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AEmilia

udienza nr. 60

rito ordinario - primo grado

giovedì 2 febbraio 2017

TRASCRIZIONE DELL'UDIENZA

APPROFONDIMENTO: PAGLIANI NON COLPEVOLE, MA CONSAPEVOLE

All'interno dell'udienza sottoriportata:

esame del maggiore LEUZZI EMANUELE

Ore 9.30 in aula
Ore 9.50 - Inizia l'udienza.

Entra in aula il teste, EMANUELE LEUZZI, Maggiore della Stazione dei Carabinieri di Fiorenzuola D'Arda.

Il Maggiore parlerà delle indagini che riguardano i rapporti con il mondo politico e con la stampa.

DEPOSIZIONE DEL MAGGIORE LEUZZI

Assumo l’incarico di comandante nel novembre 2012 sostituendo l’allora Capitano Andrea Leo. Ricevo l’incarico di riascoltare alcune intercettazione che riguardavano i rapporti tra la politica e la consorteria emiliana. L’esponente del PDL Pagliani Giuseppe. E ho interloquito con la Procura su questi aspetti.

Abbiamo avuto una visione complessiva di tutte le vicende dei rapporti tra la consorteria e la politica.

Anni 2011 e 2012. Problemi interni alla consorteria. Il 21 luglio 2011 viene arrestato Romolo Villirillo accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Durante l’arresto vengono trovati titoli bancari che fanno pensare che il Villirillo si fosse appropriato di somme che dovevano andare alla casa madre e che erano state reinvestite al nord. Inizia da parte del capo locale, Nicolino Grande Aracri, la ricerca di questi soldi e viene incaricato Gualtieri Antonio che subentra a Villirillo

Il  prefetto di Reggio Emilia emana diverse interdittive. Questa azione espone il Prefetto De Miro a numerose critiche e vengono ricevute numerose missive di protesta. Con queste interdittive vengono individuati imprenditori vicini alla ndrangheta. In questo quadro si inserisce un evento oscuro. Rinvenimento di una missiva indirizzata alla De Miro con un proiettile avvolto in una carta assorbente e un documento anonimo. Nel testo vi erano minacce nei confronti del Presidente della Repubblica e del Consiglio. Non è stato dimostrato che ci sia connessione con l’attività della Prefettura ma è importante sottolineare questo evento.

Proiettile in prefettura, finalità eversive dietro al gesto (Resto del Carlino 27 marzo 2012)

Ripresa del processo Edilpiovra dopo il rinvio in appello da parte della Cassazione. Condanna a Francesco Grande Aracri e il processo era ancora in corso a carico di Sarcone Nicolino. Anche in questi momenti di tensione la consorteria può avvicinarsi a esponenti politici e delle forze dell’ordine. Paolini Alfonso è un vero e proprio rappresentante di Sarcone nei rapporti istituzionali.  Inguì Vincenzo, brigadiere, per potergli parlare della sua deposizione al processo Edilpiovra.

Un altro elemento che caratterizza la consorteria in questo periodo sono i contrasti interni che vedranno Sarcone Nicolino e Diletto Alfonso protagonisti.

L’ultimo elemento, che da il via alla campagna di replica della consorteria a quelli che erano gli articoli che evidenziavano le infiltrazioni della criminalità organizzata. Dai dialoghi intercettati emerge il timore della stampa.

La stampa diventa un elemento di cui occorre occuparsi e sfruttare. La goccia che fa traboccare il vaso è un servizio mandato in onda su Telereggio.

Lunedì 21 febbraio 2012. Viene mostrato in aula il servizio.

(vedere VIDEO 21 FEBBRAIO 2012):
Aemilia: “La cosca reagì ai servizi di Tg Reggio”. (Telereggio 3 febbraio 2017)

Il servizio parla di Brescello e della figura di Francesco Grande Aracri, fratello del boss Nicolino Grande Aracri: arrestato nel 2003 nell’ambito dell’inchiesta Edilpiovra. Arrestato nel 2008 su ordine della procura di Bologna per scontare una condanna di 3 anni e 6 mesi per associazione mafiosa. Tornato poi a Brescello, dove risiede, una volta uscito dal carcere.  Francesco Grande Aracri torna a lavorare alla Euro Grande Costruzioni, l’impresa di famiglia. Nel video Francesco Grande Aracri si infuria nel vedere la telecamera di Telereggio e impugna un bastone minacciandolo. Nella relazione del prefetto De Miro consegnata alla commissione parlamentare antimafia il 28 settembre 2010 Francesco Grande Aracri viene indicato come il riferimento della cosca Grande Aracri nella provincia di Reggio. La cosca continua ad operare soprattutto nei paesi della bassa in primis Brescello e Gualtieri, ma anche Reggio, Bibbiano e Montecchio. Un’operatività fatta anche di fatture false, usura e taglieggiamenti prevalentemente nei settori dell’edilizia e trasporti ma anche nella gestione di locali notturni insieme alla famiglia Muto (Antonio e Cesare) di Gualtieri. Il figlio Salvatore veniva considerato il gestore occulto della discoteca Italghisa. Arrestato nel 2009 per il ritrovamento all’interno del locale di 50 grammi cocaina e cartucce a calibro 12 a pallettoni. Salvatore venne poi prosciolto “perché il fatto non sussisteva”, ma gli inquirenti ritennero comunque che la Italghisa venne utilizzata come paravento per il riciclaggio di denaro sporco e come luogo di ritrovo per la cosca proveniente dalla Calabria. Un anno prima dell’assoluzione Salvatore Grande Aracri è stato arrestato su ordine del GIP di Catanzaro insieme allo zio Ernesto Grande Aracri e ad altri 10 presunti appartenenti alla cosca per un giro di estorsioni ai danni di imprenditori. L’operazione, denominata “Grande Maestro”.

 

Estorsioni, armi e mafia: undici arresti – All’alba di ieri l’operazione dei carabinieri “Grande maestro” contro presunti affiliati alla cosca di Cutro ed alle ‘ndrine ad essa collegate - 26 gennaio 2010

Lo stesso giorno del servizio di Telereggio il 21 febbraio 2012 alle 20.08 vi è una chiamata tra Sarcone Nicolino e Diletto Alfonso. Diletto è allarmato dal servizio televisivo. Il Maggiore Leuzzi legge in aula l’intercettazione.

DILETTO Alfonso: ou!
SARCONE Nicolino: a casa sei?
DILETTO Alfonso: si
SARCONE Nicolino: te l'hai visto Telereggio?
DILETTO Alfonso: no, che è successo?
SARCONE Nicolino: ohi mamma mia! Vedi di prendere questi soldi e andiamocene
DILETTO Alfonso: che è successo? Metti Telereggio, metti Telereggio (DILETTO Alfonso si
rivolge a qualche persona vicino a lui n.d.r.) che è successo?
SARCONE Nicolino: veramente non l'hai sentito?
DILETTO Alfonso: no
SARCONE Nicolino: sentilo alle undici, alle undici o alle dieci, a che cazzo di ora lo fanno di nuovo?
DILETTO Alfonso: che dice, di cosa parla?
SARCONE Nicolino: di te, di te..."neanche i cani" (espressione dialettale n.d.r.)
DILETTO Alfonso: di me? Cosa vogliono da me?
SARCONE Nicolino:...INC...
DILETTO Alfonso: che dice?
SARCONE Nicolino: che deve dire, Peppone, Peppone e la"ndrangheta" dicono
DILETTO Alfonso: Peppone e la 'ndrangheta"? Ah
SARCONE Nicolino: eeee...Brescello, GRANDE ARACRI, tu...ne ha nominato una decina, ne
ha nominato...
DILETTO Alfonso: di cosa parlavano ?
SARCONE Nicolino: sentitelo più tardi...di Bibbiano ha parlato, "neanche i cani"...pausa...dice che negli appalti nelle cose, che ne so che cazzo dice, io
DILETTO Alfonso:siamo, siamo tutti a casa
SARCONE Nicolino:..ride... c'è una fame che si muore
DILETTO Alfonso: ....ride...
SARCONE Nicolino: dice che STIAMO facendo lavori a non finire, dice
DILETTO Alfonso: si?
SARCONE Nicolino: o mamma mia, sono pazzi davvero questi qua...dice che lo dice un pentito lo
dice...
DILETTO Alfonso: il pentito...quale pentito?
SARCONE Nicolino: che ne so io, non so chi cazzo ha nominato qua...sentitelo questa sera,
sentitelo...
DILETTO Alfonso: va bene dai, ok
SARCONE Nicolino: sentitelo vedi a che cazzo di ora è che non lo so, schiaccia e vedi quand'è
l'altro orario
DILETTO Alfonso: va bene dai, ok...ciao
SARCONE Nicolino: hai capito?

 

L’espressione “stiamo” è emblematico. Nel servizio vengono nominati Nicolino, Franesco, Salvatore Grande Aracri. Parlando al plurale, vuol dire che SARCONE Nicolino si ritiene parte di un’unica cosa con i soggetti citati nel servizio e si sente danneggiato.

Il 22 febbraio c’è un altro colloquio tra Paolini Alfonso e Brescia Pasquale. Paolini dice “ho visto Telereggio. Un bel casino. Si è visto Franchinello con un bastone in un cantiere. Hanno fatto vedere immagini non mica belle”.

Anche Paolini e Brescia mostrano dunque la preoccupazione per il servizio. Paolini contatta il politico Giuseppe PAGLIANI e nel frattempo chiama anche Sarcone e fanno riferimento al numero dei possibili voti.

Il Maggiore legge l’intercettazione.

…in sottofondo si sente PAOLINI Alfonso che parla con SARCONE Nicolino
PAOLINI Alfonso: ..INC...però...
SARCONE Nicolino: se si candida un...INC...
PAOLINI Alfonso: mille voti? Non ci sono mille voti?...Mille voti...non sono mille voti?
SARCONE Nicolino: non arrivano a due, trecento...portiamo dieci persone...
PAOLINI Alfonso: vanno dentro...
SARCONE Nicolino: ...INC...

La telefonata da il via ai contatti con Pagliani nelle sue vesti di politico locale. A distanza di pochi minuti Pagliani risponde al telefono. Telefonata molto importante. Viene sentita in aula l’intercettazione.

La telefonata dà dunque il via ai rapporti con PAGLIANI Giuseppe, nelle sue vesti di politico locale.

Dopo i convenevoli, PAOLINI comunica al politico: «…io ho una cosa per te e per noi... ci dobbiamo vedere urgentemente... dobbiamo organizzare una cosa che... se no qua troviamo un altro cavallo.... te lo dico...», ed ancora: «vogliamo a te…».

PAGLIANI accetta immediatamente: «noi ci vediamo venerdì per un caffe…», e PAOLINI: «…si prendiamo un caffè e poi dobbiamo organizzare...con un po' di gente che...conta...con te…dobbiamo fare una cena e dobbiamo parlare di parecchie cose…però devi prenderti in mano tutto tu…»

Paolini contatta Pagliani nel chiaro tentativo di trovare un cavallo da sostenere nelle elezioni. Paolini è incalzato da SARCONE Nicolino.

Il 24 febbraio 2012 Sarcone chiede a Paolini se ha chiamato Pagliani. Paolini gli dice che lo richiamerà subito.

La conversazione tra Paolini e Pagliani:

«…niente... l'altra sera con... degli amici... gente che ti vuole conoscere... insomma... fare un discorsino con te... e siccome stamattina mi avevi detto che volevi prendere un caffè... se vogliamo incontrarci anche pomeriggio... non lo so'... vuoi prendere un caffè?...».
PAGLIANI, evidentemente impegnato, ha necessità di spostare l’appuntamento al successivo lunedì pomeriggio e poi chiede: «…allora...qua da me o vuoi che ci vediamo da qualche parte?...».
PAOLINI risponde: «…no prendiamo un caffè intanto per discutere un attimino dieci minuti non è che ehhh... puoi venire anche qua a Reggio insomma... ma per discutere dieci minuti... e poi organizziamo...poi organizziamo una serata... ehh questi qua è gente che vogliono... io gliel'ho detto... volevano prendere a uno... volevano fare una lista... io gli dico: -una lista?... no che cazzo fate?... lasciamo perdere qua!…non fate un cacchio perché-...ma questo è gente che conta... e vuole.... sostenuta insomma... vuole uno che gli dia una dritta -facciamo così... facciamo così... e facciamo così- …perchè i giornali non possono sempre attaccare... cose che non esistono…così organizziamo una serata... noi con quelli... e decidiamo tutto quello che c'è bisogno da fare insomma…perché qua dobbiamo dare... andare a senso unico non più...e chi si permette ad andare in un altro partito... nessuno ci deve andare…».
PAGLIANI è d’accordo: «per... perfetto... dobbiamo assolutamente tenerli...»

e PAOLINI: «…dobbiamo fare solo una cosa... perchè loro vogliono fare un'altra lista... gli ho detto: -no! lasciate perdere! ci appoggiamo qua a Giuseppe-...questi qua veramente... Giuseppe ti dico sono gente che... i voti ti porteranno in cielo ... guarda... però devi essere tu a consigliare e dire quello che bisogna fare...».
PAGLIANI chiude la conversazione dicendo: «…io... noi lunedì ci vediamo... poi organizziamo anche una serata...».

Questa telefonata tra Paolini e Pagliani avviene su sollecitazione di Sarcone. Fa trasparire quello che poi succederà: un primo incontro e la cena successiva. Dietro la promessa che i voti “TI PORTERANNO In cielo”

Paolini contatta successivamente Sarcone per parlargli della telefonata con Pagliani. Paolini rassicura Sarcone di aver detto a Pagliani le loro intenzioni.

Lunedì 26 febbraio 2012: Diletto chiama Sarcone e chiede “l’hai visto il giornale di Reggio? ogni lunedi fanno il filmato”.

Sarcone non lo ha visto e dice che chiamerà dopo. Alle 11.03 si risentono e Diletto dice di aver sentito il telegiornale di TeleReggio. Il servizio viene mostrato in aula.

(vedere VIDEO 26 FEBBRAIO 2012):
Aemilia: “La cosca reagì ai servizi di Tg Reggio”. (Telereggio 3 febbraio 2017)

Nel video si parla dell’imprenditore Diletto Alfonso residente a Brescello e nipote acquisito di Rosario Grande Aracri (uno dei fratelli del boss) per parte di madre, Giuseppina Muto che è sorella di Silvana Muto moglie di Rosario Grande Aracri.  Telereggio parla di una gigantesca frode fiscale, 20 miliardi di lire, sull’asse Svizzera-Lombardia-Sardegna che prende luce nel 2008 dall’inchiesta della procura antimafia di Milano “Dirty Money”. Si parla dell’arresto di Diletto Alfonso del  2001,insieme ad altre tre persone, per usura ed estorsione ai danni di un imprenditore edile di Gonzaga. Diletto fu assolto nel 2007 “perché il fatto non sussiste”. Secondo gli inquirenti Diletto, “contiguo alla cosca Grande Aracri” e “soggetto affidabile a cui intestare quote societarie”, si era reso disponibile insieme a Francesco Muto per intestazioni societarie fittizie costituendo la ditta DIMU, una immobiliare di Olbia. In seguito a questa inchiesta venne richiesto dagli inquirenti il sequestro dei beni e la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Brescello, ma il tribunale di Reggio rifiutò la richiesta.

Si parla inoltre di Jessica Diletto e della sua presenza nella lista “Forza Brescello” (di Forza Italia) nelle elezioni comunali del 2009 vinte in seguito da Giuseppe Vezzani, PD. Jessica risultò la più votata dalla lista ma mancò al consiglio comunale.

Questo servizio è un altro momento per cui Sarcone insiste per incontrare Pagliani. Sarcone infastidito dai continui rinvii dell’appuntamento da parte di PAGLIANI, chiama Paolini per avere delucidazioni.

«…ti avevo chiamato per un'altra cosa... ma quello di ieri... ma la finiamo di parlare soltanto senza fare niente?...»

e PAOLINI: «…e che domani abbiamo l'appuntamento... ora stabiliamo se in prima mattina.. o nel pomeriggio... mi ha chiamato ieri... poi ve l'ho detto ieri...».
Aggiunge SARCONE: «…guarda che a me non me l'hai detto...».
PAOLINI: «…e me ne sono dimenticato... ho parlato anche con il compare Totò... eravamo in macchina... ora lo chiamo... gli dico se facciamo verso le dieci... dieci e mezza... o nel primo pomeriggio...».
SARCONE: «…eh... e quando ci vediamo... che un appuntamento glielo diamo a queste persone... a chi vuole parlare...». PAOLINI: «…per il momento dobbiamo andare noi... poi  facciamo una sera... e organizziamo con gli altri... e ci parli tu, Gianluigi... Peppe... compare Totò... io... andiamo noi no?...».
SARCONE: «…si ma due o tre gli facevo sentire l'opinione...»
e PAOLINI in chiusura: «…e chiama tu che non c'è problema. chiama tu a chi vuoi... chiama tu... che io adesso lo chiamo e vediamo che orario mi da... va bene?...»

Questo ci fa capire che Sarcone è il promotore dell’incontro con Pagliani e Paolini sia solo un mezzo per arrivare al politico. Sarcone vuole avere una rappresentanza degli interessi mafiosi in ambito politico e istituzionale.

Sarcone e Paolini parlano dell’organizzazione dell’incontro con Pagliani. Paolini dice “è meglio che non lo vedano”, facendo capire la segretezza dell’incontro.

Paolini contatta Pagliani e si mettono d’accordo per incontrarsi presso l’Eurospin.

Dopo due minuti però il PAGLIANI richiama il PAOLINI e gli comunica l’impossibilità di vedersi per il giorno successivo. I due prendono quindi un nuovo appuntamento per il venerdì 02.03.2012, alle ore 11.00.

Pagliani richiama Paolini dicendogli che non riesce ad andare all’incontro e ne fissano un altro.
Siamo all’1 marzo 2012 e l’incontro viene fissato per il giorno successivo alle ore 11.

Mescolini: avete riscontro oggettivo che all’incontro del 2 marzo viene invitato Sarcone Grande Giuseppe?
(uno dei fratelli Sarcone – ndr)
LEUZZI: Non abbiamo riscontro dell’invito del 2 marzo. E’ una valutazione, le telefonate successive ci chiariranno molte cose.
Poi PAOLINI contatta IAQUINTA Giuseppe al quale fornisce le coordinate dell’appuntamento.
IAQUINTA riferisce però di essere impegnato e PAOLINI in chiusura afferma: «…e organizzati dai... siamo sei... sette persone...».
Infine PAOLINI contatta BRESCIA Pasquale chiedendo se ha avvisato «…Rocco…Roccuzzo nostro…» (che verrà poi identificato in GUALTIERI Rocco, consigliere comunale PDL durante l’amministrazione di Delrio ).
Pasquale chiede poi al PAOLINI chi ha invitato e questi risponde: «…e niente siamo quelli... che poi tra noi ci vediamo...». Di fatto, sia IAQUINTA Giuseppe che GUALTIERI Rocco non parteciperanno a questo primo incontro perché impegnati. Dell’assenza di IAQUINTA si lamenta direttamente SARCONE Nicolino, secondo il quale , vista l’importanza della questione, si sarebbe potuto liberare.
La presenza di MUTO Antonio viene dimostrata dalla conversazione del 2.03.2012 in cui MUTO comunica a PAOLINI che giungerà al summit con un po’ di ritardo.

Il 2 di marzo è la giornata in cui avverrà il primo incontro. Alle 9.20 Paolini chiama Brescia per mettersi d’accordo sull’orario. Si riferiscono a Gualtieri Rocco che non parteciperà all’evento ma si sarebbe sentito con Pagliani per la partecipazione.

Paolini chiama Pagliani e gli chiede conferma della sua presenza.

Paolini chiama Muto Antonio classe 55 per chiedergli se sarà presente.

In riferimento a Sarcone Gianluigi, dobbiamo sottolineare che SARCONE Gianluigi il 5.10.11 subisce un’interdittiva nei confronti della ditta Sarcia srl. I soci erano Sarcone Carmine e Giuseppina.

Nel 2011 l'interdittiva "De Miro" (Gazzetta di Reggio 25 settembre 2014)

Altra cosa da sottolineare sono le interdittive a carico della Vertinelli srl che nel testo richiamano l’operazione Pandora.

Il 2 marzo 2012 dopo tanti rinvii si concretizza il primo incontro tra Pagliani e gli esponenti della consorteria reggiana. incontro fortemente voluto da Sarcone Nicolino nel suo ufficio.

Alle 11.13 Sarcone Nicolino contatta il fratello Gianluigi per dirgli di venire anche lui all’incontro con Pagliani.

Paolini Alfonso e Muto Antonio classe 55, telefonata importantissima in commento dell’incontro avuto con Pagliani:

MUTO afferma: «…compà la cosa di oggi... o che si segue e la mandiamo avanti... e qua facciamo una forza davvero... davvero...perchè oggi come oggi bisogna farla... se no... qua... a Reggio Emilia... ormai ci... hanno massacrato... compà...»
e PAOLINI di contro: «…secondo me dobbiamo farla con Giuseppe... altre persone non ce ne sono che ci possono sostenere... secondo me o no?...».
MUTO Antonio concorda: «…noooo no... c’è solo lui... solo lui... perché poi gli facciamo una forza quand'è che sarà... le votazioni... compà...solo lui lo può fare e nessuno più...».
MUTO è convinto della necessità di avere appoggio nell’amministrazione comunale perché «…la potenza è là…hai capito?...».
PAOLINI allora aggiunge: «…no no mandiamo avanti... ora noi... senza altre persone... la mandiamo avanti noi... se la vogliono mandare...si può lavorare... e non l'avete sentito qua... che ha detto PAGLIANI... - io sono amico di Antonio, di Alfonso e di Pasquale... io non è che sono venuto!-... e ha detto -bello bello-... va bene…».

Riferimento al periodo storico con la campagna mediatica contro la ndrangheta e il lavoro della prefettura con le interdittive. Dietro l’aiuto che il Pagliani poteva fornire, Muto risponde “c’è solo lui, solo lui lo può fare”.

 

Riferimento a SALERNO SALVATORE, imprenditore cutrese che è il proprietario dell’immobile dove si stava tenendo l’incontro, nell’ufficio di SARCONE Nicolino. Paolini esclude di appoggiarsi politicamente a Salerno Salvatore ma di fare affidamento a Pagliani.

 

Piccolo passo indietro. Torniamo al servizio di Telereggio del 26 febbraio 2012. Il 27 febbraio vediamo che Diletto chiama Sarcone commentando il servizio. I due servizi, quello del 21 e del 26 febbraio, richiamano un articolo dell’Espresso pubblicato il 20 febbraio online e 23 febbraio su cartaceo di Giovanni Tizian in cui il giornalista parla di Peppone e la ndrangheta:

Addio Peppone, ora c'è la mafia

Diletto scrive una email a Telereggio lamentandosi che nel servizio era stata ingiustamente coinvolta la figlia Jessica. Nel servizio si diceva che la figlia Jessica era stata candidata alle elezioni comunali di Brescello e la prima dei non eletti. Il 27 febbraio Diletto scrive questa email. Il 29 ne scrive un’altra la figlia Jessica. Lamentele ingiustificate perché nel servizio si parlava di dati e notizie storiche e contenute nella relazione del Prefetto.

Jessica Diletto chiede un incontro con il direttore di Telereggio, Gabriele Franzini, per chiarire la situazione. C’è una sorta di velata minaccia. Il 28 febbraio Franzini dice di non aver diffamato nessuno. Diletto lo querela per diffamazione. Franzini gli offre la possibilità di fare un’intervista.

Il 5 marzo 2012 Diletto chiama Telereggio e chiede di parlare con il direttore Franzini che però è impegnato e Diletto lascia il proprio recapito. Alle 19.26 Diletto viene richiamato da Franzini e Diletto dice che vuole parlargli perché non ha gradito ciò che è stato detto sulla figlia. Franzini è disposto ad andare a Brescello per intervistarlo. Diletto rifiuta e vuole andare presso la sede dell’emittente.

Il 6 marzo Paolini chiama Gibertini Marco, giornalista di Telereggio. Paolini gli chiede chi è il direttore di Telereggio, Gibertini dice che è Bonacini. Paolini e Sarcone Nicolino vanno da Gibertini per prendere informazioni su Telereggio, su Bonacini. Non si hanno ulteriori riscontri. Desumiamo che Diletto arriverà all’Eurospin e si incontrerà con Paolini e Sarcone che stanno rientrando dall’incontro con Gibertini. Lo capiamo dalle intercettazioni.

Emerge dalle intercettazioni che all’incontro che Diletto aveva richiesto a Franzini, Diletto va in compagnia di Gianluigi Sarcone.

Diletto: Questo che stiamo facendo noi lo doveva fare la Reggio Bene
Sarcone Nicolino: la Reggio Bene siamo noi
Diletto: Quando hanno tutti i cazzi loro come se ne fottono

Non vedono i servizi di Telereggio come una questione contro Diletto ma contro tutta a consorteria e vogliono per questo agire in gruppo.

Telefonata tra Paolini e Brescia in cui commentano l’incontro. Parlano anche di Iaquinta Giuseppe “è arrivato con la macchina del figlio, la Porsche. Ho detto chi cazzo è questo con sta macchina? Sto rincoglionito? E invece era lui”.

Incontro di Diletto Alfonso e Sarcone Gianluigi presso la redazione di Telereggio è dunque un argomento discusso molto all’interno della consorteria.

Telereggio, l’indomani dell’operazione Aemilia, manda in onda un servizio il 30 gennaio 2015. Il servizio viene mostrato in aula.

 

(vedere VIDEO 30 GENNAIO 2015):

Aemilia: “La cosca reagì ai servizi di Tg Reggio”. (Telereggio 3 febbraio 2017)

 

Il servizio parla delle intercettazioni,sopra riportate, tra Sarcone Nicolino e Diletto in merito ai servizi di Telereggio. “Cosa vogliono da me” chiede Diletto. “Ti hanno trattato peggio dei cani. Prendi sti soldi e andiamocene” dice Sarcone. Si parla dei contatti con Dall’Aglio, da cui Diletto pretendeva una rettifica:

DILETTO: se tu vai su internet... metti Telereggio...guarda che ti esce. Guarda che loro no...parlano di mia figlia come quando...lascia sta...mettono a me...a me non è che mi mettono come...sono stato tutto assolto, tutto...però no...da fastidio che Forza Brescello come quando che l'ho fatta io capito?

DALL'AGLIO: eh ma io sono stato... ho letto ieri l'articolo che c'era sull'Espresso... la... settimana scorsa...

DILETTO: anche su quello lì...

DALL'AGLIO: eh... ho visto l'articolo, tirano in ballo la lista però, io...cioè voglio dire, alla fine...io non ho mica fatto niente di male...nessuno ha fatto niente di male...

DILETTO: appunto...

DALL'AGLIO: c'è una lista e basta...fanno nomi e cognomi, che non è molto bello... adesso voglio fare sentire anche al maresciallo cosa dice perchè...io poi

DILETTO: no... ma il Maresciallo di Brescello che cazzo vuoi che dice... lui fa sempre eh...no ci può fare niente, non ci posso fare niente.

DALL'AGLIO: beh, insomma, adesso magari passo un attimo voce, devo un pò per quale motivo han tirato in ballo la nostra lista che non c'èntra proprio un bel niente. Poi tra l'altro io son capolista quindi sono anche responsabile.

DILETTO: Ti do il numero dell'avvocato e ci chiami che sta preparando una diffida, così la firma mia figlia e poi magari...

 

Si parla dell’incontro con Franzini presso la redazione di Telereggio con Diletto e Sarcone Gianluigi. Diletto se la prese con Telereggio, i giornali, le cooperative, la Camera di Commercio, il prefetto De Miro. Sarcone tenne un comportamento aggressivo e quando l’aggressività superò il livello di guardia Franzini lo invitò ad uscire. Dopo quell’incontro non ci furono smentite da parte di Telereggio. Poco più di due mesi dopo, il 18 maggio del 2012 Diletto sporse querela contro di me ai Carabinieri di Brescello.

Tornando alle fasi preparatorie di quello che sarà l’incontro con Pagliani del 21 marzo, il 6 marzo Paolini chiama Pagliani per fissare una data. Nel corso dell’incontro del 2 marzo si era già pianificato di incontrarsi nuovamente.

“Quando ci muoviamo prossimamente” chiede Paolini a Pagliani. Paolini dice “ho un altro amico di Brescello che ha anche bisogno di muoversi là”. Pagliani “giovedì o venerdì ci sentiamo e ci mettiamo d’accordo”. Il riferimento all’amico di Brescello è Diletto Alfonso.

Alle successive 14.48 si registra una importante conversazione fra l’avv. Arcuri Caterina e Paolini. L’Arcuri è di origine cutrese, avvocato ed esponente del pdl in precedenza.
“Vogliamo fare una cosa, perché tutti i giorni è contro di noi”

“Facciamo qualche riunione, tu sei disponibile?”, chiede Paolini alla Arcuri che da la sua disponibilità. La Arcuri, originaria di Cutro, in quel periodo militava nel PDL.

Arriviamo al 15 marzo 2012 e partono i primi contatti organizzativi per la cena del 21 marzo. Si parla anche di Gualtieri Rocco, consigliere comunale del PDL. La Arcuri chiama Paolini per chiedere se ci sono novità. Arcuri dice di aver sentito Pagliani e Paolini dice "devi venire con noi, anche Rocco (Gualtieri) è con noi".

“C’è gente elevata adesso. Non èi pù gente che fa solo i cazzi suoi” dice Paolini all’Arcuri.

Paolini contatta Sarcone Nicolino chiedendo dove si trovi: Sarcone risponde di essere in ufficio e Paolini lo raggiungerà presso l’ufficio e alla sua presenza alle 11.21 proverà a contattare Pagliani senza ricevere risposta. Alle 12.06 Paolini richiama Pagliani e questo risponde dicendo che richiamerà. Pagliani chiama Paolini per fissare il giorno della cena.

Telefonata importante perché si evincono i termini del tema che sarà affrontato nella cena. Parlano della Masini e degli attacchi che Pagliani ha fatto alla Masini. Poi si mettono d’accordo per fissare incontro. In merito a cosa dirà Pagliani in relazione alla stampa, è palese che Pagliani non è stato invitato a questa cena, ma è tra gli organizzatori della cena. E’ palese.

Telefonata tra Brescia e Sarcone che dice “Devi avvisare a Rocco Gualtieri, abbiamo preso l’appuntamento per mercoledi. Alle 8 al tuo ristorante”.

“Quelli che possono spendere una parola, i più seri, i più puliti", così vengono definiti gli imprenditori non colpiti da interditive antimafia. I più puliti sono quelli che non sono sotto l’occhio del ciclone delle interdittive. Giglio e Vertinelli erano già stati colpiti dalle interdittive. Brescia no. Giglio e Vertinelli pur avendo un ruolo importante nella cosca reggiana non partecipano all’evento, proprio perché sotto l’occhio del ciclone.

Paolini contatta nuovamente Pagliani per avere conferma della partecipazione. Pagliani avvisa l’Arcuri che conferma la presenza.

Alle 18.56 Alfonso Diletto chiama Paolini, comunicando che prenderanno parte una ventina di "camionisti". Paolini si dimostra contrariato: “non ci servono, le persone li chiami, tutte le persone devono sapere i cazzi tuoi, scusami, eh?”.
PM: Diletto come viene a sapere della cena?
Diletto era stato fuori dall’Italia ed era tornato la sera prima della cena. Rientra in virtù della cena.

Paolini, che anche lui non è d’accordo sul far presenziare molta gente a questa cena, avvisa il “regista” Sarcone Nicolino.

Telefonata tra Paolini e Sarcone. Paolini e Sarcone convengono che quello che dice Diletto non va bene, ovvero fare presenziare tante persone e la frase che dice Sarcone “ma non ci vuole la forza. Dobbiamo parlare, dobbiamo fare”. La questione si ricompone successivamente.

“Eravamo 12 o 13 persone. Questo si presenta, ora glielo dico. Se lo vuole capire lo capisce” dice Paolini su Diletto. Infatti è Paolini che chiama Diletto per riportarlo sulle intenzioni iniziali, ovvero non allargare troppo i partecipanti.

Si ritroveranno, come in altri casi, tutti insieme i maggiori esponenti della consorteria. E’ il 20 marzo, giorno prima della cena. Si incontrano Paolini, Diletto, Sarcone Nicolino e il fratello Gianluigi.

Da altre risultanze emerge che in questo incontro ci sarà il tentativo di ricomporre dissidi tra Villirillo e Gentile.

21 marzo. Numerosi contatti. Paolini chiama Brescia chiedendo se ha chiamato Rocco Gualtieri. Brescia vuole sapere quanti tavoli deve preparare per la cena. “Secondo me ti conviene tenere la saletta per essere più riservati” dice Paolini “mettili tutti e tre vicini”. I tre di cui parla sono i tre politici. Paolini dice “sistemalo tu a Pagliani, con Arcuri e Rocco vicino”.

Si parla anche di Isabella Trovato, giornalista di Teletricolore. Brescia la chiama per invitarla alla cena.

Viene chiamato anche Muto Antonio. Paolini dice “prima avevamo detto tra noi. Ora ci sono un’altra decina di persone. Gli ho detto fate quello che volete. Io gli ho detto a Pasquale che era meglio se eravamo meno. Gli ho detto di riservare la saletta per stare tranquilli”.

CARUSO: una cena riservata e chiamano la giornalista?
LEUZZI: La giornalista dirà il perché ha partecipato a questa cena.
CARUSO: partecipa perchè la invitano?
PM: Non per fare un servizio
CARUSO: e’ un punto di interesse

Brescia Pasquale parteciperà non come titolare del locale, ma come partecipante vero e proprio della cena.

Si parla di sistemare un tavolo a L per una trentina di persone. Isabella Trovato, giornalista, chiama Brescia per confermare la sua presenza alla cena.

CARUSO: quindi Brescia non fa gli onori di casa?
LEUZZI: no

Alle ore 20.37 Sarcone Nicolino arrivato al ristorante, confermandosi ancora una volta il regista dell’incontro, contatta un po’ tutti. Chiama Brescia Pasquale nell’attesa Sarcone esclama: “A Michele non gli ho detto niente a Colacino, se viene lui solo lui parla e avete finito di parlare.”

Sarcone chiama Iaquinta Giuseppe, si percepisce in sottofondo la voce di Pagliani Giuseppe. Quindi alle 20.49 Pagliani è già seduto al tavolo per la cena. Sarcone commenta sarcasticamente l’assenza di Iaquinta lamentandosi del fatto che fosse stato assente al precedente incontro quello del 2 marzo.

Pagliani dice in sottofondo “loro hanno continuato a indebitare la società” ma non capiamo a chi si riferisse.

Telefonata tra Iaquinta e Sarcone. “che figura facciamo qui? Ogni volta facciamo non ci sei mai. Lo vuoi evitare a questo qua?” (il politico). Iaquinta dice di essere stato a Milano e vuole sapere quante persone ci siano alla cena e se hanno già iniziato.

“Sostanzialmente dice tu sei una persona che grazie a tuo figlio, sei una persona conosciuta, almeno ci sei tu, siamo ben considerati” (il senso della frase) - riferito a Iaquinta Vincenzo.

Anche Paolini chiama Iaquinta affinchè si rechi al ristornate, in sottofondo si sente la voce di Sarcone, Gualtieri Rocco e Pagliani.

Viene fatta sentire la telefonata fra Paolini e Iaquinta Giuseppe. Nel sottofondo Pagliani, Rocco Gualtieri e Sarcone Nicolino.

In sottofondo Pagliani dice “sanatorie” Gualtieri risponde “c’è anche la..” Sarcone dice “a Michele l’hai chiamato’” rivolgendosi a qualcuno dei presenti. Si riferisce a Colacino Michele. Si parla di Bini, allora presidente della camera di commercio, che aveva denunciato l’infiltrazione della ndrangheta emiliana nel mondo dell’autotrasporto, Colacino  Michele subisce una interdittiva antimafia ed è un imprenditore dell’autotrasporto.

“Bini è il suo uomo. Quello che io voglio, farla questa battaglia contro Bini”, dice Pagliani in sottofondo. Bini viene individuato come uomo di punta della presidente della provincia, Sonia Masini.

Già in questo periodo c’era un contrasto tra Pagliani e il presidente della provincia Sonia Masini. Sostanzialmente quando abbiamo visto “ho degli attacchi sulle infiltrazioni, ho fatto una raccolta di articoli di giornali…” si vede un’altra volta qual è l’intento.

Si vede ancora l’intento, ovvero fare quello che gli chiede la consorteria emiliana, contrastare questa “offensiva” mediatica e istituzionale che in quel momento c’era e che denunciava le infiltrazioni.

Colacino Michele non viene invitato. Viene fuori quando si inizia a parlare di Bini. Se Pagliani dice che è contro Bini e che vuole attaccarlo, Sarcone dice chi meglio di Colacino può venire a dire cosa hanno subito gli autotrasportatori? Dato che Colacino, lavorando nel mondo degli autotrasporti, ha avuto una interdittiva.

Telefonata tra Paolini e Iaquinta. Paolini dice “c’è Giuseppe (Pagliani) che ha bisogno pure di te che ti deve fare certe domande su Reggiolo”.

Diletto Alfonso sollecita l’arrivo di Muto Cesare. Sarcone chiama intanto Colacino Michele che non risponde. Subito dopo Sarcone gli invia un sms “RSP è urgente”. Sarcone richiama Colacino ma non riusciranno a parlare a causa della linea disturbata. Sarcone gli scrive “vieni urgentemente”.

Alle 23.32 Sonia chiama Pagliani. E le riferisce che hanno quasi terminato e che l’avrebbe chiamata dopo.

Successivamente Pagliani racconta a Sonia cosa si sono detti durante la cena.

Al termine della cena, quando è stata da poco superata la mezzanotte, PAGLIANI Giuseppe commenta la fidanzata, quanto accaduto in serata:
SONIA: eh
PAGLIANI Giuseppe: amore, è venuto tardi eh?
SONIA: uh uh uh
PAGLIANI Giuseppe: non mi lasciava più andare via
SONIA: uh
PAGLIANI Giuseppe: e mi hanno raccontato le testimonianze pazzesche..pazzesche su tangenti che le cooperative si facevano dare da loro per raccogliere dei lavori.. guarda che la cooperativa grossa è una mafia schifosa, con roba da processo, veramente una roba schifosa.. ho saputo più cose stasera che in 10 anni di racconti sull'edilizia reggiana! perchè questi sono
la memoria dell'edilizia degli ultimi 30 anni eh!
SONIA: uh
PAGLIANI Giuseppe: a Reggio han costruito loro eh! tutto eh!
SONIA: uh si
PAGLIANI Giuseppe: "dove non eravamo noi manu..manovali eravamo piccoli imprenditori.... dove non eravamo appaltanti delle cooperative eravamo subappaltanti" cioè è difficile trovare un edificio dove non ci siano stati un pò di cutresi a costruirlo eh! davvero eh nano!
SONIA: eh!
PAGLIANI Giuseppe: lo sai?
SONIA: uh..si
PAGLIANI Giuseppe: no, è stato molto molto molto importante.. vogliono usare il partito
SONIA: uh
PAGLIANI Giuseppe: non vogliono usare altre linee, vogliono usare il partito, proprio il.. il PDL per andare contro la MASINI, contro la Sinistra, anche per la discriminazione.. dice: "fino a ieri noi gli portavamo lavoro, eravamo la ricchezza di Reggio..con tutto quello che ne concerne.. oggi ci hanno buttati a terra via come se fossimo dei preservativi usati?" vero eh!
SONIA: uh uh uh
PAGLIANI Giuseppe: capito amore?
SONIA: eh! la MASINI poverina fa meglio a fare le valige!
PAGLIANI Giuseppe: adesso gli faccio una cura come dio comanda!
SONIA: eh...
PAGLIANI Giuseppe: adesso le faccio una curetta giusta eh lei!
SONIA: uh uh
...Omissis.. dalle ore 00:28:20 fino alle ore 00:31:07...
PAGLIANI Giuseppe: è stato bello, mi hanno raccontato una roba da processo!
SONIA: eh
PAGLIANI Giuseppe: una roba da processo.. cioè mi aspettavano proprio a.. mi aspettavano
proprio per raccontarmi, capito? tutta questa roba qua!
SONIA: uh.... e bisogna che ci rincontriamo anche a VIANO
PAGLIANI Giuseppe: eh, hanno, bisogna che ci programmiamo velocemente l'incontro a VIANO eh!
SONIA: eh
PAGLIANI Giuseppe: no, non bisogna mica mollare niente eh!
...Omissis dal minuto 00:31:38 fino alla fine del brano...

La telefonata si commenta da sé. Lui parla e dice che gli hanno raccontato di tangenti e appalti. Noi non riscontriamo denunce da parte di Pagliani in merito a ciò che ha ascoltato quella sera. Poi dice “vogliono usare il partito per contrastare la Masini”.
E’ OVVIO DUNQUE L’ARGOMENTO.

Possiamo ricavare dei dati: Pagliani si è intrattenuto alla cena circa 4 ore; non si è trattato di un incontro pubblico, è chiarissimo perché i soggetti che hanno partecipano sono stati invitati, non poteva partecipare chiunque; la cena, quando si parla della saletta, vede circa 40 persone, ma mai il numero che verrà detto di circa 80 persone.

Secondo commento, dopo quello di Pagliani, il giorno successivo. Paolini Alfonso chiama Brescia per commentare la cena. Emerge la presenza di alcune persone non gradite. Floro Vito Selvino e Palermo Alessandro.

Frase molto importante che conferma ciò che è stato detto anche tra Pagliani e Sonia “vuole che si espone il partito direttamente, il partito si può esporre direttamente? Questi ragionano come le capre” Brescia risponde “può fare da supporto”. Pagliani non può dunque usare direttamente il partito ma in qualità di persona politica può racimolare voti. Contestano ciò che dice Gianluigi Sarcone che vorrebbe che si esponesse il partito.

Il 23 marzo Pagliani chiama l’avvocato Sarzi Amadè, avvocato vicino al PDL. Pagliani commenta la cena.
“c’era gente che a me non piaceva. Un conto sono questi che non erano invitati. Il Muto non è venuto… a me non piace fare sta roba. Non mi piace Palermo. Perché è uno che vive, naviga a mezza costa. No no no no e no. Io non farei nessun comunicato adesso assolutamente. Prima fai la manovra che attacchi tutto pesantemente  pesantemente per quanto riguarda Bini e gli autotrasporti, ho fatto la querela contro Bini e contro Sky. La querela non è archiviata, sono state dette tutta una serie di grandi cazzate”

Sarzi Amadè è un partecipante alla cena e partecipa in qualità di difensore dei Muto (non Muto Antonio classe 55). Ma i Muto di Gualtieri, gli autostrasportatori. Dice che ci sono persone che non gli piacciono, Palermo, Selvino, Sarcone Nicolino. Quindi Pagliani fa un commento mentendo, perché dice “ma quelli sono arrivati dopo, non erano invitati”

Sarzi Amadè “io sono di questo avviso. Le mosse devono essere fatte come Dio comanda, non possiamo permetterci di fare cazzate. C’era gente che a me non piacciono”
PAGLIANI: Chi sono?
SARZI: Sarcone ad esempio, quella gente lì a me non piace, proprio per niente. Gli autostrasportatori fanno la loro, querelano quello che devono querelare. C’è gente che è rovinata. Bini va inchiodato perché vuole fare il sindaco di Reggio. ‘sto Bini qua ho bisogno di qualcuno che mi faccia una indagine su Bini, preciso puntuale su tutto, un dossier. Hanno un prefetto che fa della roba da manicomio, tutte le relazioni sono fatte a cazzo.
SARZI: Mi fai quel servizio, ci sei? (In riferimento al dossier su Bini) Voglio quel dossier su Bini, devi recuperarmelo a costo di farglielo rifare.
PAGLIANI: Adesso qualcosa riesco a trovare.

Sarzi Amadè non è a conoscenza del primo incontro del 2 marzo. Non sa che Pagliani ha partecipato a un altro incontro riservato con Sarcone di cui adesso Sarzi Amadè si sta lamentando. Pagliani mente.
E’ chiaro che vi siano interessi da Sarzi e Pagliani e si consultano sul fatto di fare un articolo o un comunicato. Adesso vogliono attaccare Bini sul mondo dei trasporti.

Sarzi Amadè chiama Caiazzo Felice, Sostituto Commissario di Reggio, per prendere accordi per il deposito della querela.

Pagliani contatta Filippo Berselli, senatore PDL. Con Rocco Gualtieri per una questione importante, “dovrei quando hai tempo rubarti cinque minuti”. “Ci mancherebbe altro”.

Si accordano per incontrarsi, Berselli, Rocco Gualtieri e Pagliani. Riteniamo si sia parlato dell’incontro del 21 marzo.

Riscontriamo un altro episodio sintomatico. 31 marzo 2012, vi è la necessità di raccogliere le firme per una lista del comune di Campegine per Forza Italia ma sono in difficoltà nel raggiungere il quorum. Pagliani alla fine dei conti, siccome ricorda che a Campegine c’è il ristorante il Portichetto frequentato da calabresi, chiede aiuto a loro. E Chiama Paolini.

Pagliani dice a Paolini: “a Campegine abbiamo qualcuno? Noi di firme un po’ ne abbiamo ma dobbiamo presentare la lista.”

Si deve dunque cercare qualcuno per raccogliere firme.

Paolini dice che non è la sua area e chiede aiuto a Diletto Alfonso, lo chiama e gli chiede se conoscono qualcuno a Campegine.

Nonostante i tempi stretti riescono a raccogliere le firme. Pagliani manda un sms al candidato sindaco “abbiamo raggiunto le firme sufficienti”.
IMPORTANTE. perché in questo caso abbiamo l’opposto: dopo l’incontro chiede lui una cortesia.

9 maggio 2012: conversazione tra Muto Antonio classe 55 che chiama Pagliani che non risponde. In sottofondo registriamo il commento di Sarcone Nicolino, in compagnia di Paolini. Si lamenta di non aver avuto più notizie da Pagliani “possiamo sapere che dobbiamo fare? Dobbiamo sapere di che morte dobbiamo morire? Parlano delle serate ma poi non lo vedono più”

Muto Antonio dice a Pagliani: “io ti chiamavo per questo. Dall’ultima volta non ci siamo più visti. Più di uno mi chiede ma non ci vediamo piu?

Pagliani: ci mettiamo d’accordo per vederci la prossima settimana. Non mi sono dimenticato di niente!

Noi non avremo riscontro che questo incontro ci sia stato.
Il 10 giugno si decide di chiudere l’attività di intercettazione perché la mole di lavoro era talmente tanta che non riuscivamo a seguire tutto. Avevamo tantissime intercettazioni attive. Anche se l’indagine è andata avanti fino al 2014. La squadra scrive l’informativa che riguarda tantissimi temi e personaggi. Io arrivo nel novembre 2012 e inizio a essere delegato a un’attività di ascolto. Molte cose non erano state utilizzate, sono evidenzie che noi come reparto, il mio reparto non aveva ancora ben compreso. Abbiamo dovuto riascoltare tutto.

Ore 14.00 – pausa pranzo

15.15 riprende l'udienza.

Il maggiore Leuzzi riprende la sua testimonianza.
Vorrei precisare un fatto che avevo detto in premessa: sarà trattato dal prefetto successivamente, che la lettera minatoria non ho detto quando è successo: il 20 di marzo 2012, alla vigilia della secondo incontro e quindi della prima cena. Bisogna sottolineare che il 13 di marzo a RE il prefetto convoca una riunione: il comitato della sicurezza pubblica alla quale invita il procuratore distrettuale alla quale partecipa anche la procura dove si fa il punto della situazione in virtù di quello che era l’aria che si respirava a Reggio Emilia.

Questo discorso noi indirettamente, in questa riunione, lo apprendiamo in un commento di una telefonata del 15 marzo 2012, parliamo di tre giorni dopo. In quella sede era successo che l’ufficio di procura dava atto al prefetto De Miro che era stato creato un gruppo di carabinieri che si occupasse delle infiltrazioni della ndrangheta in provincia di Reggio.

Durante la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, emerge un discorso che doveva rimanere riservato in quella sede, ovvero il fatto che si è creato un gruppo di carabinieri che si occupasse di ndrangheta. Ma non rimane segreto, perché l'ISPETTORE CAIAZZO, sotto intercettazione, ne parla al telefono.

Tornando all’inizio dell’estate 2012, il 5 luglio a seguito delle segnalazioni dei carabinieri al prefetto, che con un servizio di ocp vengono notificati divieti di armi, in mancanza di requisiti morali, nei confronti di personaggi che avevano partecipato alla riunione. I provvedimenti riguardano: Brescia, Iaquinta Giuseppe, Muto Antonio, Paolini Alfonso.

Nella nota del decreto emesso dalla prefettura. Vista la nota (dei carabinieri, in cui si fa riferimento alla presenza di alcuni personaggi alla cena del 21 marzo) vengono meno i requisiti morali per la detenzione di armi. Ci sono stati ricorsi al tar.

Una volta arrivati questi divieti di detenzione armi, questi personaggi devono cedere queste armi a qualcuno. Paolini, precedentemente a questo decreto, cede le proprie armi all’Ispettore Franco Strada.

C’è anche un’altra circostanza particolare che è quella della cessione delle armi di Antonio Muto, fucile che era stato acquistato da Domenico Mesiano, allora autista del Questore. Intrecci particolari che riguardano la cessione di armi.

Paolini Alfonso chiama subito Sarcone per metterlo al corrente di questa situazione.
Se ne occupano i carabinieri di Parma perchè Sarcone era attenzionato da un altro reparto in merito a estorsioni che Sarcone faceva con Siilipo Antonio


PAOLINI Alfonso:- oggi m'hanno fatto un notifica...alle 12.30..
SARCONE Nicolino:- Che notifica?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh eh...poi ti spiego...ah ah ah..e va bene..ti fanno ridere..guarda...
SARCONE Nicolino:- è?!?
PAOLINI Alfonso:- Ti fanno ridere!
SARCONE Nicolino:- Che è?!?..va male?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh?!?
SARCONE Nicolino:- Una cosa?!?
PAOLINI Alfonso:- Nooo...ci hanno...dice che se entro un mese non faccio ricorso..mi tolgono tutte le armi!..
SARCONE Nicolino:- Ti tolgono le armi?!?!
PAOLINI Alfonso:- Si perchè cammino con te...cammino con Floro Vito Giuliano..coso..Giuseppe...con Michele!..ah! ah! ah!..c'ho detto?! ma vi dovrei ammazzare io?!?
SARCONE Nicolino:- Pure con me?!?..c'è scritto il mio nome?!?...
PAOLINI Alfonso:- E...tu sei in prima fila tu!!!
SARCONE Nicolino:- Ah madonna!!...
PAOLINI Alfonso:- La scimmia…
SARCONE Nicolino:- Ma la Polizia o i Carabinieri?!?
PAOLINI Alfonso:- Carabinieri!...però ce l'ha mandato il Prefetto...quella puttanona!!!...
SARCONE Nicolino:- Mah!!!
PAOLINI Alfonso:- Si è fatto la fotocopia Luigi….

SARCONE Nicolino:- E che giorno è il 21/03...e qual'è il problema?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh qual'è il problema?!?....il problema è il suo...che cazzo me ne fotte a me..c'ha messo la "Scimmia"...a te..a Peppe...a Gianluigi...Michele..al fratello di Giulia...a Giuseppe...pure da Pasquale sono andati...
SARCONE Nicolino:- la madonna!...
PAOLINI Alfonso:- Eh..m'ha detto Pasquale...che m'ha chiamato...che io c'ho detto che stavo andando la...m'ha detto...compà sono venuti!! e m'hanno fatto tornare indietro che m'hanno portato qua al ristorante...m'ha detto che colpa ne ho se quello viene e mangiare qua?!...io ora me ne vado se no ci troviamo un ristorante più "pulito"....c'ho detto...che poi per quante volte andiamo noi al ristorante....ah ah ah...mannaia la madonna...ah ah ah...
SARCONE Nicolino:-Oh...mmm...
PAOLINI Alfonso:- Oi l'hanno fatto pure a Peppe...oi mamma....ah ah ah...mi scappa da ridere a
me...guarda..
SARCONE Nicolino:- Ed ora che cazzo fanno!!?....non ci sto capendo niente...
PAOLINI Alfonso:- Ma che casino...mamma mia...questa è quella puttanona li!!!.. (Prefetto)

In questa telefonata tra Paolini e Sarcone c’è un riferimento a Giuseppe Pagliani. A un certo punto, dopo aver discusso del decreto della De Miro, dicono che bisogna farsi consigliare. Sarcone dice “chiama a quello e gli dici ma come cazzo dobbiamo fare? Ci hai abbandonato pure”. E’ passato un po’ di tempo da quando si erano visti.

PAOLINI Alfonso:- Abbandonare...m'ha spiegato un pò Rocco...la..la faccenda..
SARCONE Nicolino:- Si stanno spaventando per quello...
PAOLINI Alfonso:- Nooo...c'è anche un problema nel partito...stanno creando problema nel partito...me l'ha spiegato un attimo..ma non a livello dei "nostri"...tra loro...ma lo chiamiamo e facciamo...organizziamo di nuovo se no davvero questo...
SARCONE Nicolino:- E c'era pure mio fratello?!?
PAOLINI Alfonso:- No Peppe non c'era!....Gianluigi

C’è un’altra telefonata dove Paolini chiama Sarcone per parlare di come liberarsi adesso delle armi. Paolini le cederà all’ispettore Strada.

Sarcone non è il diretto interessato sul divieto alla detenzione di armi. Ma lui diventa nuovamente il regista su come rispondere a questo decreto del prefetto. Parlano di Pagliani e del fatto che vogliono chiamarlo in qualità di avvocato per risolvere questa situazione

SARCONE Nicolino:- ma dimmi una cosa?!! ma siccome mi sono informato e dobbiamo trovare ad una persona di qua...
PAOLINI Alfonso:- eh
SARCONE Nicolino:- e secondo me proprio a lui chiamiamo! a questo qua, come si chiama?! A quest'avvocato a Giuseppe…
PAOLINI Alfonso:- PAGLIANI?
SARCONE Nicolino:- eh! perchè ci deve dare un appuntamento da avvocato….non c’entra niente ne politico e ne niente! da avvocato! così con lui risparmiamo anche qualche soldo no!?
PAOLINI Alfonso:- e glielo diciamo! ma lui non è penale è lo stesso?
SARCONE Nicolino:- e va be a noi un appuntamento ci deve dare! noi vogliamo andare noi, almeno io!, voglio andare la a parlarci se per lui è possibile!
PAOLINI Alfonso:- penso di si! pensi di si! lo chiamo dai!
SARCONE Nicolino:- penso che fa una lettera…. non lo so che deve fare a titolo informativo ....
PAOLINI Alfonso:- e.....e lo facciamo non ci sono problemi!
SARCONE Nicolino:- e figurati se la ricordo io! però lui quel PAGLIANI…la data l’ha segnata sicuramente che quelli camminano con le agende!...
PAOLINI Alfonso:- ah questo è anche vero!
SARCONE Nicolino:- e lo dobbiamo chiamare che con lui sappiamo più di qualche cosa!
PAOLINI Alfonso:- adesso lo chiamo dai! va bene?
SARCONE Nicolino:- Lo chiami?
PAOLINI Alfonso:- Si adesso lo chiamo! fammi chiudere il cancello e lo chiamo!

 

Il 16 luglio Paolini chiama Pagliani per chiedergli un incontro così come chiesto da Sarcone. Lo desumiamo dal fatto che nell’agenda di Pagliani c’è l’appunto per il giorno 17 con il numero di Sarcone. La seconda circostanza è che viene intercettata una chiamata tra il collaboratore di Pagliani e Sarcone, per fissare l’appuntamento. Viene fuori che Sarcone doveva recarsi da solo nello studio dell’avocato Pagliani. Si sente con Paolini che alla fine lo accompagna.

Il 24 luglio, telefonata tra Paolini e Sarcone. Parlano ancora di Pagliani e trattano sempre la questione del ricorso per il divieto di detenzione armi.

Il ricorso che viene fatto viene firmato dall’avvocato Sarzi Amadè, depositato ad agosto, con allegato una lettera scritta da Pagliani.

Contenuto della lettera di Pagliani. Pagliani dice come è andata la cena e il suo ruolo in quell’occasione.
Nella lettera Pagliani dice di essere andato alla cena in quanto invitato. Sarzi invece lo smentisce dicendo che Pagliani era tra gli organizzatori. Contrapposizione che emerge anche attraverso la stampa. La lettera viene firmata, se non erro, anche da Rocco Gualtieri, oltre che da Giuseppe Pagliani.

La lettera:

“Sono stato invitato insieme ai colleghi Rocco Gualtieri, consigliere comunale Pdl di Reggio, e alla collega avvocato Caterina Arcuri, consigliere di circoscrizione a Reggio, a una cena nel ristorante. Alla serata hanno partecipato tante persone sopraggiunte alla spicciolata in quanto argomento dell’incontro era la grave crisi dell’edilizia, delle imprese meridionali operanti sul territorio reggiano, il rapporto con il sistema creditizio e le gravi esternazioni che la presidente della Provincia Sonia Masini, mia concorrente, aveva rilasciato ai giornalisti nei giorni precedenti... La partecipazione all’incontro era libera e ciascun partecipante che si è intrattenuto a cena ha provveduto a pagare il proprio conto. Le persone oggetto del divieto non hanno a che fare con la criminalità organizzata, le conosco da una vita. L’incontro era per parlare del sacco di imprese che falliscono, Durc, Equitalia. La Dda di Bologna va in America a spiegare come battere la mafia, e qui dopo tanti anni non riesce a saltarci fuori. E lo volete da noi?”.
18 settembre 2012

Lettera firmata da Pagliani e dalla Arcuri. Mentre Gualtieri rilascerà delle dichiarazioni

Il 18 settembre i provvedimenti emanati a luglio diventano di dominio pubblico. Sul Resto del Carlino viene pubblicato un articolo che fa riferimento alla cena e al divieto di detenzione armi. Inizia un periodo di battaglia politica e di stampa

Il 20 settembre abbiamo il primo commento da parte di Sarcone che parla con Paolini

Sarcone Nicolino:- quindi non l'hai visto per niente il giornale?
Paolini Alfonso:- La gazzetta ho visto! Che c'è contro di Pagliani…che cazzo devo vedere!!?
Sarcone Nicolino:- no il Resto del Carlino oggi!
Paolini Alfonso:- no non l'ho visto per niente il Resto del Carlino io
Sarcone Nicolino:- eh la c'è un macello!
Paolini Alfonso:- si? e mannaggia la Madonna!
Sarcone Nicolino:- la.... questo qua secondo me…io non lo so che cazzo ha scritto!
Paolini Alfonso:- Pagliani?
Sarcone Nicolino:- Ma non si sanno neanche difendere!
Paolini Alfonso:- per questo motivo mi hai chiamato…io sono stato prima mezz'ora con lui…con Fruonzo
Sarcone Nicolino:- con chi?
Paolini Alfonso:- Con Fruonz!
Sarcone Nicolino:- si?
Paolini Alfonso:- e diceva e che devi fare?! che cosa dobbiamo fare? Dimmi tu e...... “e ma no ma qua io che cazzo
c'entro che cosa’!…qua stanno parlando che ce ne dobbiamo andare del tutto di qua…” e.....
Sarcone Nicolino:- e lui…lui parla pure?
Paolini Alfonso:- E gli ho detto sembra che ti sto dicendo che tu..... “e che cazzo dobbiamo fare? No…no dice ma qua
non si può stare più”...dice... e adesso te ne sei accorto gli ho detto!?!?

Sarcone Nicolino:- perchè lui deve dire la.... perchè siccome questa cosa non la sto sentendo da nessuna parte ...
Paolini Alfonso:- eh....
Sarcone Nicolino:- la serata è stata organizzata non da lui!
Paolini Alfonso:- eh...
Sarcone Nicolino:- uno! Secondo!... è stata organizzata per lo schifo che stavano facendo le cooperative che stavano
facendo a Reggio Emilia sopra ai meridionali...
Paolini Alfonso:- si…si…
Sarcone Nicolino:- precisamente su quelli di Cutro!
Paolini Alfonso:- eh
Sarcone Nicolino:- cioè tu non è che devi rinnegare l'evidenza!!
Paolini Alfonso:- a non la devi rinnegare!?!? ma noi siamo nel mezzo ..incomp... come va alla fine compà e e alla
fine.....
Sarcone Nicolino:- però non è nemmeno giusto… hai capito?
Paolini Alfonso:- si si vogliono bruciare lui
Sarcone Nicolino:- perchè ora stanno attaccando tutti a lui! lui giustamente lo vedono tutto impappinato non è che c'è
un bell'articolo a questo cazzo di giornale qui!
Paolini Alfonso:- e si quel figlio di puttana del PD la Ri…come si chiama?
Sarcone Nicolino:- è?
Paolini Alfonso:- Quel Riccio come si chiama quello del PD? Quello lo sta attaccando!
Sarcone Nicolino:- c'è ne è uno....
Paolini Alfonso:- del PD è dai!che l'ho letto sulla Gazzetta di Reggio!
A questo punto si sente l’audio del giornale radio che dice:
Conduttrice Tg radio:- -... di Antonio Mendicino l'autotrasportatore
Sarcone Nicolino:- zitto zitto!
Conduttrice:- .... dell'informativa anti mafia del Prefetto di Reggio
Sarcone Nicolino:- a... va bene dai ci sentiamo dopo! (chiude bruscamente perché vuole ascoltare il giornale radio)

l Pagliani chiede all’avvocato Sarzi una lettera per consentire una presa di posizione pubblica.

L’articolo del 18 settembre ha messo in grave difficoltà sul piano politico PAGLIANI, ‘vittima’ di un errore – non è chiaro se consapevole o meno – dell’avv. SARZI AMADE’ che, nel redigere i ricorsi al giudice amministrativo in favore dei soggetti colpiti dalle interdittive prefettizie, aveva allegato una lettera del PAGLIANI, nel quale si assumeva il ruolo (in effetti corrispondente al vero) di organizzatore dell’incontro.


Per rimediare, PAGLIANI si vede costretto a far pubblicare sull’edizione del 19 settembre una sua dichiarazione del seguente tenore:
«A tale cena sono giunto dopo circa un’ora dall’inizio. Ho svolto il mio intervento come sempre faccio in qualsiasi occasione pubblica in cui sono invitato. A questa cena erano presenti giornalisti reggiani oltre a numerosi professionisti anch’essi interessati ai problemi legati alla crisi economica dell’edilizia. Purtroppo l’avvocato Antonio Sarzi Amadè, che era presente alla cena, nel ricorso presentato al Tar di Parma ha scritto erroneamente che la stessa era stata da me organizzata. Da sempre sostengo l’opera del Prefetto Antonella De Miro volta a combattere fenomeni di infiltrazioni malavitose nel nostro territorio provinciale, e nessuno potrà con notizie strumentali mettermi contro la stessa ammiro chi opera a favore della giustizia e da storico militante della destra politica ritengo che l’ordine pubblico, laddove vi siano colpe provate , sia un valore da imporre con fermezza nella società in cui viviamo».


Sarzi ricorda che l’incontro «fu indetto con le forme dell’autoconvocazione su precisa sollecitazione di alcuni dei soggetti poi partecipanti » e parla di «mala trasposizione » «nel corpo del ricorso».

ll 2 ottobre subentrano coloro che si sentivano tirati in ballo e iniziano anche loro a fare un campagna di stampa.  Gianluigi Sarcone aveva inviato una lettera al quotidiano "Libero" dove raccontava le sue doglianze per ciò che stava accadendo. Successivamente, il 2 ottobre, di nuovo Gianluigi Sarcone viene intervistato da Andrea Ligabue e pubblicata sul Resto del Carlino. Possiamo pensare perché sia Sarcone Gianluigi che inizia questa campagna. Nicolino Sarcone era sotto processo ed era sotto gli occhi di tutti e non riteneva di esporsi con la stampa. Gianluigi è colui che inizia questa campagna

“… Veniamo alla cena con i politici. Perché è stata organizzata?
Per le interdittive del prefetto, che hanno messo in ginocchio noi imprenditori edili calabresi… quando c’era tantissimo lavoro e le gru si toccavano non c’erano problemi, ora che c’è la crisi viene fuori il discorso della mafia. E’ un caso ? C’è un disegno dietro ?”

E’ solo il caso di far notare come l’argomento usato dal SARCONE non sia nuovo né originale.
Ma qui manca anche la logica. Del tutto. Ovviamente in ogni momento si può dire “guarda caso proprio ora…”.
Non si può riconoscere al SARCONE di avere inventato questo falso sillogismo, certo è che anche lui se n’è servito ed in modo suggestivo. Ovviamente i provvedimenti antimafia del Prefetto non hanno affatto messo in ginocchio “gli imprenditori edili calabresi”.
Questo è un falso sotto tutti i punti di vista.
Sono numericamente limitate (come ovvio) le imprese colpite dal provvedimento, e non sono le imprese calabresi, ma sono le imprese gestite da calabresi immigrati e/o da emiliani per cui erano presenti i requisiti per poterli ritenere condizionabili dalla criminalità organizzata.
Ed è altrettanto falso che della ‘ndrangheta ci si occupi da quando è nata la crisi.
Ancora una volta si deve segnalare che gli altri, gli imprenditori edili calabresi, sono costretti al silenzio, perché parla SARCONE e lui solo.
Andiamo avanti nella lettura.

“…suo fratello Nicola, con cui è socio nell’impresa edile è invischiato in un processo per mafia qui a Reggio?
Sì Edilpiovra. Il processo dura da 10 anni ma per mio fratello per ora non ci sono conseguenze. Ma io non c’entro nulla. A questo punto la mia “colpa” è quella di non averlo abbandonato e di farlo lavorare con me…”
Quale sia l’occupazione dell’altro SARCONE, di Nicolino, emerge chiaramente da tante pagine della presente richiesta e ciò è ben noto al fratello.
“…Ma a Reggio la mafia esiste ?
Dico solo che non ci sono sequestri di aziende, non vedo situazioni di riciclaggio, nessuno mi ha mai ordinato a quale appalto partecipare o dove comprare il cemento, come la mafia ti ordina…”


E’ ovvio che SARCONE mente spudoratamente, ma questa volta gli si deve riconoscere buon diritto a farlo.
La descrizione degli affari trattati dalla consorteria emiliana che sopra si sono delineati e del modo di muoversi delle società legate al sodalizio è invece ben descritta da ciò che SARCONE dice (ed è consacrato nei superiori capi di imputazione).
Il racconto di Falbo Francesco (persona a lui vicina peraltro) sull’affare Sorbolo è uno degli esempi più chiari ed efficaci su questo.
Ancora:

“Perché avete invitato PAGLIANI alla cena ?
Speravamo avesse la forze mediatica e politica per sollevare il problema delle interdittive. Tanti di noi lo hanno votato e ci è sembrato normale chiamare lui.

Anche OLIVO ha ricevuto tantissimi voti da voi.
Non difende mai la nostra gente quando è attaccata sui temi della mafia. Penso anche all’ultima esternazione di Sonia Masini “Cutresi Ribellatevi !” OLIVO sarebbe dovuto intervenire per smentire e invece nulla. La gente non è contenta di lui. Però nessuno gli ha bruciato l’auto”.

Sos 'ndrangheta, nel mirino ex consigliere. Gli bruciarono il cantiere e lui cambiò gli artigiani

Anche Olivo, consigliere del PD, viene intervistato “ma che cene imbarazzanti? Se si organizzano cene perché non ci si deve andare? Che avrei dovuto fare, difendere una cena?

Anche lui, benchè consigliere di maggioranza, appoggia la versione di Sarcone Gianluigi. Lo stesso giorno c’è una intervista nella gazzetta di Reggio “le interdittive devono essere fate in un certo modo. Le mele marce ci sono dappertutto. Anche Sarcone purtroppo ha avuto problemi in passato. E’ molto bravo nel suo lavoro.

Mafie. Olivo: stupito degli attacchi dei cutresi

Il 3 ottobre viene intervistato Pagliani. Il titolo è “altro che cene, indaghino sulle coop rosse”. Il giornalista chiede a Pagliani cosa ne pensa delle interdittive, il politico risponde “sono strumenti di eccezionale importanza ma se vengono usati a dovere e vanno bene se ci sono elementi inconfutabili.
Pensavamo potesse darci una mano con personaggi politici a livello nazionale. E’ questo il succo del discorso di Gianluigi Sarcone.

Il 10 ottobre Pagliani viene intervistato nella trasmissione Poke Balle, e durante l’intervista di Pagliani viene mandata in onda un’intervista fatta a Gianluigi Sarcone. Altra cosa importante da sottolineare è che ritorna un nome, quello di Gibertini. Questa trasmissione è organizzata grazie al contributo di Gibertini, è lui che intervista Gianluigi Sarcone, è lui che conduce la trasmissione. L’altro conduttore è Marchesini, avvocato di Sarcone. Sono interviste, e lo appuriamo anche con le intercettazioni, che sono state preventivamente preparate. Pagliani si incontra con Gibertini, prima della trasmissione, e si mette d’accordo con lui.

Si riportano alcuni passaggi della intervista giornalisticamente definibile a buon diritto “in ginocchio”:
SARCONE Gianluigi: La cena fu organizzata semplicemente da... tutti quanti noi... imprenditori... quelli che eravamo presenti insomma... la parte degli imprenditori che eravamo là...
GIORNALISTA: Gli imprenditori di quale settori?
SARCONE Gianluigi: Edile e trasporti... eh... ce n'erano soprattutto di questo sett... questi due settori ...bè lo scopo era un pò quello di discutere... di queste problematiche che ultimamente... sembravano particolarmente... eh... incentrate su questi due settori, allora era sembrato... anomalo... strano... mhm... una serie di situazioni delle quali ne volevamo parlare... c'era una situazione già in essere di crisi che non... non... ci aveva messo in ginocchio, volevamo parlare anche di questo... si è parlato anche di questo... e si è praticamente... poi via via discutendo... smatassato quello che potevano essere tutte le problematiche eh... fino appunto ad arrivare a quelle che sono invece problematiche che nulla che avrebbero a che fare con la crisi, ma che però sono arrivate con la crisi.
GIORNALISTA: Una sua valutazione sulle interdittive antimafia...
SARCONE Gianluigi: ...mhà... io ritengo personalmente che l'interdittiva antimafia eh... è uno strumento efficace... eh... assolutamente efficace eh... ma che deve essere utilizzato, secondo me, proprio per la... per la potenza che ha... perchè è un... una legge la quale permette praticamente di... di... mhm... di intaccare chiunque... toccare chiunque, perchè prescinde dalle responsabilità personali, quindi... si fa fatica... ed è lì che vengono i dubbi... a dimostrare che poi la legge venga applicata in un... correttamente... perchè... ad esempio io di cene non ho mica... non ho mica fatto solo quella, però si è intervenuto solo in quella... come anche gli altri, quindi non si capisce... come mai queste interdittive vengono utilizzate... solo ed esclusivamente nei settori delle... delle... delle... costruzioni e dei... dei trasporti, cioè tutti siamo mafiosi... tutti siamo vicini... non abbiamo capito bene cosa significa "vicini" a dei... a un clan eh... e però... appunto l'interdittiva prescinde dalle responsabilità... quindi dice: si... mhm... come dire... "si, tu non hai fatto niente... però intanto io ti blocco, ti lascio a casa non ti faccio lavorare"... quello è! Quindi noi siamo di fronte a una situazione dove abbiamo potuto notare proprio... l'adottare dello strumento che non è stato mai una volta... corretto... o... e... come dire... che abbia agito nei due sensi, cioè: si attacca e si dice interdetto una persona che è andato ad un funerale... di un signore che è morto... poi vediamo che lo stesso... eh... signore morto... io lo leggo qua (mostra una pubblicazione, ndr) eh... è il signore proprietario della GRICA COSTRUZIONI ha costruito e glieli ha appaltati la CMC tutte le opere eh... delle barriere fonoassorbenti... i pali, i muri di contenimento... nella tratta Reggio - Parma... cioè milioni di euro di appalti e il problema... a questi non capita nulla... mentre uno che è andato semplicemente al funerale è stato messo in mezzo ad una strada!
GIORNALISTA: Ecco lei personalmente è stato citato in una interdittiva emessa nei confronti di due suoi compaesani... lei ha contatti con la malavita?
SARCONE Gianluigi: Assolutamente no! E in questo senso... uh... io invito chiunque mi conosca, chiunque abbia avuto o subito una minaccia, una estorsione... a chiunque avessi prestato dei soldi per interessi... a chiunque avessi mai dato l'impressione di... appartenere o di agire in un modo mafioso... invito le stesse Forze dell'Ordine, se noi... in casa abbiamo un pezzo di pane che deriva eh... potrebbe derivare eh... non dal frutto del nostro lavoro... che intervengano... perchè altrimenti che come... come si fa...? Se quelli non intervengono... quelli... io non faccio niente... io... come si
fa...? E' anomalo e assurdo... eh... doverne discutere di queste cose...
GIORNALISTA: Una volta costruivate Reggio... adesso che non c'è più questo... gran parte delle costruzioni di Reggio Emilia... da voi firmate, da voi eseguite... adesso che non c'è più questa opportunità pensate di tornare a casa, come credo, che in molti compaesani vostri abbiano già fatto?
SARCONE Gianluigi: Guardi... questo era anche questo il tema della serata perchè... da quelle che sono... alcune pressioni anche che vengono fatte presso la Prefettura... le segnalazioni stesse che... che vengono fatte da... da... da chi proprio non vorrebbe che rimaniamo qua, che proprio vorrebbe che ce ne andassimo via. Noi una volta eravamo una forza di lavoro mhm... delle braccia che... venivano prestate a questa comunità dove poi eh... a cominciare dagli anni '60, insomma, eravamo... non c'erano mica gli extracomunitari... eravamo noi i marocchini all'epoca... adesso sembrerebbe... che eh... siam diventati dei concorrenti... non più... la forza lavoro arriva dall'estero... e sembrerebbe che siamo diventati... tutti mafiosi... guarda caso i mafiosi o siamo costruttori o siamo autotrasportatori e certi settori importanti di questa economia si mantengono su quei due settori là... questo è un fatto, mica... lo dico io... sono i fatti! E' possibile che non sia un mafioso che faccia il meccanico? O il barbiere? O fai il muratore o fai il trasportatore... io ne vedo di tutti... ne sento di tutti i colori... l'obiettivo... ogni giorno impareremo... adesso con questo sistema verranno interdetti tutti...
GIORNALISTA: Quindi voi alle istituzioni chiedete?
SARCONE Gianluigi: Noi alle istituzioni cosa chiediamo...? Chiediamo che se... le Forze dell'Ordine danno delle indicazioni ben precise... se ne tenga conto e si prenda dei provvedimenti, ma se la Forza dell'Ordine dice eh... SARCONE ha fatto un reato nel 1990 o nell'89 eh... quello è un fatto, e lì uno è un pregiudicato... ma non significa mica che è un mafioso... il mafioso è colui che vive di mafia... vive di... di... di prepotenza, vive di... qual è il beneficio che noi ne traiamo da questa mafia? Qual è? ...io ci vedo solo danni, cioè qual è l'appalto che avremmo acquisito per il tramite... grazie al fatto che siamo mafiosi? O sti estorsioni che riusciamo a mettere in atto eh... eh... e l'incapacità delle Forze dell'Ordine a scoprirle... io non credo che sia così: io ho tutto il rispetto delle Forze dell'Ordine e sono... eh... convinto che sono molto bravi... eh... non c'è stato mai un traffico o un... diciamo così... un sistema... illecito che non è stato sventato! Cioè è durato sei mesi... c'è quello che... sono stati più bravi è durato un anno, ma alla fine sono stati beccati, è possibile che noi... siamo dei mafiosi e non veniamo... cioè stiamo diventando tutti mafiosi e non subbiamo le azioni della Magistratura? O delle Forze dell'Ordine? Evidentemente non lo siamo, non viviamo di... di... poi se uno dice: "sei vicino a un...", ma "vicino" che significa? Son vicino di casa? Sono vicino che significa? Bisogna dire che significa, perchè... è troppo facile... cioè lo strumento, secondo me, che ripeto: è un validissimo strumento... è stato messo in mano a delle persone che non lo sanno mica utilizzare, perchè chi ha inventato lo strumento dell'interdittiva non pensava certo, nel momento in cui l'ha inventato, di andare a perseguire un povero Cristo che va ad un funerale... o a un povero Cristo che va ad una cena!

La trasmissione è il 10 ottobre. Il 6 ottobre registriamo una intercettazione ambientale tra Omar Costi e Gibertini. Gibertini riceve una chiamata da Pagliani. Nel dialogo tra i due si vede come stanno concordando le domande da fare durante l’intervista.

“Bisogna prepararsi. Se vuoi ci vediamo prima!” dice Gibertini a Pagliani.

Alla fine della trasmissione Pagliani e Gibertini sono insieme in macchina e fanno dei commenti, Pagliani dice no gli diamo una mano è un bravo ragazzo Marchesini. Gibertini: lui ha esagerato, ha sbagliato a fare dei conti (si riferisce a degli affari andati male). Pagliani legge un sms: “ti faccio i complimenti per come sei andato in trasmissione, le tue parole sono state bellissime”.

Il 19 di ottobre alle 17.10 Gibertini è in auto con un soggetto non identificato e inconta Sarcone Nicolino e si ferma a parlare. Parlano del fratello Gianluigi e della trasmissione.

CARUSO: Com’è possibile che Telereggio dia spazio a queste trasmissioni, ha una spiegazione questo pluralismo?
Magg. Leuzzi: Lo dirà Franzini. Lo spazio di Poke balle era stato acquistato da Gibertini e in un certo qual modo è “padrone” di quello spazio. Saranno state fatte altre valutazioni da parte di Telereggio. La trasmissione poke balle si manteneva con la pubblicità fra questi si vedrà che c’è la Gourmet la società di Salsi Mirco soggetto che verrà estorto da Silipo per un recupero crediti.
CARUSO: senza controllo...

Magg. Leuzzi: Pagliani per ringraziare Gibertini dello spazio che gli ha dato: “tu hai bisogno di qualche sponsor?”

Ci sono intercettazioni che danno contezza del fatto che Gibertini è al corrente di chi sia Sarcone Nicolino.

Il PM chiede al magg. Leuzzi di riferire in merito all’intercettazione del 20 ottobre 2012.

Intercettazione ambientale del 20 ottobre 2012 sulla macchina di Gibertini

GIBERTINI: "... Tu sei... Ieri m'ha chiama... Eh... M'ha visto... Nicola SARCONE sai..."
SALSI: "... E' il number one... No... In provincia?"
GIBERTINI: "... (inc.)... Io conosco bene suo fratello perché è un cliente di Marchesini..."
SALSI: "... Si..."
GIBERTINI: "... Si... Fa io ho subito un'interdittiva antimafia... L'ho subita io... (inc.)... Perché no mi fa... Io ho... Ho... Ho un tentato omicidio... Dieci anni fa per motivi passionali... Invece... Edilpiovra... No... Nicola SARCONE... C'ha un'interdittiva antimafia con le sue aziende... Perché è considerato il referente numero uno... Ma lo trovi su internet... Di Nicola GRANDE ARACRI ..."
SALSI: "... E' un Grande Aracri? Ah no SARCONE... Eh... SARCONE..."
GIBERTINI: "... Ah... Ah..."
SALSI: "... Fa capo..."
GIBERTINI: "... Anche lui eh..."
SALSI: "... Fa capo ai GRANDE ARACRI..."
GIBERTINI: "... Anche lui perché io l'altro giorno... Quando sono venuto qua... C'era Nicolino SARCONE..."
SALSI: "... Ah... Il mossar del GRANDE ARACRI..."
GIBERTINI: "... Perché lui sicuramente... Per fare quella operazione qua con te ha dovuto chiedere... Il conse... Il... Il consenso eh... Perché se SARCONE diceva no no... Quindi sicuramente siamo pronti... Ora (inc.)..."
SALSI: "... Vabbè..."
GIBERTINI: "... No... Vabbè... Cioè non abbiam fatto niente..."
SALSI: "... No... Infatti..."
GIBERTINI: "... Però... Ma quando ti dico... Là non parliamo... Del più e del meno... Di eventuali voglie nostre... Di ritorsioni... Parliamone al bar... Perché non possono... Certi ambienti... Però là dentro... Solo che una volta... Sai ci van di sera... Mettono le intercettazioni ambientali..."

SALSI: “ Però sono forti, sono forti questi qua”

GIBERTINI:  “Chi?”

SALSI:  “La ndrangheta”

Processo Edilpiovra vede Nicolino Sarcone imputato di estorsione e altri gravi reati. Il 5 dicembre viene avanzata una severa richiesta di pena. Per far capire la capacità di penetrazione della consorteria, Paolini chiama il brigadiere Inguì per cercare di addomesticare l’eventuale testimonianza che poi non ‘è stata perché il brigadiere non è stato citato.

Nicolino Sarcone è molto amareggiato perché la richiesta di condanna è di 12 anni.

Sarcone presagisce un esito negativo del processo e programma una intervista al Resto del Carlino. Siamo nella fase antecedente alla condanna e inizia i contatti per avere una intervista. Il 25 gennaio 2013 c’è l’attesa per il verdetto. Questa intervista viene richiesta tramite Gibertini. A Gibertini ci arrivano mediante Silipo che è in contatto con Sarcone.

Silipo Antonio si adopera per organizzare un pranzo affinchè Sarcone possa incontrare Gibertini. Tra i due non c’era ancora un rapporto di confidenza.
L’incontro avviene il 24 gennaio 2013 in un ristorante a Cadelbosco di Sopra.

Arriva la condanna a 8 anni e 8 mesi e nei giorni seguenti ci sono contatti tra Sarcone e Gibertini che si mobilita per fargli avere un’intervista. Il 31 gennaio Gibertini e Sarcone sono insieme e chiamano Andrea Ligabue del Resto del Carlino e si accordano per fissare un ‘intervista.

L’intervista viene fatta e ci saranno anche delle foto. L’intervista viene fatta un giovedì ma viene pubblicata la domenica successiva. All'rticolo viene dato molto risalto. “Anche la Masini e Bini sono intervenuti per commentare la mia sentenza. Cosa interessa a loro?” dice Nicolino Sarcone nell’intervista.

Il controesame del teste, il Maggiore Leuzzi, viene rinviato a giovedì prossimo.

 

ENTRA IN AULA IL TESTE, L'EX PREFETTO DI REGGIO EMILIA ANTONELLA DE MIRO.

L’avvocato Taormina sta facendo opposizione per la testimonianza della dott.ssa Antonella De Miro.

Taormina afferma che la dott.ssa Antonella De Miro non può riferire in aula su Giuseppe Iaquinta poiché è stata denunciata per abuso d’ufficio dallo stesso Iaquinta attraverso l’avvocato Taormina.

Il PM Mescolini sottolinea l’assoluta infondatezza dell’obiezione mossa dall’avvocato Taormina, ritenendola addirittura strumentale. Il fatto che questa obiezione venga mossa alle 17.30 del pomeriggio è un ulteriore segnale del fatto che non ci sia la volontà di udire il teste, l'ex Prefetto di Reggio Emilia, Antonella De Miro. Inoltre questa obiezione è stata mossa solo ed unicamente nei confronti della De Miro.

Giuseppe Iaquinta, tramite l’avvocato Taormina, ha chiesto alla Commissione parlamentare antimafia di essere sentito per la “opportuna valutazione anche politica del prefetto di Reggio Emilia”.

La decisione spetta ora al Presidente della Corte, Francesco Maria Caruso.

La Corte si ritira per deliberare.

rientra la Corte (1 ora dopo)

La dott.ssa De Miro, chiamata a deporre, tra le altre circostanze avrebbe dovuto parlare dei provvedimenti antimafia dalla medesima adottata. Iaquinta Giuseppe, imputato di associazione mafiosa per avere utilizzato il rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza e capacità affaristica nel sistema economico emiliano. Si assume che siano stati consumati dei falsi nei provvedimenti antimafia sui quali la testimone è chiamata a deporre, c’è però stata la richiesta di archiviazione del PM per falso ideologico e calunnia. Si tratta dunque di deporre su provvedimenti antimafia che il Prefetto ha adottato e che sono oggetto di denuncia di falso pertanto non c’è dubbio che la teste debba essere sentita come testimone. La De Miro intende rispondere alle domande del PM. La De Miro è testimone assistito nei confronti di Iaquinta, persona che l’ha denunciata.

La dott.ssa De Miro non è in grado, al momento, di comunicare alla Corte quando sarà in grado di tornare in aula per deporre. Il Presidente Caruso propone di iniziare la deposizione adesso. Il PM chiede alla teste come intende procedere e sottolinea l'importanza della sua deposizione e di come sia importante che tale deposizione sia continua e senza pause.

Si decide di ascoltare la dott.ssa De Miro dopo l'udienza del 9 febbraio.

Testi previsti per martedì prossimo: Salerno Salvatore, Franzini Gabriele, Arcuri Caterina, Pignedoli Sabrina, Isabella Trovato, Cataliotti Liborio.

Per giovedì: Cortese e controesame di Leuzzi.

Ore 19.15 termina l'udienza.

​​

a cura di: S.N.

RASSEGNA STAMPA

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RS 2 febbraio 17
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