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FARMABUSINESS

LA RASSEGNA STAMPA

giovedì 19 novembre 2020

Farmabusiness, le mani dei Grande Aracri su vendita all’estero di farmaci oncologici

LACNEWS24 - 19 novembre 2020

Il sistema è emerso nel 2014 in un summit nella casa del boss di Cutro: «Noi acquistiamo dalle farmacie e li rivendiamo all'estero o ad altre parti». 

C'era la distribuzione dei farmaci in provincia di Catanzaro nel "core business" delle società del clan Grande Aracri di Cutro, in provincia di Crotone, che hanno inguaiato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini finito agli arresti domiciliari con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma anche l'acquisto di prodotti dalle farmacie a prezzi di mercato da rivendere all'estero a prezzi maggiorati.

Mentre la sanità calabrese è nella bufera, dalle carte dell'inchiesta "Farmabusiness" dei carabinieri emerge una truffa al Servizio sanitario nazionale. Gli inquirenti parlano testualmente di un'organizzazione criminale che si propone di esportare illegalmente farmaci oncologici «per rivenderli all'estero con profitti spropositati».

Il sistema è emerso dal summit tenutosi in casa del boss Nicolino Grande Aracri il 7 giugno 2014 a Cutro, nel Crotonese. «Noi acquistiamo dalle farmacie - dicono i membri dello stato maggiore del clan, intercettati dalle microspie piazzate dai carabinieri in casa del capo - aumentiamo il fatturato anche dalle farmacie e noi li rivendiamo all'estero o ad altre parti». 

Tallini arrestato per concorso esterno: favori al clan Grande Aracri in cambio di voti

LACNEWS24 - 19 novembre 2020 - di Luana Costa

Il patto nelle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale nel 2014. Voti in cambio di favori per il rilascio delle autorizzazioni per lo svolgimento delle attività di Farmaitalia e l'assunzione del figlio

Consorso esterno in associazione mafiosa. È questa la pesante accusa che la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contesta al presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini arrestato e posto ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Farmabusiness. In particolare, è accusato di essere partecipe dell'associazione di 'ndrangheta operante sul territorio di Cutro e riconducibile a Nicolino Grande Aracri.
In qualità di assessore regionale fino al 2014 e successivamente quale consigliere regionale secondo gli inquirenti favoriva un contributo concreto specifico e volontario per la conservazione del o il rafforzamento della capacità operativa dell'associazione. In cambio del sostegno elettorale avrebbe garantito ai referenti del sodalizio le condizioni per l'avvio e per l'esercizio dell'attività imprenditoriale della distribuzione all'ingrosso di prodotti farmaceutici.

Sarebbe così intervenuto nei pubblici uffici per agevolare e accelerare l'iter burocratico per il rilascio delle necessarie autorizzazioni volte alla cotituzione del Consorzio Farma Italia e della società Farmaeko che prevedeva la distribuzione di medicinali da banco sul territorio nazionale.
In tal senso avrebbe provveduto alla nomina del responsabile del relativo ambito nazionale sollecitando i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e le certificazioni pur consapevole del reimpiego di capitali illeciti provenienti dal delitto associativo.

L'assunzione del figlio

Nel sodalizio, poi, imponeva l'assuzione del figlio, Giuseppe Tallini, in qualità di consigliere in maniera tale da contribuire all'evoluzione dell'attività imprenditoriale del consorzio fornendo il supporto nel procacciamento delle farmacie da consorziare.

Sostegno nella campagna elettorale

Inoltre, Domenico Tallini è accusato di aver ricevuto il supporto della cosca Grande Aracri nella campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale del 2014. Avrebbe accettato voti con la promessa di compiere in ambito politico amministrativo azioni volte a sostenere gli interessi economici del sodalizio.
Nello specifico, avrebbe speso il suo nome di assessore regionale uscente per favorire il rilascio delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività del consorzio Farmaitalia riconducibile alla cosca Grande Aracri.

I nomi degli arrestati nell'inchiesta Farmabusiness contro il clan Aracri

LACNEWS24 - 19 novembre 2020

Sono 19 le persone coinvolte nell'operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro. Tra le accuse contestate: associazione di tipo mafioso, concorso esterno, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale

Sono 19 le persone coinvolte nell’ambito dell’inchiesta Farmabusiness, coordinata dalla Dda di Catanzaro.

Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Ai domiciliari è finito anche Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale.

Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro (Crotone) nell’area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest’ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca.

In carcere

  • Santo Castagnino

  • Giuseppe Ciampà

  • Elisabetta Grande Aracri, figlia Nicola Grande Aracri

  • Salvatore Grande Aracri, classe 1986

  • Salvatore Grande Aracri, classe 1979

  • Gaetano Le Rose

  • Giuseppina Mauro, moglie Nicola Grande Aracri

  • Pancrazio Opipari

  • Francesco Salvatore Romano

  • Domenico Scozzafava

  • Leonardo Villirillo

Ai domiciliari

  • Pasquale Barberio

  • Paolo De Sole

  • Domenico Tallini

  • Raffaele Sisca

  • Domenico Grande Aracri

  • Patrizio Tommaso Aprile

  • Maurizio Sabato

  • Donato Gallelli

 

Quando la commissione antimafia definiva Tallini “impresentabile”

LACNEWS24 - 19 novembre 2020

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia Morra su facebook: «A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui per una "vendetta personale"»

«Vi ricordate le ultime regionali calabresi, a gennaio 2020? Questo signore, attuale Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, di Forza Italia, in virtù del Codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia, risultava impresentabile. A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui per una "vendetta personale". Oggi si trova ai domiciliari. Ma era una "vendetta personale"». A scriverlo in un post su facebook il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, commentando l'arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, 68 anni, di Forza Italia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. 

Le accuse a Tallini

Secondo l'accusa, i rapporti di Domenico Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna).

Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto ed il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, sarebbe stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Il contributo del politico sarebbe stato decisivo per favorire e accelerare l'iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.

Operazione “FarmaBusiness” Gratteri : “Grande Aracri famiglia di ‘ndrangheta di serie A” (VDEO)

WESUD.IT - 19 novembre 2020

CATANZARO – Sono 25 le persone indagate e 19 le persone per cui è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “FarmaBusiness” dei carabinieri di Catanzaro in collaborazione con i Carabinieri di Crotone, incentra sulla costituzione di una società, con sede nel capoluogo calabrese, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, 2 in Puglia e 1 in Emilia Romagna) che la cosca Grande Aracri di Cutro (Kr) avrebbe utilizzato per riciclare capitali illeciti.

Il carcere è stato disposto nei confronti di Santo Castagnino, 58 anni, residente a Mesoraca; Giuseppe Ciampà, 42, residente a Cutro; Elisabetta Grande Aracri, 38 anni, di Cutro; Salvatore Grande Aracri, 34 anni, di Cutro; Salvatore Grande Aracri, 41, di Brescello; Gaetano Le Rose, 48 anni, di Cutro; Giuseppina Mauro, 66, di Cutro; Pancrazio Opipari, 45 anni, di Sellia Marina; Francesco Salvatore Romano, 32, di Cutro; Domenico Scozzafava, 39, di Catanzaro; Leonardo Villirillo, 53, di Crotone.  Agli arresti domiciliari sono finiti: Pasquale Barberio, 75 anni, di Isola Capo Rizzuto; Paolo De Sole, 46, di Cesena; Domenico Tallini, 68, di Catanzaro; Raffaele Sisca, 48, di Crotone; Domenico Grande Aracri, 55, di Cutro; Patrizio Tommaso Aprile, 55, di Catanzaro; Maurizio Sabato, 54, di Catanzaro; Donato Gallelli, 45, di Catanzaro.

Fra le 19 persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, nell’ambito dell’inchiesta su presunti rapporti fra politici locali e ‘ndrangheta c’è Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria, nei suoi confronti dell’esponente di Forza Italia,  stata formulata l’ipotesi di reato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale.

I particolari dell’inchiesta sono stati diffusi nel corso di una video conferenza alla quale hanno preso parte il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, il Comandante dei Provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, Antonio Montanaro e il  Maggiore Danilo Cimicata del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone.

Come sottolineato dal Procuratore Gratteri le indagini hanno riguardato la famiglia Grande Aracri che rappresenta la più importante famiglia di ‘ndrangheta del Crotonese. Gratteri ha più volte sottolineato il grande lavoro svolto sui territori dalle Forze dell’Ordine ringraziandoli per il grande lavoro che svolgono. Uomini di “prim’ordine che lavorano ad indagini molto delicate con grande professionalità, indagini sulla mafia. “Un’indagine importante fatta sul campo dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio con il coordinamento del procuratore vicario Vincenzo Capomolla e il grande lavoro dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro che di Crotone.

Le indagini avrebbero permesso di definire i nuovi assetti della cosca dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo, Nicolino Grande Aracri, e di documentare l’intestazione fittizia di beni e utilità e una “rilevante progettualità imprenditoriale” per reimpiegare i proventi illeciti della cosca attraverso la società al centro delle indagini.

In questo contesto sarebbe emerso il supporto fornito al clan, specie nella fase di avvio della società, di Tallini, il cui intervento, ricambiato con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014, sarebbe stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico iniziale per ottenere le necessarie autorizzazioni.

Nelle indagini sono coinvolti professionisti e imprenditori che avrebbero avuto un ruolo nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Gli inquirenti avrebbero documentato anche specifici episodi intimidatori, legati alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale del clan e a scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.

Dall’indagine emerge uno spaccato del carattere tentacolare della famiglia Grande Aracri, con la capacità pervasiva di condizionare grandi settori. Ha sottolineato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. In particolare come l’organizzazione di ‘ndrangheta Grande Aracri sia dotata di una capacità pervasiva di condizionare la vita pubblica. Gli esiti di questa attività di indagine hanno dato conto delle iniziative imprenditoriali su settori particolarmente redditizi. La figura istituzionale attinta dall’odierna misura che ha trovato un anello di congiunzione con un altro soggetto, un imprenditore di Catanzaro capace di relazionarsi con esponenti della politica e della criminalità organizzata catanzarese e di Cutro. C’è tutta una rete di soggetti che ruota intorno alla cosca”.

L’investigatore Antonio Montanaro si è soffermato sulla operatività della cosca Grande Aracri, anche definendo nuovi assetti dopo operazioni che avevano colpito esponenti di vertice. “È emerso come le articolazioni della ‘ndrangheta si muovevano su due distinti binari: il controllo del territorio e le infiltrazioni di carattere imprenditoriale. E di questo ci siamo occupati approfondendo la vicenda per l’avvio di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali, farmaci da banco e prodotti parafarmaceutici con la realizzazione di una fitta rete in franchising di farmacie e parafarmacie. Dal 2016 abbiamo documentato una 20ina di farmacie in Calabria, alcune in Puglia e una anche in Emilia Romagna”.

Da quanto riferito in conferenza, centrale la figura del presidente del Consiglio regionale (ai domiciliari), Domenico Tallini, che avrebbe assicurato alla consorteria mafiosa il supporto per accelerare l’iter burocratico per l’ottenimento di autorizzazioni per l’avvio delle attività, quindi in una fase iniziale nella progettualità. Grazie a lui – è emerso durante la conferenza stampa – “sarebbero state superate difficoltà amministrative e burocratiche che stavano avvenendo nell’avvio della società e di un capannone dove stoccare i prodotti, in cambio di un sostegno elettorale nel novembre 2014”. Ricostruiti anche episodi intimidatori e di disponibilità di armi.

Il maggiore Danilo Cimicata, comandante del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Crotone: “ll clan dei Grande Aracri costituisce l’esempio di come la criminalità organizzata calabrese adotti sempre di più una strategia e che sempre più residualmente utilizza metodi violenti” Ciò perché ha forte necessità di penetrare nel tessuto economico per poter riciclare i capitali sporchi, in diversi ambiti come il gambling, il videopoker ma anche la green economy (cippato e biomasse) e le sovrafatturazioni in settori come l’edilizia e il controllo dei villaggi turistici. Cimicata ha sottolineato come “fondamentale è stato anche il ruolo ricoperto delle donne, che permettono continuità quando i capi sono detenuti. Sono il tramite con gli esponenti in carcere, si fanno carico, attraverso le figure a loro più vicine di recuperare crediti vantati per farli confluire nella bacinella del locale di ‘ndrangheta. Molti vedono nelle donne rimaste in libertà un punto di riferimento, purtroppo per dissidi privati. Ma questo, ha proseguito il maggiore dei carabinieri – non significa che il locale abbia perso quelle che sono le sue più tradizionali connotazioni. Infatti, nel giugno del 2017 in un agro di Cutro i militari del Nucleo Investigativo, hanno potuto sequestrare un arsenale composto da fucili, pistole e numeroso munizionamento opportunamente nascosti in un capannone, addirittura occultate in un vecchio trattore dismesso. Possiamo dire che quello che è il nuovo business della green economy, prodotti farmaceutici e del gambling “.

La storia si ripete: donne al vertice della cosca Grande Aracri

CATANZARO INFORMA - 19 novembre 2020

Secondo gli inquirenti, le tre donne "provvedono a gestire gli introiti della consorteria mediante la materiale ricezione di danaro da parte delle figure imprenditoriali di riferimento della cosca"

Donne al vertice della cosca Grande Aracri. Si tratta della moglie e della figlia del boss Nicolino Grande Aracri, Giuseppina Mauro ed Elisabetta Grande Aracri (finite in carcere), ma anche della consorte di Ernesto Grande Aracri, Serafina Brugnano (indagata), che avrebbero avuto il pieno controllo del potente clan di Cutro (Kr) durante il periodo di detenzione dei rispettivi mariti.

Tre donne capaci di “rappresentare e restituire le figure apicali dell’organizzazione, provvedendo a dare disposizioni e direttive agli associati nella pianificazione delle attivita’ illecite, anche in ragione delle indicazioni provenienti dai congiunti detenuti”. Il articolare emerge dall’ordinanza dell’operazione “Farmabusiness”, che ha portato agli arresti anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini.

Secondo gli inquirenti, le tre donne “provvedono a gestire gli introiti della consorteria mediante la materiale ricezione di danaro da parte delle figure imprenditoriali di riferimento della cosca, quali i cugini Gaetano Le Rose e Giuseppe Ciampa‘”. Sarebbero state proprio loro a intervenire “nei confronti degli altri sodali al fine di eludere le investigazioni, allorquando le stesse si indirizzano all’apprensione di armi costituenti il potenziale militare della consorteria”.

‘Ndrangheta, arrestato (ai domiciliari) il presidente del Consiglio regionale della Calabria

LA STAMPA - 19 novembre 2020

Domenico Tallini accusato di aver dato supporto alla cosca Grande Aracri nel reimpiego di «denaro sporco»

CATANZARO. C'è Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria, fra le 19 persone indagate nell'ambito dell'operazione «Farmabusiness» condotta dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Grande Aracri di Crotone. Tallini si trova ai domiciliari.

Secondo l'accusa, i rapporti di Domenico Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all'ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna). Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto, ed il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, sarebbe stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014.

Il contributo di Tallini sarebbe stato decisivo per favorire e accelerare l'iter burocratico iniziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.

Nell’inchiesta coinvolte altre 18 persone

Nell'operazione dei carabinieri sono coinvolte, complessivamente, 19 persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Dda. Sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.

Il provvedimento trae origine da due attività investigative convergenti, sviluppate rispettivamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone, dirette e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal Procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. «Le emergenze investigate - é detto in una nota stampa diramata dai carabinieri - hanno riguardato l'operatività della cosca di 'ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell'area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest'ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca. In particolare, gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri.

Sono state inoltre documentate la realizzazione e l'operativà da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità. E' stato accertato anche il ruolo di professionisti ed imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, «tanto riconnessi alla realizzazione dell'iniziativa imprenditoriale della cosca, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi». 

‘Ndrangheta: arrestato Domenico Tallini (Fi), presidente del Consiglio regionale della Calabria. Morra: “Era tra gli impresentabili”

Il Fatto Quotidiano - 19 novembre 2020

I carabinieri hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 19 indagati. Il politico 68enne di Forza Italia è ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso: secondo le indagini, ha aiutato la cosca Grande Aracri a costituire una società per la distribuzione di prodotti medicinali ed è stato ricambiato con il sostegno alle elezioni regionali del 2014. Il presidente della Commissione Antimafia: "A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui"

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, 68 anni, di Forza Italia, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. L’indagine che ha portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta. Secondo l’accusa, i rapporti di Tallini con la cosca hanno riguardato la costituzione di una società, la Farmaeko con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna). Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto ed il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, è stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Il contributo di Tallini, ritengono gli investigatori, è stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali. “Vi ricordate le ultime regionali calabresi, a gennaio 2020? Questo signore, attuale presidente del Consiglio regionale della Calabria, di Forza Italia, in virtù del codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia, risultava impresentabile. A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui per una ‘vendetta personale'”, scrive su Facebook il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, a proposito dell’arresto.

Altre 18 misure cautelari – I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, anche nei confronti di altri 18 indagati, nelle province di Catanzaro, Crotone e Roma, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.

Le accuse a Tallini – “In qualità di assessore regionale fino al 2014 e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014, e successivamente quale consigliare regionale”, Tallini “forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione“, si legge nell’ordinanza che ha portato all’arresto del presidente del Consiglio regionale. “In cambio del sostegno elettorale promesso ed attuato da parte del sodalizio”, secondo l’accusa il politico di Forza Italia ha garantito alla cosca “le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici“. Tallini, è scritto sempre nell’ordinanza, è intervenuto per “agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del ‘Consorzio Farma Italia’ e della società ‘Farmaeko Srl‘”. Inoltre, “imponeva l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Giuseppe, così da contribuire all’evoluzione dell’attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare”. In tal modo, si legge ancora nell’ordinanza, “rafforzava la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, incrementando la percezione delle capacità di condizionamento e correlativamente di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale“.

L’operazione: i nuovi assetti della cosca – Il provvedimento nasce da due attività investigative, sviluppate dai carabinieri di Catanzaro e Crotone, dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell’area di origine e nel territorio catanzarese. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri. È stata documentata la realizzazione da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità, di progetti imprenditoriali per il reimpiego dei proventi illeciti della cosca. In un caso, appunto, attraverso la costituzione di una società finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali. È emerso infine il ruolo di professionisti e imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale del sodalizio, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.

La situazione della Regione – L’arresto di Tallini arriva in un momento in cui la Calabria, governata dal presidente facente funzioni Antonino Spirlì dopo la morte di Jole Santelli, si ritrova anche senza una guida alla Sanità, dopo che l’ultimo commissario nominato dal governo, Eugenio Gaudio, ha rifiutato l’incarico – a suo dire – per motivi familiari. Un periodo surreale cominciato con l’addio di Saverio Cotticelli, il generale dei carabinieri che non sapeva di doversi occupare del piano Covid e proseguito con il passo indietro di Giuseppe Zuccatelli, inciampato su un video in cui minimizzava l’importanza della mascherina. In Calabria arriverà Gino Strada, che chiuso un accordo che affida a Emergency l’organizzazione di Covid hotel, triage e ospedali da campo. Il ruolo di commissario alla Sanità però resta ancora scoperto: in pole ora c’è Federico D’Andrea, l’ex ufficiale della Guardia di Finanza ai tempi di Mani pulite che ha lasciato le Fiamme gialle nel 2007 per andare a guidare gli organismi di Vigilanza di importanti società.

La carriera politica di Tallini – Era stato eletto nel marzo scorso fino all’ultima seduta del Consiglio regionale della Calabria che è stato sciolto, in seguito alla prematura scomparsa della presidente Jole Santelli lo scorso 10 novembre. Tallini è nato a Catanzaro il 29 gennaio 1952, è sposato e ha due figli. Ex dipendente Enel, nelle regionali del 2020 è stato eletto nella circoscrizionale Calabria centro con la lista Forza Italia con oltre 8mila preferenze. E’ alla sua quarta legislatura. Divenne consigliere regionale per la prima volta nel 2005 tra le fila dell’Udeur con circa 5.000 preferenze. Ha ricoperto, tra l’altro, la carica di Presidente della Commissione Speciale di Vigilanza ed è stato anche componente supplente della Commissione di disciplina del personale. E’ stato coordinatore di Forza Italia nella provincia di Catanzaro. Si è candidato alle elezioni regionali del 2000, nella lista di FI ottenendo oltre 6.500 preferenze. Nel 2014 è stato rieletto nella circoscrizione Calabria centro con la lista Forza Italia ottenendo 11.000 preferenze. Nel 2010 è stato eletto nella circoscrizione Calabria centro con la lista PDL con circa 10.000 preferenze. Dal 2010 al 2014 è stato assessore al Personale.

Le reazioni – “Leggo dalla stampa” degli arresti di Tallini “le accuse sono gravi, io ho piena fiducia nella magistratura, in Gratteri, per cui aspettiamo l’evolversi della situazione, sperando che si possa arrivare al più presto alla verità”, ha detto all’AdnKronos Nino Spirlì, presidente reggente della Calabria. “Le istituzioni non patiscono le pene degli umani, vanno avanti secondo le regole, noi continuiamo ad andare avanti, a barra dritta”, ha assicurato il leghista. “Ho mandato gli auguri di buon lavoro a Nicola Gratteri, che conosco e stimo, quando c’è da fare pulizia ben venga chi lo fa”, ha detto Matteo Salvini a radio Rtl 102,5. “Tallini – ha aggiunto Salvini – mi ha attaccato più volte, non ne conosco le vicende, ma se si muove Nicola Gratteri si vede che ha le ragioni per farlo”. “Spero che anche questo spinga il governo a dare una risposta i calabresi, sulla nomina dei commissari, scelgano un calabrese”, ha concluso il leader della Lega. In una nota sono intervenuti i deputati M5s Paolo Parentela (portavoce della Calabria alla Camera) e Giuseppe d’Ippolito: “”Sul piano politico e morale l’intero centrodestra della Calabria è devastato dalla notizia degli arresti domiciliari per Domenico Tallini. L’arresto conferma, indipendentemente dagli sviluppi giudiziari del caso, l’urgenza di un totale rinnovamento della classe politica in Calabria, che da tempo chiediamo all’elettorato, anche in virtù delle nostre innumerevoli denunce sull’inquinamento del voto nella regione e sul ricorrente uso del potere a vantaggio delle organizzazioni criminali e di affaristi in tutti gli ambiti dell’amministrazione pubblica, a partire dalla sanità”. “È singolare – concludono i parlamentari del M5s – che nel Consiglio regionale della Calabria faccia bella mostra una targa con scritto ‘Qui la ‘ndrangheta non entra’, con cui, evidentemente, i partiti tradizionali pensano di essersi lavati la coscienza evitando di fare al loro interno quella pulizia morale tanto raccomandata da Paolo Borsellino, da Nicola Gratteri e dal Movimento 5 stelle”.

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