Transcoop e della Prefettura?

De Miro: Non ricordo computamente chi fossero tutti.. Floro Vito Servino mi ricordo perfettamente, mi aveva colpito.

PM: di questo servizio vi è stata deposizione del maggiore Leo e Leuzzi e quindi non approfondisco. E’ partita da questo fatto…

De Miro: Poi è accaduto che Il 21 febbraio 2012 ho adottato un provvedimento nei confronti della ditta individuale di Michele Colacino. Aveva subito degli incendi, di autovetture nel 2010, nel novembre 2011 e nel dicembre 2011 anche la macchina del padre, utilizzata dal fratello. Questi incendi erano stati messi in relazione dagli organi di Polizia per un contesto di dinamiche criminali all’interno della famiglia. Assumo questo provvedimento con grande senso di responsabilità tenendo conto che è una ditta consorziata per conto della Transcoop e che teneva conto del trasporto dei rifiuti urbani nella zona pedemontana. A seguito di questo IREN, di cui era l’appalto, revoca il contratto di appalto. A fine febbraio ricordo che venne data la notizia di una manifestazione il 10 marzo 2012 di imprenditori di Cadelbosco credo, che si è tenuta a Reggio Emilia per richiamare l’attenzione sulla crisi che stava colpendo l’imprenditoria e i piccoli artigiani. Questo clima mi ha indotto a chiedere al procuratore della DDA di Bologna, Alfonso, di partecipare e di convenire con me un tavolo presso la prefettura con i vertici delle forze di polizia. Ha partecipato anche il procuratore generale, ha partecipato anche il procuratore Mescolini...? ed è stato un tavolo di riflessione.

controesame De Miro

​​​​​​​​​​​​​PM: risulta dalle intercettazioni (ndr: ironicamente)

Il prefetto De Miro ride alla battuta

De Miro: In quella circostanza, il 13 marzo 2012, ho delinato l’attività che avevo condotto ero preoccupata dei numerosi incendi che colpivano i mezzi di imprenditori o le attività cantieristiche e ricordo che il procuratore Alfonso riferì di una importante indagine delegata all’arma dei Carabinieri ed ebbe parole di rassicurazione per me. Per come condotta l’indagine era di tale portata che se ci fossero state circostanze di pregiudizio sarebbero emerse. Poi accade che il 20 di marzo 2012 ero a un convegno, era presente anche il ministro Cancellieri, c’era stato un intervento del procuratore Alfonso nella mattinata, dovevo prendere la parola nel pomeriggio pre affrontare il tema sulla presenza della mafia al nord. E’ accaduto che poco prima, nella tarda mattinata, verso le 13 mi raggiunge al cellulare il mio vice prefetto per informarmi che era giunta in prefettura una busta contenente un proiettile con una lettera anonima indirizzata a diverse autorità istituzionali.

Proiettile in prefettura, finalità eversive dietro al gesto - Resto del Carlino 27 marzo 2012

PM: le farei vedere sig. Presidente solo la lettera, sulla pallottola soprassediamo

De Miro: Ovviamente la leggo quando torno in sede e mi sono molto allarmata. Ho iniziato il mio intervento molto turbata, perché mi era parso strano che la lettera fosse arrivata lo stesso giorno. Lo dissi al capo del personale, al capo del gabinetto, il ministro lo seppe subito. Al mio rientro convocai una riunione interforze e chiesi al procuratore Grandinetti di partecipare alla riunione e in quella circostanza non erano chiare le ragioni dell’esposto, non era un attacco formalmente contro il prefetto, fermo restando che era arrivata la lettera al prefetto di Reggio Emilia.

PM: ho prodotto la lettera ed era indirizzata a lei, al prefetto

De Miro: Ripercorro l’azione che stavo portando avanti a Reggio Emilia. Grandinetti ebbe a dire che ero la persona più a rischio a Reggio Emilia. Portai l’argomento anche in sede di comitato provinciale, con la partecipazione del sindaco, della provincia erano anche loro turbati, c’è stata una forte presa di… dichiarazioni di appoggio, di solidarietà nei miei confronti, da parte non solo del sindaco, delle organizzazioni sindacali, del  mondo rappresentativo dell'economia, mi sono sentita molto vicina le istituzioni, lo stesso sentimento di solidarietà è stata espressa in quella riunione.

CARUSO: la lettera non fa riferimento alla sua intimità? C'è stata una lettura di intelligence per capire...

De Miro: Non lo so... Anche la stampa e i media hanno messo in relazione la lettera al mio impegno, e comunque non si poteva escludere.

 

PM: fu accolta in modo un po' particolare a RE quando lei arrivò?

De Miro: La' era detto in maniera esplicita... Ho preso servizio l'1 settembre 2009, il 30/31 del mese di agosto poco prima del mio arrivo il quotidiano dell’Informazione di RE titolava "Il caso: uno striscione listato a lutto sul cavalcavia con strani riferimenti inquietante benvenuto al prefetto". Il giorno prima dell’articolo qualcuno aveva appeso degli striscioni sul cavalcavia e portavano delle scritte, con un contenuto misterioso. Avevano un contenuto misterioso. Due tre giorni prima che arrivassi.

PM: dopo il 20 marzo vi sono nuovamente espressioni pubbliche nei suoi confronti?

De Miro: ad aprile interviene l’intervista di Colacino Michele su Rai 1, un servizio speciale sulle infiltrazioni in Emilia Romagna. Lui dice che la mafia è il prefetto e la prefettura. Parole dure e pesanti. Era in corso il ricorso per il suo provvedimento al TAR di Reggio Emilia.

Tra il 20 marzo e l’intervista di Colacino ricevo una lettera di Palmo Vertinelli, la sua ditta aveva ricevuto una interdittiva nell'agosto 2010. Però  riceviamo una richiesta di accesso agli atti nel 2011 dalla quale si evince che non era stato messo a conoscenza il comune di Crotone della interdittiva. Chiedo informazioni al prefetto di Crotone e apprendo che era stato aggiudicatario di un lavoro per una casa per gli anziani. Si avviavano a revocare l’aggiudicazione nel 1 settembre 2011. Nel frattempo avevo adottato provvedimenti interdittive per la stessa impresa. Il 29 marzo arriva la lettera indirizzata alla direzione centrale della polizia criminale a Roma e alla prefettura di Reggio Emilia e al Prefetto De Miro. Ho letto l'indirizzo, faccio fatica a ricordarlo anche io. Con questa lettera Vertinelli chiede al servizio a cui è indirizzato, l’aggiornamento CED. Ritiene che sia conseguente di una annotazione dell’arresto Scacco Matto, dove uscì assolto. Chiede l’aggiornamento del CED facendo riferimento a questa serie di riferimenti. Io mi turbo perché l’indirizzo può essere conosciuto soltanto dagli addetti ai lavori. Questo mi ha molto preoccupata e ho indirizzato la lettera con i riferimenti che mi avevano indotto precedentemente preoccupazione al Procuratore della Repubblica DDA di Bologna.

 

PM: rimanendo al 2012 cosa di cui ci fece cenno, ebbe un contatto da parte di consiglieri comunali, del sindaco in relazione a quanto stava avvendendo

Non so collocare la data, ma immediatamente dopo l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ricordo che il procuratore generale Antonio De Donno fece riferimento alla ‘ndrangheta cutrese, lo ricordo perchè i consiglieri che vennero a trovarmi fecero riferimento a queste parole. Mi venne chiesto dal sindaco, in conclusione a un incontro che c'era stato in prefettura se potevo ricevere dei consiglieri comunali di origine calabrese che volevano incontrarmi, mi dichiarai disponibile, non ricordo la data perché non vi attribuii importanza. E’ avvenuta dopo l’inaugurazione dell’anno giudiziario che avviene a fine gennaio. Sono venuti a trovarmi accompagnti dal sindaco: Olivo, Scarpino e Gualtieri che però parlò poco. Parlarono soprattutto Olivo e Scarpino e fecero riferimento al procuratore generale, al risalto delle infiltrazioni mafiosi di ditte calabresi, avvertivano la preoccupazione dei calabresi di essere accumunati alla ‘ndrangheta, si parlò anche delle interdittive. Ebbi parole di rassicurazione, dissi che i reggiani che le persone perbene che abitano a Reggio Emilia di qualunque provenienza sanno fare la differenza tra chi appartiene alla mafia e chi no. Feci riferimento alla mia origine siciliana. I siciliani sanno distinguere, sentire dire che cosa nostra è siciliana non mi preoccupa in quanto siciliana, mi preoccupa in quanto italiana. Li invitai ad assumere delle iniziative pubbliche in maniera da far sentire protetti i calabresi per bene, la maggior parte dei calabresi che si sentivano a disagio. Mi hanno raccontato la vita degli imprenditori emigrati dalla Calabria, mi hanno dato un libro sulla storia dell’immigrazione, un colloquio sereno.

PM: è un elemento utile di comprensione, arriviamo poi, le chiederei di precisare la dinamica dell’adozione dei provvedimenti che lei assunse nel luglio 2012 in relazione a un divieto di detenzione di porto d’armi di persone oggi imputate, Brescia, Iaquinta, Paolini, Muto Antonio. Provvedimenti già acquisiti.

CARUSO: da cosa nascono queste iniziative, quali sono al di là delle motivazioni ufficiali, le ragioni sostanziali, le preoccupazioni di prevenzione che la portano a questa decisione?

De Miro: Ho detto del rigore posto al rilascio di detenzione. Faccio un passo indietro rispetto a luglio, il 21 febbraio adotto il provvedimento all’impresa di Michele Colacino che propone ricorso quasi allo scadere dei termini. Siamo alla fase in cui bisogna preparare, supportare, la difesa dell’amministrazione innanzi al TAR. Chiedo all'Arma dei Carabinieri se successivamente al provvedimento ci sono elementi che possono servire per rafforzare la difesa. Il dialogo con le forze di polizia è giornaliero. Il 7 giugno 2012 perviene dall’arma dei CC una nota con quale riferiscono che nel 21 marzo 2012 Colacino era stato visto all’interno del locale Antichi Sapori di Reggio Emilia con Nicolino e Gianluigi Sarcone, Sarcone Grande, Floro Vito Gianni, Paolini Alfonso, Giuseppe Iaquinta, Brescia Pasquale. L’incontro è stato il giorno dopo la lettera con il proiettile. Apprendo che all’incontro era presente Iaquinta che aveva un procedimento per il porto d’armi che si stava concludendo negativamente. Nel maggio del 2012 Reggio Emilia ha subito un terremoto distruttivo, da prefetto sono stata molto impegnata. Ho in corso questo procedimento. Nel frattempo i primi di luglio, 3/4 luglio ricevo quattro distinte note dai CC riferite agli imprenditori che avevano una detenzione di armi, Muto Antonio, Iaquinta, Brescia, Paolini Alfonso, una proposta di divieto. Emetto 5 provvedimenti. Questa la storia di quei provvedimenti, apprendo a giugno di questo incontro ma non ne conosco le ragioni neanche a luglio, le conosco quando gli interessati faranno ricorso al TAR ne apprendo le ragioni. Leggo le motivazioni dell’avvocato Sarzi Amadè. Parliamo di agosto. Leggo le motivazioni e rimango meravigliata a turbata.

PM: quali erano le motivazioni sono state oggetto di testimonianza del maggiore Leuzzi.

De Miro: Il prefetto è destinatario principale dell’atto, il primo lettore sono io. L’avvocato riferisce che si trattava di un incontro fra corregionali, compaesani ed erano presenti 30 persone, l'avvocato Pagliani, i suoi collaboratori, l'avvocato Arcuri e la giornalista Trovato. Riferisce nelle memorie difensive che si è trattato di un incontro anticipato sulla stampa per l’esigenza di discutere della campagna di stampa contro l’imprenditoria calabrese e per discutere delle interdittive, organizzato per questo dall'avvocato Pagliani.

CARUSO: soggetti destinatari di interdittive ce n’erano?

De Miro: i Sarcone, Floro Vito Gianni, Floro Vito Servino, Colacino Michele, lo stesso Sarzi Amadè dice che è stato sollecitato il convegno da imprenditori destinatari di interdittive. Anche Diletto Alfonso mi pare che era entrato indirettamente in qualche interdittiva. Erano soggetti citati nella mia relazione all'antimafia.

PM: ha seguito quanto avvenuto in seguito, nel momento in cui lei ci sta riferendo il fatto storico dei provvedimenti era ancora non noto

De Miro: Per la delicatezza trattenni questi ricorsi, erano noti agli interessati.

PM: c'è stata notizia

De Miro: Non ricordo... i provvedimenti interdittivi, se impugnati, si potevano ricavare dal sito del TAR e i giornalisti potevano acquisire le informazioni. Fu oggetto di ricorso anche il porto di pistola. Il Tar ha rigettato l’istanza cautelare.

PM: avrà seguito quanto avvenuto in seguito. Ci fu un periodo di forte polemica sulla stampa cartacea e televisiva. Cosa avvenne per lei?

Ho amato questo territorio, ritenevo che esercitando la mia funzione potessi difenderlo dalle infiltrazioni. Pensare che un politico, pezzi della società reggiana delle profssioni, avvocati, giornalisti, una giornalista che aveva frequentato la prefettura amabilmente, potessero stare con chi ritenevo essere l’anti-stato mi ha sorpresa e amareggiata.Mi riferisco alle interviste di Gianluigi Sarcone che scrive a Libero.it e rilascia una intervista al Resto del Carlino e partecipa alla trasmissione "Poke Balle" dichiarandosi contrariato rispetto all’adozione delle interdittive che ritiene ingiuste solo per una parentela o dei pregiudizi penali. Accusa la prefettura di utilizzare impropriamente le informative alle forze di polizia. Se c’è la ‘ndrangheta se ne devono occupare le procure e non il prefetto. Sono dichiarazioni molto forti. La tramissione televisiva con l'avvocato Pagliani su Telereggio mi ha turbata perchè si dava voce ad un soggetto, al fratello dell’imputato raggiunto da un provvedimento mafioso.

PM: riferendosi a questo fatto lei disse: “Sulla vicenda della cena mi ha preso una sorta di nausea, per me siciliana mi sembrava di essere tornata indietro di 40 anni, quando mai in Sicilia un politico se ne sarebbe andato a cena con un capo mafia, pubblicamente in un ristorante pubblico. Di nascosto sì, in una masseria. Io in Sicilia non l’ho mai vista, mi ha preso la nausea mi sono sentita sconfortata, una cosa inimmaginabile.”

De Miro: Il mio compito era quello di garantire la sicurezza. Ho amato questo territorio, ritenevo che esercitando la mia funzione potessi difenderlo dalle infiltrazioni. Pensare che un politico, pezzi della società reggiana delle professioni, avvocati, giornalisti, una giornalista che aveva frequentato la prefettura amabilmente, potessero stare con chi ritenevo essere l’anti-stato mi ha sorpresa e amareggiata.

 

Causo richiama per l’ennesima al silenzio

(NDR: i ragazzi presenti in aula sono assolutamente silenziosi a differenza degli adulti)

 

Avvocato provincia Reggop Emilia: una domanda d’approfondimento, lei ha dato conto delle reazioni delle istituzioni. Quale è stata la reazione degli enti locali, dei sindaci, rispetto alla sua azione?

De Miro: parlerei di collaborazione più che di reazione. Ho condiviso con i rappresentanti locali, iniziative a sostegno del rafforzamento della difesa dei territori della provincia rispetto alle infiltrazioni. L’ho già detto con riferimento all’autotrasporto, con i protocolli che ho stipulato e che non ho imposto, ma condiviso con i sindaci, la provincia, l’esigenza di rafforzare la difesa del territorio. Mi hanno sempre sostenuta, hanno avuto parole di condivisione e di stima e anche in occasione di interviste sciagurate direi, di destinatari di provvedimenti antimafia si è levata forte nel territorio il sostegno. Ha avuto suggello in riconoscimento pubblici come il 7 gennaio 2013, mi venne dato il tricolore da Del Rio, il premio Matilde di Canossa dal sindaco Quattro Castella. Questo posso dire, mi sono sempre sentita supportata.

Avvocato: quale fu il ruolo della provincia?

De Miro: Abbiamo condiviso la strategia, la provincia e la camera di commercio hanno avuto un ruolo molto importante. La camera di commercio aveva la visura camerale delle ditte. E’ stato determinante il contributo. Abbiamo fortemente collaborato.

AVV: non ho altre domande

CONTROESAME DEL PREFETTO ANTONELLA DE MIRO

Avvocato Taormina difensore di Giuseppe e Vincenzo Iaquinta

AVV: prima di essere prefetto di Reggio Emilia era prefetto altrove?

De Miro: a Benevento

AVV: mi riferirò a due provvedimenti, al provvedimento del rigetto del rinnovo di porto d’armi nei confronti di Giuseppe Iaquinta e al rigetto alla iscrizione della white list. Le chiedo, questa procedura l’ha seguita direttamente o ha preso atto?

De Miro: Non delego attività di indagine, le interforze avevano il compito di portare al prefetto gli accertamenti, gli elementi che erano in possesso delle forze di polizia.

AVV: ha seguito personalmente? Mi interessa solo il provvedimento su Iaquinta, del rigetto alla iscrizione white list

De Miro: Seguire sotto il profilo amministrativo nella prima istruttoria non è del prefetto… logico che se emergono delle criticità vengono portate in prima istanza.

AVV: le informative provenienti dalle interforze, lavorano con i CC, la Gdf e la DDA. Il gruppo quando ha ricevuto queste informative… Può dare indicazioni per dirci quali sono i contenuti di queste informative?

De Miro: Quando arriva una richiesta di informazione antimafia o di richiesta all’iscrizione, le note informative sono valorizzate nell’ambito del gruppo interforze non vi è una separatezza da quanto scritto e da quanto valutato. Le informative sono le relazioni che vengono comunicate dai diversi organi e che vengono poi, i gruppo nella relazione finale valuta tutti questi elementi efa una proposta al prefetto. Si riferisce al fatto che avendo chiesto un accesso agli atti. La prefettura ha negato questo accesso perché già presenti nel gruppo interforze, una relazione di servizio, erano stati riportati nel provvedimento interdittivo a motivazione, quello che faceva fede era la relazione finale del gruppo. Che sommava le acquisizioni dei propri uffici e le valorizzava se nel caso, in riunioni preliminari. Non abbiamo consentito l’accesso perché il contenuto era stato trasfuse nella relazione finale.

AVV: credo persino di aver capito, pensi un po’! Si fa riferimento per relazione ai contenuti delle informative, un cittadino che legge gli atti vuole capire se il testo sia corrispondente ai contenuti delle informative, le chiedo se in questa sede, diversamento di quanto avvenuto, può dirci quali sono stati i contenuti rispetto alla Costuzioni  Iaquinta

PM: salvo che la mia linea si chiarirà strada facendo, non vi è nulla di quanto contenuto dagli atti del prefetto che sia riferibile alla Costuzioni Iaquinta, questo non ha pertinenza….

AVV: nel momento in cui si è posto il problema, si è preso in considerazione che l’oggetto della indagine ancora in corso

PM: non mi pare che sia in corso

AVV: posso finire? E da parte del tribunale è stato affermato che…

CARUSO: non c’è indagine della procura

AVV: c’è un indagato e c’è un procedimento pendente in esito a una opposizione, lo stato dell’arte dal punto di vista tecnico giuridico.

CARUSO: la domanda è ammessa

AVV: gli elementi di fatto portati dalle informative che sono poi valorizzate da lei per il rigetto dell’istanza

De Miro: Fa riferimento a un verbale successivo all’adozione…

AVV:   fa riferimento al 9 luglio, se vuole rispondere diversamente

De Miro: La riunione è del 13 luglio. Viene proposta l’interdittiva antimafia

AVV: ho chiesto il contenuto

CARUSO: la faccia rispondere

PM: non è stata citata come teste proprio, un minimo di pertinenza ci vuole

CARUSO: la domanda è di interesse

AVV:  il contenuto dell’interdittiva è la motivazione dell’interdittiva

De Miro: Il prefetto adotta l’interdittiva sulla base degli elementi del gruppo interforze. Adotta un provvedimento sulla base della relazione riassuntiva finale del gruppo. Il gruppo si è riunito il 10 luglio, l’ho adottato il 22 di luglio, riportando le motivazioni del gruppo. L’avvocato fa richiesta di accesso agli atti, dovendo rilasciare l’unico atto che è il verbale del gruppo, l’ufficio si accorge di errori materiali e a chiarimento di questo, era accaduto che con riferimento al funerale dei fratelli Grisi aveva scritto il 22 novembre e non 22 gennaio, un errore materiale, contenuto nella relazione e nel provvedimento. Era accaduto che nella stampa aveva fatto saltare due righi, che ho indicato. Il Vicario cosa fa, invia che ci sono errori materiali e riformula la relazione finale come doveva essere, Io il provvedimento lo avevo adottato con l’errore della data, perché mi sembrava irrilevante. Il provvedimento era quello del 22 luglio.

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CARUSO: il Vicario dice la relazione è questa di cui il prefetto ha tenuto conto, annoto che ci sono degli errori, è così.

AVV: la mia domanda era un ‘altra

De Miro: A pagina 5 del verbale manca questo, ma c’era… A pagine 3, primo rigo la parola novembre viene sostituito con la parola gennaio. L’avvocato ha fatto due richieste agli atti, dove sollecitava la trasmissione di documenti che non potevo avere. In un altro caso chiedeva le singole relazioni informative, ho dato all’avvocato come a tutti gli altri la relazione finale l’unica che richiamo nel mio provvedimento, questo fanno quasi tutti i prefetti.

AVV: la mia domanda riguardava le informative. Lei queste informative non le ha lette

De Miro: Non le ho citate, è diverso

AVV: se le ha letto io chiedo cosa ci ha trovato scritto

De Miro: Quello che ha trovato nella relazione conclusiva che mette insieme tutti i pezzi.

AVV: c’è la volontà dell’interessato di capire se c’è una corrispondenza fra il fondamento e il contenuto finale e secondo  quanto dichiarato nella relazione di servizio, io le chiedo se siamo in grado di poter accertare la corrispondenza fra ciò che costituisce oggetto fra le note informative e la relazione finale

De Miro: Tutto quello che c’è nella relazione finale, quello che risulta agli atti

AVV: c’è un punto di illogicità, sia perché sia stata un errore, che ci sia l’esigenza di capire se in effetti documentalmente vi siano corrispondenze o ci mostra il documento, non ci possiamo attenere a quelle che sono le dichiarazioni in questo momento del prefetto a cui ho chiesto…

CARUSO: sono elementi esterni a questo procedimento

AVV: non mi basta che lo dica, mi basta che dica cosa c’è scritto!

CARUSO: c’è esattamente quello che c’è nella relazione

AVV: lo dice il Prefetto! Possiamo tirare fuori i documenti? E’ oggetto del possibile falso pubblico!!

PM: penso sia stato chiaro già la volta scorsa cosa è il gruppo e che poteri certificativi ha nei confronti del prefetto. Dire che un verbale del gruppo … sia una forzatura. L’unica cosa certa è che non si parla di questo processo.

AVV: dobbiamo rimanere con questa inconsapevolezza?...

CARUSO: il PM si oppone, la domanda l’ha fatta è avuto una risposta, tuttavia può rispondere di nuovo

De Miro: Posso produrre il verbale interforze

CARUSO: deve dirci se il suo provvedimento…

De Miro: Come tutti i provvedimenti vengono adottati sulla base della relazione del gruppo che viene citato nel provvedimento interdittivo

AVV: le ha lette le informative?

De Miro: Si leggono, quando adotto l’atto, adotto l’atto sulla base della relazione finale. Ci possono essere dati aggiuntivi nella relazione finale. Il mio unico documento su cui fondo il giudizio è quello della relazione del gruppo interforze

CARUSO: passiamo ad altro

AVV: prendo atto che questa risposta… un cittadino che è attinto da un provvedimento non deve sapere

CARUSO: siamo fuori dal tema

AVV: la causale è l’infiltrazione mafiosa non è indifferente, non possiamo sapere e nemmeno il prefetto sapeva

De Miro: le calunnie…

AVV: quali calunnie!

AVV: quando cominciano rispetto alle attività di prevenzione, i suoi rapporti con l’autorità giudiziaria?

PM: chiariamo la domanda?

AVV: da un certo momento in poi si è creata la interazione rispetto all’autorità giudiziaria, al procuratore dell’epoca, al procuratore generale, questo tipo di interlocuzione, parlo del 2012, lei ha avuto rapporti con l’autorità giudiziaria con la direzione antimafia?

De Miro: Io non faccio indagini

AVV: non ha fatto indagini preventive? Se e quando rispetto a queste attività si è messa in contatto con l’aurotità giudiziaria

De Miro: Sottolineo che non faccio attività di indagine, non ho compiti di polizia giudiziaria, ci mancherebbe altro

AVV: non sto dicendo questo

CARUSO: la faccia rispondere

De Miro: E’ una prevenzione amministrativa, come fanno tutti i prefetti d’Italia, quando arriva la richiesta partono le richieste informative per le forze di polizia, che attraverso atti in loro possesso riferiscono al Prefetto che possono essere valutati. Le forze di polizia se svolgessero indagini, mai potrebbero riferire elementi coperti da segreto istruttorio! Non potrei mai chiedere che mi riferissero questi elementi.

AVV: quando ha emesso i provvedimenti lei, per quello che riguarda la posizione di Iaquinta, comunicò all’autorità giudiziaria?

De Miro: Non riesco a capire la sua domanda

AVV: deve solo rispondere

De Miro: Per rispondere devo capire la domanda. Il signor Iaquinta è stato trattato come tutti gli altri titolari di ditte nei confronti dei quali sono state fatte attività istruttoria per rilascio di informazioni antimafia o eventuale iscrizione alla white list. Come arrivano le note informative per tutti gli altri. Non ci sono stati comportamenti differenti. Neanche sapevo che Iaquinta era indagato e se lo avessi saputo non avrei mai potuto interloquire.

AVV: volevo sapere questo

De Miro: Io non potevo sapere

AVV: ha finito?

PM: potrebbe usare una formula più cortese?

AVV: sono cortese a modo mio

AVV: La invio al provvedimento del luglio che si conclude con la richiesta di rigetto alla white list. Fa riferimento, se vuole prendere in mano il documento facciamo prima. Si riferisce che Giuseppe è coniugata con Vittoria Sorrentino, dice chi è Sorrentino e afferma che …

CARUSO: può leggere?

AVV: volentieri, non volevo annoiarvi: è la sorella di Rosario Sorrentino ucciso a Cutro con la lupara bianca nella faida fra i Grande Aracri e Dragone. Rosario Sorrentino cognato di Iaquinta era affiliato alla consorteria fra coloro che si erano schierati fra…

PM: ha saltato un pezzo, volontariamente? Ucciso tramite sotterramento

Dall’inizio dell’anno sparite 9 persone - Crotonese 21/9/2000

Chiesto l'ergastolo per il boss Grande Aracri e altri 4 imputati - Telejonio 4/4/2012

Il cognato vittima di “lupara bianca” - Gazzetta di Reggio 23/9/2014

AVV: venne ritenuto affiancato al boss Dragone e pertanto doveva essere eliminato prima che uscisse dal carcere. Domanda: preso atto che Iaquita è coniugato con Vittoria Sorrentino. Rispetto al contesto, le chiedo, Giuseppe Iaquinta c’entra qualcosa o resta soltanto il fatto che è sposato con Vittoria Sorrentino?

CARUSO: questa domanda è al limite

AVV: se questa è una parte della motivazione, se la storia di Sorrentino, c’è qualche circostanza di fatto che collega all’omicidio di Rosario Sorrentino la figura di Giuseppe Iaquinta.

​CARUSO: non è una domanda pertinente

AVV: vabbè… nel numero due fa carico a Giuseppe Iaquinta di essere il fratello di Maria Iaquinta coniugata con Giuliano Belfiore, inutile che legga, si fa riferimento a vari personaggi… Girolamo Rondinelli… (ndr: si elencano diversi nomi)

PM: tutte domande uguali temo...

AVV: sono elementi, dati di interesse, se nei confronti di Giuseppe Iaquinta ci fossero ragioni per stigmatizzare i comportamenti con questi soggetti

CARUSO: domanda esattamente uguale a quella di prima, risponda, ma temo che la risposta sia già…

PM: tutto questo si riferisce a Belfiore

CARUSO: lei queste cose le deve chiedere a chi ha fatto le indagini non al Prefetto

AVV: fa riferimento al fatto che Giuseppe Iaquinta sarebbe in questo rapporto di parentela con Grande Aracri, le risultano altre cose? Vengono citati tanto per divertimento questi  soggetti?

PM: le chiederei di rispondere tre minuti e di leggere …

De Miro: il provvedimento di interdittiva antimafia non è un provvedimento di prevenzione che adotta l’autorità giudiziaria, c’è stato un dibattito sulla tenuta costituzionale perché è una estrema misura che non colpisce l’effettività dell’appartenenza o la collaborazione attiva, l’interdittiva colpisce il pericolo della possibilità che si verifichi una infiltrazione capace di condizionare. Spiega perché anche sentenze di assoluzioni possono essere utilizzate in sede di informativa antimafia, anche atti nulli. Perché non si dice che il destinatario è né mafioso, né colluso, anzi può essere persona che viene tutelata, perché attraverso il provvedimento si evita che questa infiltrazione da potenziale diventi reale. E’ stato citato il caso della Bacchi, importantissima ditta storica. Correva questo rischio perché il figlio del titolare era visto più volte in auto con persona aggravate con pesanti procedimenti, perché erano state viste delle macchine nei cantieri. La Bacchi è ora una azienda in bonis. Questa è l’interdittiva antimafia.

AVV: non posso credere che un prefetto si adagi sulle informazioni…

CARUSO: il Prefetto ha semplicemente recepito e valutato

AVV: recepito, siamo d’accordo, abbiamo capito che non sono state lette

De Miro: Il Prefetto ha valutato sulla relazione del gruppo

CARUSO: queste sue opinioni le tenga per se, non servono per il processo.

AVV: il prefetto ha firmato il provvedimento, io se firmo qualcosa lo leggo bene prima

De Miro: anche io

AVV: fa riferimento alla presenza di un’auto intestata alla Costruzioni Iaquinta in occasione del funerale dei Grisi. Scrive riportando la sentenza del TAR che, considerato che recarsi a un funerale si traduce nel rendere omaggio, il gesto di recarsi al funerale di due noti malativosi rappresenta una scelta dettata da probabili motivazioni di affari, di amicizia o di rispetto. L’auto che è stata rinvenuta nei pressi… la mia domanda è ci sono gli elementi che rappresentano…

CARUSO: è un giudizio del Prefetto che può contestare, ma che non può essere oggetto…

AVV: in punto di fatto ci sono state rilevazioni di ragioni di affari fra i Grisi e Iaquinta?

De Miro: Non arrivo alla conclusione, riporto una sentenza TAR che aveva fatto riferimento al funerale per dimostrare il valore indiziario. Il provvedimento non accerta responsabilità penali. Neanche di concorso, è un provvedimento indiziario. Quindi non si può leggere in maniera atomistica, se si leggono singolarmente è possibile che ciascun elemento non assuma la gravità tale da giustificare il provvedimento. Bisogna leggerli nella complessità che consente di poter dire se la ditta può essere condizionabile dalla mafia.

AVV: ho fatto un’altra domanda se ci sono rapporti di affari… considerato che recarsi al funerale è un fatto di rispetto, c’è un riferimento alla ragione di affari, c’è uno straccio di ragione?

PM: si sta citando una sentenza del TAR

CARUSO: il suo intervento si chiude qui, non la faccio andare avanti

AVV: quando ha fatto questo provvedimento fa richiamo alla riunione di cui si è parlato presso Antichi Sapori il 21 marzo 2012, aveva avuto tutte le informazioni relativamente alle presenze?

De Miro: Conosco le ragioni soltanto quando i destinatari di provvedimento fanno ricorso, quando mi vengono disvelate dall’avvocato Sarzi Amadè. La nota informativa mi dice soltanto di questo incontro. E chi ha partecipato, non la ragione dell’incontro. Un fatto oggettivo.

Non avevo quindi ragioni di quello che Sarzi Amadè chiamerà convegno.

AVV: per curiosità, fa questo provvedimento nel luglio 2012, la ragione di questo provvedimento è da ritenersi per la sola riunione del 21 marzo?

De Miro: Certo, se viene comunicato al Prefetto che una persona che detiene armi, frequenta soggetti pregiudicati, non vi è dubbio che in qualunque parte d’Italia si adottano questi divieti. Come me tantissimi altri colleghi. Anche a Palermo. Per molto meno si fanno divieti, anche per un reato di truffa.

AVV: la riunione che si è fatta era un dato dal punto di vista preventivo?

De Miro: Assolutamente sì, per molto meno.

AVV: questo è il solo motivo

PM: dall’atto che lui citava non emergono tutti i presenti

AVV: Sarcone, Diletto, Colacino… di Pagliani non lo sapeva

De Miro: Con la difesa dell’avvocato di Sarzi Amadè, soltanto con il ricorso di Sarzi Amadè. Chiede addirittura che possa essere ammesso a testimoniare l’avvocato Pagliani, la Trovato, l’avvocato Arcuri perché vengano poste le domande sulle ragioni della cena

AVV: è in grado di dirci quali sono stati gli elementi sulla base della quale l’interdittiva è stata posta

De Miro: Il rapporto di parentela, la circostanza che il  nipote, il figlio della sorella di Giuseppe Iaquinta a Brescello, fosse fidanzato con la figlia di Nicolino Grande Aracri, Nikol Grande Aracri. La figlia si era trasferita a Brescello a casa della zia Giovanna Grande Aracri, che il ragazzo Belfiore si recava spesso in Calabria, aveva accompagnato Nicolino a Modena con la macchina intestata alla madre Maria Iaquinta.

AVV: e questo cosa c’entra?

CARUSO: piace o non piace giusto o sbagliato ….

AVV: la famiglia Iaquinta è mafiosamente infiltrata e ci fermiamo qui

De Miro: Ci sono elementi di infiltrazione mafiosa. Non vuole conoscere gli altri elementi?

AVV: adesso ce li ha?

De Miro: Il provvedimento c’è stato sempre. Uno riguarda la partecipazione alla cena con la presenza di Nicolino Sarcone, imputato all’epoca e condannato a gennaio, ritenuto il braccio operativo di Nicolino GA nel reggiano. La partecipazione al funerale.

AVV: non si può pensare che prenda l’etichetta di mafioso….

CARUSO: lo dirà nel corso della sua arringa

AVV: andiamo avanti

De Miro: Li ho detti tutti

CARUSO: la prego chiuda con questa cosa, non andiamo da nessuna parte

​AVV: nemmeno a proposito di temuti inquinamenti nella Costruzioni Iaquinta possiamo andare avanti

CARUSO: non è ammessa. La critica al provvedimento non può diventare tema di domande.

AVV: lei conclude dicendo che sono emersi , chi lo sa se è possibile questa domanda, elementi che sconsigliano elementi di rapporto con la pubblica amministrazione. Se dovessimo valutare… c’è una situazione spiacevole per chi deve tutelare gli interessi di chi si ritiene assolutamente indenne da queste accuse, c’è la chiusura ad accettare. Non ho mai visto che un testimone possa essere messo nella condizione di non rispondere. Leggere le informative avrebbe risolto il problema perché c’è una distonia fra le note e la relazione. Il procedimento penale soffre moltissimo.

CARUSO: ne prendiamo atto

Termina del controesame dell'avvocato Taormina

ALTRO AVVOCATO DELLA DIFESA

De Miro: Devo tutelare l’ordine della sicurezza pubblica e quindi anche la sicurezza dell’economia. Devo necessariamente conoscere le ragioni, ma anche se ci sono elementi che fanno preoccupare rispetto alle infiltrazioni. Fa parte della funzione.

AVV: ha fatto riferimento al mondo dell’autotrasporto?

De Miro: Riferimenti all’autotrasporto. Erano segnalazioni di preoccupazioni. L’operazione Pandora riguarda Pugliese che ha una ditta di autotrasporto a Gualtieri

AVV: gli articoli di giornale potevano determinarla a richiedere informazioni agli organi di polizia?

De Miro: Se riguardavano ovviamente riferimenti ad attività di polizia giudiziaria. E' successo che all’inizio nei primi mesi del mio arrivo, il Giornale pubblicò dei servizi sulla presenza della mafia a Brescello, è stata occasione di approfondimento, ho ricevuto il sindaco di Brescello, come con Pandora il sindaco di Gualtieri. Quello che comunemente fa il Prefetto.

In merito agli articoli sulla presenza della mafia a Brescello vedasi il procedimento di Catia Silva, parte lesa, contro 5

AVV: erano gli stessi giornali che pubblicavano quelle interviste a cui ha fatto riferimento?

De Miro: Credo che molte interviste sono state pubblicate dal Resto del Carlino

AVV: il Resto del Carlino poteva aver pubblicato uno di quegli articoli che l’hanno determinata?

De Miro: Ricordo "Il Giornale" che parlava di questa cosca a Brescello e mi fu riferito che c’erano 6 fratelli dei 9 di Grande Aracri, 4 sorelle e due fratelli. Una presenza così numerosa di una famiglia che faceva riferimento a Nicolino Grande Aracri… Ne ho parlato con la commissione parlamentare.

AVV: ha detto che mi è stato riferito a loro dire…

De Miro: Ho detto da chi, dal presidente della camera di Commercio, e da FITA CNA e Cgil

AVV: cosa significa?

De Miro: Non avevo verbalizzato l’incontro, nell’occasione di alcuni incontri che si tenevano in prefettura, con riferimento ad alcune segnalazioni, hanno anche indirizzato una lettera ufficializzando le loro preoccupazioni

AVV: le preoccupazioni del presidente della camera di commercio era riferito al mondo dell’autotrasporto?

De Miro: Venivano insieme

AVV: scrivevano anche insieme?

De Miro: Adesso no…

AVV: venivano insieme. Era con riferimento al mondo dell’autotrasporto che le segnalava il presidente della Camera di Commercio?

De Miro: In linea di massima sì

AVV: qual’era questo atteggiamento da parte del presidente? C’era un particolare interesse da parte del presidente su questo segmento?

De Miro: Era un interesse di attenzione, lo riconoscevo come interesse di attenzione rispetto al tema posto della legalità, erano incontri usuali da prefetto. Incontravo i sindaci, gli organi rappresentativi dell’economia, i sindacati.

AVV: anche da parte di altri che le ponevano altro, ha notato una differenza di come si ponevano queste persone ad esempio l’associazione di categoria del settore edilizio, rispetto al presidente della camera di commercio? C’era differenza di come si ponevano?

De Miro: Era una organizzazione rappresentativa del mondo dell’autotrasporto.

AVV: parlo del presidente della camera di commercio lasci stare gli altri?

De Miro: Aveva grande attenzione al tema della legalità

AVV: con riguardo all’autotrasporto?

De Miro: Alle piccole imprese e al mondo dell’autotrasporto che conosceva meglio

AVV: per quale motivo?

De Miro: Perché era stato anche autotrasportatore

AVV: lei disse "Bini era fortemente interessato al segmento dell’autotrasporto" e proprio con riguardo alla domanda circa la differenza del porsi al cospetto del prefetto rispetto ad altri soggetti: "Non ricordo altri con la veemenza di Bini, con la pressione che esercitava". Ecco perché cerco di intendere cosa volesse dire

De Miro: Il presidente poneva con grande attenzione il tema della illegalità nel settore dell’autotrasporto. Ma è un tema che ho affrontato in riunioni tecniche di coordinamento con le forze di polizia e trovavo conferma. C’era una grande attenzione. La pressione non era nei miei confronti, è logico. Era un attenzione di dominio pubblico. Mi sarò espressa male, era grande attenzione, rilasciò interviste anche sui media. Era una circostanza di dominio pubblico.

AVV: chi le ha riferito, chi le ha segnalato questi comportamenti illegittimi che operavano nel settore dell’autotrasporto?

De Miro: Sono venuti a trovarmi insieme nell’ambito delle presentazioni, ero arrivata da poco, il presidente Bini e il direttore di CNA Fita e Cgil.

AVV: volevo capire i comportamenti illegittimi

De Miro: Non venivano indicati i nomi e cognomi, si parlava di assunzioni in nero, evasioni fiscali, nel provvedimento di protocollo che ho siglato, le ragioni sono indicate. L’ho indicato anche nella mia relazione alla commissione antimafia. Nelle relazioni si parlava di Muto molto vicino alla cosca di Cutro, e l’arresto di Pugliese è stata una grossa spia. Facevano riferimento al fatto che le ditte tenevano sede legale a Cutro e poi operavano solo in Emilia. Non era illegittimo, ma mantenere le sedi in altre regioni e non comunicavano in camera di commercio faceva sì che godessero di benefit.

AVV: sta facendo il prefetto... in altre province, una situazione del genere le era mai capitato del presidente della camera di commercio che le veniva a dire…

De Miro: Assolutamente è usuale. Le organizzazioni di categoria si rivolgono al Prefetto… è normale, mi meraviglierei del contrario.

AVV: parlo del provvedimento di diniego di porto d’armi di Brescia Pasquale

De Miro: Aveva un fascicolo per porto di pistola in prefettura

AVV: da quanto aveva questo porto?

De Miro: Vado a memoria, l’aveva avuto per alcuni anni, poi si è reso responsabile dello sparo ad aria aperta e per questo era stato revocato la detenzione di armi e munizioni.

AVV: poi  l’ha avuto di nuovo?

De Miro: No.

AVV: cos’altro c’era in questo fascicolo?

De Miro: Questo ricordo, in materia di armi.

AVV: Brescia era venuto sotto i suoi occhi oltre che per il divieto di detenere armi, per altro? Che attività svolgeva?

De Miro: Lui è un imprenditore edile e aveva fatto lavori per la questura

AVV: per i lavori svolti in questura, c’entra qualcosa nell’iter burocratico la prefettura?

De Miro: Gli appalti erano sotto soglia… faceva riferimento a questo?

AVV: no, i pagamenti chi li faceva?

De Miro: L’ufficio di ragioneria, la prefettura ha competenza nella logistica per quanto riguarda le opere di ristrutturazione.

AVV: per quella nota del comando dei CC di RE, mi è sembrato di capire che le fosse stato segnalato soltanto di questo incontro, ma ha detto che è rimasta basita dopo, quando ha saputo , di qualcosa che ha appreso di qualcuno che aveva redatto i ricorsi

De Miro: Sì.

AVV: allo stesso modo rispetto a quello che scrivono i giornali pure, sempre del motivo dell’incontro, del perché ci fosse stata organizzata questa cena?

De Miro: L’unico motivo che considero è quello che indica l’avvocato nel ricorso.

AVV: la cena si svolgeva presso un ristorante?

De Miro: Ho saputo quando hanno indicato il luogo, Brescia Pasquale

AVV: dalla segnalazione dei CC?

De Miro: Dovrei rileggere la nota non ricordo se ho letto lì, rinvio al documento.

AVV: dalla segnalazione dei CC comprende che quel ristorante era gestito da Brescia?

De Miro: Non lo sapevo, non ricordo se è scritto proprietario Brescia Pasquale, ora la memoria si sovrappone. Io non frequentavo il ristorante non lo potevo sapere.

AVV: si è meravigliata che a RE si utilizzassero molto i giornali, venisse dato spazio per delle interviste di persone che in qualche modo erano state raggiunte dalle interdittive, ne ha mai rese di interviste?

De Miro: Molto poche non ho mai dato interviste rispetto ai destinatari, tranne nei casi di una intervista di Claudio Bacchi perché, concordandolo con Nitrosi volevo specificare sull’istituto delle informazioni antimafia.

(ndr: Davide Nitrosi giornalista del Resto del Carlino)

AVV: ha detto del fatto che riteneva necessario soprattutto perché non si garantiva il contradditorio?

De Miro: Ho detto che nel primo anno mi ero meravigliata perché avevano grande spazio ma nessuno spazio al contraddittorio ma se me lo avessero chiesto non l’avrei dato.

AVV: non ho altre domande

Termina, per il momento, il controesame del prefetto De Miro

 

Entra il nuovo perito trascrittore

CARUSO: Buongiorno signora è stata convocata in qualità di perito trascrittore. Dovrà trascrivere le richieste di intercettazioni formulate dalle parti.

perito: Avete idea di quante ore sono

CARUSO: lo dirà l’altro trascrittore

perito: Ho bisogno di avvalermi di ausiliari

CARUSO: certo.

ORE 14.00: ci fermiamo per una pausa

Ore 15.15 riprende l’udienza

CARUSO: Gli incarichi sono autonomi nel momento in cui l’incaricato non è in grado di gestire tutto il lavoro. Il perito iniziale gestisce e assegna al nuovo perito la parte. Il perito comunicherà agli avvocati le parti che ha assegnato al nuovo perito. Verrete informati su quali parti sono assegnate al nuovo perito.

Riprende il controesame del prefetto Antonella De Miro

 

AVV: se può dire altri che sono stati raggiunti dalla interdittiva, della provincia di RE

De Miro: 13 non erano imprese di imprenditori calabresi, ma la gran parte delle ditte di cui parliamo avevano sede qui a Reggio Emilia, anche Vertinelli.

AVV: quali sono?

De Miro: Bacchi, la Baraldi di Modena divieto di iscrizione, un’impresa di Gualtieri di origine reggiana, la Resiltech sede a Ferrara, la Bianchini Costruzioni del modenese, la MC restauri originaria di Caserta, la New Project, la Sincre al 50% di un imprenditore reggiano e al 50% di un imprenditore di Cutro. Molti delle imprese raggiunte avevano sede nel reggiano, ma tuttavia di origine calabrese. Ma non voglio fare questi distinzioni.

AVV: cooperative?

De Miro: Molte, il consorzio Primavera,

AVV: avete avuto delle informative in riferimento alle cooperative del reggiano, coopsette, unieco, cooperative conosciute?

De Miro: Questo è il report dei provvedimenti adottati.

AVV: ha ravvisato elementi di criticità?

De Miro: Non ricordo l’istruttoria di tutte le pratiche, dovendo testimoniare ho richiamato alla memoria quei procedimenti che si sono concluso con l’interdittiva.

I  provvedimenti parlavano di uno spaccato della imprenditoria per accertati elementi indiziari.

AVV: ha parlato dell’allora sindaco Delrio con 3 esponenti politici cutresi che sono venuti a parlare con lei per farle presente questo problema

De Miro: No manifestavano il disagio della comunità cutrese

AVV: hanno fatto proteste, incontro particolari per questa assimilazione generale che si faceva fra calabresi uguale malavitoso?

De Miro: Ho fatto cenno alla manifestazione del 10 marzo

AVV: le emissioni di tali interdittive, hanno inasprito il clima di allora, episodi in cui le persone hanno protestato per le sue interdittive, hanno parlato fra di loro?

PM: non si capisce di cosa si vuole parlare

AVV: se le interdittive hanno inasprito

CARUSO: avvocato è una domanda che non attiene a fatti, circostanze probabili

AVV: dal monento che emette interdittive sono antimafia ed è come se il soggetto è stato avvicinato alla mafia. Sono successi determinati episodi

CARUSO: si può parlare di tutto o di nulla.

AVV: ci sono state interviste chi ha cercato di parlare con il sindaco… parliamo del mondo degli autotrasporti e del mondo degli appalti. Appalti al massimo ribasso, ne ha sentito parlare? Veniva sentito come un problema?

CARUSO: sentito da chi, quale ribasso?

De Miro: E’ un tema a carattere nazionale, il massimo ribasso è stato un problema a carattere nazionale

AVV: episodi specifici non li ricorda?

De Miro: No

AVV: ultima domanda, sa del fatto che molti politici reggiani sarebbero andati a Cutro?

De Miro: Sì, una notizia nota.

AVV: come l’ha saputo?

De Miro: Non ricordo neanche, se ne parlava

AVV: non ha ricevuto informative a riguardo?

De Miro: No, che motivo c’era?

AVV: persone che sono andate a Cutro alla casa madre, se aveva avuto informative di questo...

De Miro: Non ho dato interdittive perché qualcuno è andato a Cutro

AVV: informative

De Miro: Le informative si attivano nell’ambito del procedimento di richiesta se una ditta deve stipulare un appalto, rispetto al fatto che taluno è andato a Cutro

AVV: qualcuno andando a Cutro poteva incontrare...

De Miro: A me riferiscono informazioni rispetto a un procedimento amministrativo

 

Avvocato Piccolo:

AVV: lei era nella mia lista testi.

De Miro: Ha svolto attività a RE su provvedimenti in materia di antimafia. Il collega ha voluto dire: quale reazione c’erano stati o meno in merito a questi provvedimenti?

CARUSO: bisogna essere più analitici, quale reazioni le interessa? Delle persone raggiunte, dei giornali?

AVV: se questi provvedimenti sono stati adottati anche nei confronti di Giglio Giuseppe?

De Miro: L’impresa di Giglio è stata interdetta da un’altra prefettura perché legata alla sede legale dell’impresa, altra cosa l’iscrizione della white list per la ricostruzione. Giglio credo sia stata interdetto forse dalla prefettura di Brescia

AVV: Catanzaro?

De Miro: Ricordo su una impresa Giglio, se fosse Giglio Giuseppe non glielo so dire.

AVV: operava di fatto qui? Al capo 108 abbiamo società Giglio srl e la Recom srl, le dice qualcosa?

CARUSO: le sta dicendo che non ha adottato provvedimenti, è al corrente che abbiamo ottenuto una interdittiva da un’altra prefettura

AVV: poco fa lei ha detto che in qualche modo c’era qualche stranezza che mantenevano le sedi in Calabria o altrove

De Miro: ricordo avendo trattato per Vertinelli che le dichiarazioni di Cortese nell’OCC nell’operazione Pandora riferivano in relazione ad alcune imprese come bancomat, Cortese diceva che Giglio era accumunato Sarcone e quant’altro…

AVV: non è stato attenzionato a voi?

De Miro: Ricordo che quando il sig. Giglio stava a RE, la prefettura ha relazionato qualcosa alla Dia, un carteggio con la Dia di Milano, sono passati 6 anni

AVV: venivano enti, sindacati, a riferire informalmente addirittura, neppure in via ufficiosa. E' mai emerso, neppure da tale Bini che ho sentito citato, che si lamentava per situazioni anomale? Sa se è a conoscenza , quale tipo di attività svolgeva Giglio?

De Miro: Non ricordo, ricordo dei provvedimenti che io ho adottato, da prefetto se dovessi ricordarmi tutta l’attività istruttoria che non si concludono con provvedimenti prefettizi sarei un mostro. Di Giglio ricordo i riferimenti nell’operazione Pandora. Ricordo di aver interloquito della Dia di Milano, ma ricordo questo.

AVV: la società Giglio aveva interessi locali, faceva tutto qui, su Milano e Calabria non ci stava, prendo atto che è sconosciuto, segnalazione neppure da Bini. Non sa quale attività avesse, edilizia, trasporti, niente, non lo ricorda?

De Miro: Bini era presidente della camera di Commercio interloquiva in qualità di interlocutore istituzionale. Quando poneva un tema lo poneva in carattere di generalità, non è che faceva il delatore.

AVV: lei è una persona intelligente, la ringrazio che sia stata qui, le faccio un punto di domanda: Giglio è un imputato di questo processo, condannato per…

CARUSO: non faccia premessa

AVV: visto che come ha detto l’avvocato...

CARUSO: la domanda

AVV: le misure interdittive si emettono quando c’è il rischio, quando la persona è vicina, neppure Bini, nessuno viene a segnalare questo nome. E' paradossale

CARUSO: sono tre parole: perché non è stata fatta l’interdittiva?

PM: non sono arrivate richieste

De Miro: Sicuramente di Giglio se ne sarà occupata la Dia, ma non ai fini di un provvedimento della prefettura . Giglio era ritenuto un bancomat, ricordo questo.

AVV: e voi non avete dato una interdittiva?

De Miro: L’ha emessa un’altra prefettura di Brescia

AVV: se facessi il nome di Scida Francesco ha mai sentito se fosse in odor di mafia? Lo si accusa di aver agevolato

De Miro: Ma io non faccio le indagini, sono il prefetto, nella mia competenza… Scida mi dice qualcosa era citato in qualche procedimento. Se è stato in qualche consorzio può essere che mi sfugge

CARUSO: risposta data passi ad altro

AVV: senta mi può dire in che anni è stata a RE

CARUSO: se legge il verbale di stamattina

AVV: non c’ero… non bloccavo il processo… ha saputo di questo scioglimento del comune di Brescello?

PM: che domanda è?

De Miro: Lo sanno tutti, è avvenuto successivamente

AVV: per fatti avvenuti prima

De Miro: Mica mi sono letta il verbale della commissione

AVV: lei ha detto ci siamo interessati perché sei persone della famiglia Grande Aracri si erano radicati in quel comune per cui eravamo interessati a capire

De Miro: Non mi sono espressa così, se sarà così mi sono espressa male.

AVV: sono stati fatti accertamenti, se sono emersi in riferimento a Brescello… non sa neppure se è sciolto?

De Miro: No, guardi…. Ho letto quello che è stato scritto sulla Gazzetta Ufficiale, è l’unico comune sciolto per mafia.

AVV: non è stato sciolto Cutro, ma Brescello.

CARUSO: avvocato….

AVV: se ha accertato ingerenza del gruppo Grande Racri nell’apparato amministrativo, se c’è stato un patto, un legame?

CARUSO: quale del mondo intero?

AVV: di Reggio Emilia

De Miro: No

AVV: nei confronti di amministratori locali?

De Miro: No

AVV: ho finito

 

Avvocato Miraglia difendo Silipo Luigi

AVV: mi può indicare i dati anagrafici di Silipo Luigi?

De Miro: 26.2.53

AVV: allora non è il mio assistito

Avvocato Pancari

AVV: in altre sedi di prefettura le è mai capitato di ricevere da qualche rappresentante del settore richieste di aiuti in modo particolare, mi riallaccio a una domanda fatta dall’avvocato Viscomi. Ci ha parlato di Bini

De Miro: Io vengo dalla Sicilia, le prefettura hanno accompagnato le imprese di categorie che volevano difendersi dalle infiltrazioni mafiose, era normale.

AVV: non era la prima volta? Perché il 26 maggio 2015 aveva risposto "io dico la verità è la prima volta che mi ritrovo a dover rispondere a una risposta di aiuto"

De Miro: Non mi ero mai occupata del settore degli autotrasporti, non che non mi ero mai occupata di imprenditori vessati dal racket, ho fatto 25 anni in Sicilia, sono stato Vicario in Sicilia. Forse mi sono espressa male.

PM: chiederei di fare correttamente la contestazione “e con la richiesta di aiuto di un settore che non conoscevo”

CARUSO: l’ha chiarito

AVV: le ditte meridionali erano quelle più soggette al non rispetto delle regole?

De Miro: Era riferito alla circostanza che avendo sede legale nei territori di origine sfuggivano ai controlli più facilmente. E’ una valutazione anche mia, ne parlavamo nelle riunioni di coordinamento con i vertici delle polizie territoriali. E’ la consulenza tecnica del prefetto. Il prefetto non se ne occupa leggendo il libro ma confrontandosi con le forze di polizia territoriali.

AVV: le risulta che le aziende meridionali usufruivano di favori statali?

De Miro: Non ho fatto accertamenti su questo, prendevo atto che ci sono coefficienti di territorialità che potevano garantire sgravi fiscali

AVV: ha fatto accertamenti?

De Miro: No, non ne vedevo la ragione. Ho fatto delle riflessioni anche con i vertici di polizia. L’osservatorio nasce perché molte operazioni antimafia hanno riguardato autotrasportatori legati alle famiglie di ‘ndrangheta. Un prefetto deve ascoltare le istituzioni, il territorio, capire quali sono le problematiche del territorio e operare con azioni condivise. E’ quello che ho fatto. Per mettere in relazione più uffici su un tema…

AVV: lei parò di settori più favorevoli, dei libri contabili che stavano giù, di norme più favorevoli, quali sono?

De Miro: Ho già risposto

AVV: le fu mai prospettato del pizzo?

De Miro: Sta anche nell’Edilpiovra, ho relazionato alla commissione parlamentare….

AVV: Edilpiovra parliamo del 2001/2002

De Miro: Non è competenza del prefetto provare l’attualità a me interessava cogliere il fenomeno rispetto alla sicurezza

AVV: ricorda in quel periodo arresti di massa, omicidi, estorsioni, fatti particolarmente gravi?

De Miro: Operazione Pandora che ha fortemente interessato, era stata condotta in Calabria ma riguardava la famiglia di ‘ndrangheta che comandava nella locale di RE, era oggetto di interesse, poi c’era Pugliese che stava a Gualtieri che riscuoteva denaro per conto della famiglia Nicoscia.

AVV: ha mai avuto ripensamenti sulle interdittive emesse? Vi è una intercettazione telefonica in cui gli interlocutori parlano del prefetto che avrebbe avuto dei ripensamenti che si è sentita usata

De Miro: Lo dicevo io?

CARUSO: lo dicevano di lei

AVV: Colacino e Nicolino Sarcone

De Miro: Mica erano i miei interlocutori, mi guardavo bene dall’andare a cena con loro.

AVV: questo avvocato parlando con Colacino raccontava questo

De Miro: Chi erano i nominativi?

AVV: Colacino che parla con Nicolino Sarcone che lei avrebbe parlato con un certo avvocato

De Miro: Chi era l’avvocato?

AVV: non si sa

De Miro: Ma assolutamente no, se avessi avuto un ripensamento avrei revocato l’atto

AVV: ha raccontato degli striscioni al suo arrivo a RE indirizzati a lei

De Miro: Ho letto sulla stampa

AVV: l’autore lo ricorda?

De Miro: No

AVV: era legato ai fatti per cui siamo qui?

De Miro: Fosse successo 3 anni dopo….

 

Avvocato Vezzadini

AVV: stamattina ci ha parlato di questi provvedimenti di interdittiva. Vi erano delle informazioni che lei riceveva nelle indagini in corso che erano coperte da segreto e che lei non poteva utilizzare?

De Miro: Al prefetto vengono date informazioni ostensibili, perché i provvedimenti devono essere motivati. Il prefetto non sa se sono frutto di indagini, non lo sa, non lo chiede nemmeno. Mai mi permetterei di chiedere a un ufficiale o a un magistrato notizie che io posso immaginare coperte da segreto.

AVV: ha ricordato di alcuni episodi di proteste di alcuni soggetti che avevano ricevuto le interdittive. Ci sono stati casi di rappresentanza dove le proteste erano state avanzate da persone che rappresentavano gli interdetti?

De Miro: No, proteste no

AVV: gli interdetti protestavano per provvedimenti adottati nei loro esclusivi confronti?

De Miro:

AVV: una delle cose che ha riferito, il fatto che molti lamentavano che le interdittive venivano dati solo ad alcuni soggetti e certe cooperative venivano risparmiate, il leit motiv di stamattina.

PM: chi l’avrebbe detto?

AVV: anche il signor prefetto di alcune che si erano lamentate. Facciamo l’ipotesi che sia stato trattato nel corso del processo. Di alcuni soggetti che si lamentavano. Anche con il senno di poi, è possibile che alcune cooperative siano state risparmiate incolpevolmente dall’azione del suo ufficio? Magari per negligenza o per colpa di coloro che avevano l’onere di fornirle informazioni?

De Miro: Assolutamente no

AVV: ha fatto riferimento alla Bacchi, e al fatto che tutto era nato dalla presenza di Floro Vito Giuliano che aveva lavorato nei cantieri della Bacchi, soggetto legato alla famiglia Matace e comportò non solo l’allontanamento della Bacchi

De Miro: Non solo per questo. La presenza di Floro Vito Giuliano ha motivato la Dia a proporre accesso ispettivo al cantiere, sono seguiti accertamenti di più ampio respiro, 89 pagine non si possono scrivere solo su Floro Vito che sta in cantiere

AVV: se volessimo limitarci a questi accertamenti nati da questa segnalazione di Floro Vito, delle segnalazioni che poi hanno dato luogo agli accertamenti della Dia si sono verificate nel caso di Michele Colacino che aveva lavorato per 20 anni alla Transcoop?

De Miro: La Iren chiede informazioni su Colacino nel gennaio del 2012 sulla base di quella richiesta di informazione si acquisiscono gli elementi istrutturi e vengono individuati elementi di criticità.

AVV: Michele Colacino che ha lavorato una vita per Transcoop?

De Miro: Questo io non lo so

AVV: non può dire che non lo sa. Che è stato socio.

De Miro: Socio certo.

AVV: non c’è una informativa per dare il la, per fare accertamenti sulla Transcoop

De Miro: Il discorso Bacchi è molto più complesso, le argomentazioni che hanno portato sono molto complesse e tengono conto di accertamenti condotti dalla DDA di Palermo in epoca antecedente l’accesso ispettivo e quindi sono state utilizzate anche per le informative acquisite dalle forze di polizia, non soltanto per la presenza di Floro Vito. Per quanto riguarda Colacino ricevo la richiesta a gennaio e sulla base di queste informazioni , sapevo degli atti incendiari. Bacchi è un’altra vicenda.

AVV: ha mai saputo che alcuni autisti di Colacino che avevano precedenti penali erano stati assunti in Transcoop?

De Miro: C’era l’assunzione del fratello di Cortese e Carolina Lamanna

AVV: è a conoscenza della denuncia che Colacino fece nei confronti di Transcoop?

De Miro: No

Bufera Transcoop, Colacino: "In marzo informai Iren dell'indagine" - Resto del Carlino - 19/4/2012

AVV: Unieco è stata attenzionata?

De Miro: Per una interdittiva no. Se per Unieco sono state fatte richieste di informazioni antimafia, se non è risultato nulla, vuol dire che sono state liberatorie. Ricordo quelle che si sono concluse con un provvedimento. Se ha sede legale qui sono state rilasciate informazioni liberatorie.

AVV: era stata coinvolta in una grossa operazione a Genova, Tizian ne fece anche un libro, "Gotica", e questo libro e questi giornali riferiscono di un rapporto che la Unieco aveva con i Mamone e la famiglia Iamonte della ‘ndrangheta. E la Gea srl fu interdetta dal prefetto di Genova insieme ad altre società. Faccio riferimento al faldone 39. Ci sono tutte le indagini relative alla Baraldi legata a questa famiglia

PM: forse atti interdittivi alla Baraldi?

AVV: in riferimento alla Baraldi?

PM: vi state difendendo come se foste accusati da articoli di giornale.

CARUSO: se non vi fermate stiamo qui fino a stasera.

AVV: ci furono ragioni per cui non furono intraprese iniziative nei confronti di Unieco?

De Miro: Che ragioni ci potevano essere, il prefetto non adotta un atto arbitrario, quando dagli accertamenti risultano fatti oggettivi che possano far ritenere ….

AVV: non ricorda la grande eco mediatica?

De Miro: Leggevo i giornali che leggevano le vicende di RE, non ricordo proprio, ricordo i Mamone perché intercettano Baraldi, per questo

AVV: nella interdittiva alla famiglia Todaro si faceva riferimento che lavorava per l’AUSL

De Miro: Il consorzio Primavera per Iren e Giada srl per AUSL

AVV: ricorda se nell’ospedale lavorava in appalto o subappalto?

De Miro: Credo appalto, non ricordo bene

AVV: lavorava per una cooperativa dell’orbita Orion?

De Miro: Non lo ricordo

AVV: la famiglia Todaro era stata colpita e analoghe indagine erano state svolte verso la cooperativa Orion

De Miro: Non ricordo nessun collegamento,

AVV: ha ricevuto personale responsabile di Iren per parlare di Iren?

De Miro: Ho notificato a Iren il provvedimento Colacino

AVV: non ricorda di aver ricevuto un tale Bertolini responsabile di Iren

De Miro: Il direttore, sì certo.

AVV: per parlare di interdittive?

De Miro: Non parlavo di interdittive, ho notificato a Bertolini, ho consegnato il provvedimento che riguardava Colacino, ho pure scritto ad Iren raccomandando di adottare il protocollo di legalità

AVV: ha mai ripreso Bertolini sul fatto che Iren avesse rapporti con Colacino?

De Miro: Non esprimevo giudizi sui destinatari dei provvedimenti interdittivi

AVV: sa se Bini aveva interessi personali, famigliari nell’autotrasporto?

De Miro: Ho detto che ha fatto l’autotrasportatore, quando veniva da me veniva con incarichi istituzionali. E’ la quarta carica nella provincia se lei non lo sa. Io faccio il prefetto, ho le mie fonti informative i miei referenti sulla sicurezza, non era Bini

AVV: sa quali incarichi aveva nelle cooperative, le hanno detto che aveva 35 cariche

De Miro: No

 

CARUSO: è stanca sig. Prefetto?

De Miro:

CARUSO: vuole fare una pausa?

De Miro: Per carità voglio finire

 

AVV: sa se queste società dove Bini aveva interessenze avevano partecipazione in altre società?

De Miro: Le ho già risposto

AVV: si è mai posto di un possibile conflitto di interesse con quelle che erano le iniziative?

De Miro: No, rappresentava una categoria economica

AVV: la domanda è spontanea per il fatto che lei aveva parlato di pressioni

De Miro: No, una espressione che ho usato

PM: la rilegga tutto se vuole, pressione nell’ambito...

De Miro: Non ho subito una pressione

AVV: non sto dicendo questo, era molto interessato, non travisiamo le cose, sto parlando del fatto che ha riferito di veemenza e di particolare interesse nel condurla verso l’adozione di determinate decisioni

De Miro: Lo escludo assolutamente, la mia attività di ufficio è una attività riservata ai pochi che sono addetti all’ufficio antimafia.

AVV: quando ha parlato del contraddittorio con i media, ha detto "io in fin dei conti non avevo neanche interesse a cercare un contraddittorio"

De Miro: Se mi avessero chiesto qualche precisazione, io mi sono sempre sottratta, svolgevo la mia funzione con grande rigore professionale. Nel 2010 quando adottai un provvedimento nei confronti del Consorzio Primavera e Todaro diede una lunga intervista al Resto del Carlino, il genero del vecchio boss Dragone che dice che non aveva niente a che vedere con la mafia. Era la prima volta che mi trovavo ad avere a che fare con il fenomeno delle interviste. Feci una battuta che questo tipo di interviste che non contengono un contraddittorio potevano anche delegittimare lo Stato che non poteva difendersi rispetto alle ragioni apposte. Io ho un grande rispetto verso il diritto di cronaca.

Attacchi al Prefetto, lettera di Todaro: “Non ho offeso nessuno e non sono un delinquente” - Reggio report 2012

AVV: aveva lamentato una carenza di contraddittorio?

De Miro: Ho detto una cosa diversa, l’assenza di contraddittorio non perché non mi era stato richiesto, non ci sarebbe mai stato.

AVV: si ricorda quando fu comunicata l’interdittiva alla Sarcia?

De Miro: Poco dopo l’avviso all’ente richiedente, alla stazione appaltante, non so quando è stato comunicato alla Sarcia.

AVV: dal momento non sa quando l’interessato ha avuto cognizione?

De Miro: Non lo so

AVV: non ho altre domande

Nel 2011 l'interdittiva "De Miro" - Gazzetta di Reggio 25/9/2014

 

CARUSO: grazie dottoressa. Il PM nessuna domanda? Bene si può accomodare.

 

TERMINA LA DEPOSIZIONE DEL PREFETTO ANTONELLA DE MIRO

Il prefetto, mentre esce dall'aula, viene accolta dai sindaci presenti

Udienza 4 aprile 2017

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UDIENZA 4 APRILE 2017 - ANTONELLA DE MIRO - 1 di 4
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RS 4 aprile 17

CARUSO: ci sono citati 3 testimoni

 

Breve pausa

Sono previsti Baravarelli Cinzia (responsabile servizi finanziari del Comune di Finale Emilia), Rocco Tiziano (ex geometra della Bianchini Costruzioni), Falbo Loredana (affare Sorbolo), Lusetti Matteo, Ferjani Mounir.

Attendiamo il termine della pausa per avere conferma dei prossimi testimoni.

PM:. La prossima Dott.ssa Baravelli al capo di imputazione 189 relativamente alle ordinanze emessa dal sindaco di Finale Emilia

ESAME DELLA DOTT.SSA CINZIA BARAVELLI

 

Baravelli: L’incarico che ho tuttora è responsabile del servizio finanziario del comune di Finale Emilia dal 2012

PM: qual’è il suo compito?

Baravelli: Di verificare che gli atti abbiano la relativa copertura.

PM: si è occupata di incarichi, appalti affidati dal Comune alla Bianchini Costruzioni di San Felice S/P

Baravelli: Ho visto anche atti di impresa della Bianchini come di altri

PM: in particolare relativamente al post-terremoto e a un appalto dove la Lami risultava come subappaltatrice

Baravelli: Andando oltre le mie competenze, non avrei dovuto fare io le verifiche, parliamo dei lotti intorno alle nuove strutture, le scuole, vinta dalla Lami con subappalto di una quota dei lavori. Presentai una relazione al sindaco perché l’appalto presentava incongruenze con quelli che erano gli atti venuti avanti dall’ufficio tecnico. In particolare era stato chiesto il pagamento al subappaltatore Bianchini di un importo intorno ai 280mila euro io ho steso una relazione che consegnai al sindaco dove facevo presente che oltre a non poter pagare c’erano tante altre incongruenze che evidenziavano carenze fra i documenti amministrativi. Atto di liquidazione a favore della Bianchini, la delibera.

PM: lo fece in parte non essendo di sua diretta spettanza, tuttavia posso fargliela vedere per non andare a memoria, quali erano gli argomenti di merito che rilevò?=

Baravelli: La ditta Lami aveva subappaltato lavori per un importo maggiore di quello previsto nell’offerta di gara, c’erano parecchi refusi in termini di normative (nel capitolato speciale). Come delibera di cessione del credito, credo sia passato senza passare dalla ragioneria. Dal punto di vista contabile non cambia, pago A invece che B, non ricordo se c’era il visto, ma non aveva impatti finanziari.

PM: non era in grado di bloccare il pagamento?

Baravelli: No la delibera autorizzava la cessione del credito, il capitolato speciale di appalto diceva chiaramente che la cessione del credito poteva essere erogato nei confronti di un istituto bancario che la Bianchini chiaramente non era. Devo averlo scritto nella relazione.

PM: su questo tema ha avuto una interlocuzione interna?

Baravelli: Ho mandato al sindaco, il responsabile dell’ufficio tecnico non era mai in ufficio era sempre in giro per cantieri. Siccome era arrivata la liquidazione da parte del suo ufficio ho capito che voleva pagare direttamente Bianchini.

PM: ha chiesto ragione al Gerrini di quanto validato, anche nel merito c’erano elementi che le davano perplessità di quanto si richiedeva e di quanto era l’appalto in generale?

Baravelli: Mi sono confrontata col sindaco in diverse occasioni, con Gerrini no. Avendoli sottoscritti lui intendevo che questa fosse la sua volontà.

PM: sia colloqui personali, se ha scritto all’ufficio tecnico, in merito agli elementi di riserva?

Baravelli: Non ricordo, ma direi di no

PM: ricorda se l’esclusione della white list ebbe un impatto?

Baravelli: Non era stato ridotto al 5% (una norma prevista per le ditte escluse) perché c’era una dichiarazione del responsabile dell’ufficio tecnico che i lavori erano stati terminati prima della esclusione.

PM: lei disse "La Bianchini era stata esclusa e di conseguenza ho chiesto a Gerrini come mi sarei dovuta comportare per il pagamento, le indicazioni prevedano, qualora ci siano lavori in essere, il contratto debba essere risolto e i pagamenti subiscano una decurtazione pari al 5%". In data 19/7 ha risposto per iscritto dichiarando che i lavori si erano esclusi alla data del 20/6/13 un giorno prima del provvedimento.

Baravelli: Tutte le volte che preveniva una fattura dalla Lami il giorno dopo pagavano dalla ditta per sapere quando sarebbe stata messa in pagamento. Quando è arrivata la liquidazione separata della Lami e della Bianchini ho chiesto documentazione alla segreteria. Dalla lettura del capitolato ho preso fuori le offerte, per quello sono riportati il discorso delle varie certificazioni. Poi ho sottoposto la relazione al sindaco dicendo che non avrei liquidato Bianchini. La liquidazione l’ha fatta l’ufficio tecnico. E’ arrivata la liquidazione a nome della Bianchini su un appalto della Lami, ho detto che era in contrasto col capitolato speciale, nonostante la delibera. A novembre è stata annullata la delibera.

PM: cronologicamente cosa successe?

Baravelli: Dopo che il sindaco mi presentò l’ordinanza che mi autorizzava a procedere direttamente Bianchini. A novembre vi fu una delibera di annullo, ma non aveva più valore perché Bianchini era già stato pagato. Lo imparai successivamente, non passò dal mio ufficio.

PM: riferisce di un colloquio con Gerrini che si colloca dopo la delibera di giunta. Ho ricevuto le fatture per un ammontare di 440mila euro e 220mila euro. Inoltre, la fattura da 440.000, era stata scorporata in due parti: una da 282.100 da riconoscere direttamente alla BIANCHINI COSTRUZIONI in virtù della cessione del credito e l’altra da 157.900 da pagare alla LAMI.

 

“Prima di procedere al pagamento, ho però richiesto verbalmente a qualche impiegato dell’Ufficio Lavori Pubblici se il contratto tra le parti (Comune e ditta LAMI) fosse stato sottoscritto, ricevendo risposta negativa. Per la precisione mi è stato riferito che il contratto non era stato ancora stipulato e che era in fase di perfezionamento. Ricordo inoltre di aver parlato di tale anomalia anche con Giulio GERRINI, al fine di capire se si potesse procedere al pagamento in assenza di contratto. Ricordo che GERRINI mi disse di aver parlato della questione con un segretario comunale non meglio precisato o un avvocato, il quale gli aveva confermato la possibilità di eseguire il pagamento in attesa di perfezionare il contratto, a patto che tale circostanza fosse contemplata formalmente in qualche documento relativo all’affidamento dei lavori. Io mi ero invece confrontata con i responsabili degli Uffici Lavori Pubblici di Bomporto e di Mirandola, i quali mi dissero che in assenza di contratto sottoscritto, loro non avrebbero certamente pagato.”

 

PM: il sindaco non ha aderito alla relazione?

Baravelli: Lui mi ha ordinato di pagare

PM: disse "gli mandai la relazione per e-mail e gliel’avevo consegnata firmata in cartella". Non ho altre domande

 

CONTROESAME DELLA DOTT.SSA CINZIA BARAVELLI

AVV: questa cessione di credito non ha implicato un danno per il comune è corretto?

Baravelli: Supponendo che ciò non comportasse l’importo da erogare,no

AVV: ha parlato di subappalti per la Lami superiore alla percentuale consentita, riguardavano solo la Bianchini o altre?

Baravelli: Dico nel totale, la relazione è dettaglia.

AVV: lo sforamento riguardava il complesso?

Baravelli: Ricordo il complesso se ho specificato meglio…

AVV: quando riceve la comunicazione da Gerrini in cui le si dice che i lavori sono terminati il 20/6/13 lei ha degli elementi per dubitare? Fa una verifica?

Baravelli: Assolutamente no, non ho neanche modo. C’era questo problema dell’eventuale riduzione per le ditte escluse dalla white list, è stato chiesto al responsabile tecnico

AVV: lei prende atto?

Baravelli: Anche perché non avevo modo di verificare e non mi spetterebbe

AVV: è stata sentita, in relazione a queste irregoralità che ha riscontrato nella cessione del credito della Lami, si è posta il problema del perchè queste irregolarità non fossero state rilevate dagli uffici preposti?

Baravelli: Sono andata all’ufficio tecnico, ho chiesto come mai ci fossero queste problematiche, mi è stato detto che veniva acquisito quello che la ditta dichiarava

AVV: doveva riscontrare l’ufficio lavori pubblici?

Baravelli:

AVV: si è chiesta perché?

Baravelli: Eravamo in un periodo non proprio dei più felici. Un ente terremotato che deve ripartire ha un sovraccarico. Non siamo perfetti.

AVV: che spiegazione si è data?

Baravelli: Anche un sovraccarico di attività

AVV: una piccola contestazione, lei disse "ho infatti indubbio che se queste incongruenze sarebbero state notate fin dall’inizio i lavori sarebbero stati bloccati".

Baravelli: Sono intervenuta che l’appalto era finito. Se ci fossimo accorti prima delle anomalie…

AVV: nella frase che le ho letto, a ritroso mi do’ una spiegazione del perché: perché i lavori sarebbero stati bloccati.

Baravelli: Se l’ufficio avesse fatto le verifiche che doveva fare avrebbe interrotto i lavori

AVV: non ho altre domande

PM: ricorda di aver consegnato ai Carabinieri la relazione?

Baravelli: Se sono legati alle deposizioni che ho rilasciato in caserma sì

CARUSO: grazie dottoressa

 

TERMINA LA DEPOSIZIONE DELLA DOTT.SSA CINZIA BARAVELLI

 

CARUSO: chiamiamo intanto Falbo Loredana

PM: figlia di Falbo Francesco, capo 83, la stessa denunciante e parte offesa del capo 84. Ha un accompagnamento coattivo.

 

Entra Loredana Falbo.

CARUSO: in quanto figlia, se sceglie di rispondere deve riferire o preferisce non rispondere… preferisce non rispondere… dovrebbe dire tutto quello che sa. Prendiamo nota e si può accomodare.

Esce Loredana Falbo.

PM: non avevamo dato sanzioni? Perché per 3 volte non si è presentata…. Chiedo il contratto del procacciamento di affari e Falbo Loredana, estratti di pagamento da parte di Tecnocasa presso la quale ha prestato servizio la Falbo.

 

Si parla di una ordinanza che riguarda la vicenda Garofalo…

 

AVV. Bonfante: Rocca Tiziano è anche nostro teste, chiediamo di poterlo risentire anche in seguito.

 

ESAME ROCCA TIZIANO (ex geometra della Bianchini costruzioni srl)

 

PM: ci scusi per l’attesa, è arrivato stamattina. Vorrei che riferisse dei rapporti, lei è un imprenditore?

Rocca: Sono geometra, imprenditore edile

PM: ha avuto rapporti con la Bianchini in particolare sui lavori nel 2012?

Rocca: Sì, ho diretto come tecnico di cantiere i lavori dell’urbanizzazione antistante alle scuole di Finale Emilia

PM: come entrò in contatto?

Rocca: Tramite l’ingegnere Caruso, Giuseppe… che conoscevo perché a suo tempo lavorava a Padova e molti anni fa.. mi  ha detto che la ditta Bianchini cercava un tecnico che avesse esperienza.

PM: riesce a situarmi nel tempo la segnalazione, se prima o dopo il terremoto?

Rocca: Dopo il terremoto, giugno/luglio 2012 più o meno, avevo iniziato i primi di settembre con la Bianchini

PM: con chi ha avuto rapporti

Rocca: Con Augusto, la moglie, Alessandro, con tutti quelli della Bianchini

PM: in relazione a questo lavoro?

Rocca: Li ho conosciuti anche per il lavoro, riferivo delle lavorazioni che venivano svolte ad Alessandro e a Bianchini Augusto generalmente loro. Ero tecnico geometra di cantiere.

PM: le venivano forniti dei progetti, noi non sappiamo come funziona…

Rocca: C’era da impostare il cantiere, da dare le direttive ai dipendenti, agli operai della ditta, procurare i materiali per i giorni a venire, collaborando con l’ufficio ordini della Bianchini.

PM: da chi era rappresentato l’ufficio ordini?

Rocca: Si comunicava quello che serviva ad Alessandro o Augusto e poi c’era un apposito ufficio che provvedeva a sentire i vari prezzi.

PM: l’individuazione dei fornitori avveniva da parte della Bianchini?

Rocca: Mi appoggiavo ai fornitori che mi dicevano loro.

PM: in quel cantiere la Bianchini aveva appalti distinti, in proprio, in subappalto?

Rocca: Che io sappia no, doveva svolgere l’opera di urbanizzazione

PM: nel marzo 2015 aveva specificato, "nel contempo la Bianchini operava per conto della CMC di Ravenna per la realizzazione delle scuole"

Rocca: Sì, avevo il cantiere esterno, nell’interno c’era la CMC che operava e Bianchini aveva del personale all’interno della CMC, non so che mansioni dovevano fare. C’era un altro tecnico, Roberto Ricci.

PM: ricorda gli operai?

Rocca: Malaguti, Giancarlo….

PM: Alleluia Lauro?

Rocca: Sì, lavorava all’interno della CMC, forse ha fatto qualche ora nell’urbanizzaizone, ma prevalentemente nella CMC.

PM: aveva mansioni ordinarie o di coordinamento?

Rocca: No le so dire cosa faceva all’interno

PM: la definizione che diede “posso definire come un capo squadra con competenze maggiori rispetto agli altri operai”

Rocca: Sì aveva qualche capacità in più rispetto agli altri

PM: al di la’ delle capacità lo definiì un capo squadra, lo conferma?

Rocca: Sì.

PM: Alleuia lavorò anche con lei?

Rocca: Nei lavori di ampliamento del cimitero successivamente, fine 2012 inizio 2013. Era un cantiere già iniziato prima del terremoto, dalla ditta Bianchini, dopodiché in occasione del terremoto avevano sospeso, dopo l’hanno ripreso a fine 2012.

PM: ha lavorato, ha avuto compiti?

Rocca: Lo stesso compito, come tecnico di cantiere

PM: ricorda i nomi degli operai che facevano riferimento ad Alleluia?

Rocca: Salvatore, Pietro e Giovanni

PM: i cognomi?

Rocca: Colosimo, Perrotta, Procopio

PM: ha conosciuto il geometra di Finale Emilia?

Rocca:

PM: veniva?

Rocca: Giulio? Sì Veniva in cantiere. Spesso e volentieri lo dovevo chiamare quando c’era necessità. Era molto impegnato. Per qualsiasi problema, in mezzo alla terra puoi trovare sorprese, c’era da coadiuvare con l’Enel, Acquedotto, Telecom, Gas, per fare i sottoservizi di conseguenza mi riferivo a Giulio per capire dove fare i nuovi passaggi, gli allacciamenti, lui prendeva contatti e poi mi diceva quando arrivavano.

PM: qual’era la competenza di Gerrini per cui doveva occuparsi di queste cose?

Rocca: Per me era il direttore dei lavori

PM: per entrambi i cantieri?

Rocca: Sì era la persona con cui mi interfacciavo per qualsiasi problema di cantiere

PM: a che titolo Gerrini parlava?

Rocca: So che era capo dell’ufficio tecnico ma anche direttore dei lavori

PM: da un punto di vista di resoconto dei lavori, lo stato avanzamento lavori, il materiale di fornitura arrivato, ha detto che aveva un rapporto diretto con Augusto ed Alessandro, sotto questo profilo ci può specificare come avvenivano i resoconti, se presso il cantiere, se andava da Bianchini…

Rocca: Io rientravo in ditta tutti i giorni, anche perché quando rientravi la sera c’era da fare la programmazione insieme ai colleghi con gli altri cantieri in attività, dovevo interfacciarmi con Alessandro in particolar modo. Per portare avanti il cantiere, anche per il personale, ‘sti lavori dovevano essere seguiti in un tempo molto ristretto, le scuole ad ottobre dovevano ripartire. Era preferibile avere quello che era possibile per agevolare le lavorazioni, se c’era bisogno di un mezzo più si trovava il modo di farlo arrivare per rispettare i termini.

PM:  come situa i due lavori?

Rocca: Quando avevo parlato con Bianchini Augusto, mi ha detto “ho una esigenza di portare a termine i lavori in tempi molto brevi, i lavori erano per l’urbanizzazione, questa è finita a ottobre entro i tempi previsti, il grosso, piccole finiture sono state fatte oltre a quello che era lo stretto necessario. Dopo a novembre/dicembre Bianchini mi ha detto mi farebbe piacere se mi segui anche nel lavoro del cimitero. Mi disse che il cantiere lo seguiva Lauro insieme a quelli che ho citato prima: Colosimo, Perrotta, Procopio. Arrivava insieme a queste persone.

PM: quando si concluse questo cantiere?

Rocca: Il cimitero non mi risulta… è stato sospeso sono usciti dei problemi che hanno sospeso… era quasi ultimato, mancavano le pavimentazioni… la struttura l’abbiamo consegnata noi

PM: i motivi?

Rocca: Era uscito il problema, avevano eslcuso la ditta dalla white list era doveroso, dicevano, fermarsi

PM: fu redatto uno stato di avanzamento lavori?

Rocca: Sì, era mio compito. Venivano poi verificate dalla direzione dei lavori.

PM: in particolare in relazione a questi periodi terminali è mai successo che abbiano chiesto di aver fatto discussioni in relazione al SAL che occorreva attestare al comune.. che ci fosse una discrasia dei lavori ?

Rocca: Non ho capito la domanda…. Io facevo la contabilità, facevo le misure, le facevo avere alla direzione lavori, che controllava, usciva se era il caso, ed è uscito a verificarle alcune volte, dopodiché lui doveva produrre lo stato avanzamento, non lo producevo io.

PM: le riporto un colloquio ambientale intercettato “… e quattro ferri... il SAL io ho fatto… non... con quello che abbiamo… non arriviamo all'importo... ho aggiunto altre cose… con quello che abbiamo… arriviamo a 83 (83.000 euro)... è già pronto in ufficio… ho fatto tutti i conteggi ieri… con quello che abbiamo realmente eseguito… ho aggiunto… ho messo tutto… tutto quello... ho messo un 50% che è esagerato… di quantità in partita provvisoria di ferro… perchè io qua non ho una bolla di ferro… non so neanche cosa ci sia… “ Ricorda?

Rocca: Non è una esigenza di far tornare i conti, le misure quando vengono eseguite… un metro quadro di un muro è un metro per un metro, il ferro va contabilizzato a peso, il lavoro del cimitero l’hanno iniziato prima del terremoto, altri miei colleghi. Vosa succedeva? Vhe quelle bolle la del ferro, non le potevo avere perché era stata una fornitura di quando avevano iniziato i lavori a gennaio/febbraio 2012. Quelle documentazioni non potevo avere quelle bolle, le ho messe in contabilità in partita provvisoria. Per me era difficile in quel momento, quello lì lo si può produrre con un attimo di tempo, ti devi prendere tutti gli esecutivi del ferro

PM: di un lavoro già effettuato di cui lei non poteva sapere

Rocca: Esatto. Pertanto ho potuto ipotizzare, lì la fondazione tutta la platea, grosso modo con il tipo di progetto sarà un circa 50%, si è ipotizzato il peso.

PM: sa se aveva lavorato o stava lavorando anche un’altra impresa, lì?

Rocca: Al cimitero mentre lavoravo io, non c’era nessun’altra impresa, prima ho sentito dire, che aveva iniziato un’altra impresa.

PM: perché lei disse poco dopo “perchè non ho ancora capito… il ferro qua… è a nome Bianchini?... o a nome dell'altra impresa?...”

Rocca: Sì, il lavoro l’ha iniziato un’altra impresa, non ricordo se mi è stato detto il nome.

PM: nello stesso colloquio … "intanto questi 100mila euro era una quota che determinava un SAL"… come avveniva?

Rocca: Sul contratto ci sono gli Stati avanzamento lavori e sul contratto c’è scritto che l’impresa ha diritto qualora raggiunga la cifra di X, in questo caso mi sembra 100mila, se raggiungi l’importo hai diritto ad avere l’acconto con il SAL.

PM: nell’intercettazione “… ottanta e rotti… io c’ho buttato dentro tutto… e adesso io sono arrivato… buttando dentro cose che non abbiamo fatto… però…” “… io ho parlato con Giulio… mi ha detto così… portami delle quantità… che poi io le metto dentro… allora io le quantità le ho tirate fuori tutte… quelle reali… e poi ho aggiunto!... ho aggiunto più… per arrivare… eh!... e sono arrivato a cento (100.000 euro lordi)… però non lo so se sia… dobbiamo arrivare a più di cento… perché non lo so lo sconto quanto sia…”

Rocca: Questo discorso devo averlo fatto con Bianchini

PM: esatto

Rocca: Minimo ci va un mese venti giorni, io avevo una contabilità grosso modo di 90/85/83 non so, in previsione che ogni giorno si lavora e si eseguono delle altre lavorazioni, fra 10 giorni noi arriviamo all’importo di conseguenza se poi il direttore di lavori si prende altri giorni, quando andrà ad emettere lo stato di avanzamento la ditta sarà arrivata a regime

CONTROESAME DI TIZIANO ROCCA

Avvocato Bonfante difesa Bianchini

AVV: ha fatto riferimento alla figura di Alessandro Bianchini, ci può dire le competenze tecniche di Alessandro?

Rocca: Coordinava l’ufficio tecnico della Bianchini, è un geometra

AVV: elevate competenze tecniche o basse?

Rocca: Non glielo so dire. Alessandro prendeva tutte le necessità dei vari tecnici e dopo le distribuiva con quelle che aveva con i mezzi che aveva in modo da accontentare tutti i geometri, per me era in grado di stabilire, tre persone vanno a Finale, tre vanno a Modena, a Bologna….

AVV: lo riteneva un interlocutore capace?

Rocca: Per quanto mi riguarda sì

AVV: il PM ha fatto riferimento a queste conversazioni. Che sappia nel momento in cui sono state pagate le opere, quando si è arrivati a 100, le opere sono state realizzate quelle da 83 a 100 che mancavano…

Rocca: Sì, ampliamente realizzate. Quando l’ente pagava, le opere erano realizzate. Loro impiegavano mesi… ad Alleluia Lauro davo indicazioni tecniche.


Avvocato Pisanello in difesa di Bolognino Michele

AVV: Alleluia Lauro aveva competenze particolari, era in grado di avere il ruolo di capo squadra?

Rocca: Sì, li gestiva, gli diceva tu fai quello, tu fai altro, li gestiva, per farlo doveva conoscere il lavoro

AVV: vuol dire saper conoscere anche i disegni?

Rocca: I disegni li avevo io, penso che fosse in grado di leggerli, ma li avevo io

AVV: doveva redigere un report?

Rocca: Controllavo io le ore degli operai e mi interfacciavo con l’ufficio delle buste paga

AVV: in che periodo?

Rocca: Novembre/dicembre 2012 fino a giugno 2013 quando è stato sospeso

AVV: erano operai della  Bianchini costruzioni?

Rocca:

AVV: non ho altre domande

 

Giovedì prossimo sono previsti testi sul capo 90.

Ci saranno altre due udienze per il PM, poi per le parti civili e poi gli esami degli imputati.

 

AVV: Sarcone Gianluigi sarà lunga

CARUSO: non sarà lunga, sarà ragionevole.

Proseguono i nomi: Floro Vito Gianni, Bianchini Augusto, Bianchini Alessandro, Bruna Braga, Bolognino Michele, Valerio, Silipo, Vetere, Salsi Marco, i Vertinelli, Lusetti Sergio.

 

CARUSO: per la prossima settimana mi fate avere l’elenco.

 

Ore 18.35: termina l’udienza.

a cura di: S.N.

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