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AEmilia

udienza nr. 86

rito ordinario - primo grado

martedì 9 maggio 2017

All'interno dell'udienza:

Esame del maresciallo della Squadra Mobile Guglielmo Battisti

Esame del maresciallo Domenico Ferro

Esame di Bolognino Michele a cura del PM Ronchi

Esame di Bolognino Michele a cura dell'avvocato Filocamo in difesa di Bolognino Sergio

Esame di Bolognino Michele a cura dell'avvocato Pancari in difesa di Macrì Francesco

Esame di Bolognino Michele a cura dell'avvocato Facente in difesa di Blasco Gaetano

Esame di Bolognino Michele a cura dell'avvocato Laratta in difesa di Bolognino Michele

Il PM Ronchi modifica il capo 53 estorsione ai danni di Soda Salvatore

Ore 9.45 in aula

In questa aula il pensiero vola a PEPPINO IMPASTATO ammazzato il 9 maggio 1978.
Oggi più che mai dal cuore arriva quel grido da non dimenticare mai: “la mafia è una montagna di merda!!!”.

 

Ci preme ricordare che trascrivere tutto in “tempo diretto” sulla pagina FACEBOOK PROCESSO AEMILIA può portare ad errori e refusi che avremo modo di verificare in un secondo momento. Le trascrizioni riportate sul sito www.processoaemilia.com vengono pubblicate una volta apportati controlli e verifiche. Ricordiamo che tutto questo è frutto di puro lavoro volontario con l’unico intento di tentare di fare da “cassa di risonanza” verso un processo dalle proporzioni storiche per la nostra regione. Noi faremo del nostro meglio. Grazie.

 

CARUSO: va bene, buongiorno a tutti, iniziamo! C’è stato un disguido sulla traduzione di Floro Vito Gianni, deve arrivare la rinuncia parziale di Floro Vito Gianni.

 

Dall’Aquila presente Bolognino Michele

Da Ascoli Piceno presente Ursini Mario

Da Parma presente Floro Vito Antonio classe 1980

 

CARUSO: è pervenuta in data 8/5/17 una istanza dell’avvocato Pisanello che dichiara di essere impegnata presso la Corte d’appello di Brescia per la difesa di Martino Alfonso. Chiede di essere attesa in relazione alla difesa dei 13 imputati, Alleluia Lauro, Barnat Ewa Boguslawa, Belfiore, Bolognino Francesco, Bolognino Catianna, Bolognino Domenico cl 46, Bolognino Domenico cl 90, Bolognino Michele, Croci Deborah, Schirone  Graziano, Vrabie  Carmen, Vrabie Mihai… Questa istanza non può essere accolta, perché il processo in questione ha udienze programmate da tempo, sia perché l’avvocato in un contesto di un processo così complesso non può addurre di non disporre di sostituti. Anzi ci sarebbe un sostituto che al momento non è presente, l’avvocato Roberta Succi…. È in aula. Bene siamo a posto. Tutto in ordine. Bene. Possiamo cominciare. Come di prassi leggerò solo i nomi degli imputati i cui difensori non si sono presentati, per tutti c’è il difensore di ufficio avvocato Attolini.

 

Il presidente Caruso procede all’appello degli imputati e ai relativi avvocati.

CARUSO: Floro Vito ci sono notizie? Ancora no… abbiamo due alternative o atto di fede nella rinuncia in arrivo o ci ritiriamo un attimo per risolvere la questione dei due testimoni… Lusetti e quell’altro.

PM: Battisti è presente

AVV difesa: non possiamo prendere la parola su questo diritto che spetta direttamente a lui… rinuncia parziale o integrale dovrebbe… mi sembra strano che Floro non voglia presentare all’udienza di oggi

CARUSO: è solo per il tempo di viaggio… questa testimonianza ha una qualche incidenza su Floro

PM: in viaggio da?

CARUSO: da Bologna, arriverà non prima delle 11 o 11,30… intende presenziare ma acconsenta che si proceva per il tempo di viaggio. Faremo tutto ciò che non riguardi Floro Vito. Sentiamo Battisti e poi ci ritiriamo.

 

PM: le citazioni per oggi alcune sono state fatte oralmente all’udienza scorsa, le altre risultano tutte pervenute sia ai difensori sia gli imputati di cui era stato chiesto l’esame tranne Cavedo che risulta ancora domiciliato presso l’avvocato Facente. La notifica in questi termini era doverosa. Questa domiciliazione è ancora in essere, il Cavedo tuttavia risulta detenuto in Venezuela ed è chiaro che procederemo con le forme di audizione conformi. Per quanto riguarda il Lonetti ha fatto pervenire un certificato medico che darò al collega perchè possa essere valutata la difficoltà intanto di intendere la durata reale della prognosi…  perché può essere prodomico a una difficoltà a venire, che non pare essere giustificata. Abbiamo due pareri discordanti del medico chirurgo e dell’ospedale. Mi rimetto al collegio sotto al profilo della….

AVV difesa di Lonetti: la stessa documentazione è pervenuta anche a me, diceva che una settimana fa ha avuto un infarto

CARUSO: il 12 aprile lo ha avuto…

PM: è stato disposto un controllo cardiologico, fra 4/5 mesi sarà da riprogrammare… non pare che vi sia una situazione drammatica da questa diagnosi

CARUSO: adesso vediamo

PM: lo pongo perché venga affrontato in prospettiva dal Collegio ai fini di una segnalazione della idoneità della giustificazione che ritengo non esservi

CARUSO: l’effetto quale sarebbe la produzione dei verbali resi dal Lonetti?

PM: no la condizione coattiva, presidente

CARUSO: se è solo questo il problema.. andiamo avanti e vediamo se riempiamo la giornata o no

PM: è meglio che qualcuno ci dica se è conducibile…. mandare i carabinieri è semplice… che un medico ci dica che si possa fare

CARUSO: ora ci ragioniamo

AVV DIFESA: secondo me non facciamo in tempo a sentirlo

PM: facciamo in tempo a disporre un accertamento in relazione alla idoneità di costui a partecipare, se viene spontaneamente bene, se no lo mandiamo a prendere, però personalmente non me la sentirei senza un parere medico

CARUSO: Lonetti è un “210”?

AVV DIFESA: no è un imputato in questo processo

PM: se poi ci fa sapere che si avvale della facoltà di non rispondere…

AVV DIFESA: no, no vuole rispondere

CARUSO: un imputato non si può tradurre se non è un “210” …. PM: proprio sotto questo profilo si ritiene che non sia legittima la conduzione, il fatto che sia in condizioni di presentarsi e non si presenta equivale a un avvalersi della facoltà di non rispondere

AVV DIFESA: non possiamo sentirlo la prossima settimana?

CARUSO: questa la posizione del PM, la difesa abbiamo capito qual è la posizione... in una ottica conciliativa, abbiamo tanto da fare…

PM: non è per oggi, chiedo che sia disposto oggi un accertamento medico per accertare se potrà o non potrà venire, mi pare che quei due certificati collimano

CARUSO: quando lo vuole sentire?

PM: l’avrei citato per oggi…

AVV: oggi non può comparire, c’è legittimo impedimento c’è un certificato medico, non capisco questo accanimento, una settimana fa ha avuto un infarto

CARUSO: 12 aprile ha avuto l’infarto

PM: sospetto….

CARUSO: va bene, maresciallo… per gli organi di stampo prima di riprendere imputati e chiunque altro si approssima qui al tavolo dei testimoni bisogna avere consenso non si può riprendere nessuno senza consenso. Gli imputati Iaquinta rifiutano di essere ripresi da operatori televisivi e quindi non potete riprendere… Gli imputati detenuti lo abbiamo detto più volte.

 

Gli avvocati della difesa affermano che questo divieto vale anche per Debbi Giuliano, Salsi Mirco, per i Bianchini e Bruna Braga.

 

CARUSO: sentiamo Battisti?

PM: se i difensori e gli imputati intendono cosa intendono fare facciamo un calendario... citati da noi Bianchini Augusto, Bianchini Alessandro, Braga Bruna

AVV DIFESA: intendono rispondere

PM: Bolognino Michele, lo ha detto l’altra volta personalmente

Bolognino Michele: sì signor presidente

PM: su Caleda abbiamo detto, Debbi Giuliano, Silipo Luigi, Salsi Mirco

Gli imputati intendono rispondere.

AVV DIFESA: i due Vertinelli in assenza della perizia completa non rispondono.

CARUSO: Lonetti intende rispondere… materiale ce n’è a sufficienza

PM: partenza con Bolognino Michele

AVV Fornaciari: anche il sig Palmo Vertinelli e Giuseppe Vertinelli non intendono rispondere ribadendo che questo dissenso a prestare l’esame viene dato solo perché allo stato non sono presenti le trascrizioni delle intercettazioni.

CARUSO: puntualizzo soltanto questo non ci sono TUTTE le trascrizioni

AVV: quelle che a noi maggiormente interessano non ci sono ancora

PM: l’esame era stato chiesto solo dalla difesa o anche da noi?

AVV DIFESA: anche noi

PM: perché noi non faremo domande inerenti alle intercettazioni.

 

Entra l’ufficiale di polizia Guglielmo Battisti che legge la formula di rito.

ESAME DEL MARESCIALLO DELLA SQUADRA MOBILE GUGLIELMO BATTISTI

 

CARUSO: le abbiamo i verbali delle ricerche?

PM: l’esito delle ricerche reiterate della squadra mobile in relazione a Lusetti

CARUSO: lei ha fatto le ricerche per Lusetti, ha fatto queste indagini… cosa ha appurato?

Mar. Battisti: Lusetti Matteo è residente a Reggio Emilia unitamente ai famigliari. Ci siamo recati più volte presso la residenza interloquendo con la madre Lucia Bigliani. L’ultima volta ci siamo recati ieriperchè il Lusetti è citato presso la procura di Reggio Emilia in un altro procedimento. Anche in questa circostanza la madre ha riferito di non sapere dove si possa trovare, di ritenere ragionevolmente che si trova all’estero, che potrebbe essere in Congo secondo quanto gli avrebbe riferito il figlio. Abbiamo avuto un contatto con whatsapp tramite Lusetti a fine anno 2016 e ci aveva ribadito di essere negli Stati Uniti. Abbiamo fatto una richiesta all’Interpol per verificare la posizione con tutte le difficoltà connesse perché sarebbe negli Stati Uniti illegalmente.

PM: avete avuto evidenza del fatto che costui sia sotto pressioni tali da porsi in una condizione di timore per cui non intende presentarsi, questo come nell’altro procedimento, avevo già prodotto l’ordinanza di custodia cautelare dell’altro procedimento

CARUSO: qual è l’altro procedimento?

Mar. Battisti: 2977/14

CARUSO: non ci dice niente

Mar. Battisti: Lusetti Matteo è parte offesa per una serie di reati in particolare usura ed estorsione. Ci sono Cappa e Sergio come in questo processo.

CARUSO: Cappa e Sergio sono imputati di usura ed estersione in danno di Lusetti… è in fase di dibattimento questo processo?

Mar. Battisti: alcuni sono andati in abbreviato, mi pare Cappa e per i restanti imputati Sergio, Macario Enzo e il fratello sono a dibattimento.

PM: ripeto è sorta qualche evidenza nella condizione di Lusetti, se abbia dei timori, che si stia sottraendo… qualcuno ha riferito in questi termini?

Mar. Battisti: nella fase di indagine dell’altro procedimento Lusetti si era allontanato da Reggio Emilia per timore, nel contatto tramite whatsapp è emerso che si stia sottraendo perché non ha avuto minacce esplicite secondo quanto ha riferito, ha difficoltà a venire e rientrare perché è illegalmente negli Stati Uniti. Ha proposto la possibilità di avere delle green card in cambio della testimonianza. Si è rifatto una vita non ha intenzione di tornare per questi procedimenti e per le vicende che lo hanno visto. Ha una vita all’estero e non vuole rivangare il passato.

PM: chiederei la produzione dell’articolo (NDR: pubblicato qui sotto) apparso oggi sulla Gazzetta di Reggio, dichiarazioni dell’avvocato Pisanello… che ben potrebbero essere state fatte al Collegio, l’avvocato ha ritenuto di farle prima al giornale, ciò che si dice sul giornale viene letto da tutti… ha un effetto diverso ed ulteriore, io ritengo che anche questo articolo concorra a creare una situazione in cui Lusetti che è stato persona offesa, è ritenuta ed è denunciante di delitti nei suoi confronti attuati con violenza sia in condizioni tali da non sottrarsi volontariamente dal rendere testimonianza ma dall’avere il timore una vita per cui ha reso denuncia. Ritengo come effetto anche non voluto anche di questo articolo dove si citano parti di un verbale che mi pare di non rintracciare in questo procedimento in cui Lusetti viene definito “ma quale imprenditore, è un giocatore d’azzardo”. Al prescindere dal fatto che le due cose possano coesistere, tutto ciò da un eco a una condizione di timore del Lusetti nel presentarsi. Chiedo l’acquisizione dei verbali già depositati anche ai sensi dell’articolo 500 comma 4.

«In Congo? Ha paura... non per Aemilia» - Gazzetta di Reggio 9 maggio 2017 - articolo di Tiziano Soresina

mar Battisti

CARUSO: ci sono domande?

AVV. Succi: volevo fare riferimento all’acquisizione dell’articolo di giornale. Si tratta di un articolo di cui non ho contezza, chiederei alla Corte di decidere, per favore, dopo che arriverà l’avvocato Pisanello, io non ne sapevo nulla…

CARUSO: sì però dobbiamo decidere ora

AVV. Succi: se mi da qualche minuto per esaminare…

CARUSO: avvocato non è previsto… intanto lo guardi

PM Ronchi: ne approfitto per produrre materialmente le relazioni dell’amministratore giudiziario dott.ssa Zaniboni che sono già state acquisite nel corso delle udienze del 26 e del 31 gennaio 2017.

CARUSO: prendiamo atto, ma al momento stiamo facendo un’altra attività, comunque va bene

 

PM Mescolini: sono fattibili ulteriori atti di ricerca? Una modalità di estradizione con il Congo… sempre che si trovi in Congo…

Mar. Battisti: direi di no, siamo ancora in attesa di risposta dall’Interpol degli Stati Uniti… in data base è stato inserito, se verrà identificato in territorio nazionale ce lo segnaleranno

CARUSO: in Congo non sapete dove sia?

Mar. Battisti: No assolutamente

 

AVV Fornaciari in sostituzione dell’avv. Migale per Sestito: il collega mi chiede come prima istanza, lui non era informato che doveva essere sentito il testimone. Mi chiedeva di fare presente la questione al tribunale. Altrimenti sarebbe stato presente. Poi mi ha chiesto di chiedere se sanno solo che è in Congo  ma non precisamente dove

CARUSO: ha detto così

Mar. Battisti: non sappiamo se è in Congo, la madre ha riferito così, ma neanche lei lo sa per certo

CARUSO: questa questione è aperta da molto tempo, è stata sospesa

 

PM: all’ultima udienza dello sciopero l’avvocato Migale era presente e dicemmo che avremmo sentito il dott. Battisti

 

CARUSO: la madre le ha mai detto che Lusetti ha timore, ha ricevuto minacce? Avete degli elementi, ci descriva bene la storia di questo Lusetti

Mar. Battisti: che si sia allontanato per allontanarsi dal contesto creato e dalle compagnie che aveva frequentato penso sia fuori di dubbio. Lavorava fino al 2015 poi ha smesso di lavorare, è stato protagonista come parte offesa di due importanti operazioni. Si è allontanato da tutti anche dai famigliari, la madre non lo sente da mesi. Quando lo abbiamo sentito ha ribadito più volte che non vuole ritornare. Si è risentito per i plurimi articoli di stampa che hanno indicato la località dove si troverebbe. Vuole rifarsi una vita… non voglio che nessuno mi cerchi. Questo quello che ci ha…

CARUSO: va bene, si accomodi grazie.

Termina la deposizione del dott. Battisti.

 

Entra il maresciallo del reparto operativo Domenico Ferro di Taurianuova - Reggio Calabria

ESAME DEL MARESCIALLO DOMENICO FERRO

 

PM: non ho domande ulteriori rispetto a quanto è attestato negli atti, mi pare che contestassero i difensori, mi pare che le ricerche siano complete

AVV difesa: sinceramente ho appreso poc’anzi che è stata presa la decisione di sentire il maresciallo io non ero presente, relativamente alla posizione del sig. Feriani… è stato citato dal PM immagino?

PM: sinceramente no l’abbiamo… stamane era ad oggetto affrontare…

CARUSO: è un tema che non è stato affrontato la scorsa udienza, è un tema aperto da diverse udienze … quella di verificare se questi due testimoni assenti vanno considerati impediti, minacciati, assenti volontari, involontari, un tema aperto da tempo

AVV difesa: nel corso delle udienze ha chiesto l’acquisizione delle SIT, io ho fatto la mia opposizione, quindi io non ho assolutamente domande da fare

 

CARUSO: va bene - (ndr: rivolto poi al maresciallo Ferro): lei ha fatto le le ricerche del sig. Feriani?

Mar. Ferro: Sì.

CARUSO: è residente in Italia, regolare, irregolare?

Mar. Ferro: è stato cancellato per irreperibilità il 25 luglio 2008, fra l’altro abitava vicino alla nostra sede, in via Emilia Santo Stefano a Reggio Emilia.

CARUSO: aveva un permesso di soggiorno?

Mar. Ferro: era residente a tutti gli effetti, abbiamo tentato di contattarlo telefonicamente, non risultano più attive, abbiamo esteso le ricerche su ulteriori telefonie, non è recluso… abbiamo inserito nella banca dati una segnalazione di rintraccio per notifica, ma…

CARUSO: non ci sono persone dal 2008, questa persona è sparita nel nulla?

Mar. Ferro: no da quando mi hanno detto di rintracciarlo per le notifiche… presumo dal 2013 quando ho iniziato le ricerche. Non lo abbiamo trovato fino adesso. Ho inviato i vari certificati…

CARUSO: lei sa soltanto che era residente a Reggio Emilia fino al 2008, poi è stato cancellato dall’anagrafe…  i fatti per cui si procede sono?

PM: lui rese denuncia nel 2012, vi fu questa irreperibilità anagrafica ma risultava a domicilio

Mar. Ferro: no, erroneamente è riportato il domicilio, perché ho un certificato storico che dice che dal 2002 al 2008 risulta residente in via Emilia S. Stefano nr 24 che poi è stato cancellato di ufficio nel 2008

CARUSO: quando fa la denuncia nel 2012 viene indicato come residente?

Mar. Ferro: presumo di sì, abitava vicino alla caserma.

CARUSO: l’indirizzo che si  mette nella denuncia nel 2012 viene indicato come residente, l’indirizzo che si mette nella denuncia è lo stesso in cui risultava residente fino a qualche anno prima

PM: nel verbale così risulta, estrapolato dalla patente di guida

CARUSO: adduceva una residenza in quel luogo nonostante fosse stato cancellato

Mar. Ferro:  pensi un po’ sig. giudice ho redatto l’8 aprile 2016 questo verbale, giorni dopo mi trovavo in Comune ho detto spetta un attimo… mi risuovana il cognome di Feriani. Glielo mostro.

Ndr: Il maresciallo porta il documento al presidente Caruso

CARUSO: risulta essere stato residente fino al 2008 cessato di ufficio il 25 luglio 2008, mentre lui dichiara nel verbale di essere domiciliato allo stesso indirizzo. Va bene. Non ci sono altre questioni, ci ritiriamo.

 

TERMINA L’ESAME DEL MARESCIALLO DOMENICO FERRO

 

AVV Mancino: mi scusi, dovrei consegnare dei verbali di udienza al mio assistito Brescia Pasquale, chiedevo l’autorizzazione formale

CARUSO: li consegni al comandante

AVV Mancino:grazie

 

Ore 10.33 - la Corte si ritira.

Ore 11.10 - rientra la Corte.

CARUSO: il Tribunale sulle richieste del PM di acquisire i verbali rese in fase di indagini preliminari dai testi Ferjani Mounir e Lusetti Matteo ritenuto quanto a Ferjani Mounir che l’acquisizione del verbale deve ritenersi ammissibile trattandosi di soggetto che si è reso irreperibile già nel 2012 in circostanze che ne hanno rese imprevedibili la successiva irreperibilità, trattandosi di soggetto che all’epoca della denuncia esibì regolare documento con residenza sul territorio dello Stato. Rilevato quanto a Lusetti Matteo,  che allo stato una decisione non è possibile dovendosi approfondire gli accertamenti sulla posizione del Lusetti. Appare necessario assumeredirttamente la deposizione della madre di Lusetti, sig.ra Miari Lucia onde verificare in quale Paese esattamente si trovi Lusetti. E quindi la possibilità di assumerlo eventualmente in forme previste dalle convenzioni internazionali. Per tali motivi ammette l’acquisizione del verbale di FerjaniMounirdispone la citazione avanti a questo Tribunale di Miari Lucia per l’udienza di giovedì 11 maggio all’inizio dell’udienza.

 

CARUSO: Maresciallo può venire un attimo…?

Si avvicina al presidente Caruso un maresciallo dei Carabinieri.

 

PM: posso chiedere di delegare o sub-delegare la squadra mobile per la citazione della…

CARUSO: lo citiamo noi quindi il maresciallo che ci assiste in aula…

 

CARUSO: va bene, possiamo iniziare da Bolognino

AVV difesa: prima di iniziare avrei due istanze da parte del tribunale, la prima da parte dall’avv. Filocamo il quale mi ha chiesto di rappresentare al Tribunale il fatto che  era stato deciso all’udienza di astensione di sentire Bolognino nel pomeriggio quindi per tale ragione si era organizzato, poiché ha interesse ad essere presente essendo l’avvocato del fratello (Sergio Bolognino) per arrivare dopo la pausa. Mi faccio portavoce di questa istanza, è pur vero che è un processo mastodontico dove i difensori non possono avere un sostituto ma è anche vero che proprio per le dimensioni del processo ci vorrebbe un atteggiamento forse collaborativo anche da parte della Procura che tenga conto anche del programma fatto in relazione al quale gli avvocati si organizzano di conseguenza. La seconda è questa: a me risulta che non siano ancora stati sentiti i due testimoni a carico di Bolognino, che sono tale Curtatone Flavio e Cifuni Isabella.

CARUSO: sono i due genovesi?

AVV difesa: Non so di dove sono, non ci risultano che siano stati sentiti

PM: su Cifuni c’era l’accordo chiedendo che si potesse fare in seguito, lo avevo detto un paio di udienze fa e in quel momento nessuno disse nulla.

AVV difesa: laddove ci fosse questa istruttoria non conclusa volevo fare presente che non consentiamo l’inversioe dell’assunzione dell’ordine della prova, non ho sentito che fosse stato previsto…  sicuramente non eravamo noi in difesa di Bolognino Michele. Ho finito

 

PM: la Cifuni risultava all’estero, vi era stato questo accordo con un altro difensore, non il difensore di Bolignino… avv. Poggioli, in relazione al fatto che si sarebbe sentita dopo. Finimmo alle 21.15 mi pare udienza del 21 marzo 2017 mi dice la collega… Per quanto riguarda il fatto che all’udienza della scorsa settimana oltre a chiedere a Bolognino se intendesse rispondere non so se è stato fatto un calendario.

CARUSO: sull’altro testimone?

PM: chiedo un secondo per verificare

AVV: per memoria se posso, è vero quello che dice il PM sul problema della signora all’estero, per quello che risulta ai difensori di Bolognino la signora risultava impedita fino alla metà di aprile, oggi è il 9 maggio, dovrebbe essere disponibile

PM: doveva opporlo il giorno in cui dissi che si posticipava, nessuno ha obiettato. Era un accordo ribadito in udienza a cui nessuno si è opposto

CARUSO: ha da rendere deposizione sulla posizione di Bolognino?

PM: il difensore di Poggioli Simone ci fece questa richiesta,per noi è indifferente citarla per la settimana prossima… se ci da un secondo verifichiamo…

 

CARUSO: c’è un accordo per sentire Bolognino nel pomeriggio, è a verbale?

PM Ronchi: non sarà a verbale, perché ho incontrato l’avvPisanello all’udienza d’appello di Aemilia sabato scorso e mi ha comunicato che ci sarebbe stata nel pomeriggio, io le ho detto che avrei iniziato alla mattina con Bolognino e lei mi ha risposto che sarebbe stata sostituita da una collega. Ci teneva ad esserci naturalmente per il controesame, lo posso attestare personalmente

PM Mescolini: all’udienza precedente all’astensione vi fu una unanime manifestazione di volontà non  rispondere da parte dei legali presenti. All’udienza di astensionefu chiesto a Bolognino di persona di pronunciarsi. I difensori di Iaquinta, di Bolognino e dei Bianchini espressero la volontà di rispondere.

AVV: se posso...

CARUSO: no basta non può più…. Basta.

 

PM: non c’è una persona a cognome Curtatone fra i testi.

CARUSO: la collega ha trovato il verbale dell’udienza del 27 aprile, precedente allo sciopero in cui si legge: “per quanto riguarda il programma del mio ufficio salvo un teste,  mi veniva ricordato dalla difesa che c’è un accordo con la difesa per sentirlo, tale Cifuni, un accordo per sentirlo quando vi sarà anche il difensore, ma è l’unico teste rimasto ed è una questione sul 143 bis, un teste citato anche dalla difesa, quindi verrà sentito una volta sola.

Dal verbale risulta che vi fu accordo fra il PM e uno dei difensori per la posposizione dell’esame del teste che detto accordo fu annunciato in aula e che non sortì eccezioni o obiezioni da parte di alcuno che l’accordo sull’ordine delle assunzioni delle prove deve ritenersi basato su informali intese delle parti e comunque su un principio di lealtà e collaborazione al buon andamento del processo che esclude che eccezioni o obiezioni che potevano essere poste al momento opportuno siano riproposte in momenti successivi in modo da arrestare il normale andamento del processo. Che l’assenza di vincoli previsti appena di nullità all’ordine all’esatto svolgimento dei momenti processuali proprio in considerazione della possibilità di derogare all’ordine legale è sancito dalla giurisprudenza che assegna il carattere di mera irregolarità non incidente sul diritto di difesa. Tenuto conto che la rilevanza di una prova indicata e ammessa sottostà in ultima istanza a giudizio di necessità del tribunale, per tale motivi dispone procedersi con gli esami degli imputati riservando al momento in cui il teste sarà citato anche dalla difesa che lo ha indicato l’esame del teste Cifuni. Di Curtatone non vi è traccia di tale teste e il problema non si pone.

 

CARUSO: Chiedo se vi è assoluta necessità di cominciare da Bolognino

PM: abbiamo una calendarizzazione tale che ci impone di partire da Bolognino

 

IMPUTATO: volevo solamente ribadire quello che diceva l’avvocato non vedo dove si potrebbe trovare il problema penso dell’avvocato Pisanello che non è mai mancata, qual è l’ostruzionismo da farle, quando ci sono altri testi che non c’entrano niente con Bolognino, al mio avvocato interessa, se non c’era un ordine per quale motivo, perché non devono farlo quando c’è il problema

CARUSO: il percorso è del tutto nelle mani del PM. C’è un principio da affermare il fatto: che gli avvocati assumano una serie di impegni non è un elemento che possa impedire di svolgere in maniera ordinata il processo. Gli avvocati si devono organizzare, non è concepibile in un processo come questo. Se ci si allontana si assumano le conseguenze.

AVV: gli avvocati si organizzano se la Procura glielo consente. La Procura non è mai stata capace nemmeno di dirci da quale teste si partiva all’interno della stessa giornata. La Procura non ha mai collaborato con la difesa

PM: non è che possiamo dire chi alle 9 chi alle 11, questo non avviene in nessun tribunale del mondo. Noi dobbiamo partire da Bolognino perché anche la Procura ha delle esigenze.

AVV: anche i difensori di Vertinelli hanno avuto questa comunicazione in udienza

CARUSO: o facciamo dell’altro o ci dobbiamo fermare. Al di là di Bolognino e dei Bianchini c’è qualcun altro. Vogliamo fare Iaquinta?

AVV DIFESA: no

CARUSO: allora ci dobbiamo fermare… Floro Vito Gianni ci vincola… non posso procedere finchè non arriva. Sospendiamo finchè non arriva.

 

Ndr: La Corte si ritira per diversi minuti per poi rientare.

CARUSO: facciamo una cosa, facciamo la pausa pranzo,  ci rivediamo alle 13.30 e riprendiamo. E’inutile che stiamo qui ad aspettare

AVV: mi può dare atto che è arrivato Bolognino Domenico?

 

Ore 12.30 – pausa pranzo

 

Ore 13.00 - In attesa della ripresa dell’udienza pubblichiamo uno stralcio preso dall’ordinanza di custodia cautelare sull’imputato che dovrebbe essere audito nel primo pomeriggio (il condizionale è d’obbligo visto l’andazzo della mattinata):

 

BOLOGNINO MICHELE:

con il ruolo di promotore, dirigente ed organizzatore dell’attività dell’associazione in particolare per

la zona di Parma, e parte della bassa reggiana; garantendo il collegamento tra i partecipanti all’associazione, mantenendo e garantendo l’autonomia d’azione della medesima associazione nella individuazione degli scopi concreti da perseguire; mantenendo i rapporti con la “casa madre di Cutro”, e con Nicolino GRANDE ARACRI, in funzione di aggiornamento sulle attività in corso e di messa a disposizione di denaro, anche della stessa cosca reinvestito in Emilia; individuando le linee di intervento del gruppo e le azioni di interesse comune; aggiornando i partecipi in relazione al proprio ruolo, ai propri compiti ed alle mansioni di ciascuno coordinando l’azione dei partecipi ed in particolare garantendo il rispetto delle gerarchie e dei rapporti interni nell’osservanza delle decisioni prese e degli ordini impartiti nonché della divisione di compiti effettuata, in particolare per quanto riguarda l’attività relativa ad appalti e al recupero crediti; risolvendo i conflitti insorti tra i partecipi; decidendo le azioni di ritorsioni nei confronti dei partecipi che contravvengono alle regole; pretendendo ed ottenendo obbedienza dagli appartenenti al sodalizio; mantenendo rapporti con imprenditori e professionisti avvicinatisi alla cosca, e coordinando le attività compiute insieme a costoro (in particolare i lavori relativi al sisma emiliano del 2012); mantenendo il rapporto a nome dell’associazione e in relazione a singoli avvenimenti che coinvolgono l’associazione in se stessa ovvero taluno degli associati, con altri clan di matrice ‘ndranghetistica operanti in Piemonte e Calabria (clan Ursino, clan Papaniciari, clan Cirotani); ed in particolare commettendo i delitti sotto al medesimo contestati con ruolo di organizzatore o comunque di riconosciuto vertice dell’azione (che qui si richiamano a far parte integrante del presente capo di imputazione); detiene armi da fuoco a disposizione delle azioni comuni e comunque dell’associazione.

 

Ore 13.45 - l’aula comincia a riempirsi.

 

Ore 13.54 - rientra la Corte

CARUSO: vediamo se riusciamo a cominciare. Filocamo e Pisanello non sono arrivati

AVV Migale: è stato sentito un testimone per la questione Lusetti, ma io non ero presente

CARUSO: ha riferito quello che si era detto della madre, su avvocato!

AVV Migale: è stato negato il diritto alla difesa

CARUSO: a verbale

CARUSO: procediamo con Bolognino.

ESAME DELL'IMPUTATO BOLOGNINO MICHELE a cura del Pubblico Ministero Beatrice Ronchi

 

CARUSO: ha facoltà di non rispondere, se intende rispondere su altri assumerà la veste di testimone e da quel momenti in avanti dovrà sempre rispondere

 

PM Ronchi: cercando di procedere in senso cronologico le chiedo in via preliminare di riferirci dei suoi rapporti con la ‘ndrangheta fino agli anni 2000

Bolognino M: sono stato arrestato nel 1993 e ho finito la mia detenzione nel 2011

CARUSO: ho dimenticato un avviso: le sue dichiarazioni potranno essere utilizzate nei suoi confronti

Bolognino M: sono stato condannato per 416 bis, anche se non condividevo la sentenza, ma la rispetto. Il mio passato fa storia, vorrei parlare del presente non del passato

PM Ronchi: faceva parte della ‘ndrangheta?

Bolognino M: facevo parte della cosca Megna. C’è scritto nella sentenza

CARUSO: la domanda è rivolta a lei non alla sentenza

Bolognino M: come ho dichiarato, sì

PM: ha dichiarato “facevo parte del clan Megna”

Bolognino M: sì sì confermo, c'è scritto nelle pagine

PM: le pagine le guardano i suoi avvocati. Da chi è stato affiliato?

Bolognino M: in carcere a Catanzaro 1993/94 da Bonaventura… non ricordo… Bonaventura Giovanni e chi altro…. Un certo Giglio, Covelli credo… sono passati 30 anni

PM: ha dichiarato "Luca Megna e un certo Giglio Salvatore... c’erano 5/6 persone,,, Leo Russelli"

Bolognino M: no con lui non sono mai stato in carcere

PM: che grado di affiliazione?

Bolognino M: SANTISTA

PM: nel 93 che grado ha preso?

Bolognino M: tutto la, tutto insieme

PM: ha dichiarato prima ero come sgarrista poi?

Bolognino M: li ho presi tutti insieme in una settimana

PM: una carriera veloce, sgarrista e santista, oltre questo grado non è andato?

Bolognino M: quando sono uscito mi sono messo a lavorare e non ne ho voluto sapere più niente

PM: ora vedremo... Megna Domenico?

Bolognino M: non c’era

PM: non era detenuto con lei?

Bolognino M: no

PM: dopodiché dice "sono stato detenuto e sono uscito nel 2011"

Bolognino M: nel 2004 sono uscito in semi-libertà

PM: quando è uscito parzialmente?

Bolognino M: se non sbaglio 2003, la prima volta. Prima permessi di 12 ore: uscivo alle 9 e rientravo alla sera alle 21.

PM: fa dal 1993 al 2003/2004 continuativamente in carcere e dal 2004? Grande Aracri Nicolino lo ha conosciuto?

Bolognino M: dagli anni 89/90. L’ho conosciuto fuori.

PM: fuori dove?

Bolognino M: abitavo a Papanice, frequentavo Papanice, andavo a Cutro che è attaccato… andavamo a… roba da ragazzi l’ho visto più di una volta

PM: chi gliel’ha presentato?

Bolognino M: non ricordo, qualcuno... che eravamo lì, forse dei Megna, sono passati 30 anni, qualcuno di la’, io ero di Locri

PM: ha fatto mai periodi di detenzione con Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M: no mai, anche se avevo detto che avevo avuto qualche processo insieme, ma non era così

PM: Sarcone Gianluigi, Sarcone Nicolino, Diletto Alfonso, Valerio Antonio, Blasco quando li conosce?

Bolognino M: sarcone Gianluigi non lo conoscevo, l’h conosciuto per questioni lavorative, Nicolino nel carcere di Bologna, forse c’era Blasco, ma non ricordo bene, non eravamo nella stessa sezione… erano calabresi e ci conoscevamo perché con i calabresi di solito… Diletto Alfonso l’ho conosciuto a Reggio Emilia, eravamo entrambi in semi-libertà, per un mese 2007 credo 2008… Eravamo in semi-libertà, aveva una fabbrichetta che lavorava del ferro

PM: quando inizia a mettere il piede fuori dal carcere, 2004 dove si reca, dove vive, e cosa fa, con chi ha rapporti? In particolare mi parli dei Vertinelli

Bolognino M: mio fratello Francesco, aveva un ristorante a Montecchio “Pavone” credo, ero nel carcere di Foggia. Volendo dare un futuro ai miei figli, e alla mia ex, ci trasferimmo da mio fratello. Poi mio fratello ha avuto un problema: è stato arrestato. Mia moglie è rimasta nel ristorante che era stato chiuso. Ha trovato poi un lavoro nella casa di riposo a Montecchio, credo San Giuseppe, dove lavora tutt’oggi, con la casa di riposo e con la Caritas ha trovato un mini-apartamento. I miei figli andavano alle medie e alle elementari. Sono arrivato a Bologna e andavo a Montecchio. Le prime volte con i volontari dei ministri di culto che mi accompagnavano loro, mi presentavo alla caserma di Montecchio. Sono stato con i ministri di culto di Bologna. Vertinelli… ero molto confuso, grazie a Dio non prendo più psicofarmaci. Non sono mai stato detenuto con i Vertinelli. Li conosco tramite i miei figli che andavano a scuola a Montecchio, conosco i figli di Pino e di Palmo, uno Antonio e uno Palmino avevano la stessa età di mio figlio Domenico.

PM: lei chiede qualcosa?

Bolognino M: la dott.ssa Longo mi ha detto che mi serviva una richiesta di lavoro…  tramite mia moglie, ho domandato ai miei figli e mi hanno detto che c’era il loro padre (ndr: dei Vertinelli) che avevano una grossa azienda a Montecchio, io avevo una bici, "stanno facendo un ristorante a Montecchio", ho parlato con Palmo Vertinelli e gli ho chiesto se poteva farmi una richiesta di lavoro, gli ho spiegato la mia storia. Avevo bisogno di lavorare per poter dare una mano alla mia ex e ai miei figli. Palmo ha fatto la richesta e l’ho presentata al giudice di Bologna.La richiesta mi viene rigettata in quanto Vertinelli aveva avuto una discussione in una discoteca, non ricordo cosa

PM: lei disse "questa richiesta di lavoro mi viene rigettata perché aveva precedenti penali nello Scacco Matto"

Scacco matto, istanze di scarcerazione a raffica - Il Crotonese - 12 dicembre 2003

Bolognino M: eh no, ho controllato, c’è il rigetto… c’è scritto sul rigetto, ho detto una cosa sbagliata

PM: lei sapeva che aveva avuto problemi in Scacco Matto?

Bolognino M: diceva che era stato assolto per ‘stu fatto qua. A me interessava la richiesta di lavoro

PM: come ha fatto poi?

Bolognino M: tramite mia moglie anche con l’aiuto della Caritas, ho fatto richieste. A Montecchio chi aveva le imprese erano meridionali, calabresi, ho fatto una richiesta immobiliare a AUTO EMILIA SRL a Sant'Ilario D'Enza e mi hanno fatto la richiesta. La moglie faceva volontariato alla Caritas

PM: come si chiamava il marito?

Bolognino M: Le Rose Gino, non so se si chiama Salvatore

PM: continui, dal punto di vista cronologico

Bolognino M: volevo spiegare… dott.ssa prima che prendevo questi permessi in quanto sono stato condannato, la mia ex cognata Mirella Rimedio. Aveva accusato tutti, eravamo stati condannati tutti. Io dopo ho voluto chiudere col passato, mi sono avvicinato alla mia ex, mia cognata mi è venuta a trovare, mi ha aiutato economicamente, dal momento che ho deciso id mettere una linea dal mio passato ho dato un taglio, ho ripreso i contatti con mia cognata, ho ripreso a lavorare e sono uscito… la ‘ndrangheta se uscivo non è che prendevo il treno… so io quanti sacrifici ho fatto, come viveva mia moglie e i miei figli

esame bolognino M
mar FERRO

Mirella Maria Rimedio, ex cognata di Bolognino Michele.

PM: ci dica come è uscito dalla ‘ndrangheta, quando ha iniziato a lavorare con Diletto e Blasco. Quando aveva la Moschetta?

no no… ho cominciato nel 2004 con Immobiliare Emilia, andando avanti dopo un anno e mezzo, vado a parlre con il giudice di sorveglianza dicendo che volevo mettermi in proprio, diventare artigiano, facevo presente tutte le mie cose, le carte, perché avevo conosciuto un geometra che aveva un cantiere vicino a dove lavoravo io a Montecchio Emilia, strada per Calerno, vicino al ristorante dei Vertinelli. Faccio partita IVA con Edil Locri e lavoro insieme a lui. Abbiamo preso lavori verso Parma e verso il 2007 posso dire che stavo bene, fatturavamo 300mila poi un milione, avevo una decina di operai, avevo contatti con i servizi sociali, mi controllavano i carabinieri sul posto di lavoro, una volta al giorno, quasi sempre e io lavoravo.Ho fatto la ditta Edil Locri, mi sono ingrandito, parlo sempre con i giudici, gli assistenti sociali, che volevo aprire questa ditta e mi sono messo in società con Assalve Valerio e Giuseppe Vitalone (non ricordo bene i nomi) io ero l’amministratore delle aziende.

PM: Richichi era socio?

Bolognino M.: in un secondo momento. Avevo un affidamento bancario, non mi sono mai nascosto, intorno a 400mila euro e con la Moschetta 700/800mila euro più sconto fattura

PM: prende dei lavori sul cantiere di Marano?

Bolognino M.: no, escono in un secondo momento, ho preso lavori nelle ditte di Parma, ho lavorato poco con ditte di giù. I primi lavori… Montecchio è piccolino, andavo a mangiare nel ristorante dei Vertinelli, ho conosciuto i Vertinelli ho fatto qualche lavoro con Vertinelli

PM: in questa fase quali erano i suoi rapporti con Vertinelli?

Bolognino M.: l’ho conosciuto al ristorante, sono appassionati di camion, di cosi, quando passavo vedevo ‘sti camion e poi piano piano sono riuscito a prenderli pure io con leasing con ‘ste cose. Lo vedevo giù in piazzale, mi piaceva come lavorava, se doveva cambiare una gomma lo faceva lui, era una amicizia nata lì su queste cose qui, sui camion, io avevo la patente, ho preso il lavoro a Marano

PM: mi faccia inserire. Vertinelli lei sta parlando di chi?

Bolognino M.: Palmo Vertinelli, tutti e due, ma più Palmo, lui era appassionato di camion

PM: con i fornitori come agivano i Vertinelli, la aiutavano?

Bolognino M.: quando lavoravo per lui non riuscivo a pagare i fornitori, avevo bisogno di qualcuno che mi presentava, Vertinelli a Montecchio mi aveva fatto conoscere, diceva "mi fa lavori anche a me", poi ho preso affidamenti in banca e non c’è stato più bisogno.

Era nel 2006 dopo che ho aperto le ditte, all’inizio, mi ha presentato un artigiano che lavorava con lui, anche io avevo bisogno di qualche artigiano. Se lui mi ha portato da Lanzani e Vertinelli doveva pagare a me

CARUSO: lei deve evitare di divagare, evitiamo discorsi a ruota libera

Bolognino M.: devo spiegare

CARUSO: deve rispondere, non spiegare

Bolognino M.: ah va bene.

PM: lei ha detto “non ti preoccupare: se non paga lui a 60 gg, se no garantisco lui”

Bolognino M.: certamente gli dice a Lanzani," se mi ha portato lui", non ha fatto niente di strano

PM: cantiere di Marano, ci dica lei questo cantiere, il momento in cui ha a che fare con Diletto e Blasco

Bolognino M.: no, in quel cantiere Diletto non c’entra, prima di questo devo spiegare come ho avuto i contatti con Blasco. Con Blasco comincio a lavorare, Blasco mi fatto dei tetti in legno. Mi sono rivolto a Blasco facendo i preventivi, certe volte me li faceva lui, e mi faceva anche lavori di carpenteria, ho preso due lavori uno a Parma e uno a La Spezia. Avendo questi rapporti con Blasco ci siamo creati una amicizia, ci chiamavamo gli portavo gli operai, rapporti di lavoro. Cantiere di Marano: lo prendo io con la Moschetta Costruzioni perché lo prende il mio socio Assalve Valerio che erano amici con Croci.. non ricordo il nome del committente, io gestivo i cantieri e lui i contratti, è anche testimone… Facciamo la prima palazzina: 16 appartamenti, e finiamo. Poi mi doveva dare dei soldi per questo e iniziamo l’altro lotto, nel frattempo Moschetta cominciava ad avere dei problemi. Croci non mi ha pagato una fattura di 80mila euro. Se lui non pagava dovevo rispondere io. La banca non mi anticipava altre fatture… conoscendo Blasco che aveva un Consorzio Italia "Gaetano c’è sto lavoro da fare se lo prendiamo con il Consorzio se hai più forza economica facciamo questo lavoro insieme". A questo punto entra Blasco con me e siamo stati due mesi neanche, poi sono cominciati i problemi, discussioni. Una settimana, un mese prima che vengo arrestato nel 2009 nel novembre, poi le spiego perché, mi chiama Croci, ho avuto una discussione forte, gli ho detto "tu mi devi pagare", le solite discussioni sui cantieri. Quel giorno, arrivo lì e chi trovo lì? Trovo un imprenditore di Parma insieme a Diletto che mi ha dato pure fastidio. Lui dice che non c’entrava niente… mi hanno pagato… per verità ci devono dare dei soldi 20/35mila euro… le fatture le anticipava Blasco. Croci dice che doveva fare l’intervento a Diletto Alfonso che aveva preso lui il cantiere. Noi siamo usciti dal cantiere, Blasco la stessa cosa. C’era il cemento da pagare, non ricordo bene tutti i giri, ci sono le fatture….

PM: lei aveva fatto il cantiere di Marano con Blasco?

Bolognino M.: La Spezia, Borghetto Vara, Parma in via dei mille, 4/5 cantieri.

PM: ci sono state discussioni, ci mettiamo anche Diletto, circa somme di denaro che venivano richieste fra di voi, creditori/debitori?

Bolognino M.: non questo, le discussioni erano fra me e Blasco. Novembre 2009 perché vengo chiuso dalla semi-libertà. Dovevo dire dove andavo. Dovevo fare dei muri altri 3 metri ed esce una forte discussione con Blasco, conoscendo il mio carattere siamo due persone che gridiamo. Prendo il furgone, carico la baracca del cantiere  e me ne vengo. Il maresciallo non mi trova, quando rientro alle 17 con il camion pieno sono andato alla caserma. Il maresciallo ormai aveva fatto la relazione, vado in carcere poi non mi hanno fatto più uscire. Mi hanno revocato la semi-libertà. Pensavo che era stata la segretaria di Blasco, abbiamo avuto una brutta discussione

PM: per questa discussione vi siete rivolti a Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: no Blasco non c’entra niente. Non c’era la tavernetta, sono andato a trovarlo perché sapevo che era uscito (ndr: Nicolino Grande Aracri).Ci sono andato, sempre in Calabria, perché i miei figli avevano una casa

PM: da andare in Calabria ad andare da Nicolino… si attenga a quello che ho chiesto. Se dice che è uscito dalla ‘ndrangheta oltre ad avere rapporti con Blasco e Diletto se ne va a parlare con Nicolino. Io l’ho fatta parlare, segua le mie domande

Bolognino M.: avevo rapporti lavorativi, non di ‘ndrangheta

PM: cosa va a fare da Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: sono andato, non sono come Giglio, circa 5 volte

PM: a noi risulta 15 volte

Bolognino M.: io da Cutro ci passavo 10 volte al giorno

PM: ci dica quelle 5 volte che è andato, secondo lei

Bolognino M.: era uscito dal carcere, è un altro patito di camion di escavatori.... Blasco non c’entra niente con me

PM: ci è andato per un problema che aveva con Blasco?

Bolognino M.:

PM: di soldi legato ai cantieri di cui ci ha detto prima?

Bolognino M.:

PM: chi c’era?

Bolognino M.: non ricordo, qualche volta era solo, poi c’erano altre persone, una volta ho incontrato Diletto Alfonso

PM: lei ha un problema di soldi per un affare di cantiere con Blasco, non va da un avvocato, ma va da Grande Aracri Nicolino. Per quale motivo?

Bolognino M.: perché erano paesani  ma se ero capo della ‘ndrangheta come dice lei, me la discutevo, io non c’era bisogno che andavo da Grande Aracri! Da noi si usa così, lo conoscevo da una vita… Per evitare discussioni, mi trovavo lì e sono andato a salutarlo, non ho fatto nessun reato, l’ho sempre detto. Ho parlato a Grande Aracri di questa discussione con un suo paesano (ndr Blasco). Quando gli ho parlato di Blasco lui mi ha detto che aveva un fratello, Gaetano neanche lo conoscevo. Io neanche sapevo che era stato ucciso suo fratello

Ndr: dell'omicidio di Salvatore Blasco ne ha parlato il collaboratore di giustizia, Cortese nell'udienza del 9 febbraio 2017

PM: cosa dice Grande Aracri?

Bolognino M.: "vedo se lo contatto io, un altro paesano mio". Io avevo bisogno di quei soldi erano 12/13mila. Ho parlato anche del discorso di Covelli.

PM: aspetti ha detto che ha incontrato anche Diletto

Bolognino M.: non quel giorno.

PM: perché c’era Diletto?

Bolognino M.: gli ho detto anche a lui di questo fatto qua

PM: lei disse “Quel giorno incontro pure Diletto, seduti la’. Era andato a lamentarsi per un fatto di Blasco per quel cantiere di Marano". Coincidenza, sempre per quel cantiere?

Bolognino M.: no dott.ssa ero confuso, quel giorno parlando la’ gli dicevo a Diletto che doveva darmi 20mila euro e Diletto mi diceva che aveva una fornitura aperta di materiale. Io sono andato perché sapevo che lui aveva questa amicizia con questo Rocco Covelli di Mantova

PM: perché eravate davanti a Grande Aracri Nicolinio?

Bolognino M.: io ero andato per la mia… poi ho trovato Diletto. Dopo io me ne vado per i fatti miei. Diletto aveva la casa lì. Ci incontriamo a Crotone con Diletto e gli dico che andavo all’aereporto. E io gli dico "non ci andiamo insieme senno poi…" perché io con i precedenti miei quando venivo fermato restavo fermo un’ora perchè i precedenti risultano

PM: poi era andato da Grande Aracri quel giorno?

Bolognino M.: mica ho fatto un reato, era niente di strano

PM: poi, seppure per coincidenza, prende l’aereo con Diletto, è così?

Bolognino M.: io non sapevo neanche che Diletto era in Calabria. Io ho detto "non ce ne andiamo insieme", per questo motivo, ho detto, certo che abbiamo preso l’aereo!

PM: 7 febbraio 2012 con lei andava Giglio Giuseppe?

Bolognino M.: Giglio? Può essere, mica nascondo niente, poi risponderò pure su Giglio, non sono Giglio!

PM: no lei è Bolognino… ma c’è un altro particolare, quel giorno ci sono contatti con la ‘ndrangheta di San Luca

Bolognino M.: lei sta dicendo che è della ‘ndrangheta di San Luca…

PM: allora lo dico io

Bolognino M.: Giglio lo sa se Diletto cercava qualcosa

PM: quella sera vi siete incontrati con Giorgio Giovanni di San Luca?

Bolognino M.: può essere di sì. Con Giglio in Calabria sono andato … l’ho incontrato questa persona…

PM: da Grande Aracri Nicolino ci è andato con Giglio?

Bolognino M.:

PM: cosa è andato a fare con Giglio con Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: di cosa hanno parlato non lo so, a me mi ha detto se lo accompagnavo. Io sono sceso con Giglio, per fatti personali…. Questo lo ha dichiarato Giglio

PM: non si preoccupi di quello che ha detto Giglio

Bolognino M.: non so cosa hanno parlato

PM: lei ha detto a spontanea dichiarazione perché vi fu questo incontro

Bolognino M.: non ricordo

PM: ha fatto riferimento a un debito con il cinese

Bolognino M.: ma non c’era Giglio con me, non ricordo

CARUSO: se avete la dichiarazione, la contestate

PM: spontanee dichiarazioni... non so se possiamo contestarla:

13 dicembre: lei dice "Giglio aveva un debito con altri cinesi"

Bolognino M.: se mi contesta le mattonelle… il 7 febbraio 2012… delle mattonelle si parla in agosto 2012, cosa c’entra il cinese?

PM: lei deve rispondere alle mie domande, le ragioni per cui è andato da Grande Aracri. Le ho chiesto l’argomento

Bolognino M.: Giglio ha parlato da solo con Grande Aracri. La discussione è nata fra me e Giglio non con Grande Aracri, lui aveva un debito che poi mi ha detto tramite un commercialista, Villirillo… "‘ste mattonelle me le puoi ricevere a me che devo saldare questo debito"

AVV difesa: Bolognino ha risposto più volte dicendo che non sapeva di cosa avevano parlato, chiederei che il PM aspettasse la risposta, se c’è qualcosa le contesta, però non facciamo dire a Bolognino cose che non ha detto…

PM: la volta che ci va con Giglio è precedente o successiva a quella volta per cui aveva parlato con Blasco?

Bolognino M.: no ero da solo. Quando sono andato con Giglio perché l’ho accompagnato, neanche sapevo. Non abbiamo neanche parlato a casa sua

PM: e dov’era?

Bolognino M.: dentro una stradina, non ricordo, dei garage, sotto… non ricordo

PM: nessuna indicazione?

Bolognino M.: dentro un mezzo di Cutro…. Non lo so. Ho accompagnato Giglio e non ho assistito

PM: perché le ha chiesto di accompagnarlo?

Bolognino M.: perché con Giglio scendavamo più di una volta, ho detto con Giglio che ero stato anche io, e lui mi disse di accompagnarlo. Io quando sono andato io ho parlato di Covelli…

PM: 21 maggio ha detto “una terza volta sono andato con Giglio e hanno parlato, non a casa loro ma di Raffaele a Cutro, uscendo da quella strada, 200/300 metri dalla casa di Grande Aracri Nicolino... 'sto Raffaele è quello delle mattonelle, non vorrei che si assomigliano”

Bolognino M.: non so se era lui era somigliante

PM: chi ha deciso questo luogo?

Bolognino M.: Giglio sapeva tutto. Giglio mi ha disegnato la strada per andare, Cutro la conosco come zona centrale…

PM: però sapeva dov’era la casa di Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: gliel’ho detto e glielo confermo non ho niente da nascondere.

PM: tornando al 7/2/12 quando viaggia in aereo con Diletto e con Giglio in quella giornata, abbiamo accennato, c’è una parte della vicenda di Giorgi Giovanni, cosa ci vuol dire?

Bolognino M.: doveva riprendere dei soldi da Giglio 20/30 mila euro, avevano discusso, Giglio mi chiama e mi chiede se lo conoscevo, questo lavorava con le macchine della Germania, lo conosceva Stefano Marzano, l’ho incontrato a Bologna, non l’ho mai visto da Giglio. Giglio dice che mi aveva visto con la pistola, io ero a Riccione… Giglio doveva riconoscermi dei soldi, avevano fatto dei passaggi con i camion in Germania…soldi che avanzavano vermente. L’ho incontrato a Lamezia Terme, è venuto e si è preso i soldi, un po’ in contanti un po’ in assegno.

PM: si ricorda che poi ha viaggiato con Giglio in quell’occasione?

Bolognino M.: certo, i soldi glieli ha dati Giglio.

PM: Giorgi lo aveva sentito?

Bolognino M.: sì, ci siamo incontrati a Bologna, una volta pure all’uscita di Campegine, che abito lì vicino. Aveva una mercedes classe A che mi voleva vendere ed eravamo rimasti che quando scendevamo sistemava la sua situazione

PM: perché interviene lei?

Bolognino M.: perché ero della stessa provinicia di Locri

PM: capisce che questa spiegazione geografica non ha nessuna ragione. Mi può spiegare il senso di questa conoscenza geografica?

Bolognino M.: dott.ssa non deve mettermi in bocca cose che non ho detto!

(ndr: l'imputato pronuncia questa frase con voce molto alterata)

PM: Bolognino stia calmo!

Bolognino M.: Giglio mi ha detto… Ursino mi ha detto la stessa cosa… mi trovo in mezzo a questo Mario Ursino con questa discussione…. Non penso di aver fatto niente di male. Ho chiesto a Marzano se lo conosce e lui lo conosce, sono cose che giù in Calabria funziona così, forse è una mentalità sbagliata...

PM: prendiamo in atto di come ragionate

CARUSO: noi chi, noi calabresi?

Bolognino M.: calabresi, meridionali. Ho avuto problemi con uno di Parma e ho trovato una persona di Parma se poteva aiutarmi a risolvere questo problema… non penso di non… se mi facevo i fatti miei era meglio

PM: la gran parte di quelli che sta nominando sono soggetti che oltre ad essere calabresi sono soggetti condannati per 416 bis, Bolognino!

Bolognino M.: e anche io…

CARUSO: è una constatazione!

PM: centrava anche Riillo Pasquale?

Bolognino M.: no di lui non so niente, avevano una discussione per i fatti loro con Giglio. Mi trovo con Giglio… c’era una amicizia, eravamo intimi amici io e Giglio…

PM: del fatto che voi foste amici, risulta. Le chiedo: non non c’entrava Rillo Pasquale?

Bolognino M.: no

PM: le faccio sentire la dichiarazione dove lei parla con Giorgi Giovanni e fate riferimento a Pasquale

Ndr: Sentiamo un audio in aula dove si parla di Riillo Pasquale

AVV. Laratta (difesa Bolognino): c’è opposizione

CARUSO: a cosa?

AVV. Laratta (difesa Bolognino): è possibile verbalizzare?

CARUSO: ha già verbalizzato… abbiamo il tempo contato per piacere! Avanti!

Bolognino M.: tra Giglio e Pasquale avevano delle discussioni fra di loro

PM: Pasquale chi?

Bolognino M.: Riillo, l’ho detto prima… se io ero il capo della ‘ndrangheta in Emilia...

CARUSO: lei deve rispondere.. andiamo avanti

Bolognino M.: ho parlato da Grande Aracri Nicolino, ma la cosa più grave era Covelli

PM: "passa un mese rispetto a quella prima volta e ridiscendo giù, dico io sono rovinato se domani non pago alla banca protesto a mia figlia, io non ce ne ho…" Le viene chiesto Grande Aracri cosa le risponde? Dopo la prima discesa ha dichiarato che è disceso ancora?

Bolognino M.: può essere, ma me li ha fatti avere i soldi? Ha controllato se mia figlia è stata protestata quel giorno? Non è che li ho presi i soldi. Poi con Blasco ci siamo aggiustati per i lavori, lui mi interessava fino a un certo punto, la persona che non riuscivo a rintracciare era Covelli. Sapendo che era un amico suo sono andato per questo

PM: si ricorda altre ragioni per cui è andato da Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: no 4/5 volte

PM: mai andato con Ursini?

Bolognino M.: MAI

ndr: l'imputato scandisce bene la parola "mai"

PM: mai?

Bolognino M.: mai

PM: come lo conosci Ursini?

Bolognino M.: a Parma… tramite persone di Torino è venuto insieme a queste persone di Torino, una macchina targata inglese, una range rover, in quanto avanzavano dei soldi con mio fratello Sergio

PM: in che epoca?

Bolognino M.: fine 2012… l’ho visto al bar di mio figlio… non so come sono arrivati la’, tramite questa persona di Torino.

PM: prendiamo atto del numero di volte che dice di essere andato da Grande Aracri, le contesto che sulla base di quello che è stato ricostruito a noi risultano con certezza altre date (ndr il PM le elenca molto velocemente)

CARUSO: come risultano?

PM: intercettazioni e telecamere, come ha ricostruito in udienza il maresciallo D’Agostino

Bolognino M.: la mia macchina può essere. Se ero andato con Ursino non avevo problemi a dirlo. Io di quella strada di Grande Aracri ne passavo pure 100 volte, ma da Grande Aracri se sono andato 5/6 volte, ma con Ursino non sono mai andato. Se sono passato io non sono andato da Grande Aracri

PM: ne prendiamo atto

Bolognino M.: e poi devo pure rispondere, per le postazioni del telefono

PM: non le ho chiesto del telefono, ho detto delle intercettazioni

Bolognino M.: sta dicendo una cosa che non è vera, le intercettazioni le ho lette anche io, c’era una volta sola. Poi vediamo quando posso rispondere su questo fatto. Uno contesta una cosa che non è vera e va bene così

PM: visto che ha fatto cenno sulle mattonelle e sul fatto che Giglio veniva richiesto da Grande Aracri di pagare un debito con dei cinesi... Come si incastra questa circostanza?

Bolognino M.: le mattonelle le acquisto io e Giglio. Prima io poi mi serviva una azienda per fare degli assegni a quelli delle mattonelle, la verità ho visto da Giglio, Giuseppe Vertinelli e gli ho detto "tu conosci una azienda", coso, e lui ha detto "parla con Giglio" e ho parlato con Pino Giglio. Io ero protestato non potevo fare più niente, ero rovinato. Queste mattonelle dovevo… sembra che ho truffato io quelle delle mattonelle ma il truffato sono stato io! Ho visto queste mattonelle un certo Rossi… mando mio fratello e dice che il capannone era al buio, poi ho parlato con Giglio che ha mandato una persona di Verona per fare questi assegni a Luca Rossi

PM: cerchi di essere più preciso. Ha detto all’ufficio di Giglio ho incontrato Pino Vertinelli?

Bolognino M.: sì e mi ha detto di parlare con Giglio

PM: ma di che cosa?

Bolognino M.: mi serviva una azienda che dovevo prendere per le mattonelle e Vertinelli mi ha detto di parlare con Giglio. Giglio mi ha detto che aveva questa società… aveva avuto tante società

PM: le contesto fa riferimento prima a Vertinelli Pino e poi Vertinelli Palmo. "Avevo un aggancio in Romania per vendere le mattonelle". "Parla con Palmo?" "Si c’era una ditta di un certo Oppido". Lei dice "vabbè prendiamo queste mattonelle che le vendiamo in Romania". Lei dice di aver parlato con Vertinelli Pino che le indica la società di questo Oppido, la Secav.

Bolognino M.: come ho sbagliato all’inizio per dire che ero in carcere con Vertinelli… Ho parlato sotto l’ufficio di Giglio. Non mi ricordavo… ho fatto tanta confusione… Ho parlato con Pino Vertinelli e mi ha detto "parla con Giglio", ho parlato con Giglio. Lui mi ha detto di questo Oppido Raffaele, non mi ricordo di preciso

PM: l’ha menzionato prima

Bolognino M.: Oppido Raffaele, ho mandato mio fratello a controllare le mattonelle. E’ venuto una persona che non conosco per conto di Giglio, ho cominciato a caricare le mattonelle, ho sentito che Rossi diceva che ho caricato fino ad agosto fino a settembre, ma era perché gli ho fatto un favore a prendere queste mattonelle che erano da pagare. E ho dovuto pagare i camion di Muto Antonio di Gualtieri. Giglio….

PM: quando le viene chiesto se aveva tirato fuori una lira lei dice "no, la Secav aveva pagato tutto"

Bolognino M.: dott.ssa ma se ci sono le telefonate dove io dico che ho pagato, sto facendo l’interrogatorio per mettere in chiaro le cose…8mila euro ci sono le fatture. Giglio mi dice non ho i camion, e lui mi da il numero di Muto Antonio di Gualtieri. Ho fatto i viaggi e ho pulito il capannone a Rossi. Non riuscivo neanche a piazzarle le mattonelle. "Basta che mi pulisci il capannone"

PM: sapeva da dove venivano le mattonelle?

Bolognino M.: no, un fallimento…

PM: lei ha detto che avevano fallito, che stavano andando all’asta e dovevano togliere via le mattonelle

Bolognino M.: e cosa ho detto io, se mi fa venire di parlare, ho sentito anche nelle udienze. Erano mattonelle all’asta fallite, ho preso una grande fregatura

PM: quanto ha sborsato?

Bolognino M.: io? Io non ho pagato neanche una lira, ho pagato solo i viaggi che ho fatto a Muto, da Mantova a Montecchio quasi 12mila euro per togliere le mattonelle e poi le ho portato in Calabria, un po' a Locri, a Vibo… Buttiglieri mi chiedeva se conoscevo un trasportatore

PM: perché si faceva chiamare Pasquale nelle telefonate con Sandrini e Rossi?

Bolognino M.: no, Pasquale Izzo era uno che lavorava con me… Sandrini voleva la carta di identità. Ha lasciato i documenti Izzo

PM: perché si presentava come Pasquale?

Bolognino M.: eh dottoressa se Luca Rossi dice che ha le fotocopie delle carte…forse ho risposto io col telefono… poi sono andato io

PM: prima si faceva chiamare Pasquale?

Bolognino M.: questo qua Davide Sandrini…

PM: come mai suo fratello si è presentato come geometra Sartori?

Bolognino M.: no, non l’ha mai fatto, forse esisteva davvero questo geometra, io non ricordo bene. Giglio ha tutte le carte

PM: ne prendiamo atto.

 

PM: ha detto i trasporti da Mantova a Montecchio. Chi ha fatto i trasporti?

Bolognino M.: Muto

PM: Triffino?

Bolognino M.: no, Muto, Mendicino se non sbaglio, uno Nicola di Torre Melissa che mi ha fatto conoscere Giglio.

Sapendo che Mario Ursino era di giù… c’era questo commerciante che voleva queste mattonelle

PM: ha detto che doveva venderle in Romania?

Bolognino M.: quando le hanno viste non le hanno volute

PM: quanto le aveva pagate, non le aveva pagate niente!..., cosa voleva delle belle mattonelle?

Bolognino M.: ho ripulito il capannone

PM: e voleva le mattonelle per ripulire il capannone?

Bolognino M.: queste mattonelle, le ho mandate anche a Sassuolo, uno di Sassuolo, mi ha detto dove le hai prese?, sono tutte di scarto,

PM: sono state proposte a Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.:

PM: me lo dica bene

Bolognino M.: quando ho preso queste mattonelle, Giglio dice che aveva questo debito. Giglio mi dice di Grande Aracri Nicolino e Giglio mi doveva… mi trovo in mezzo a questa discussione di Sorbolo… e io gli cedo queste mattonelle di 18/20 mila euro…

PM: mi scusi Bolognino, mi spieghi bene se è nelle condizioni di farlo. In Romania non le vogliono, forse in Calabria le vogliono?

Bolognino M.: no neppure in Calabria

PM: viene fuori Giglio che ha un debito, salta fuori Grande Aracri Nicolino...

Bolognino M.: me lo dice Giglio, che ha un debito con un cinese. E io gli dico mi prendo queste mattonelle, metto a posto la mia situazione, io devo prendere un appartamento….

PM: deve completare il discorso. Abbiamo parlato di un debito di Giglio con i cinesi, del debito di Grande Aracri Nicolino e poi nomina Buttiglieri… a chi mandate le mattonelle?

Bolognino M.: dott.ssa a Crotone… a Papanice, a Rocca… a San Mauro a Rocca Minino (…) un fornitore, un altro di Crotone. A Cutro ai fratelli Le Rose, poi conosco il figlio di Buttiglieri tramite Stefano Marzano e poi tramite Mario Ursino …. Ho iniziato a mandare le mattonelle. Si è inserito anche Grande Aracri Nicolino tramite Giglio che doveva sti soldi per dei televisori

PM: lei dice un cinese

Bolognino M.: era della Cina, una società, sapevo che erano cinesi. Giglio faceva delle truffe con queste società qua. Giglio mi dice di cedere le mattonelle, io acconsento, le manda a Grande Aracri e lui non le riusciva a vendere e non so come è arrivato a Buttiglieri e queste mattonelle sono ferme ancora la…

 

AVV. Laratta (difesa Bolognino): per riuscire a capire, se il PM lascia finire la risposta e se Bolognino può parlare con voce più tranquilla non come se fossimo in un circuito di formula uno!

PM: c’entra pure Oppedisano

Bolognino M.: gli ho dato delle mattonelle… erano venuti insieme a Ursini a quelli che erano venuti con quelli della macchina inglese, quando ho conosciuto Ursini ho conosciuto Oppedisano

PM: che rapporto avevano questi due soggetti?

Bolognino M.: dott.ssa io ho detto: quando sono venuti la prima volta, avevano una macchina inglese, con loro c’era questo Oppedisano, la macchina era inglese però parlavano bene l’italiano. C’era anche Belfiore Giuseppe

PM: da lei il figlio di Buttiglieri chi gliel’ha mandato? Oppedisano?

Bolognino M.: no tramite Marzano Stefano, può essere anche Oppedisano, non ricordo bene.  Oppedisano mi ha fatto anche dei lavori a casa di mia mamma, faceva il fabbro

PM: con Ursini c’è stato qualche altro rapporto, al ristorante?

Bolognino M.: sì è venuto più di una volta, mi veniva a trovare, faceva il commerciante di carne, voleva comprare qualche camion… faceva... non so come spiegare in italiano, tipo commerciante. 2/3/4 volte… non di più.

PM: è venuto fuori anche un camion con cui Giglio avrebbe pagato una parte del debito?

Bolognino M.: l’ho pagato io, era il mio. Motrice con semirimorchio

PM: a chi era intestato?

Bolognino M.: Giglio mi dice "lo paghi a rate"

PM: non era intestato a lei?

Bolognino M.: era intestato a Giglio, io lo stavo pagando, anche col genero facevo così, tipo padroncini. Uno pagava il gasolio, la rata e quello che rimaneva… quando ha tolto quel debito il camion che ha ceduto è stato quel camion lì. Valeva 15mila euro questi soldi qua. Con quel camion si è scontato un valore di 50mila euro.

PM: che marca era?

Bolognino M.: rosso, un fiat... Giglio aveva truffato questo cinese…

PM: cosa c’entra Ursino con questo cinese?

Bolognino M.: perché Ursino era insieme con questo cinese

PM: abbiamo chiarito. Giglio era in debito verso questo cinese, ha pagato con le mattonelle e con il camion, però ha pagato Ursino… cosa c’entra Grande Aracri Nicolino? Perché è andato a parlare con Nicolino?

Bolognino M.: questo non lo so. Ursino era in società con il cinese

PM: Le avevo chiesto se è andato da Grande Aracri Nicolino con Giglio per parlare del debito che aveva con il cinese, che era socio di Ursino

Bolognino M.: no io non lo sapevo, me lo ha raccontato Giglio, non sapevo che Grande Aracri Nicolino sapeva del debito

PM: quindi lei sapeva che era in debito con il cinese e con Ursino visto che era il socio?

Bolognino M.: certo

PM: in questo discorso come interviene con Mario Ursino?

Bolognino M.: intervengo quando Giglio davanti al cinese mi ha detto "è vero che devo dare questi soldi" ma non aveva soldi e sapendo che c’era questo Ursino che era calabrese, gli ho parlato io, gli abbiamo dato il camion… Giglio è andato altre volte senza di me da Grande Aracri…

PM: alla fine della fiera mi deve spiegare cosa c’entra Grande Aracri in questa vicenda che riguarda Giglio, Ursino, il cinese…

Bolognino M.: cosa c’entra Grande Aracri non lo so, io so di Ursino e del cinese che erano soci e Giglio gli doveva dare questi soldi

PM: in questo discorso con Ursino sa se aveva dei rapporti con Blasco Gaetano e Valerio Antonio?

Bolognino M.: non lo so… penso che Blasco e Valerio Antonio hanno visto Ursino perché stavo facendo un cantiere a Baganzola erano venuti al bar di mio figlio… ci siamo visti lì, li ho presentati io se non sbaglio al bar, ci sono le fotografie che siamo al bar

PM: c’era anche un tale Roberto quando ha fatto queste presentazioni?

Bolognino M.: no, con Blasco e Valerio ci siamo incontrati al bar Dodonut

PM: c’erano Valerio e Blasco?

Bolognino M.: stavo aggiustando a Baganzola, dovevo fare delle ringhiere che poi Blasco mi doveva fare le ringhiere di legno per conto di Loris. Ed erano al bar e li ho presentati

PM: lei conosce Ursino per la barca che riguarda suo fratello?

Bolognino M.: aveva un debito con questi di Torino 80/90mila euro, avevano preso una barca in leasing con queste persone di Torino

PM: quali?

Bolognino M.: la targa inglese, non so come si chiamano

PM: Pichierri?

Bolognino M.: dott.ssa ho visto le fotografie

PM: Belfiore?

Bolognino M.: gliel’ho detto… Giuseppe. E c’era Antonio Ritorto che ci sono le fotografie pure, ho sentito dire che era il nipote di Mario Ursino, aveva dei locali che voleva prendere in gestione che poi non abbiamo fatto niente

PM: quando accade?

Bolognino M.: la prima volta che lo incontro, al Dodonut

PM: qual è la problematica?

Bolognino M.: il fatto di mio fratello

PM: spieghi

Bolognino M.: doveva dare dei soldi a queste persone

PM: cosa è stato detto?

Bolognino M.: lui si giustificava dicendo che non doveva darli, per un leasing di una barca, non so niente… so che erano 100mila euro non so

PM: perché vengono da lei a parlare?

Bolognino M.: vengono a Parma perché mio fratello… si sono incontrati al bar di mio figlio. C’erano persone che mi volevano

PM: perché volevano lei?

Bolognino M.: ho chiamato mio fratello

PM: non aveva concordato l’appuntamento?

Bolognino M.: avevano lasciato il numero a mio figlio… io li ho chiamati perché non sapevo chi erano e poi ci siamo incontrati al bar…. Qualcosa penso ha dato mio fatello, non so quanto

PM: come è finita?

Bolognino M.: mio fratello ha pagato una parte, non so se 30/40, la discussione l’ha fatto tutta mio fratello, sono stato presente uno o due volte, poi si sono incontrati a Vicenza non so dove… sono stato presente una volta a Parma o a Vicenza non ricordo

PM: sa se Ursini era andato da Grande Aracri per questa barca?

Bolognino M.: no mai

 

PM: e Olinto Bonalumi?

Bolognino M.: è stato in carcere con me a Foggia

PM: cosa c’entra nella vicenda della barca?

Bolognino M.: se non sbaglio dovevano prendere insieme una barca ma poi non hanno fatto niente, gliel’ho fatto conoscere io a mio fratello

 

PM: conosce Femia Nicola detto Rocco?

Bolognino M.: Rocco sì, prima di arrestarmi aveva dato la macchina alla figlia, gli avevo nolleggiato una macchina tedesca. Conosciuto tramite Marzano, lui ha un capannone a Monselice in provincia di Ravenna. Rapporti normali di lavoro, dovevo fare questi lavori, li ho fatti al capannone poi collaboravo con Marzano nelle macchine a noleggio, con targa tedesca, camminava con targa tedesca… con l’autovelox così non pagava le multe… ho fatto dei lavori al vilaggio a "Desenzano Garda Village" di Prospero Mauro, facevo dei lavori, volevo fare una sala giochi che non è stata più fatta. Era un villaggio grandissimo. Poi con Rocco… trattava videopoker, slot machine…

Poi non ho fatto niente, aveva messo le macchinette al bar dei miei figli e poi con i miei figli non si è trovato, le hanno tolte dopo un mese le hanno date indietro e si sono prese le macchinette di uno di Parma

PM: cosa sapeva di Femia?

Bolognino M.: che aveva avuto precedenti, adesso leggendo…

PM: interessa prima

Bolognino M.: sapevo che aveva un definitivo da scontare, anni 90, una persona che aveva avuto dei problemi come avevo avuto io, pensavo fosse più indietro ancora. Di Femia ero andato a trattare un albergo a Punta Marina, un albergo della sua compagnia, nel 2012, poi è successo la discussione, non la discussione..., che lo hanno arrestato… Ero la', sono usciti i debiti, aveva debiti con i fornitori… Femia mi diceva che non aveva questi debiti, ma il suo commercialista…

PM: l’hotel l’ha preso?

Bolognino M.: no, sono subentrato, lo gestivano sempre loro, io controllavo i conti, controllavo come il personale lavorava. Dovevo prenderlo insieme a Pino Giglio e Giulio Giglio. Era lui che finanziava, io non ho la possibilità. Poi abbiamo lasciato stare perché è successo il casino e siamo tornati indietro

PM: ha preso dei mobili?

Bolognino M.: no, adesso le devo rispondere… ho sentito dire che ho preso 30mila euro a Femia, che ho fatto firmare alla compagna… se è vero che la figlia di Rocco, a novembre 2014 viene a noleggiare un'auto, se io avevo truffato il padre, vorrei capire quando Rocco dice che faccio parte della cosca emiliana, ma se tu dici che faccio parte e Bolognino di che cosca fa parte? Deve sapere anche i partecipi… facile dire così!

PM: sapeva della vicinanza di Rocco ai Mazzaferro?

Bolognino M.: no, non li conosco, quando ho letto quelle cose...

PM: come mai può dire una cosa del genere? Perché lui direbbe che lei appartiene alla ‘ndrangheta, che ve lo siete detti reciprocamente

Bolognino M.: quando uno lo dice deve dire che grado ho, con chi sono…

PM: perché lo dice?

Bolognino M.: per prendere credibilità, anche Giglio dice delle cose… Femia Rocco deve dire che ruolo, chi sono i partecipi, se ho fatto qualcosa della ‘ndrangheta emiliana, come la chiama lui… Il mio socio di Riccione è Marzano e Rocco lo conosce bene, facile per prendere credibilità, oggi esco pazzo io, come dice Cortese!

PM: quindi sono tutti pazzi?

AVV. Laratta (difesa Bolognino): mi oppongo!

CARUSO: la prego di tacersi

Bolognino M.: anche Cortese, viene a Parma, sta a Parma 3 anni… come dicono i giornali come avete scritto voi, che sono capo a Parma e non viene da me… nella vecchia vita… se Cortese arrivava a Parma, con me si incontrava, non veniva a Parma e a Reggio Emilia e faceva estorsioni senza venire da me!

CARUSO: va bene

AVV. Laratta (difesa Bolognino): la questione che vorrei sottoporre al tribunale è in relazione all’acquisizione delle intercettazioni di Rocco Femia

PM: ho chiesto se conosceva Rocco Femia. Punto. Non ho citato nessuna intercettazione. E Bolognino ha risposto come suo diritto.

 

CARUSO: il tribunale si ritira 10 minuti per deliberare sulla richiesta di opposizione dell’avvocato.

Rientra la corte dopo qualche minuto.

 

CARUSO: il tribunale sentita l’istanza di revoca dell’ordinanza emessa dal tribunale nelle precedenti udienze relativamente al rapporto fra esami degli imputati e disponibilità delle trascrizioni, rilevato all’intervento dell’avvocato Laratta, nulla emerge di nuovo rispetto a quanto già deciso dal Tribunale,rigetta l’istanza confermando la motivazione della precedente ordinanza, ribadendo le forme e i modi degli esami degli imputati seguiranno quelli previsti dal codice. Il tribunale rivela peraltro come l’esame del PM dovrebbe tendenzialmente rivolgersi sui temi esplorati nella fase dell’interrogatorio, perché interrogare gli imputati a tappeto non credo che sia una logica accusatoria. Quindi cerchiamo di stringere e dedicarci ai fatti

PM Ronchi: guardi presidente siamo stati sui fatti, sono tutti capi di imputazione

CARUSO: l’esame fatto è perché devono essere introdotti elementi utili, lì si deve limitare… andiamo avanti!

PM: stiamo cercando di sintetizzare il più possibile

 

PM: due precisazioni prima di cambiare argomento. Senta lei si è mai recato con Mario Ursino da Giglio Giuseppe a Gualtieri?

Bolognino M.: sì l’ho detto prima che sono andato

PM: in che contesto?

Bolognino M.: non lo ricordo dott.ssa, so che sono andato, non ricordo in quale contesto, sicuramente per il fatto del camion

PM: on riferimento ai viaggi delle mattonelle, lei ha indicato alcuni soggetti che hanno fatto i trasporti. Le avevo chiesto dei Vertinelli poi siamo andati oltre, non ha puntualizzato su questa circostanza. I Vertinelli

hanno fatto trasporti?

Bolognino M.: da Montecchio verso la Calabria, 8/9 viaggi per conto di Buttiglieri

PM: chi ha pagato i viaggi di trasporto?

Bolognino M.: Buttiglieri, penso non li ha pagati ancora… non lo so, non ricordo

CARUSO: Buttiglieri o non lo so o cosa?… troppe chiacchiere Bolognino

Bolognino M.: con Buttiglieri c’era questa discussione con Vertinelli in quanto so che doveva pagare il trasporto, l’ho saputo da Buttiglieri… non ha pagato neanche a me

PM: i suoi rapporti con Diletto Alfonso.Le chiedo in particolare quelli degli anni più recenti 2013/2014, avete affari insieme? Condiviso, attività commerciali?

Bolognino M.: no, con Diletto Alfonso lo conoscevo che vendeva il ferro, aveva un bar, la sua compagna, un bar ristorante a Parma in via Milano“Ariete”, parlando con me mi ha detto che la sua compagna voleva darlo in gestione e sapendo che mio figlio era cuoco… io non avevo la possibilità, lui voleva 3 mesi anticipati, 20/25mila euro per prendere questa attività in gestione, non avendo la possibilità conoscevo una persona io lo chiamo Ahmed, il cognome non lo so, era interessato, avevo avuto bisogno di un prestito, mi aveva prestato ‘sti soldi, era uno che si voleva mettere a fare questa attività, aveva possibilità economica e io dissi mio figlio gestisce la cucina, mia figlia il bar. E lavoravano per conto di questo. Ha anticipato i soldi. Dava un lavoro a mio figlio, avevo chiesto se facciamo una società insieme e lui come giusto mi ha detto prima rientri e poi se ne parlerà per la società, era lui che gestiva tutto.

PM: in questo ristorante “Ariete” si è mai incontrato con Giglio, Valerio Antonio per una questione che riguardava rapporti di debito/credito fra Giglio e Blasco Gaetano e Valerio Antonio?

Bolognino M.: incontrato no, è venuto Giglio una volta e lui si è incontrato al bar da me, so che si sono incontrati… che io ero partecipe no

PM: al bar da lei… era suo?

Bolognino M.: quando dico il bar… se dice Il Cenacolo era mio, Ariete no… era dei miei figli, io davo una mano, era di Ahmed il bar era suo… io non ho messo i soldi, volevo dire al ristorante Ariete

PM: di cosa hanno parlato?

Bolognino M.: no, io non andavo tanto d’accordo con Valerio Antonio, non avevo un bel rapporto, so che avevano dei problemi

PM: le facciamo sentire una conversazione che forse le ricorda qualcosa. E’ la conversazione del 19/1/15 dieci giorni prima dell’esecuzione dell’operazione Aemilia, quindi eravate ancora tutti liberi.

 

Ndr: Viene fatto sentire una conversazione in calabrese fra Valerio Antonio e Bolognino Michele

 

AVV. Laratta: posso presidente? Poi non disturbo per l’amor di Dio…

CARUSO: si sta facendo una domanda, attenda un attimo, aspettiamo la contestazione e la domanda

PM Ronchi: la contestazione è rispetto a quello che ha detto un attimo fa. La domanda è: siamo al 19/1/15, lei contatta reiteratamente utenze dalla Germania e poi sente Valerio e si accorda per farlo venire, parla di spera per il ristorante… questo è il giorno che abbiamo individuato come quello in cui è avvenuta questa riunione. Lei ha sentito Valerio, sapeva di che cosa si stava parlando, chi era la persona “lassù”, se ci vuole riferire di questo episodio

Bolognino M.: no dott.ssa non è questa la telefonata, questa telefonata con Valerio, forse me la ricordo bene. Era sempre il discorso di Borghetto Vara, della “Foce” perchè ancora non era chiusa la questione, il colloquiosicuramente era Blasco, non c’entra niente Giglio, c’era ancora aperta la questione La Foce, c’era il discorso di un certo Salvatore, il committente del cantiere la Foce, in questa telefonata, perché lì c’era anche Valerio, perché dopo che ho lasciato il lavoro, la è subentrato Valerio  a fare dei muri, non mi ricordo bene, in questa telefonata non c’entra niente il discorso di Giglio

CARUSO: va bene così Bolognino, prego avvocato

AVV. Laratta: grazie presidente, poiché è la prima volta che assisto all’ascolto in aula di una intercettazione, in ossequio dell’ordinanza del tribunale ritengo che per essere consequenziali, se vogliamo ascoltare l’audio che è la prova della registrazione, ben sta, ma chiaramente quella che è l’indicazione, la trascrizione dell’intercettazione a cura della polizia giudiziaria, perdonatemi, evitiamo di buttare soldi per una perizia, se l’abbiamo… di conseguenza se il pubblico ministero vorrà …. Ecco perché mi ero permesso di farla prima: era prodromica alla domanda che volevo chiedere al Tribunale. Se il PM intende continuare a far sentire altre telefonate, per l’amor di Dio, può farle sentire pure tutte, senza però la traduzione che è stata fatta dalla Polizia giudiziaria perché…

CARUSO: avvocato devo disattendere anche da questa sua richiesta, la contestazione sono le bobine registrate, i sottotitoli sono quello che secondo l’accusa è il significato delle parole che ascoltiamo in un dialetto incomprensibile. Resta il fatto che il teste è chiamato a rispondere su quello che è il suo audio non certo su quella che è la didascalia, quello serve a noi per capire il senso che l’accusa vuole fare. Il senso delle conversazioni saranno sicuramente quelle che risulteranno dalle trascrizioni, non è certamente quello che ha descritto la Polizia Giudiziaria, la base sulla quale il Tribunale si avvarrà.

AVV Laratta: mi basta anche questo.

PM Ronchi: peraltro diamo atto che Bolognino ha ascoltato, ha capito e ha riconosciuto la conversazione

Bolognino: no! Non quella di Giglio ho riconosciuto la conversazione, il discorso di la Foce, non di Giglio

 

PM Ronchi: adesso io le dico, perché se mi lasciano continuare..., probabilmente riusciamo ad avanzare che il successivo progressivo, noi abbiamo ascoltato quello delle 15.03, un progressivo successivo delle 15.44,quindi 40 minuti lei sente Giglio e fate riferimento “Bolognino Michele: non mi risponde nessuno dei due, uno è staccato e uno mi parla in tedesco” siamo nella stessa giornata, 40 minuti dopo. E Giglio Giuseppe dice “mi ha chiamato adesso, è con te coso? Mi ha chiamato adesso gli ho detto che sto arrivando, 10i minuti e arrivo”. E poi telefonate insistentemente sia lei, sia Giglio a numeri che hanno come prefisso il +49 che è quello per la Germania, e tra un numero e l’altro telefonate a quello intestato a BaachaouiKarima che come detto più volte è la segretaria di Blasco Gaetano. Quindi io ritengo di poterle contestare sulla base di questa ricostruzione, ma lei mi dica quello che ritiene, che questa è la giornata di cui stiamo parlando, che lei sapesse la questione, che lei stesso abbia invitato Valerio Antonio a venire nel suo ristorante Ariete…

Bolognino M.: non il mio ristorante!

PM Ronchi:… e che lì voi siete stati raggiunti da Giglio e che lì abbiate trattato la questione proprio come ha detto il collaboratore

Bolognino M.: no, no, perchè in quelle telefonate io non facevo mai riferimento…se parliamo della stessa persona, di Valerio, stavo parlando io… se Giglio mi domanda “ma non ti risponde nessuno dei due?”  e io gli dico di no, può darsi che… non può essere che parlo con Valerio e con Giglio parlo di un altro discorso, non è che quel giorno dovevamo parlare solo con quella cosa di Giglio, con Giglio parlava, 50 cose al giorno ne facevamo, di lavoro, di donne di cose… non è che…

PM: prendiamo atto… c’era anche Megna Mario in quell’incontro?

Bolognino M.: una volta che è venuto Giglio, non mi ricordo quando, al bar c’era anche Mario Megna, sì

PM: rimanendo a Diletto Alfonso, ci sono state attività imprenditoriale che vi siete passati? Lei dice che questa non è andata in porto dell’Ariete, ce n’è un’altra? Il night Havana?

Bolognino M.: dott.ssa…. sull’Ariete ha investito “Egitto”… ha fatto tutto, che ha messo i soldi. Ho fatto solo quel mese… Io lavoravo giù a Roma, ero stato assunto a Roma io lavoravo… ho cercato di lavorare i miei figli, Ahmed aveva messo i miei figli a lavorare in quel locale la. Mio figlio lavorava come cuoco, lavorava 7 giorni su 7.  Il ristorante è stato aperto il 14 ottobre, a gennaio mi hanno chiuso le pezze, sono stato 4/5 mesi, i miei figli lavoravano 7 giorni su 7. Mio figlio faceva il cuoco andava alla mattina alle 9.30 finiva alle 3, ricominciava alle 5.30 e smontava a mezzanotte. Prendeva 1.500 euro, Ahmed diceva 2.000 euro, ma anche 2.000 euro per un cuoco non sono niente, lavorando 7 giorni su 7. Mia figlia faceva dalle 6.30 fino alle 2, poi tornava la sera a fare la cameriera e prendeva 1.200 euro e Ahmed che dovevamo recuperare i soldi che aveva messo lui e poi si poteva parlare di società, all’inizio no, perché….

PM: lei c’è stato alla inaugurazione di questo ristorante?

Bolognino M.: Certo che ci sono stato io

PM: chi c’era?

Bolognino M.:c’eravamo io… chi? persone… penso che c’era pure Mario Megna, Richichi Giuseppe, Schirone Graziano, se non mi sbaglio c’era Palmo Vertinelli, e basta… questi qua eravamo perché io non è che io avevo a che fare con persone… e tutte queste persone qua eravamo, e altre persone di Parma, il ristorante mi lavorava, lavorava con tutte persone di Parma. Se ero io facevo l’inaugurazione penso che c’erano altre persone… invece queste erano… Richichi che abitava a Montecchio che conosco da bambino, Schirone Graziano che ha lavorato sempre con me… e con Richichi in quel periodo stavamo lavorando sempre in Via Milano,  a finire un appartamento, una ristrutturazione che la facevamo insieme,  un piccolo appartamento, questi eravamo che persone c’erano? questi c’erano!

PM: Richichi l’ha mai accompagnata da Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: no, le ho già risposto… No, Richichi con me non è mai venuto da Grande Aracri Nicolino. Una volta eravamo passati da Cutro che ho visto l’immagine la’, che abbiamo incontrato se non mi sbaglio il cognato, il genero di Grande Aracri ero in macchina io che parlavo che non sapevo neanche chi era, però Richichi con me non è mai venuto con me da Grande Aracri Nicolino, non so neanche se sia mai andato da Grande Aracri Nicolino

PM: chi era?, scusi il genero di chi avete incontrato?

 sulla strada ci siamo salutati, di Grande Aracri Nicolino, non so chi era

Bolognino M.:lo abbiamo incontrato sulla strada… non so neanche chi era…

PM: co.. chi?

Bolognino M.: so che è il genero perché l’ho letto nelle intercettazioni…

PM: e come si chiamava?

Bolognino M.: dott.ssa non mi ricordo in questo momento io l’ho letto però nelle intercettazioni, non mi ricordo come si chiama, come si chiamava, Gaetano?…

PM: Gaetano?

Bolognino M.: non mi ricordo boh… non mi ricordo, non me lo ricordo dott.ssa ma so che era il genero, c’è nelle intercettazioni, da lì ho saputo che era il genero, perché io non l’avevo mai visto… ah… le posso rispondere sull’Havana perché mi ha fatto la domanda sull’Habana?

PM: aspetti un secondo … lei nell’interrogatorio del 21 maggio del 2015 ha detto “incontro ‘sto Nicolino Grande Aracri”, stava parlando delle volte che è andato. E ha detto “scendo con Richichi la prima volta”

Bolognino M.: però non sono andato con lui, sono sceso con l’aereo con Richichi, se non mi sbaglio, però non è che sono andato con Richichi io là, c’è scritto anche qua, non sono mai andato con Richichi io là

PM: OK… allora risponda sull’Habana

Bolognino M.: conosco uno dei soci che è Belli Bruno, volevo avere il 40% dell’Habana, io non so se conoscete il locale l’Habana … vale… non voglio dire un milione di euro, ma se non vale un milione, vale 500/600mila euro. Volevo avere il 40% per 40mila euro come diceva Ahmed, lo volevo avere quel locale,

ero amico, andavo la’, ma no che avevo il 40% come dice il signor Ahmed che gli davo a lui per 20mila euro il 40% dell’Habana, perché io sono amico con Belli Bruno, ne parlavo quando gestivamo la discoteva la gestivo io

PM: abbiamo capito

Bolognino M.:mi faccia finì…

PM: insomma lei non era socio nell’Habana, sostanzialmente questo vuol dire no?

Bolognino M.: eh no perché si vengono a dire delle be… dice il 40% valeva 40mila euro, ma sono andati a guardarlo quanto vale l’Habana? Come fanno a dire…

PM: second lei come mai sia Ahmed l’egiziano che Giglio Giuseppe dicono che lei aveva una percentuale nell’Habana?

Bolognino M.: perché ognuno.. perchè ero amico di Belli Bruno… dott.ssa perché non l’avete sequestrato? L’Habana se era mio perché non l’avete sequestrato? A me di valore non avete sequestrato niente perché non c’avevo niente. Ma l’Habana io gli dico, io vorrei avere il 40%, se valeva 40mila euro l’Habana il 40%... ma dico è lì a Parma, penso che c’è ancora, non lo so io, ma uno va a controllarlo…

PM: senta il ristorante di Montecchio dei Vertinelli, mi ha riferito tanto nel corso dell’interrogatorio. Viene preso nel 2008 il Millefiori e poi nel 2012 si chiama il Cenacolo

CARUSO: sarebbe opportuno una domanda più precisa

PM: ci parli di quando ha rilevato la quota del ristorante nel 2008/2007/2012/2013

Bolognino M.: 2007/2008 io non ho rilevato niente, era mio fratello con la moglie che avevano il ristorante in gestione, io avevo la Moschetta Costruzioni e non avevo certamente bisogno di prendere il locale e se volevo lo potevo prendere a nome mio perché non c’avevo niente da nascondere. Il Cenacolo del Pescatore lo gestivo io con Tonelli Loris e Macrì

PM: nel 2007/2008 si parla di un bar a Montecchio vicino a Tecnocasa ne ha riferito. Come fu la trattativa con i Vertinelli

Bolognino M.: no, i Vertinelli sono subentrati… il bar l’aveva in gestione una ragazza che si chiamava Eva, che è diventata mia cognata, con Cristina che lo gestiva lei. Era un baretto che faceva 70 euro al giorno. Poi avevo avuto una storia con quell’altra ragazza, io. Lo frequentavo questo bar. Poi si sono bisticciati con questa, allora si chiamava Eva, adesso è mia cognata, la moglie di mio fratello Franco. Si sono bisticciati e lo tiene lei. In quel frattempo mio fratello esce dal carcere e se ne viene a Montecchio nel 2006, conosce questa ragazza, perché mio fratello ha fatto sempre il cuoco, ha avuto questo ristorante nel 1999 a Montecchio,  si prendono questo baretto insieme e se lo gestiscono insieme. Mio fratello per andare avanti veniva da me perché non riusciva neanche a mangiare. Poi si è fidanzato e poi, frequentavamo questo baretto anche Vertinelli Palmo e andavamo a prendere l’aperitivo la domenica, quando si veniva al capannone il sabato pomeriggio si veniva a prendere l’aperitivo. E parlando con Vertinelli Palmo se voleva fare il cuoco nel suo ristorante e poi dice che gli aveva proposto se faceva una società con mio fratello, la moglie e al figlio di Vertinelli Palmo, Giuseppe, ma io gli ho detto come fai, non venire da me... io avevo la mia attività, non mi interessava niente. E così lui l’ha preso, ha lasciato il bar, non so se l’ha lasciato ai Vertinelli, perché i Vertinelli hanno comprato il muro, non mi ricordo ma penso che abbiano comprato il muro. E il bar è andato in gestione ad altre due persone, una calabrese e uno di Montecchio. Mio fratello è andato al ristorante si sono messi in società con sua moglie e i Vertinelli, poi a mio fratello gli è arrivato un definitivo se non mi sbaglio nel maggio del 2008, un definitivo del 90, di un anno e 8 mesi, non ricordo, lo hanno arrestato e quando sono andato a discutere, quando io l’altra volta gli raccontavo… Vertinelli, come quando con la moglie e il figlio erano insieme di mio fratello e dovevano pagare l’affitto del fratello Pino. Mia cognata, mio fratello in carcere, chi doveva dare i soldi, io che c’entro, mio fratello in carcere cosa posso fare io… Lo hanno lasciato, dopo due mesi che è stato in carcere, mia cognata non aveva la forza di gestirlo il locale col figlio. Questo locale non c’entro niente… Io c’entro nella gestione del Cenacolo, lì ero socio io.

PM: in che anni siamo?

Bolognino M.: siamo nella metà 2012, conosco Tonelli Loris. Vertinelli Giuseppe contatta Tonelli Loris, aveva un locale a Parma, Vertinelli andava sempre in questo locale di Tonelli Loris… erano amici. Tonelli Loris, era nato un bel rapporto fra di loro, mi dice è venuto Vertinelli mi vuole dare in gestione il locale a Montecchio. Tu vuoi entrare con me? Dico “Loris, sai come sono messo io, che non c’ho una lira”. Fino a quando la Moschetta andava bene, con le banche potevo presentarmi, dal momento che sono stato protestato in Banca, anche se ero socio all’1% in una società, non davano assegni, pos per pagare, perché per un ristorante ci vuole un pos… dice io conosco una persona vedo come posso fare, su queste cose era molto bravo, era uno del mestiere e conosce Macrì, perché il figlio di Macrì giocava nella primavera del Parma, insieme al figlio di Tonelli Loris. Anche se Macrì era calabrese io non lo conoscevo Macrì. All’inizio trattavano con Vertinelli, Vertinelli manco sapeva che c’entravo io. Era Tonelli Loris che voleva tirarmi dentro a me. Gli faccio gli assegni io, mi diceva a Vertinelli. Noi lo abbiamo preso solo in gestione. Tonelli gli ha fatto gli assegni poi ha aperto la società a nome di Macrì perché noi non eravamo più presentabili in banca. Abbiamo inaugurato il locale…. E Vertinelli non sapeva niente. Non volevo neanche che lo sapeva che c’ero io….

PM: viene arrestato Tonelli Loris?

Bolognino M.: no viene portato agli arresti domiciliari, che rientrava dal Nicaragua un mese prima, ci sono tutti i messaggi, trovava il cuoco, la moglie ha partecipato a lavorare…

PM: il 30/5/12 viene arrestato, va ai domiciliari. E’ la stessa cosa. La società Il Cenacolo nasce 20/30 giorni dopo

Bolognino M.: a fine giugno, eh… la società la fa Macrì. Macrì non lo conosco… faceva il muratore. Tonelli mi ha detto che era una persona che stava bene, Macrì si è scoperto poi che era peggio di me combinato, non aveva una lira neanche lui

PM: chi c’era all’inaugurazione del Cenacolo?

Bolognino M.: chi c’era… Giglio Giulio, avevo invitato Sarcone Nicolino (non è venuto)… chi c’era…

PM: Lamanna Francesco, Diletto Alfonso?

Bolognino M.: no.

PM: Megna?

Bolognino M.: no. Megna no

PM: Giglio Giuseppe?

Bolognino M.: no c’era il fratello Giulio Giglio… Vertinelli è venuto verso le 11, ha fatto un giro… c’erano 200 persone, di Parma, squadra di calcio del Parma.

PM: Ursino, quelli di Torino, Belfiore…

Bolognino M.: no no non c’era, Belfiore, no non c’era

PM: c’era Frontera Francesco?

Bolognino M.: no l’ho invitato io, ma non è venuto. Ho invitato a Sarcone Nicolino e Frontera Francesco perché in quel periodo con Frontera Francesco stavo facendo dei lavori al lago di Garda, come si chiama Leggerito, Liggerito…. C’era Loprete, Loprete c’era.

PM: Rocca?

Bolognino M.: non è che mi ricordo bene, può essere che è venuto insieme a Loprete, può essere io. Io avevo l’amicizia con Loprete

PM: in questo ristorante era socio anche Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: ma come faceva ad entrare socio Grande Aracri Nicolino?… non avevamo i soldi per andare avanti ci stavano discussioni e mettevo in società…, no! C’è una telefonata che semmai, quella con Sarcone Nicolino quando gli dico io, era una battuta/scherzo, dice il socio, l’amico tuo, ma è un socio buono, non è un socio buono, delle battute che si fanno a scherzo… socio in questo ristorante era una persona che era di giù, ma di giù di Roma che si chiama Cerano Claudio perché aveva dato una macchina, faceva commerciante di macchine di grossa cilindrata, ed era entrato in società con noi e ci sono le telefonate che lui fa parte anche a dicembre 2012. Questo ristorante l’abbiamo aperto a fine giugno 2012 poi c’è andato male il cenone di capodanno, che è stato un disastro, l’abbiamo ceduto e io non faccio più parte del ristorante penso o 15 gennaio o 20 febbraio, io me ne sono uscito.

PM: non faccio contestazioni sulle conversazioni che emergono, prendiamo atto di questa risposta, mi va bene così… Altri locali notturni che lei ha avuto?

Bolognino M.: locali che io facevo che io… comincio dal locale di Baganzola. All’inizio conosco Tonelli, mi da’ il lavoro che dovevo ristrutturare il locale di Baganzola. Era un ex night c’erano da fare dei lavori all’interno del locale. Ho speso circa 8mila euro che 4mila dovevo darli a Giglio, che io non avevo neanche la possibilità di comprare il materiale, senza soldi, l’ho comprato da un fornitore lì a Gualtieri vicino da Giglio. Io facevo i lavori e Tonelli Loris mi doveva pagare, ci sono gli sms che poi gli avvocati diranno quali, ci sono gli sms già trascritti, che Tonelli dice sì ti pago domani, ti pago dopo… In questa Baganzola diventa Duplex, il Duplex non era, era un circolo Arci, tutti soci, ed io, Tonelli Loris non mi dava i soldi e dice Michele ti metti in società con me, perché il locale si vedeva dentro, era fatto alla buona, avevo speso un circa 10mila euro. Si pagava l’affitto, Tonelli aveva fatto questo circolo chiamato Duplex e l’aveva in gestione un certo Angelo. Io c’entravo perché si cercava di gestirlo per andare avanti per recuperare i soldi. Si pagava l’affitto, si pagava tutti e i soldi che rimanevano e Tonelli Loris diceva che io ero socio…  e di quel locale ho investito 10mila euro di lavori, ci sono i messaggi e tutti, non ho recuperato neanche 3mila euro. Poi ho chiuso il locale, perché non riuscivo ad andare avanti perché Tonelli Loris era agli arresti domiciliari e non riuscivo a tenerlo. Sempre lo stesso è stato fatto sempre lo stesso circolo, coso, abbiamo cambiato circolo e si è chiamato Lapara

PM: si ricorda il periodo?

Bolognino M.: anche ottobre 2014, è stato preparato prima… c’erano affitti in arretrato. Abbiamo detto, apriamo. Sono andato a parlare insieme quei ragazzi con non ricordo come si chiamava un commercialista di Parma che gli pagammo l’affitto poco alla volta. Era una discoteca latino/americana tipo brasiliana, una musica di questa qua, lo gestiva un ragazzo straniero che faceva comunicazione su Facebook, roba di internet

PM: come si chiamava El Fatachi?

Bolognino M.: non lo so Ahmed , no Ahmed, non mi ricordo come lo chiamavo… un ragazzo di origine straniero…insieme Tonino Terrone, Tarrone, non mi ricordo il cognome, il fratello della mia ex compagna che era pure lui Vrabie Mihai

PM: soprannominato, come lo chiamavate?

Bolognino M.: Michele

PM: nell’interrogatorio che ha reso il 27 di maggio del 2015 è stato più chiaro con i nomi: ha detto Petrone Antonio,Vrabie Mihai detto Michele ed El Fatachi un ragazzo alto di circa 25 anni robusto

Bolognino M.: sì non mi ricordo come si chiama, può essere che era lui, ci siamo messi insieme, eravamo noi 4 si gestiva il locale, pensa che per fare la spesa dovevamo chiedere i soldi ad Ahmed, all’egiziano. Quando faceva la spesa, perché lui è sempre stato uno così: quando spendavamo 1500 euro lui alla sera voleva 1550, lui basta che faceva queste cose qua, perché lui è uno che stava bene, che sta molto bene, che ha proprietà, ce n’ha, e io gli dovevo dare anche dei soldi che non gli ho dato…

PM: quindi abbiamo il Duplex e Lapara, quetsi sono a Baganzola

Bolognino M.: no no, Duplex e Lapara sono la stessa cosa

PM: esatto a Baganzola in due periodi temporali diversi. Poi abbiamo altri locali notturni di cui lei è stato socio, proprietario?

Bolognino M.: no, io, mi faccia…, eravamo tutti e quattro che lavoravamo, si pagavano i camerieri, ci sono telefonate che io parlo con Belli Bruno “mi stanno rubando bottiglie”, se noi spendiamo 3mila euro di spesa e incassiamo…

CARUSO: Bolognino risponda alle domande per favore, non divaghi, se possiamo fare delle domande che evitano le divagazioni…

PM: ci sono altri locali notturni di cui è stato proprietario/socio… presidente cioè…

CARUSO: risponda alla domanda, precisa

Bolognino M.: proprietario non sono mai stato in nessuna parte. Io ho avuto in gestione insieme agli altri soci Lapara e la discoteca sempre insieme a Tonelli Loris, la discoteca Free che sempre non ricordo il periodo, aperta 3 o 4 mesi. Se io volevo fare il socio occulto non mi andavo a fare la fotografia sui giornali, dove dimostro che la licenza è in mano…

CARUSO: Bolognino queste domande gliele faranno i suoi difensori per scagionarsi, quindi lei per ora risponda alle domande del PM

PM: ecco, dov’è questo locale, il FREE?

Bolognino M.: questo locale, non mi ricordo, nel centro di Parma, non so… strada Traversetolo

PM: in che periodo siamo qua?

Bolognino M.: dott.ssa può essere sempre 2012… se non mi sbaglio l’abbiamo aperta a ottobre 2012 e nel 2013 è stata chiusa. Inaugurazione 2012 e chiusa a 2013. E’ stata 5 mesi aperta

PM: indiana park?

Bolognino M.: no mai socio io… perché Indana Park

CARUSO: va bene, basta così, se mai socio, mai socio

PM: altri locali a Rimini e Riccione?

Bolognino M.: a Riccione ho preso in gestione, no io, l’ha presa Stefano Marzano, che io non conoscevo, Poggioli Simone, posso spiegare come sono entrato in società. Eravamo io e Stefano Marzano e la gestione è durata 5/6 mesi la’ pure.

PM: in che periodo?

Bolognino M.: se non mi sbaglio luglio 2011 fino a fine 2011, il Caffè Real. Poi è stato chiuso poi è andato a mio fratello Francesco che ha trattato con Poggioli Simone. Noi lo abbiamo lasciato perché non si guadagnava. Il locale quando lo abbiamo preso, lo abbiamo preso insieme a Stefano Marzano, in quanto io stavo la insieme alla mia ex compagna… c’era pure Luigi Bisignano in società, che abbiamo fatto il comodato d’uso che l’ha fatto o la Paradise… perché Poggioli Simone e Marzano Stefano collaboravano con le macchine San Marino.

PM: abbiamo detto un nutrito numero di attività che lei nel tempo ha gestito. Abbiamo detto il Cenacolo, il Caffè Reale, i locali notturni, il Free, Lapara, ecc. Abbiamo parlato del Dodonut e tutto quanto

Bolognino M.: no il Dodonut io non c’entro niente è dei miei figli, ci sono i miei figli che… vabbè poi risponderò all’avvocato…

PM: la mia domanda è, per quale motivo se noi andiamo a vedere nelle misure camerali di queste svariate attività commerciali, lei non risulta mai?

Bolognino M.: glielo posso spiegare adesso? Io non risulto mai perché quando mi è fallita la Moschetta Costruzioni, dal 2011 in poi, io in banca quando sono andato a lavorare a Roma per versami lo stipendio che dovevano fare il bonifico dove lavoravo, non potevo aprire un conto, mi sono fatto una carta, si chiama paypal che aveva l’iban, lo stipendio me lo dovevano mandare su questa carta ricaricabile perché la banca non mi apriva neanche un conto corrente. Ci sono le telefonate. Non mi posso io, per avere una attività devo aver un POS devo avere gli assegni

PM: e lei tutti questi soldi per aprire tutte queste attività dove li prendeva?

Bolognino M.: quali soldi dott.ssa? tutte le attività mie sono andate a finire rovinati, perché cominciavo senza soldi. A Riccione gli ho spiegato come sono entrato con Stefano Marzano che era socio con Poggioli nelle macchine e lo prende Marzano, ma non lo abbiamo preso, noi lo avevamo solo in gestione. Il Cenacolo del Pescatore la stessa cosa: con Vertinelli pagavamo un assegno di 3mila euro posticipato. Tonelli Loris faceva gli assegni, ogni mesi 3mila euro, ogni mese scadeva un assegno, con quali soldi… per questo non andava mai bene. Io non sono stata capace a salvare mia figlia Bolognino Catiana, il Dodonut, che hanno preso per aprire quel bar 15mila euro in prestito e ci sono le cambiali protestate da 400 euro che mi vergogno  come padre, di quali soldi parliamo. Il motivo è che non potevo essere presentabile in banca, dott.ssa

PM: ha avuto attività ulteriori in questi anni?

Bolognino M.: no, ecco io voglio precisare perché me lo sono segnato dott.ssa, la società immobiliare BD questo adesso parlerò con gli avvocati miei, sanno tutto quando ero in semi-libertà, i miei figli sono venuti a lavorare con me

PM: ma i suoi figli non erano protestati?

Bolognino M.: no non erano protestati quando ho aperto l’Immobiliare BD?

PM: quando sono stati protestati

Bolognino M.: mia figlia Bolognino Catianna è stata protestata, adesso c’è l’avvocato che ha i protesti, se non mi sbaglio male nel 2012/2013 adesso non mi ricordo, al Dodonut è stata protestata mia figlia, e mio figlio a fine degli anni 2011 è stato protestato Bolognino Domenico. Ma l’Immobiliare non è che avete scoperto niente voi, perché l’Immobiliare i giudici di sorveglianza di Reggio Emilia era a conoscenza. Ci sono le relazioni che adesso gli avvocati vi presenteranno. Quando apro la società, l’Immobiliare BD, gli dico il motivo perché la dovevo aprire, perché metto mio figlio, sanno tutto, c’è una relazione scritta. I signori giudici leggono se dico una cosa falsa o non vera, questo già si sapeva che io avevo aiutato i miei figli, questo lo sanno gli assistenti sociali e i giudici di Reggio Emilia, i giudici di sorveglianza, poi dott.ssa…

PM: aspetti aspetti, no

Bolognino M.: la CT Vrabie

PM:

Bolognino M.: perché me lo sono segnato. La CT Vrabie l’ho fatta quando ero protestato, non potevo lavorare, avevo preso questi lavori con Prospero Mauro al villaggio, dovevo andare a lavorare, non avendo, non potendo più io avere questa attività, con la mia ex compagna ho deciso che lei mi aiutava con le fatture a registrare le fatture. La CT Vrabie ha lavorato solo lì da Mauro Prospero, dott.ssa. Lei veniva a cucinare il mangiare per gli operai che quello era un Villaggio che quando era chiuso noi dormivamo la’. Sono andato sempre io personalmente a lavorare. Ho messo a coso… non ho neanche più voluto lavorare, perché adesso mi ricordo bene, perché nella CT Vrabie c’era mia figlia Bolognino Catianna. Bolognino Catianna quando è stata protestata, non serviva più neanche questa azienda, perché quando c’è un protesto, la persona non serviva più. E non ho più lavorato neanche con la CT Vrabie. Poi altre società che guardo, la discoteca Free

PM: aspetti l’abbiamo detto, a proposito di Prospero Mauro, era in buoni rapporti?

Bolognino M.: sì lo conosco tramite Giglio Giuseppe

PM: c’è stata una occasione in cui lei è intervenuto a favore di Prospero Mauro per questioni di richieste di denaro di somme, di problematiche che aveva con Muto Salvatore?

Bolognino M.: adesso non ricordo bene…. Può essere che c’era che Muto aveva caricato del materiale da Prospero e Prospero aveva detto a me se lo conoscevo. Perché a Borghetto Vara a La Spezia perché questo Muto mi aveva portato del materiale a me e lo conoscevo ed ero andato a parlare, se non mi sbaglio su questo fatto sì

PM: ha mai affrontato questo argomento con altri soggetti, con Frontera Vincenzo, Diletto Alfonso, Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: dott.ssa può essere che questo coso… l’ho… no con Frontera, non ricordo neanche chi è…. Se non mi sbaglio con Grande Aracri Nicolino ne ho parlato di questo fatto, sì

PM: gliene ha parlato di questo fatto, perché, qual’era il fatto?

Bolognino M.: questo che avanzava i soldi Mauro Prospero di questa persona qua

PM: e cosa disse Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: che era un paesano suo, io parlavo con lui perché era paesano suo

PM: chi, chi era paesano suo?

Bolognino M.: Muto Salvatore se non mi sbaglio

PM: e Muto Salvatore chi aveva interpellato?

Bolognino M.: non lo so dott.ssa

PM: lei diede…. come è evoluta poi la situazione? Ha dato un assegno a Prospero?

Bolognino M.: no no no no non si è fatto più niente (ndr: l’imputato martella con la dita sul tavolo) Io volevo, come gli posso dire, perché Mauro era una brava persona, gli ho detto se non mi sbaglio a Grande Aracri vedi che gli ho dato un assegno dei miei, vedi che poveretto deve prendere i soldi del lavoro, se paga questo paesano tuo, ‘ste cose qua, però io non ho dato mai assegni a Prospero Mauro

PM: quindi che assegni dei suoi ha dato?

Bolognino M.: non gli ho dato assegni dott.ssa. L’ho detto ma non l’ho fatto mai. Delle volte uno dice delle cose, ma mica è vero che le ha fatte…

PM: e perché era andato anche per questa questione da Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: no no no non ero andato per questa questione

PM: perché ha parlato con Grande Aracri Nicolino in un’occasione in cui c’era andato per un altro movito?

Bolognino M.: e perché era di Cutro

PM: chi era di Cutro?

Bolognino M.: Salvatore Muto

PM: e quindi?

Bolognino M.: e per questo gliel’ho domandato a lui. E lui li conosceva erano compaesani suoi

PM: dove vive Muto Salvatore?

Bolognino M.: e non sbaglio vive a Gualt… no! Vive a Gualtieri però ha l’impianto anche a La Spezia, che io ho preso del materiale da lui, quando ho fatto i lavori a La Spezia

PM: quindi Muto Salvatore è uno che vive in Emilia?

Bolognino M.: sì sì

PM: e lei va da Grande Aracri Nicolino. Ci va il 16/11/2012 a parlare di Prospero

Bolognino M.: non mi ricordo quando sono andato da Nicola, e meglio ancora se viveva in Emilia, ed ero io il capo in Emilia non ci andavo da Grande Aracri a parlare, perché me la vedevo io, se ero capo io

PM: era vicino a Grande Aracri Ernesto, Muto Salvatore?

Bolognino M.: questo non lo so dott.ssa, io lo conosco così, l’ho conosciuto una volta o due, non è che posso sapere a chi era vicino e a chi non era vicino

PM: con riferimento all’affare Sorbolo, lei ha partecipato a una delle riunioni di gennaio/febbraio 2012?

Bolognino M.: adesso io non mi ricordo a quale ho partecipato, ma non perché ho partecipato a quella riunione, perché neanche l’ho detto io, l’ha detto Giglio pure. Io mi trovavo da Giglio perché dovevo prendere una villetta a schiera a Sorbolo che a Giglio avevo dato il terreno, che questo terreno ne parlo anche al giudice di sorveglianza nella relazione… c’è tutto, che l’avvocato Pisanello le hanno trovate ‘ste relazioni che depositeranno. Compro ‘sto terreno, perché come dicevo io con la banca UNICREDIT di Reggio Emilia avevo un fido se non mi sbaglio di 400/500mila euro con sconto fattura e ho comprato ‘sto terreno e ho pagato 70mila euro + IVA non ricordo di preciso. Non che mi ha dato i soldi Giglio, perché i riscontri l’altra volta il maresciallo quello doveva trovare, se è vero che mi ha dato i soldi Giglio. Perché volevo costruire, lo avevo spiegato anche a Giglio, lo avevo chiamato Residence Catianna, il nome di mia figlia. Volevo fare sei appartamenti, con 6 garage ne uscivano, 6 appartamenti da 40/50 metri l’uno lì a Borghetto Vara. Ho fatto sempre tanti lavori in conto vendita e volevo fare un lavoro per i fatti miei, con le banche stavo bene. Poi mi è successo il protesto della Moschetta, lei pensi un protesto per 29mila euro/30mila euro non mi ricordo, ero andato male io, pagato sempre gli operai, i fornitori…

PM: venga al punto Bolognino, io le ho fatto una domanda su Sorbolo, lei praticamente vuole dire che era alla riunione ma non c’entrava con Sorbolo, questo vuol dire no?

Bolognino M.: no no, io gli stavo dicendo che quando ho preso questo terreno, poi sono andato in protesto lo avevo passato alla società di mio figlio, l’Immobiliare BD, ma non perché me lo aveva pagato mio figlio. Non sono neanche riuscito a costruire con la società di mio figlio, gliel’ho dato a Giglio perchè scadevano i permessi per costruire. Si dovevano pagare 34mila euro. Giglio paga quei 34mila euro e io gli do il terreno, dicendo che io piano piano mi potevo prendere una casa lì a Sorbolo. Perché tanti anni che sono in Emilia e a tutt’oggi non avevo una casa. Sono andato a vederla. ‘Sta casa era da finire perché c’erano da fare i pavimenti, mettere le finestre, le porte, tutto, era una casa che quando l’ho vista per entrare nella stanzetta dei bambini si doveva entrare nella camera da letto! Pensi che voleva 2mila euro a metro quadrato. Gli ho detto “ma sei pazzo Giglio” “ma no sono con il socio Falbo” “ci possiamo incontrare per chiarire ‘questa situazione?” e sono andato a parlare. Quel giorno che sono lì, perché questo lo dice anche Giglio perché non c’entravo in quella riunione, vedo arrivare Franco Falbo a un altro alto che io l’ho visto una volta o due, adesso che ho visto le foto 50 volte qua, so che si chiama Cappa, non lo riconoscevo neanche bene, penso che l’ho visto con un certo Pallone, in quella riunione c’era presente, ho visto che c’era pure Diletto Alfonso, Sarcone Nicolino e Sarcone Gianluigi. E io ho partecipato, ma non che, era una cosa di lavoro, una riunione di lavoro. Io dovevo parlare dell’appartamento. Falbo mi ha detto che voleva finire l’appartamento a 3mila al metro e io non ho parlato più. Lì hanno discusso di quote, non quote, perché tra Falbo e Giglio…

PM: di cosa hanno discusso?

Bolognino M.: gli sto dicendo di quote, perché Giglio diceva che Falbo si era fottuto i soldi, non so quanti soldi, che aveva fatto delle fatture che non era vero. Falbo diceva che Giglio si era preso i soldi che non doveva prendere in banca, perché avevano fatto dei finanziamenti. Io l’altra volta al dott. Mescolini gli ho detto lì a Sorbolo c’è un casino della Madonna, perché io sentivo parlare Giglio, quando uscivo con Giglio in macchina faceva delle volte dei discorsi al telefono con Falbo nella macchina in viva voce che non si capiva niente, chi diceva una cosa, chi ne diceva un’altra

PM: lei va lì da Giglio per parlare di altro e resta durante la riunione in cui ci sono i due Sarcone

Bolognino M.: no no

PM: c’è Diletto, Giglio

Bolognino M.: no no

PM: c’è Cappa, lei rimane lì e ascolta. Com’era il clima della riunione

Bolognino M.: dott.ssa io rimango la’ perché c’era Falbo Francesco, che io dovevo parlare con Falbo Francesco e quel Pallone e sono rimasto la’… parlavano delle quote non quote, tutte ‘ste cose qua si sono parlati. Falbo teneva la sua tesi, Giglio diceva la sua, Cappa diceva la sua

PM: com’erano i toni della discussione?

Bolognino M.: uno sentiva Falbo… sembrava quello che dava disposizione, ma certamente dott.ssa anche io delle volte quando parlo non mi rendo conto che alzo la voce, anche se sto parlando, non è che lo faccio per… ma è proprio una cosa mia che c’ho il tono della voce che sembra, però… toni che si discuteva come quando si discute su un cantiere. Pagamenti di fattura, non pagamenti. Ritardo. Toni che si prendevano fra Giglio e coso….

CARUSO: Bolognino al di là del fatto che uno usa di solito un tono alto, questi toni erano alti o tranquilli, pacifici o erano agitati

Bolognino M.: no tra Falbo Francesco e Cappa se ne sono detti parole di tutti i colori

CARUSO: bene

PM: e cosa è stato deciso alla fine di quell’incontro a cui lei ha partecipato?

Bolognino M.: io mi sono alzato di la’ e non ho capito cosa si era deciso, io non ho mai capito niente. E Giglio lo dice che io non c’entro niente in quella situazione. Io cosa ne so di quel fatto. Io non ho mai lavorato a Sorbolo. Non ho mai fatto neanche un’ora di lavoro a Sorbolo. Io ho sempre chiesto lavori in giro. A Sorbolo non ho mai lavorato, non ho mai fatto niente. Io me ne sono alzato senza capire niente. Che ognuno si accusava a vicenda la’. Chi diceva che aveva fatto fatture in più, chi meno. Si accusavano fra di loro. Sempre tra Giglio, Cappa e Pallone.

PM: lei ne ha parlato di questa vicenda con Grande Aracri Nicolino?

Bolognino M.: no mai, mai parlato di questa vicenda qua con Grande Aracri. E questo lo sa anche Giglio. E Giglio penso che l’ha sempre detto. Io non so niente di questa co…. di cosa devo parlare con Grande Aracri Nicolino? Di questa questione di Sorbolo. Mai parlato io. A me mi interessava, quando ho visto in quel modo

PM: ne ha parlato con Diletto Alfonso successivamente?

Bolognino M.: se non sbaglio con Diletto Alfonso no, se non sbaglio con Sarcone Gianluigi ci siamo rivisti, come si discuteva fra me e lui “hai visto il casino che c’era”… per Sarcone ho fatto anche dei lavori lì a Montecchio, ho fatto della carpenteria. Io con suo fratello non ho mai avuto a che fare.

PM: però l’ha invitato all’inaugurazione del Cenacolo

Bolognino M.: io l’ho invitato, però lui al suo matrimonio non mi ha invitato. E lei lo sa, se ha sentito il collaboratore di giustizia, cosa vuol dire quando una persona non viene invitata a un matrimonio

PM: e lei perché l’ha invitato?

Bolognino M.: perché il Cenacolo era un ristorante grande e io ho cercato di invitare persone come cos… che mi possano portare del lavoro, fanno qualche battesimo, sempre per interesse, come ho invitato Sarcone ho invitato altre famiglie, non è che me le ricordo tutte, tanti fratelli che fanno battesimi, comunione. Se eravamo amici penso che andavo al matrimonio suo, mi deve fare anche questa domanda però. Se ero un ‘ndranghetista ancora attivo che facevo ancora parte della ‘ndrangheta, può stare tranquilla che al matrimonio dovevo essere presente io.

PM: quindi lei ha invitato diversi cutresi all’apertura del Cenacolo

Bolognino M.: cutresi, personalmente io, avrò invitato Sarcone, uno che si chiama “Arancio”, non mi ricordo 3 o 4 persone, io personalmente sì… di Montecchio c’erano tante persone perché io ho vissuto 6/7 anni, sono stato sponsor della squadra di Montecchio con la Edil Locri e la Moschetta. Abito nella zona dove sono tutte persone di Montecchio Emilia, in via Pampari, ho fatto tanti lavori anche con tante persone di Montecchio, conosco tante persone reggiane, ho fatto tanti lavori con reggiani,c’ho le fatture. Persone che stanno bene.

PM: questo Sarcone Nicolino, questo Valerio Antonio, Diletto Alfonso, Blasco Gaetano, che erano cutresi che stavano in Emilia, appartenevano ad una struttura ‘ndranghetista in Emilia Romagna?

Bolognino M.: NO

PM: lei lo esclude, allora mi può spiegare queste dichiarazioni che io non comprendo bene che ha reso all’interrogatorio del 21/5 “a Parma con i cutresi non si riesce a parlare una mattina si alzava e diceva comandava questo, l’altra comandava questo e quello diceva che era Sarcone, quello Blasco, quello Lamanna, c’era un bordello tra di loro si bisticciavano, un giorno erano nemici un giorno…” e poi dice,  commentava con Giglio diverse volte leggendo il giornale, “qua prima o poi a Reggio Emilia… perché loro non sapevano cosa, io sono stato in carcere, finite tutti male qui, scoppia una guerra, perché facendo tutto sto casino, tutte queste cose che succedevano a Reggio” quindi le voglio chiedere di spiegarmi queste dichiarazioni, perché il fatto che lei dica “comanda Sarcone, comanda Blasco, comanda Valerio”, c’erano conflitti …

CARUSO: questa è una contestazione o una richiesta di spiegazione?

PM: una contestazione rispetto a quello che ha dichiarato e poi vorrei chiedere

CARUSO: allora Bolognino rispetto all’ultima risposta che ha dato c’era l’organizzazione eccetera, lei ha detto “no”. Qui ci sono però delle sue dichiarazioni, vuole spiegare?

Bolognino M.: perché quando mi ha posto la domanda la dott.ssa nell’interrogatorio “lei sa che chi comandava a Reggio Emilia”

PM Ronchi: non stava rispondendo a questo

Bolognino M.: se mi fa finire

CARUSO: aspetti Bolognino per evitare che lei possa incorrere in errori…. Vogliamo leggere la domanda e la risposta?

PM Ronchi: “poi non mi interessava a me le cose di Reggio Emilia” e stava parlando degli incontri che aveva avuto a Cutro con Grande Aracri Nicolino. La domanda “E a Reggio Emilia chi c’era?” – Bolognino “no neanche qua no perché loro” Mescolini “perché lei ha detto io me ne sono andato da Parma perché con i cutresi non si riesce a parlare” Bolognino “non si riusciva perché una mattina si alzava e diceva comandava questo, un altro comandava questo e quello diceva che era Sarcone, quello Blasco, quello Lamanna, c’era un bordello tra di loro si bisticciavano, un giorno erano nemici un giorno…” e la domanda di Mescolini “cosa comandavano, comandavano sugli affari?” e Bolognino “sugli affari che facevano loro, non su di me”, poi avevo letto anche la pagina 58 che era un altro riferimento a Reggio Emilia “parlando con Giglio leggendo il giornale, gli dicevo a Giglio qua prima o poi a Reggio Emilia… perché loro non sapevano cosa, io sono stato in carcere, finite tutti male qui, scoppia una guerra, perché facendo tutto sto casino, tutte queste cose che succedevano a Reggio, commentavo io con Giglio, con Riillo Pasquale dentro l’ufficio, si diceva chi comandava Reggio chi era più forte” questo è. Comandava cosa?

Bolognino M.: a pagina 58 io parlavo di una ambientale nell’ufficio di Gigliom che commentavano, eravamo io Giglio e Riillo Pasquale. Se io ero un capo e sapevo chi comandava non vado a discutere con Giglio e con Riillo perché erano usciti articoli di giornale, non ricordo se era qualcosa che parlava di Sarcone. Si discuteva, si è scritto così, c’è l’intercettazione, ma secondo te chi comanda, cose di giornale. Se ero inserito in questa associazione non vado a discutere con Giglio.

CARUSO: ma questo il pubblico ministero le ha dato atto che lei ha detto “non comandano su di me” però sembrerebbe che lei riconosca l’esitenza di una organizzazione di cui lei non fa parte, ma fanno parte altri

Bolognino M.: no, quello che diceva il giornale, signor presidente, perché io commentavo il giornale

PM: no…

Bolognino M.: se no non gli vado a dire un giorno comanda Sarcone, un giorno quell’altro, erano sempre articoli che uscivano sui giornali e si commentavano. Alla risposta del PM io quel giorno volevo dire questo.

Se c’era una associazione come vogliono far passare, si sapeva chi comandava… c’è l’ambientale, discutevamo… c’era Riillo, Giglio…. Tutte cose che discutevamo nell’ufficio di Giglio, si buttavano delle battute, perché era uscito pure delle cose su degli incendi che aveva subito Blasco

AVV Laratta: presidente mi perdoni, se il PM ha la cortesia di continuare sul foglio 58 è il chiarimento di tutto… “si diceva chi è il più forte forse…” e si è fermato qui… bastano altri sette righi per chiarire il pensiero del signor Bolognino

PM: ho letto un’altra pagina, la 113 e poi la 58. Si possono produrre entrambe… a pagina 113 non c’è nessun riferimento al giornale

CARUSO: a verbale sarà prodotto

AVV Laratta: grazie

 

PM: lei sapeva che Sarcone Nicolino era stato condannato per 416 bis?

Bolognino M.: no che era stato in carcere, ma condannato ho sentito qui… che hanno detto tutti che hanno chiamato Sarcone quando l’hanno condannato, certamente non l’ho chiamato io. Il giornale parlava di associazione, quando frequentavo io, quando era in carcere a Bologna, era imputato ma non so se è stato condannato, è stato imputato per 416 bis. Il giornale a Reggio Emilia parlava sempre di queste cose qua…

PM: lei è mai stato detenuto con Sarcone Nicolino?

Bolognino M.: gli ho risposto oggi, gli ho detto a Bologna lui in una sezione e io in un’altra

PM: nei primi anni duemila

Bolognino M.: se non mi sbaglio 2002/2003. Era a Bologna e c’era pure Blasco

PM: lei quando è stato scarcerato nel 2011 cos’era febbraio?

Bolognino M.:

PM: è stato sottoposto a misure di sicurezza, libertà vigilata, queste cose?

Bolognino M.: 20 giorni che dovevo pagare una multa e l’ho fatta a Montecchio Emilia in via Leonardo da Vinci numero 9 dopo che ho lasciato l’appartamento l’ha preso in affitto Righi Giuseppe.

PM: dopo la sua scarcerazione ha avuto rapporti con i Megna?

Bolognino M.: con Megna dopo la mia scarcerazione nel 2004?

PM: no, nel 2011

Bolognino M.: con Megna? Mi sono sentito qualche volta con la moglie di Megna Domenico…, ci sono le telefonate

PM: e quando Megna è stato scarcerato?

Bolognino M.: penso che sono andato a trovarlo, una o due volte…

PM: pensa o è andato a trovarlo?

Bolognino M.: non mi ricordo una o due volte… perché mai… se andavo a Papanice… perché c’ho il mio ex suocero che abita a Papanice, ci andavo sempre

PM: non ho chiesto se andava a Papanice dal suocero, ho chiesto se è andato a trovare Megna Domenico dopo che è stato scarcerato

Bolognino M.: una o due volte ci sono andato

PM:come mai?

CARUSO: quando è stato scarcerato Megna Domenico?

PM: 24/1/14

Bolognino M.: sono andato a trovarlo perché se non mi sbaglio ero sceso a Papanice per altri motivi, gli era morto il figlio ero andato a salutarlo, perché lo conoscevo negli anni 86, ho fatto dei processi insieme a lui

PM: è stato affiliato a lui ha detto, no?

Bolognino M.:come?

PM: originariamente negli anni 90 è stato affiliato a Megna Domenico, ha detto stamattina

Bolognino M.:non a Megna, alla famiglia Megna, con Domenico Megna non c’è stato mai con, lo comunicano le sentenze, non che lo dico io. Con Megna Luca io ho avuto a che fare sempre

PM: Mario Megna?

Bolognino M.:lo conosco, era di Crotone, non c’entra con Papanice

PM: è parente?

Bolognino M.:no, non sono neanche parenti lontani lui è di Crotone che c’entra con Papanice

PM:chi è Megna Mario?

Bolognino M.:portano lo stesso cognome ma non c’entra niente

PM: non c’entra niente… chi è allora Megna Mario?

Bolognino M.:una persona di Crotone, l’ho conosciuto, mi veniva a trovare, faceva il consulente per un commercialista di giù che aveva clienti a Reggio Emilia a Parma, io lo conoscevo e mi veniva a trovare. Ci siamo conosciuti negli anni 90 l’ho conosciuto. Ma non era stato condannato con noi nell’associazione non c’entrava.

PM: argomento Bianchini. Come conosce Augusto Bianchini e come si sono svolti gli affari con Bianchini? Poi veniamo al capo 53, eccetera.

Bolognino M.: la prima volta che conosco il sig. Bianchini lo conosco, se non mi sbaglio all’ufficio di Pino Giglio a fine 2011. lo conosco la prima volta con Giglio Giulio e il geometra Serio Luigi, che doveva fare un lavoro al cimitero di Finale Emilia. Serio Luigi mi aveva chiamato e ho conosciuto il sig. Bianchini.

PM: viene fatto questo lavoro al cimitero?

Bolognino M.: no, viene ripreso dopo il terremoto

PM: e ci racconti come si sono svolti questi rapporti, cosa le ha chiesto Bianchini, cosa è successo dopo il terremoto?

Bolognino M.: con il sig. Bianchini dovevo fare questo lavoro, si discuteva dei prezzi non prezzi, la prima volta l’ho conosciuto con Giglio Giulio e poi una volta che sono andato c’era anche Giuseppe Giglio, doveva fare questi lavori, pure a Parma, c’era da mettere il ferro e il calcestruzzo, c’era Iren… lavori mai fatti… devo rispondere al capo 53 o al fatto del terremoto, se mi fa le domande, gentilmente se no mi fa confondere

PM: vorrei sapere lei ha presentato altre persone ad esempio Diletto Alfonso a Bianchini?

Bolognino M.: non è che l’ho presentato, lui vendeva il ferro, aveva una fabbrichetta di ferro vicino a Brescello, gli ho presentato il geometra del Consorzio Italia si sono visti al capannone da me o a Parma… non ricordo adesso

PM: chi eravate?

Bolognino M.: non ricordo, se c’era pure…. Non ricordo mi sono visto io con Bianchini per il fatto del ferro o se ho parlato con Diletto… so che con Diletto Alfonso mi sono visto per parlare del fatto del ferro, che doveva fornire questo ferro al cantiere Iren

PM: lei il 21 maggio ha detto “parlo prima con Bianchini e poi parlo con Diletto e poi incontro Diletto con Bianchini sul cantiere a Parma”

Bolognino M.: può essere, non ricordo. Con Bianchini, il geometra del ferro, il geometra Consorzio Italia… non mi ricordo, può essere pure che mi sono incontrato con Bianchini al capannone da me. Diletto forniva il ferro a tante persone

PM: va in porto?

Bolognino M.: no, il lavoro non l’ho fatto più io a Iren di Parma, Bianchini non me lo ha dato o lo ha ceduto ad altre persone, non lo so

PM: poi c’è il terremoto, maggio 2012, cosa le chiede Bianchini?

Bolognino M.: dopo il terremoto Bianchini mi chiama, c’è una telefonata, aveva bisogno di 8/9 carpentieri. Io li avevo, a Montecchio ho il capannone, gli uffici, avevo sempre l’azienda edile. I carpentieri che ho mandato erano operai che lavoravano con me con Edil Locri e Moschetta Costruzioni. Mi ha detto che io non potevo prendere il lavoro con l’azienda e gli ho mandato gli operai a Bianchini

PM: cosa vuol dire che li ha mandati?

Bolognino M.: ho mandato in tutto 12/13 persone dei miei operai

PM: lei ha dichiarato “viene Bianchini mi dice a me: Michele le persone le devo assumere io”

Bolognino M.: io non potevo prenderle, le ha assunte Bianchini. Non poteva avere il lavoro in subappalto, non lo so… non mi ricordo

PM: Bianchini sapeva la sua precedente storia?

Bolognino M.: no, il sig. Bianchini conosce la mia storia processuale se non mi sbaglio o a settembre o a ottobre, dopo che avevo mandato gli operai, quando gli chiedo di farmi l’assunzione. La mia storia processuale … la moglie dice che hanno fatto controlli, sono uscito su internet, c’è una relazione del Prefetto De Miro che dice che sono stato condannato … Io alla Moschetta Costruzioni, fino a quando non è fallita, la visura camerale ero socio e amministratore, io risultavo con con l’antimafia

PM: lei sa che all’epoca l’antimafia era all’acqua di rose. Poi è passato non più alla camera di commercio… al di la’ di questo, le chiedo, Bianchini e/o la moglie sapevano della sua vicenda, non che era in galera ma che era stato condannato per ‘ndrangheta?

Bolognino M.: no, Bianchini conosce la mia situazione nell’ottobre 2012

PM: la risposta è sì da ottobre 2012?

Bolognino M.: e io che cosa le ho detto io? Non è vero che Giglio, come dice, mi presenta come un ‘ndranghetista, perché Bianchini a me non mi conosce come, perché non è che mi metto la maglia con su scritto “sono stato condannato per 416 bis” e non ho chiesto niente, ho lavorato onestamente dove sono andato, non ho mai chiesto, io ho sempre lavorato quando sono andato! E oggi mi dispiace anche… vabbè…

PM: senta, questi soggetti che lei fa assumere, chi sono? Ci faccia un po’ di nomi

Bolognino M.: il 70% lavoravano già con me con Edil Locri e Moschetta Costruzioni

PM: mi faccia dei nomi

Bolognino M.: Colosimo Salvatore lavora con me dal 2006, Perrone Pietro lavora con me dal 2006, Doda Altin sono 4 frattelli, tutti e i 4 fratelli lavorano con me dal 2006/2007, Alleluia abbiamo sempre lavorato insieme. Le uniche che non hanno lavorato in precedenza con me sono questi due napoletani, non è che li conoscevo, li conosceva Alleluia, Balzano… e l’altro che è venuto l’altra volta…

PM: Chiaro?

Bolognino M.: può essere l’ho visto qua l’altra volta, poi Curcio Domenico, cognato di Giglio, Procopio Giovanni che era il cognato di Giglio, Belfiore Gaetano che ha lavorato… ma queste ultime persone hanno lavorato con me non più di due mesi

PM: chi era Belfiore Gaetano?

Bolognino M.: Belfiore Gaetano lo conosco a Gualtieri, fuori Gualtieri che lavorava, suo padre con Acerbi quello del cemento, mi ha chiesto del lavoro, che aveva il figlio a casa senza lavorare, io non sapevo chi era Belfiore Gaetano, l’ho saputo in un secondo momento che era fidanzato con la figlia di Grande Aracri Nicolino, ma già lo avevo licenziato perché non rendeva.

PM: a pagina 82 quando le abbiamo chiesto come la mandava a chiamare Grande Aracri Nicolino lei dice, “una volta penso un suo… non so se genero, Gaetano, il cognome non lo ricordo”. Come fa a dire che non lo sapeva

Bolognino M.: quando l’ho assunto a lavorare non lo sapevo. Belfiore ha lavorato un mese. Anche gli stipendi l’ho pagato come l’altro

PM: Schirone Graziano?

Bolognino M.:

PM: Richichi Giuseppe?

Bolognino M.: 3 giorni neanche , era alle macchinette (ndr: pare fosse affetto da ludopatia)

PM: quali erano le condizioni lavorative, gli orari, lo stipendio, festività?

Bolognino M.: ci sono le buste paga… con Bianchini mi ero messo a 23 euro l’ora tutte le ore che facevano. Un operaio faceva 150/200 ore al mese. Se mettevo 140 euro in busta paga gli operai si lamentavano con me, le ore che pagavo fuori busta le pagavo da 10 euro a 18 euro all’ora ed era meglio che li mettevo fuori busta. Le ore in busta paga venivano pagati i contributi, busta paga normale. Le ore fuori busta paga in nero le pagavo io. Agli operai che partivano da Montecchio, io mettevo il furgone e il gasolio, c’è una telefonata poi l’avvocatessa mi farà la domanda. Ho speso 5mila euro di gasolio e io mi lamentavo…

Gli orari di lavoro essendo in emergenza dalle 7.30 alle 18/19 più ore facevano, se hanno lavorato la domenica, sono andato anche io a lavorare con gli operai

Ndr: Bolognino cita le intercettazioni

PM: diamo atto che cita le intercettazioni, quindi tutta la polemica sulle trascrizioni…

AVV Pisanello: sono le trascrizioni che gli ho spedito io

PM: bene

Bolognino M.: io non volevo che lavoravano di domenica, ero io contrario, si lavorava fino alle 14 eravamo in emergenza, si dovevano finire delle scuole. La domenica lavoravano il doppio. I buoni pasti li abbiamo avuti nel mese di dicembre quando Bonanzola, quello che non è venuto a rispondere… dice il falso. Abbiamo avuto 42 buoni pasti che sono stati dati nel mese di dicembre e poi la cassa edile… e questa era la ‘ndrangheta che si infiltra nel terremoto…

PM: vi sono state operazioni di superfatturazioni?

Bolognino M.: ecco… due fatture che mi doveva pagare.. non è che ogni mese mi faceva la fattura Bianchini. Due fatture io neanche sapevo, le aveva fatte Giglio che mi doveva pagare le ore in busta paga

PM: lei dice “coinvolgo Giglio, ho da pagare” …. È lei che coinvolge Giglio?

Bolognino M.: no no… io ho letto tutto il processo… ci sono le telefonate. E’ falso, anche lei ha scritto che sono andato in carcere con Grande Aracri, e non è vero. Lei ha scritto se non è vero non è vero!

PM: finisco la contestazione. Giglio ha risposto “va bene Michele le faccio la fattura”

Bolognino M.: no, la fattura la fa Giglio perché aveva rapporti con Bianchini.

 

Ndr: Bolognino perde le staffe. Viene ripreso dal personale presente in sala e come risposta Bolognino se la prende con l’addetto dicendo che è il presidente che deve riprenderlo.

 

CARUSO: andiamo avanti!

Bolognino M.: tramite la Trasmoter…

PM: la Trasmoter a sua volta dove li passava i soldi, ha detto due bonifici dalla Bianchini alla Trasmoter, la Trasmoter a lei come sono arrivati?

Bolognino M.: c’è una telefonata

PM: lasci stare la telefonata, cosa accadeva?

Bolognino M.: le fatture le faceva Giglio, non conoscevo il meccanismo. I soldi me li portava Floro Vito Giuseppe in contanti. Erano in nero, dovevo pagarli in contanti.

PM: questi soldi come li usava? Una parte tornava a Bianchini?

Bolognino M.: no… quando facevo i conti un mese 12 operai 200 ore l’uno, 2200 ore, 23 euro all’ora, non ricordo senza calcolatrice. Bianchini non mi faceva il bonifico. Bianchini si teneva i soldi in busta paga, secondo le ore. Bianchini pagava le tasse, la cassa edile, i contributi e se li tratteneva, la rimanenza io facevo i conti, ci sono gli ambientali, 7mila se li deve tenere Bianchini… 20mila euro non so quanto rimaneva, di quelli che mi arrivavano prendevo Cosimo, Perrone, dicevo quante ore hai in busta paga, non li pagavo 23 euro. Uno prendeva 10 euro, uno 13 all’ora. Avevo le spese del gasolio e si appoggiavano al capannone da me, era questo il meccanismo, Bianchini faceva la rimanenza dei soldi quello che rimaneva lo mandava a me

PM: perché 20mila euro restavano a Bianchini, cosa erano?

Bolognino M.: perché aveva pagato le buste paga e i contributi. Con Bianchini abbiamo fatto discussioni, cosa rimane a me… ci sono le intercettazioni

PM: che senso aveva questo tramite la Trasmoter?

Bolognino M.: perché mi dovevano arrivare in nero, come me li dava se non faceva la fattura a Giglio? Mica me li dava in contanti !

PM: le buste paga le ritiravano da lei?

Bolognino M.: perché io dovevo fare i conti, dovevo controllare che sulla busta venivano pagati 120/130, le ore, la rimanenza 70 ore, mi segnavo devo dare 70 ore fuori busta paga. Alleluia segnava tutte le ore. C’era anche chi lavorava al metro… Se io prendevo 7 euro al metro io davo 6 euro… non è che guadagnavo. Mi dispiace che il sig. Bianchini ha passato tutti i guai per i miei precedenti

CARUSO: veniamo alle cose che ci interessano

PM: chi gliele dava le buste paga?

Bolognino M.: anche la moglie di signor Bianchini…

CARUSO: va bene è chiaro

CARUSO: vediamo se ho capito bene il meccanismo, lei non dica niente, parlo io! Lei da un certo numero di operai per farli lavorare da Bianchini. Bianchini le paga 23 euro per ogni ora… il suo corrispettivo è 23 euro per le ore che le fanno, che però toglie da quello messo in busta paga. Lui da una parte togliendo cassa edile, e quant’altro. A lei Bianchini manda la differenza di quello che ha pagato agli operai.

Bolognino M.: Bianchini mi paga sempre 23 euro

CARUSO: quello che all’operaio va nella busta paga, Bianchini glielo manda o paga lui?

Bolognino M.: paga lui

CARUSO: dai 23 euro bisogna togliere quello che paga lui, a lei le arriva la differenza fra i 23 e quello che le ha pagato Bianchini. La differenza fra 23 euro e il prezzo pagato da Bianchini agli operai in bianco più 23 euro per le ore in nero. Questo insieme di denaro ne prende una parte e lo da all’operaio per le ore in nero e quello che rimaneva lo teneva lei.

Bolognino M.: io pago anche il gasolio, ci sono le ambientali che sentirà…

CARUSO: il denaro arriva non da Bianchini ma da Giglio secondo il meccanismo di una fattura falsa. In questa fattura c’è la somma che deve andare a lei + IVA. L’Iva la restituisce a Bianchini?

Bolognino M.: una volta me l’aveva chiesta poi era uscita il problema con Giglio, c’è l’ambientale… Giglio faceva la fattura. Bianchini pagava la fattura compresa IVA ed era giusto. Era Giglio… Giglio si teneva…

CARUSO: Giglio si teneva l’Iva della fattura falsa?

Bolognino M.: la metà, l’altra metà Giglio la doveva dare a me, quando poi Bianchini mi chiedeva, l’IVA. Due fatture. Abbiamo fatto una sulla Giglio e una con la Trasmoter. Io mi sono tenuto solo 3mila euro. Alla Giglio srl se l’è tenuta tutta

CARUSO: Bianchini la pagava l’IVA?

Bolognino M.: certo che la pagava, 30mila euro + IVA

CARUSO: a Bianchini è tornata indietro l’IVA?

Bolognino M.: no, è uscita una discussione… perché Giglio se l’è tenuta, Giglio viaggiava regolare… Sulla Trasmoter ci ho guadagnato…

CARUSO: andiamo avanti….

PM: abbiamo già prodotto le fatture in occasione della deposizione di Costantino. Veniamo al capo 53, le viene contestata una attività estorsiva. Ha riferito su questo, se ci vuole ripercorrere questa vicenda

CARUSO: no, se Bolognino ripercorre parla per mezz’ora!

PM: cosa le ha chiesto Bianchini ad un certo momento, fra la fine del 2011 e il febbraio del 2012 in relazione a un debito che aveva nei confronti di albanesi e di Soda?

Bolognino M.: ero andato in ufficio da Bianchini si parlava di mio fratello. C’era un problema con dei miei paesani, il consorzio Pitagora per dei lavori contestati che avanzavano 20/30mila euro e Bianchini gliene voleva dare di meno e io gli ho detto se vuole posso vedere io. Quando sono rientrato ho parlato con Blasco e gli ho detto se conosceva questi del Consorzio e Blasco disse di sì. Hanno una discussione per dei lavori non fatti bene da degli albanesi… queste cose qua. Mi sono messo di mezzo per parlare. D’Urso mi ha raccontato che c’era una trattativa, c’era una differenza di 20/30 mila euro. “Vedi se mi fai parlare a me con questo Soda così si chiariscono con Bianchini”. Facendo questa cosa cercavo di prendere qualche lavoro, faccio bella figura con Bianchini. Blasco conosceva questo Soda, ci incontriamo io Soda, Bianchini, se non sbaglio la moglie, una volta. Si parlano e Soda portava i suoi fatti e Bianchini la sua.

PM: dove avviene la riunione?

Bolognino M.: al capannone da me. C’era Soda, D’Urso… Valerio Antonio

PM: gli albanesi?

Bolognino M.: la seconda volta

PM: come si accordano?

Bolognino M.: in questa riunione a Soda andavano 23mila euro

PM: come pagava?

Bolognino M.: Bianchini ha dato una macchina che valeva 20mila euro e poi doveva dare la rimanenza di 3mila euro e Soda ha accettato

PM: lei dice “si fanno l’accordo con Bianchini, c’era una macchina che valeva 20mila euro, fanno i conti e fanno un totale di 16mila euro. Rispetto a un debito che Bianchini aveva di 40mila euro, dando l’Audi che ha un valore di 24mila euro sarebbe rimasti da pagare 16mila euro”. Lei dichiara questo. Poi dice “Bianchini prima fa il conto 16mila euro e poi mi richiama dicendo, si prendono la macchina e 3mila euro e sono a posto”. Le chiedo che… prima restavano da pagare 16mila euro e poi dice no

Bolognino M.: ho fatto confusione. Bianchini doveva dare la differenza… si giocava su 20mila… poi si è arrivato a un accordo.

PM: la macchina a chi va?

Bolognino M.: Soda aveva un debito con Blasco… è andata a Blasco. Blasco si è trovato che Soda non poteva fare i passaggi, aveva fatto con una finanziaria… la macchina alla fine è andata indietro a Soda

PM: qual’era il debito di Soda verso Blasco?

Bolognino M.: non lo so di preciso… 18…. C’è la telefonata che io chiamo a Soda… Non ho guadagnato soldi, non ho minacciato nessuno, mi sono messo in mezzo e hanno risolto ‘sta cosa

PM: lei era creditore di Blasco?

Bolognino M.: c’erano sempre quei conti di Borghetto Vara. Io pensavo che magari potevo prendermi io la macchina, poi ho visto che non si poteva fare il passaggio. Quello che ha guadagnato è stato Soda. Blasco ha ricevuto 3mila euro + iva da Bianchini.

CARUSO: ma la macchina non era di Bianchini? Soda l’ha poi data a Blasco o doveva darla a Blasco?

Bolognino M.: Soda non so se ha fatto un finanziamento su questa macchina…. Si è finanziato la macchina con la banca. Si facevano questi finanziamenti una volta

PM: produciamo in riferimento all’Audi il sequestro dell’autovettura, la violazione del codice della strada… da questo verbale si capisce che il proprietario era una società in leasing, era della 3r Multiservices International Sas di Rovitti Massimigliano

PM: io le ho chiesto prima di Megna Mario, lei ha detto che era un soggetto calabrese che non aveva a che fare con la famiglia Megna. Lei lo sa che questo Megna Mario è stato arrestato nel giugno del 2011 per estorsione aggravata in Calabria?

Bolognino M.: sì, penso, me l’ha detto che era stato in carcere, è stato 5/6 mesi, non so

PM: in quell’occasione gli viene contestato di aver agevolato la cosca Megna

Bolognino M.: no questo dott.ssa… io so che è stato arrestato per una estorsione però non so per chi se per la famiglia Megna, questo non lo so io, non è che… per una estorsione in una lavanderia, mi raccontava… non lo so di preciso è una cosa che mi ha detto così, lui, io pensavo che era un reato comune, non per… perché è uscito subito, penso che era agli arresti domiciliari

PM: lei ha detto nel corso delle spontanee dichiarazioni che ci sono 200/300 contatti fra lei e Diletto Alfonso, si ricorda?

Bolognino M.: può essere 250, ce ne sono, non lo so…

PM: nel senso che sono tanti. Mi spiega come mai invece in tante occasioni il tramite per contattare Diletto e viceversa, era Richichi Giuseppe detto Andrea?

Bolognino M.: no, può essere che non avevo il numero, non c’avevo niente da nascondere, io sapevo che il mio telefono poteva essere sotto…

PM:ha detto che l’ha sentito centinaia di volte!

Bolognino M.: ci sono le telefonate, poi c’è l’avvocatessa…. Io adesso non mi ricordo perché facevo, ma ci sono le telefonate se non sono 100 sono 70

PM: benissimo, a maggior ragione come mai se lei aveva questo rapporto così frequente e continuo con Diletto aveva bisogno non una volta, ma più volte dell’intermedio di Richichi Giuseppe?

Bolognino M.: no, con Richichi se non mi sbaglio, era sempre per il cantiere di Marano… perché noi avevamo lasciato una gru a Marano e del ponteggio. Quando è subentrato lui nel lavoro ci doveva dare ‘sti cosi indietro, dicevo vedi se lo chiama questo qua che mi devo andare a prendere ‘sti ponteggi quando ha finito. Per questo motivo lo chiamavo perché era Richichi che guardava i ponteggi, era lui che faceva lui queste cose qua, se no come lo chiamavo sempre, io lo chiamavo sempre Diletto, può essere che è successo qualche volta che ho chiamato lui. Richichi l’ho chiamato 2 o 3 volte non di più

PM:noi le contestiamo che sono molte di più le occasioni, ad esempio le facciamo sentire un caso, la conversazione del 2012

 

ndr: Viene fatta sentire una traccia audio dove Bolognino chiama Richichi e parlano di Diletto Alfonso

Bolognino M.: è tanta chiara questa telefonata, è il fatto di Marano. Mi doveva dare i soldi, i ponteggi, le cose che teneva la’ che lei mi contesta… io solo quello che ho segnato io qua ho i progressivi ne ho 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10 ce n’ho, sul 2367 ne ho solo altre 10 io e ce ne sono altri, io ne ho un casino di telefonate con Diletto Alfonso per il ferro non ferro. E nelle telefonate con Richichi cosa.. vedi se questo mi deve dare i soldi una telefonata che forse ho fatto chiamare a lui, non è che c’era niente… perché se no non lo chiamavo mai … se avevo qualcosa di strano con lui

PM: io le contesto che questa telefonata è nel capitolo Sorbolo. E’ stata ricostruita in udienza il 15 dicembre del 2016, ma lei è mai stato contattato da Diletto in occasione di problematiche giudiziarie che aveva Diletto, sorveglianza speciale…

Bolognino M.: sì, c’ho le telefonate con lui, perché discutevo, mi avevano fissato a me a Reggio Emilia la sorveglianza speciale il 17/12/14 e Diletto la discuteva pure che a lui era stata data

PM: la misura di prevenzione?

Bolognino M.: no no no, io non ho mai avuto, che io non c’ho niente, io c’ho sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel paese di Gattatico. Che misure di prevenzione, se io non c’ho niente che misure devono fare a me. Poi lui mi chiedeva a me se avevo questa sentenza, che l’avvocatessa Pisanello aveva trovato questa sentenza della Cassazione e queste cose qua di sentenze, ma a te te l’hanno discusso… che l’avevo incontrato una sera a lui e a suo zio al bar, che lui non abitava più a Parma in quel tempo la’ Diletto. Io l’ho mandata poi la sentenza, gliel’ho spedita, un fax, non ricordo come.

PM: senta Marzano Stefano che lei ha nominato più volte le ha mai chiesto un aiuto in occasione in cui è stato, in cui ha avuto problemi con la sua attività di noleggio con degli albanesi…

Bolognino M.: no con gli albanesi, penso no…. Perché con altre persone ha avuto … non rispondo perché devo sentire Femia, penso con Femia ha avuto questi problemi… deve venire a testimoniare Femia. Con Femia penso che ha avuto problemi che ci sono le telefonate, neanche con Femia, con il nipote di Femia

PM: sì questo lo sapevo

Bolognino M.: ma io con Marzano Stefano, quando sono uscito dal carcere sono stato sempre a Bologna, lavoravamo insieme con le macchine a noleggio, lui mi dava una mano io cercavo di imparare il mestiere delle macchine a noleggio, queste cose qua

PM: presidente, io ho terminato.

CARUSO: bene il controesame chi lo deve fare. Avvocato Pisanello?

 

AVV Filocamo: avrei solo 4 domande

 

CONTROESAME FILOCAMO in difesa di Bolognino SERGIO

AVV: con riferimento al cosiddetto affare delle barche, lei ha detto che c’era questa situazione debitoria di suo fratello Sergio. Si ricorda se era nei confronti di Mario Ursini o di un altro soggetto entrato in contatto con Ursini nello specifico si potrebbe specificare in un tale Lalcata

Bolognino M.: avvocato come ho detto prima il debito di mio fratello erano quelli che avevano la macchina targata inglese, non so se erano stranieri, però non erano calabresi, non ricordo come si chiamano adesso, nelle foto li ho visti, però non so come si chiamano

AVV:non erano calabresi, quindi non era Ursini, era qualche altro soggetto?

Bolognino M.:no no no erano queste due persone, nelle foto le ho viste ma non so come si chiamano

AVV:lei a parte questo reato che le viene contestato al capo 87 in questo processo che riguarda queste imbarcazioni ha subito altri processi per quanto riguarda la ricettazione di imbarcazioni di lusso?

Bolognino M.:no no avvocato, non ho mai avuto a che fare,mai subìto niente,mai indagato, mai niente

AVV:ha nominato Marzano Stefano e Buonalumi, e ha detto di aver presentato lei il sig. Buonalumi a suo fratello Sergio. Potrebbe essere che in realtà è stato lo stesso Marzano ad intromettersi in questa conoscenza o è certo di aver fatto lei questa presentazione?

Bolognino M.: non ho capito la domanda avvocato, se è stato Marzano…?

AVV:… a presentare Buonalumi a suo fratello

Bolognino M.:può essere…. Buonalumi lo rivedo a Parma dopo tanti anni che non lo vedevo, sempre per una questione di Marzano. Buonalumi aveva contatti con Marzano. Mio fratello delle volte si vedeva con Marzano a Bologna. Aveva una X6 nera che mio fratello aveva noleggiato targata San Marino. Buonalumi lo rivedo a Parma tramite Stefano Marzano dopo tanti anni che all’inizio neanche lo avevo conosciuto, c’è una telefonata dove io dico “manco me lo ricordavo io”, è lui che la portato da me

AVV:le leggo alcuni passaggi di una intercettazione fra lei e suo fratello Sergio, la data il 27/4/12 ore 17.33 “Sergio aggiunge perché aspetto la chiamata sua, sono arrivati pure i compaesani, capisci, sembra che me ne fotto che è arrivato con i compaesani” Michele chiede “chi era?” Sergio: “per il fatto la che ti ho detto, quelli che hanno combinato la cosa, eh devono raccogliere ‘sti soldi” Michele “della prima?” Sergio: “sì” Michele: “chi erano questi?” Sergio: “no erano di Gioiosa” Michele “di Gioiosa?” Sergio: “si ma non ha detto niente, c’era qui quel cornuto…” non sto a leggere perché è lungo. Io capisco che in questo momento, siamo al 27 aprile, lei non era a conoscenza, lei sentendo questa intercettazione mi può confermare questo dato o ho capito male io?

Bolognino M.: no no come io non conoscevo neanche quelli di Gioiosa… l’ho dichiarato prima. Quando mio fratello mi diceva… non sapevo neanche cosa faceva mio fratello perché mio fratello faceva le cose per i fatti suoi

AVV:devo contestare quello che ha detto prima, lei ha detto che nell’incontro del 18 febbraio vicino a Parma lei si sarebbe incontrato con questi soggetti di Torino per questa faccenda della barca, ora se lei ad aprile non era a conoscenza, probabilmente a febbraio parlava di qualche altra cosa

Bolognino M.: può essere… non ricordo… ci sono le fotografie se c’era mio fratello o no

AVV: su questo le confermo perché sull’OCP di Parma suo fratello Sergio non c’è e nelle telefonate direttamente precenti lei non parla con suo fratello di questo incontro con i torinesi

Bolognino M.: può darsi che l’ho incontrato dopo, se c’è l’OCP più chiaro di quello…. Può essere che è stato ad aprile e io l’ho confuso… Tutte queste carte che ho letto, mi sarò sbagliato

AVV:infatti io sono convinto che c’è stato un errore di questo genere. Proviamo ad arrivarci con un po’ di logica, lei con Ursini parla di due o tre affari diversi… forse due in definitiva, sono le piastrelle collegate al fatto del cinese e le barche. Se lei di questa vicenda delle barche ad aprile ancora non sapeva niente, può darsi che a febbraio parlaste di qualche altra vicenda

Bolognino M.: può essere che ho parlato del cinese, il fatto delle mattonelle è uscito dopo, le mattonelle le abbiamo prese ad agosto 2012. Può darsi che Giglio aveva dato un camion ad Ursino e abbiamo parlato di questo

AVV: non ho altre domande

CARUSO: chi deve fare domande brevi?

AVVOCATO PANCARI IN DIFESA DI MACRI’ FRANCESCO

AVV: lei conosce Molinari Antonio?

Bolognino M.: sì come no, era il cuoco!

AVV: il cuoco di che cosa?

Bolognino M.: del Cenacolo del Pescatore

AVV: quindi lavorava lì?

Bolognino M.:

AVV: i conferimenti per la costituzione di questa società ci sa dire da chi e con quali fondi vengono effettuati?

Bolognino M.: Macrì fa tutto, fa la società sempre Macrì, i soldi avvocatessa li ha messi Macrì con Tonelli Loris, perché era lui, però quei pochi soldi che abbiamo fatto la società li ha messi Macrì Francesco

AVV: Macrì ha messo i suoi soldi, ho capito bene?

Bolognino M.: lui ha messo i soldi

AVV: chi pagava l’affitto ai Vertinelli?

Bolognino M.: Macrì

AVV: con quali soldi?

Bolognino M.: i soldi del ristorante.

AVV: cioè con gli incassi vuole dire?

Bolognino M.: con gli incassi del ristorante sì anche se poi all’ultimo siamo rimasti che c’era un buco, perché gli davo una mano, perché come dicevo prima erano Macrì e Tonelli Loris io sono subentrato in un secondo momento in questa cosa qua.

AVV: cioè quando subentra lei?

Bolognino M.: subentro al momento in cui hanno fatto, come si dice, gli arresti domiciliari a Tonelli Loris. Tonelli Loris aveva le conoscenze dei camerieri, dei metro di sala, tutte queste cose. Ma i contatti che facevano tutto erano Tonelli e Macrì. Io sapevo qualcosa di più, Macrì ancora meno perché Macrì prima faceva il muratore!

AVV: e cosa sapeva Macrì

Bolognino M.: Macrì al ristorante, lui gestiva i conti in banca, perché erano conti suoi. C’erano assegni da pagare che avevamo fatto a qualche fornitore, anticipava lui i conti suoi delle ditte sue per pagare gli assegni

AVV: chi pagava i fornitori?

Bolognino M.: Macrì

AVV: grazie, non ho altre domande

Avvocato Facente: posso un chiarimento io, presidente? Molto spedita…

CARUSO:

AVVOCATO FACENTE IN DIFESA DI BLASCO GAETANO

AVV: ha riferito al pubblico ministero di una discussione per motivi squisitamente di lavoro avuta con Blasco Gaetano e ha anche riferito che di questa discussione ne avrebbe parlato con Grande Aracri Nicolino. Le chiedo io perchè è importante per me capirlo. Lei è partito da Parma, da Reggio Emilia, non so all’epoca dove lei stava, per andare a Cutro esclusivamente per parlare di questa vicenda con Grande Aracri Nicolino oppure è andato per parlare di altro e le è capitato in maniera casuale di parlare di Blasco?

Bolognino M.: no, avvocatessa io sono andato per i fatti miei, come ho detto prima e lo preciso che sono andato per i fatti miei. Poi a Grande Aracri Nicolino non ho parlato della discussione di Blasco, ho detto che c’era questa persona che doveva dare dei soldi…non sono partito da Reggio Emilia per andare da…. Perché io sono andato per parlare tipo di camion, di escavatori, nell’insieme abbiamo parlato di questo, ho parlato di Covelli…non è che sono partito apposta per parlare di Blasco, come ho detto, all’inizio neanche lo conoscevo a Blasco Gaetano

CARUSO: va bene

AVV: va benissimo, la ringrazio, nessun’altra domanda

CARUSO: rimane solo avvocato Caruto, Laratta e Pisanello. Avvocato Laratta in difesa di Bolognino.

 

AVV. Laratta: le mie non sono molte 20 minuti… al capo 1 perché io ho problemi giovedì. Le altre le farà la mia collega avvocato Pisanello

esame di Bolognino - Filocamo
pancari
facente
avv Laratta
RS 9/5/17

AVVOCATO LARATTA IN DIFESA DI BOLOGNINO MICHELE

AVV: sig Bolognino, sono l’avvocato Laratta

Bolognino M.: buonasera avvocato

AVV: buonasera a lei. La prima domanda: lei ha avuto, da quando è stato scarcerato, qualche sequestro di beni?

Bolognino M.: no mai avuto sequestri di beni, non ho niente cosa mi devono sequestrare?

AVV: appunto, risponda mi perdoni alle mie domande anche se capisco posso saperle… le hanno mai sequestrato conti correnti con importi notevoli sopra?

Bolognino M.: no, neanche con pochi soldi

AVV: hanno sequestrato degli immobili?

Bolognino M.: no

AVV: no, le dico perché lei è imputato al capo 1 di questo ELEFANTIACO processo di essere insieme ad altre persone che una o dopo l’altra andremo ad indicare, come un promotore e organizzatore di questa associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetistico che è in Emilia e che ha uno stretto collegamento con la casa madre di Cutro. La domanda diretta: lei è mai entrato a far parte, formalmente, non formalmente, c’è stato qualche cosa che l’ha fatta entrare in questa asserita associazione per delinquere di stampo mafioso?

Bolognino M.: no no avvocato io non ho mai fatto parte di nessuna associazione tramite il mio passo che io ho messo una linea nel mio passato

AVV: ho capito, questo praticamente per la trascrizione. Lei venne condannato quanti anni fa?

Bolognino M.: avvocato non mi ricordo di preciso, ma lei che ha fatto il processo lo sa, non so se era il 1993 o 94…

AVV: sono circa 23/24 anni e lei venne condannato a una pena anche abbastanza pesante

Bolognino M.: tra l’associazione e coso avevo un cumulo di pena di quasi venti anni e qualcosa, che ho scontato tutta

AVV: in quel processo fonte di prova a suo carico era una testimone di giustizia, la signora Rimedio Mirella

CARUSO: l’ha già detto questa mattina

AVV: l’ha già detto questa mattina, perfetto. Allora questa associazione cheè in Emilia Romagna e che ha come riferimento tra virgolette la casa madre Cutro, scopriamo l’acqua calda perché se ne parla da tutte le parti in tutto il processo vede al posto principale numero uno il signor Grande Aracri Nicolino. Mi ha colpito una cosa che devo essere sincero mi era sfuggita, ma la zelante collega Pisanello, davvero molto brava, le faccio pubblicamente i complimenti, me lo ha evidenziato e ha colpito anche me: lei aveva assunto il genero di Nicolino Grande Aracri?

Bolognino M.:  si, un mese un mese e mezzo neanche, l’ho licenziato perché non mi rendeva sui cantieri

AVV: ah! E mi dica una cosa per caso quando è stato licenziato il genereo il sig. Nicolino Grande Aracri l’ha mandata a chiamare?

Bolognino M.:  no perché dovevo dare spiegazioni a Grande Aracri dei lavori che facevo?

AVV: le spiego, nell’ottica dell’accusa che è in questo processo in cui lei è un promotore insieme ad altre persone di una costola importante in Emilia Romagna di un qualcosa che è diretto e che vede come capo assoluto Grande Aracri Nicolino, lei che si permette di licenziare proprio il genero, non lo so…. Se l’è posta questa domanda? Nell’ottica lei è un membro di questa associazione per delinquere, lei ha licenziato il figlio del capo, bene?

PM Mescolini: vorrei che fosse preciso se vi è stato un contratto a termine o un licenziamento

AVV: nell’esame mi pare abbia risposto

CARUSO: Bolognino ha detto che l’ha licenziato. Se vi è un contratto a termine vuol dire che l’affermazione vale quel che vale

Bolognino M.:no no

AVV:com’era la situazione di questo signore che poi si scopre essere il genere di Grande Aracri e lei lo manda a casa?

Bolognino M.: i contratti di lavoro, se non sbaglio, erano tutti di tre mesi, io dopo un mese che lavorava con me… lavorando ad ore, ad ore si deve lavorare nei cantieri, se la persona non lavora il geometra controlla, se una persona non rendeva non lavorava non è che si può nascondere…

CARUSO: va bene va bene chiarissimo, si nascondeva

AVV: lei non ha accettato questa cosa e lo licenzia. Bene?

Bolognino M.: ma perché i geometri…

CARUSO: va bene Bolognino è chiaro il discorso vada avanti!

AVV: mi interessa un dato: lei oggi licenzia questo signore e scopre che è il genero di Nicolino Grande Aaracri. Nicolino Grande Aracri nei giorni successivi non la chiama…

CARUSO: ce l’ha già detto

AVV: lui non la chiama, benissimo! Mi interessa una cosa importante: che cosa vuol dire… perchè c’è una intercettazione quella famosa nella tavernetta di casa Grande Aracri che sarebbe stata pronunciata dal signor Grande Aracri una frase, se può spiegarcela lei “Bolognino non è né ruota né carro” cosa vuol dire?

Bolognino M.: avvocato, cosa vuol dire, che per lui non ero niente, anche in quella intercettazione c’è anche un passaggio importante, quando parlano di altre persone fanno nome e cognome, quando fanno il mio, neanche mi fanno il nome… io agli occhi di loro venivo trattato… com’era trattato… anche perché in un’altra intercettazione nominavano Vertinelli e Giglio, anche li non fanno mai nome e cognome dicono solo il cognome, dicendo solo il cognome, non c’è bisogno che lo spiego io, si vuol dire che non ero nessuno, poi c’è anche su questa intercettazione che le dico io il rit. 586/2012 progressivo 24/60 dove sono presenti anche Diletto e Lamanna dove parlano di me, ne dicono di tutti i colori, che io ho paura di loro che Lamanna mi deve spaccare…

AVV: chi c’era in questa intercettazione?

CARUSO: lo faccia finire, la prego

AVV: mi perdoni, chi c’era in questa intercettazione

Bolognino M.:Nicolino Grande Aracri, Lamanna Francesco e Diletto Alfonso, che io c’ho paura di loro, che mi devono spaccare, ne dicono di tutti i colori, che sono un cornuto… di tutti i colori. Può pensare come ero tenuto da loro io in considerazione. Parlano due che sono imputati con me nel processo Aemilia.

AVV: perfetto, volevo che mi confermasse i nomi in ragione del capo 1 in cui queste persone…. Lei è mai stato invitato a dei matrimoni, battesimi, a delle primi comunioni?

Bolognino M.: no, mai invitato al matrimonio di Nicolino Sarcone, no al matrimonio della figlia di Nicolino Grande Aracri, da nessuno, no funerali,no matrimoni, di persone di Cutro. Mai. Io non c’ero. Mai. L’unica persona che frequentavo in questo contesto era Giglio Giuseppe

AVV: da lei conosciuto come membro di questa associazione di stampo mafioso o lo conosceva in ma iera diversa?

Bolognino M.: no come un imprenditore, di quali cose… sapevo che lavorava… non conoscevo che era un mafioso o un ‘ndranghetista

AVV: mi accingo a concludere questo breve intervento, con queste altre persone che sono indicate al capo 1 come promotori di questa associazione, vi siete mai riuniti per suddividervi degli appalti, i proventi derivanti da un singolo appalto, ha percepito soldi di appalti da altri?

Bolognino M.: avvocato mai diviso niente perché non c’avevo a che fare, qualche telefonata con Diletto per un lavoro, che io dividevo dei soldi con Diletto… non ho mai fatto niente, delle volte dovevo pagare gli operai e avevo problemi, se facevo parte di questa presunta associazione li chiedevo a loro, se ne avevano più di me… quanti sacrifici facevo per pagare gli opera, ci sono le intercettazioni nel capannone da me

AVV: certamente l’avvocato Pisanello coprirà le mie lacune

CARUSO: la ringrazio per il rispetto dei tempi

Il PM Ronchi modifica il capo di imputazione 53 Blasco Gaetano, Valerio Antonio, Bolognino Michele e Baachaoui Karima perché in concorso tra loro premesso che:

A) Bianchini Augusto aveva un debito di circa 36.800 euro nei confronti di Soda Salvatore e un debito di circa 25mila euro nei confronti dei suoi artigiani albanesi per un lavoro in un cantiere di Padova svolto dal Consorzio Edil Pitagora Costruzioni srl ed aveva chiesto l’intervento di Bolognino Michele in sua protezione per ottenere l’abbassamento dell’importo dovuto

B) Soda Salvatore aveva un debito di circa 16mila euro nei confronti di Valerio Antonio e Blasco Gaetano per il noleggio di ponteggi in un cantiere di Grosseto con reiterate minacce costringevano Soda Salvatore ad accettare che Bianchini Augusto potesse pagare a Soda e ai suoi artigiani solo quanto riteneva e precisamente la somma di soli euro 27/28mila a fronte di un credito verso Bianchini di oltre 50mila euro, versate da Bianchini consegnando l’autovettura Audi A6 del valore di 24mila euro e un bonifico di euro 3mila. A consegnare a Blasco Gaetano e Valerio Antonio la somma maggiore del credito da costoro vantato di euro 16mila nei confronti di Soda Salvatore in particolare a consegnare l’autovettura Audi A6 a Valerio e Blasco veicolo ritirato dai medesimi il 6/2/2012. I quali ricevevano anche sul conto corrente della B&V Costruzioni srl un bonifico di euro 3.630,24 euro a fronte della fattura numero 3 del 15/2/2012 per operazioni inesistenti emesse dalla B&V a favore della Bianchini Costruzioni srl per forniture di materiale edile come da accordi intercorsi fra Valerio Antonio, Blasco Gaetano, Bolognino Michele e Bianchini Augusto. Intimidazione consistita in continue minacce nella prestate pressione psicologica esercitate nei confronti di Soda…

CARUSO: il resto è conforme?

PM Ronchi: sì, intimidazioni possono essere nei confronti di D’Urzo Domenico che originariamente ha indicato Soda Salvatore a Bianchini Augusto come artigiano in grado di svolgere i lavori per la Bianchini che veniva convocato a Montecchio Emilia nel capannone di Bolognino Michele alla presenza di quest’ultimo, di Valerio Antonio, di Blasco Gaetano, di Bianchini Augusto e convinto a spingere l’amico Soda a non ricorrere alle vie legali per far valere le sue legittime pretese nei confronti di Bianchini concorrendo… e rimane uguale.

 

Bolognino M.: signor presidente de posso parlare con il mio avvocato 5 minuti prima che stacchiate la videoconferenza, se mi autorizza

CARUSO: lei con il suo avvocato può parlare quando vuole… Bisogna notificare a Baachaoui Karima l’ordinanza

 

Avv. Battaglini: è stato messo a verbale la presenza del maresciallo Costantino e D’Agostino a supporto della procura

CARUSO: non è stato dato atto di niente

Avv. Battaglini: chiediamo che venga fatto

CARUSO: ci vediamo giovedì per il controesame dell’avvocato Pisanello, poi continuiamo con gli altri imputati… si si fate continuare la conversazione con l’avvocato e Bolognino

PM: la mattina andrà via

CARUSO: non sia pessimista, bisogna essere positivi!

 

IMPUTATO VALERIO ANTONIO: era inerente ai due incontri di cui parlava Bolognino se poteva collocarlo nel tempo e se…

CARUSO: la prossima volta l’avvocato farà il controesame

Ndr: il presidente Caruso e il PM Mescolini si accordano per i programmi delle prossime udienze.

PM: Fissiamo per martedì l’esame di Iaquinta per giovedì citiamo controesame Bolognino, Silipo, Salsi Bianchini non in quest’ordine.

 

CARUSO: possiamo andare a casa? Arrivederci.

 

Ore 19.35 TERMINA L’UDIENZA

a cura di: S.N.

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Parma e l’altra mafia, quella socialmente inaccettabile: ad Aemilia Bolognino parla dei locali gestiti dalla ‘ndrangheta
- Rosso Parma 9 maggio 2017

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capo 53
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