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rito ordinario - primo grado

udienza nr. 113

AEmilia

martedì 8 agosto 2017

All'interno dell'udienza:

Esame di Vania Magnani - difesa di Gallo Alfonso

Esame dell'avvocato Rosario Mattace - difesa di Muto Luigi

Esame dell'avvocato De Simone Renato - difesa di Muto Luigi

Controesame dell'avvocato De Simone Renato - PM Beatrice Ronchi

Esame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - PM Beatrice Ronchi

Controesame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - avvocato Laratta difesa Bolognino Michele

Controesame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - avvocato Succi difesa Bolognino Michele

Controesame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - avvocato Garuti difesa Bianchini

Controesame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - avvocato Vezzadini difesa Floro Vito Gianni

Riesame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - PM Beatrice Ronchi

Controesame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - avvocato in sostituzione dell'avvocato Facente difesa Blasco Gaetano

Esame dell'imputato nel rito ordinario - Richichi Giuseppe - presidente CARUSO

Esame di Auriemma Gennaro - PM Beatrice Ronchi

Controesame di Auriemma Gennaro - avvocato Laratta difesa Bolognino Michele

L'avvocato Domenico Laratta chiede delucidazioni sulle pagine omissate del verbale di Nicola Femia detto "Rocco"

Esame di Nicola Femia detto "Rocco" - PM Beatrice Ronchi

Controesame di Nicola Femia detto "Rocco" - avvocato difesa Bolognino Sergio

Controesame di Nicola Femia detto "Rocco" - avvocato Laratta difesa Bolognino Michele

Dichiarazione spontanea di Bolognino Michele

Esame del maresciallo Moriconi Marco (indagine Black Monkley)

Controesame del maresciallo Moriconi Marco - avvocato Laratta difesa Bolognino Michele

Ore 9.15 in aula.

In videocollegamento oltre a Ursini, Bolognino e Floro Vito, due salette riservate.

 

Ore 9.40 entra la Corte.

 

Ascoli, conferma la presenza di Ursini Mario. Dall’Aquila si conferma la presenza di Bolognino Michele. Da Parma si conferma la presenza di Floro Vito Antonio.

 

C’è un numero importante di imputati senza difensore.

L’avvocato Pancaldi, difensore di ufficio, avrà il compito di assisterli.

L’avvocato Pisanello per la difesa di Bolognino Michele è sostituita dall’avvocato Succi e dall’avvocato Laratta.

Il presidente Caruso procede all’appello degli imputati e dei relativi avvocati.

Il testimone Ragusa (per la difesa di Gallo Alfonso) è impossibilitato per motivi cardiopatici.

 

Entra la teste Vania Magnani nata a Riccione nel 1957 citata dall’avvocato Lepore per la difesa di Gallo Alfonso.

 

ESAME DEL TESTE VANIA MAGNANI in difesa dell’imputato GALLO ALFONSO

Avvocato Lepore: Lei conosce Gallo Alfonso?

Magnani: Da oltre 20 anni, direi, Gallo Alfonso ha un fratello minore, Gallo Luca che andava alla scuola elementare a scuola con mio figlio e quindi ci frequentavamo anche con la famiglia, da allora. Gallo Alfonso aveva una tabaccheria a Riccione in via Angeloni nel periodo iniziale in cui l’ha avuta Gallo Alfonso, in uno stabile abbastanza esteso che si affaccia non solo su viale Angeloni ma anche su viale Gozzano. Per un certo periodo si affacciava su via Angeloni, poi era più vicino a viale Gozzano, sempre nello stesso edificio e al termine si è spostata all’interno del Caffè Reale in viale D’Annunzio al 225, era tarda primavera del 2012, fine aprile, inizio maggio. Faceva abbastanza caldo, ricordo che andavo già a fare la passeggiata sulla spiagga.

AVV: questo locale al 225 lo può descrivere?

Magnani: Aveva una parte interna ed esterna, un  locale ad angolo, aveva due ingressi, uno su viale Angeloni uno su viale D’Annunzio.

AVV: il tabacchi all’inerno di questo locale occupava un posto…

Magnani: Il posto accedendo da viale D’Annunzio appena entrati sulla sinistra. Successivamente c’era il bar

AVV: quest’angolo tabacchi com’era strutturato?

Magnani: Era un angolo, una scrivania, un tavolo sul quale c’era la cassa, la sedia della persona che vendeva le sigarette e dietro una piccola scaffalatura con le sigarette. Vendeva solo sigarette, occupava due/tre metri al massimo.

AVV: si è recata in questo locale?

Magnani: Ho comprato le sigarette, le vendeva un coadiutore il padre di Gallo Alfonso, Gallo Angelo.

AVV: chi andava a ritirare le sigarette al monopolio?

Magnani: era sempre Gallo Angelo

AVV: Gallo Alfonso dove si trovava già dal 2011 al 2012?

Magnani: aveva un rapporto di lavoro a Rimini, lavorava all’aereoporto come addetto alla sicurezza, non stava nel tabacchi, aveva nominato come coadiutori i genitori per la tabaccheria

AVV: questa tabaccheria ricorda quanto l’ha tenuta?

Magnani: fino alla tarda primavera, maggio 2012 perché Gallo Alfonso aveva un altro rapporto di lavoro al quale era molto più interessato.

AVV: come si chiamava la sua tabaccheria?

Magnani: si chiamava Tabaccheria Gallo numero 18

AVV: e quando era al civico 225 aveva l’insegna?

Magnani: sulla strada, aveva la T di Tabacchi, il bar aveva una insegna a parte

AVV: la T di Tabacchi non c’era nell’insegna del bar

Magnani: no

AVV: ha parlato di Gallo Angelo; era sempre nella tabaccheria?

Magnani: a volte non c’era, perché andava a fare gli ordini, per motivi relativi alla tabaccheria, o per motivi personali, per questioni familiari, perché la nonna di Gallo Alfonso era gravemente malata e viveva in casa con loro, e il padre di Gallo Alfonso, che era figlio unico, doveva preparare le cure per questa persona

AVV: in queste circostanze stava via molto tempo?

Magnani: dipendeva dalla commissione. Di solito scriveva su un foglio A4 a mano “torno subito” o “sono al monopolio”, “torno fra un po’”, lasciava questo foglietto vicino alla cassa. Un foglio scritto a mano da lui.

AVV: Gallo Alfonso aveva un suo commercialista?

Magnani: aveva sempre avuto un commercialista, era di Rimini, Montevecchi mi pare (ndr Montevecchi Nicola di Rimini)

AVV: il proprietario dei muri al 225 era lo stesso proprietario dei muri dell’altro locale?

Magnani: sì, credo sia una società, Mazzotti, i figli della persona che ha costruito quell’edificio, un geometra di Riccione

AVV: il civico 225 rispetto alla precedente ubicazione, quanto dista

Magnani: 100 metri nemmeno

AVV: Gallo Alfonso lavorava a Rimini ha detto, era intenzionato a proseguire con la tabaccheria, voleva venderla? Sa qualcosa?

Magnani: sì. Dal momento che aveva trovato una occupazione più congeniale alla sua indole, era intenzionato a vendere

AVV: la sua licenza era scaduta, l’ha tenuta fino a maggio 2012, chi l’ha presa questa tabaccheria?

Magnani: la madre, Verazzo Giuseppina

AVV: questo trasferimento al 225 di via D’Annunzio, l’ha deciso Gallo Alfonso?

Magnani: no, dai racconti che mi avevano fatto, siccome erano intenzionati di venderlo, al padre era capitata questa offerta che i gestori del Caffè Reale avevano proposto al padere, in futuro, un eventuale acquisto della licenza e probabilmente era l’occasione per trovare un acquirente. Non nell’immediato e la possibilità di trasferirsi in questo angolo del bar

AVV: questo locale al 225 rispetto al locale in via Angeloni era una strada più frequentata?

Magnani: sicuramente più visibile, su via D’Annunzio transitano molte auto anche d’inverno. La collocazione precedente era abbastanza all’inerno anche se solo spostato di 100 metri, però la zona è una zona periferica di Riccione

AVV: spostandosi lì, ci poteva essere qualche cliente in più?

Magnani: sicuramente

AVV: la vendita è avvenuta?

Magnani: mai avvenuta

AVV: non ho altre domande

 

CARUSO: queste informazioni come le conosce, da semplice utente di sigarette?

Magnani: sono una acquirente di sigarette, ma conosco la famiglia da oltre venti anni, come dicevo all’inizio, siamo diventati amici di famiglia, la signora Verazzo si è confidata più di una volta

CARUSO: le sue informazioni provengano dalla madre?

Magnani: anche dalla madre, sulle intenzioni dell’acquisto me lo hanno detto, i coadiutori, i genitori di Gallo Alfonso che frequentavo come amici di famiglia

CARUSO: quindi a parte le circostanze di fatto che ha verificato personalmente, le altre questioni le ha sapute dia genitori

Magnani: certo

CARUSO: va bene, grazie si può accomodare

Termina l'esame della teste Vania Magnani.

L’avvocato Lepore produce alcuni documenti per la difesa di Gallo Alfonso: le 7 fatture logisti italiani con i relativi bollettini di pagamento, le fatture del commercialista Montevecchi, la comunicazione del trasferimento nel locale e l’estratto contributivo di Gallo Alfonso da cui si evince che aveva un altro lavoro.

 

Per la difesa di Gallo alfonso viene rinnovata la citazione per il teste Ragusa per l’udienza del 12 settembre.

CARUSO: adesso ci dovrebbe essere l’avvocato Mattace in videoconferenza al tribunale di Crotone – difesa Muto Luigi

 

Viene attivato il videocollegamento da Crotone.

Siamo in attesa dell’arrivo del Cancelliere presso la saletta del Tribunale di Crotone…. E’ arrivato il funzionario giudiziario, si può procedere.

 

Presente da Crotone l’avvocato Rosario Mattace testimone in questo processo, nato a Crotone, residente a Cutro in via discesa San Domenico.

 

ESAME DEL TESTE AVVOCATO ROSARIO MATTACE in difesa dell’imputato MUTO LUIGI

Avvocato Comberiati: assisto il sig. Muto Luigi, dovrei chiederle alcune precisazione, lo conosce?

Mattace: lo conosco

AVV: ha svolto attività professionale a favore del mio assistito ovvero di qualche prossimo congiunto del sig. Muto?

Mattace: per il fratello Muto Antonio, ma interloquivo con Luigi

CARUSO: Muto Antonio classe 78 perché resti a verbale

AVV: questa attività professionale che ha svolto in cosa è consistita?

Mattace: sono passati diversi anni…. ricordo il momento in cui ho finito di occuparmene, nel 2010 penso. Riguardava l’acquisto di una casa perché il sig Muto Antonio aveva partecipato a un’asta per l’acquisto della casa dei genitori

AVV: c’era un pignoramento?

Mattace: sì e quindi si fece l’asta e partecipò la banca che la acquistò, la Bper. Prima del 2010. Dopo due/tre anni i sig Muto volevano fare una trattativa con la banca

AVV: ha condotto questa trattativa?

Mattace: non riuscivamo a concludere perché fra offerta e domanda c’era una differenza notevole

AVV: il prezzo di acquisto della casa?

Mattace: non ricordo

AVV: se ne è occupato solo lei?

Mattace: no, un giorno mi vide il sig. Romolo Villirillo in mezzo alla strada e mi disse se poteva venirmi a trovare allo studio. Io dissi “come no, ci manche renne!” venne e mi disse che voleva sapere la questione fra i Muto e la banca. Io dissi che dovevo prima telefonare al sig. Muto Luigi che mi autorizzò a dare informazioni al sig. Villirillo. Poi mi disse che se ne sarebbe occupato lui

AVV: come mai se ne poteva occupare lui?

Mattace: ah questo non lo so!

AVV: come si concluse?

Mattace: io mi ricordo che dopo una settimana, penso, Villirillo mi vide di nuovo in mezzo alla strada e mi fece segno che l’operazione bancaria andò a buon fine, poi io non seppi più niente

AVV: ricorda chi abitava in questa casa?

Mattace: i genitori, penso

CARUSO: di chi? Di chi? Di chi?

Mattace: di Muto Antonio e Luigi

AVV: vi era stato uno sfratto?

Mattace: penso di sì, ma non ricordo con certezza matematica

AVV: non ho altre domande

CARUSO: va bene grazie si può accomodare

Mattace: grazie a voi buona giornata, arrivederci

CARUSO: a lei

Termina l'esame del teste avvocato Rosario Mattace

CARUSO: Buttarelli e Bonalumi non sono presenti. Buttarelli Vincenzo è in Spagna fino a settembre, Bonalumi Olinto è sottoposto a prevenzione…. I carabinieri non l’accompagnano, si dovrà fare richiesta ai carabinieri di Foggia… ma quando mai, non l’hanno portato. Dobbiamo andare a settembre per questi due, 12 settembre. Specifichiamo che le esigenze di giustizia impongono l’accompagnamento di Bonalumi Olinto da parte dei carabinieri senza alcuna autorizzazione al tribunale di Foggia…

Se voi foste d’accordo provare con una videoconferenza? Siete d’accordo.

 

Ndr: viene messo a verbale che eventualmente si potrà procedere con una videconferenza con entrambi i testi Buttarelli che rientrerà a Roma e Bonalumi a Foggia.

 

CARUSO: Auriemma verrà sentito alle 15, De Simone alle 11… ci rimane Richichi… Si da’ atto che la teste Dipinto citata dalla difesa Ursini risulta irreperibile il difensore chiede un ulteriore termine per ricerche con differimento dell’audizione al 12 settembre. Il Tribunale autorizza.

 

AVV. Laratta: Femia e Richichi sono entrambi presenti?

CARUSO: Richichi è presente, Femia in videoconferenza

AVV. Laratta: non è che voglio saperlo… dico… ci sono ecco?

CARUSO: ci sono

Entra il teste avvocato De Simone Renato nato a Napoli nel 1954

ESAME DEL TESTE AVVOCATO DE SIMONE RENATO in difesa dell’imputato MUTO LUIGI

 

AVV Comberiati: lei conosce il sig. Muto Luigi?

De Simone: credo di averlo conosciuto, sì il nome mi è famigliare, noi lo usiamo come diminutivo “Muto” a Napoli

CARUSO: usate come diminutivo come….?

De Simone: come soprannome, “muto” quello che non parla, è usato abbastanza…

CARUSO: c’è tanta gente…

De Simone: se fosse stato un altro cognome… forse col tempo lo avrei dimenticato

CARUSO: ho capito il concetto di essere muto è importante…

De Simone:anche perché ho conosciuto una persona a Napoli e lo chiamavano tutti “muto”

CARUSO: va bene

AVV: conosce Fontana Giuseppe?

De Simone:un nipote acquisito, ha sposato una delle figlie di mia sorella

AVV: questo soggetto di cosa si occupa?

De Simone:questo soggetto lavora alla Credem, in banca come mia nipote

AVV: ha avuto negli anni passati contatti a Reggio Emilia, lavorativi?

De Simone: lavorativi no, contatti perché, c’è questo mio nipote che lavora in banca e siccome ho un fratello che non è sposato e fa parte della mia famiglia e aveva dei risparmi e con l’Unicredit gli era andata un po’ male per cui mi ero rivolto a mio nipote per cercare di trovare una soluzione per recuperare il capitale che avevamo poi invece perso con la Unicredit

AVV: ha fatto mai investimenti immobiliari a Reggio Emilia?

De Simone:immobiliari no, mio nipote mi consigliò, siccome il mercato era fermo e i prezzi erano buoni, mi consigliò di investire acquistando qualche appartamento a Reggio Emilia, sbloccatosi la situazione diceva che avrebbe aumentato di valore, e anche per il fatto che erano richiesti da molti immigrati, cinesi, avrei potuto affittare per un prezzo buono

AVV: riesce a contestualizzare, il periodo, in che periodo della sua vita?

De Simone: ho avuto un intervento, molto delicato, per cui ho rischiato la vita, che mi ha segnato un poco, successivamente a questo evento, lo porrei tra 7/8 anni fa

AVV: può essere nel 2011?

De Simone: 2011? Potrebbe essere, sono stato operato nel 2008/2009

AVV: suo nipote con chi l’aveva messa in contatto?

De Simone:con diverse persone, non mi ricordo i nomi, ogni volta mi presentava sempre una persona, me ne ha presentate tante che erano nel campo, che potevano vendere…

AVV: l’ha acquistato?

De Simone: no, perché con mio fratello abbiamo ritenuto che data la lontananza… la gestione, in un prio momento confidavamo con questo mio nipote, ma parlando con mio fratello con cui dovevo investire insieme, non fu più d’accordo

AVV: torniamo a Muto Luigi, glielo presentò suo nipote?

De Simone:quando lavorava a Credem in corso Grande, c’era un bar, nell’ora di stacco andava nel bar per rifocillarsi e io che venivo a trovarlo, innanzitutto per trovare mia nipote, nel locale non sapevo cosa fare, mi recavo anche io al bar dove lavorava e parlavamo, mi ha presentato tante persone, per lo più suoi correntisti, clienti della banca e lui faceva il promotore finanziario, investimenti, obbligazioni, tutte queste cose qua

AVV: suo nipote lavorava in Credem?

De Simone:sì, una banca, è scritto sopra Credem, ricordo bene perchp anche mia nipote lavora alla Credem. Lui è emiliano, mentre mia nipote è napoletana, si sono conosciuti perché lavoravano nella stessa banca

AVV: ricorda se anche Muto Luigi fu coinvolto in questo suo investimento?

De Simone:mi sembra di sì, vidi un appartamentino piano terra suo realizzato, mi sembra di ricollegarlo a lui, era interessante ma l’altra parte dell’immobile era locato ed era locato a stranieri e non era tenuto nell’insieme troppo ordinato per cui non mi piacque

AVV: fu interessato qualche altro nostro collega avvocato?

De Simone: no, non credo, non ricordo

AVV: conosce l’avvocato Antonio Drogo?

De Simone:no, non lo conosco

AVV: lei ricorda di essersi recato in qualche studio legale reggiano?

De Simone:no

AVV: non ho altre domande presidente

 

CONTROESAME DEL TESTE AVVOCATO DE SIMONE RENATO da parte della PM Beatrice Ronchi

PM Ronchi: questa vicenda la vorrei capire meglio. Fontana Giuseppe in quel momento lavorava alla Credem o alla cassa di risparmio di Cesena?

De Simone:sul nome della banca non ho prestato attenzione…

PM: non c’ha prestato mai… fino adesso ha parlato…

De Simone:sì chiedo scusa, allora mio nipote lavorava  nello stesso ufficio di mia nipote, mia nipote lavorava alla Credem per cui lo associo a Credem

PM: questo è possibile, ma che lei sappia suo nipote ha sempre lavorato alla Crede? Può aver cambiato anche…

De Simone: chiedo scusa so che è stato a Firenze per fare dei corsi per un periodo

PM: ha fatto riferimento ad una filiale che era di fronte a un bar dove incontrava, tizio caio e sempronio. Ci descriva questo luogo

De Simone:una strada molto ampia di Reggio Emilia, alberata, la filiale stava ad angolo della strada, c’era un parchetto dietro e un grande bar di fronte

PM: ha detto che in qualche modo ha conosciuto Muto Luigi, come le è stato presentato, chi è Muto Luigi?

De Simone:è un correntista di Fontana, mi ha presentato un sacco di persone, “questo è un mio correntista, è una persona affidabile con la banca, corretta…” questo diceva di tutti quelli che potevano essere dei potenziali venditori di un immobile

PM: cosa le ha detto Muto Luigi? Cosa ha saputo?

De Simone:questo me lo confermò anche mio nipote che costruiva, aveva a disposizione questi appartamenti. Siccome io davo uno sguardo panoramico della cosa, avrei approfondito se mi interessava,  non approfondii notevolmente

PM: ha conosciuto qualcun altro che aveva rapporto con Muto? O l’ha conosciuto in solitario?

De Simone: una serie di presentazione che non ricordo chi sono… quando andai a vedere questa casa… credo che era dalla parte della stazione, non ricordo

PM: uno sforzo lo deve fare perché a noi interessano queste circostanze

De Simone: sto facendo uno sforzo per cercare di ricostruire… era un piano terra, c’era molto verde, non sono pratico della città

PM: con chi è andato a vedere questa casa?

De Simone: io con la mia macchina, c’era probabilmente davanti un’altra macchina che me lo indicava

PM: chi era la persona?

De Simone:penso, fisicamente non lo so, però mi ricordo Muto, lo associo a questo nome

PM: ho chiesto se nell’occasione in cui ha conosciuto Muto, ha conosciuto anche altri personaggi, ad esempio Villirillo Romolo?

De Simone: può darsi che abbia conosciuto altre persone, ma non mi restano nella mente i nomi

PM: ci sono conversazioni telefoniche che abbiamo esplorato in questo processo mesi addietro che la vedono in contatto con Villirillo Romolo,

De Simone:

PM: ecco quindi se le dico Villirillo Romolo lei cosa mi dice?

De Simone: ….

PM: lei è andato a finire a casa di Grande Aracri Nicolino signor De Simone, per tutta questa vicenda

AVV Comberiati: presidente, c’è opposizione a questa domanda, a questo sfogo dell’ufficio di Procura!

CARUSO: va bè traduca questa affermazione… però avvocato se il PM ha dei dati risultanti da intercettazioni telefoniche, lei faccia degli sforzi di memoria

AVV: il PM potrebbe specificare le conversazioni

PM: il RIT è il 1572/11 l’utenza è quella di Villirillo Romolo ci sono una serie di conversazioni già trattate nel dibattimento quando hanno disposto i CC di Fiorenzuola, Calì sicuramente. C’è una vicenda trattata ampiamente nelle informative, trasfuse, le conoscete tutti e in particolare io al testo chiedo se ha conosciuto Villirillo Romolo, se ha conosciuto Oppido Domenico, Oppido Gaetano, se è mai stato a Cutro da Grande Aracri Nicolino per una questione che era sorta, se c’era una questione di soldi che aveva interessato Oppido Domenico

CARUSO: allora avvocato le questioni sono più complesse di come le ha fatte apparire fino a questo momento, un banale acquisto di un appartamentino a Reggio Emilia. Vuole rispondere alle domande del PM per favore?

De Simone:

CARUSO: allora questo Villirillo Romolo lo conosce? In che contesto l’ha conosciuto, chi è?

De Simone: sarà sicuramente una delle persone che mi ha presentato mio nipote Fontana Giuseppe

CARUSO: che rapporti ha avuto, dica tutto quello che sa e che ricorda

De Simone: …. E che tipo di rapporto… rapporto…. Non saprei descriverlo, mi sono state presentate queste persone …

CARUSO: ha visto gli appartamenti? Dove, chi era il proprietario, chi era il venditore racconti tutto quello che sa… ci dica…

De Simone: ma io tutte queste cose non me le ricordo

CARUSO: avvocato, allora è lei che si doveva chiamare “muto”!

De Simone: ah?

CARUSO: allora lei è “muto”!

De Simone:…..

CARUSO: dica!

De Simone: ....

CARUSO: non ricorda! …. Faccia delle altre domande…

PM: io presidente cioè…

CARUSO: lei è andato in Calabria da un tale Nicolino Grande Aracri, si ricorda? Eh bè non può non ricordare una cosa così! E’ andato in Calabria a Cutro?

De Simone: sono andato giù perché volevano che acquistassi un appartamento a Le Castelle, in quelle zone la’!

CARUSO: eh, ci racconti, ci dica!

PM: ci dica

De Simone: ….

CARUSO: avvocato lei ha qualche preoccupazione per essere reticente? Mi sembra poco collaborativo…

PM: eh!... qualche preoccupazione credo che… almeno… ce l’abbia

De Simone: ……………………. ho conosciuto delle persone non sapevo “il grado e il peso” di queste persone, l’ho appreso da fatti di cronaca

CARUSO: quindi lei ha appurato dopo…

De Simone: … da fatti di cronaca

CARUSO: però al di la’ di quello che ha saputo dopo

PM: ma lei mi scusi, mi scusi signor Presidente

CARUSO: no no faccia

PM: non ho capito se... andare a Cutro non significa andare da Grande Aracri Nicolino. Il Presidente e io anche prima le ho fatto la domanda specifica se è andato da questa persona che poi avrebbe appreso essere “di peso” come dice lei, ma come ci è arrivat? Come ci arriva lì? Ci voleva andare, o a un certo punto ci è dovuto andare per forza?

De Simone: ………………..

CARUSO: avvocato ci deve raccontare tutto, lei non è una persona qualunque, è un professionista, è un uomo di legge e ci deve dire tutto lei è qui per questo e a questo punto non si può sottrarre, se ha paura, ci dica che ha paura e va bene, prendiamo atto che lei non vuole rispondere perché ha paura

De Simone: io penso che dopo aver appreso i fatti di cronaca chiunque a qualunque tipo di livello abbia contattato delle persone non può certo essere sereno, io….

PM: io queste circostanze mi sento di crederle perché l’esperianza sulla base di quello che io conosco di quello che ha vissuto non credo che sia stata proprio piacevole, su questo non mi sento di spingere oltre. Questo mi sento di crederlo

CARUSO: io mi rendo conto, ma non è che possiamo dire hai paura

PM: no no, io le domande gliele ho fatte tutte

CARUSO: avvocato deve avere pazienza superare questo imbarazzo, questa situazione, noi non abbiamo presente le cose che il PM ha presente ma noi dobbiamo fare un esame approfondito. PM se lei ha dei dati glieli contesti

PM: ho dei dati … posso contestare alcune conversazioni avute con Villirillo Romolo

CARUSO: le traduca in fatti…. Avvocato, su non succede niente avvocato, tutti i cittadini sono costretti al dovere civico di testimoniare e di dire la verità e di dire tutto

PM: questa vicenda sarà ricostruita nel minimo particolare, quello che lei dice verrà ampiamente superato dalle circostanze che intendiamo portare, che abbiamo portato e che intendiamo portare, quindi il peso delle sue dichiarazioni verrà poi come dire diluito… C’è una vicenda importante che parte da suo nipote Fontana Giuseppe, che faceva un lavoro in banca che aveva conoscenze e possibilità le menzionò Oppido Domenico, Oppido Gaetano. Muto Luigi, è venuto qui per questo, dicendo che l’ha conosciuto al bar, invece credo che abbia più da dire, le menziono Villirillo Romolo, le dico che ci sono stati problemi di soldi, lei parla in particolare con Villirillo Romolo fate riferimento a 3400 e dicono che valgano, questo fra virgolette “340mila euro” le dico che viene portato a Cutro da Grande Aracri Nicolino dove lei in un primo momento non voleva andare, tutte queste circostanze, io più che così, io…

CARUSO: avvocato che dobbiamo fare, lei costringerà inevitabilmente il tribunale a rimettere gli atti per procedere per falsa testimonianza, un professionista vuole essere coinvolto….

De Simone: io non sto testimoniando niente di falso…

CARUSO: lei non sta dicendo niente, è la stessa cosa. Lei non risponde

De Simone: ….

PM: ci racconti come è finito da Grande Aracri Nicolino

De Simone: ….. eh….. è tutto un susseguirsi di cose a cascata io in questo momento non riesco ad ordinare, mi sono trovato in delle situazioni che erano al di sopra della mia possibilità di pensare, di logica e di vedere… io mi sono trovato… pensando… con la normale mia buona fede… di trovarmi fra persone che esercitano una attività normale di costruzione, poi mi sono trovato invece alla fine, in situazioni che mi preoccupano, che mi hanno destato delle preoccupazioni…

CARUSO: eh ce le spieghi quali erano queste situazioni, perché si è trovato in queste situazioni, perché ora manifesta preoccupazione a raccontare quelle situazioni in cui si è trovato

De Simone: eh…. glielo ripeto….

CARUSO: abbia pazienza avvocato…

De Simone: se potrei avere un attimo di sospensione che riordino un po’ la mente….

CARUSO: vuole 5 minuti? Si accomodi con i carabinieri, lo portino un po’ di la’… così riflette un po’, beva un bicchier d’acqua, vuole che mettiamo un po’ di riservatezza… se ritiene? Eh possiamo farlo. Allora… ci fermiamo 10 minuti.

 

Ore 11.30 riprende l’udienza.

Ndr: viene posizionato un paravento rispetto alle gabbie degli imputati per dare un po’ di riservatezza al teste.

AVV Comberiati: prima dell’arrivo del teste potrei chiedere, ovviamente come noto sono stato assente legittimamente per molto tempo, rispetto alla circostanza visita a Cutro, Grande Aracri non Grande Aracri, se il PM poteva indicarci se ci sono degli atti.

CARUSO: avvocato si accomodi un attimo… venga… si accomodi, se vuole, se no può stare in piedi

Rientra il teste avvocato De Simone Renato

CARUSO: allora ci dica, lei è in grado di riprendere la testimonianza o no?

De Simone: ehm non mi sento molto bene, per la verità, io sono invalido, io sono cardiopatico, c’è una certa tensione

CARUSO: ci deve dire chiaramente se lei ha paura

De Simone: sì mi vedo intimorito perché vedo che in questo processo ci sono persone che da fatti di cronaca, che da parte di cronaca sono personaggi di… di spicco

CARUSO: solo da fatti di cronaca o ha esperienze che la inducono ad avere timore a testimoniare

De Simone: ho timore

CARUSO: ha esperienze che la inducono ad avere timore?

De Simone: sì ho timore di….

CARUSO: no mi deve dire questo, se ha esperienze concrete, fatti, io non le chiedo, perché se lei ha timore a dirmi, però lei mi deve dire se ci sono fatti che la inducono ad avere timore

De Simone: no, un mio atteggiamento psicologico, mi sento intimorito

CARUSO: solo così? Le viene dall’alto quest timore o ci sono delle ragioni concrete, non le chiederò quali, però mi deve dire se ci sono ragioni concrete, fatti storici, evendi, accadimenti che la inducono ad avere timore… sì o no!

De Simone: …eh sì

CARUSO: se ne può andare

De Simone: … grazie

Il teste De Simone Renato esce dall’aula.

 

I Carabinieri si accingono a spostare il paravanto

CARUSO: lasciatelo, per il teste successivo, forse può servire

 

CARUSO: bene avvocato Comberiati, adesso l’ascolto

AVV. Comberiati: no era solo una richiesta all’ufficio di procura in ordine alle domande che soo state poste su questa situazione un po’ spiacevole che si è creata. Avendo piena contezza degli atti del procedimento, chiedevo se la dott.ssa Ronchi può fornirci la spiegazioni rispetto ad alcune circostanze, e a me interessava questo viaggio in Calabria dell’avvocato De Simone da quali atti emerge…

CARUSO: il PM può chiarire questa circostanza?

PM Ronchi: rientra nella deposizione del mar Calì, nella parte in cui viene ricostruito lo scontro fra Villirillo e Grande Aracri per la sottrazione di somme che si sarebbe indebitamente trattenuto Villirillo Romolo. La scaturigine di questa vicenda, l’approvvigionamento di somme è nella ricostruzione dei CC di Fiorenzuola legata tra l’altro a questi soggetti che sono Fontana Giuseppe, con la partecipazione del teste odierno, di Muto Luigi… e… quant’altro. Se lei digita “De Simone” troverà ampia…

AVV Comberiati: ricordo che questo argomento era stato trattato, ma ricordo che il luogotenente Calì se non erro aveva a un certo punto interrotto l’argomento, ma questa circostanza di questo viaggio in Calabria, non l’avevo appresa, leggerò con più attenzione

CARUSO: andremo a riguardare le testimonianze e guarderemo con più attenzione le intercettazioni a cui i testimoni

PM: sì sì ma poi la ricostruiamo anche noi questa cosa ampiamente…

 

CARUSO: adesso possiamo passare al teste Richichi, cerchiamo di capire bene in che veste interviene?

PM: è in appello condannato in primo grado dal GUP per Aemilia

CARUSO: sì 10 anni…

PM: ha reso dichiarazioni nell’ambito di due verbali di interrogatorio che abbiamo depositato agli atti della difesa due mesi fa, è stato sentito dai difensori, uno ottobre 2016 uno marzo 2017

CARUSO: quindi ha reso dichiarazioni nei confronti di terze persone, assume la veste di testimone assistito proprio perché co-imputato per gli stessi fatti

PM: ha difficoltà espositive…. NOTEVOLI… quindi lo segnalo perché non è una cosa facile da poter… però s’ le ha rese…

CARUSO: e quindi cosa dobbiamo avere un un interprete in lingua cutrese?

PM: no, magari voi andate via con un filo di gas, io qualche difficoltà l’ho avuta

CARUSO: bene, vediamo… se ci fosse un soggetto…

PM: no ma non è questione di…

Ndr: un avvocato afferma “non è questione di lingua”

CARUSO: non è questione di lingua… io ho sentito testimoni così… va bene, facciamolo entrare

Gallo
Mattace
De simone ESAME
controesame de simon

Entra il teste Richichi Giuseppe nato a Crotone nel 1979. Si accomoda al tavolo dei testimoni protetto dal paravento che lo separa dalle gabbie con gli imputati.

 

ESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte del Pubblico Ministero Beatrice Ronchi

CARUSO: imputato in questo processo, separatamente giudicato, condannato in primo, fra le altre imputazioni ha anche quella di associazione mafiosa, della quale rispondono anche gli imputati che sono in questo processo. E’ stato interrogato dal PM, ha reso dichiarazioni

Richichi: ….spontanee

CARUSO: ….spontanee e diventa quindi testimone e ha l’obbligo di rispondere e di dire la verità, nonostante sia co-imputato. Ha solo diritto di non parlare dei fatti che riguardano lei

NDR: Il teste legge le parole di rito: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza".

CARUSO: lei è assistito dal suo avvocato oggi sostituito. Prego il Pubblico Ministero

PM Ronchi: buongiorno sig. Richichi

Richichi: buongiorno

AVV Laratta: perdonatemi Presidente, per capire io… non viene sentito nelle forme del “210”

CARUSO: ragioniamo

AVV Laratta: è imputato del procedimento connesso, stralciato tra l’altro non definitivo perché siamo in grado di appello, ritengo che siamo in un 210 spaccato

CARUSO: è vero

AVV Laratta: quindi oltre al non giuramento c’è anche la questione

CARUSO: d’accordo, d’accordo, la facoltà di non rispondere

AVV Laratta: appunto

CARUSO: sì è co-imputato… intende rispondere?

Richichi:

CARUSO:  prego              

PM Ronchi: ci vuole riferire le ragioni della sua scelta ad un certo punto ad ottobre 2016 di scrivere alla Procura richiedendo di poter rendere dichiarazioni, ci vuole riferire le ragioni di questa sua scelta?

NDR: nel tentativo di fare chiarezza cercheremo di trascrivere la deposizione del teste in modo più chiaro possibile, senza snaturare la natura delle parole del medesimo.

Richichi: sì sì ho chiesto alla procura, dopo mi avete chiamato e sono venuto

PM: ecco, perché ha fatto questa scelta?

Richichi: perché ci sono cose che, voglio spiegare delle cose che sono cose… io spiego tutte le mie spiegazioni, voglio spiegare io

CARUSO: lei vuole spiegare dei fatti per cui è co-imputato, per questo ha chiesto di parlare con la Procura?

Richichi: sì sì

PM: questa scelta l’ha maturata ad ottobre perché?

Richichi: perché ho visto la condanna a 10 anni di stampo mafioso… che mi hanno messo ‘ndranghetista, i motivi…

PM: in precedenza si era avvalso della facoltà di non rispondere?

Richichi: i 5 giorni, sì dell’arresto

PM: perché?

Richichi: perché non c’era il mio avvocato, non è venuta la mia avvocatessa per 5 giorni non è venuta

PM: dopo che era stato arrestato…

Richichi: dopo ho chiesto a marzo ho chiesto a Mescolini, il processo non so niente, è la prima volta che faccio un processo di mafia, mi fa la Pisanello “facciamo così così e così” e ho fatto quello che ha detto lei, dopo il Pubblico Ministero mi fa…

PM: così e così cosa vuol dire?

Richichi: diciamo per questo questo questo…. Diciamo No? Se io sapevo, dicevo già la verità a marzo del 2015

CARUSO: quindi lei avrebbe detto…

AVV Laratta: perdonatemi una opposizione a questa domanda del PM.

PM: ha già risposto…

CARUSO: l’opposizione si può fare, ma ha chiesto perché ha voluto parlare con i pubblici ministeri…

AVV Laratta: il punto è un altro… dalle prime battute dell’imputato di reato connesso, mi pare che stiamo assistendo ad un interrogatorio del soggetto indagato nel medesimo processo, ora stralciato, e quindi è procedimento connesso teso a chiarire al PM, e al Tribunale per un eventuale produzione o non sappiamo quale sia l’utilità processuale di dichiarazioni a favore di sé stesso, praticamente per chiarire quella che è la propria posizione, tra l’altro il tribunale non conoscendo, come per legge, quello che il verbale, redatto davanti al PM, noi sappiamo che con la correttezza che contraddistingue i PM di questo processo sono state fatte delle domande specifiche proprio in relazione ad una presunta, o se vi sia, volontà, collaborativa del soggetto con risposta altamente negativa e questo mi conferma il PM. Quindi io ritengo, presidente, che prima di qualunque altra domanda da parte del PM debba essere introdotta da parte del tribunale la domanda se questo interrogatorio, come tra l’altro lo è stato quello del PM in quel momento, fosse un interrogatorio teso a chiarire la posizione di altri soggetti o se fosse solo un interrogatorio per chiarire quella che è la propria posizione processuale, per il quale c’è un processo nelle forme del rito abbreviato, perché così facendo, presidente ci troveremmo ad avere migliaia di esami di imputati fatti a questo scopo. Spiego il motivo chiaramente per il quale il PM non conoscendo quali fossero le reali intenzioni dell’imputato di reato connesso, lo aveva sentito, tanto è vero che aveva: primo, indicato quale fosse l’indicazione nominativa del difensore, comprenderà il Tribunale il motivo e secondo se quella dovesse essere intesa come una volontà collaborativa, come un inizio di volontà collaborativa del soggetto che è stata smentita sin dal primo momento

Richichi: collaboratore, cosa collaboratore? Io spiego i miei fatti e basta, collaboratore? Eh?

NDR: il tono è chiaramente risentito

AVV. Laratta: questo sto dicendo

Richichi: collaboratore?... eh?...

AVV. Laratta: sto dicendo questo… va be’ collega, lei che lo difende può spiegare cortesemente…

PM: io penso che se l’avvocato ha letto i verbali che abbiamo depositato sia molto chiaro quello che è stato fatto, anche perché nell’incipit diciamo “con riferimento a fatti che le sono imputati specificamente e che hanno avuto oggetto la sentenza, su questi fatti non verterà l’interrogatorio”. Perché c’era un appello in corso. Dopodichè nel momento in cui faticosamente Richichi ha reso alcune dichiarazioni, alla fine è obbligo anche nostro chiedere se questo atto estemporaneo doveva nella sua testa o anche per riflettere rientrare in qualcosa di più strutturato che può essere la collaborazione, anche per tutto quello che ne compete alla Procura e la risposta è negativa anche perché è chiarissimo che Richichi non sia un collaboratore di giustizia, non viene da un carcere dove sta detenuto in regime di collaborazione, problemi non ce ne sono. Io  invece volevo che rispondesse a quelle domande perché Richichi in quell’interrogatorio ha spiegato perché solo ad ottobre e non prima ha scelto di rendere dichiarazioni e ha detto “l’anno scorso ho fatto l’interrogatorio con lei, con l’avvocatessa Pisanello, ma non mi ha fatto dire la verità perché difende Bolognino, e a me di Bolognino non me ne frega niente.” Volevo capire primo lei in che rapporti sereni o non sereni con Bolognino e che ci illustrasse il passaggio che lei ha fatto.

CARUSO: quindi perché ha deciso di parlare con il PM perché prima si era avvalso della facoltà di non rispondere e perché ha detto al PM che questa scelta di non rispondere era stata suggerita dall’avvocato Pisanello, qualcosa che certamente il difensore può fare….

Richichi: perché ho visto molte cose che a me che vengono contestati e ho voluto dare spiegazioni.

PM: ci spieghi quando ha conosciuto Bolognino?

Richichi: ho conosciuto Bolognino Michele nel 2003 ero piccolo, lo conoscevo anche dagli anni 92/93 però io ero piccolo, un ragazzino ero. Veniva giù al paese con il camion perché la moglie è del mio paese, di Papanice, dopo è andato in carcere nel 93 e l’ho rivisto a Viadana nel 2006, era in carcere in semi-libertà. Ci siamo visti la’ “ma tu sei Michele” ho detto io, e lui fa “ma tu chi sei?” e io “Sono Andrea il nipote di Franco Fazio”, si conoscevano all’epoca e poi “ma che lavoro fai”, “faccio intonaco” ho detto io, “anche io ho una ditta edile”, fa lui… a Montecchio Emilia. Nel 2007 con la prima moglie mi sono separato e sono andato a vivere vicino al capannone di Bolognino, in via Da Vinci 9 a Montecchio.

PM: ci descriva bene i luoghi lei dove stava, dove stava Schirone, dove stava Bolognino

Richichi: stavo al fianco del capannone di Michele, Schirone abitava su

CARUSO: prima che vi incontraste?

Richichi: no nel 2007 dopo mi fa fare i lavori di intonaco a me

CARUSO: quando avete deciso di lavorare insieme

Richichi: sì, abitavo vicino al capannone, appartamento a parte, l’affitto l’ho sempre pagato io. Sopra di me Schirone Graziano. Nel 2008/2009 abbiamo fatto la Moschetta costruzioni srl ero in società con Bolognino, Assalve Valerio, dopo c’era la moglie di Assalve, Vitalone Giuseppe… poi abbiamo costruito elle case, poi abbiamo fallito nel 2011 perché nessuno ci ha pagato. Dopo io sono uscito fuori, La società è rimasta a lui. E siamo rimasti buoni amici, si cenava fuori.

PM: attraverso l’amicizia con Bolognino e a seguito di dove abitava ha potuto apprendere circostanze che le chiederò. Attività imprenditoriali di Bolognino Michele, che cosa sa lei?

Richichi: Bolognino Michele lavorava. Lavorava con la Moschetta

PM: altro? Locali?

Richichi: ristorante, locali, bar, night

PM: dovrebbe essere più preciso

Richichi: Bar a Montecchio, il nome adesso… vicino a Tecnocasa, il bar a Bolognino lo aveva dato quello del caffè Spallanzani, la gestione era di Bolognino i muri di Vertinelli. Il bar a Bolognino glielo ha dato Spallanzani in gestione. Dopo ha aperto un bar il Dodonut al figlio, i muri erano in affitto, dopo ha avuto lo sfratto perché non hanno pagato. Non era a nome suo, per dare un futuro ai figli.

PM: altri locali?

Richichi: ha avuto l’Ariete, ma ultimamente, l’ha preso da Diletto

PM: Diletto chi?

Richichi: no no non l’ha preso Bolognino, l’ha preso Ahmed, Michele ha messo solo i figli la’

PM: cosa vuol dire che l’ha preso Ahmed? Chi è Ahmed?

Richichi: chi è Ahmed… un marocchino un tunisino, non so io

PM: di chi era questa gestione del bar

Richichi: di Alfonso Diletto

PM: e a chi l’ha data?

Richichi: cosa vuol dire a chi l’ha data

PM: chi era il reale gestore del bar

Richichi: Ahmed, Bolognino ha messo i figli

PM: quindi che lei sappia non era socio

Richichi: era sempre la’, era un socio di Ahmed

CARUSO: ha messo soldi?

Richichi: no, non c’ha soldi Bolognino, dove prende i soldi Bolognino?

CARUSO: perché ha messo i figli?

Richichi: essendo che erano a casa i figli… erano senza lavoro, l’ha chiesto ad Ahmed

CARUSO: perché Ahmed doveva prendere i figli a lavorare?

Richichi: ercava un cuoco e una cameriera, conosceva Bolognino, non so come si sono conosciuti… per le macchine a noleggio, perché dovevano fare le macchine a noleggio insieme, Ahmed e Bolognino

PM: cosa intende per socio, rispetto al bar Ariete?

Richichi: erano sempre insieme, facevano i conti insieme, ma Bolognino non ha messo i soldi

CARUSO: non ha messo i soldi, ma prendeva guadagni?

Richichi: questo non l’ho visto mai

PM: eh… la vedo difficile… allora continuiamo questo elenco, altri locali

Richichi: dopo ha preso a Baganzola un night, però non era un night, era un disco-bar, non so cosa era… l’ha preso da Loris non so qual è il cognome

PM: Loris Tonelli…. lo sa il nome?

Richichi: Duplex, poi non so se ha messo un altro nome

PM: c’è stato?

Richichi: un paio  di volte

PM: altri locali?

Richichi: so che doveva prendere l’Habana… non ha fatto niente dopo, perché è stato arrestato. Doveva prendere le quote dal cugino di Diletto, lo zio… non so chi è questo qua… So che c’ha il bar di fronte all’Habana. Doveva prendere le quote del cugino di Diletto, non so se si chiama Muto, non so chi è

PM: forse fa Muto dice

Richichi: forse Muto

PM: il Free? L’ha dichiarato a pagina 18.

Richichi: l’ha aperto Bolognino con Loris… so che ha fatto delle cambiali, Bolognino non ha mai messo soldi, dopo hanno fallito

PM: altri locali?

Richichi: a Riccione ha aperto un bar, poi l’ha preso Franco Bolognino in gestione, il fratello di Michele

PM: ricorda il nome del bar?

Richichi: Viale Caffè…. Non so

PM: lei ha detto Caffè Reale…

Richichi: Caffè Reale

PM: ha fatto riferimento a pagina 23 di un locale a punta Marina di Ravenna

Richichi: era di Rocco Femia questo qua

PM: cosa ha fatto Bolognino?

Richichi: quando a Rocco Femia lo hanno arrestato si è ha preso in gestione a Marina, Bolognino. Un mese o due, non so quanto è durato, perché poi è arrivata la USL perché non era a norma.

PM: lei c’è mai stato in questo…

Richichi:

PM: che cos’era?

Richichi: era ristorante, albergo, pizzeria, ci sono stato una volta, poi sono venuti a fare la perquisizione a tutto il locale, i Carabinieri

PM: si ricorda il tempo?

Richichi: no

PM: altri locali, che lei sappia?

Richichi: no questo no

AVV. Laratta: solo per sapere gli atti che sta consultando (riferito a Richichi)

Richichi: no, non c’ho niente qua!

CARUSO: sono atti processuali?

Richichi: gli interrogatori che ho fatto, non li sto guardando, dice a pagina 25 a pagina 26… ho detto forse posso vedere….

CARUSO: le serviva per verificare la correttezza, lei si limiti ad ascoltare quello che le dice il PM

PM: ha menzionato i Vertinelli in relazione ad un bar a Montecchio vicino alla Tecnocasa

Richichi: ha avuto pure Il cenacolo, poi il fratello Franco, poi Franco lo hanno arrestato e se l’è preso Franco Macrì con Loris Tonelli, com’è il cognome? Giusto è?

PM: Bolognino cosa c’entra?

Richichi: essendo che Loris e Macrì avevano bisogno di una mano, siccome è cuoco il figlio…

PM: non era socio?

Richichi: che sappia io no, lavorava la sua compagna, la Carmen, lavorava… lavorava

PM: le è stato chiesto se sapeva le ragioni per cui Bolognino intestava a terzi, locali, bar eccetera

Richichi: perché lui aveva il nome bruciato. Perché a Locri è fallito in banca, poi l’associazione di stampo mafioso, ma ha pagato già. So che non poteva aprire i conti, non so perché.

PM: rispetto alla sua conoscenza con Bolognino ha avuto occasione di incontrare i seguenti soggetti, di conoscerli? Diletto Alfonso?

Richichi: l’ho visto un paio di volte all’Habana a Parma con Bolognino, all’Ariete, abbiamo preso il caffè

PM: con riferimento a Diletto le è stato chiesto una circostanza particolare che riguarda i contatti telefonici

Richichi: sì, io una volta mi ho chiamato Diletto, mi fa Bolognino…

PM: spieghi bene al Tribunale che non capisce, che non può capire…

CARUSO: Bolognino le dice di fare cosa? Di telefonare…

Richichi: di chiamare a Diletto Alfonso, perché Bolognino aveva un appuntamento da Giglio. Chiamo al sig Diletto, mi risponde dopo un’ora… “Vedi che mi ha chiamato Bolognino. Bolognino deve andare da Giglio” e lui mi fa “Di che sono a Modena”, basta, una sola chiamata con Diletto… mi mettono sempre i capi di corruzione, ‘ndranghetista… Diletto , con Diletto a me

CARUSO: si limiti alle domande, le spiegherà alla Corte d’Appello le sue ragioni

PM: sa se qualcuno dei soggetti che ha menzionato o ulteriori, hanno mai trovato microspie

Richichi: una, nella mia auto, una

PM: l’ha detto?

Richichi: a Bolognino e a Schirone Graziano, una nella mia macchina. L’ho cercata perché non partiva, ho tirato via i fusibili ed è caduta per terra, era una Fiat Bravo

PM: cosa ha fatto?

Richichi: ho chiamato mio nipote Riccardo Maranzoni siccome la macchina era sua, ma non è nel processo eh?!

CARUSO: non si preoccupi

Richichi: “Riccardo vedi che c’è questa cosa nella macchina” mio nipote mi fa tira sì c’è il satellitare, tiralo via perché non sto più pagando il satellitare, e dopo l’ho tolto e l’ho messo in una busta e non so che fine ha fatto, c’era Schirone con me

PM: cosa ha fatto? Si è voluto informare per questo rinvenimento?

Richichi: no no

PM: lei prima ha detto ne h parlato con Bolognino, cosa le ha detto?

Richichi: Bolognino ha detto cos’è una microspia? Neanche ci credeva, pensava che era il satellitare

PM: lei ha detto “si dopo mi fa Bolognino, questa è una microspia”.

Richichi: io non ci credevo che era una microspia

PM: cosa le ha detto Bolognino, da cosa ha capito che era una microspia?

Richichi: c’era una scheda di fianco me l’ha detto Bolognino Michele

PM: quando lei l’ha chiesto a Bolognino chi c’era con lei, qualche d’un altro?

Richichi: Schirone c’era

PM: quindi eravate lei e Schirone e Bolognino e lei ha fatto vedere questa cosa e Bolognino ha risposto

Richichi: questa è una microspia ha detto… se poi Bolognino l’ha detto a Giglio o a qualche d’un altro, questo non lo so…

Ndr: un avvocato fuori dai microfoni chiede “a chi l’ha detto?”

Richichi: a Giglio non lo so

CARUSO: lei non si giri

Richichi: se mi parlano mi giro ah?!

CARUSO: se le parlano lei rimane a guardare noi

PM: continuiamo in questi possibili incontri che lei ha fatto, se le chiedo di Mario Ursino

Richichi: l’ho visto due/tre volte, al bar, al Dodonut, c’era Bolognino e un altro… Mimmo Oppedisano e due o tre che non conosco, arrivo al bar, mi fa Michele, “vieni ti faccio conoscere i paesani, mi presenta e dopo un po’ Bolognino chiama Blasco Gaetano

PM: vada in ordine crolonologico, dalla prima volta

Richichi: la prima volta al bar

PM: adesso le faccio la contestazione..

Richichi: no Ursino è venuto a vedere delle piastrelle a Montecchio con Oppedisano Domenico, uno grosso bassino sempre insieme a lui… doveva fare delle piastrelle a casa sua giù in Calabria

PM: con chi si è incontrato Mario Ursino?

Richichi: con Bolognino… essendo che abito vicino sono uscito fuori

PM: c’era anche lei?

Richichi: sì sì

PM: quindi gliel’hanno presentato in questa occasione

Richichi: sì sì, poi le altre persone le ho viste al bar, insieme a Mario Ursino erano gente di Torino

PM: la prima volta l’ha visto a Montecchio per le piastrelle, ci spieghi cosa ha saputo

Richichi: perché Ursino conosceva uno di giù di Gioiosa, un certo Buttiglieri di Gioiosa, è venuto il figlio di Buttiglieri per vedere le piastrelle, le ha viste, si sono messi d’accordo 2,50/3 euro al metro mi sembra. Buttiglieri se l’è prese, tramite Ursini Mario

CARUSO: Ursini?

Richichi: Ursini Mario

CARUSO: va bè…

PM: c’erano altre vicende che in quell’occasione sono state discusse?

Richichi: non a Montecchio, a Parma, la seconda volta che l’ho visto, c’erano altri paesani di Ursini, 5/6 persone. Li conoscevo già.

PM: e chi c’era?

Richichi: Mario Ursino c’era, questo Oppedisano c’era pure e dopo c’erano tre di Torino… al bar Dodonut, arrivo e mi fa Michele, “ti faccio conoscere i miei amici”, che già li conoscevo, Ursino e l’altro li conoscevo, e dopo un po’ Bolognino, chiama Blasco Gaetano e arriva. Arriva Blasco e Valerio Antonio perché Oppedisano doveva fare i tetti in legno giù in Calabria, e ha parlato con Blasco, poi sono andato via. Non so se li hanno fatti o no.

PM: lei ha dichiarato che Ursino veniva pure al capannone a parlare pure…

Richichi: delle barche, 3 o quattro volte, perché Sergio Bolognino ha preso barche a Torino o a Genova, non so, non mi riguardava, e si è messo in mezzo il fratello Michele, perché Sergio non aveva pagato non so cosa era successo, questo qua

PM: Sergio non li aveva pagato e quindi?

Richichi: si è messo in mezzo non so cosa è successo a Treviso, soldi sequestrati. Un giorno andiamo a Treviso e Sergio arrivava dall’Ucraina, non so da dove arrivava… dalla Russia, a Treviso hanno sequestrati i soldi, che questi soldi andavano a finire a quelli di Torino, poi ci siamo visti a Verona est, Verona sud, non so…. c’ero, perché io vado a Treviso con Bolognino Michele…. Questi volevano i soldi solo che erano sequestrati dove li prendevano? C’è anche la chiamata…

PM: Giorgi Giovanni lo ha mai incontrato al capannone?

Richichi: di Giglio Giuseppe una volta, essendo che abito vicino, mi chiama e mi fa “Andrea vieni con me fino a Gualtieri”. Perché andiamo la’, perché ci sono due che vogliono parlare. Andiamo, per compagnia ci vado. C’era questo Giorgi, dalla Germania non so, parlavano di camion e non camion. Poi non l’ho visto più. Era di Gioiosa lui.. l’ho visto insieme a Giglio, parlavano di camion

PM: la situazione com’era, com’era il dialogo?

Richichi: tranquillo si sono messi a parlare

PM: la figura di Bianchini?

Richichi: Augusto

PM: Augusto lei dice… ci sono varie circostanze, come lo ha conosciuto?

Richichi: tramite Bolognino Michele, nel suo ufficio. Andiamo la’ a prendere dei CD…. Perché andiamo la’ io, Bolognino Michele, Bolognino Sergio e Scozzafava Antonio, doveva fare dei lavori al cimitero, dopo il signor Bianchini doveva fare un lavoro a Parma, Iren, l’immondizia, e si è preso giù il CD per il ferro che ci andava e non ci andava, ma non si sono messi d’accordo, doveva farlo Bolognino Michele il lavoro… il prezzo era basso, non so

PM: in che periodo?

Richichi: sono a zero con i periodi

PM: era prima del terremoto?

Richichi: mi sa che era prima

PM: chi doveva fornire il ferro?

Richichi: Diletto Alfonso, ma il lavoro non è stato fatto, il prezzo era alto

PM: questo primo momento del CD siete andati…?

Richichi: io, Scozzafava, Bolognino Sergio e Michele alla sua ditta (ndr di Bianchini) c’erano i container, c’era il terremoto

PM: ha detto che era prima del terremoto

Richichi: non ricordo se prima o dopo… no dopo perché c’erano i container

PM: in questo momento che lei dice di questa consegna di questo CD ROM

Richichi: c’erano delle cose da sviluppare, i numeri, non so cosa…

PM: era la prima volta che lo conosceva?

Richichi: sì, c’era anche il figlio, la moglie e un geometra

PM: ha parlato di un incontro al bar Dodonut

Richichi: sì dopo l’ho visto al bar

PM: deve stare concentrato so che con le date fa un po’ di confusione

Richichi: un’altra volta al bar Dodonut del figlio, ha bevuto anche un succo di ananas e sono andato a prenderlo io il succo, gliel’ho portato fuori io il succo

PM: la ragione di questo incontro è legata ai lavori del ferro

Richichi: dell’Iren che non è stato fatto

PM: ci dica di ulteriori circostanze in cui ha incontrato Bianchini

Richichi: era novembre… perché dopo il 21 novembre 2012 ho avuto la perquisizione, mi hanno trovato a casa delle carte della ditta di Bianchini, perché una mattina esco fuori di casa e trovo Bianchini Augusto, “vedi che sto chiamando Michele, ma non mi risponde, siccome c’ho fretta, posso lasciarti questi qua?” “Lasciameli che glieli do’…” Prima della perquisizione…. Una settimana prima, il 21 fanno la perquisizione e trovano queste due fatture di Edilcutro, perchè Bianchini aveva fatto questi lavori con la Edilcutro, Edilcutro non aveva pagato, erano soldi da recuperare, perché non aveva pagato Bianchini, questi le trovano a casa mia. Si sono fatti una copia e me le hanno messe a posto di nuovo. Era una fattura di Edilcutro di 20mila euro, e 5mila euro che Bianchini avanzava ad uno di Parma…. Due fatture diverse una ditta di Parma che avanzava dei soldi. Una Edilcutro e un’altra ditta diversa.

PM: qual è stata la ragione, se gliel’ha detta, per cui Bianchini lascia questa documentazione?

Richichi: essendo di giù magari Bolognino li conosceva, non so se poi li ha presi questi soldi

CARUSO: Bianchini consegna le fatture a lei perché le desse a Bolognino e lo scopo era che Bolognino cercasse di recuperare i soldi dalla Edilcutro, chi era il titolare?

Richichi: non lo so, c’era il timbro, ma non so chi sono… dopo c’è un altro incontro…

PM: aspetti, la volevo seguire ancora in questo argomento. Rimaniamo in questo momento in cui viene Bianchini dove abita lei e non c’è Bolognino e le da’ questa documentazione

Richichi: sì la SOA! Bolognino doveva fare un lavoro in Calabria, un appalto grosso, non so… gli serviva questa SOA… non so come si chiama. Bolognino doveva fare un lavoro grande giù in Calabria… e ci voleva questo documento. Dopo non so se l’ha fatto

CARUSO: questo documento chi gliel’aveva dato?

Richichi: sempre Bianchini, mi lascia queste fatture qua e questa SOA, e due fatture

CARUSO: e questo documento gli è stato sequestrato?

Richichi: sì sul verbale ce l’ho io…

PM: sapeva questi lavori che doveva fare Bolognino che natura avevano?

Richichi: sulle strade, ma non ha fatto niente, Reggio Calabria, Salerno

PM: inteso la Salerno-Reggio Calabria

Richichi: eh, di la’… dopo non ha fatto niente

PM: ha fatto riferimento al nome di uno dei due recuperi credito, oggi ha detto solo EdilCutro, ha fatto riferimento recupero da fare e dargli a Bolognino dei fratelli Lerose che Bianchini ai fratelli Lerose aveva fatto dei lavori

Richichi: sì ho detto prima

PM: lei prima ha detto Edilcutro

CARUSO: no il nome non l’ha detto

Richichi: Lerose

PM: i fratelli Lerose

CARUSO: Lerose come? Nome e cognome

Richichi: non me lo ricordo…

CARUSO: i nomi non li sa

Richichi: sono di Cutro non le conosco queste persone

PM: ha detto ho visto che c’è scritto “recupero da fare ai fratelli Lerose”

CARUSO: conferma quello che ha detto

Richichi: sì, sì sì

CARUSO: l’ha fatto questo recupero?

Richichi: non lo so

PM: andiamo avanti, ha detto c’è stato un altro incontro, ci dica

Richichi: sì. Una mattina esco di casa e trovo Bianchini Augusto vicino al capannone di Michele, perché abito vicino al capannone. Mi fa “aspetto Michele”. Dopo un po’ arriva Bolognino Michele, dopo 10 minuti arriva Blasco Gaetano, Valerio Antonio e un certo D’Urso che aveva fatto dei lavori per la ditta Bianchini. Entrano in ufficio e io resto fuori, perché l’ufficio era piccolo. Io resto fuori dalla finestra ad ascoltare. E parlavano che D’Urso aveva fatto un lavoro per la Bianchini solo che Bianchini ha pagato metà macchina, un’Audi A6, metà soldi, i figli di Bianchini… Alessandro mi pare si chiami, aveva fatto una fattura con D’Urso… solo che Blasco avanzava soldi di D’Urso, perché ha fatto un tetto e D’Urso ha detto “aspetta che paga Bianchini e i soldi te li prendi”, io ascoltavo fuori dalla finestra. Dopo non so come si sono messi d’accordo, parlavano di fatture.

PM: si ricorda se era estate, inverno, prima, dopo il terremoto…

Richichi: no, dopo il terremoto era

PM: dopo ci dedichiamo sulle contestazioni sui tempi temporali… ha detto che c’era Bianchini, Bolognino, D’Urso…

Richichi: … Blasco e Valerio Antonio

PM: c’erano altri soggetti?

Richichi: c’erano anche due albanesi, però non so il nome, questi hanno lavorato con D’Urso e avanzavano dei soldi, da D’Urso

PM: chi aveva organizzato l’incontro?

Richichi: perché Bolognino lavorava con Bianchini, Blasco dice “Michele vedi che Bianchini deve dare i soldi a D’Urso, facciamo un incontro e vediamo la situazione”. Lo dice Blasco a Bolognino.

PM: Blasco ha fatto dei lavori a D’Urso e D’Urso aveva fatto dei lavori a Bianchini, questo incontro tutti insieme perché è stato fatto?

Richichi: perché Blasco avanzava dei soldi da D’Urso. Essendo D’Urso che era senza soldi, “andiamo da Bianchini. Se ci paga Bianchini ti do i soldi indietro”. Facciamo l’incontro da Bolognino

PM: ha conosciuto l’importo?

Richichi: parlavano di 30mila…3mila…. Io ero fuori che ascoltavo

PM: questo lo abbiamo capito… andiamo per ordine. Nell’interrogatorio del 10 marzo ha dichiarato che Domenico D’Urso ha fatto un lavoro a Bianchini di 50/60mila euro

Richichi: La’ parlavano di 3mila.. ha fatto una fattura…

PM: Bianchini per pagare a Mimmo D’Urso gli da un Audi e in più 30mila euro

Richichi: perché il figlio ha fatto una fattura. La macchina non si poteva fare il passaggio poi D’Urso non voleva la macchina, un’Audi A6

PM: che problema aveva quest’AUDI?

Richichi: mancava un foglio non si poteva fare il passaggio di proprietà. Voleva i soldi D’Urso.

PM: dove va a finire l’Audi?

Richichi: dopo l’audi A6 l’hanno sequestrata, non aveva l’assicurazione, se la prendeno Valerio Antonio o Blasco non lo so

PM: cosa le ha detto in carcere?

Richichi: la macchina l’hanno sequestrata perché era senza assicurazione

PM: è stata sequestrata in questo senso?

CARUSO: ma chi l’aveva?

Richichi: nel parcheggio da Valerio Antonio, erano amici con Blasco. L’aveva presa Valerio

CARUSO: in corrispettivo del credito che Blasco aveva con D’Urso

PM: noi abbiamo prodotti questi sequestri, sono tutti atti precedenti al terremoto, il teste continua a dire dopo il terremoto… il nome Soda Salvatore le dice qualcosa?

Richichi: no

PM: rimanendo in argomento Bianchini lei ha lavorato 5 giorni

Richichi: e mi trovo sfruttamento dell’operaio…

PM: eh?

Richichi: 5 giorni, “vieni a lavorare la dal terremoto”, me lo dice Alleluia Lauro. Si prende i miei documenti mi fa fare l’assunzione, mi porta a Mirandola a fare la puntura… cosa…

PM: con chi ha a che fare?

Richichi: Alleluia Lauro

PM: i documenti chi glieli da

Richichi: io ad Alleluia Lauro

PM: i documenti per l’assunzione chi glieli da?

Richichi: Bianchini … spiego tutte le cose… vado a fare la visita medica con Alleluia a Mirandola. Dopo mi porta dagli uffici di Augusto, mi da’ il gilet, i guanti, il tesserino, le scarpe, scendo a lavorare a Finale Emilia, Mirandola non so

PM: dove firma il contratto?

Richichi: nell’ufficio di Bianchini. Ero accompagnato da Alleluia. Mi dice “ti prendi 23 euro all’ora”. “Parlo con Bolognino Michele… “(ndr: Alleluia) e Bolognino dice va bene. Ho fatto 5 giorni, era dicembre faceva un freddo! Dicembre 2012. Però la’ erano dei lavori per mettere dentro dei cassetti… io non ero capace. Io ho sempre fatto intonaco nella mia vita. Lauro mi fa “aspetta adesso facciamo i muri e poi l’intonaco”. Mi ha visto il geometra la sul lavoro che accendevo il fuoco, mi fa Alleluia Lauro “ve’ che ti ha visto il geometra che accendevi il fuoco” e io gli dico “Lauro io non voglio più lavorare qui non mi conviene, cosa faccio”. Ho firmato il licenziamento, 5 giorni di lavoro ho preso 200 euro. Dopo un mese sono andato a cambiare l’assegno, perché io non avevo il conto, ho aperto il conto per 200 euro. Ho fatto 5 giorni di lavoro, ho preso 200 euro, alla fine sono stato pagato 23 euro all’ora?

PM: non ho capito, alla fine?

Richichi: se faccio 8 ore al giorno, ho fatto 40 ore, a 23 euro all’ora non erano 200, erano di più! Ho detto lascia stare, basta. Dopo un mese devo andare in posta per la cassa edile e l’ho messo nel portafoglio

PM: allora non era dicembre 2012 perché la perquisizione era in novembre

Richichi: no, parlavo dell’arresto del 2015

PM: lei ha parlato di Alleluia Lauro. Bolognino c’entrava qualcosa in tutto questo?

Richichi:  Bolognino Michele ha preso dei lavori tramite Giglio Giulio. Bolognino ha fatto conoscere Giglio Giulio a Bianchini. Però come capo cantiere ha messo Alleluia Lauro. Bolognino era esterno, chiamava sempre la moglie di Bianchini per le fatture… Mi hanno accusato di estorsione di usura…

CARUSO: a noi non interessano queste cose, le dirà alla Corte D’Appello, a noi interessa per questo processo, per gli imputati di questo processo

PM: come vi recavate sul luogo di lavoro

Richichi: alla mattina passava Alleluia Lauro con il furgone di Bianchini a prenderci a noi, eravamo 5/6 operai, dalla mattina alle 5. Al cimitero a Finale. Passava Alleluia a prenderci, eravamo in cantiere alle 7/7,30. Eravamo 10/15 con la loro macchina.

PM: lei ha detto che Bolognino “figurava di dietro”

Richichi: perché in cantiere c’era Alleluia, Bolognino non poteva essere assunto per la condotta sporca, per i  precedenti, quella roba lì. E il signor Bianchini per non far figurare a lui, ha fatto figurare Alleluia come capo-cantiere

PM: i buoni pasto, ha qualcosa da riferire?

Richichi: faceva freddo, ho detto “Alleluia, andiamo a mangiare, ci sono i buoni pasto, andiamo a mangiare tutti quanti” perché c’è freddo in cantiere

PM: ma i buoni pasto chi li aveva

Richichi: Lauro Alleluia, li prendeva al mattino nell’ufficio di Bianchini

PM: e dove li doveva mettere questi buoni pasto

Richichi: li doveva portare a Bolognino. Alleluia li prendeva da Bianchini per portarli da Bolognino. Quel giorno la’ eravamo senza soldi, ho detto “usiamo i buoni pasto”, Alleluia dice “no Michele si arrabbia”. Non ti preoccupare glielo dico io, andiamo a mangiare e dopo Bolognino ha fatto a me i casini, perché voleva i buoni pasti e io ho detto “i buoni pasti sono volati me li sono mangiati con gli operai”. C’è una mensa a San Felice, vicino al cimitero.

PM: cosa le ha detto Bolognino?

Richichi: voleva i buoni pasti indietro! Ormai sono nella pancia i buoni pasti

PM: ma i buoni pasto a chi spettavano

Richichi: agli operai

PM: si ma…

Richichi: a lui, a lui! E dopo lui li dava agli operai

PM: ma li dava agli operai o li teneva per sé?

Richichi: ma non li dava, perché i miei li ha presi

PM: quindi lei dice Alleluia prendeva i buoni pasto da Bianchini, li portava a Bolognino e Bolognino li dava agli operai… lei dice che lui si è arrabbiato perché non li ha presi da lui?

PM: ma questo è diverso…

CARUSO: lei li ha visti dare agli operai

Richichi: sì sì

PM: le buste paga, ci dica lei come ha ricevuto le sue e se ha conoscenza di ulteriori circostanze

Richichi: ogni mese passava Alleluia dai Bianchini a prendere le buste paga. Dava l’assegno per esempio con 100 ore in busta e 100 fuori busta. Perché i fuori busta Bianchini faceva l’assegno a Giglio. E passava Alleluia Lauro a prendere le buste paga. E li portava a Bolognino Michele. Bolognino Michele mi chiamava a me. Io davo per esempio a Colosimo mille euro + fuori busta altre 100 ore

CARUSO: i soldi da chi venivano?

Richichi: quelli in busta da Bianchini, dopo Bianchini faceva delle ore fuori busta

CARUSO: una falsa fattura a Giglio

Richichi: e dopo Giglio li dava a Bolognino

CARUSO: quindi Bolognino non pagava con i soldi suoi ma di Giglio

Richichi: di Bianchini

PM: questo ruolo che ha appena descritto, questi frangenti in cui Bolognino le ha chiesto di aiutarla, dove avvenivano?

Richichi: a Montecchio nel capannone

PM: chi veniva al capannone?

Richichi: gli operai e si pagavano … Dopo Giglio Giuseppe ritardava i soldi li dava dopo una settimana in nero

PM: lei ha in mente alcuni nomi di altri operai?

Richichi: tre fratelli, Doda Ermal, Doda Artur, Doda Albert (ndr: a noi risultano DODA Artur, DODA Ermal, DODA Shain, DODA Altin) Colosimo Salvatore, Perrotta Pietro, Alleluia Lauro, Schirone Graziano, due Belfiore, uno anziano e uno… non ricordo il nome, uno Gaetano Belfiore, mi sa, l’altro non so come si chiama

PM: ha appena detto che una parte dei soldi era in busta con l’assegno e questa busta viaggiava da Bianchini ad Alleluia al capannone di Bolognino. Ritorni sulla seconda parte.

Richichi: Bianchini fatturava a Giglio per i soldi in nero

CARUSO: Giglio fatturava a Bianchini

PM: la fattura è di Giglio

CARUSO: Giglio fa una fattura falsa

Richichi: o falsa o in nero, questo non lo so

CARUSO: cosa vuol dire che non lo sa Richichi? Cos’è che non sa?

Richichi: io so solo che Bianchini fatturava a Giglio, poi Giglio… era falsa la fattura questo non lo so

CARUSO: Giglio aveva fatto dei lavori per Bianchini? Per essere pagato?

Richichi: il contratto lo aveva fatto con Giglio però

CARUSO: quale contratto?

Richichi: di assunzione mi sa. L’assunzione l’ha fatta Bianchini, scusate, è giusto la faceva falsa la fattura, perché gli operai li assumeva… Gli operai li porta Bolognino alla ditta Bianchini, giusto? Bianchini li assume, perché Michele non c’ha un coso per assumere le persone, ci siamo? Dopo il signor Bianchini fatturava con Giglio, faceva una fattura falsa non so cosa faceva, per prendere il nero per pagare gli operai

PM: le faccio una contestazione perché ha fatto un po’ di confusione, lei ha dichiarato nel verbale “faceva i bonifici a Giglio, Bianchini e poi ha aggiunto un altro pezzo

Richichi: e dopo Giglio faceva un’altra fattura e mandava qualcuno a prendere i soldi in posta, ce ne aveva persone

PM: c’aveva persone, lei ha menzionato Floro Vito Gianni

AVV Piccolo: perché deve riferire al teste quello che ha detto a suo tempo, faccia la domanda prima

PM: abbiamo parlato dei bonifici che Bianchini faceva a Giglio sulla base di questa attività di fatturazione di cui lei ha parlato al presidente. Ci dica il passaggio successivo

Richichi: Bianchini fatturava a Giglio, Giglio per prendere i soldi in banca faceva un altro bonifico per portarli in nero

PM: tramite chi? I soldi a chi finivano?

Richichi: a Bolognino per pagare gli operai. Una volta Michele mi manda da Giglio, “vai da Giglio per prendere i soldi che stasera paghiamo gli operai”. Vado da Giglio e mi fa “Andrea quei soldi io non ce li ho”

PM: c’erano altri soggetti che lei ha descritto che avevano questo ruolo di prendere i soldi dei bonifici per portarli da Bolognino?

Richichi: o andava lui o li portava Giglio

PM: lei, ora le faccio la contestazione, ha dichiarato “dopo Floro Vito, dopo il passaggio dei bonifici da Bianchini a Giglio, dopo faceva i fogli e li portava in nero a Bolognino”. Floro Vito Gianni ha menzionato

Richichi: sì, o mandava me o andava lui, non so chi li portava, però i soldi arrivavano

PM: certo non c’è dubbio… la contestazione, lei ha nominato Floro Vito Gianni del tutto spontaneamente in quella occasione, le chiedevo se confermava queste dichiarazioni

Richichi: sì confermo

PM: quindi arrivavano questi soldi in che forma erano?

Richichi: 50 euro 100 euro

PM: banconote?

Richichi: erano in nero, erano soldi

PM: arrivano a  Bolognino

Richichi:

PM: in che percentuale Bolognino pagava gli operai, cosa dava agli operai di questi soldi che arrivavano

Richichi: se un’operaio faceva 200 euro, magari metteva 100 in busta, e 100 fuori busta

PM: a 10 euro…. E Bolognino cosa faceva con questi soldi, ne teneva una parte?

AVV. Laratta: mi perdoni, una opposizione. Mi perdoni la domanda presupporrebbe già una risposta da parte dell’imputato di reato connesso

PM: lui ha detto che gli operai erano pagati 10 euro all’ora in nero, Bolognino prendeva qualcosa?

Richichi: ci stava qualcosa in mezzo

PM: ecco ci spieghi cosa ci stava visto che ha reso delle dichiarazioni specifiche

PM: a Bolognino ci stavano duemila/tremila euro al mese

AVV Laratta: presidente mi perdoni, perché abbiamo i capelli bianchi tutti, la domanda è, era una percentuale che Bolognino faceva per il suo lavoro o Bolognino faceva la cresta con questi soldi in nero

CARUSO: non ma non è così….

AVV Laratta: come no?

PM: come no?

CARUSO: rifacciamo le domande, facciamole bene

PM: questi soldi vengono portati a Bolognino, lei ha anche detto che c’era in questi momenti, quindi sta riferendo cose che ha visto. Arrivano questi soldi, mi faccia un esempio di somme, arrivano duemila, tremila, dove vanno?

Richichi: se un operaio faceva 200 ore, il sig Bianchini metteva 100 euro in busta paga in assegno le altre 100 ore le pagava Bolognino in nero. Se alla fine dei conti restavano mille euro se li prendeva Bolognino, mica io! C’era il mese che c’erano poche ore…

PM: prendiamo atto di questa risposta, gliela faccio la contestazione, perché a pagina 95 dice: “e lui ci resta il guadagno perché Bianchini pagava 23 euro all’ora e a un operaio gli da 10 euro in nero e ci resta il guadagno

CARUSO: conferma?

Richichi: sì, però Bolognino pagava anche il gasolio

CARUSO: quanto costava 13 euro ad operaio

Richichi: non lo so, un euro, due euro

CARUSO: a ora?

Richichi: no, no pagava ogni mese

CARUSO: certo che pagava il gasolio, ma non è un problema il gasolio

PM: tra gli operai che lei ha potuto vedere direttamente in quel frangente al capannone, le faccio dei nomi ulteriori, un nome in particolare Auriemma Gennaro

Richichi: una volta l’ho visto, ha preso i soldi e se n’è andato poi non lo più visto, erano due cognati, due cugini, una volta l’ho visto io

PM: Balzano Antonio e Chiaro Emanuele

Richichi:  è il cognato, questo qua mi sa, li ho visti fuori dal capannone, erano paesani di Alleluia Lauro, di Napoli, non lo so di dov’erano

PM: li ha visti fuori dal capannone, inteso in questi momenti che ha appena descritto?

Richichi: non so che mese era

PM: il mese… non si ricorda neanche quando c’è stato il terremoto…

Richichi: non mi ricordo niente, non mi ricordo più

PM: io mi fermerei qui, l’ultima domanda è sulle armi, lei ha reso dichiarazioni in relazione a un rinvenimento di un’arma. Se ci vuole spiegare che cosa ha potuto conoscere di questa vicenda? Il rinvenimento dell’arma a Schirone

Richichi: ho saputo in carcere nel 2015 che a Schirone hanno trovato un’arma, hanno trovato. La mattina dell’arresto nel gennaio 2015 a casa sua a Praticello, perché non abitava più a Montecchio Emilia, ma a Praticello, gli hanno trovato un’arma

PM: solo questo… di chi era questa arma?

Richichi: non so che pistola era, le munizioni erano nel suo garage

PM: il discorso è questo, non le voglio chiedere qualcosa che è contestato a lei…

Richichi: il  21 novembre 2012 hanno trovato delle munizioni nel garage di Schirone

PM: di chi erano?

Richichi: mie non erano, erano sue, mo? il RIS di Parma ha fatto le impronte e non erano le mie, non so di chi sono le impronte

PM: a queste munizioni c’era legata anche un’arma

Richichi: no un’arma, c’era una cassetta vuota, la cassetta dell’arma era vuota, non c’era

PM: c’era stata… lei cosa ha saputo?

Richichi: perché dopo la perquisizione, Bolognino mi dice a me sempre il 21 novembre 2012… la mattina ci portano a Reggio Emilia a fare le impronte digitali i Carabinieri. Tornando verso le 17.30 Bolognino ci fa “ringraziate a me che ieri sera ho mandato a Schirone a prendere la pistola”

PM: basta ho finito

 

Ore 13.15 pausa di qualche minuto

Ore 13.25 riprende l’udienza.

 

CONTROESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte dell’avvocato Laratta Domenico in difesa di Bolognino Michele

AVV Laratta: ha visto Carvelli Alfonso al capannone?

Richichi: Sì, una volta o due

AVV: Lerose Gianluca?

Richichi: una volta è passato con mio nipote sono andati al motor show con Lumare Roberto

AVV: E Megna Mario?

Richichi: l’ho visto pure, lo conosco pure

AVV: come definiamo i suoi rapporti con Bolognino Michele?

Richichi: Bolognino Michele, devo parlare? Per prima cosa siamo solo amici, non mi ha fatto belle cose, doveva dire guarda che questo non c’entra niente, non l’ha fatto, ha preso il microfono in mano, doveva dire Richichi Giuseppe io con lui non ho fatto niente di illecito, ho fatto eh?!

AVV: tutto quello che ha detto prima d’ora

Richichi: Ho detto la verità

AVV: nessuno lo mette in dubbio, non è qualcosa di lecito o illecito che ha fatto insieme al Bolognino

Richichi: di illecito non ho fatto niente con Bolognino… anche io ero un operaio sfruttato, perché la parte civile mi ha scritto un fardello così…. Io ho lo sfratto di casa, un ‘ndranghetista che c’ha lo sfratto che buttano fuori la moglie  e un figlio… ‘ndranghetista

AVV: chiede di essere sentito dal PM per chiarire la sua posizione

Richichi: la mia. Non parliamo di pentito e non pentito, non sono…

AVV: chiariamo una volta per tutte lungi da me il minimo pensiero che lei possa essere un collaboratore, ho detto questo perché nel corso dell’interrogatorio…

Richichi: ho visto sul giornale qua a Reggio Emilia che scrivono Richichi pentito

AVV: nel corso di quell’interrogatorio che ho letto insieme alla collega Succi nei giorni scorsi, io ho il piacere di vederla per la prima volta in aula e posso parlare solo in quanto letto nell’interrogatorio. Ad un certo punto il PM le chiede, “lei intende collaborare?” e lei risponde, “ma quando mai? Non esiste neanche lontanamente”

CARUSO: questo è un bel discorso, era già tutto chiarissimo

AVV: non vorrei che sorgessero equivoci e scopriamo anche che lei pensava che Bolognino dovesse dire qualcosa in sua difesa

Richichi: E non l’ha fatto

AVV: quindi diciamo che ha una sorta di rancore

CARUSO: avvocato…

Richichi: non ce l’ho con lui, io cosa ho fatto con lui, mi dicono guardia spalla, guardia sinistra, braccio destro, non so neanche il motivo, lui doveva prendere il microfono e dire che Richichi non c’entra niente, ho preso una macchina nel 2013, ho pagato il noleggio, se ero il suo guardia spalla io la macchina non dovevo pagarla

AVV: sapete perché faccio questa domanda…

Richichi: dopo alla fine la macchina se l’è presa Muto perché non ho finito di pagare le ultime due rate

CARUSO: faccia parlare l’avvocato

AVV: ribadisco a chiarimento sui rapporti, sul pensiero che Richichi ha e aveva quando è andato dal PM in ragione in quanto al foglio 9 lui dice: “io parlo di Bolognino perché mi ha sfruttato, mi ha rovinato la vita, mi ha rovinato a me, io non posso parlare di altre persone che non so niente” in quel momento aveva questa forma di chiamiamolo malanimo, risentimento e adesso ha spiegato il motivo, perché avrebbe dovuto dire in sua difesa in udienza preliminare e non l’ha fatto

Richichi: non ha fatto niente, ho dovuto fare il delatore io con la Procura per difendere a me, per dire la verità, ho chiarito la mia posizione in procura

AVV: per chiarire l’interrogatorio reso alla procura era per difendere se stesso

Richichi: ho chiarito la mia posizione

AVV: questa Moschetta chi era l’amministratore?

Richichi: era Bolognino

AVV: e poi la società è fallita?

Richichi: io di questa società non ho capito niente, io ero socio e tutto lui amministrava!

AVV: lei sa se una persona quando fa una impresa ed è l’amministratore, dopo il fallimento può diventare di nuovo amministratore di un’altra società?

Richichi: No non può entrare

AVV: quando lei parla che Bolognino era bruciato, in relazione a cosa?

Richichi: anche io, perché non ho pagato un prestito alla banca

AVV: lo fa con riferimento ai protesti

Richichi: siamo di Crotone, di giù, ha capito cosa vuol dire bruciato

AVV: tante cose che io posso capire le deve spiegare lei, io faccio l’avvocato. Dopo tutte queste situazioni qui, i suoi rapporti con il sig Bolognino Michele continuano?

Richichi:  sono rimasto in buoni rapporti, amici, andavamo a donne, al night, siamo rimasti in buoni rapporti

CARUSO: chi pagava?

Richichi: una volta io una volta lui,

CARUSO: e lei come li prendeva i soldi

Richichi: lavoravo io, vendevo erba, marjuana

AVV: che poi tra l’altro è l’unico reato di cui si è assunto la paternità

Richichi: ho preso le mie colpe, sulla pistola è mia, ho preso le mie colpe, sulla marjuana l’ho fatto io,… io spacciavo per il clan, no! Questo l’ho fatto io per conto mio, non ho messo in mezzo altre persone

AVV: chiarito tutto questo, nel processo AEmilia quando è stato arrestato

Richichi: 28 gennaio 2015

AVV: fino al giorno prima ha sempre abitato lì

Richichi: anche adesso

AVV: è detenuto, non so la sua situazione

Richichi: sono in carcere a Bologna al 3B

AVV: lei è sceso con Bolognino qualche volta da Bologna a Crotone

Richichi: con l’aereo o con la macchina?

AVV: sia con l’aereo sia con la macchina…

Richichi: con l’aereo una volta, da Milano a Crotone. E’ venuto a prendermi Roberto Lumare e Corrado Francesco con la multipla

AVV: quando venivate a Crotone con il sig Bolognino, lei ha detto che è di Papanice, quindi penso che andasse a casa dai suoi genitori

Richichi: andavo a dormire sotto un ponte? A casa mia

AVV: si chiamano domande retoriche, la risposta me la deve dare lei. Tutto viene trascritto. Sa dove andava Bolognino?

Richichi: o in albergo o a Locri al suo paese

AVV: qualche volta è andato a dormire da un certo Mazzei Gino

Richichi:

AVV: e qualche volta con la sua compagna da un certo Carvelli Alfonso?

Richichi: Non glielo so dire

AVV: conosceva già Bolognino nel 2008

Richichi:

AVV: essendo di Papanice ha saputo dell’uccisione nella Pasqua di quell’anno di Luca Megna e che in quel grave fatto la figlia piccola piccola

Richichi: adesso ha 16 anni

AVV: ha avuto gravi ferite alla festa

Richichi: è stata portata a Roma e a Parma a Lecco… non so

AVV: quando era a Parma ha saputo se i parenti hanno avuto rapporti con Bolognino?

Richichi: erano amici con Megna Luca

AVV: in ragione della sua amicizia con Bolognino ha partecipato al battesimo della figli

Richichi: nel 2014 sì, a Capo Colonna, al ristorante dei fratelli

AVV: per il Tribunale, Capo Colonna è una località vicino…

CARUSO: conosciamo conosciamo

AVV: ah benissimo! Ricorda se Bolognino e la figlia, i parenti più stretti erano a Papanice e se da Papanice sono andati a Capo colonna?

Richichi: come stretti, spieghi un po’,

AVV: con la moglie, la compagna, la bambina

Richichi: so che dormiva lì dagli scogli…. Non so dove dormiva

AVV: chi era il padrino?

Richichi: doveva essere Andrea Vullo, era ai domiciliari, è venuta la compagna

AVV: il padrino doveva essere però questo Andrea Vullo… c’era qualcuno di Cutro?

Richichi: no

AVV: Diletto Alfonso, Lamanna Francesco, Sarcone Nicolino, Blasco Gaetano, Valerio Antonio?

Richichi: No no

AVV: c’era gente di Papanice?

Richichi: amici, io con la mia compagna

CARUSO: di quando parliamo?

AVV: luglio 2014

CARUSO: lo dice lei o il teste?

AVV: lui ricordava il 2014 io indicavo il mese di luglio perché mi è stato riferito, non ero presente al battesimo della figlia, se vuole possiamo portare il certificato… Andiamo ad un altro momento e nella vita di un uomo penso sia indelebile, è andato ai funerali della mamma insieme a Bolognino a Locri?

Richichi: sì, aspetta, perché è arrivata la moglie del fratello Franco, con il pulman da Parma a Crotone. Il fratello Franco era giù. Siccome è arrivata la moglie, mi fa “Andrea” mi ha detto, “puoi portare la moglie e il fratello fino a Locri, da Crotone a Locri?” li ho accompagnati io, la moglie, la suocera i due figli e il fratello

AVV: ha visto gente di Cutro al funerale della mamma di Bolognino a Locri?

Richichi: No

AVV: prima le ho detto della Moschetta… della Edillocri?

Richichi: era lui nel 2005/2006 prima della Moschetta

AVV: l’affare delle piastrelle era solo di Bolognino?

Richichi: non l’ho fatto io l’affare, so che l’ha fatto Bolognino….

AVV: questo terreno di Borghetto Vara, sapete se in questo affare c’entrava, qualche persona che però non figurava ufficialmente…. il defunto Luca Megna?

Richichi: no qua no, perché l’ha comprata la ditta del figlio

 

CONTROESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte dell’avvocato Succi in difesa di Bolognino Michele

AVV: ha parlato del fatto di aver saputo da Bolognino che aveva consegnato un’arma a Schirone. L’ha saputo a voce o per telefono da Bolognino?

Richichi: nel 21 novembre 2012 ho avuto una perquisizione a casa mia, nel capannone e da Schirone sopra, siamo andati a Reggio Emilia a fare le impronte e Bolognino ci aspetta al capannone. Bolognino ci dice ringraziate a me perché ieri sera ho mandato a Schirone a prendere la pistola

AVV: è mai andato al bar a Parma di Domenico Bolognino?

Richichi:

AVV: armato?

Richichi: armato no, una notte mi chiama era estate, il figlio di Michele mi fa “vestiti bene” e vieni al bar, intende armato

AVV: ma lei ci è andato mai armato?

Richichi: armato mai

CARUSO: e quindi quella volta è andato “vestito male”?

Richichi: sì in pantaloncini, poi doveva andare al night

CARUSO: solo per questo le ha detto vestiti bene, per andare al night? Lei ha detto “vestito bene” significa armato, in realtà lei ci è andato in pantaloncini non armato

Richichi: sì. Arrivo al bar quella notte, 3 e mezza, 4… C’erano le macchine della polizia, avevano litigato

AVV: quella sera quando le ha telefonato le ha detto vestiti..

Richichi: gli ho detto “Domenico cosa è successo?” “Vestiti bene e vieni al bar”, “adesso vengo”, avevo i pantaloncini e gli infradito

AVV: quindi lei andava in giro normalmente in pantaloncini e infradito… c’era una festa al bar?

Richichi: c’era la polizia al bar, c’erano certi rumeni, albanesi, arrivo io e non c’era più niente, la polizia andava via e io sono arrivato

AVV: e lei era in pantaloncini, era una serata in cui c’era una festa al bar?

Richichi: ogni venerdì faceva una festa, un po’ di musica…. Cocktail…

AVV: ha mai tenuto in custodia armi per Bolognino?

Richichi: no, la mia ho tenuto

CARUSO: aveva un’arma?

Richichi: ho detto prima, mi sono preso la colpa, come per la marijuana… l’ho fatto è giusto che paghi

AVV: non ho altre domande

 

CONTROESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte dell’avvocato Garuti in difesa dei Bianchini

AVV: a che distanza abitava dal capannone di Bolognino?

Richichi: 15 metri nemmeno

AVV: vi vedevate tutti i giorni?

Richichi: tutti i giorni, però lui ultimamente andava a Roma e non lo vedevo spesso, gli ultimi anni… nel 2012 lo vedevo tutti i giorni

AVV: ha detto che ha lavorato 5 giorni per Bianchini, in che periodo ha lavorato?

Richichi: ho fatto la visita medica il 30 novembre 2012, che era il mio compleanno

AVV: Infatti lei ha lavorato dal 3 dicembre all’11 dicembre 2012. Andiamo sulle questioni lavorative di quei documenti che le hanno trovato durante la perquisizione. Si ricorda quando?

Richichi: ho detto già prima che delle date non mi ricordo più… da quando sono in carcere ho perso la memoria, non so più niente… non so neanche quando la figlia grande c’ha il compleanno

AVV: mi può ripetere cosa c’era all’interno di questi documenti

Richichi: c’erano due fatture dei Lerose e un bigliettino con scritto 5mila euro un nome di Parma e un foglio con scritto SOA

AVV: mi può descrivere questo terzo gruppo di fogli

Richichi: sono passati 3 anni, ho perso la memoria, sto uscendo pazzo, mi ha detto “li puoi dare a Bolognino”, poi ho avuto la perquisizione, sul verbale c’è scritto

AVV: su questo terzo documento questa SOA era un plico di fogli?

Richichi: un plico di fogli, non so quanti

AVV: cosa c’era scritto?

Richichi: non so, le fatture le ho lette c’era scritto Lerose, Edilcutro, quello di Parma pure che Bianchini ha fatto un lavoro di 5mila euro che avanzava, ho messo i fogli sulla mensola

AVV: lei Bolognino lo vedeva tutti i giorni. Questi documenti non glieli ha mai consegnati a Bolognino?

Richichi: dopo la perquisizione, sono rimasti a casa mia, dopo glieli ho dati

AVV: quanto tempo sono rimasti questi documenti a casa sua?

Richichi: 10 giorni, una settimana… dopo la perquisizione

AVV: non ha ritenuto che fossero importanti da dare a Bolognino?

Richichi: no, perché Bolognino non veniva spesso al capannone

AVV: ha detto che vi vedevate tutti i giorni

Richichi: sì ma non veniva spesso al capannone, io andavo a Parma ma non li portavo a Parma, se passava a casa mia glieli davo, non era così urgente da darli

AVV: prima di quella volta in cui a suo dire Bianchini le aveva consegnati questi documenti, quante volte lo ha visto?

Richichi: 4/5 volte in tutta la mia vita, dopo il 2013 non l’ho più visto

AVV: sostanzialmente non lo conosceva?

Richichi: no

AVV: sa cosa è la SOA? E’ un documento importante

Richichi: per lavori grandi, non so se è importante

AVV: quando Bianchini le ha consegnato questa SOA non le ha detto, mi raccomando li dia subito a Bolognino, perché è una cosa molto importante che se va persa è un problema, era un originale?

Richichi: non lo so, erano fogli

AVV: ei prima ha detto che era andato a lavorare da Bianchini perché le avevano detto che paga 23 euro all’ora. Erano in busta paga o netti in nero?

Richichi: 100 euro in busta e gli altri 23 euro all’ora, fuori busta

AVV: le avevano detto che prendeva 23 euro all’ora in busta paga?

Richichi: non potevano mettere 23 euro all’ora, perché non esiste

AVV: sa cosa significa che in una giornata di 10 ore prende 250 euro al giorno

Richichi: così ho capito, alla fine ho preso 200 euro per 5 giorni

AVV: ha preso quelli in busta paga, più o meno 10 euro più trattenute. Venendo a un altro discorso introdotto nel corso dell’interrogatorio del PM, la questione relativa a Soda D’Urzo, le chiedo lo sa collocare nel tempo?

Richichi: non ricordo

AVV: ha detto che lavorava con Bolognino, come mai non ha assistito a questo incontro?

Richichi: perché l’ufficio era piccolo, e c’erano molte persone. A me non importava niente e sono uscito fuori, anche gli albanesi erano fuori con me, fumavamo una sigaretta

AVV: e prestavate molta attenzione a quello che dicevano dentro?

Richichi: era vicino, parlavano di soldi, D’Urzo che aveva lavorato per la Bianchini, Blasco aveva fatto i tetti in legno a D’Urzo che non l’aveva pagato, quella roba lì ho sentito

AVV: però non era dentro

Richichi: no

AVV: Soda sa chi è?

Richichi: non lo conosco, l’ho visto una volta

AVV: chi le ha detto che l’audi A6 era di Bianchini?

Richichi: la’ parlavano di una audi A6, del passaggio. In carcere Blasco mi ha detto “vedi che hanno preso la macchina di Bianchini Augusto”, ma non conosco i passaggi, Blasco aveva fatto i lavori in legno a D’Urzo e D’Urzo non aveva i soldi da dare a Blasco Gaetano

AVV: perciò Bianchini non c’entrava niente?

Richichi: Bianchini doveva pagare a D’Urzo, gli ha fatto delle vasche non so….

AVV: lei è sicuro di questo? Sulla base di che cosa dice questo?

Richichi: perché ha fatto un lavoro D’Urzo a Bianchini… a Padova, non so a Vicenza…

AVV: dove? Dove? A Padova a Vicenza, dove?

Richichi: delle vasche non so

AVV: delle vasche? D’Urzo? … D’Urzo o Soda?

Richichi: D’Urzo o Soda… erano soci… D’Urzo mi sa

AVV: Soda non c’entrava?

Richichi: Soda non l’ho mai visto, ho visto D’Urzo

AVV: perciò c’era un contratto fra Bianchini e D’Urzo e non fra Bianchini e Soda?

Richichi: non lo so se Soda era socio con D’Urzo, questo non lo so, però la è venuto D’Urzo, se poi era socio con Soda non lo so

AVV: però questo non è emerso durante quella chiacchierata lì

Richichi: no no

AVV: questa è la quinta versione dei fatti

CARUSO: di chi?

AVV: che viene fuori nel processo… basta grazie

 

NDR: Blasco chiede di parlare con l’avvocato, ma non essendo presente l’avvocato Facente l’avvocato di ufficio si avvicina all’imputato Blasco.

 

CONTROESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte dell’avvocato Vezzadini in difesa di Floro Vito Gianni

AVV: sa se Giglio utilizzasse altre persone per portare denaro contante a Bolognino?

Richichi: ma certo ma non ricordo i nomi

AVV: ha mai visto Floro Vito Gianni portare delle somme a Bolognino?

Richichi: Bolognino un giorno mi fa “vai da Giglio Giuseppe che ti deve dare dei soldi per pagare gli operai”, mi fa Giglio “aspetta che arriva Giuseppe”, dopo era tardi, dovevo andare a prendere mia figlia a scuola serale, e sono andato via. Dopo non so chi ha portato i soldi a Bolognino

AVV: queste sono le uniche cose che le ha detto Giglio?

Richichi: no

AVV: grazie non ho altre domande

 

RIESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte del PM Beatrice Ronchi

PM: rilevando una contraddizione tra la risposta che ha dato alla Procura e la risposta che ha dato all’avvocato di Bolognino in ordine alle ragioni sul perché Bolognino intestava a terzi soggetti i locali.  A me ha risposto che era bruciato per l’associazione mafiosa, all’avvocato ha detto che era bruciato per i problemi banca

Richichi: pure la banca… il 26 gennaio era un lunedì, dopo mi hanno arrestato, ho aperto un conto alla banca Credem, il 28 sono stato arrestato e il 29 chiama la Banca casa mia e chiede di portare indietro gli assegni e quant’altro, vuol dire che io sono..

CARUSO: non è questo il punto, lei aveva detto una cosa diversa, Bolognino era bruciato perché aveva l’associazione

Richichi: con Bolognino ho avuto i conti in banca quando era socio

CARUSO: lasci stare non giri intorno alla cosa, prima lei ha detto espressamente e l’ho ascoltato, ed è a verbale, che Bolognino non si poteva intestare le società perché aveva avuto una condanna per associazione mafiosa,  poi sarà anche protestato, però aveva ha detto così. Conferma?

Richichi:

PM: in relazione al nominativo di Floro Vito Gianni detto Giuseppe, le chiedo lei come lo tira fuori, perché lo menziona

Richichi: Michele mi manda da Giglio, per prendere i soldi, e Giglio mi dice “aspetta che Giuseppe mi deve portare i soldi” dopo non l’ho visto Giuseppe

PM: c’erano 200 nomi in quel passaggio, ho capito. Ho finito

 

CONTROESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte dell’avvocato in sostituzione dell’avvocato Facente in difesa di Blasco Gaetano

AVV: sa per chi lavoravano questi due albanesi?

Richichi: per D’Urzo

AVV: nient’altro

 

NDR: L’avvocato Laratta chiede di fare ulteriori domande, Caruso afferma che il controesame del teste si conclude con il riesame del PM.

 

ESAME DEL TESTE CO-IMPUTATO RICHICHI GIUSEPPE da parte del presidente CARUSO

CARUSO: lei si è inalberato all’idea di essere considerato pentito o collaboratore di giustizia, lei che opinione ha dei collaboratori di giustizia?

Richichi: ognuno fa la sua strada

CARUSO: e perché lei non vuole essere associato a questa categoria?

Richichi: io ho chiarito solo la mia posizione e basta

CARUSO: perché c’ha tenuto a dire molto fortemente che lei non è un collaboratore di giustizia

Richichi: perché un collaboratore di giustizia eh?

CARUSO: chi sono i collaboratori?

Richichi: per me scelgono loro di fare un’altra vita

CARUSO: un’altra vita rispetto a quale?

Richichi: perché uno sceglie di fare il collaboratore? Non so il motivo, perché ha le sue colpe? Non so

CARUSO: e perché lei non vuole essere assimilato a un collaboratore?

Richichi: o so solo i miei fatti, delle altre persone non so niente di nessuno

CARUSO: mi era sembrato però che oltre al fatto che lei non può essere un collaboratore perché non sa niente di nessuno

Richichi: non so niente

CARUSO: non sa niente di nessuno e quindi anche volendo non potrebbe essere un collaboratore

Richichi: no conosco nessuno

CARUSO: intanto Bolognino lo conosce?

Richichi: lavorativo, lavorativo, dal 2006 fino al 2010/2011 poi siamo rimasti amici

CARUSO: e che vuol dire restare soltanto amici?

Richichi: uscire insieme la sera, andare a mangiare la pizza…

CARUSO: però lo accompagnava spesso in viaggio in Calabria?

Richichi: due/tre volte, non accompagnato: facevamo il viaggio insieme dopo lui andava per la sua strada e io per la mia

CARUSO: quando vi frequentavate con Bolognino …

Richichi: anche adesso siamo amici, mica abbiamo litigato

CARUSO: quante volte vi vedevate?

Richichi: spesso per lavoro sì

CARUSO: all’avv. Laratta ha detto che quelle due volte che è andato in Calabria insieme a Bolognino ha incontrato alcune persone del suo paese. Erano persone che Bolognino incontrava.

Richichi: sempre mi vedevo giù, siamo in 3mila abitanti ci sono uno o due bar per forza ci vediamo la’

CARUSO: chi ha incontrato?

Richichi: Vullo Andrea, Mario Megna, Carvelli Alfonso, Gianluca Lerose

CARUSO: sa se hanno avuto problemi con la giustizia per ragioni di associazione mafiosa?

Richichi: uno sì, Alfonso Carvelli

CARUSO: Megna?

Richichi: Megna Mario, cose leggere, precedenti, si è fatto due anni in carcere. Vullo Andrea so che ha fatto della galera, ma non so se in associazione

CARUSO: quando ha accompagnato Bolognino, lo ha visto in compagnia di queste persone

Richichi: accompagnato in che senso? Lui è grande e grosso lui. O guidavo io o guidava lui.

CARUSO: va bè eravate insieme. L’ha visto con queste persone?

Richichi: no l’ho visto, eravamo amici, dello stesso paese, anche io ero amico

CARUSO: anche a Reggio Emilia Bolognino si incontrava con queste persone?

Richichi: con Vullo Andrea

CARUSO: quante volte?

Richichi: una volta l’ho visto

CARUSO: una volta in quanti anni?

Richichi: lui abitava a Viadana, poi è andato giù

CARUSO: mi fa la cortesia di rispondere alle mie domande?

Richichi: non mi ricordo quando però

CARUSO: quando non glielo sto chiedendo, certamente fra il 2006/2012. Dopo il 2012 Bolognino lei lo ha continuato a frequentare per amicizia, bar, locali..

Richichi: a Montecchio la Moschetta è fallita. Il capannone è rimasto senza luce, senza acqua… non c’era niente più. E Bolognino ha fatto un lavoro, per le macchine, noleggiava le macchine

CARUSO: nel periodo che ha frequentato Bolognino, fino al 2012 per ragioni di lavoro e fino al 2014 per amicizia, lei l’ha visto in compagnia di chi?

Richichi: in che senso? Aveva amici

CARUSO: Sarcone Nicolino?

Richichi: no

CARUSO: Diletto Alfonso?

Richichi: una volta o due al bar Ariete

CARUSO: Giglio Giuseppe?

Richichi:

CARUSO: Lamanna Francesco

Richichi: no

CARUSO: Giglio Giulio?

Richichi:

CARUSO: con Gualtieri Antonio?

Richichi: una volta l’ho visto

CARUSO: Villirillo Romolo?

Richichi: no no mai

CARUSO: Frontera Francesco?

Richichi: mai

CARUSO: Salvatore Cappa?

Richichi: mai

CARUSO: Blasco Gaetano?

Richichi:

CARUSO: Valerio?

Richichi: pure

CARUSO: Muto

Richichi: Muto chi?

CARUSO: Vari, Antonio, Luigi…

Richichi: sì, ‘71

CARUSO: lei quante volte con tutte queste persone?

Richichi: varie volte, si vedevano al bar, in giro

CARUSO: possiamo dire che quando era a Reggio Emilia frequentava persone diverse di quando andava giù a Locri

Richichi: ma non erano di Locri quelli la! Erano di Papanice…

CARUSO: va bene di Papanice

Richichi:

CARUSO: si limiti a rispondere solo dopo che ho fatto le domande… dei locali di Bolognino cosa faceva Bolognino in questi locali?

Richichi: faceva la spesa quella roba lì, alla Metro…

CARUSO: poi?

Richichi: spesa e basta

CARUSO: quando andava a fare la spesa… decideva qualcosa?

Richichi: no no

CARUSO: chi decideva?

Richichi: il figlio, o la figlia

CARUSO: dell’andamento del locale gliene ha mai parlato, se andava bene o male?

Richichi: so che andavano male, per chiudere andavano male, me l’ha detto il figlio

CARUSO: il padre non si preoccupava?

Richichi: è logico

CARUSO: vale sia per l’Ariete, sia per il Dodonut

Richichi: io stavo di più al Dodonut, dell’Ariete so poco

CARUSO: del bar di Montecchio?

Richichi: non andava proprio

CARUSO: chi c’era che lavorava al bar di Montecchio

Richichi: la’ c’era una ragazza che stava con me Tatiana nel 2006/2007 e un’altra ragazza, ma non andava

CARUSO: chi si interessava dell’andamento, chi faceva i conti?

Richichi: Bolognino faceva solo la spesa

CARUSO: me la vuole raccontare bene la storia delle barche?

Richichi: Bolognino mi fa “andiamo a Treviso” fuori dall’aereoporto. Hanno sequestrato i soldi all’aereoporto.

CARUSO: a cosa dovevano servire?

Richichi: per pagare la barca a Sergio, dovevano andare a certi di Torino

CARUSO: tra cui Ursini Mario?

Richichi: non c’era Ursini Mario. A Verona est sono venuti tre persone ma non c’era Ursini Mario

CARUSO: ha parlato di un incontro a Montecchio al quale partecipava pure Ursini…

Richichi: dopo, cercavano i soldi questi di Torino, e hanno parlato con Michele Bolognino, dopo non so come si sono messi d’accordo

CARUSO: però si sono incontrati a Montecchio?

Richichi: a Vicenza prima, a Verona est, sud e poi al capannone

CARUSO: non ho altre da chiedere se ci sono domande

 

PM Ronchi: ha mai accompagnato Bolognono da Nicolino Grande Aracri?

Richichi:  una volta, con la macchina bianca, con la mercedes, ma io sono rimasto dentro la macchina

CARUSO: che anno era?

Richichi: 2012

CARUSO: va bene, può andare grazie

 

CARUSO: ci vediamo alle 15.15

Ore 15.30 rientra il Tribunale. Riprende l’udienza

 

Entra il teste Auriemma Gennaro classe 1956. Ricordiamo che ha già deposto un mese e mezzo fa

CARUSO: abbiamo verificato che nelle cose dette a suo tempo si potrebbe configurare una differenza, un qualcosa che non torna con gli obblighi del testimone. Ha presente la testimonianza che ha reso?

Auriemma: sì sì

CARUSO: ha qualcosa in mano?

Auriemma: no no non c’ho niente…

 

ESAME DEL TESTE AURIEMMA GENNARO - PM BEATRICE RONCHI

PM: quante volte è stato sentito dai Carabinieri?

Auriemma: due volte, nel 2017 solo qua, dai Carabinieri di Modena l’anno scorso… nel 2016

PM: come faccio presidente gli faccio le domande da capo e vediamo cosa lui dice… e poi gli faccio le contestazioni col verbale?

CARUSO: direi di sì. Lei ha già deposto, ora le rifacciamo le domande

Auriemma: sì sì fate fate

CARUSO: fate fate…

PM: no fate fate, potevamo anche non fare se avesse detto subito le cose… ci racconti la sua esperienza lavorativa dai Bianchini, come è giunto a questo lavoro chi gliel’ha portata

Auriemma: tramite un amico mi avevano detto che cercavano dei carpentieri a Finale Emilia e ho conosciuto il sig. Lauro il capo cantiere che gli servivano 4 carpentieri, io ne ho trovati solo due e li ho portati con me: Emanuele e Antonio. Questi qua siamo andati sempre a lavorare insieme, con la macchina di Emanuele

PM: lei aveva detto Chiaro Emanuele e Balzano Antonio

Auriemma: ho telefonato a Lauro, dovete venire tutti e tre a Finale Emilia dove hanno fatto la scuola. Gli ho portato tutti i documenti. Domattina venite a lavorare e siamo andati. Siamo stati due giorni. Poi ci hanno spostato ad altre parti, Concordia, alla scuola di Reggiolo, un mese e una settimana di lavoro

PM: l’assunzione vera e propria come è avvenuta?

Auriemma: a Finale e abbiamo dato i documenti, il conto corrente che loro hanno chiesto

CARUSO: loro chi?

Auriemma: Lauro, Lauro sempre a Lauro, poi quando ho dato i documenti c’erano altre persone che non conosco. Eravamo a Finale Emilia e Lauro li ha dati ad altre persone

PM: sul cantiere?

Auriemma: alla scuola, sì

PM: ha dato a Lauro i suoi documenti, di voi tre

Auriemma: noi eravamo solo in tre però c’erano altri operai

PM: avete firmato il contratto?

Auriemma:

PM: vi hanno consegnato degli attrezzi, indumenti, guanti?

Auriemma: sì tutta questa roba

PM: dopo cosa avete fatto dopo, firma il contratto, quello stesso momento lì, cosa succede?

Auriemma: siamo andati a lavorare il giorno dopo alle 7 del mattino. Poi siamo andati a Concordia, poi 4/5 giorni alla scuola di Reggiolo, e poi da un’altra parte, non mi ricordo, un mese che ci hanno fatto girare a tutti e tre

PM: chi vi diceva dove andare e cosa fare?

Auriemma: sempre il capo cantiere, telefonava a un ragazzo, Emanuele, e stava a contatto con lui con il telefonino, e lui ci diceva domani mattina dovete andare in tale posto e noi andavamo

PM: lei ha detto ho lavorato un mese, che mese era

Auriemma: di agosto e la prima settimana di settembre

PM: a luglio?

Auriemma: due o tre giorni

PM: quante ore lavorava lei?

Auriemma: 176 euro in busta ci davano

PM: quindi l’altra volta aveva detto 160 ore

CARUSO: dobbiamo stabilire precisamente

Auriemma: 160 diciamo così

PM: diciamo la verità

Auriemma: 160, 176 hanno messo non lo so

CARUSO: a noi ha detto 160, lì cosa ha detto?

PM: 160 a noi in dibattimento e alla polizia giudiziaria oggi dice 176

Auriemma: ma è normale, una busta paga… non ricordo bene le ore che ho fatto

PM: è una finezza, ma ha detto un numero così preciso…

Auriemma: mi ricordo che ho fatto l’ultima settimana di luglio, e la prima settimana di settembre, ho preso 1400 e qualcosa in busta

PM: ci dica come è stato pagato

Auriemma: bonifico postale

PM: fatto da chi?

Auriemma: dalla Bianchini

PM: a dove, su quale conto?

Auriemma: sul mio conto corrente

PM: postale?

Auriemma:

PM: è stato pagato solo in questo modo?

Auriemma:

PM: ecco… qui la questione per cui l’abbiamo richiamata

Auriemma: va bene

PM: lei durante le dichiarazioni che ha reso alla polizia giudiziaria, il 14/3/16 ha aggiunto che c’erano delle ore in nero

Auriemma: qualcosa in nero, ma non ricordo quanti euri sono, ho calcolato 200 ore, su quelle 20/30 ore di straordinario… 10 euro all’ora

PM: da chi?

Auriemma: sempre da Lauro ci dava i soldi, io ho avuto solo contatti con Lauro, non ho avuto contatti con altri persone

PM: dove?

Auriemma: ce li portava lui sul lavoro

PM: ha dichiarato andai ad incassarli uno o due volte insieme a Balzano e a Chiaro, presso un capannone a Montecchio sempre in orario serale tra le 20.30 alle 21

Auriemma: che anno era?

CARUSO: che anno può essere, quello in cui ha lavorato, no?

Auriemma: il mese di agosto, non ricordo bene se siamo andati la

CARUSO: ominciamo a dare gli avvisi, queste sono cose che ha detto, scritto e formalizzato. Se lei ora non si ricorda, visto che ci sono scritte, lei mi dice se questo suo cattivo ricordo può essere integrato dalla lettura di quel verbale

NDR: il teste Auriemma continua a parlare sovrapponendosi al presidente Caruso.

PM: quando noi parliamo lei deve stare zitto

Auriemma: come sto zitto?

CARUSO: quando parlo io lei non mi parla dietro. Lei ora non si ricorda, può essere. Qua ci sono dichiarazione sue, sono vere o false?

Auriemma: sono vere, che ci guadagno su questa cosa

CARUSO: non si ponga questi problemi, ci interessa sapere se le cose che ha dichiarato sono vere o false, lei dice vere, ne prendiamo atto

PM: adesso che l’abbiamo riportato a quei momenti, come avveniva il pagamento in questo capannone, chi lo faceva?

Auriemma: sempre Lauro, conosco solo Lauro, non conosco nessuno

PM: “qui nel capannone c’erano anche altri operai gestiti da Lauro e tutti insieme aspettavamo il nostro turno all’esterno” si ricorda che c’erano altri operai?

Auriemma: non ricordo

PM: “venivamo chiamati uno alla volta in un ufficio dove c’era un uomo alto e grosso credo pelato con un accento calabrese di nome Michele

Auriemma: io queste cose qua non le ho dette, io non lo conosco, io non lo conosco, io questa persona non la conosco, io conosco solo Lauro, perché se state a sentire a me io conosco solo Lauro a queste persone non le voglio neanche sentire

CARUSO: queste cose le ha dette lei, sono firmate da lei, se lei quelle cose non le ha detto sta dicendo che chi ha verbalizzato è un imbroglione, quindi lei sta dando dell’imbroglione al carabiniere…

Auriemma: no, può darsi anche che le ho dette, non mi ricordo se le ho dette oppure no

CARUSO: qui c’è un ufficiale di polizia giudiziaria, un comandante dei carabinieri che dice, davanti a me è comparso il signor Auriemmia e ha dichiarato e c’è tutto quello che è scritto. In calce al verbale lei ha firmato, quello che è scritto lì, è sicuramente, a meno che chi redice il verbale non sia un falsario, o l’ha detto o il maresciallo ha scritto il falso

Auriemma: non mi ricordo, può darsi che sono andato, non li conosco queste persone

CARUSO: lei può dire quello che vuole, a me mi compete avvisarla che se dovessimo ravvisare che lei sta mentendo adesso lei potrà andare sotto processo per falsa testimonianza

Auriemma: per me va bene lo stesso, che devo dire, vada avanti, va?

CARUSO: come va bene lo stesso…?

PM: ha capito la situazione?

Auriemma: ho capito, a me che guadagno se sono andato, non ricordo

CARUSO: lei può non ricordare, però lì ricordava in quel verbale

Auriemma: non mi ricordo se l’ho detta questa cosa, forse sono andati loro Emanuele …

CARUSO: se sono scritte nel verbale, significa che lo ha detto, può dire che non lo ricorda, quello che ha detto, ha detto

Auriemma: e forse l’ho detto

PM: continuo “dove c’era un uomo pelato con accento calabrese di nome Michele che ci faceva vedere i conteggi delle ore lavorate, ci consegnava la busta paga e i soldi in contanti delle ore in nero, c’era anche Lauro, ora che mi ci fate pensare, c’era anche un uomo più giovane, alto e grosso con accento calabrese di cui non conosco il nome”

Auriemma: non mi ricordo di aver detto queste cose

PM: ha visto anche un album fotografico in quell’occasione

Auriemma: non mi ricordo, non le ho dette queste cose, scusate perché non mi ricorda

CARUSO: le conviene dire che non si ricorda, altrimenti sta accusando un maresciallo, la falsa testimonianza diventa calunnia che è più grave

Auriemma: e che è sta calunnia…. Che devo dire…. vada avanti, se stanno scritte, vuol dire che l’avrò detto, ma non mi ricordo, io dico solo che non mi ricordo, vada avanti..

PM: ma qualcuno le ha detto qualcosa dal 2016 ad oggi per cui viene qui e dice queste cose, è stato contattato da qualcuno?

Auriemma: no, ascoltate io, sono venuto qua perché non mi interessa di queste cose

PM: no lei è venuto qua perché è tenuto

Auriemma: mi state domandando tante cose per un mese di lavoro che ho fatto, queste cose qua non mi ricordo se le ho dette, dov’è il problema, può darsi che l’ho detto, diciamo così

PM: il problema ce l’ha lei… può darsi che le abbia dette?

Auriemma: diciamo così

PM: quanto veniva pagato all’ora?

Auriemma: 10 euro all’ora

PM: vorrei fare rilevare che rispetto alle dichiarazioni che ha reso alla precedente udienza la assoluta fermezza con cui ha escluso determinate circostanze rispetto a quello che stiamo vivendo adesso e anche questo conta nella valutazione di quello che stava dicendo il teste. Le è stato chiesto l’udienza scorsa se lei ha mai avuto pagamenti in contanti

Auriemma: in contanti no… aspetta aspetta… mi pare che a me mi hanno fatto un assegno che poi l’ho cambiato … quell’assegno è per una settimana di lavoro

PM: non le ho chiesto dell’assegno, ma dei contanti, perché all’udienza all’avvocato Laratta ha detto “no no non c’è stato niente in contanti”

Auriemma: era un assegno

PM: alla polizia giudiziaria ha detto “Michele ci faceva vedere i conteggi delle ore lavorate e ci consegnava la busta paga e i soldi in contanti delle ore in nero” siamo sempre lì…

Auriemma: non mi ricordo se sono stato pagato in nero

PM: quando le è stato chiesto, se sentito dai Carabinieri, aveva detto le stesse cose che aveva detto all’avvocato Laratta, lei disse “sì sì sì ho detto tutto quello che ho detto qua”. Ora sta dicendo l’opposto

Auriemma: ma come l’opposto? L’opposto di che cosa? Che ho preso i soldi in nero? Ho preso solo un assegno, in nero non ho preso niente. Poi sono andati, Balzano Antonio, sono andati tutti e due. Se ci sono andato io, può darsi che ci sono andato, ma solo una volta al capannone l’ha, loro può darsi che ci sono andati più di una volta

CARUSO: Auriemma non c’è problema lei dice questo, nel verbale c’è dell’altro, dopodiché faremo le valutazioni del caso

Auriemma: solo una cosa voglio dire, in che consiste tutta questa cosa? Anche se dico che mi hanno pagato così, o mi hanno pagato così che vuol dire

CARUSO: a lei non deve interessare a cosa serve, lei deve dire la verità

Auriemma: sono passati quattro anni io non mi ricordo, mi state accusando come se fossi un criminale

CARUSO: se non sta dicendo la verità si sta comportando come un criminale, da falso testimone, lei deve ascoltare me, le sto dicendo che siccome ha reso dichiarazioni contradditorie con quello che dice ora c’è il dubbio che si sta comportando da criminale, da falso testimone

Auriemma: io sto dicendo la verità che poi mi hanno pagato con assegno o contanti per me è la stessa cosa

CARUSO: a noi interessa sapere come sono andate le cose

Auriemma: se poi non mi credete non mi cambia la vita a me

CARUSO: le assicuro che le cambia la vita, se dovesse essere riconosciuto falso testimone le assicuro che le cambia la vita

Auriemma: perché falso testimone?

CARUSO: perché ha detto le cose diverse, allora mi deve spiegare perché ha detto cose diverse

Auriemma: boh…

PM: perché rende due versioni diverse?

Auriemma: anche se ho detto qualcosa ai Carabinieri non ricordo cosa ho detto, non ricordo cosa ho detto ai Carabinieri, ho detto quelle cose e finiva la, non che mi hanno preso come testimone avanti e indietro, sono andato a lavorare e basta

PM: lei è qui una seconda volta per colpa sua, perché ha reso due versioni diverse, non lo può imputare a noi

Auriemma: ascolta, adesso mi sto innervosendo… io dicevo la verità, solo che a me mi hanno pagato col bonifico, poi mi hanno dato un assegno

CARUSO: senta (rivolto al PM) legga le dichiarazioni, stia ad ascoltare

PM: quando ha ricevuto il pagamento nei termini in cui lo racconta o non lo racconta di questa attività lavorativa, ha detto che ha lavorato a fine luglio, agosto e una settimana a settembre

Auriemma: tre giorni a fine luglio, poi tutto agosto, mi hanno pagato a settembre, poi ore straordinarie, non ricordo se ci hanno pagato in nero, lo avrei detto

PM: stia contenuto signor Auriemma e segua me, il bonifico che ha portato ai Carabinieri la seconda volta che è datato 2/11/12 non settembre

Auriemma: duemila…?

PM: 2 novembre 2012

Auriemma: no no, a settembre

PM: l’ha portato lei ai Carabinieri, non dirà che anche questo l’avranno falsificati i Carabinieri

Auriemma: non mi ricordo che mi hanno pagato a novembre

Avv. Laratta: a che periodo si riferisce?

PM: le ho chiesto quando è stato pagato… a settembre. Stipendio a settembre, lei ha detto ha lavorato a luglio e agosto, quando è stato pagato lei?

Auriemma: può darsi il 20 di settembre poi non so come hanno fatto… c’è scritto Bianchini sopra? E quello è?

PM: stia calmo che le domande le faccio io. Qui c’è scritto 2/11/2012 è indicato 1472 euro accredito per stipendio da Bianchini Costruzioni per saldo stipendio settembre 2012

Auriemma: ….

CARUSO: ha lavorato anche a settembre?

Auriemma: una settimana, c’è qualcosa che non quadra

PM: c’è più di una cosa che non quadra

Auriemma: io ho lavorato solo il mese di agosto, poi ci hanno detto di licenziarci, 3 giorni a luglio e una settimana a settembre

CARUSO: cosa le hanno pagato?

Auriemma: agosto ci hanno pagato, può darsi una settimana di settembre

CARUSO: c’è scritto saldo settembre?

Auriemma: può darsi una settimana

CARUSO: 1.470 euro per una settimana

Auriemma: no no no, il mese di agosto mi hanno fatto il bonifico… posso vederlo un momento? A me mi hanno pagato un mese dopo

PM: qui è tre mesi dopo

AVV. Laratta: è un falso problema se mi concedete

CARUSO: a noi interessa che dica la verità che sia irrilevante o meno…

PM: cos’è questo brusio la’ dietro…? … Il pagamento delle ore in nero a risposta dell’avvocato qui presente lei ha risposto “ho fatto una quindicina di ore in straordinario mi sono state pagate in busta paga, non ho mai conosciuto Michele, quello alto, quello grosso non so chi sia Michele, mai visto, mai sentito”. Qua, le ridico quello che dise ai Carabinieri “le ore in nero sono andate a incassarle in un capannone a Montecchio Emilia in un orario serale, c’erano altri operai e aspettavamo il nostro turno all’esterno, venivamo chiamati uno alla volta all’interno in un ufficio dove un uomo alto e grosso, credo pelato, con l’accento calabrese, di nome Michele ci consegnava la busta paga e i soldi in contanti delle ore in nero, c’era Lauro e un uomo più giovane anche lui alto e grosso con accento calabrese”. Poi le è stato chiesto e ha riferito sui rapporti fra i Bianchini, Lauro e questo uomo calabrese alto e grosso

Auriemma: io queste cose non le ho dette, no. Può darsi che sono andato al capannone, però io quelle persone non le conosco, io conosco solo Lauro, può darsi anche che l’ho visto questo Michele, ma non mi ricordo, queste cose qua non le ho dette

PM: “può darsi anche che l’ho visto”… allora vede che rispetto a quello che ha detto alla difesa in udienza è un po’ diverso?

Auriemma: ascolta, se siamo andati a prendere le buste qua, ci hanno telefonato, non è che sono andato altre volte, siamo andati una volta sola…

PM: sia zitto! “Le ore in nero andai a incassarle una o due volte” nessuno le ha detto che ci è andato 100 volte, ha capito signor Auriemma?

Auriemma: può darsi che ci sono andato una volta sola

PM: adesso che un poco alla volta si sta connettendo le sta venendo in mente

NDR: il presidente Caruso suona la campanella per mettere a tacere il brusio che si sta formando in aula

Auriemma: ascolta, Madonna….. a me non mi ha dato il nero, a me mi ha dato un assegno di 200 euro se lo chiamate in nero, fate voi

CARUSO: non è così, lì dice che le hanno dato in contanti, lei ha firmato questo, poi vedremo un po’…

Auriemma: sono passati 5 anni

CARUSO: e lei dice che non ricorda, nessuno può costringerla a ricordare, altro è che lei dice queste cose non le ha dette

Auriemma: può darsi anche che le ho dette, non ricordo

PM: Auriemma, cosa sa dei rapporti fra Bianchini, Lauro e l’uomo calabrese che era pelato e grosso di nome Michele?

Auriemma: e che ne so io

PM: non sa niente

Auriemma:  non so niente di queste cose

CARUSO: cosa c’è scritto?

PM: “credo che esistesse un accordo tra Bianchini, Lauro e l’uomo calabrese nel senso che ricevevano dai Bianchini per ogni operaio più dei 10 euro che ci venivano pagati

Auriemma: ma queste cose le ho dette io? Le ho dette io? Io non le ho dette queste cose!

CARUSO: gli faccio vedere la firma

Auriemma: la firma è mia, ma io queste cose non le ho dette, perché io quelle persone qua non e conosco, conosco solo Lauro e io non ho mai parlato che ho detto che stanno con questi… perché io quelle persone non le conosco

CARUSO: allora il carabiniere ha scritto il falso, benissimo

PM: poi, quando è stato sentito dai Carabinieri le hanno fatto vedere un album

Auriemma: sì è vero

PM: qualcosa l’avranno fatto… lei ha riconosciuto delle persone, ha riconosciuto…

Auriemma: solo Lauro

PM: …. Due persone…

CARUSO: ascolti! Ha riconosciuto due persone

PM: lei chi si ricorda di aver riconosciuto?

Auriemma: eh? A Lauro

PM: anche un’altra persona

Auriemma: mi fa vedere quest’altra persona

PM: diamo atto che viene mostrato un album con 16 fotografie con data 12/3/16 predisposto dai carabinieri di Modena

Auriemma: Il 14 è il capo cantiere, Lauro

CARUSO: riconosce il 14, nessun’altro?

PM: in quel contesto nel verbale,  ha dichiarato che l’uomo della foto 2 è Michele

Auriemma: il numero 2 è Michele? Può essere che l’ho visto mezza volta, non lo conosco, fatemelo vedere

AVV Laratta: solo per il verbale se possiamo far rivedere la fotografia….

Auriemma: non lo conosco proprio

CARUSO: adesso non ricorda, ma allora si ricordava? Che dobbiamo dire?

Auriemma: non mi ricordo

CARUSO: il punto è che allora lo riconobbe e disse che era Michele, quindi cosa dobbiamo dire.. che questo verbale è falso? O che ora non ricorda, ma allora ricordava meglio

Auriemma: mi hanno detto loro che era Michele, non l’ho detto io, hanno detto loro “è Michele quello la’, lo conosci? Michele è questo!”

CARUSO: e il maresciallo ha commesso un reato, ha commesso un gravissimo reato perché ha dichiarato in un verbale che lei riconosceva una persona e invece lei non aveva riconosciuto nessuno. Dovremmo incriminare il maresciallo, dovremo denunciarlo

Auriemma: e che vi devo dire

CARUSO: e così stanno le cose

Auriemma: ma non mi ricordo se l’ho visto

CARUSO: andiamo avanti, ho capito, ho capito.

Auriemma: voi mi state facendo un interrogatorio neanche se avessi ammazzato qualcuno ci sono tante cose che non mi ricordo, può darsi che l’ho detto e non mi ricordo che l’ho detto…

CARUSO: va bene, chiudiamo… ci sono altre domande?

PM: basta

 

CONTROESAME DEL TESTE AURIEMMA GENNARO – avvocato Laratta in difesa di MICHELE BOLOGNINO

AVV: alla luce di questi verbali che poi il PM ha trovato dopo l’esame, chiariamo, a Cesare quel che è di Cesare, il fatto che sia tornato per la seconda volta non è per un errore del signor Auriemma, ma perché l’ufficio del PM aveva dimenticato questo verbale, comunque chiariamo l’inciso e andiamo avanti. Signor Auriemma, guardi il Tribunale non guardi me, lei è stato sentito due volte dai Carabinieri di Modena? Mi risponda sì o no

Auriemma: sì, due volte…

AVV: dovrebbe essere una prima volta intorno al 16/17 marzo

Auriemma: la seconda volta per portare il bonifico

AVV: la prima domanda che le faccio … se possiamo evitare questo brusio… non vi dispiacete (ndr: rivolto alle gabbie) lei è sicuro di aver lavorato l’ultima settimana di luglio, tutto il mese di agosto e la prima di settembre? Matematico? Ci metterebbe la mano sul fuoco?

Auriemma: sì sì ci metto la mano sul fuoco

AVV: le dico questo perché i lavori sono iniziati intorno a metà agosto, è possibile che abbia lavorato l’ultima settimana di agosto, tutto il mese di settembre e la prima di ottobre?

CARUSO: se risponde sì, la mano è bruciata?

AVV: e la mano è bruciata, perché tanto è vero che a parte che ci sono le buste paga di tutti a parte che adesso stiamo facendo di un signore, un po’ più grande anche di me, che già io sono grandicello è venuta  questa circostanza da duecentomila parte, ma non vedo questa necessità, ma ognuno fa quello che vuole, la circostanza che noi tra l’altro siamo tecnici, capiamo che se un bonifico viene fatto a novembre riferito al mese di settembre è naturale perché viene fatto il mese dopo, ha finito di lavorare i primi di ottobre, e a novembre si fa il bonifico. Quindi il discorso è faccia mente locale sul fatto che lei come ha detto adesso e si è già giocato una mano, perché è bruciata, bella nera, che ha lavorato l’ultima di luglio, tutto il mese di agosto e la prima di settembre. Oppure visto che i lavori sono iniziati a metà agosto di quell’anno…

Auriemma: allora può darsi che ho sbagliato il mese, ma sempre la’ stiamo, ma se non mi ricordo può darsi che ho lavorato quei mesi qua

AVV: chiarito anche questo particolare

CARUSO: vogliamo fargli bruciare anche l’altra mano?

AVV: no gli posso l’unguento, provo quanto meno, lei in tutto ha lavorato quaranta giorni. La domanda è il PM, che è quella signora lì, le ha contestato quanto lei ha detto ai Carabinire e ai Carabinieri ha detto “che ha lavorato tutto un mese e che i soldi gli sono dati con un bonifico”

Auriemma: ascolta, c’erano altri testimoni che stavano con me, se ho sbagliato la data, ma noi risultiamo tutti e tre che abbiamo lavorato quei giorni la’, siamo la’. Mi ricordo che ho fatto un mese di lavoro

CARUSO: lei rinvia a quello che hanno detto Emanuele e Antonio?

Auriemma: abbiamo lavorato sempre tutti e tre insieme

AVV: le altre due persone erano Balzano Antonio e Chiaro Emanuele… avete lavorato lo stesso periodo?

Auriemma: sì

AVV: gli stessi soldi?

Auriemma: ho detto quello che ho preso io, loro non lo so

AVV: a me interessa non tanto il discorso di come li ha presi, se li ha presi in nero, in rosso, in bianco, non mi interessa, lei dal punto di vista retributivo per il lavoro che ha fatto è rimasto soddisfatto oppure le mancava qualcosa?

Auriemma: purtroppo devo rimanere poco soddisfatto, non c’era lavoro… per forza mi sono accontentato…

AVV: mi interessa non che lei si doveva accontentare, il discoro è quanto avevate pattuito le è stato dato?

Auriemma: sì, mi è stato dato tutto

AVV: non è che le avevano detto le diamo la luna e poi non le hanno dato

Auriemma: l’unico danno che hanno fatto a me è che mi avevano detto che mi avrebbero fatto un contratto di quattro mesi e non l’hanno rispettato il patto, mi hanno fatto licenziare, mi hanno promesso il lavoro e non me lo hanno dato, solo questo

AVV: grazie presidente nessun’altra domanda

CARUSO: può andare, buonasera

CARUSO: Bene. Femia dove si trova… sito riservato…

NDR: ci colleghiamo con il sito riservato

AVV Laratta: presidente prima di sentire Femia, c’è una questione..

CARUSO: controllate che dal sito riservato non ascoltino

AVV Laratta: tralasciando quelle che possono essere delle considerazioni difensive in ordine alla istruttoria all’interno del processo e i 430 che si susseguono a ritmo incalzante quasi fosse un mare mosso nel ripetersi delle onde, anche nel mare Adriatico che è il mare più calmo che esiste perché sembra un lago, ma a parte quello, noi abbiamo dei verbali che vengono depositati dal PM e tra l’altro vengono depositati omissati come in questo caso, ci sono tutte una serie di questioni che potremmo fare semplicemente nel momento in cui sentiremo questo signore, per capire quando ha iniziato a collaborare, cosa ha detto in questi 180 giorni…. Come mai vi è questo verbale del 7 aprile 2017 in un processo iniziato da tantissimo tempo. Ma la questione che voglio sollevare e la faccio dando al Tribunale il verbale del 7 di aprile perché non ho nulla da temere anche dalla lettura da parte del Tribunale perché so della sua indipendenza mentale da quanto vi è scritto, non mi tange assolutamente, ma lo dico perché nelle prime 62 fogli, o meglio 50 fogli si parla di tutta una serie di cose, di film, di incontri con Buscetta, tante storie bellissime e interessanti se fossero dei romanzi, il problema è che poi dopo la parola, e la verifica sarà da parte del Tribunale… a pagina 50 del verbale del 7 di aprile 2017 della Procura di Bologna davanti a Mescolini, Ronchi e al dott Calega, sostituto procuratore, finisce con la parola del Femia che dice “ma io l’ho detto…” e poi c’è l’omissis a fine della pagina, vi è una seconda pagina 51 completamente omissata e si passa al foglio 62, e deduciamo che siano omissate, fino a un certo punto in cui il PM Ronchi esordisce “lei ci deve raccontare, diciamo, partendo da quello che abbiamo detto fino a questo momento sulla figura di Bolognino Michele” penso di non dovere aggiungere altro e valutare da parte del Tribunale se si possa interloquire con il PM, perché non mi sembra un gioco estremamente pari nel dovere contro esaminare. Le produco tutto così potete vedere cosa dice.

NDR: l’avvocato Laratta consegna i suddetti fogli al Tribunale

CARUSO: le domande si fanno chiaramente sulle cose che si intendono chiedere al testimone, c’è una traccia, evidentemente non potremmo andare oltre a quello che c’è scritto qui

AVV Laratta: lei si accorgerà dalla lettura integrale di questo verbale… e posso farlo fra l’altro perché questo signore parla soltanto di Bolognino, non entro nel demanio di nessuno. Non posso dire altro, sono il difensore. Si parla di un incontro con determinate persone e delle macchinette di un altro soggetto e a me interessa. Non posso dire altro perché faccio il difensore, anche io ho i miei piccoli segreti che voglio mantenere fino a quando… sto spiegando che all’interno del tutto il verbale, se c’è qualcosa che può essere astensibile, se il Tribunale può controllare…

CARUSO: io vorrei capire cosa mi chiede, non l’ho ancora capito

AVV Laratta: si parla ad un certo punto di un incontro che ci sarebbe stato con un certo Pompeo di Isola di Capo Rizzuto e che bisognava andare a Milano, tra l’altro questo sig. Pompeo che era impegnato nel discorso dei giochi d’azzardo e guarda caso questo Femia è persona che distribuiva le macchinette, vogliamo parlare di attività similari. Se si è parlato in quelle benedette 12 pagine in un determinato modo che non sappiamo, può essere importante, perché sono mesi che stiamo discutendo di cosche contrapposte. Di visuali, Cutro, Isola Capo Rizzuto, Papanice… Se non sappiamo che cosa è stato detto….

CARUSO: PM è interpellata lei in realtà

PM: ho controllato le 12 pagine… questo interrogatorio che io e il dottor Mescolini lo abbiamo fatto in appoggio al PM che gestiva il collaboratore e naturalmente ci sono dei passaggi in cui il collaboratore riferisce delle circostanze che non sono interesse per questo processo e io non ho l’autorizzazione per svelarle. Esaminando Femia, il difensore potrà chiedere tutto quello che vorrà. Nelle parti che ha citato ci sono riferimenti che non interessano questo processo e che non vi è alcun motivo per disvelare e soprattutto non c’è possibilità giuridica, quello che è stato acquisito per questo processo Aemilia è stato esattamente quello depositato

CARUSO: Il PM le garantisce che non c’è nulla per la sua difesa, possiamo procedere, se vogliamo fare una pausa. 5 minuti.

Auriema
RS 8 agosto

Ore 16.45 riprende l’udienza.

ESAME DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA NICOLA FEMIA – PM Beatrice Ronchi

NDR; ci colleghiamo con il sito riservato. Nicola Femia detto “Rocco” e avvocato Manfredi Fioramonti presenti

CARUSO: signor Femia ci sente? Possiamo metterlo di spalle, immagino che non intende essere ripreso, ha le sue buone ragioni, mettiamolo di spalle

NDR: l’ufficiale di OPG da’ atto della presenza dell’avvocato e del collaboratore di giustizia

CARUSO: sig Femia Rocco mi sente?

Femia: io sono Femia Nicola

CARUSO: detto Rocco? Ci dia le sue generalità

Femia: nato a Marina di Gioiosa Ionica 1/2/61, detto Rocco

CARUSO: lei è imputato non definitivo in un altro processo, esiste tuttavia un collegamento probatorio tra le due vicende. Lei ha reso dichiarazioni nei confronti di terze persone e quindi assume la veste di testimone. Dovrebbe rendere la dichiarazione del testimone leggendo la formula.

NDR: Il presidente Caruso legge la formula di rito per il collaboratore poiché sembra non essere presente in saletta il testo.

CARUSO: ha il diritto a non rispondere su quanto concerne la sua responsabilità ai fatti per il quale è stato processato. La prego di parlare vicino al microfono, prego il PM

PM Ronchi: iniziamo in maniera molto sintetica perché produrremo i relativi provvedimenti, ma se ci vuole riferire i reati per cui ha scontato già detenzione in carcere

Femia: io attualmente sono in carcere per una condanna definitiva per traffico internazionale di droga e per una condanna in primo grado per 416 bis ed estorsione. Nel passato sempre per traffici di droga, per armi, impuatto per 416 ma in passato sono stato assolto, sono stato imputato per omicidio e altri reati però le condanne sono per droga e armi.

PM: ha fatto riferimento a un omicidio? Molto brevemente ha detto “sono stato assolto”

Femia: sono stato assolto, ma sono io l’autore dell’omicidio, nel 1976 Agostino Gaetano, un boss di ‘ndrangheta, omicidio risalente per una faida in corso in quegli anni. Agostino Gaetano era del clan degli Aquino di Marino di Gioiosa Jonica e io in quel periodo appartenevo, ero un uomo riservato di Mazzaferro Vincenzo. Mazzaferro era quello che ha comandato per anni la Calabria fino al momento della sua morte nel 1993 la cosca ionica la dirigeva lui. Però lui era influente in tutta la Calabria.

UCCISO BOSS CHE TRATTO' PER IL SEQUESTRO GHIDINI - La Repubblica.it - 15 gennaio 1993

PM: quando lei dice, comanda tutta la calabria, naturalmente è chiaro, ma vuole essere più specifico?

Femia: no, era influente in tutta la Calabria, non comandava, comandava il suo paese ma era influente in tutta la Calabria, le sue decisioni influivano

PM: nell’ambito di quale organizzazione?

Femia: nell’ambito della organizzazione della ‘ndrangheta

PM: i suoi rapporti con Vincenzo Mazzaferro e quindi questo omicidio lei ha detto di Gaetano Agostino, ha detto era dei Iaquino, questo omicidio da chi è stato ordinato?

Femia: da mio zio Femia Vincenzo per parte di Vincenzo Mazzaferro. Sono stato l’esecutore materiale. Sono stato assolto per dei testimoni compiacenti. Testimoni procurati da mio zio. Assolto in primo grado.

CARUSO: le hanno dato un alibi?

Femia:

PM: era minorenne?

Femia: avevo 15 anni e 4 mesi, è successo a maggio/giugno del 76, io sono del febbraio del 61.

CARUSO: dove è avvenuto l’omicidio?

Femia: a Marina di Gioiosa Jonica

CARUSO: giusto per non tornarci più ci vuole inquadrare l’organizzazione di cui faceva parte?

Femia: io non ho mai fatto parte, praticamente ero una persona riservata a Mazzaferro Vinvenzo, è stato mio zio che non ha voluto mai farmi affiliare, perché ero un personaggio che ero più importante rimanere riservato.  E’ morto mentre era latitante perché era imputato nel processo di Sindona, Spatola e Inzerillo, Gambino

Ucciso perché si era opposto alla nascita di una cellula della 'ndrangheta nella Capitale - Corriere della Sera - 16 luglio 2013

Delitto boss Femia a Roma: in appello un ergastolo e condanna a 25 anni, un’assoluzione - Il Lametino - 26 giugno 2017

 

CARUSO: nel falso rapimento di Sindona

Femia: in quell’associazione che scaturì dallo scandalo di Sindona

CARUSO: con che ruolo suo zio entrava in questo processo?

Femia: non lo so, riciclaggio di soldi, non ricordo di preciso

PM: aveva quindici anni è stato assolto per questo omicidio, è stato detenuto successivamente per alcune condanne, in tema di armi e traffico di stupefacenti

Femia: dopo un anno che esco con l’assoluzione dell’omicidio mi arrestano per delle armi, dopo nemmeno un mese che sono uscito dal carcere dall’omicidio mi arrestano con una persona che era ricercata, tale Mazzaferro che però non aveva a che vedere con questi Mazzaferro e insieme ad altri due ragazzi ci hanno trovato delle armi e siamo stati condannati per un anno, esco nel 1978 con l’indulto e vengo riarrestato nel 1979 per rapina e armi e sono stato imputato nel primo processo per associazione a delinquere che allora non era 416 bis, dei 133 della jonica, scattata il 29 dicembre del 1979 e fino al 1982 sono stato in carcere

CARUSO: nel 1982 viene condannato per associazione semplice?

Femia: sì appartenente ai Mazzaferro. Vengo condannato, ma nel 91 sono stato assolto per quella condanna. Sono stato condannato nel primo e secondo grado, la Cassazione ha annullato e nel 91 la corte d’appello mi assolve. Nel 1982 che sono uscito me ne vado nel cosentino prendo un’altra associazione nel 1984 per traffico di droga, faccio un anno di domiciliare, nel 1989 faccio un mese per traffico di droga. Nel 1991 vengo arrestato dalla Procura di Reggio Calabria 416 bis per il fatto del traffico dei TIR, faccio un paio di mesi e vengo praticamente scarcerato, dopo nel 1993 vengo riarrestato per l’operazione Zagara, 416 bis insieme ai Mazzaferro e a un sacco di famiglie della Jonica, faccio un anno ed esco nel 1994 per decorrenza termine e dopo qualche mese ai preliminari la mia posizione viene stralciata, vengo praticamente assolto, perché in quel momento, chi mi accusava, un collaboratore di giustizia lo mettevano in carcere e vengo assolto per questo motivo qua. Nel 1994 rimango 6/7/8 mese fuori e vengo riarrestato per un’altra associazione per traffico di droga, esco ed entro dal carcere in 3 anni e 6 mesi fino al 1998. Nel 1999 vengo riarrestato dalla Dia di Napoli per droga, che trasmette gli atti a Roma per competenza, vengo condannato… nel 2002 esco e vado in Emilia Romagna. Vengo condannato nel 2002, ma vengo messo subito fuori perché avevo preso 4 anni di condanna, ma nel frattempo avevo fatto due anni e 7 mesi e praticamente me ne vado in Emilia Romagna.

 

SCATTA ' L' OPERAZIONE ZAGARA' IN GINOCCHIO I CLAN DELLA LOCRIDE - La Repubblica.it - 14 novembre 1993

CARUSO: queste ultime condanne nei primi anni duemila li ha presi per fatti in Emilia Romagna?

Femia: io esco dal carcere nel 2002 sono tutti fatti nella zona di Santa Maria del Cedro, nel cosentino

CARUSO: quindi viene in Emilia Romagna dal carcere di Roma nel 2002?

Femia: in Emilia Romagna sto 6 mesi, vengo riarrestato dalla DDA di Reggio Calabria sempre per gli stessi fatti, per un traffico di droga del 98, vengo scarcerato nel 2003 con i domiciliari, a dicembre di fine 2003, gennaio 2004 mi vengono revocati i domiciliari e rimango in Emilia-Romagna perché c’ho un fratello e mi metto nel settore dei giochi. Mio fratello lavoravo in questo settore dei videogiochi

PM: abbiamo le sentenze che lo hanno riguardato, manca solo quella da minorenne, l’abbiamo chiesta, ne chiediamo la produzione, sono tutte sentenze passate in giudicato

CARUSO: ma è solo per la valutazione complessiva, nel merito non ci interessano, per la personalità, per la storia, certo

PM: per la scaletta che ha brevemente riassunto… allora lei arriva quindi in Emilia-Romagna, aveva un fratello che viveva qui e attiva…

CARUSO: possiamo chiedere una domanda preliminare se lui è affiliato o è stato affiliato alla ‘ndrangheta?

PM: ha detto di no

Femia: sono stato un uomo riservato fino al 1993 fino alla morte di Vincenzo Mazzaferro, io ero un uomo appartenente a Vincenzo Mazzaferro e al fratello Beppe

CARUSO: ha avuto rapporti anche negli anni successivi

Femia: dopo il 93 io non ho avuto più rapporti con loro, perché lui è morto e non ho avuto più rapporti col mese di origine. Il mio refetente erano loro.

CARUSO: ne ha trovati altri o è diventato un cane sciolto?

Femia: dopo che sono arrivato in Emilia Romagna non è che ho fatto parte della ‘ndrangheta, ho avuto rapporti con personaggi che appartengono alla ‘ndrangheta, però non ho fatto parte della ‘ndrangheta.

CARUSO: una opinione diversa da quella del Tribunale…

Femia: non facevo parte della ‘ndrangheta che stava in Emilia Romagna

CARUSO: però un collegamento con questi Mazzaferro, con quelli che erano succeduti nella guida del clan?

Femia: Vincenzo Mazzaferro è morto nel 93, il fratello Giuseppe era al 41 è morto nel 97… no 2005/2006, è morto nel carcere di Parma, forse, mentre era detenuto, e io dopo la loro morte non ho avuto rapporti, non risulta neanche dagli atti, perché ho un processo Bologna, sono stato ¾ anni indagato e in effetti non ho avuto rapporti, al di fuori che con la moglie, ma la moglie è una imprenditrice

CARUSO: lei non è formalmente un affiliato, apparteneva come elemento riservato. Sta dicendo ho avuto rapporti con altri appartenenti alla ‘ndrangheta, li ha avuti come persona che a suo tempo era stato vicino ai Mazzaferro o nessuno lo sapeva che aveva avuto rapporti?

Femia: lo sapevano tutti, sui giornali uscivo sempre come principe della ‘ndrangheta, pure quando mi hanno arrestato nel 2002 qui al nord

CARUSO: a quel punto non c’era più la riservatezza ed è venuto fuori che era stato un uomo dei Mazzaferro

Femia: ognuno poteva pensare quello che voleva… siccome quando ero qui in Emilia Romagna ero un imprenditore, ho fatto sempre l’imprenditore, ho avuto rapporti per esigenze con personaggi che ho conosciuto nella vita e nel lavoro, sapevo che erano ‘ndranghetisti però vi dico la verità perché non mi interessava perché erano rapporti di lavoro. Lo dicevano loro che erano ‘ndranghetisti, se lo erano non lo so. Purtroppo ci sono indagini in corso, non so se la Procura, certi nomi non li posso dire, adesso finisco i 180 giorni di dichiarazione… certi nomi…

CARUSO: questi contatti li ha avuti con persone che dicevano di essere ‘ndranghetisti e che a loro volta la consideravano uno della ‘ndrangheta

Femia: pure i giornali hanno parlato in questo modo, ma io non l’ho detto mai a nessuno

PM: ci faccia alcuni esempi di esponenti della ‘ndrangheta con cui lei ha avuto rapporti, anche non di lavoro, anche in carcere per esempio

Femia: sì è normale, devo dire i nomi?

PM: i più importanti, tutti non li ricorderà

Femia: ho avuto rapporti con Bolognino Michele che ho conosciuto nel 2010/2011, ho avuto rapporti con altre persone che non sono nel processo Aemilia, non lo dico perché ci sono indagini in corso… dopo dipende da voi…

PM: ha avuto rapporti con esponenti importanti, ne ha riferiti alcuni nel corso dell’interrogatorio

CARUSO: lo sciolga dal vincolo perché è imbarazzato e preoccupato, gli dica quello che può dire, tenga conto che quando un collaboratore davanti a un Tribunale deve deporre..

PM: un cerchio al colpo e alla botte, scioglierlo del tutto faccio fatica anche perché non dipende da me. Ci dica in carcere…

Femia: ho avuto rapporti con tante persone, pure Giulio Giglio, ma lo conoscevo da fuori perché l’ho conosciuto con Bolognino

PM: prima di arrivare in Emilia, esponenti apicali di tutta Italia

Femia: conosco i De Stefano, i Morabito, tutti… i calabresi li conosco tutti

PM: ha parlato di Gambazza Antonio

Femia: come no, Antonio Pelle, nel 76 e nel 82 sono stato nel carcere di Locri, sono stato pure imputato

nell’associazione dei 133, con i Cataldo… con tutte le famiglia nominate

CARUSO: dovremmo migliorare l’audio, si sente un po’ attutito

Femia: in carcere ho conosciuto tutti i personaggi della ‘ndrangheta calabrese, i Pelle, i Nirta, i De Stefano, Morabito,

PM: ha nominato i Ruga

Femia: i Ruga, facevano tutti parte dei 133, erano 133 persone della cosca Jonica-Reggina che portano oggi e ieri la ‘ndrangheta in Calabria

PM: per dare un’idea delle sue conoscenze in questo ambito. Come nasce il vostro rapporto con Bolognino Michele?

Femia: lo conosco tramite Stefano Marzano un concessionario che ha un autosalone a Granarolo, la mia conoscenza con Bolognino è tutta riscontrata nel procedimento della DDA di Bologna dove sono stato condannato. Io ho un sacco di telefonate con Bolognino. Dovevo fare dei lavori in una villa, stava facendo dei lavori mia figlia. Stefano mi dice “ho un paesano che si chiama Bolognino” a me quel nome al momento non mi diceva niente, fino a quel momento non lo conoscevo. “Portalo che parliamo” e me l’ha portato in ufficio una volta ma non mi ricordo se era il 2010 o il 2011, ma forse più il 2011. Non ci siamo messi d’accordo per i lavori e per i prezzi. Ma ci siamo scambiati il numero di telefono. Dato che era un paesano l’ho visto più di una volta con Stefano Marzano. Veniva qualche volta con Stefano, poi qualche volta mi ha chiamato, perché lui aveva un locale a Rimini, mi chiamavano e prendevamo un caffè. Così è iniziata la nostra amicizia. Dopo un po’ di tempo lui mi aveva spiegato che era stato in carcere e che stava a Reggio Emilia che aveva un locale di ‘ndrangheta e che era lui il responsabile per quanto riguardava Nicolino Grande Aracri in Emilia Romagna

CARUSO: aspetti che non si sente bene, cosa le dice a proposito di quello che stava dicendo

Femia: mi dice che in Emilia Romagna c’era una locale di ‘ndrangheta e che era responsabile per Nicolino Grande Aracri, Nicolino mani di gomma. Io lo conosco così, non so neppure il cognome, l’ho imparato sui giornali

CARUSO: cerchi di parlare lentamente, abbiamo tutto il tempo che vuole

Femia: Nicolino mani di gomma personalmente non lo conosco, me ne ha parlato Bolognino più di una volta, non mi interessavano certi discorsi, non andavo ad approfondire perchè ero un imprenditore, ho fatturato quasi un miliardo di euro negli ultimi dieci anni in Emilia Romagna e non volevo avere determinati rapporti, avevo chiuso con il mio passato, era lui che parlava e mi ha offerto se entravo in un terreno…

PM: aspetti volevo frenare un secondo, un passo indietro, ha conosciuto Bolognino, tramite Marzano “perché siamo paesani”

Femia: perché Bolognino è nativo della locride

PM: lei di dove è nativo

Femia: Marina di Gioiosa Jonica

PM: quindi della locride pure lei

Femia: sì è normale

PM: e Marzano di dove è nativo?

Femia: di Gerace, locride, tutti e tre

PM: quindi conosco Bolognino Michele, me lo presenta Stefano Marzano e a un certo punto Bolognino le dice dei suoi rapporti con la ‘ndrangheta. Ci spieghi esattamente quello che le ha detto e ci spieghi perché lo dice a lei?

Femia: come mai lo dice a me? Perché tutti parlano di ‘ndrangheta di me appartenente alla famiglia Mazzaferro…. Bolognino non aveva problemi su Reggio Emilia, sull’Emilia in quanto apparteneva prima ha parlato dei Megna, ma parlava più che altro di Nicolino Grande Aracri

PM: lei ha detto, “lui mi ha detto il fatto che era sposato con una vicino ai Megna e qualcosa me l’ha raccontata anche Stefano, e qualcosa Bolognino. Mi ha raccontato che prima era vicino ai Megna e poi a Grande Aracri Nicolino”

Femia: sì, me lo riscontra perché mi ha portato il nipote dei Megna per delle macchinette forse era vicino sia all’uno che all’altro

PM: ha aggiunto “lui andava d’accordo sia con i Megna sia con Nicolino Grande Aracri”

Femia: si lo confermo

PM: ha fatto riferimento, sempre per quello che le ha detto Bolognino, all’esistenza di una locale di ‘ndrangheta in Emilia

Femia: così diceva

CARUSO: in Emilia o a Reggio Emilia?

Femia: a Reggio Emilia

PM: vada avanti, cosa le ha detto di questa locale a Reggio Emilia?

Femia: dott.ssa, poco e niente perché non mi interessava, io cercavo di troncare certi discorsi. Leggevo i giornali tutti i giorni, sapevo di microspie e di cose, io ero un imprenditore

PM: ha fatto un riferimento a Bolognino in questa locale di Reggio Emilia, è andato come un treno

Femia: me l’ha detto lui che  su Reggio Emilia faceva cosa voleva, non aveva problemi

PM: ha detto e lui “sarebbe praticamente quello che gestisce tutto in Emilia per conto di Nicolino Grande Aracri”

Femia: questo diceva lui e questo confermo

PM: prima ha fatto riferimento a un locale, inteso ad un bar, se ci vuole riferire di chi era?

Femia: era un bar a Rimini, sul lungomare, c’era lui e Stefano Marzano in società

PM: lei ha detto a Rimini o a Riccione

Femia: vi dico la verità non ricordo se Rimini o Riccione, però avevano un locale, ci sono pure stato, era sul lungomare, sono stato una volta

CARUSO: in che periodo?

Femia: è riscontrato dalle telefonate…

PM: dopo noi facciamo i riscontri, non si preoccupi, prima dobbiamo avere le dichiarazioni, poi dopo facciamo i riscontri

Femia: questo ristorante bar a Rimini con Marzano, l’avevano insieme…. siccome gli ho dato un Lamborghini Murcièlago nero con la targa San Marino  a Marzano per il noleggio e Stefano Marzano lo dava anche a lui. Più di una volta ho visto Bolognino con il mio Lamborghini

CARUSO: era un noleggio costoso… quanto le dava per il noleggio?

Femia: faceva i conteggi ogni mese, 5mila, 6mila, ma ultimamente non prendevo niente, sono stato costretto a riprendermelo perché ho preso poco e niente, prechè mi ha fregato i soldi del noleggio della Laborghini, più la Porche Turbo 86mila euro e non ho preso una lira, che gli avevo dato io a noleggio

PM: veniamo al terreno a cui ha fatto cenno

Femia: mi ha offerto un terreno a Borghetto Vara, se entrava in società con lui, di prendere il 25% perché lui diceva che il 50% era suo e lui diceva che il 50% era di Nicolino, parole sue, io non so se vero o vero, perché non ho mai avuto rapporti con Nicolini mani di gomma. Mo vediamo…. Ho cercato di prendere tempo, finchè un giorno ci siamo incontrati a Bologna col fratello, credo Sergio, l’ho visto solo una volta, e con Marzano a Bologna

PM: lei deve andare più lento

CARUSO: non riusciamo a prendere appunti, se può parlare più lentamente

PM: ci spieghi le percentuali di proprietà

Femia: il prezzo non ricordo se era 300mila, ho preso tempo, ci siamo visti con il commercialista da lui, dato che io ero in Tribunale a Bologna e non potevo andare. Ho chiesto a Marzano se mi faceva un piacere e andava a prendere il mio commercialista di Reggio Calabria a Bologna all’aereoporto e si sono incontrati. Si sono scambiati i numeri di telefono. Non abbiamo concluso niente, perché il commercialista mi ha detto che non era un affare che ti interessa. Nel frattempo avevo dato 15mila euro a Bolognino… e glieli ho chiesti, quando me li dai… ci sono parecchie telefonate dove parliamo del terreno e di questi soldi che dovevo avere

PM: questo terreno dov’era?

Femia: Borghetto Vara alle 5 terre. Il terreno era intestato a suo fratello, a una società loro, non lo so, diceva che era suo e con lui c’era questo mani di gomma

PM: gli ha detto in che percentuali era di mani di gomma?

Femia: io dovevo subentrare nel 25%, si vede che 50% era di mani di gomma e 50% di Bolognino

PM: solo Bolognino Michele?

Femia: e del fratello

PM: il nome?

Femia: Sergio se non vado errato, l’ho conosciuto un giorno da Marzano, aveva una Pajero blu

PM: di questo 50% del Bolognino, doveva prendere la metà, il 25%, le ha fatto un prezzo?

Femia: non siamo arrivati a questo punto, era approssimativo

PM: lei ha dichiarato che lui, parlando di Bolognino Michele, parlava di 250mila euro e voleva 125mila euro da parte mia, un quarto. Su 250mila era il valore della metà di Bolognino, quello che chiedeva a lei era 125mila, conferma?

Femia: confermo

PM: e poi ha detto che ha fatto un prestito a Bolognino

Femia: 15mila euro perché lo pressavano in banca, in due volte

PM: in che forma?

Femia: contanti

PM: questi li ha avuti indietro?

Femia: mai, qualche volta glieli ho chiesto e lui diceva del terreno e io dicevo lascia stare il terreno

CARUSO: ce lo può collocare nel tempo?

Femia: non ricordo se 2011/2012

PM: ha detto che ha conosciuto Bolognino Michele nel 2010 forse 2011. Quando è stato arrestato per Black Monkey?

Femia: 23 gennaio 2013, i rapporti con lui li ho avuti fino agli ultimi giorni

PM: tutto quello che ci sta dicendo vanno nel 2011, 2012 fino al gennaio 2013

Femia: e i rapporti con lui li ho avuti fino agli ultimi giorni, poi le spiego perchè

PM: rispetto ad altri affari che ha appreso essere di Bolognino cosa ci può dire?

Femia: gli ho dato le slot in un bar a Parma con il figlio, a due km dall’uscita dell’autostrada, un bar che ci sono dei gradini lo gestivano il figlio e la figlia. Gli ho dato le slot con base A. Queste slot le ho tenute due o tre mesi, secondo me fine 2011 inizio 2012. Mi aveva chiesto un prestito di 5mila euro per dei lavori che doveva fare in un bar… di solito qui in Emilia ti chiedono i soldi per entrare con le macchinette, io gli ho detto che non ne valeva la pena 300 euro al mese, perché le macchinette li portavo da Conselice (Ravenna), dovevo mandare due volte al mese i dipendenti.  A me non conveniva. Dopo le ho riprese le macchinette. E’ riscontrato perché le macchinette erano collegate in rete.

PM: l’affare non era conveniente?

Femia:  le avevo portatare anche da Milano, sia a Conselice sia a Milano, ma non conveniva

PM: ha detto un bar a Parma nei pressi, non lontano dall’autostrada, e un bar a Riccione, ha saputo di altri locali riconducibili?

Femia: mi ha portato in un paio di locali, di amici suoi, un paio di night a mettere le macchinette, a Parma e a Reggio Emilia credo, ma volevano dei soldi per entrare nelle macchinette…. I night sono di sera, non è che lavorano tanto di sera, siamo andati a vedere uno in un capannone a Parma e l’altro in un locale di amici suoi

PM: non le sto chiedendo dove ha messo le sue macchinette, le chiedo se nella conoscenza che ha avuto con Bolognino ha saputo di altri locali oltre a quelli menzionati che erano di Bolognino

Femia: un ristorante a Parma, fuori in un paese verso una collina, c’è una sala pure sopra e sotto, in questo ristorante ho parlato con lui e la sua ragazza rumena. Gli ho parlato di un ristorante che volevo dare via, che avevo in gestione a Punta Marina Terme. Lui era interessato

PM: le chiedo di questo ristorante: ubicato dove in collina?

Femia: fuori dal paese, distante dal casello di Parma, davanti a me c’era Marzano con la macchina e non ho fatto caso… c’era un enorme giardino, con dei tavoli fuori un ristorante sotto e una sala sopra

CARUSO: c’era una piscina?

Femia: non c’ho fatto caso

PM: lei ha detto “c’era un piazzale dove si mangiava e un bel parco dove si mangiava”, rispetto a questo ristorante cosa le ha riferito Bolognino, di chi era?

Femia: lui ha detto che lo aveva preso per farlo gestire alla sua ragazza, buttava le battute che era insieme a Nicolino mani di gomma… secondo lui, parlava tanto. Non andavo ad approfondire

PM: Bolognino le ha detto che questo ristorante…?

Femia: questo ristorante c’entrava anche Nicolino mani di gomma

CARUSO: rispetto a lui cos’era, c’era l’investimento di Nicolino Grande Aracri… e lui?

Femia: Bolognino era in società

 

PM: passiamo all’albergo di Punta Marina

Femia: mi invita a cena lui, andiamo sul lago di Garda con le nostre famiglie e con Giglio Giulio e la sua famiglia. Parliamo di questo ristorante. Io glielo davo per 40mila euro, gli davo la gestione. Mi dava i soldi quando voleva. Non vedevo l’ora di togliermelo, non serviva più

CARUSO: mettete a posto i microfoni si sente male

Femia: mi ha presentato Giulio, il fratello di Giuseppe che dirigeva tutto, dirigeva la famiglia Giglio, i camion, quello che gestiva la maggior parte delle attività, un personaggio pure lui di ‘ndrangheta, lo dice Bolognino. Parlavano di questo ristorante ma alla fine non gliel’ho dato. Bolognino doveva prenderlo in gestione e aveva messo in mezzo a Giulio pure

CARUSO: dovevano prenderlo insieme?

Femia: l’hanno preso insieme. Quando c’è stata l’operazione Aemilia nel carcere di Parma ho incontrato Giulio e ho saputo che si è preso 20mila euro da Giulio… e io non li ho avuti

PM: facciamo ordine, lei ha un sacco di informazioni che da velocemente, siete in questa cena, con le vostre famiglia a Desenzano del Garda…

Femia: zona Rivoltella del Garda se non vado errato

PM: in questa cena di cosa si parla?

Femia: della gestione di prendere l’albergo in questione, Bolognino e Giglio

CARUSO: l’albergo è suo e deve cedere la gestione?

Femia: sì, l’ho saputo quella sera quando siamo andati a cena, avevo parlato solo con Bolognino. Era ristorante pizzeria e albergo e lui ha portato Giglio alla cena

PM: lei offre l’affare a Bolognino Michele e Bolognino Michele porta Giglio Giulio. Un chiarimento lei avrebbe dato la gestione dell’albergo, rispetto a questo albergo lei era proprietario, gestore?

Femia: il proprietario è uno di Punto Marina Terme, anzi due marito e moglie, io avevo la gestione dell’albergo e del ristorante, avevo un contratto di 3 anni di cui due anni avevo fatto

PM: lei cede quello che aveva, la sua posizione nel contratto di gestione

Femia: dovevo cedere la srl la Effe Gestione che gestiva il locale. Lui ha preso possesso, dopo mi hanno arrestato, ma io glielo avevo dato prima

PM: rispetto a questa cena, quali sono i passaggi successivi, cosa succede?

Femia: dopo una quindicina di giorni, lo cedo a Bolognino però i documenti si dovevano ancora fare, io volevo mandare via un napoletano con la moglie che lo gestiva, la documentazione la facevamo dopo, perché si era messo d’accordo il mio commercialista con il suo. Questa cena è successa a novembre, perché il 5 dicembre del 2012 mi comunicano un soggiorno obbligato vecchio. Bolognino prende possesso a novembre/dicembre del 2012. Io vengo arrestato il 23 gennaio, fino al 23 gennaio lo ha gestito Bolognino, sempre a nome di Effe gestione. Anche la mia compagna era computata per beni fittizio nel mio procedimento. E veniva a colloquio la mia compagna. E dopo 5/6 mesi ho saputo che Bolognino dopo una ventina di giorni se ne va dalla mia compagna per farle firmare una carta, che non poteva firmare, perché la mia compagna per farla uscire dai problemi il 10 ottobre del 2012 l’avevo fatta togliere sia da amministratore sia dalle quote del locale. Però il proprietario del bar non lo sapeva tutto ciò. Oltre ai soldi che Bolognino mi doveva dare noi avevamo speso 27mila euro di arredamento. Fabbri Alfonso si chiama il proprietario di Punta Marina. Bolognino va a casa e dice guarda che Rocco mi ha mandato a dire dal carcere che devi firmare questa carta cosi noi prendiamo i soldi del proprietario e io te li porto a te. Firma questa carta so che Bolognino alla fine si è preso i soldi dal proprietario, si è preso i soldi della mia compagna, Bolognino è sparito e si è fregato i soldi. Come l’ho saputo…

PM: provo a tornare indietro, va sempre con una velocità, la invito sempre a rallentare. Torniamo indietro. Viene arrestato nel gennaio 2013 e in quel momento la gestione ce l’ha Bolognino. Chi le fa questo racconto delle condotte di Bolognino visto che era in carcere?

Femia: la mia compagna Vittoria

CARUSO: ci dica il nome è russa?

Femia: c’ho una bambina. Chelenescaia Vittoria (…)

PM: le riferisce una vicenda accaduta dopo, cioè che Bolognino Michele è andato da lei

Femia: Bolognino le dice “mi ha detto Rocco che gliel’ho mandato a dire dal carcere” e non è vero “di firmare questa carta che gli porto 30mila euro indietro della roba del locale che me li da il proprietario Fabbri”

CARUSO: non abbiamo capito, doveva firmare una carta, cosa c’era scritto?

Femia: non lo so, una cosa che voleva Alfonso per restituire i soldi nel locale. La carta l’aveva fatta il proprietario dell’hotel Nettuno, delle mura

PM: Alfonso Fabbri è il proprietario dell’albergo, Bolognino avrebbe detto la sua compagna doveva firmare una carta e così il proprietario Fabbri avrebbe dato 30mila euro a Bolognino che li avrebbe poi portato alla sua compagna

Femia: così

CARUSO: deve parlare piano e spiegare le cose a persone che non sanno nulla

PM: la sua compagna cosa fa, l’ha firmata questa carta a Bolognino?

Femia:

PM: ha poi avuto indietro i 30mila euro?

Femia: da quel momento è sparito Bolognino

PM: dentro c’erano degli arredi nell’albergo, questi arredi che fine hanno fatto?

Femia: se li è presi tutti Bolognino

PM: come ha saputo questo?

Femia: Fabbri lo aveva detto alla mia compagna e a qualcuno, me l’ha confermata Giglio Giulio e un ragazzo alto, Andrea… l’ho incontrato nel carcere di Bologna nel febbraio 2016, l’avevo visto con Bolognino una volta, mi ha raccontato la storia che lo aveva aiutato a portare la roba a casa

PM: ha avuto la conferma di quello che le ha detto la sua compagna del fatto che nulla era stato restituito sia da quanto detto da Alfonso sia da questo ragazzo di nome Andrea

Femia: un ragazzo alto, o Andrea o Sergio che aveva aiutato a Bolognino a portare l’arredamento a casa, televisori, frigoriferi, questa roba qua.

PM: ha avuto conferma che Fabbri Alfonso aveva dato questi 30mila euro a Bolognino

Femia: ho avuto conferma da questo ragazzo a Bologna e anche da Giuglio Giglio nel carcere di Parma, perché pure Giglio gli aveva dato dei soldi per entrare in società che non ha mai restituito

PM: rispetto a quella cena a Desenzano in cui eravate in tre, Bolognino, Femia e Giglio Giulio, in cui Giulio doveva essere socio, ha poi saputo che Giglio aveva dato soldi

Femia: aveva dati 20mila euro per entrare e Bolognino se li è tenuti

CARUSO: il proprietario dell’albergo doveva restituire i soldi e gli arredi a che titolo?

Femia: era una cauzione, lui aveva 50mila in mano in effetti, io una parte l’avevo data in bianco e una in nero, lui doveva restituirmi indietro

CARUSO: tutta questa roba Bolognino è riuscita a farsela dare facendo firmare questo foglio alla sua compagna

Femia: esatto

PM: ho un teste della finanza, Moricone che dovrebbe riferire sui riscontri

CARUSO: lo facciamo tornare giovedì

PM: mi piglio 40 minuti

CARUSO: se lui vuole aspettare… ci fermiamo cinque minuti

 

Pausa udienza: ore 17.55

Ore 18.10 riprende l’udienza.

da qui la trascrizione in diretta, provvederò appena possibile a terminare la "sbobinatura" dell'udienza:

PM: abbiamo terminato l’Hotel Nettuno. Mario Ursini

CARUSO: nei verbali scrivono Ursino e si può creare equivoci

PM: è la cosca Ursino

CARUSO: nel capo di imputazione Ursini Mario nato a Gioiosa Jonica

 

PM: Ursini Mario, l’ha conosciuto nel periodo dal 2011 al 2013 a quando è stato arrestato, ci dirà in che circostanze

Femia: Non l’ho mai conosciuto, sono stato co-imputato con Ursino… nel 1979, non è venuto in aula l’ho conosciuto nel 2014 che mi trovato per un permesso per andare da mia madre, è morta nel settembre 2014 ero in isolamento per il processo. Si trovava nella sezione normale, quando è successo che gli hanno fatto un ordine di custodia cautelare….

PM: Bolognino lo conosceva questo Mario Ursini?

Femia: A detta sua sì

PM:ha detto qualcosa in particolare?

Femia: Una storia di camion, non ricordo per bene

PM: ha parlato di un affare di camion, detta così… cosa intende?

Femia: Doveva prendere qualche camion Ursino da Bolognino, lui ha detto così

 

CARUSO: mi chiarisca, Ursino Mario mi risulta del 50

Femia: E’ più grande di me, conosco i fratelli non è mai venuto al processo, lui è stato sempre in Piemonte non in Calabria

CARUSO: essendo di Gioiosa dovrebbe essere stato della sua stessa iniziale famiglia i Mazzaferro

Femia: No non centra niente, la famiglia Ursino è un'altra famiglia, conoscevo il fratello Francesco più anziano

PM: ho chiesto maggiore dettaglio per i camion, a pagina 132 ha affermato “il nipote di Mario aveva ricevuto una truffa, avevo sentito camion, non so niente” successivamente ha detto “si era messo in mezza, questa truffa l’avevano fatto con qualcuno dei Giglio”

Femia: Ne abbiamo parlato quella sera alla cena, quando c’era Giglio. Mi ricordo una storia di camion, ma non ricordo altro

PM: questi riferimenti li ha fatti lei?

Femia: Sì come dichiarazione spontanea, c’è pure nel processo di Bologna, che c’è la storia di Ursino

 

PM: cosa ha detto Bolognino di Mario Ursini?

Femia: Nient’altro

PM: ha detto lui gli aveva parlato pure a Mario, del fatto delle slot?

Femia: Che io abito la in zona perché dopo un po’ mi ha chiamato il nipote di Mario mi voleva incontrare ma l’ho passato al mio referente su Torino perché gli interessava una sala su Torino.

PM: ci sono altre circostanze in relazione a un credito che lei vantava nei confronti dei soggetti?

Femia: E’ una cosa riservata ci sono indagini in corso, una storia con Bolognino, fra Scarpone e me…

PM: è emerso a dibattimento, se ha chiesto aiuto a Bolognino per recuperare un credito

Femia: Dovevo avere 450mila euro da Michele di Guastalla, un mio cliente

PM: non c’è nel verbale, cosa avrebbe fatto Bolognino?

Femia: gli ho venduto dei terminali di slot machine, invece che avere le slot ci sono terminali che si va su gioco online, un mio debitore, gli ho fornito le macchinette. Sono venute delle persone

PM: cosa le dice Bolognino che avrebbe fatto quando le chiede aiuto?

Femia: Che sarebbe intervenuto lui che avrebbe messo a posto, avrebbe chiesto aiuto a Nicolino mani di gomma, come dice lui, che gli avrebbe dovuto prendere un appuntamento su Milano per il fatto del credito. Michele Lombardini

PM: alla fine di tutto li ha avuti i soldi?

Femia: No, siamo andati a Milano, questo personaggio calabrese ‘ndranghetista non si è fatto trovare, ha fatto trovare altre persone

CARUSO: chi siete andati a Milano?

Femia: Io con la mia macchina, Bolognino con la sua

CARUSO: a incontrare un ‘ndranghetista?

Femia: Non so se posso fare i nomi

PM: questo nome lo può fare, tutta la vicenda…. Non so fino a che punto, il nome lo può fare

Femia: Pompeo Domenico

PM: è morto

Femia: E’ morto, non lo so? E’ morto in questo periodo che ero dentro. Siamo nel 2012

 

PM: le ha fatto nomi di altri esponenti?

Femia: Imprenditori, Feltrinelli, non di locale di ‘ndrangheta, amicizie che si vantava lui

PM: E cosa le ha detto di questi Feltrinelli?

Femia: Imprenditori e basta

PM: a pag 129 ha detto sono due fratelli

Femia: Ho visto sul giornale, come cognome ricordo Feltrinelli, calabresi

PM: ha detto della zona cutrese

Femia: Se gliel’ho detto è così

PM: dove abitavano?

Femia: In Emilia

PM: a Reggio Emilia?

Femia: Confermo

PM: ha fatto riferimento al settore?

Femia: Sull’edilizia

PM: perché glieli ha menzionati?

Femia: Lui per vantarsi, che le devo dire

PM: ha detto non mi ha parlato di locale emiliana che facevano parte, che sono praticamente che si mettono a disposizione

Femia: Per questo me ne ha parlato, imprenditori che si mettevano a disposizione sua, non so, magari andava a cambiare qualche assegno, non so

PM: Diletto Alfonso lo conosce?

Femia: No, c’è un’altra storia con Scarpone Domenico…

PM: ha detto che non conosce Diletto, ma le volevo chiedere un chiarimento rispetto a una intercettazione, il progressivo del 12/12/12. Si sente con Bolognino a un certo punto Bolognino le passa un soggetto, non ci sono presentazioni ma si parla di una sala di 350 mt dove c’è già un ristorante e un bar attrezzata e discutete di trasformarla a sala giochi con le sue macchinette, questo soggetto è Diletto Alfonso

Femia: Non lo conosco, fino al 2013 il 50% dei giochi li facevo io in Italia, non ricordo tutti i clienti

PM: se le veniva in mente, siccome glielo ha passato Bolognino, se questa sala è stata fatta, era a Parma?

Femia: Non l’ho fatta

PM: si ricorda di una vicenda di questo tipo….?

Femia: Dicembre 2012, dopo il 5 dicembre 2012 ho avuto il soggiorno obbligato a Sant’Agata e non ho potuto andare neppure a Parma

PM: Bolognino le ha mai detto qualcosa rispetto a un terzo?

Femia: Me l’ha passato per telefono, non l’ho incontrato, non mi ha passato solo questo, ma non ho fatto più niente.

PM: a Desenzano il progetto è andato in porto?

Femia: Bolognino stava facendo dei lavori in un villaggio turistico e c’era la possibilità di fare una sala. Mi sono fermato in questo villaggio, c’era questo progetto ma non era conveniente, ma in una zona turistica non è conveniente, lavora solo due mesi all’anno. Lui faceva del restauro

PM: questa sala di chi doveva essere?

Femia: I muri erano in quel villaggio, non so chi erano i proprietari

PM: c’entrava Bolognino o gliel’ha prospettata come una possibilità per un terzo soggetto?

Femia: Aprirla io e lui, io dovevo fare il rivestimento e lui la gestiva

PM: è stato fatto?

Femia: No

 

PM: ha mai saputo del rinvenimento di armi a Bolognino?

Femia: No dott.ssa

PM: 21/11/12 conversazione telefonica, Bolognino le comunica che in un capannone la polizia giudiziaria ha rinvenuto munizionamento di una pistola

Femia: Non ricordo

PM: quando è finito in carcere, ha saputo di ulteriori locali inteso bar ristoranti che ha avviato Bolognino?

Femia: A Parma in via Milano, Ariete, me lo ha detto mia figlia che ha preso una macchina con targa tedesca a noleggio da Bolognino.

PM: anche da altri?

Femia: Anche Giglio Giulio. Che c’era un ristorante, ci incontravamo al campo sportivo nel carcere e me lo ha confermato di questo ristorante.

CARUSO: parla di una confidenza avuta in carcere nel 2015, lo aveva ancora il ristorante

Al momento dell’arresto ce lo aveva… quando facevo il colloquio mia figlia ha detto che lo aveva. Io ho presentato questo ragazzo di Padova aveva parecchie macchine, Elite auto, tramite queste persone…. Mia figlia voleva la macchina tedesca perché i tutor non rilevano le targhe tedesche, mia figlia correva tanto le dico la verità

 

Ndr: viene mostrato tramite il video alcune foto segnalatiche a Femia in un ordine nuovo rispetto all’album mostrato a suo tempo

​Femia riconosce Bolognino Michele, Andrea Richichi (il soggetto di cui ha parlato prima riferendosi a un Andrea o a un Sergio), Pugliese, riconosce un soggetto incontrato nel carcere a Piacenza, Giglio Giulio

 

PM: ho finito e chiedo l’acquisizione di questi album.

CONTROESAME DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA NICOLA FEMIA – avvocato difesa Bolognino Sergio

AVV: ha parlato di un fratello di Michele che avrebbe incontrato una sola volta, si è presentato con una autovettura

Femia: Con una pajero blu vecchio modello, niente di che, piacere piacere, basta

AVV: ha fatto riferimento a un bar di Rimini o Riccione, gestito da un fratello di Bolognino

Femia: Sapevo Michele e Sergio Marzano, non ho visto l’atto

AVV: fa riferimento a pagina 80, mi pare che c’entrava il fratello Sergio

Femia: Non mi ricordo, mi pare che c’era il figlio o la figlia di Michele al bar, sono andato una volta sola, sapevo che la società era di Michele e Marzano, se lo gestiva il fratello non so

AVV: c’entrava anche il fratello?

Femia: Mi hanno riferito che era di Michele e di Marzano

AVV: in questo bar c’erano anche dei fratelli di Bolognino, mi pare che c’entrava il fratello Sergio

Femia: Non mi ricordo

AVV: ha parlato di questo terreno di Borghetto Vara e ha fatto riferimento alla proprietà di questo terreno 50% Bolognino e suo fratello e 50% Nicolino Grande Aracri

Femia: Mi ha riferito così Bolognino

AVV: il fratello proprietario del terreno è lo stesso che avrebbe incontrato?

Femia: Non lo so, ho parlato solo con Bolognino e con Marzano e una volta il commercialista

AVV: cosa le avrebbe detto Bolognino, perché dice che appartiene anche al fratello?

Femia: Questo mi ha detto Bolognino, io sto riferendo, io rapporti con il fratello all’infuori del piacere una volta. Quello che le riferisco io è riscontrabile nel procedimento di Bologna

AVV: sa quanti fratelli ha?

Femia: Non lo so

AVV: le ha parlato di un fratello?

Femia: Sì di Sergio, una volta o due

AVV: lei fa riferimento in modo preciso al fatto che la persona che le è stata presentata fosse la stgessa che era proprietaria del terreno, dice ho visto il fratello di Michele una sola volta. Sarebbe l’altro socio del fratello che ha il terreno intestato che ha una società a Borghetto Vara.

Femia: Il terreno è intestato al fratello Sergio, se me lo fate vedere è capace che non lo riconosco

AVV: infatti non lo ha riconosciuto, era fra le foto

Femia: Se lo vedo non lo conosco, l’ho visto solo una volta a Granarolo nell’Emilia, è riscontrabile nel processo di Bologna

AVV: sa chi ha acquistato questo terreno

Femia: Non lo so

AVV: ha saputo se è stato proposto anche ad altri

Femia: Non lo so

AVV: il terreno va poi a Giglio Giuseppe, lo ha mai saputo

Femia: No, se lo avevo saputo gli chiedevo i soldi indietro

AVV: in questo bar di Riccione c’è mai stato?

Femia: Una volta, non sono entrato nemmeno dentro il locale

AVV: con chi è andato?

Femia: Con la mia compagna, siamo passati di la'

AVV: perché siete andati la dal bar? Per caso

Femia: Mi dovevo vedere con Marzano con Stefano, ho incontrato Stefano e Michele, fuori dal bar

AVV: quando fa riferimento al nome ricorda il nome Sergio, siccome anche Andrea lo indica con Sergio

Femia: Ricordo il nome perché me lo ha detto Michele

AVV: non risulta che lo ha presentato come il fratello Sergio

Femia: L’ho visto una sola volta nell’autosalone di Stefano Marzano, ha accompagnato Michele e se ne è andato

AVV: valuteremo i riscontri, sono riferibili a un altro fratello, non ho altre domande

CONTROESAME DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA NICOLA FEMIA – avvocato difesa Bolognino Michele

AVV Laratta: è nato il 1 febbraio 1961, ci accomuna il mese e il giorno, io le passo un anno esatto. Quando ha iniziato a collaborare con la giustizia

Femia: Febbraio 2017. Qualche giorno e finisco i sei mesi

AVV: la sentenza di Bologna è intervenuta prima o dopo l’inizio della sua collaborazione

Femia: Dopo la mia collaborazione, la richiesta era di 7 mesi prima

AVV: è stato condannato a quanti anni e perché

Femia: 416 bis ed estorsione

AVV: traffico internazionale di droga

Femia: Agli anni passati

AVV: non c’entra per questo…

Femia: E beni fittizi

AVV: a quanto? 26 anni?

Femia:

AVV: quindi un ruolo di promotore

Femia: Si legga la sentenza avvocato

AVV: sa perché glielo domando, nel verbale del marzo 2017 al PM lei ha fatto tutta la sua cronistoria ribadendo che non è mai stato affiliato

Femia: Ero un uomo riservato, più importante di un affiliato

AVV: andando indietro parla di un incontro a Torino con una persona che si scoprirà essere molto importante

Femia: Tommaso Buscetta

AVV: posiziona questo incontro

Femia: 1978 o 79

AVV: e fa un riferimento a un film che Mazzaferro avrebbe visto in prima visione e avrebbe visto anche lei

Femia: Il padrino, non l’ho visto tutto, ero un ragazzo volevo andare a donne, non al cinema

AVV: è sicuro che fosse proprio questo film in prima visione

Femia: Era il padrino, non ricordo se prima visione, Mazzaferro l’ha visto sia al pomeriggio sia alla sera o il giorno dopo, non so se in prima visione

AVV: lei a foglio 26 del verbale dice mi ricordo era uscito in via Roma a Torino il film era in prima visione Il Padrino due giorni è stato visto

Femia: Il film era il padrino non ricordo se era prima visione

AVV: il primo o il due o il tre

Femia: Non li ho visti, non lo so

AVV: sono andato controllare, il primo uscì nel 72, il numero due nel 74, il numero 3 nel 1990 e Buscetta già collaborava da una vita, può fare mente locale se era il Padrino?

Femia: Era il Padrino, non parlo di prima visione, in Calabria forse è arrivato venti anni dopo, Mazzaferro se lo è andato a vedere due volte

AVV: lo lasciamo ai posteri…. mi dice quando ha iniziato a collaborare?

Femia: 17/2/17 la mia richiesta era di sei mesi prima

AVV: il 16 febbraio le arrivata una sentenza definitiva

Femia: Il 5 novembre 2016, venti anni definitivi e ho già fatto 14 anni di carcere, ero già pronto per la scarcerazione

AVV: sarà un errore sulla sua biografia su internet

Femia: Se andate sulla procura il mio definitivo è del 5 novembre 2016. Ho preso l’art 8 il 13 giugno del 2017 nel processo dei casalesi a Capo a Vetere, ho deposto una settimana prima nel procedimento

AVV: veniamo al discorso dei giochi nel 2004 inizia l’attività. Ci vuole confermare, un miliardo di euro negli ultimi dieci anni

Femia: Sì, a nome mio, uno Tecnoslot dietro una fiduciaria

AVV: incontra il sig Bolognino per il noleggio delle auto?

Femia: No per un restauro di un lavoro a casa

AVV: i lavori non vennero fatto, c’è stato questo tramite di Stefano Marzano per il noleggio delle autovetture

Femia:

AVV: mi interessa una cosa, in che momento se ricorda come inizò da parte del Bolognino questo vantarsi di essere appartenente alla ‘ndrangheta di avere queste amicizia, di mano di gomma, di Megna

Femia: Ce l’aveva dalla mattina alla sera, quando mangiava, mangiava ‘ndrangheta

AVV: lei dice che non ci voleva entrare con il discorso della ‘ndrangheta… ci vuole spiegare come mai Bolognino poteva permettersi di ripetere questi discorsi

Femia: Lui per vantarsi faceva di tutto, diceva che era socio dell’autosalone, non lo dico io, dell’autosalone di Marzano, la Lamborghini di Marzano l’aveva lui tutti i giorni, o la noleggiava o lo minacciava non lo so, l’aveva sempre lui

AVV: lo considerava uno che parlava assai, pure io le posso dire che sono il cugino di, il capo mafia delle mafie più importanti che sono stato sulla Luna e che ho uno zio astronauta, di queste millanterie del Bolognino ne ha avuto una qualche conferma da qualche altra parte

Femia: Ho avuto una discussione con un certo Scarfone Domenico, lui era invischiato dappertutto, lo hanno trovato morto in Puglia, i CC di RE lo sanno chi è, stava a Salvaterra

Trovato morto bruciato il boss Mimmo il calabrese
Casalgrande: il corpo di Dominique Scarfone era in una casa a Mesagne (Brindisi) Era stato coinvolto in una inchiesta su usura e racket dei videopoker a Modena - Gazzetta di Reggio 27 giugno 2015

CARUSO: chi si presenta?

Femia: Mi porta una persona che mi voleva ammazzare Scarfone per una storia che avevo avuto con un’altra persona. Scarfone noleggiava slot online di Rosarno, stava a Salvaterra, ho avuto una discussione per un fornitore che forniva macchinette di Schio Vicenza, gli ho detto Moreno che fai gli fornisci le macchinette a Mimmo e ti truffa, e questo glielo riferisce e lui è venuto a minacciarmi davanti a Bolognino e Bolognino ha preso le mie parti

AVV: di questo appuntamento a Milano quell’altra persona non si è presentata e i 450mila euro non li ha avuti

Femia: Si è presentato il cugino e non quella persona

AVV: il suo commercialista l’ha dissuaso dall’affare del terreno, perché?

Femia: Si sono sentiti con il geometra e non ha mai mandato questi documenti

AVV: mi interessava se il suo commercialista le avesse rappresentato anche qualche altra preoccupazione

Femia: No

AVV: non si fa niente e a un certo punto Bolognino che le doveva vendere il terreno le chiede un prestito per 15mila euro che lo stavano protestando, lei viene incontro e glieli presta. A un certo punto parla delle slot che bisognava mettere nel bar dei figli del Bolognino e che le aveva chiesto ulteriori 5mila euro, sono stati richiesti dopo i 15mila o prima?

Le macchinette del bar a Parma le ho messe, hanno fatto l’impianto fumatorio, dopo mi ha chiesto un prestito, il figlio per tenere le macchinette, sono attività commerciali normali che si fanno a nord Italia

AVV: questi soldi che erano per le attività commerciali del figlio è intervenuta dopo o prima i 15mila

Femia: Dopo

AVV: nel momento che le chiede i 5mila era già debitorio

Femia:

AVV: lei non gli poteva dire già 15mila me ne devi mo me ne chiedi altri 5

Femia: Era del figlio non di Bolognino

AVV: andiamo ai night, Bolognino si adopera per farle mettere le macchinette in alcuni locali

Femia:

AVV: anche questo dopo i 15mila euro

Femia: Sì, ma i night non erano di Bolognino

AVV: vorrei arrivare pian piano al discorso del locale che aveva in gestione, alla fin fine dell’operazione dell’albergo del ristorante, della cena di Desenzano alla fin fine, Bolognino ci ha guadagnato 30mila euro

Femia: Due mesi di incasso dell’hotel Nettuno, i soldi del ristorante, non ha pagato un euro e i 30mila e i 26mila euro di arredamento, se è vero anche 20mila a Giglio Giulio

AVV: è una cosa bruttarella che fa firmare alla sua compagna mentre lei era in carcere

Femia: Se è vero come dice lui che è della ‘ndrangheta non è una bella cosa

AVV: siete vittime di una bella truffa che le ha fatto Bolognino…. C’è una intercettazione intercorsa fra lei e Bolognino a fine novembre del 2012 quando poi ha avuto la sorveglianza speciale. Con Bolognino si parla dei debiti che il ristorante aveva…

CARUSO: possiamo leggerla?

AVV: utenza di Bolognino

NDR: L’avvocato fa sentire l’audio della telefonata.

 

CARUSO: ha percepito qualcosa da questa registrazione

Femia: Non si sente niente

CARUSO: da questa conversazione sarebbe emerso che il locale aveva dei debiti, mi pareva che c’era un contraddittorio fra i due che parlano

Femia: Le cose del ristorante erano a posto, se c’era qualche debito, io ho pagato a tutti, se c’era da pagare io pagavo, la società era intestata a un ragazzo che lavora con me, i debiti se c’erano erano i miei, il debito l’ha fatto lui quando ha gestito il locale

AVV: i casi potrebbero essere due, il rapporto comunque era colloquiale vi davate del VOI di reciproco rispetto. Unitamente è stato vittima di una truffa da parte di Bolognino

Femia: E’ normale, ma non è che sono andata a denunciarla. Una persona che è in carcere che ha avuto esperienza non va dalla sua donna a rubare i soldi.

AVV: lei ha detto che Bolognino parlava troppo

Femia: Si vantava sui soldi non su altro

CARUSO: cosa vuole dire

Femia: Si vantava che aveva disponibilità di tutto, quando mi viene a chiedere 15mila euro cosa penso dentro di me

CARUSO: che i soldi non ce li ha, oppure come può succedere, uno fa il miserabile per farsi dare il denaro da altri

Femia: Sì sì

AVV: è vero che non è mai stato affiliato ma in relazione alla sua vicinanza con Mazzaferro era molto addentro, mi deve spiegare

Femia: Di cose riferite da Mazzaferro?

AVV: mi deve spiegare “per esempio nel senso se io sono di Locri ci sono quelli di Locri che devono dare qualcosa, non uno di Gioiosa a meno che Locri dice a quello di Gioiosa, daglielo”

Femia: Se io sono di Gioiosa e c’è una famiglia non mi possono dire una cosa a me, la devono dire prima a Mazzaferro se no sarebbe una scorrettezza

AVV: Bolognino era di Papanice, storicamente è sotto la cosca Megna e il Bolognino è stato condannato per 416 bis con la famiglia Megna, per potersi avvicinare a Nicolino Grande Aracri che sappiamo essere di Cutro, c’era o non c’era bisogno dell’OK da parte del Megna?

Femia: Non sono fatti che mi interessano, ci sono storie di chi appartiene sia a una famiglia sia a un’altra, il fatto di Megna per la separazione ci sono stati disguidi con i Megna, lo deve chiedere a Bolognino

CARUSO: lei stava dicendo che Bolognino dopo la vicenda della condanna si era separato quindi aveva avuto disguidi con Megna^

Femia: Così si era detto, però qualche mese prima è venuto con il nipote di Megna, in ufficio che gestisce i giochi di Grasso a Napoli

AVV: questo discorso della vicinanza a Nicolino glielo ha detto Bolognino, poteva essere vero e non vero

Femia: Le sto dicendo che sono parole che mi ha detto Bolognino.

AVV: ho finito

CARUSO: grazie sig. Femia, abbiamo finito

Dall’Aquila, Bolognino Michele dichiarazione spontanea
"Ho sentito tutte queste fesserie che dice Femia, sul terreno di Borghetto Vara, non se dice la verità Giglio o Femia. Il terreno lo compro nel 2008 a Moschetta, non ho mai avuto società con Nicolino GA e non ho mai parlato di lui, conosco Femia nel 2011 quando il terreno erano intestato a Giglio, vengo a sentire queste barzellette, la telefonata gliela leggo io, 50mila euro di debito, 16mila, 11mila a Cerveti delle bevande, 11mila alla metro, era lui che diceva, il suo commercialista il sig Negroni lo sapevano questi debiti, il ristorante a Punta Marina, non ho mai fatto firmare nessuna carta alla signora Vittoria, forse era malata di testa di altre cose, la signora non poteva firmare nessuna carta, sono andato a vedere gli incassi, la signora non poteva firmare, può chiamare Fabbri che non ho mai portato nessuna carta. Forse ha saputo qualcosa della figlia, personalmente ho noleggiato alla macchina… mi scusi buonasera"

PM Ronchi: evidenzia al collegio il colloquio di Bolognino in presenza di Nicolino Grande Aracri dove si parla di Femia e di Pompea di Milano.

 

NDR: C’è opposizione da parte dell’avvocato Laratta per il prossimo teste

PM: abbiamo appena sentito Femia, chiedo al maresciallo, avete trovato riscontro? Mi dica i progressivi

AVV Laratta: può dare i pregressivi nostri!

CARUSO: sono progressivi di AEmilia?

PM: di Black Monkey, una buona parte le abbiamo già viste e sentite a dibattimento quando ha deposto il maresciallo D’Agostino il 27 aprile 2017 quando ha riferito di Femia. Voglio chiedere al maresciallo, avete ascoltato Femia, vi risulta che avesse avuto contatti con Bolognino,

Esame del maresciallo Moriconi Marco

PM: maresciallo ha avuto una delega dal mio ufficio ed è stato incaricato dei riscontri, si è occupato abbondantemente dell’indagine Black Monkey ci spieghi su quali punti avete fatto verifiche

mar. Moriconi: Fra Femia e Mazzaferro c’erano collegamenti nelle carte pregresse e anche contatti diretti con la vedova e la figlia del boss Mazzaferro, si sentivano periodicamente, fino al giorno dell’arresto. Rapporti molto stretti.

PM: nel maggio 2011 c’è stata una operazione nei confronti della cosca Mazzaferro, mi dica i numeri dei contatti sono stati arrestati diversi soggetti, ci sono stati rivelazioni nelle intercettazioni

mar. Moriconi: Il giorno che viene fatta questa operazione a Marina di Gioiosa Ionica, Femia viene a conoscenza dell’arresto di alcuni soggetti collegati alla cosca MAzzaferro, chiama un soggetto che sta sul posto e chiede notizia dell’operazone e si presenta come sono il nipote di zia Clelia, e si presenta come il bersagliere. Lui era fra i bersaglieri.

PM: rispetto ai rapporti fra Femia e Bolognino Michele

mar. Moriconi: Il primo è il 16/9/11 tramite Marzano Stefano, parlano di un bar di un tabaccaio, il primo contatto il 29 settembre. Da settembre a gennaio 2013 monitoriamo 607 contatti, telefonati, messaggi, tentativi di chiamata, e contatti fra Bolognino e Vittoria, la compagnia di Femia, Khmelevskayavikjra.

Marzano noleggiava automobili di lusso prevalentemente con targa tedesca

PM: sono emersi rapporti con Ursini Mario e Femia?

mar. Moriconi: Un soggetto indagato in BM insieme a Femia per un discorso di video slot a Torino, incontra Ursini, Torello Guido, tramite Oppedisano Luigi, al termine lui chiama Femia e dice di aver incontrato un personaggio di un certo tipo. Qualcheì mese dopo Bolognino chiama Femia e gli passa Ursini Mario

PM: vi è stato un episodio riguardante l’aggressione a Marzano Stefano, ci dica questo episodio

mar. Moriconi: Il 27/2/12 nella circostanza, Femia era in attesa della sentenza della corte d’Appello per un vecchio procedimento 30 anni in primo grado. Marzano davanti al figlio e al nipote di Femia avrebbe fatto alcune dichiarazioni che se Femia fosse stato condannato avrebbe risolto a suo favore alcune dinamiche con il figlio di Femia, c’è stato una lite fra il nipote di Femia e il figlio di Marzano. Si sono sentiti per telefono con Bolognino un paio di volte lo stesso 27. Marzano viene aggredito dal nipote di Femia con minacce, aggressione fisica, risulta dalle conversazione, perché Bolognino contatta Femia e gli rappresenta la cosa.

CARUSO: tutte le conversazioni Bolognino/Femia sono trascritte?

PM: tutte no, sono 600 abbiamo detto…

PM: hotel Nettuno

mar. Moriconi: Femia nel 2011 acquisisce un hotel con ristorante a Punta Marina, nel lungomare, composto da un hotel,e dal ristorante che rinomina Vittoria. Femia costituisce una società, la compagnia e un altro socio. Va avanti fino al settembre del 2012, quando Femia si spoglia della gestione dell’hotel. Intesta a un suo sodale Carozzino Luigi, tutte le quote dell’hotel che erano della compagnia e dell’altro soggetto e contestualmente contatta Bolognino se vuole subentrare nella gestione dell’hotel

PM: è stato sequestrato?

mar. Moriconi: Le quote della società che gestisce l’hotel perché formalmente intestato a Carozzino che è indagato. Femia gestiva in base a un contratto di affitto a Fabbri Alfonso. Fittizia intestazione a Carozzino e alla compagna Vittoria. Abbiamo sequestrato la società che gestiva l’hotel

PM: fate una perquisizione?

mar. Moriconi: Nell’hotel, viene rinvenuta la presenza di Bolognino Michele che dichiara di gestirlo da qualche tempo in proiezione di assumere la gestione totale della struttura, non ha esibito contratti, viene sentita anche una dipendente Passani Elena

AVV Laratta: c’è opposizione in quanto vi avrebbe detto che non può essere riferito

mar. Moriconi: Il 20 febbraio fanno un controllo nel locale e viene rilevata la presenza di Bolognino Michele e Richichi Giuseppe

PM: sulla parte dell’interrogatorio reso da Femia di questa appropriazione di soldi di Bolognino, ha trovato dei riscontri

mar. Moriconi: Nelle dichiarazioni reste da Fabbri Alfonso che rappresentavano il fatto che…. Il 23 febbraio

PM: è stato sentito a dibattimento

mar. Moriconi: Sì e ha confermato in buona sostanza

CARUSO: riscontra il contenuto delle dichiarazioni di Femia che ha fatto oggi?

mar. Moriconi: Il discorso della richiesta dei 30mila euro in contanti….

CARUSO: ravvisa un riscontro alla tesi di Femia

PM: sono stati mostrati album a Fabbri Alfonso

mar. Moriconi: Riconobbe Bolognino Michele nel soggetto che si era presentato all’hotel per subentrare alla gestione

PM: in relazione alla vicenda della richiesta fatta a Bolognino per la riscossione di un credito

mar. Moriconi: L’esistenza del credito, alcune centinaia di euro 450mila euro vado a memoria, è stata riscontrata, Femia per rientrare nel debito si è fatta consegnare le quote della società che Lombardini Michele ha intestato al genero di Femia, Campagna (slot casinò Forlì). La sala da gioco non rende.

PM: Femia ha parlato di Mimmo Pompeo

mar. Moriconi: Non risulta che sia stato in contatto con Mimmo Pompeo, Pompeo Mario Domenico, è morto qualche mese fa, di Isola Capo Rizzuto

PM: c’è un riferimento di un viaggio a Milano di Femia?

mar. Moriconi: Ne abbiamo quanti ne vogliamo, contestualmente a Bolognino, no

PM: contatti di Bolognino con Femia sulla vicenda, del credito di Lombardini

mar. Moriconi: Ce ne sono

PM: la vicenda del terreno di Borghetto Vara?

mar. Moriconi: Abbiamo trovato dei riscontri nella misura in cui è emerso che Bolognino aveva disponibilità di un terreno e propone in concomitanza con l’alluvione in Liguria…. Viene fatto un incontro che si tiene a Granarolo tra Bolognino, un soggetto che identifichiamo nel fratello Sergio, Femia Nicola, Carozzino, Virzì Salvatore commercialista a Reggio Calabria che segue le operazioni di Femia.

PM: l’avete arrestato questo Virzì

mar. Moriconi: Arrestato e condannato. Si incontrano

CARUSO: come collegate questo incontro al terreno

mar. Moriconi: Ci sono le telefonate, alla sede della Paradise Green Car di Marzano Stefano

PM: quando avviene questo servizio di controllo che fate

mar. Moriconi: 8/11/11 a Granarolo presso la struttura della Paradise Rent Car di Marzano Stefano

 

Ndr: Il maresciallo cita le telefonate intercorse fra i soggetti in merito all’incontro avvenuto a Granarolo

 

PM: avete visto nel corso di quella attività chi è arrivato a bordo del Mitsubishi

mar. Moriconi: Bolognino Michele e un altro soggetto. Le foto ci sono legate all’informativa

PM: a pagina 26 leggo la presente a riscontro del fratello Sergio di Bolognino. Mi sembra di capire che la usava il fratello

mar. Moriconi: Emerge un interesse anche del fratello nella vicenda, in base alle dichiarazioni di Femia….

PM: non lo vedete in quel controllo?

mar. Moriconi: In quel momento non lo conoscevamo, a posteriori…

CARUSO: avete fatto le foto? Non avete capito chi fosse?

mar. Moriconi: La foto è poco chiara

CARUSO: c’è questa fotografia?

 

NDR: il maresciallo mostra i documenti al presidente Caruso

 

CARUSO: Bolognino è riconoscibile, questo dovrebbe essere l’altro fratello di Bolognino…?

 

PM: ha parlato di una cena al ristorante Il Cenacolo a Montecchio

mar. Moriconi: Si è svolta il 27/7/12 a Montecchio al Cenacolo del Pescatore e da quanto emerso ha partecipato Femia Nicola, Marzano Stefano e Bolognino Michele.

Si sono recati al Garda Village, c’era anche Locatelli Pierluigi che per conto di Femia gestiva nella zona il gioco online e il noleggio di video slot

PM: riferimenti alla presenza di Giglio Giulio?

mar. Moriconi: Non ci risulta niente

Abbiamo riscontrato che Bolognino aveva il Dodonut srl intestato in parte alla figlia e in parte a Marzano Antonio, il fratello di Stefano, credo. Non ho certezza

PM: è il fratello… sono risultate utenze sul Dodonut?

mar. Moriconi: Bolognino utilizzava una utenza intestata alla Dodonut srl

PM: direi che con i limiti dati al maresciallo queste sono le domande che posso fare

Controesame del maresciallo Moriconi Marco - difesa Bolognino Michele

AVV Laratta: il riscontro più importante, avete riscontrato in ordine alle dichiarazioni di Femia sui suoi rapporti con Nicolino GA?

mar. Moriconi: Non risulta alcun elemento a riscontro

AVV: Bolognino in questo processo era percaso indagato?

mar. Moriconi: No

AVV: in relazione a questi fatti, questi incontri, c’era un capo di imputazione

mar. Moriconi: No

AVV: nessun’altra domanda

PM Ronchi: sapevate che c’era la contemporanea attività con Aemilia?

mar. Moriconi: Mescolini oltre ad avere Aemilia aveva anche il 599

AVV della difesa: risulta anche l’interessamento di un fratello di Bolognino ho capito bene?

mar. Moriconi: 7/1/11

AVV: la telefonata è fra Femia e Bolognino Michele…. Sa quanti fratelli ha Bolognino

mar. Moriconi: Uno di nome Francesco, amministratore del bar Dodonut, altri a memoria….

AVV: tornando a quella OCP non avete proceduto alla identificazione, presidente chiederei l’originale delle foto a colori, si vede benissimo il soggetto e vorremmo capire

mar. Moriconi: Non sono più al reparto bisogna chiedere…

CARUSO: se abbiamo concluso possiamo aggiornarci a giovedì

PM: Melegari e Gandolfi, Presta su Iaquinta, i testi di Iaquinta? No ha rinunciato a tutti.

CARUSO: sei testi in comune e 2 testi

 

Ore 21: termina l’udienza

a cura di: S.N.

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