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ANTONIO VALERIO

da imputato a collaboratore di giustizia

Chi è

Valerio Antonio è nato a Cutro (KR) il 18.07.1967, residente a Reggio Emilia da vent'anni.

Imputato

Valerio Antonio è imputato nel procedimento di rito ordinario per associazione di stampo mafioso.

L'ordinanza di custodia cautelare

Nell'ordinanza di custodia cautelare viene considerato fra gli "organizzatori". Leggiamo:

Essendo costantemente in contatto con gli altri associati, anche con quelli posti nelle posizioni
apicali del sodalizio (in particolare BOLOGNINO Michele, DILETTO Alfonso, SARCONE
Nicolino) e con gli altri avente ruolo di organizzatori, espressione della consapevole e volontaria
partecipazione del medesimo all’associazione di stampo mafioso, della osservanza delle sue
gerarchie e regole, della fedeltà alle direttive ricevute, del perseguimento dell’interesse
dell’organizzazione, partecipando alle riunioni del sodalizio, utilizzando in modo costante il
rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza nonché capacità
affaristica e di inserimento nel sistema economico emiliano;
Svolgendo nell’ambito di tale attività di estorsioni ed usure il ruolo di organizzatore dell’attività
degli altri associati coinvolti, con la possibilità di tenere rapporto con esponenti della criminalità
organizzata appartenenti ad altri sodalizi, individuando e perseguendo la soluzione di situazioni
concrete riguardanti l’associazione disponendo di potere decisionale a lui riconosciuto direttamente
da SARCONE Nicolino.
Pone in essere, sia da solo che in concorso con altri associati (in particolare con BLASCO Antonio),
una serie di reati di cui ai capi di imputazione che seguono e che qui si richiamano a far parte
integrante della contestazione essendo significativi del suo coinvolgimento nelle attività
dell’associazione stessa e della sua autonomia nei termini predetti; garantisce il collegamento tra i
sodali per la gestione sinergica delle illecite attività ed incontra GRANDE ARACRI Nicolino in più
occasioni a Cutro, al fine di amministrare gli affari emiliani; mantiene una fattiva collaborazione
con BOLOGNINO Michele in specifiche attività criminose, che vedono il coinvolgimento di
elementi apicali di altre famiglie mafiose; acquisisce direttamente ed indirettamente attività
economiche, avvalendosi del vincolo associativo e della forza di intimidazione che ne deriva e

comunque mettendo a disposizione del sodalizio dette attività anche al sol fine di favorire le
riunioni tra gli associati.

Il pentimento

E' avvenuto nel giugno del 2017. I pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno raccolto da allora 18 verbali in cui Valerio svela i retroscena della 'ndrangheta a Reggio Emilia. Oltre 1600 pagine di trascrizioni. Dal momento in cui si è pentito si trova in una località segreta

Prime rivelazioni

- Vertinelli Palmo e Giuseppe (co-imputati nel processo Aemilia): insieme a loro ha fatto operazoni di falsa fatturazione da prima del 1999

- Rosario Ruggiero: Valerio Antonio si autoaccusa di essere uno dei mandanti dell'omicio

Faida a Cutro, mandanti e killer a Reggio - Gazzetta di Reggio - 30 ottobre 2013

- Giuseppe Ruggiero: Valerio Antonio si autoaccusa di aver fatto parte del commando che nel 1992 uccise Giuseppe Ruggiero a Brescello

«Barzellette in auto mentre andavamo a uccidere Ruggiero» - Gazzetta di Reggio - 24 settembre 2017

- Attentanto nel locale "La Pignatta" in via Premuda: Valerio si autoaccusa di aver commesso il fatto

- Gaetano Blasco: Valerio Antonio si autoaccusa di aver incendiato la sua auto

Suv incendiato, il caso all’Antimafia - Gazzetta di Reggio - 1 gennaio 2013

 

- "La 'ndrangheta esiste a Reggio Emilia quantomeno dagli anni '80"

- Salvatore Cortese: volevano ucciderlo prima che si pentisse, l'idea era di convocare una riunoine nel cantiere di Nicolino Sarcone e ucciderlo in un garage

- Pasquale Brescia e il suo avvocato Comberiati, insieme a una sua collega anch'essa di Cutro: "hanno architetato un complotto per ricattare il sindaco Vecchi, per costringerlo a prendere le parti dei cutresi detenuti in Aemilia"

- Michele Bolognino:  un affiliato che originariamente era legato alla cosca Megna ("Ho saputo che era un esponente della 'ndrangheta da Blasco Gaetano, da Sarcone Nicolino, da Diletto Alfonso, da Turrà Roberto")

- Alfonso Diletto:  "è il referente economico patrimoniale del sodalizio 'ndranghetistico, con compiti di raccordo con le consorterie in Calabria e con un ruolo nella cosca Grande Aracri". Specifica le sue attività commerciali ed imprenditoriali, senza comparire formalmente nella società: "il bar di fronte alla Habana, l'attività del ferro, un bar a Sorbolo, un complesso di appartamenti a Las Terenas a Santo Domingo, il complesso piscina e palestra Aqualena". Diletto indice riunioni per calmare gli animi, quando "insorgevano problematiche che riguardavano il sodalizio, scontri, discussioni, conflitti". È un "padrino".

- Nicolino Sarcone: è un “padrino”, un capo che indice le riunioni insieme a Diletto.

 

- Carmine, Gianluigi, Giuseppe Sarcone:  "Sono tutti parte della consorteria, sia Carmine, sia Gianluigi, sia Peppe", anche se non sa se sono stati formalmente affiliati con rito.

- Rocco Femia: gestiva il mercato degli apparecchi e delle piattaforme da gioco.

- Francesco Lamanna: un altro capo oltre che "padrino" "è stato mandante di vari omicidi". Operativo nel Mantovano, si coordinava con gli altri vertici della cosca (Diletto e Sarcone).

 

- Antonio Gualtieri: subentrato a Romolo Villirillo ("quando questi ha sottratto soldi alla consorteria"), quest'ultimo in stretti rapporti con Nicolino Grande Aracri.

 

- Antonio Silipo:  parente di Romolo Villirillo, "sottoposto a Sarcone Nicolino ed a Peppe Sarcone".

 

- Salvatore Cappa - detto "Turuzzo": esponente del clan sin dagli anni Novanta, con trascorsi nelle fila dei Dragone.

 

- Gaetano Blasco:  molto ben inserito negli affari sporchi della cosca. Autore dell' incendio di un tetto in costruzione da parte dell'imprenditore edile d'origine cutrese Antonio Olivo (ex consigliere comunale Pd) che poi aveva terrorizzato dicendogli che doveva andare da lui per la costruzione dei tetti. Sempre Olivo avrebbe detto a Valerio che "il suo politico di riferimento era Scarpino".

 

- Carmine Belfiore: "a disposizione dei Sarconiani, un azionista nel campo degli attentati incendiari e più in generale era un azionista, anche per omicidi".

 

- Gianni Floro Vito: un "collettore in attività illecite, dalle false fatturazioni all'usura".

 

- I quattro i fratelli Floro Vito: "non solo Gianni, ma anche Giuliano (sin dai tempi di Villirillo Antonio e di Macrì Antonio), Selvino (soprattutto nella parte delle false fatturazioni e delle truffe), Antonio".

 

- Domenico Mesiano: ("è un partecipe del sodalizio"), gli aveva rivelato "che non avrebbe avuto alcun problema a recarsi presso l'abitazione di Grande Aracri Nicolino, quando questi non era in carcere".

- Giuseppe Iaquinta: fa parte della consorteria emiliana, ha partecipato a due riunioni al ristorante "Antichi Sapori" (un incontro fu così lungo che dal pranzo si arrivò fino alla cena...)

- Pasquale Brescia: "fa parte della 'ndrangheta, sotto l'ala Sarconiana".

- Antonio Muto (classe 1978), Alfonso Paolini, Alfredo e Francesco Amato, Alfonso Martino, Palmo e Giuseppe Vertinelli: sono affiliati.

- Luigi Muto: "ha ora acquisito, dopo gli arresti di Aemilia, un ruolo centrale nel sodalizio emiliano, un ruolo importante negli investimenti della cosca".

La prima udienza fiume

- martedì 27 settembre 2017, il collaboratore di giustizia Valerio Antonio da il via a una udienza fiume dove racconterà la storia criminale a Cutro e a Reggio Emilia dagli anni '70 per arrivare, a fine udienza, ai soli anni '90. Il ritmo è serratissimo e i racconti colmi di particolari.

Fonte: Gazzetta di Reggio

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