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AEmilia

udienza nr. 12

rito ordinario - primo grado

mercoledì 8 giugno 2016

RACCONTO DELL'UDIENZA

​Esame del Maresciallo Camillo Calì
 

Ore 10, inizia l'udienza.


NDR: viene presentata una nota dei carabinieri nella quale si annotano delle irregolarità del comportamento di due imputati durante la scorsa udienza. I carabinieri del controllo hanno fatto una segnalazione su comportamenti non ortodossi. I detenuti agli arresti domiciliari hanno l'obbligo di non parlare con nessuno.

Riprende la deposizione del Maresciallo Camillo Calì

Mescolini: le chiederei di sintetizzare gli elementi emersi a carico di Brescia Pasquale.

Maresciallo Calì: Brescia emerge nella nostra indagine a seguito dei pedinamenti fatti nei confronti di Romolo Villirillo che si recava presso Antichi Sapori, il ristorante di Brescia. A seguito di questi servizi abbiamo attivato l’udienza telefonica di Brescia. Soggetto legato a Sarcone, Alfonso Paolini, Muto Antonio classe 55, Iaquinta Giuseppe e Lamanna Francesco. Soggetto particolare perché ha intrattenuto rapporti con personaggi delle forze dell’ordine e esponenti delle istituzioni. Lui conosce e ha anche contattato e visto Gualtieri Antonio. Brescia sapeva del lavoro fatto da Paolini al centro commerciale di San Prospero di Parma. Il suo ristorante è stato attenzionato. Brescia è entrato in gioco anche in relazione all’acquisizione di una sala giochi in un centro commerciale. Partecipa alla cena del 21 marzo 2012 presso Antichi Sapori. Si occupa del reperimento dei voti del 2012 per l’elezione del sindaco di Parma. Oltre a questi personaggi lui ha un rapporto con Blasco Gaetano con cui si incontrava e sentiva. Brescia è titolare di una serie di ditte. Ha riportato una condanna per ricettazione passata in giudicato nel 2001. Nel 2007 viene denunciato per detenzione di armi e lesioni.

Brescia ha rapporti con personaggi della Questura di Reggio, in particolare con Mesiano Domenico, autista dell’ex questore di Reggio Emilia.

Ha rapporti anche con il Maresciallo di Reggio Emilia e chiede anche un controllo nella banca dati. Per il tramite di Paolini, Brescia conosceva tutte le dinamiche del gruppo. Paolini Alfonso lo rende al corrente di tutto.

Brescia è in contatto con Lamanna Francesco e inoltre il 21 luglio 2011 Brescia viene messo al corrente dell’arresto di Villirillo da Paolini Alfonso.

Periodo che va verso l’estate e anche Brescia si reca a Cutro. Il 23 agosto 2011 contatta Paolini che faceva da tramite con tutti, per fissare un appuntamento con Lamanna.

Il 26 agosto 2011 si registra un incontro tra Brescia, Lamanna e Paolini. Non si sa il perché di questo incontro. Il 28 agosto Paolini fa visita a Nicolino Grande Aracri, prima che lui ritorni a Reggio Emilia. Anche in questa circostanza Paolini avvisa Brescia per digli che è andato a casa di Grande Aracri. Dice che quando tornerà a Reggio ne parleranno.

Si interessa del rilascio del passaporto dalla Questura di Reggio, tramite Mesiano, per Sarcone Nicolino.

Incontro fissato al ristorante Antichi Sapori tra Sarcone, Diletto, Paolini e Conforti Bruno che è un colonnello dei Carabinieri, adesso in congedo, ma fino al 2010 a Bologna. Si è congedato da Generale. Ma mentre stavano andando al ristorante incontrano Blasco e vanno in un altro ristorante.

La cosa più importante è che anche Brescia va a trovare ad agosto 2011 Grande Aracri Nicolino, sottoposto a arresti domiciliari con obbligo di firma. Paolini da indicazioni a Brescia su come fare.

Brescia viene reso partecipe da Paolini sulle attività del gruppo, compreso il tentativo di acquisizione di una sala giochi nel centro commerciale Le Vele da parte di Sarcone Nicolino e Diletto Alfonso. Facciamo fare un controllo dai Carabinieri di Parma e individuano questa sala giochi e identificano il proprietario, Di Micco Antonio. Paolini parla di un argentino “gliela faceva saltare, non gliela faccio avere”. In una conversazione si evince che tentano di non fare avere la licenza a questi signori in favore di Paolini stesso, o meglio di Sarcone e Diletto.

Non solo Brescia organizza cene e incontri nel suo ristorante, Antichi Sapori, ma anche in un maneggio di sua proprietà. Maneggio confiL'entrata del maneggio abusivo sequestrato nel febbraio 2016.

L'entrata del maneggio abusivo sequestrato nel febbraio 2016.
Fonte: Gazzetta di Reggio

Il maneggio dove si tenevano le grigliate...
Fonte: Gazzetta di Reggio

In questo incontro del 10 marzo 2012 partecipano Paolini Alfonso, Brescia Pasquale, Valerio Antonio, Blasco Gaetano, Sarcone Nicolino, Iaquinta Giuseppe. Con loro vi era Salpietro Domenico, adesso in congedo, ai tempi Appuntato Scelto del radio mobile di Reggio Emilia (imputato in questo processo che ha patteggiato) e con lui anche il suo comandante. Salpietro chiama Blasco che gli dice “una cortesia, ho il Comandante che vuole comprare una casetta in legno, riesci a aiutarlo?”

I Carabinieri hanno proceduto all'identificazione delle auto presenti durante quell'incontro. In questo maneggio vi era un guardiano, cittadino indiano, che ritroviamo nelle telefonate di Brescia a Mesiano per il rinnovo del suo permesso di soggiorno. Il maneggio era il luogo dove loro organizzavano grigliate. Successivamente all'ordinanza di custodia cautelare abbiamo saputo che è stato sequestro perché abusivo.

Il 21 marzo 2012 c’è la famosa cena ad Antichi Sapori. Più di ottanta persone presenti. Tra cui anche Pagliani Giuseppe, intercettato da noi per i suoi rapporti con questi esponenti, come ad esempio Sarcone. Presenti alla cena Sarcone, Muto Antonio classe 55, Paolini, Iaquinta Giuseppe, Colacino Michele, Pagliani, Brescia, Floro Vito Gianni, Aiello salvatore, Arcuri Caterina.

Il ristorante Antichi Sapori ora gestito dalla figlia di Pasquale Brescia. Fonte: Gazzetta di Reggio

Brescia si informa la mattina del 21 marzo 2012 con Blasco Gaetano di una denuncia presentata contro Blasco Gaetano e Valerio Antonio. A seguito di questa denuncia viene fatta una perquisizione nelle loro abitazioni. Brescia vuole sapere da Blasco il perché di questa perquisizione avvenuta nella ricerca di armi.

Brescia in contatto con Lamanna, e il 24 marzo 2012 Lamanna va ad Antichi Sapori ma non trova Brescia. Lamanna lo chiama dicendogli che è al suo ristorante. Brescia è a Grosseto e gli dice che è suo ospite al ristorante e parlando con un dipendente del ristorante gli dice di non farlo pagare.

Noi facciamo due perquisizioni nei confronti di Brescia: una il 28 gennaio 2015 a seguito della misura di custodia cautelare, la seconda il 2 febbraio 2015. Nella prima perquisizione i carabinieri ritrovano e sequestrano 12 cartucce e si procede con la denuncia. Nella seconda si rinviene altro materiale utile.

Nella prima perquisizione sono state trovate 3 foto. Nella prima foto ci sono Brescia Pasquale e Silipo Antonio. Nella seconda foto Brescia Andiloro e Silipo Francesco, i papà dei primi due. Nella terza Brescia Pasquale e Arabia Salvatore, ucciso a Cutro.

Viene anche trovata una copia della Gazzetta di Reggio del 25 settembre 2014 con riferimento a un sequestro di 5 milioni effettuato nei confronti dei fratelli Sarcone. Anche una copia del Resto del Carlino e di Prima Pagina.

Trovate anche diverse copie di fatturazioni, di cui sette fatture che fanno riferimento a lavori fatti da due aziende di Brescia nella Questura di Reggio Emilia.

Che tipo di lavori vengono fatte dalle aziende di Brescia in Questura? Una fattura fa riferimento a lavori di tinteggiatura dei locali. Una fattura fa riferimento a lavori nel commissariato di San Lazzaro. Una fattura fa riferimento a lavori di ammodernamento. Una fattura fa riferimento a lavori in Questura per sistemazione della pavimentazione.

Durante la perquisizione nell’abitazione di Brescia vengono sequestrate 6 agende dove sono riportate una serie di annotazioni e numeri telefonici tra i quali carabinieri, poliziotti, politici. Riportato tutto in maniera maniacale.

Nomi e numeri di telefono presenti nelle agende di Pasquale Brescia (imputato con l'accusa di associazione di stampo mafioso): - Fabio Filippi, Forza Italia, consigliere comunale di Reggio Emilia - Giuseppe Pagliani, Forza Italia, consigliere regionale nella IX legislatura (2010/2014) - Cisarella Corrado, ufficio immigrazione - Lupezza Alessandro, Maresciallo - Cianciolo Giuseppe, Maresciallo - Caiazzo Felice, Ispettore - Cianflone, Ispettore - Lopilo, Maresciallo di Cavriago - Mesiano Domenico, autista del questore di Reggio Emilia - Olivo Antonio, PD, consigliere comunale di Reggio Emilia - amministrazione Del Rio - Carmelo Romeo, autista del questore di Parma - Strada Franco, ispettore.

Perquisizione a casa di Pasquale Brescia, altro materiale sequestrato. Viene sequestrata una busta della Questura dove ci sono delle foto. In una foto c’è Brescia con l’ex questore di a Parma, Gallo. In un’altra c’è Brescia, Mesiano, Questore Gallo, Paolini Alfonso, Iaquinta Giuseppe. Queste foto sono state scattate dentro la Questura di Reggio, in occasione di un banchetto. Nelle foto si vedono infatti pasticcini e bevande poggiate su un tavolo all’interno di un locale della Questura di Reggio Emilia.

Quando Paolini si trova al centro commerciale Le Vele, il 13 marzo 2012 i Carabinieri registrano una conversazione tra Paolini Alfonso e il Questore Gallo. Paolini chiede un incontro al Questore che si si reca al centro commerciale Le Vele di San Prospero mentre Paolini fa servizio di guardiania (metodo utilizzato dalla cosca per il controllo del territorio).

Affare Sorbolo - I Carabinieri sequestrano negli uffici di Pasquale Brescia la documentazione relativa alla costruzione di 28 unità abitative. Lavori che riguardano una società di Pasquale Brescia. Documentazione relativa a progetti sulla costruzione del quartiere Venezia di Sorbolo. Viene trovato un numero telefonico intestato a Falbo Francesco, nato a Cutro e residente a Sorbolo, amministratore della Pilotta Srl, società che ha gestito l’affare del quartiere di Venezia. “L’Affare Sorbolo” fa riferimento a un’operazione finanziaria relativa alla costruzione di unità abitative, un’operazione che vede il coinvolgimento di Villirillo, Paolini e altri.

Le unità abitative sequestrate a Sorbolo. Fonte: Il Fatto Quotidiano

La Marmi Nu.Sa a Brescello, società riconducibile a Francesco Grande Aracri e ai figli Salvatore e Paolo. L'azienda è stata confiscata nel luglio del 2015. La prima confisca, non solo a livello comunale, ma a livello regionale. Fonte: Gazzetta di Reggio

Altro materiale trovato durante la perquisizione nei confronti di Pasquale Brescia. Documentazione relativa alla Marmi Nusa, società riconducibile a Grande Aracri Francesco e ai figli Salvatore e Paolo. Documentazione relativa ALL’AIER.

In quasi tutte le case dei personaggi coinvolti, i Carabinieri hanno trovato foto e statue di san Michele Arcangelo. Ad esempio nei locali di Pasquale Brescia, Paolini Alfonso, Muto Antonio. San Michele Arcangelo è riconosciuto culturalmente come il santo protettore degli ‘ndranghetisti.

San Michele Arcangelo è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Utilizzato in modo a dir poco "bislacco" dagli 'ndranghetisti, che, ancora una volta, dimostrano di avere le idee parecchio confuse in merito alla religione cristiana.

Dopo aver descritto la figura di Pasquale Brescia, il Maresciallo Calì descrive adesso la figura di Antonio Muto, classe 55.

L’ispettore Strada portò il suo camper dal cognato di Paolini Alfonso, Ciampà Salvatore, sorvegliato speciale.

Muto Antonio era molto legato a Paolini e Mesiano. Muto conosceva Villirillo Romolo, partecipa a una cena importante dove si incontra anche con Sarcone, Diletto, Brescia, Blasco.

Ogni volta che Sarcone vuole parlare con Muto Antonio, chiama prima Paolini. Abbiamo notate che alcune volte, anziché chiamare direttamente Muto, chiamava preventivamente Paolini.

Sarcone si accorge di essere seguito da una macchina di polizia, chiama Paolini che a sua volta chiama Mesiano per sapere se in quella macchina poteva esserci Lamanna Pierluigi, poliziotto della squadra volanti. Mesiano non risponde e chiama Muto.

Durante una cena esplode la bombola del gas e si teme si tratti di un attentato contro Nicolino Sarcone. Vengono fatte numerose telefonate su questo tema. I Carabinieri vengono incaricati di eseguire controlli su Mesiano Domenico in seguito alla denuncia della giornalista Pignedoli. Mesiano aveva minacciato la giornalista che aveva colpito, nei suoi articoli, Muto Antonio e i suoi figli.

Matrimonio della figlia di Nicolino Grande Aracri, Elisabetta. Paolini non va al matrimonio ma si tiene in contatto costante con tutti. Ci sono colloqui particolari con l’ispettore Strada. Ad esempio Paolini indica all’ispettore Strada che ci sono Muto Antonio, Iaquinta Giuseppe e Villirillo Giuseppe (papà di Romolo) presenti a Cutro, e lo invita a far loro delle foto per “farli spaventare”. Nel matrimonio di Grande Aracri Elisabetta si parla dunque del servizio di osservazione operato dagli investigatori. Muto è al corrente che Sarcone e Paolini si stanno interessando per l’acquisto di due autovetture in Germania, di cui una Mercedes per l’Ispettore Strada.
 

NDR: Termina la parte relativa a Muto. Dopo la pausa si parlerà del rapporto tra gli imputati e alcuni poliziotti.
 

Sin dall’inizio ci siamo accorti tramite le intercettazioni che questi personaggi si relazionavano con esponenti della forza di polizia di stato, carabinieri e anche qualche impiegati degli uffici. Abbiamo depositato una informativa dove abbiamo elencato tutti gli episodi che vengono citati nel corso delle intercettazioni e abbiamo fatto riscontri.

Interessamento di Domenico Mesiano, autista di alcuni questori, in particolare del Questore Gallo, per il rilascio del passaporto in favore di Sarcone Nicolino. Il passaporto di Sarcone non veniva rilasciato per un problema dovuto a un mancato pagamento di una cartella Equitalia. Nelle conversazioni registrate si intuisce che Sarcone si attiva direttamente con Mesiano, poi se ne interesseranno anche Paolini e Muto. Siamo nel maggio 2012, il 7 maggio Sarcone si rivolge al poliziotto. Mesiano interroga la banca dati della polizia, lo SDI. Mesiano non solo si interessa del passaporto, ma convoca addirittura Sarcone nella Questura di Reggio Emilia. Mesiano in una conversazione spiega che non ci sono impedimenti di natura penale ma amministrativa e si impegna a contattare il tribunale di Crotone dove è pendente questa situazione per risolvere il problema e fare avere il passaporto a Sarcone. L’11 maggio Mesiano chiama Sarcone dicendogli che ha avvisato un dipendente di Equitalia della sua situazione e che se ne interesserà lui per risolvere il problema. Mesiano si rivolge anche ai colleghi di Crotone e parlando con l’avvocato di Sarcone gli spiega la situazione relativa a Equitalia e al passaporto. Mesiano scopre il problema, si tratta di una multa di un vecchio abuso edilizio di Sarcone. Mesiano ottiene alla fine il rilascio del passaporto di Sarcone.

Salpietro Domenico, Appuntato Scelto, si interessa del rilascio del passaporto di Antonio Gualtieri. Se ne interessa all’interno della Questura di Reggio Emilia. Salpietro rassicura Gualtieri che se ne sta occupando personalmente.

Agatino Catalano, responsabile del gabinetto della polizia scientifica della Questura di Reggio Emilia. Titolare di una ditta insieme alla moglie, una ditta di autonoleggio. Catalano entra in contatto con Sarcone. Un’altra ditta di Catalano, invece, fa dei lavori nel centro commerciale Le Vele ed è gestita dalla moglie di Catalano. Abbiamo una serie di telefonate dove si evince che anche Catalano sa dell’attività di guardiania svolta da Paolini presso il centro commerciale. Ci sono telefonate tra Paolini e Catalano in merito ai lavori al centro commerciale e alla sala giochi all'interno de Le Vele. Il 28 febbraio 2012 Paolini chiama Catalano e gli dice di dover portare un suo amico in Questura per prendere le impronte digitali per fare il passaporto. Catalano si adopera affinché si attivi l’ufficio passaporti in Questura.

Viene chiesto da Villirillo e Paolini la licenza di porto d’armi per uso caccia. Chiedono l’intervento dell’ispettore Strada (responsabile della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Crotone), e dell’ispettore Ciotta Antonio e il Sovrintendente Romeo (questi ultimi due di Parma). Villirillo chiama Paolini e chiede il suo interessamento affinché venga rilasciata la licenza per un fucile uso caccia a Francesco Lepera. Numerose telefonate tra Paolini e il Sovrintendente Romeo. L’ispettore Ciotta viene arrestato nel maggio 2012 per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e altri reati. Le telefonate tra Paolini e Romeo sono pressanti. Sorge un problema perché Lepera ha qualche precedente penale registrato nella banca dati SDI. Paolini alla fine riesce ad ottenere la licenza del porto d’armi per Lepera. Nei confronti di Lepera viene poi emesso un provvedimento di diniego di detenzione delle armi perché viene denunciato per truffa e simulazione di reato, insieme a De Ceglie Antonio.

Quando arriva il divieto di detenzione armi a Paolini, lui le vende all’ispettore Strada.

Pasquale Brescia chiede al Maresciallo Lupezza (agente della stazione dei carabinieri di Reggio Emilia) di fare un controllo su un’autovettura. Brescia lo ringrazia della preziosa informazione ricevuta. Lupezza esegue una serie di controlli in banca dati in relazione a Sarcone, Brescia, Colacino Michele, Abramo Giovanni, Grande Aracri Nicolino e Grande Aracri Ernesto.

Gualtieri Antonio è in stretto contatto con Salpietro Domenico, Appuntato Scelto della radio mobile della compagnia di Reggio Emilia. C’è stata una richiesta non rifiutata, ma di cui non si conoscono gli esiti, di Gualtieri a Salpietro sulla ricerca di un numero telefonico. Salpietro non si rifiuta nemmeno di fare ricerche su probabili multe sulla Maserati di Gualtieri. Gualtieri chiede a Salpietro se può portargli la macchina a Modena per fare il tagliando. La macchina non è però coperta da assicurazione. Salpietro aveva addirittura le chiavi dell'abitazione di Gualtieri e faceva giri di controllo della villa con piscina di Gualtieri. Tutto questo mentre era in servizio.

16 agosto 2011 Paolini e l’ispettore Strada si incontrano nella Questura di Crotone. 30 agosto 2011 l’ispettore Strada lascia il suo camper nel parcheggio della ditta del cognato di Paolini.

Il Maresciallo Calì elenca i numerosi momenti conviviali che vedono come protagonisti esponenti delle forze di polizia e gli appartenenti al gruppo ndranghetista.

Il Brigadiere Inguì Vincenzo viene chiamato da Paolini perché Salpietro ha fermato lui e Iaquinta Giuseppe ad un posto di blocco. Paolini gli dice “che cazzo vuole questo qua? Rompe i coglioni”. Inguì promette a Paolini di mettersi subito in contatto con Salpietro. Tutto questo avviene durante il controllo che Salpietro sta effettuando sulla patente di Giuseppe Iaquinta, al quale, in seguito a quella telefonata, non verrà fatta nessuna contravvenzione.

Il Brigadiere Inguì dovrebbe deporre al processo Edilpiovra contro Nicolino Sarcone. Paolini lo chiama per incontrarsi e parlare della cosa, e glielo dice prima ancora che la citazione venga comunicata ufficialmente al brigadiere.

Paolini chiama il Questore Gallo per arrivare a Ciclosi, commissario prefettizio di Parma. “Tu come sei messo con quello che sostituisce il sindaco?”.
 

L'udienza di oggi termina con uno scontro in aula: Il Maresciallo Calì, riportando una conversazione tra Mesiano e Brescia, dice che Mesiano chiama Brescia chiedendogli se poteva andare al suo maneggio per "provare il sing song". Brescia non capisce e chiede a Mesiano di cosa stia parlando, e Mesiano gli risponde "la pistola! ".
Una volta pronunciata la parola "pistola" scatta una bagarre in aula.
L'avvocato Comberiati (difensore di Nicolino Grande Aracri e di Pasquale Brescia) muove un'obiezione sostenendo che il termine "pistola" non è stato pronunciato da Mesiano, ma aggiunto, durante la trascrizione delle intercettazioni, dai Carabinieri.
È il presidente Caruso a sedare i toni, sospendendo l'udienza per ricercare la trascrizione. Tornati un aula, si procede con la lettura integrale della trascrizione. Il termine "pistola" non è stato aggiunto dai Carabinieri, ma pronunciato da Mesiano.

Trascrizione a cura di: S.D. - Impaginazione e correzione a cura di S.N.

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RS 8 giuno 2016
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