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AEmilia

udienza nr. 82

rito ordinario - primo grado

giovedì 20 aprile 2017

All'interno dell'udienza:

I riscontri sui verbali di Giuseppe Giglio
da parte del maresciallo Emidio D'Agostino del nucleo investigativo di Modena

Ore 17.20 in aula in netto ritardo poichè sono stata rallentata da un brutto incidente in autostrada.

 

Sta deponendo Emidio D’Agostino del nucleo investigativo di Modena

mar. D'Agostino: si parla di questo Nicola che è intervenuto nei confronti di Arena Franco e da lì si capisce che non può essere Nicola Tolone ma è sicuramente Grande Aracri Nicolino, perchè dice ma tu mi porti rispetto a me o a Tolone e poi "no io porto rispetto a te, mi frega di Tolone". E si parla della divisione di questi appartamenti 50 e 50 abbiamo fatto sempre a riscontro di quello che dice Giglio e Cortese. Noi non abbiamo intercettazioni per riscontrare queste cose, dobbiamo ricercarle in altre indagini e l'unica indagine che abbiamo in quel momento è Scacco Matto e ci sono proprio le ambientali all'interno dell'auto di Vertinelli Palmo.

C'è anche Vertinelli che dice "quando è uscito Nicola, mi ha mandato a chiamare" questo è un ulteriore riscontro di quello che dice Giglio sugli incontri di Vertinelli con Nicolino Grande Aracri.

Viene chiesto a Giglio di riferire sulla sua disponibilità nei confronti della cosca Arena in particolare in relazione alle attività svolte con un certo Giannuzzi. Anch'egli come Pelaggi Paolo era stato inviato dagli Arena e con il quale si era creata questa società. Giannuzzi Giovanni nato a Isola di Capo Rizzuto il 21/7/71. Nel 2006, prima della venuta di Pelaggi, che ricordo arriva a Gualtieri alla fine del 2007 inizio 2008 era stato controllato proprio con Giglio Giuseppe e sogetti ritenuti vicini alla famiglia Arena. Vi dico questi controlli: il 10/12/05 il nucleo operativo radiomobile di Crotone località Fondocampione ferma una macchina e trovano Giannuzzi Giovanni, Colacchio Giuseppe, Giglio Giuseppe, Lombardo Antonio, Giglio Antonio e Riillo Maurizio.

Altri controlli avvengono in Emilia: il 9/4/06 a Colorno in un night, identificano Riillo Pasquale, Giglio Giuseppe, Giannuzzi Giovanni, Arena Salvatore 82 Arena Massimigliano 84. Il 15/2/06 la stazione dell'Arma di Sorbolo ferma un'altra macchina davanti all'armeria denominat Jolly in via Marconi con all'interno Riillo Pasquale, Arena Salvatore 82, Giannuzzi Giovanni e Cerbo Carmine di cui ho parlato altre volte.

Arena Salvatore 82 incensurato agli atti di polizia annovera diversi controlli: il 18/7/06 viene controllato con Pugliese Michele noto affiliato a Nicoscia e Ranieri Giuseppe anche lui pregiudicato in contatto con Pugliese segnalato dalla DDA di Bologna. Il 27/5/07 viene controllato con Gentile Tommaso, il figlio di Gentile Francesco quello che era venuto su insieme a Pelaggi Paolo. Gentile Tommaso è affiliato agli Arena. Il 28/2/09 viene controllato di nuovo con Michele Pugliese e di nuovo con Gentile Tommaso, c'è anche Nicoscia Giuseppe 80, figlio di Pasquale Macchietta e anche Lentini Nicola 87, figlio di Lentini Paolo detto "pistola" quello della latitanza. L'8/2/10 viene controllato con Pallone Francesco altro segnalato per associazione mafiosa, il 27/4/16 viene controllato con Arena Francesco Antonio 80, segnalato per associazione mafiosa nell'indagine Ghibli. E poi c'è anche questo Colacchio Giuseppe.

Su indicazione di Giglio riusciamo a individuare questa impresa che lui aveva aiutato a costituire a favore di Giannuzzi la Costruzione Imperial srl che oggi ha sede a Pozzuoli in via Roma 43, ma che allora aveva sede a Viadana e Giannuzzi deteneva completamente il capitale di 10mila euro prima di cederlo il 5/10/09 a tale Ravasio Giuseppe, un bergamasco nato il 15/2/47 e questo Ravasio Giuseppe trasferisce la società in provincia di Napoli. Se andiamo a vedere chi è Ravasio Giuseppe è lo stesso che il 9/10/09, 4 giorni dopo aver acquisito la Costruzioni Imperial, acquisice anche le quote della Elite Trading la società di Pelaggi Paolo che insieme alla Point Break (ndr: Point one) aveva costituito quell'insieme di società a Maranello per la gestione delle false fatturazioni di cui ho parlato nei capi 96/97 e così via. Siamo nella prima fase dell'indagine Point Break. Anche la Elite Trading ha oggi sede a Pozzuoli in via Roma 43.

Riciclavano denaro del clan Cinque arresti a Modena - Il Resto del Carlino 30/6/10

'Ndrangheta, condanne confermate e nuovo arresto per i fratelli Pelaggi - Modena Today 18/10/14

Paolo Pelaggi, il mago delle frodi carosello - Gazzetta di Modena 22/10/16

 

Un ultimo dato sul conto di Giannuzzi, Giglio ci dice che era un dipendente della Valtur, in effetti gli accertamenti che facciamo all'Inps, risultava essere dipendente dal 92 al 2013, quindi nel periodo in cui accadono queste cose, lui risultava essere dipendente della Valtur spa.

Andando avanti viene domandato a Giglio della sua partecipazione a riunioni a cui sono decise ritorsioni a carico di altri associati.

Giglio certamente partecipa alle riunioni di ‘ndrangheta presso il suo ufficio il 28/1/12 e il 24/2/12 per la questione di Sorbolo, riguardante Falbo Francesco. Prende parte alle riunioni con Nicolino Grande Aracri per la questione di Vertinelli degli appartamenti di Le Castelle.

Partecipa il 27/6/12 alla riunione con Mario Ursini, Oppedisano Domenico, i fratelli Bolognino per la questione del cinese sempre nel suo ufficio di Gualtieri come riferito dal maresciallo Costantino nell'udienza del 21/2/17.

Ci sono le riunioni con i fratelli Longo della Elledue Costruzioni nel 25/10 2011. Partecipa alle riunoni con Bolognino Michele e Bianchini Augusto sempre a Gualtieri.

Carabinieri e finanzieri in forze al Marconi - Resto del Carlino 31 gennaio 2015

CARUSO: queste sono le riunioni a cui Giglio dice di aver partecipato?

​mar. D'Agostino: in quel momento Giglio negava di aver partecipato.

​CARUSO: quindi non è un riscontro è un riscontro negativo

mar. D'Agostino: sì sì

CARUSO: questi riscontri negativi che da un certo punto di vista considero positivi, lei come li ha raccolti?

mar. D'Agostino: questi riscontri vengono dalle intercettazioni, dalle informative di cui abbiamo parlato nel corso delle nostre udienze.

PM Ronchi: compreso anche quella di stamattina dove il Presidente l'ha interrotta quella su su Prospero

mar. D'Agostino: lì c'è una riunione dentro al suo ufficio per discutere, in cui si parla, in relativo alla domanda fatta dall'avvocato dove Giglio nega, in realtà lui c'era. Noi quando facciamo i riscontri, positivi o negativi mettiamo sul piatto tutto quello che troviamo, così potete decidere al meglio.

Lui stesso riferisce che partecipa alla riunione presso il bar/ristorante Ariete per la diatriba sorta fra Valerio Antonio e Blasco Gaetano, riunione in cui partecipa Megna Mario, esponente di spicco della cosca Megna, di questi fatti vi hanno riferrito i carabinieri di Parma perchè sono stati loro a indagare in quel contesto. Io non so perchè abbia risposto in quel modo, perchè in effetti a partecipato a diverse riunioni.

Viene poi chiesto a Giglio sulla società MARMI NUSA e NUSA MARMI che secondo una difesa sarebbero società riconducibili a soggetti completamente diversi.

LA NUSA MARMI

Siamo andati ad esaminare quetse due società. La NUSA MARMI è una società che aveva sede a Brescello in via De Amicis 12 e aveva l’attività della lavorazione del marmo, ed è stata cancellato il 19/3/2013 a seguito del fallimento. il capitale sociale di 45mila euro, completamente detenuto da Passafaro Pietro di Isola Capo Rizzuto del 20/8/63 ed era stato nominato amministratore. Vedendo i vari passaggi di quote la società era stata sostituita il 24/1/04 da Giordano Nunzio un salernitano, Cristofaro Salvatore e Squittieri Gaetano sempre di Sarno, ciascuno con una quota di 15mila euro. L’11/4/06 ci sono cessioni di quote: entra Floro Vito Giuliano di Cutro del 1967, omoninimo di quello nato nel 72, storico affiliato dei Dragone prima e dei Grande Aracri poi.

Il nuovo assetto era così costituito da Giordano Nunzio e Cristofaro Salvatore con una quota di 11.700 euro e Floro Vito ne aveva 21.600.

Il 29/9/08 all'esito di una ulteriore cessione di quote Giordano Nunzio diviene unico socio. Il 26/1/09 entra in società Barberio Gregorio di Crotone dell'89 che acquista l'intera quota di Giordano. Il 4/3/09 Barberio riconferisce una quota di società a Giordano Nunzio di 11.700 e cede una analoga quota a Grande Aracri Paolo nato a Crotone il 18/1/90 figlio di Grande Aracri Francesco, nipote di Nicolino, già proprietario insieme alla sorella Rosita Grande Aracri della EUROGRANDE COSTRUZIONI. Il 26/6/09 abbiamo un nuovo assetto societario, Grande Aracri Paolo 23.400, entra Passafaro Carmelina nata a Crotone il 28/10/82 quota di 21.600, moglie di Grande Aracri Salvatore, figlio di Grande Aracri Francesco, lo stesso che aveva limmobiliare S. Francisco, ne abbiamo parlato tante volte.

 

Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

IO MI CHIAMO GIOVANNI TIZIAN - "Nella San Francisco Immobiliare per esempio, tra i soci fino al 2007, troviamo Michele Pugliese, Salvatore Grande Aracri, Giulio Giglio e Antonio Muto."

Grande Aracri Salvatore nel 8/9/09 acquisisce l’intera quota, il 19/2/10 la cede a Passafaro Pietro e nel 18 e 24/5/11 la società viene dichiarata fallita con sentenza 74 del tribunale di Reggio Emilia.

 

LA MARMI NUSA

La MARMI NUSA ha sede Reggio Emilia in via Ovidio 29, con capitale di 20mila euro. Costituita nel 8/9/09 sempre con attività di lavorazione di marmo da Passafaro Carmelina, moglie di Grande Aracri Salvatore e l’altro socio è Grande Aracri Paolo, fratello di Grande Aracri Salvatore. Nominato amministratore unico. Con provvedimento della corte di appello di Bologna del 13/5/16 la societè è stata sottoposta a sequestro preventivo e assegnata a un amministratore giudiziario nel procedimento a carico di Grande Aracri Francesco. Le due società erano riferite alle stesse persone, in particolare ai figli di Grande Aracri Francesco.

Sentenza di fallimento della NUSA MARMI

Viene chiesto a Giglio sulle competenze stipendiarie di Gaetano Belfiore alla Bianchini Costruzioni. Sull'assunzione di Belfiore e sul motivo per cui non è stato riassunto io vi rimando a ciò che ha detto il maresciallo Costantino nell'udienza del 6 aprile 2017.

In questa sede preciso che Belfiore ha percepito 2.300 euro lordi + 249 euro di cassa integrazione, in circa 7 settimane fra settembre e ottobre 2012. Stipendio in linea con quanto percepito dagli altri operai.

Viene poi chiesto a Giglio della costituzione in Albania della società Italcantieri e del fatto che la Bianchini costruzioni era stata coinvolta in questo affare. Ve la sintetizzo, c'è tutta una serie di telefonate.

All’inizio dell’indagine Aemilia rileviamo che dal marzo all'aprile del 2011 i fratelli Giglio insieme a Riillo Pasquale erano impegnati in Albania per un importante lavoro a Tirana: costruire una bretella autostradale di circa 3 km alle porte della capitale. Per mesi registriamo numerosissime telefonate. Il progetto alla fine non va in porto. I fratelli Giglio, Riillo Pasquale, ma anche il fratello Francesco insieme a una serie di personaggi che erano stati coinvolti, tale Gravotta Simone, Gidari Raffaele che tra l'altro è un poliziotto che fa servizio a Bologna, e tale Refat Muzhaqi un albanese che stava in Albania. Si impegnano per la costituzione di questa Italcantieri e per prendere questo lavoro.

La ’Ndrangheta e gli affari col Governo - Gazzetta di Modena 17 ottobre 2016

 

Fanno anche dei viaggi in Albania, ne registriamo due o tre, in una occasione andiamo proprio noi all'aereoporto di Bologna. Registriamo la presenza di Giglio Giuseppe, Riillo Pasquale insieme a Gravotta e allo stesso Gidari che stanno partendo per l'Albania.

E in effetti costituiscono la società Italcantieri iscritta alla camera di commercio albanese.

Ci si chiede: Bianchini è stato coinvolto in quell'affare?

In quel periodo registriamo dei contatti commerciali fra la Giglio srl e la Bianchini, contatti telefonici in cui i Bianchini si sentono con Giglio, dalla Giglio srl chiamano i dipendenti stessi della Bianchini. Giglio parla di questo progetto a Bianchini nel corso di un incontro. Dalle telefonate che abbiamo riesaminato, dico la verità, non troviamo però riscontro. Se ne hanno parlato a voce non possiamo saperlo, però vi cito una telefonata in cui a un certo punto c’è un problema in Albania perché avevano bisogno di una società con particolari professionalità. Non c’è riferimento della Bianchini ma si parla di coinvolgere una terza ditta che non sia la ditta Giglio srl, nè la ditta Riillo srl, ma una ditta terza. Si comincia a ipotizzare il coinvolgimento di un’altra ditta, non possiamo dire con certezza che si tratta della Bianchini, ma si crea questo problema.

Perché non va in porto l’affare: a un certo punto Giglio Giuseppe e Riillo Pasquale non si fideranno più ne’ degli albanesi, ne’ di questi faccendieri/soggetti italiani che facevano da tramite che pretendevano anticipi di denaro, volevano la consegna di 10mila euro, viene coinvolto Vulcano Mario per la consegna di questa somma da portare in Albania. Vulcano non consegnerà il denaro, perchè non ha la provvista da consegnare a Gidari, deve intervenire Riillo a sodare una discussione fra Vulcano e Gidari.

Giglio ci fa ritrovare un hard disk rosso, e all’interno di quell’hard disk troviamo un file denominato AKTTenerimi de statu Italcantieri srl (in albanese). Atto costitutivo della Italcantieri con un capitale sociale di 1400 Lek (in soldi albanesi). La cui divisoine è fatta fra Giglio Giuseppe e Riillo Pasquale per il 45% delle quote e Refat Muzhaqi per il 25%.

 

Si riferisce di una società del Veneto riferibile a Bolognino Sergio nella quale la moglie del commercialista Clausi aveva fatto da revisore dei conti.

Quanto asserito da Giglio trova riscontri proprio in alcuni articoli di stampa e dalle visure camerali che produrremo, pubblicati dal corriere del Veneto. Ne avevo accennato l'altra volta al difensore di Bolognino Sergio. Sono articoli pubblicati il 9/4/13 che intitola:

Botte in un'azienda del Padovano. Si prospetta l'ombra della 'ndrangheta - Corriere del Veneto 9 aprile 2013

Pressione sui titolari della Gs Scaffalature. Tre calabresi in trasferta a Galliera Veneta, uno è legato alle cosche dell’area di Crotone. I carabinieri indagano

 

Viene ripreso un episodio avvenuto la sera di Pasquetta quando all'interno degli uffici della GS Scaffalature i fratelli Bolognino avevano avuto una violenta discussione con Venturin Stefano. Si legge dall'articolo "Quest’ultimo uscì da quella discussione con un naso rotto e 20 giorni di prognosi." Compagno della proprietaria dell'impresa Maria Giovanna Santolini. Si fa riferimento al legame con i Bolognino con la malavita clabrese e al cambio societario della GS che probabilmente aveva provocato questo disappunto dei Bolognino.

Il 10/4/13 viene pubblicato un secondo articolo:

Il pestaggio, la scuola e la caserma le piste che portano alla 'ndrangheta - Corriere del Veneto 10 aprile 2013

Portano alle 'ndrine calabresi le indagini partite dopo il pestaggio all'azienda di Galliera veneta. Il caso dell'istituto scolastico e della stazione dei carabinieri di Dueville

Ricordo che in quel periodo c'era una attività di indagine dei ROS sulla caserma di Dueville del cemento depotenziato che i Longo che stavano costruendo insieme alla...

(ndr: D'Agostino viene interrotto)

AVV difesa: presidente stiamo riscontrando quali dichiarazioni di Giglio su questo tema specifico? Si fa riferimento alla società intestata a Bolognino, però il tema relativo alla vicenda che sta descrivendo e utilizzando come fonte articoli di giornale non credo che sia stata introdotta da Giglio, no?

mar. D'Agostino: rispondo alle domande dell'avvocato Bosio.

Viene fatta la domanda a Giglio: "parlano di questa società, li ho conosciuti perchè sono venuti in ufficio da me, perchè Bolognino Sergio non era ancora entrato nella società, questa società, non ricordo adesso tutti i particolari" "In quale società?" chiede lei (ndr avv. Bosio) "nella società dove poi è entrata la figlia e ha preso la gestione. Ha preso la società poi il commercialista Clausi dove la moglie ha fatto anche da revisore contabile". Questi fatti qua sono proprio negli articoli di stampa, poi noi li andiamo anche a verificare. Proprio in questi articoli si parla della GS Scaffalatura, si parla della figlia di Bolognino Sergio e si parla del collegamento con le indagini dei ROS delle Dueville e il collegamento a Giglio e il fatto che il revisore dei conti è la moglie del commercialista Clausi.

Vi sto dicendo anche coi noi arriviamo ad individuare queste società. Nell'articolo del 10/4/13 si parla dell'assetto della società con una partecipazione in un'altra società la Sae D. Group srl tra le cui file figura Bolognino Noemi Andrea di allora 19 anni, figlia di Bolognino Sergio.

Nell'articolo si sottolinea un dato importante, la nomina di Raffaella Iannicelli, 43enne cosentina residente a Crotone, che dal 16 gennaio 2013 è sindaco effettivo della Gs Scaffalature, professionista messa in corelazione con la Giglio srl dove ricopriva il medesimo incarico. Anche qui c'è il riferimento alla caserma della Dueville, all'utilizzo del cemento depotenziato, all'interdittiva emessa nei confronti di Giglio. Penso che i dati presi dal giornalista siano quelli dell'interdittiva. In effetti come dice Giglio, Iannicelli è coniugata con il commercialista Clausi Agostino Donato, imputato dall'indagine Aemilia e condannato. Per completezza il 13/4/13 i fratelli Michele e Sergio Bolognino risponderanno a queste accuse pubbliche facendo una conferenza stampa:

Crisi, faccendieri e infiltrazioni. La parabola simbolo della «Gs» - Corriere del Veneto 13 aprile 2013

 

Viene chiesto a Giglio Giuseppe in merito all'arresto dei Bolognino Francesco avenuto il 9/5/08 mentre stava lavorando nel ristorante dei Vertinelli, sempre a domanda della difesa, su questo arresto ho già riferito nell'udienza del 19 gennaio del 2017 quando ho riferito dei rapporti fra Bolognino Michele e Vertinelli. Bolognino Francesco per quanto ho portuto accertare interrogando la banca dati è stato arrestato il 9/5/08 a Montecchio Emilia.

Sulla Tanya Costruzioni, sulla quale ho già riferito nell'udienza del 13 dicembre 2016, ho parlato dell'affare Sorbolo, per il periodo che ci interessa ricordo che la Tanya è stata costituita il 20/6/08 in uno studio notarile di Parma. Inizialmente il capitale sociale di 50mila euro era stato diviso equamente fra l'Azzurra Immobiliare rappresentata da Falbo Francesco e la Giglio srl rappresentata dall'allora amministratore Giglio Antonio, il fratello minore di Giuseppe. La gestione dell'impresa era demandata da un consiglio di amministrazione: Falbo Francesco, Giglio Giuseppe e Clausi Donato Agostino che era anche l'amministratore delegato. IL 19/11/09 la Pitagora Costruzioni rappresentata da Falbo acquisiva l'intero pacchetto della Tanya corrispondendo a ciascun socio cedente la somma di 25mila euro. Praticamente veniva acquisita del tutto da Falbo. Per quanto riguarda il capannone acquisito a Parma, vediamo che, come dice effettivamente Giglio, presso la banca dati dell'agenzia del territorio, la Tanya Costruzioni aveva acquisito effettivamente con decreto di trasferimento immobili immesso il 18/2/09 dl tribunale di Roma la proprietà dei seguenti immobili tutti siti a Parma:

- un fabbricato per esigenze commerciali - sezione 3 foglio 38 particello 18 sub 1

- una abitazione di tipo economico - classificato A3 - sezione 3 foglio 38 particelle 18 sub 2

- due terreni - foglio 38 particelle 143 e 145

L'acquisizione deriva da un fallimento la Olimpia Transport srl con sede a Roma, in effetti mi sembra che Giglio abbia detto che era stata acquisita a Roma, se non ricordo male, è da verificare. Società che viene cancellata il 2/11/12 a seguito di fallimento.

Con atto del 17/12/09 i predetti immobili sono stati venduti alla Pitagora Costruzioni riconducibili a Falbo Francesco il prezzo di vendita definito in un milione e 500mila euro, registrato presso l'ufficio di Parma 012617. Alla stessa data risulta l'accensione della stessa ditta a ipoteca volontaria a garanzia di un mutuo che ottiene a favore della Pitagora per complessivi 3 milioni di euro. Il 12/9/11 sia il capannone che l'abitazione vengono demoliti con una successiva ripartizione delle particelle catastali, le particelle vengono un po' divise. Il 14/3/13 il tribunale di Parma dispone il pignoramento dell'immobile a favore della Carige e contro la Pitagora. Il 2/12/15 con atto del tribunale di Parma, la proprietà dell'immobile è stata trasferita alla società Casa Borelli 1980 di Borelli Cesare & c.

PM Ronchi: maresciallo vuole fermarsi 5 minuti?

mar. D'Agostino: sì....

PM Ronchi: mi permetto di dirlo perchè...

mar. D'Agostino: è possibile...?

CARUSO: va bene

Ndr: Dopo una breve pausa, riprendiamo.

PM Ronchi: aveva terminato il riscontro...

CARUSO: ci rimaneva il punto relativo a Giuliari Alberto.

Nel verbale si fa riferimento al broker assicurativo Giuliari Alberto. Il predetto personaggio è stato compiutamente identificato in Giuliari Alberto nato a Colognola ai Colli (VR) l'8/1/66. Emerso in quanto in contatto diretto con Giglio Giuseppe. Il suo cellulare era intestato alla società Posarelli srl, un broker assicurativo. Ne ho già parlato nell'udienza del 26 ottobre 2016 a proposito della Ruffo srl società impiegata nelle frodi carosello di cui al capo 96/97 e seguente. Giuliari era stato uno dei soci della Ruffo autotrasporti prima che venisse acquisita da Giglio e Riillo per tramite di Vulcano Mario. Avevo parlato dei trasferimento dei camion acquisiti da altre società riferibili a Giglio,a Riillo Pasquale e Vulcano.

E che erano le società Sice Srl, Giglio srl, la Effemme Service di Vulcano e la Riillo srl. C'era stato un travaso di questi mezzi che erano passati in queste altre imprese. Avevo citato la conversazione del 30/6/10 fra Giugliari e Giglio quando avevano parlato del trasferimento di questi mezzi. Ne ho parlato anche nell'udienza del 16 febbraio 2017 in relazione all’affare dell’agenzia assicurativa proposta da Giglio Giuseppe a favore dei due poliziotti Cianflone e Matacera. Giuliari è il broker assicurativo che Giglio chiama e che doveva aiutare i due poliziotti ad aprire questa agenzia. La mattina del 13/5/11 Giuliari si presenta nell'ufficio di Giglio a Gualtieri dove incontra i due poliziotti. C'è un servizio di osservazione quella mattina dove lo vediamo arrivare.

Passiamo all'udienza 1 dicembre 2016, viene chiesto a Giglio sull'eventuale periodo di carcerazione di Sergio Eugenio. Sul conto di Sergio Eugenio e sulle attività illecite gestite unitamente a Blasco Gaetano e Valerio Antonio ha riferito il maresciallo Veroni nell'udienza del 30 settembre 2016 e  nell'udienza del 5 ottobre 2016. In questa sede preciso solo che come riferito da Giglio, Sergio Eugenio risulta essere stato effettivamente detenuto prima dell'operazione Aemilia. Dall'accertamento della banca dati risulta essere carcerato dal 2/11/90 al 12/4/91 inoltre risulta essere stato detenuto dal 5/12/91 al 30/1/98 e successivamente dal 2/7/99 al 18/2/02. Il 28/1/15 fino al 26/2/15 viene arrestato e detenuto nell'ambito dell'operazione Aemilia.

 

Viene chiesto a Giglio di fare precisazioni sui colpi sparati contro l’autovettura del padre presso l’agriturismo. Riferisce dell'intervento di Bolognino Michele che avrebbe incontrato Grande Aracri Nicolino insieme ad Arena Pasquale, detto "nasta", perché suo fratello Arena Giuseppe classe 66 detto "pino tropeano" era in quel momento recluso. L'episodio è avvenuto la sera del 5/11/12. Sulla ricostruzione di questo episodio vi ha riferito il maresciallo Costantino nell'udienza del 12 gennaio 2017.

Preciso solo i periodi di detenzione dei personaggi citati:

il 5/11/12 quando avviene il fatto, Nicolino Grande Aracri era libero essendo stato scarcerato il 17/6/11 per essere poi incarcerato il 6/3/13

Arena Giuseppe classe 66 che dice Giglio era incarcerato, ecco perchè era intervenuto il fratello Pasquale, era effettivamente recluso essendo stato arrestato nell’operazione Ghibli il 21/4/09 e rilasciato il 25/7/13

Arena Pasquale il 5/11/12 era in libertà, essendo stato tratto in arresto anche lui come il fratello il 21/4/09 nell'ambito dell'operazione Ghibli della DDA di Catanzaro ma era stato scarcereato molto prima cioè l'8/8/11 venendo arrestato nel 28/1/15 nell’ambito della indagine Kyterion che è stata l'indagine compiuta in parallelo all'indagine Aemilia

Anche sull'interessamento della cosca Megna da parte di Bolognino Michele, come dice sempre Giglio, sul fatto che poi sia stata avanzata una richiesta di interessamento verso Grande Aracri e gli Arena di Isola di Capo Rizzuto, troviamo qualche riscontro. Vi rammento solo alcune conversazioni che vi ha già riferito Costantino, ve le rimetto un po' in fila per trovare questi riscontri. Dopo che Bolognino ha appreso la notizia di quanto accaduto, la mattina del 6/11/12, la mattina dopo l'evento registriamo la telefonata a Lumare Roberto.

Emerge in altre occasioni, perché era quello deputato a rispondere al telefono e a passare il telefono a un altro soggetto un tale Andrea che identifichiamo in un soggetto Gullo Andrea segnalato nel 2008 e nel 2009 per associazione di tipo mafioso per appartenenza alla cosca Megna. Bolognino chiede chi è presente, sotto a Papanice. "Senti a me, lui è rimasto la sotto, chi è rimasto la sotto? Il fratello del boss è la sotto?"

Dopo aver ricevuto risposta affermativa tramite Riccardo, nipote di Richichi Giuseppe, detto Andrea, che abita proprio nella frazione di Papanice di Crotone, Bolognino si mette in contatto con un soggetto non meglio identificato, indicato come “quello della 500”. Bolognino lo chiama alle 9.17 del 6/11/12, subito dopo,  tramite l’utenza in uso al nipote di Richichi. Usa delle accortezze particolari anche nel chiedergli nei paesi lì vicino l'agriturismo, per verificare quello che è successo: “senti a me fatti un giro dove vado a mangiare sempre io, vedi che è successo, vedi se da quei paesi vicino la', ma al paese, no da te, vicino al ristorante, tanto stanno arrivando loro stasera (si riferisce a Lumare e a Gullo che nelle telefonate precedenti dicono "ci troviamo a Napoli e stiamo arrivando), poi parlo con loro e massimo scendo io domani" l'uomo gli dice che si sta recando proprio in uno di questi paesi perchè c'è un funerale "al paese vicino sto andando oggi c’è un funerale, ora prima vedo, vado a 'sto funerale la vicino dove dovevi andare tu. Eh la io penso che la' lo sanno qualche cosa, no?”. Cosa confermata da Bolognino che a questo punto si recherà in Calabria e vi rimando a quello che ha detto Costantino. Sostanzialmente Bolognino si informa a Papanice e gli dice di andare ai paesi la vicino che per noi sono Cutro e Isola di Capo Rizzuto.

 

Giglio riferisce di conoscere il collaboratore Marino Vincenzo in quanto abitava nella stessa zona a Capo Colonna. Qui si arriva alla frase "dire", perchè quel "dire", era un appunto mio per chiedere al PM se poter dire questa cosa, perchè Marino è un collaboratore di giustizia e dovrei citare dove abitava prima edlla sua collaborazione

PM Ronchi: lo può dire

mar. D'Agostino: perfetto sono autorizzato. Marino prima edlla sua collaborazione

CARUSO: da quando collabora questo Marino?

mar. D'Agostino: mi sembra dal 2006, viene scarcerato nel 2006, dopo entra... comincia la sua collaborazione e comincia a cambiare indirizzi. Lo verifichiamo da puntofisco, derivanti dai dati che le anagrafi comunali comunicano alle agenzie delle entrate. A decorrere dal 1 luglio del 1996 abitava in contrada Capo Colonna 155 a Crotone e dall'11/7/06 abitava in via Hera Lacinia 90 a Crotone. Abbiamo calcolato tramite google maps la distanza dall'agriturismo Giglio dove c'è l'abitazione paterna di Giglio Giuseppe. Perchè Giglio fa risalire questa conosenza a molto tempo fa a prima che lui salisse su o comunque agli anni 90. L'agriturismo, che è sempre a Crotone nella zona di Capo Colonna, in via Olimpia 90, dista 4.6 km da via Hera Lacinia e 2.8 km da Contrada Capo Colonna 90.

Comunque Marino da come ho capito è stato citato, verrà qui nelle prossime udienze, quando è stato interrogato con la DDA di Bologna, Marino interrogato su Giglio da' l'impressione che conosceva molto bene Giglio Giuseppe, tant'è che ci racconta l'episodio della Ferrari.

CARUSO: deve essere sentito 'sto Marino?

PM Ronchi: lei aveva fatto questo riferimento, noi stiamo finendo i testi del PM, poi... oppure lo chiediamo anche noi tenuto conto di quello che emerge, intanto siamo andati in ordine con il programma

CARUSO: io l'avevo valutato come da sentire o voi o il tribunale... facciamo il programma poi dopo..

ndr: cliccare sulle immagini per ingrandirle

PM Ronchi: maresciallo, la parte che sta per dire, la dica in maniera ordinata, perché nel corso del controesame, è stato un po’ movimentato sono state dette circostanze che vorrei che sistemasse da un punto di vista cronologico evidenziando errori, imperfezioni, da parte del collaboratore, da parte dell'avvocato anche attraverso documentazione prodotta.

CARUSO: il punto ul frantoio?

PM Ronchi:sì

mar. D'Agostino: nella verbalizzazione del 11/11/16 Giglio racconta questo episodio del frantoio, di proprietà di Di Tinco Gianbattista di cui dice Periti Federico e Baachaoui Moncef detto "Dodi" si erano appropriati. Giglio parla anche del legame parentale esistente fra la moglie di Di Tinco e un esponente della cosca di Cutro. Riferisce quindi della mobilitazione della cosca emiliana e di Grande Aracri Nicolino affinchè Di Tinco tornasse in possesso del frantoio. Questa questione viene ripresa anche nella verbalizzazione del 1/12/16 quando Giglio riferisce di avere appreso di questo episodio direttamente da Periti e dallo stesso Di Tinco. Precisa anche che il frantoio era finito nelle mani di un napolitano che inviava questi mezzi all'estero, mi pare che si parli dei paesi arabi. Il napoletano sarebbe poi stato arrestato come riferitogli sempre da Periti. Su questi punti la difesa obietta delle situazioni.

PM Ronchi: producendo anche documentazione

mar. D'Agostino: sì esatto, la Procura c’ha chiesto di approfondire questa questione, anche alla luce della documentazione che la difesa di Baachaoui Moncef ha prodotto nell'udienza del 1 dicembre 2016.

Chi è Di Tinco Gianbattista? Nato a Reggio Emilia nel 24/1/75 di Francesco e Dielamo Maria Immacolata risulta coniugato dal 17/5/08 con Arabia Filomena di Giuseppe e Faragò Annamaria ed è censito presso la banca dati Infocamera per diverse società:

la D.G. Service SAS di Reggio Emilia di Di Tinco Gianbattista socio accomandario e responsabile tecnico

attività che riguarda il noleggio di attrezzature per lavori edili e genio civile, dal 20/6/06 nonchè noleggio di autoveicoli dal 11/12/09, i soci Di Tinco GianBattista e Di Tinco Alessandra (penso la sorella).

CARUSO: bisogna confermare

mar. D'Agostino: sullo stato di famiglia che dirò dopo abbiamo acquisito lo stato di famiglia che verrà prodotto. Poi abbiamo:

Immobiliare Il tiglio srl di Reggio Emilia

dove lui è consigliere e presidente del consiglio di amministrazione
attività esercitata: valorizzazione e promozione immobiliare, soci Di Tinco Gianbattista e tale Accordia Vittorio

 

DG Service con sede a Calerno di S. Ilario D’Enza

mi sembra che Giglio parli proprio di questo capannone in strada Calerno, dove ci sarebbe l'attività di... o quantomeno lo diceva negli interrogatori che aveva detto a noi. Questa società ha sede in Via Luciano Lama 25. Lui è amministratore e socio unico.
attività esercitata: carpenteria metallica in genere e allestimento di veicoli di qualsiasi genere.

Poi Di Tinco Giuseppe ha ricoperto incarichi in pregresse società:

la Nuova Caffetteria Roma Sas di Di Tinco Alessandra e i soci erano Di Tinco Alessandra, Di Tinco Gianbattista e una certa Nodaz Lopez Ienise, lui era socio accomandante, e socio liquidatore (società cancellata nel 2005)

la Gemma Immobiliare soci Di Tinco Gianbattista insieme al padre Di Tinco Francesco, Di Tinco Gianbattista amministratore e socio nonchè liquidatore nel 2010

Arte Block Snc di Scarpitta Marino e c. altra società cancellata. Lui fino al 2009 era socio accomandante - costituta da Di Tinco Gianbattista con una quota nominale di 1.800 euro, gli altri soci erano Arabia Giuseppe nato a Crotone il 4/10/89 con una quota di 1200 euro e Arabia Nicola dell'85 che il 21/7/09 era subentrato anche lui al momento in cui Di Tinco esce da questa società

Gemma Immobiliare srl cancellata il 9/2/10 Di Tinco Gianbattista con il padre Di Tinco Francesco

DTF di Di Tinco Francesco & c. Snc, soci Di Tinco Francesco e Iellamo Maria Immacolata

Per quanto riguarda la parentela della moglie di Di Tinco Gianbattista con esponenti della cosca cutrese, verifichiamo che Arabia Filomena

agli atti della polizia presenta le seguenti denunce di smarrimento: il 28/6/05 presso la stazione dei carabinieri di Quattro Castella inerente il certificato di proprietà relativa all'autovettura Nissan intestato, dice lei, a mio zio Arabia Antonio nato a Cutro il 28/1/69 residente a Marcaria (Mantova) in frazione Pilastro. Il 29/6/06 presso la stazione di Quattro Castella, denuncia di aver smarrito la carta di circolazione relativa all'autocarro Land Rover, intestata alla ditta Artedile srl con sede legale a Quattro Castella via Piave 41 della quale dice di essere amministratrice, però su questo non troviamo riscontro. Il 29/1/07 presso la stazione CC di Bibbiano inerente il certificato di proprietà ad un altro autocarro Volvo, dice che l'autocarro è proprietà dell'Artedile della quale dice di essere delegata amminsitratrice. Artedile è stata cancellata nel 2012 a seguito di fallimento, ed è conducibile ai fratelli Arabia Pasqualino, Arabia Salvatore, Arabia Antonio, Arabia Giuseppe identificabile nel padre della moglie di Gianbattista. E' la società emersa nell'indagine Grande Drago del 2004 condotta dalla DDA di Catanzaro utilizzata da Dragone Antonio il vecchio boss di Cutro ucciso a maggio nel 2004. E' considerato come vero e proprio strumento di arricchimento illecito della cosca di Cutro riferibile a Dragone Antonio. Vi ricorderete che ho parlato delle richieste di forniture e di materiale e di prestazioni lavorative in cui gli imprenditori reggiani erano costretti ad accettare e condere, a far lavorare per forza l'Artedile. Ne ho parlato durante la mia testimonianza nell'udienza del 21 ottobre 2016 quando ho trattato l'introduzione all'indagine Aemilia e la ricostruzione storica che i CC di Modena hanno fatto per quanto riguarda l'infiltrazione mafiosa sul territorio emiliano.

In merito all'approfondimento sul frantoio denunciato da Di Tinco sono stati individuati dei riscontri a quanto riferisce Giglio.

Di Tinco è certamente un soggetto risultato in contatto con i personaggi coinvolti nella vicenda. Risulta essere stato controllato insieme a Sarcone Carmine il fratello dei più noti Gianluigi e Nicolino ed è stato controllato a Reggio Emilia in via Vico il 30/7/13. E con un altro soggetto Crivaro Antonio al valico Brogeda in entrata verso l'Italia il 30/9/05 su questo personaggio vi avrà parlato qualcuno dei CC di Fiorenzuola.

Nella rubrica telefonica del cellulare di Brescia Pasquale viene anche trovato il numero Di Tinco e su questo vi avrà già riferito l'appuntato Presta Serafino nell'udienza dell'11 aprile 2017

Dalle intercettazioni da noi eseguite emergono anche contatti telefonici con vari personaggi soprattutto per il noleggio e la sistemazione meccanica dei mezzi. Si rivolgevano a Di Tinco, tra questi figurano per esempio Riillo Pasquale 2011, Giglio Giuseppe 2011, in questo caso Giglio gli chiede una scopa elettrica a noleggio, che non è la scopa che si compra al supermercato, lo chiarisce dopo è un mezzo meccanico per la strada, Vertinelli Palmo 2011, Palmo gli dice di aver bisogno di una targa di prova per mezza giornata e Gianbattista gli dice che non ce l'ha, poi Cappa Salvatore 2011 che lo mette al corrente "l'altro giorno mi ha chiamato l'amico suo" e Gianbattista "lo so ma non mi è rientrato niente che cazzo gli dico" e Cappa gli consiglia di chiamarlo perchè è un uomo della vecchia maniera e deve essere trattato con i dovuti modi. Poi c'è Bolognino Michele, diverse telefonate del 2011, Gianbattista lo chiama "guarda sto guardando le tue schede dei conti" evidentemente Di Tinco deve avere dei soldi per attività fatte per Bolognino e Bolognino dice "se Vertinelli mi paga". Poi ci sono diverse telefonate.

Anche qui Di Tinco chiama Bolognino Michele che magari più tardi si potranno vedere per fare quattro conti (2012). Ha contatti anche con Diletto Alfonso (2011 e 2012), nella prima telefonata chiama Diletto e si accordano per vedersi tra mezz'ora presso il padre di Gianbattista, nella seconda telefonata Diletto lo chiama per chiedergli dove si trova e lui dice a Calerno nella sua azienda. Contatti fra Floro Vito Gianni e lo stesso Gianbattista (2011).

Anche sulla base della documentazione fornita dalla difesa abbiamo cercato di ricostruire l'episodio del frantoio sottratto a Di Tinco e anche qui ci sono ulteriori riscontri.

Di Tinco per conto della DG Service, l'abbiamo vista prima, denuncia il furto del frantoio CAMS modello UTM60.12 il 2/12/10, quando asserisce di averlo noleggiato a una società la New Service Solution di Agidin Quazim (dovrebbe essere un albanese). Il danno dichiarato di 160mila euro, il verbale della denuncia vi è stato depositato dalla difesa.

RS 20/4/17

Il 7/4/11, circa quattro mesi dopo il personale della squadra anticrimine del commissario di Massa, rinviene il frantoio all'altezza del casello autostradale di Chiusa a Bolzano in uscita verso l'Austria e lo appuriamo dalle segnalazioni in banca dati delle Forze di Polizia. Rileviamo anche la marca a conferma della denuncia presentata. In quella stessa data, il commissariato di Carrara restituisce il frantoio al legittimo proprietario. Come si evince anche dalla documentazione che fornisce la difesa di Baachaoui in particolare sul verbale di sequestro che redige la polizia troverete che il frantoio al momento del rinvenimento era trasportato da un potentino tale Carlomagno Egidio sul rimorchio intestato a tale Catena Antonio di fatto appartenente alla Siria Car srl con sede a Padula, Salerno via nazionale, riconducibile a tale Cardinale Giuseppe.

Perchè lì c'è il problema che secondo la difesa non c'era il napoletano, tutta una serie di situazioni. Il rimorchio era trainato dal veicolo intestato alla Vito Trasporti con sede a Isola di Capo Rizzuto e deposito a Gualtieri. Su questa impresa e su Cardinale Giuseppe che è un pregiudicato campano di Salerno ci torniamo dopo. Andiamo avanti.

12/4/11 Ditinco integra la propria denuncia presso la polizia stradale di Reggio Emilia, distaccamento di Guastalla, 5 giorni dopo il ritrovamento del frantoio, perchè si accorge che l’impianto di frantumazione gli era stato restituito privo di pezzi importanti di valore che non lo rendono funzionante. Il danno viene quantificato in 50mila euro coperto da assicurazione. Poi mi sembra di aver letto che l'avvocato dica è una truffa all’assicurazione, ma non troviamo questo dato, non so da cosa lo dice.

Il 30/6/11 due mesi e mezzo dopo il ritrovamento del frantoio i CC di Fiorenzuola e i CC di Reggio effettuano un servizio di osservazione presso il ristorante Antichi Sapori riconducibile a Brescia Pasquale dove documentano l'incontro fra Villirillo Romolo, Battaglia Pasquale, Periti Federico, Grande Aracri Salvatore classe 79 figlio di Grande Aracri Francesco, Blasco Gaetano, Valerio Antonio, Sarcone Nicolino, Baachaoui Moncef, Paolini Alfonso. Su questo incontro non ci vado sopra perchè ve ne ha sicuramente parlato qualcuno dei CC di Fiorenzuola.

Quello che mi interessa dirvi è che tutti questi personaggi sono presenti in quel momento al ristorante di Brescia, trovando riscontro a quello che ci dice Giglio. Vi cito in quel periodo alcune intercettazioni in cui si da atto di cosa:

- alle 9 del 7/6/11 Villirillo Romolo informa Blasco Gaetano dell’arresto di Nicolino Grande Aracri: "eh cugino sono stati da lui ci sono stati problemi è andato di nuovo nell’albergo, hai capito? Ieri pomeriggio, non si sa il motivo, ora siamo a Catanzaro."

Effettivamente Grande Aracri Nicolino viene arrestato il 6/6/11 e viene scarcerato qualche giorno dopo il 17/6/11, torna libero e torna a casa sua.

PM Ronchi: scarcerato cosa intened, spieghi? Va ai domiciliari

mar. D'Agostino: Va a casa sua.

PM Ronchi: scarcerato inteso come va a casa sua

 

mar. D'Agostino: alle 12.45 del 10/6/11 Blasco chiama Villirillo e dice che si sta incontrando con Diletto Alfonso da Antichi Sapori: "io sto andando da Brescia, ci vuole ancora un quarto d'ora per arrivare, mi ha chiamato il cugino fronzuo che ci mangiamo due vermituri". Blasco si lamenta per il comportamento di Diletto nei suoi confronti, Villirillo gli chiede di unirsi a loro anche se si raccomanda di non riferire a Diletto della telefonata appena avuta. Alle 9.30 del 30/6/11 (il giorno dell'incontro) Blasco chiama Villirillo che lo esorta a raggiungerlo nell’ufficio di Gualtieri Antonio. Un’ora dopo Villirillo invita a pranzo anche Paolini Alfonso al ristorante di Brescia per le 12.30 circa, anticipandogli che ci sarà anche Blasco. In una successiva telefonata, Villirillo riferisce a Paolini che a pranzo ci sarà pure Nicolino (identificato dai CC in Sarcone Nicolino perchè visto al ristorante). Alle 12.15 altra telefonata Blasco e Valerio arrivano al ristorante e arrivano Villirillo, in questo momento c'è l'osservazione dei CC di Reggio Emilia e di Fiorenzuola.

Le successive conversazioni telefoniche danno atto di un breve viaggio effettuato a Cutro l'8/7/11 da Blasco Gaetano e Valerio Antonio che fanno rientro in aereo già il giorno seguente. Ve l'ha già spiegato Veroni, è un viaggio finalizzato a parlare con Grande Aracri per un progetto del fotovoltaico.

Tornando ai riscontri, alla luce di tutto quello che verifichiamo troviamo riscontri a quello che dice Giglio.

Dalla consultazione della banca dati scopriamo che il frantoio era stato sequestrato non a caso, cioè non nel normale servizio di una pattuglia

fra l'altro di Massa Carrara che passava lì al valico con l'Austria, ma nell’ambito di un’operazione più ampia, condotta dalla Polizia di Stato, l’operazione Giuda, volta a disarticolare una organizzazione capeggiata da un campano, proprio come dice Giglio, tale Cardinale Giuseppe organizzazione dedita ai furti e alla ricettazione di mezzi d'opera nella fattispecie frantoi cingolati per la frantumazione di inerti, mezzi che venivano poi espatriati all'estero. Vengono segnalati diverse persone su questo elemento. Si parla di un altro mezzo d'opera che viene sequestrato, c'è una denuncia di un imprenditori di La Spezia Del Santo Paolo che denuncia una sparizione di un frantoio che non viene recuperato perché già espatriato.

Cardinale Giuseppe non è napoletano ma è della provincia di Salerno, plurisegnalato per reati inerenti il patrimonio, ha soggiornato anche a Modena dove era stato sottoposto nel 2010 agli arresti domiciliari. Il 12/11/10 agli arresti domiciliari presso una propria abitazione a Modena e il 12/11/10 viene segnalato per una evasione dal comando di Viale Tassoni. La Siria Car srl citata nel verbale di rinvenimento oggi in liquidazione è riferirebile a Cardinale. Cardinale viene nominato liquidatore di questa società e la società ha come attività la commercializzazione di rimorchi anche di tipo industriale. Il nome di questa società, non so se è un caso o meno Siria evocando questi paesi arabi dove Giglio diceva esportavano i mezzi e trova riscontro dalla Polizia di Stato.

Il frantoio di Di Tinco è stato rinvenuto il 7/4/11 inutilizzabile, lo dice la stessa denuncia che presenta l'avvocato. Due mesi dopo il 30/6/11 avviene l’incontro a pranzo presso Antichi Sapori dove sono presenti i soggetti chiamati in causa da Giglio.

L'8/7/11 Blasco Gaetano e Valerio Antonio che hanno riscontrati rapporti con Baachaoui Moncef, fratello di Karima, convivente di Blasco, si recano a Cutro e sappiamo anche che in quel momento Grande Aracri NIcolini è libero perchè scarcerato il 17/6/11.

Ndr: dalle gabbie Blasco Gaetano corregge il maresciallo dicendo che Karima era la sua impiegata non la sua convivente.

CARUSO: effettivamente ne abbiamo parlato finora come sua impiegata

mar. D'Agostino: ho sbagliato io. Dei rapporti fra Karima Baachaoui e Blasco Gaetano vi ha parlato ampiamente Veroni e su quello rimandiamo, anche sul rapporto eventuale che c'era fra i due

CARUSO: per la verità io non ho mai colto un aspetto personale fra i due

mar. D'Agostino: dico solo questo rimando lì e mi baso su quello che ha detto e sicuramente...

Blasco Gaetano si lamenta

CARUSO: basta così, abbiamo chiarito

PM Ronchi: lei aveva detto che Grande Aracri Nicolino era stato...

mar. D'Agostino: arrestato il 6 luglio e scarcerato

PM Ronchi: giugno, non sbagli...

mar. D'Agostino: Il 7 giugno c'è la telefonata di Villirillo che dice è tornato in albergo, il giorno prima è stato arrestato, il 6 giugno.

PM Ronchi: quando viene scarcerato?

mar. D'Agostino: il 17 giugno 2011. Quindi l'incontro avviene il 30 di giugno 2011, la data di quell'incontro in cui i carabinieri di Reggio Emilia e di Fiorenzuola fanno gli accertamenti.

Quindi l'8/7/11 qualche giorno dopo la riunione del 30, quando Blasco Gaetano e Valerio Antonio vanno a Cutro, Nicolino Grande Aracri è libero.

Anche quando c'è la riunione Grande Aracri era già scarcerato da diversi giorni.

Vediamo chi è Carlomagno Egidio, cioè l'autista identificato dalla Polstrada incaricato di trasportare questo frantoio in Austria, perchè bloccato all'uscita dal confine italiano. Un soggetto che aveva avuto contatti con Muto Antonio classe 71, altro personaggio chiamato in causa da Giglio. perchè ci dice che questo frantoio viene detenuto presso il capannone di Muto Antonio cl 71 che lo avrebbe custodito.

In particolare vi segnalo questa telefonata, la conversazione è singolare perchè avviene il 22/2/11 cioè fra la denuncia di furto (2/12/10) e il rinvenimento del frantoio (7/4/11). Carlomagno si presenta a Muto Antonio cl 71 dicendo di essere l’autista di Peppino (identificabile in Cardinale Giuseppe, che evidentemente lo aveva anche incaricato di trasportare il mezzo in Austria). Tanto è vero che Carlomagno viene indagato proprio in quell’attività di Stato (operazione Giuda).

Nella telefonata Muto Antonio gli dice che può essere raggiunto a Gualtieri in via Don Minzoni 1 dove ci sono i capannoni dell'autotrasporti Muto e dove c'è l'autorimessa dei suoi camion.

Il 7/4/11 Carlomagno viene trovato alla guida di un TIR IVECO intestato alla Vico autotrasporti con socio unico. Ditta che ha sede legale a Capo Rizzuto, ma ha sede amministrativa a Gualtieri frazione s. Vittoria, sede operativa a Boretto in via Mediterraneo 1,il cui rappresentante è Tarantino Diego, soggetto ritenuto vicino alle cosche isolitane. Sono da considerarsi i prestanomi di Pugliese Michele della cosca Nicoscia ma con legami anche con gli Arena. E difatti, sia Periti, sia Tarantino sono stati imputati di fittizzie intestazioni nell'indagine Aurora, credo ci sia stata una sentenza di primo grado. Nella stessa indagine Pandora emergono contatti tra Periti e Pugliese Michele.

Sostanzialmente per quello che abbiamo potuto vedere, Giglio sbaglia solo su una cosa: sul collocamento temporale di questi fatti e quindi dell'incontro avvenuto nel ristorante di Brescia, perchè questi fatti si collocano a metà del 2011 e non, come dice lui, nella metà o alla fine del 2012. E questo è quello che gli viene contestato dalla difesa di Baachaoui Moncef.

CARUSO: non so, se la sente di concludere o ci aggiorniamo

PM Ronchi: secondo me presidente...

CARUSO: siamo alla frutta...

PM Ronchi: se ci può dare un paio di orette la prossima udienza

CARUSO: 3 punti... unoretta non basta? sono tre punti semplici

PM Ronchi: un'oretta, un'oretta... ho visto maresciallo che è arrivato all'udienza dell'1 dicembre, c'è anche quella del 7 dicembre

mar. D'Agostino: c'è un'altra udienza che non ho preparato perfettamente

CARUSO: a questi tre punti c'è da aggiungere qualcosa?

mar. D'Agostino: i riscontri all'ultimo verbale, non ricordo quanti sono, ma non sono tanti

CARUSO: dell'accesso abusivo

mar. D'Agostino: vi chiarisco questi altri due punti, perchè c'è scritto DIRE, avrei finito con i riscontri di Giglio e dovrei iniziare l'ultima parte che riguarda Aemilia 2, per cui sono anche citato. E ci sono questi due riscontri che mi sono stati chiesti in udienza in riferimento all'accesso abusivo che fa Matacera e posso confermare la usering utilizzata e in relazione alle domande che Vertinelli Palmo fa alla direzione del ministero dell'interno tramite Cianflone per chiedere la sua posizione in banca dati. C'è scritto DIRE perchè non sapevo se potevo parlarne, essendo che me l'avete chiesto l'altro volta, io in quel momento non vi avevo potuto rispondere e chiedevo alla dottoressa se è il caso di parlare anche di questo

CARUSO: e in più deve fare gli ulteriori riscontri per l'udienza di Giglio. Va bene allora il programma sarà questo, un paio di ore credo che ci vorranno.

Avv Pisanello: mi scusi maresciallo se posso permettermi, perchè ioo ho un problema ad essere presente il 27 aprile per via dell'abbreviato a Brescia. Mi sembra di capire che dovrà parlare proprio di Aemilia bis

PM Ronchi: no deve solo dire qualche intercettazoine sulla BG Immobiliare perchè Veroni ha fatto rinvio all'udienza scorsa, non la riguarda

Avv Pisanello: è possibile che io possa fare il controesame nel pomeriggio?

AVV della difesa:  potremmo fare il controesame per Bolognino Sergio? per evitare di tornare il 27

CARUSO: se la sente maresciallo?... non se la sente

mar. D'Agostino: ... come avrebbe detto Fantozzi...

CARUSO: finiamo l’esame e iniziamo i controesami (6 controesami), 4 ore circa. Poi i 210, 3, alcuni detenuti: Tattini, Gibertini, Abdelgawad, Mazzotti. Questi possono stare zitti fra l'altro, questi sono 210

PM Ronchi: Imputati di reato connesso

CARUSO: Quindi possono avvalersi della facoltà di non rispondere

PM Ronchi: Sì Abdelgawad è un patteggiamento definitivo

CARUSO: Bisogna chiamarli con gli avvocati, tutti con gli avvocati. Va bene allora ci vediamo il 27.

Ore 19.00 TERMINA L’UDIENZA

a cura di: S.N.

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