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rito ordinario - primo grado

udienza nr. 92

AEmilia

martedì 30 maggio 2017

Riporto la trascrizione presa in diretta e pubblicata su Facebook.

WORK IN PROGRESS: provvederò prima possibile a "sbobinare" la trascrizione dell'udienza.

All'interno dell'udienza:

ESAME BLASCO GAETANO

ESAME AVVOCATO PISANELLO IN DIFESA DI BOLOGNINO MICHELE

ESAME AVVOCATO MIRAGLIA IN DIFESA DI VALERIO ANTONIO

ESAME BOLOGNINO SERGIO

Ore 16.20 in aula.

Stiamo ascoltando l’esame da parte della difesa di BLASCO GAETANO.

 

BLASCO: avevo appuntamento con un geometra di Mirandola, Claudio Tedieri. Non sono mai salito su nessuna macchina, non sono andato da nessun benzinaio. Ci andavo forse 5/6 anni fa, ma poi non ci sono neanche più andato da questo fornitore. Mi vogliono per forza mettere nel capo 59, glielo dico io perché, voglio fare una affermazione. Avete rilevate che io ho reati con Sarcone Nicolino,Silipo Antonio, io non ho nessun reato con loro.

CARUSO: sto interpretando vorrei che mi riferisse meglio perché mi vlgiono mettere a tutti i costi il capo 59 in concorso con Silipo Antonio, perché io non ho alcun capo, questo cosa vuol dire, perché Silipo Antonio e Sarcone cosa sono

BLASCO: presidente non voglio dire

CARUSO: la frase io l’ho colta

BLASCO: Sarcone era un amico. Ho riscontrato nell’ordinanza che hanno reati di estorsione adesso qui mi vogliono metter per forza insieme perché mi trovavo in quel bar lì. Io non ho mai frequentato specialmente Silipo Antonio

CARUSO: va bene

AVV:  io non ho nessun’altra domanda

 

CARUSO: PM ha domande?

PM Ronchi: volevo sapere in relazione al primo prestito di cui ha riferito 30mila euro a Giglio come li ha dati

BLASCO: In contanti

PM: In che periodo siamo?

BLASCO: verso il 2011, sono qui disposto a dirvi tutto quello che volete sapere ma non mi girate intorno alle date

PM: visto che erano in contanti mi chiedo dove li abbia presi

BLASCO: quando facevo una copertura di 40mila euro, o sul consorzio, mille di la, qualcuno me lo facevo prestare dai miei cognati

PM: le sue dichiarazioni di redditi sono molto basse

BLASCO: l’ho detto prima cercavo di… compensare

PM: dava somme ingenti

BLASCO: ma sì

PM: per lei non sono ingenti 30mila euro?

BLASCO: mah.. dott.ssa….

PM: 30mila che da in contanti sono tanti

BLASCO: anche 5mila, anche mille, ha ragione.

PM: li prestava a Giglio?

BLASCO: la prima volta 30mila a Giglio e me li ha ridati, 10mila erano i soldi del mio risarcimento, li ho prestati ma non per falsa fatturazione

PM: i soldi dei suoi figli li presta a Giglio?

BLASCO: mi impiccherei da solo, purtroppo l’ho fatto, li ho prestati a Giglio ma non ho fatto fatture false, non me li ha neanche restituiti. Avete intercettato Blasco Gaetano?

PM: l’ambiente design società e la Costruzioni srl in relazione al suo amico Sarcone Nicolino, ha avuto società con loro?

BLASCO: abbiamo lavorato insieme con Giuseppe, all’inizio. Con la B&V COSTRUZIONI S.r.l., io, Baraku, Marino…. Finchènon sono usciti… poi mi sono tolto anche io

PM: ho chiesto dei Sarcone, cosa c’entrano?

BLASCO: erano anche loro in società con la Sarce… io vedevo che lavoravano tutti, Gianluigi, la sorella anche, Nicolino Sarcone che andava in giro con i camioncini

PM: in questo ambiente design che attività svolgeva

BLASCO: pavimentazione, bagni, arredi queste cose

PM: un’altra società la Top costruzioni?

BLASCO: non mi ricordo bene, è stata una società di due o tre mesi, ma poi non c’ho più lavorato, avevo una quota

PM: un altro socio era Sarcone Grande Giuseppe

BLASCO:  sì, ci conoscevamo dall’infanzia

PM: un rapporto di vicinanza, amicizia e di affari

BLASCO: certo

PM: non ho altre domande

 

ESAME AVVOCATO PISANELLO IN DIFESA DI BOLOGNINO MICHELE

AVV: che rapporto aveva con Bolognino Michele?

BLASCO: ho fatto coperture.. a La Spezia a Borghetto di Vara, a Marano gli ho fatto io le coperture, poi avevamo deciso di prendere il lavoro con il Consorzio Italia poi ci siamo ritirati. Io non ho preso neppure i soldi, ho dovuto pagare del materiale, purtroppo devo ancora pagare, c’è un atto ingiuntivo per quel cemento che avevo preso

AVV: aveva fatto forniture?

BLASCO: Io mi sono ritirato, Bolognino anche mi sembra

AVV: avevate lasciato forniture?

BLASCO: io no, mi sembra che c’era una gru

AVV: ed era della Moschetta costruzioni?

BLASCO: per quello che ne so io sì, so che era di Bolognino

AVV: che attrezzatura aveva nel cantiere di Borghetto di Vara?

BLASCO: aveva del ponteggio, poi non so se l’ha levato via, poi aveva la baracca, anche alla Foce. Purtroppo avvocato c’erano problemi in quegli anni

CARUSO: va bene grazie

 

ESAME AVVOCATO MIRAGLIA IN DIFESA DI VALERIO ANTONIO

AVV:  nelle sue società, ci ha fatto un elenco, Valerio ha mai avuto cariche in questa società?

BLASCO: no mi dava una mano tecnicamente sul cantiere di La Spezia e su quello di Borghetto, fino a un certo punto. Ordinava del materiale, queste cose che concercano un geometra.

AVV: nella B&V Valerio era socio?

BLASCO: no, socio era mio figlio, c’è la misura camerale non ricordo… mi sembra di no, era amministratore, amministrava la ditta, ma non era socio

AVV: amministratore a firma congiunta?

BLASCO: sì per un periodo di tempo poi è uscito, voleva cambiare mestiere non voleva più fare l’edilizia

AVV: ha riferito di quella discussione avuta con Fergiani (ndr: verificare) vicino a casa sua, era presente Valerio?

BLASCO: no, lo chiamai per dirgli che avevo avuto una discussione di chiamare Salvatore Procopio che era il cugino, urgentemente per fare i conti perché non volevo queste questioni, poi mi hanno chiamato in caserma e sono andato dai Carabinieri poi ho imparato di questo discorso della pistola, l’ho imparato dal processo….. Incontrai Valerio all’altezza di un bar non lontano da casa mia, mentre eravamo in macchina per andare al capannone a Bibbiano mi arriva la telefonata di mio figlio che c’erano i CC non faccio neanche in tempo ad arrivare a casa mia che mi hanno fermato i CC, lì c’era Valerio con me

AVV: Giglio ha riferito all’udienza del 11 novembre che lei avrebbe detto che questi incendi che avrebbe avuto avrebbe sospettato di Valerio

BLASCO: è una grandissima bugia, ho denunciato contro ignoti, se io avessi saputo… potrebbe essere anche un’altra persona, lo vado a dire a Giglio e poi non lo denuncio… io non ho mai parlato con Giglio dei fatti miei

AVV: nessun’altra domanda, grazie

 

CARUSO: il difensore di Arena Carmine ha chiesto l’esame di Blasco, c’è?... va bene nessuna domanda, si può accomodare

BLASCO: se no faccio un memoriale mio… solo una cosa poi non disturbo più siccome ci sono tante cose… per il fatto di Grande Aracri

CARUSO: scriva il suo memoriale, è meglio che lo metta per iscritto, lo può fare tranquillamente

 

TERMINA L’ESAME DI BLASCO GAETANO

 

CARUSO: su accordo delle parti si rinuncia all’esame di Valerio, adesso abbiamo BAACHAOUI Moncef e Karima… una è latitante… ci sono i difensori di fiducia

PM Mescolini: chi ha chiesto questo esame?

CARUSO: La difesa di Valerio Antonio

AVV: si rinuncia presidente

 

CARUSO: il difensore di Baachaoui Karima era Tria.. ora non è più… chi è… Tria ha rinunciato. Difensore di ufficio, avvocato Bruno, lo stesso Baachaoui Moncef, avvocato Granato che non è presente, quindi anche in questo caso l’avvocato Bruno. Ci sono verbali da produrre?

AVV Filocamo: alle scorse udienze non c’ero avevo capito che si dava precedente ai detenuti per 416 bis. Mi sembra che il Tribunale non era dell’opinione di dare disponibilità il 1 di giugno di Bolognino Sergio….

CARUSO: questi difensori dei Baachaoui non si vedono da tempo i difensori…

AVV: per la difesa Valerio e Mancuso rinuncio a tutti i 210

CARUSO: la difesa di Sergio Eugenio c’è? Qualcuno? Da chi è difeso? Migale Ranieri… se n’è andato… va bene. Quindi lei a difesa Valerio rinuncia a tutti i 210. Belfiore Carmine?

AVV: siccome avete detto che Bolognino era già pronto…

PM Mescolini: lei aveva detto il primo giugno, non si capisce più nulla

AVV difensore di Cannizzo Mauro: ho chiesto l’esame è qui presente, fra un’ora ho il treno per Roma perché non venga dato per rinunciato

PM: Cannizzo non è stato nominato…

 

CARUSO: Bolognino Sergio

PM: perché Bolognino Sergio?... sinceramente in questo modo non è possibile, se fa un elenco annunciando che ci sono 20 esami di imputati e passa al 21esimo… Bolognino Sergio era giovedì

AVV difesa: Bolognino inizia con la B, ha il 416 bis ed è detenuto

CARUSO: ho detto il primo giugno….

 

PM: questo è l’annuncio di quello che si farà… è difficile per me…

CARUSO: Floro Vito Gianni, Gianluigi, Brescia e Bolognino che aveva chiesto l’1. O ragioniamo con calma, questa posticipazione non funziona… Bolognino torni la’, lei aveva chiesto il primo.

Bolognino S.: ho provato a farmi sentire da due anni e mezzo, più volte ho chiesto di essere interrogato, si vede che…

AVV difesa: è da stamattina che annuncia questo esame e questo problema si presenta adesso

CARUSO: lei è 3 udienze che dice che lo vuole fare il primo, è scritto lì

AVV difesa: ho capito che non era accolta quell’istanza

PM: se lo fa adesso non cambia nulla, il concetto è, oggi Bolognino Sergio non era previsto, era prevista una serie esondante rispetto all’udienza che ho inteso essere esami richiesti dagli stessi imputati. Si era pronti che il primo di giugno ci sarà Brescia Pasquale, Bolognino Sergio….

AVV Pisanello: avevamo timore che nessuno ci fosse…

CARUSO: Bolognino Sergio lo vogliamo fare o no? Al termine dell’udienza facciamo di nuovo il programma rigoroso. Ci sono interessi a rispettarlo

PM: ma è ovvio

CARUSO: il tribunale non ha interesse a farne uno prima di un altro

PM: ma a saperlo sì, non avevamo inteso fosse previsto

 

CARUSO: Abbiamo anticipato Floro Vito Antonio, c’è rinuncia di Mancuso Vincenzo… la rinuncia è chiaro che si intende con la controparte, se mi dite che lo volete fare… Lomonaco Francesco…

 

CARUSO: il tribunale ha interesse a fare i detenuti, su questo non c’è dubbio… ci sono obiezioni che Sarcone Nicolino e… vadano in fondo a tutti?

 

CARUSO: in coda vanno Brescia che l’ha chiesto, il primo giugno, verrà messo dopo. Brescia in fondo. Floro Vito Gianni, Gianluigi Sarcone vanno in coda a tutti gli esami compresi i NON detenuti. Lomonaco, Vulcano, Riillo, Muto 71, Schirone, Crivaro, Muto 55, Muto Salvatore Paolini, Vetere, gli Amato, Arena… Muto 78, Muto 75…Brescia, Floro Vito Gianni…

 

CARUSO: allora Bolognino Sergio, avanti. Lo stiamo anticipando. Una decisione bisogna prenderla, per noi è irrilevante. Alle 7 finiamo

PM: per me possiamo andare avanti, non ci sono problemi

CARUSO: il primo giugno si conclude l’esame di Bolognino Sergio poi si fa Brescia, poi Paolini, rigorosamente il primo giugno. Se non ci sono altre richieste, esaurito Bolognino, Brescia e Paolini si riprende l’elenco detto prima. Vulcano non va al primo giugno. Riillo, Muto, Schirone, Crivaro, Muto Vetere….

PM: ci sono rinunce?

AVV: Schirone Graziano rinuncia

CARUSO: c’è accettazione?

PM: non è che possiamo fare la morra, il tempo di vedere… con riserva….

AVV: rinuncia per Mancuso e per Vetere

PM: Riillo?

CARUSO: lo fa, per Crivaro?...non sappiamo niente. Muto 55? Rinuncia anche Taormina (difesa Iaquinta)

PM: tutti con riserva di produzione mia

CARUSO: Muto Salvatore fa l’esame, Paolini abbiamo visto, Amato Francesco? Lo fa. Valerioti Gabriele sì, Muto 78 rinuncia,

PM: riepilogando?

CARUSO: Sergio Eugenio niente? Rinuncia. Belfiore Carmine rinuncia

 

CARUSO: Bolognino Sergio, Brescia e Paolini - Lomonaco, Vulcano Mario (il 6 giugno), Riillo Pasquale, Crivaro Antonio, Muto Salvatore, Amato Francesco, Alfredo, Valerioti, Arena Carmine, Brescia, Floro Vito Gianni, Gianluigi Sarcone

 

AVV difesa: rinuncia per Aiello Giusppe, Lerose Salvatore, Giglio Antonio, Giglio Francesco, Curcio Giuseppe e Curcio Maria… per Giglio Tania non ho notizie, immagino che rinuncerà

 

AVV Tarquini per conto di Migale: rinuncia per Brugnano Luigi, Formentini Francesco, Villirillo Giuseppe, Frontera Alfonso – rinuncia ai 210 per quanto riguarda me

 

 

ESAME BOLOGNINO SERGIO

AVV difesa: fino a che età ha vissuto a Locri?

BOLOGNINO S.: Alla fine degli anni 90 mi sono trasferito a Bassano del Grappa e da lì ho cambiato abitazione ma ho sempre vissuto lì. Mi sono diplomato come geometra e ho sempre fatto questo lavoro. Sono sposato ho due figli. Un ragazzo e una ragazza. Non hanno precedenti penali. Io ho precedenti per reati contro il patrimonio e ricettazione. Sul reato che sono stato condannato a Genova, c’è la truffa…

AVV: reati associativi?

BOLOGNINO S.: Mai avuti

AVV: è fratello di Bolognino Michele, ci può parlare del rapporto con suo fratello?

BOLOGNINO S.: Io e mio fratello Michele, fino a un certo periodo ha lavorato, si è sposato, ha avuto problemi giudiziari, conosco il suo passato, so del reato per cui è stato condannato, ma abbiamo avuto sempre un bel rapporto, sono molto legato ai miei nipoti e a mia cognata, ha fatto il suo percorso,non ho avuto a che fare con cose del genere comunque

AVV: intende 416 bis

BOLOGNINO S.: Sì per associazione mafiosa, è stato condannato per la cosca Megna, l’ho letto dai giornali, non sono mai stato legato a questa cosca

AVV: la vicenda delle barche che non è imputato, ma le viene contestato un ruolo

CARUSO: che sia essenziale

BOLOGNINO S.: Vorrei avere l’occasione di poter parlare, le parlo non della mia vita, ma di barche che sono state portate all’estero e la Procura non ne ha tenuto conto. Inizialmente vorrei partire da quello che era esordito all’epoca il maresciallo Costantino che dice si parte con un pregresso di un debito che Bolognino avrebbe con dei soggetti di Torino e altre cose. Al contrario parto da un credito che Bolognino ha da un altro soggetto, che si vedrà legato ad altre persone. Il Soggetto è Lalicata Alberto (verificare) lo inquadro come Angelo Alberto, pensavo si chiamasse così. Su processo di Genova è stato condannato con me. Ho visto che invece viene chiamato come Suzzi Valli Schiapparelli, non vorrei che fosse l’intestazione dell’utenza, se così fosse si vedrebbe la superficialità di come è stata trattata la questione. Lo stesso D’Agostino non ha saputo dare elementi su questo Lalicata. Ho visto che sulle intercettazioni c’era questo Suzzi Valli Schiapparelli. Si tratta della stessa persona. Tramite un mio amico di Roma, e tramite un suo conoscente che era nel mondo delle imbarcazioni, conosce questo Lalicata Alberto, un broker che era inquadrato, trattava imbarcazioni tramite leasing, lecitamente non solo illecitamente. Venne chiesto se aveva la possibilità di poterci trovare una imbarcazione al di sopra dei 30 mt. 15/20 marzo del 2012, ci sentivamo con Lalicata, verso il 25 di marzo Lalicata ci chiama e ci dice che c’è una imbarcazione che potrebbe fare al nostro caso, io Vincenzo Buttarelli, Ciobataru. Io ho fatto il patteggiamento.

 

Ci recammo a vedere questa imbarcazione che ci aveva trovato Lalicata a Genova. Era un Azimut, non ricordo se da 108 o 116 piedi, una cosa importante. Ci fa salire. Il nostro modo operandi era di fare la truffa ma ci mettavamo sempre d’accordo con il proprietario della barca. Lui non riusciva a pagare il leasing e voleva mandare via la barca in qualche modo, di disfarsene. Facevamo una successiva denuncia di furto o di affondamento in acque profonde per essere pagato dall’assicurazione. Lalicata ha sovvertito questo modo di fare e sono nate questioni.

 

Quando vedo che non ci sono problemi, era la Casioca, non ricordo se 108 o 116. Ci mettiamo d’accordo. Valeva circa 5 milioni, le imbarcazioni hanno un valore di mercato e un valore effettivo molto discostante, possono avere variazioni, in base anche alla tipologia. L’anno era molto recente, aveva un valore superiore ai 5 milioni

AVV difesa: il valore commerciale?

BOLOGNINO S.: Sì, contavamo di guadagnare su una percentuale, non oltre i 2/300 mila euro, vendendo l’imbarcazione, facendo la documentazione adeguata, ma se ne occupavano gli altri nostri soci, era un gruppo all’estero di un altro moldavo, un cecoslovacco, due russi, presenti nel procedimento di Genova. Era tutto un gruppo che lavorava in questo modo qua. Si guadagnava bene, anche se non guadagni milionari. Per noi il mercato era sul mar nero, Ucraina, Russia… Tenevano le barche in Ucraina per una questione fiscale.

Il prezzo pattuito all’epoca con Lalicata era di 800mila euro, era un prezzo equo perché di solito andavamo a spendere il 10%. C’erano anche i miei soci all’epoca, la persona più qualificata, il russo, ha visto che li valeva. Il 31 di marzo Lalicata ci consegna la barca, mi trovo a Genova. Non ho versato tutti i soldi, siamo rimasti che consegnavo 200mila euro, al momento che partivo dal porto altri 200mila euro in Grecia e successivamente gli altri quando la barca sarebbe arrivata in Ucraina.Tutto è andato bene. Avevamo un equipaggio che portava la barca.

Lalicata mi da la possibilità, dice la barca dal porto te la tiriamo fuori noi, ma sia la cambusa, sia i comandanti, ti mando io due persone che scenderanno in Corsica, per una questione normale, di prassi, essendo italiani… il nostro equipaggio era composto da stranieri. L’imbarcazione esce fuori il 31 di marzo. Partono. Dopo due giorni di navigazione è sorto un dubbio in me. La barca va in Corsica, lo stesso Lalicata non aveva fatto il pieno. Noi facevamo il pieno per non fermarci mai per arrivare in Ucraina, si poteva benissimo. Al momento che ci fermiamo in Corsica, Lalicata comunica tramite i due comandanti Montello Giovanni e Pietrangelo Alessandro, è deceduto… parliamo del primo di aprile, molto anticipato rispetto a quello che una barca del genere andrebbe a muoversi… la guardia costiera francese si avvicina e chiede i documenti, il Montello e il Pietrangeli vanno via dalla barca con una scusa per risolvere dei problemi, così mi è stato comunicato successivamente, per vedere di parlare con la guardia, hanno detto cose, una scusa. A quel punto scompaiono. E lasciano i quattro stranieri sull’imbarcazione. La guardia controlla li tiene fermi in porto, il giorno successivo chiede dove andate, questa barca è rubata. Questi sapevano che gli accordi erano in quel modo… Voi siete in stato di fermo, dobbiamo controllare. Da quella denuncia cominciano a Genova tutte le prassi per il procedimento che c’è stato a Genova. A quel punto che gli dicono in quel modo, loro inventano, dicono che sono quattro turisti che avevano due comandanti che gli hanno detto che gli facevano fare un giro sul Mediterraneo, e adesso queste persone non le trovano più, forse sono stati truffati loro. Sono stati rilasciati dopo due giorni, con una pubblicazione della gendarmeria francese. E parte l’operazione Casioca che riguardava quell’operazione.

 

Io chiamo Lalicata che si rende irreperibile, non risponde al telefono per una decina di giorni.

Noi la prima cosa che facevamo era metterci d’accordo con l’armatore. So benissimo che è una cosa illecita. La denuncia di furto doveva avvenire quando l’imbarcazione sarebbe arrivata in Ucraina, invece è stata fatta prima quando eravamo in Corsica, almeno il giorno dopo.

CARUSO: era d’accordo?

BOLOGNINO S.: Assolutamente no?

CARUSO: ma ha detto che in genere era così?

BOLOGNINO S.: No in questo caso no. Lalicata non dice niente per avere la possibilità per prendere del denaro… se volevamo fare una cosa del genere, una barca rubata ha un altro valore…

CARUSO: Lalicata non ve l’aveva detto? Com’è che aveva la barca?

BOLOGNINO S.: Curava queste imbarcazioni, penso che non era solo quella che curava, aveva mandato... se avessi saputo che era rubata, non l’avrei presa, era molto rischioso, non valeva la pena. Lui facendo così guadagnava 5/600mila euro. La barca viene sequestrata e i russi vengono fermati per quel giorno e poi rilasciati. Tutti soggetti processati a Genova.

 

AVV: questo crea problemi fra lei e Lalicata?

BOLOGNINO S.: Certo, i russi vogliono contezza da me: tu ci fai arrestare. Chiamo Lalicata che si rende irreperibile. Il mio tramite era Buttarelli. Anche sul procedimento di Genova ho confrontato i miei numeri con quello del procedimento di Aemilia, sono identici. Non capisco come mai non sia stata ricostruita la vicenda allo stesso modo. E’ strano che non sia stata affrontata tutta quanta la questione delle barche.

 

Avevamo dato i primi 200mila e avevo a disposizione gli altri 200. La barca doveva arrivare in pochi giorni in Grecia. 

Mi dispiace che sia venuta fuori questa cosa, D’Agostino dice che Bolognino da i 40mila euro e la storia finisce la. Quanti soldi ho portato con l’aereo e la macchina, se imbarcazioni del genere mi fossero dati a 40mila euro, avrei fatto milioni di euro.

Mi hanno beccato una volta a Trevisto, hanno bloccato una minima parte.

CARUSO: importa dall’est il denaro che serve per comprare le barche?

BOLOGNINO S.: Certo, tutte cose che ho dichiarato all’epoca

AVV: abbiamo visto che lei a Trevisto viene fermato e le viene sequestrata una somma?

BOLOGNINO S.: All’epoca il 7 di luglio siamo a monte di un’altra imbarcazione, siamo nel 2012. Parliamo della terza imbarcazione. Che non ha niente a che fare con Lalicata, né con Torino. La Life è un mio accordo… poi le dirò

AVV: la somma di denaro… lei fa ricorso?

BOLOGNINO S.: Siamo  io e Buttarelli sull’aereo, veniamo fermati a Treviso, ci viene chiesto di fare la perquisizione. Sapevo che dovevo dichiarare il contante, al momento che c’hanno controllato io i soldi non è che li nascondevo dentro le cpertine, io li avevo nel borsello, tutti sciolti,non occultati. Il finanziere mi dice di aprire vede un paio di mazzette e lui mi dice, questi sono soldi. C’è una prassi normale, a tutti e due ci viene sequestrata, ci vengono ridati 10mila euro (il limite consentito) e rimanevano 180mila, ci vengono restituiti il 50%. Chiamerò subito l’avvocato per il ricorso, dall’avvocato Crea di Treviso e Fabbrini a Roma. Mi viene fatta una sanzione. 60mila euro sequestrati, mi sono stati ridati l’eccedenza.

 

AVV: per evitare questi inconvenienti ha utilizzato metodi per evitare di viaggiare con il contante?

BOLOGNINO S.: Certo, quando vado a ritirare i soldi per la Life, quasi 500mila…Ciobataru è partito prima, ci siamo dati appuntamento a Kiev, i clienti ci hanno dato i soldi, li ha presi Ciobataru che li ha fatti passare attraverso la macchina. Stavano già seguendo sia me, sia Ciobataru. A luglio c’è stata una segnalazione.

 

AVV: utilizzava carte di credito internazionali?

BOLOGNINO S.: Sì, mi ero recato tante volte a prendere denaro in Ucraina, avevo aperto un conto corrente a Kiev dove avevo carte di credito, di prelievo illimitati in euro e in dollari. Per evitare di farmi questi viaggi. Ho aperto il conto il 5 di luglio, però le carte non mi sono state date, ci voleva una settimana. Io dovevo rientrare e dare questi soldi, rischiamo una ultima volta… se no avrei già versato i soldi nel conto corrente senza problemi.

 

AVV: lei è mai stato a Cutro?

BOLOGNINO S.: Assolutamente no

AVV: conosce Nicolino Grande Aracri?

BOLOGNINO S.: Assolutamente no

 

BOLOGNINO S.: Lalicata si rende irreperibile, mi chiama l’11 di aprile mi dice scusami, ho fatto una fesseria, vediamoci. Ci troviamo a Bologna, Bologna fiera, un hotel davanti all’uscita, ci troviamo con lui e mi dice… lui aveva tanti debiti non so cosa faceva, aveva una vita particolare, forse giocava, diceva che non aveva più i soldi, ma posso procurarti un’altra imbarcazione. Io va bene basta che sia superiore ai 30 metri. Il cliente già aveva una imbarcazione di 25 metri. La se la mettono in porto per vedere chi ce l’ha più lungo, si vantavano di questo.

 

Il 13 di aprile 2012 ricevo questa mail che riporta tre tipi di imbarcazioni, tutte e tre non superavano i 90 piedi, erano inferiori. A noi interessava più di 30 metri e non riusciamo a venirne fuori. Passano altri giorni, Lalicata non si fa sentire. Poi mi contatta dandomi appuntamento a Torino all’interporto. Ero con Ciobataru. C’era Lalicata, Montello, uno dei due comandanti, c’era Pichierri e un altro soggetto di nome Belfiore che dice di essere di Gioiosa Ionica. Non è il Belfiore che ho visto tramite le foto, quello che ho visto era un ragazzo… a meno che non fosse il figlio. Di questo vorrei portare la famosa conversazione che c’è con mio fratello. Mi reco a Torino ma non dico a mio fratello di venire con me, nelle mie questioni non ho mai fatto entrare mio fratello.

Ci rechiamo e parliamo. Era il 27 aprile. E’ importante questa telefonata… mentre io parlo con mio fratello, è chiaro che mio fratello non sa che io mi sono recato a Torino. C’è una telefonata di qualche giorno prima dove mio fratello mi dice, ma domani scendi a RE, perché dovevamo vedere un cantiere, e io gli dico non posso venire perché sto aspettando una telefonata, era già quell’incontro

AVV: lei dice tengo fuori mio fratello quando parla di imbarcazioni?

BOLOGNINO S.: Assolutamente

AVV: per i cantieri edili?

BOLOGNINO S.: Assolutamente, ho collaborato ho dato un aiuto, per le mie competenze tecniche a mio fratello, sicuramente mio fratello Michele è capace su mezzi meccanici, sull’aspetto tecnico è meno competente, io ho competenza, ho fatto esperienza, ho lavorato quasi sempre in questo ambito.

 

Da questa telefonata si capisce che Michele non sa che sono a Torino. Non c’era motivo che lui venisse, non conosceva quello che era successo. L’unica cosa che mi domanda è chi fosse… e io gli dico c’era un paeseano, un certo Belfiore, che io non conoscevo. A me interessava che avessi un’altra barca.

In quell’occasione Lalicata mi dice che ha un’altra imbarcazione, un 70 piedi, un Manhattan, al di fuori di quello che volevamo noi, ma era la possibilità di recupera i soldi e io gli dico va bene. Ci mettiamo d’accordo: gli do 300mila euro, decurtiamo i 200mila che ho già dato, gli consegnavo 150mila quando l’imbarcazione sarebbe arrivata in Ucraina, e lui dice va bene.

Ci sono mail, il 29 di aprile 2012 che riscontra quanto sto dicendo. Lalicata mi manda una mail identificativa dell’imbarcazione dove si vede il nome giustamente e mi dice che era pronta dal 10 di maggio.

 

Qualche giorno dopo mi sento con mio fratello lui mi comunica (erano i primi di maggio) che sabato quando sarebbe rientrato ci saremmo recati a Torino. Io non sapevo il motivo, ma in ogni caso…

CARUSO: una coincidenza?

BOLOGNINO S.: No per me è il frutto di un’altra questione, mio fratello sicuramente in quel periodo era andato in Calabria per cose sue, si sarà incontrato con Ursini e gli avrà detto questa cosa che io a Torino avessi incontrato una persona di Gioiosa, un certo Belfiore e da questo Michele dice se si possono incontrare a Torino. Mio fratello mi dice il 5 di maggio andiamo… non è stato un incontro di lavoro, perché poi ha detto andiamo per questa persona, per Belfiore, così risolvi per non avere questioni. Io ho detto che non c’erano questioni. Siamo andati lo stesso. Mai visti in vita mia, conosco Ursini Mario e Oppedisano Domenico, persone che non ho mai visto. Lo incontro per la prima volta il 5 di maggio 2012.

E’ stata fatta tanta confusione. Io a febbraio mi sentivo con Michele, non c’era la storia delle barche, nel 2013 avevo già dichiarato tutto, se c’era avrei detto se c’era qualche altra imbarcazione, ma non era certo febbraio il periodo, era da aprile fino all’estate.

AVV: a Genova viene arrestato quando?

BOLOGNINO S.: Il 3 ottobre 2013. Detenuto fino al 21 di dicembre, vengo scarcerato e vado ai domiciliari fino all’arresto per il processo Aemilia.

 

Al momento che ci incontriamo, arriviamo all’ora di pranzo, ribadisco che per me è tutto a posto. Con Lalicata ho trovato l’accordo, c’era questo Pichierri che so che è il socio di Lalicata (dalle intercettazioni). Per me era uno che avevano molti affari in comune, lo vedevo presente anche quando me lo passava al telefono, incontri successivi, parlava in modo diretto. La barca si chiama Marchi, una Manhattan. Il 12 di maggio mi viene consegnata l’imbarcazione. Vado personalmente, salgo a bordo e ci rimango quasi 2 giorni, insieme ai miei soci. Ciobataru, Andreas, Sergio… Io scendo e torno in Italia, loro vanno avanti e arrivano in Ucraina a Odessa. Dopo un paio di giorni, mi contatta il mio interlocutore, Ciobotaru e mi dice: anche questa volta ci ha presi in giro. L’imbarcazione era arrivata, ma si va a scoprire che in data se non mi sbaglio, 18/19 di maggio ‘sta barca viene denunciata di nuovo. 5/6 giorni dopo. La stessa cosa. Di nuovo furto. Senza che io l’avessi avvertito. Io avvertivo e dicevo nel momento che arriviamo, avvisi l’armatore e fa la denuncia. Mi ha fregato pure la seconda volta.

 

Mi infurio e voglio sentire Lalicata. Michele si ritrova in mezzo, perché Ursini era a conoscenza di questa cosa. Veniva usata come persona intermediaria. Ursini chiamava per il pagamento della barca e Michele chiamava ma.

CARUSO: chi ha coinvolto Ursini?

BOLOGNINO S.: Belfiore perché è a Torino, poi so chi è, Belfiore Giuseppe. Ci incontriamo sul capannone il 22 di maggio, su quell’incontro dove io chiedo che venga fatta luce su questa cosa. Mi infurio anche con mio fratello. Questi hanno rischiato di farmi arrestare, dicendomi non c’è problema, l’armatore sa tutto… Dico a Michele di chiamare Belfiore perché tramite Oppedisano che chiamava Belfiore… per prendere appuntamento per venire a Montecchio per chiarire. Io voglio chiarire con Lalicata. Quella persona mi da fastidio, questo imbroglione. Belfiore non mi interessava. Non doveva rispondermi Belfiore, chi si era messo in mezzo era un mio credito, sono stati loro… mi interessava Lalicata.

 

In sottofondo, si sente chiaramente io che dico fammi parlare con l’armatore.

CARUSO: che somma pretendono?

150mila euro

CARUSO: come mai l’armatore ha chiesto solo 150mila?

BOLOGNINO S.: Questo non lo so… per me lui era il mio broker, lui si è preso i 200 mila euro e se poi tu ti sei messo d’accordo con Pichierri e con l’armatore…

Per Lalicata era un lavoro… io speravo che finisse questa storia.

 

Volevo fare riferimento a un’altra telefonata, la mattina seguente, ero per le mie, non mi stava bene che dovevo pagare tanti soldi per una barca rubata. Parlo con mio fratello e gli dico chiaramente cosa penso di queste persone, davanti a loro non lo avevo detto. Che erano imbroglioni, mi riferisco a La Licata e Pichierri.  Belfiore la prima volta che l’ho visto è stato il 22.

Michele voleva che questa questione si chiudesse, forse non voleva fare brutta figura con Ursini,forse perché avevano altre questioni loro, non mi interessa. Io parlo sempre di Lalicata e Pichierri. Dico imbroglioni, non come se io fossi un angioletto, so che facevo qualcosa di illecito, ma operando in un certo modo non si andava a rischiare, di quello che poi è successo. E’ successo tutto perché La Licata ha fatto questa cosa qua.

 

Una barca rubata non vale 200mila euro

CARUSO: è la barca affondata che li vale

BOLOGNINO S.: Per me sì!

 

Porto la barca ad Odessa, ma non va bene perché ce l’ha più grande, non la vuole. Rimane a me ferma. Voleva una barca più grande.

CARUSO: come ha risolto?

BOLOGNINO S.: Di mezzo c’è un viaggio che io faccio, in accordo con i miei soci prendo un appuntamento a Kiev. La Licata e Pichierri volevano i soldi. Dopo l’incontro del 22 di maggio decido insieme a Ciobataru e Buttarelli… trovi tante persone che non sono serie, dammi 20mila che metto in condizione, dovevi ungere… Decido di recarmi a Kiev per prelevare altri 100mila euro per darli a questi qua, per evitare che facessero… non rispondevo più al telefono. Questi chiamavano Ursini che chiamava mio fratello e mio fratello… si interfacciavano perché io non rispondevo. Vado dal cliente ucraino. Erano clienti capaci….

 

CARUSO: la barca poteva venderli ad altri?

BOLOGNINO S.: Quando la portiamo ad Odessa loro hanno già saputo, non era nato ieri. Quando sono andato ho visto… per loro non era un problema darmi i soldi

CARUSO: era un qualche ministro?

BOLOGNINO S.: No, aveva una catena di distribuzione…. Loro hanno già l’altra barca a Odessa. Forse ho trovato una barca che ci serve e poi le dirò il contatto con Marzano… il 27 mi reco in Ucraina e ho chiesto i soldi a mio fratello Michele che mi da 5mila euro per i biglietti, data 26 di maggio. Partii con mia moglie e i miei due figli per andare a Kiev per prelevare il contante

CARUSO: una vacanza

BOLOGNINO S.: Una piccola vacanza. Mio fratello il 27 mi raggiunge all’aereoporto.Torno con i 100mila euro. Viene per prendersi i soldi che mi aveva dato, che mi aveva prestato

CARUSO: da dove li prende?

BOLOGNINO S.: Sono arrivato con 100mila euro

CARUSO: ma non doveva darli a quell’altro?

BOLOGNINO S.: Quando sono partito ho lasciato la macchina in aereoporto, lui mi raggiunge con la sua. Si sente sulle ambientali che Bolognino parla con Richichi che ero partito e che mi aveva dato i soldi. Quando viene gli do i soldi e la sera stessa avevo l’appuntamento con La Licata e Pichierri. All’uscita di Vicenza, io do a Pichierri altri 70mila euro, gli consegno i soldi e questi mi dicono e gli altri? E io dico, accontentatevi e come finisco vi do anche gli altri. Io volevo tenerli la’, quando li avrò…

Volevo dare riscontro di queste intercettazioni che documentano il mio arrivo in aereoporto, ci sono progressivi del 2012, ambientale sulla BMW. Per conto mio erano chiusi con La Licata… dopo che era successo il sequestro della prima barca mi ero mosso per cercare un’altra imbarcazione. Con Marzano Stefano. Era un noleggiatore di auto, lo conosco molto prima di Michele,… so che è noioso

CARUSO: no è molto interessante

BOLOGNINO S.: Bene, mi fa piacere.

 

Marzano è stato citato sia da mio fratello, perché avevano noleggi insieme. Io lo conosco prima di mio fratello. Quando lui era in semilibertà, io conosco Marzano tramite un noleggiatore di Padova, lo stesso Marzano mi noleggia delle auto, Marzano mi mandava delle fatture nel periodo che Michele era ancora detenuto. Io lo conosco prima.

Verso la fine di aprile è successo il discorso del Casioca, chiedo a Marzano se qualcuno era disposto… tanti erano disposti a liberarsi delle barche… Marzano mi da una fotocopia di un libretto di una barca un modello Maiora 31 metri, denominato Life. Al momento non so che è la Life. Questa è la barca del capo di imputazione 87. Contatto Michele che era in affari con Marzano.

Vogliono far passare sempre Michele come un anello di congiunzione fra le barche e me. Non c’entra nulla invece. Marzano mi chiama il 19 di giugno e si capisce che l’interlocutore fra me e Bonalumi è lui. Buonalumi è una persona che arriva a conoscere Marzano e ad avere un devito su Marzano e per questo motivo che poi dal momento che conosce Marzano e ha il debito si rivolge a San Marino…

CARUSO: perché tratta con Buonalumi?

BOLOGNINO S.: Perché avevo bisogno della barca. Lui acquista 5/6 mesi prima una società che ha al suo interno il possesso di una imbarcazione che arriva al Buonalumi, in questo caso è l’armatore. Io ci arrivo tramite Marzano. Lui dice “se non era per me arrivavi a lui”. Questo è Marzano e si riferisce a Buonalumi. Il 26 di aprile mi da la fotocopia del libretto e poi io incontro Buonalumi e Marzano lo viene a sapere e mi dice “non mi hai detto che hai concluso l’affare”. Michele viene contattato da queste persone di San Marino, aveva questo noleggio di auto, uno di questi era un certo Gasparoni. Questo contatta Michele dicendo che c’è una persona in ambienti particolari, hanno fatto ginnastica insieme, un cugino di Michele… Marzano effettivamente era di Locri, erano legati.

Buonalumi è pugliese, se non sbaglio di Foggia. Il 23 di maggio Buonalumi con questi di San Marino si recano da Michele, questo lo so con le intercettazioni. Alla fine si viene a sapere che questa persona Buonalumi è stato detenuto a Michele con Foggia… una persona che ha fatto “ginnastica” con te… era Buonalumi.

Michele me lo dice e io dico fammi incontrare questa persona che mi arrangio io. Mi da l’appuntamento e io vado a Port San Giorgio il 24 di maggio. Ci sono le intercettazioni. L’appuntamento con Buonalumi, quando ho fissato l’appuntamento, Michele mi dice, è la’. E io vado a parlare con lui di questa imbarcazione e poi concludo l’affare. Questa è la barca di cui si è discusso. Mi dispiace che si viene associato Buonalumi con la Calabria…

 

La barca va in Ucraina. Ci accordiamo con Buonalumi per 500mila euro da consegnare appena arriva. Buonalumi dice va bene. Dal momento che l’ho conosciuto a quando parte la barca passa un mese. Parte il 23 di giugno del 2012.

 

CARUSO: la barca doveva “affondare”?

BOLOGNINO S.: In questo caso no, avevamo fatto il discorso di fare “affondare” la barca. C’è una specie di satellitare, la persona si mette sul tender mandi l’SOS ti fai trovare in un punto preciso, dove le acque sono profonde.

CARUSO: il prossimo scrittore… lei ha un futuro come sceneggiatore?

BOLOGNINO S.: La ringrazio, speravo di fare altro

PM: le auguriamo di non avere tutto il tempo per scrivere

Molto gentile

PM: è solo per sdrammatizzare

 

BOLOGNINO S.: Il fatto di affondare è una cosa seria. Le spese per andare a fare quello che sarebbe il recupero dell’imbarcazione…

Buonalumi è stato processato a Genova, c’erano i contatti telefonici…

All’ucraino l’avevamo venduta a 1milione di euro. L’imbarcazione aveva già anticipato i soldi, 300mila, qualche altra cosa me l’ha tirata l’ultima volta quando sono andato in Ucraina, mi ha tirato fuori che la barca aveva dei problemi, l’elica…

 

CARUSO: la vicenda delle barche l’abbiamo chiusa?

BOLOGNINO S.: No ce n’è ancora.

CARUSO: quanto sarà?

BOLOGNINO S.: Abbiamo quasi concluso, ci sono altre imbarcazioni

CARUSO: si legge nella storia di Genova?

BOLOGNINO S.: Si, ma c’è una imbarcazione che parte ai fini di luglio a Lignano Sabbiadoro, di 15 metri, nuova, da un mio amico Enrico Motz (verificare) che viene fermata in Turchia. Su questa barca, la quarta, era stato aperto un altro fascicolo a Udine dove ho patteggiato. E poi un’altra di una barca che non ha a che fare con la storia del furto… sembra una fesseria ma è una storia di tentativo di furto reale che volevano fare a un mio amico Zanetti, mentre si trova in Turchia viene fatta oggetto di un tentativo di furto ma viene bloccata da un procuratore. Andiamo all’ambasciata italiana e riusciamo a bloccare l’imbarcazione, perchè l’avevano rivenduta a dei soggetti turchi che appartenevano ad ambientali criminali della Turchia.

CARUSO: mi pare sia stata ricostruita a sufficienza, poi passiamo alle piastrelle

BOLOGNINO S.: Manca il pagamento successivo a Buonalumi, il pagamento nel momento che c’è il sequestro a Belfiore e Oppedisano. Si capisce il motivo per cui Belfiore poteva essere interessato….

AVV difesa: i suoi coimputati chi erano?

BOLOGNINO S.: Io ed Enrico Motz e se non mi sbaglio l’armatore, il proprietario…

AVV: calabresi?

BOLOGNINO S.: No stranieri, c’era la mia macchina con Ciobotaru….

 

CARUSO: la ringrazio del quadro che ci ha fornito, che era confuso

BOLOGNINO S.: Volevo parlare già da due anni e mezzo, sono reo-confesso…

CARUSO: va bene riprendiamo giovedì mattina con lei

 

Ore 19.30 termina l’udienza.

a cura di: S.N.

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pisanello
Miraglia
Bolognino Sergio
RS 30 maggio
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