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- Appunti da un processo che riguarda noi tutti - trascrizione dell'udienza del pomeriggio

martedì 13 dicembre 2016
(causa impegni lavorativi sono impossibilitata a presenziare all'intera udienza)

Ore 16.15 in aula

 

Nel corso della mattinata, subito dopo il termine della deposizione del collaboratore Giglio, MICHELE BOLOGNINO ha reso una dichiarazione spontanea affermando che Giglio avrebbe mentito e che con lui l’unica cosa che faceva “era andare a donne”.

Caruso ne ha preso atto.

 

Il maresciallo D'Agostino continua la sua deposizione

Ascoltiamo una intercettazione di Cappa del 2012

 

Un’avvocato della difesa afferma che le trascrizioni sono riportate male “avremo poi modo di vedere”.

 

Il maresciallo D’Agostino riporta l’informativa del Comando Provinciale CC Modena sull’affare Sorbolo.

Mostra 3 assegni da 90.000, 80.000 e 90.000 euro accesi sui conti correnti  della Banca Popolare del Mezzogiorno filiale di Cutro intestati a Villirillo Romolo e a Umbertelli  Maria Luisa (socia della SIRI srl al 10%).

 

Gli assegni erano tratti da rapporti accesi presso la filiale di Cutro della Banca Popolare del Mezzogiorno: la cosa fece insospettire FALBO, che ritenne trattasi di somme di denaro derivanti dalle attività mafiose condotte in quel territorio (“io so già che i soldi di Cutro arrivano là che li investe la mafia! (…) insomma c’è stato un periodo che i soldi di giù arrivavano su, prestavano, avanti e indietro, incassavano .. facevano tutte queste cose qua insomma, investivano i soldi e poi li prestavano agli imprenditori; se a te servivano 100.000 euro o 200.000 euro loro lo fanno ancora adesso!”).

 

Caruso chiede al maresciallo di non far ascoltare più le intercettazioni ma di raccontare la sostanza.

 

A riscontro della centralità di GIGLIO Giuseppe nella vicenda analizzata si evidenzia una telefonata intercettata il 16.09.2011, nella quale CAPPA spiegava a FALBO di essere “in tutto e per tutto” dalla parte di GIGLIO, poiché questi lo stava “tenendo in piedi”, risolvendogli tutti i problemi. I due interlocutori facevano inoltre riferimento a dei capitali provenienti dalla Svizzera che erano serviti a finanziare parte dei cantieri (FALBO: “...poi ho detto io... che io mi ricordo benissimo... poi ho detto io, gli interventi sono tutti finanziati"; CAPPA: "vabbè, no ma me la vedo io, io mi ricordo le parole... ci servono dei soldi, c'e soldi buoni in Svizzera... e me la vedo io... me le ricordo io queste parole"; FALBO: "i soldi della Svizzera arrivarono, Tù... arrivarono"). La conversione era particolarmente importante e si collegava ad un’altra telefonata intercorsa il 04.10.2011, quando all’esternazione di PALLONE Giuseppe che aveva visto GIGLIO preoccupato per l’accumularsi dei debiti (“Pino l'ho visto un pò preoccupato... giustamente”), CAPPA aveva ribattuto che in effetti non poteva intervenire sempre lui a tamponare le emergenze finanziarie che si innescavano di volta in volta: “E quello dice: posso vedere tutti i problemi sempre io?” (…) Eh, quello dice: qua il problema alla fine si è ribaltato”.

 

Mar. D’Agostino: Un’altra parte di investimento avviene da Villirillo Romolo che gestiva i soldi per conto di Nicolino Grande Aracri. Come possiamo dire che i soldi di Villirillo sono anche a Sorbolo? Da una serie di intercettazioni che vi dirò.

 

Le società non riescono a coprire le rate dei mutui. Avevano 11 milioni di euro di immobile invenduto. Non hanno venduto a causa della crisi. I soldi da giù sono arrivati, sono arrivati da Cutro e dalla Svizzera. Sono quei tre assegni (mostrati poc’anzi) di Villirillo. Che poi siano arrivati altri… vi farò vedere, è un continuo.

 

Il PM Mescolini invita alla pazienza per permettere al maresciallo di esporre punto per punto la sua testimonianza.

 

CARUSO: lei (rivolto al PM) faccia le sue domande.

 

PM: siamo arrivati alla vicenda degli assegni, alla prospettiva dei guadagni per l’affare Sorbolo, le chiederei di proseguire da qui.

 

Mar. D’Agostino: Tutte queste conversazioni di cui ho parlato sono relative a questo accordo iniziale delle immissioni del denaro in queste società. Il fatto della Svizzera ce l’ha detto Giglio perché noi partiamo da Villirillo Romolo.

 

La SIRI srl è una società che emerge nel capo 120  società del nonno di Villirillo. E’ uno strumento utilizzato da Villirillo per muovere i capitali. Non possiamo dire quanto vanno a Sorbolo e quanto vanno… La difficoltà è che noi intercettiamo da gennaio 2011 per un anno e mezzo, monitoriamo tutta la questione. Fatico a sintetizzare. Avevo improntato il mio discorso…. Stavo parlando dei soldi iniziali, delle immissioni dei primi soldi.

 

Mar. D’Agostino: un altro elemento importante per capire perché a un certo punto intervengono i vertici dell’organizzaizone emiliana lo capiamo dal momento in cui Villirillo Romolo viene tratto in arresto.

 

Cappa Salvatore continua a sentirsi con Villirillo Luigi. In una conversazione del 12 ottobre 2011 Villirillo afferma di proseguire con gli affari che hanno insieme.

Noi intercettiamo alcune telefonate in cui Villirillo chiede tramite Luigi che Cappa scriva al detenuto che gli farebbe piacere avere dei messaggi. Altre telefonate in cui si capisce che questa corrispondenza c’è stata fra Villirillo e Cappa. Le lettere le abbiamo analizzate e sono praticamente importanti anche per comprendere l’associazione e per comprendere come sono andati i fatti anche in relazione agli ammanchi di denaro.

Avv della difesa: c’è una denuncia delle Nazioni Unite che evince che è inutilizzabile la corrispondenza sequestrata. E’ vietato.

 

PM: lasciamo sospesa la cosa poi vederemo se c’è una violazione o meno.

CARUSO: c’è una autorizzazione dal GIP nel prendere visione della corrispondenza.

PM: se siamo d’accordo nel non affrontarlo oggi..

CARUSO: va bene oggi non lo affrontiamo, andiamo avanti.

 

Mar. D’Agostino: a un certo punto Cappa riceve una ambasciata da Villirillo. Una decina di minuti prima Cappa si sente con tale Bruno Salvatore, si accordano per vedersi. Questo uomo gli dice di una discussione che c’è stata in cui se la sono presa anche con Cappa. “Con te se la sono presa” e si evince dalla telefonata che i soldi di Villirillo sono a Sorbolo.

Cappa riceve poi la telefonata dell’autista del pullmam che va giù a Cutro. Cappa gli dice che lo deve vedere, “ti devo portare una ambasciata”. Passeranno un po’ di giorni perché gli hanno cambiato il giro dei pullman. L’autista dice vabbè se è urgente dillo a un altro mio collega. Cappa afferma che è una cosa delicata. Cappa afferma che quella sera si è visto col “cristiano” e ora lo deve vedere. Roberto dice che l’ambasciata viene proprio da Cutro. Si capisce che Falbo sta andando giù da Grande Aracri.

 

Siccome tu Cappa sei sempre stato vicino a Villirillo, ora che Falbo Francesco sta andando sempre giù potrebbe metterti in cattiva luce, perché lo sanno cosa hai fatto con Villirillo.

 

Il maresciallo D’Agostino fa ascoltare in aula la seguente intercettazione fra Cappa e Roberto:

 

ROBERTO: Eh;

CAPPA: Che quando... all'inizio ha voluto sapere dove sono andati e dove non sono andati... non l'ha visto?

ROBERTO: Eh;

CAPPA: Eh, ma figurati;

ROBERTO: Uh, hai capito?

CAPPA: E questo;

ROBERTO: E perchè, hai capito? Siccome dice sono usciti a parlare (intende che è capitato l'argomento ndr);

CAPPA: Eh si...;

ROBERTO: Quindi capito?

CAPPA: (inc.) questi Robè... non ne guadagnava giornata noi;

ROBERTO: (ride)

CAPPA: Uno non ha niente a che fare;

ROBERTO: Hai capito?

CAPPA: Sai che ha detto uno? Quando uno non ha da fare... pensa sempre che deve fare un altro...

ROBERTO: No, quelli pensano a quelli che la fanno la giornata Tù.... forse non hai capito?

CAPPA: eh si! di sicuro;

ROBERTO: Hai capito qual'è il discorso?

CAPPA: Eh… non hanno niente;

ROBERTO: Loro non hanno niente a che fare, però pensano a quello che vanno e fanno hai capito?

CAPPA: Eh;

ROBERTO: E quelli che fanno la giornata;

CAPPA: Io penso che i miei che li ho lavorati...loro quali cazzo hanno lavorato che hanno perso?

ROBERTO: Mannaia la madosca mannaia;

CAPPA: Ohi, Roberto mio...mah;

ROBERTO: Comunque vedi che c'è questo...;

CAPPA: Eh?

ROBERTO: C'è quello di Parma che và e viene di là... hai capito? (intende Franco Falbo ndr);

CAPPA: Lo so;

ROBERTO: Lo sai? Eh;

CAPPA: Lo so ohi...;

ROBERTO: E vabbè, tu sei un vecchio lupo...;

CAPPA: No ma sai quello che è Robè?

ROBERTO: Eh;

CAPPA: Quando uno... è tranquillo alla cosa sua, ma tu mi devi dire a me no... quando sei pulito delle tue cose

non devi preoccuparti...

ROBERTO: Questo che mi ha detto a me... mi ha detto portaci "la m'basciata" ...ah... gliel'ha già detto... gli ha detto statevi tranquilli che il "cristiano" (Cappa ndr) è così, così e così gli ha detto... mi ha detto... no ma sai, mi ha detto... siccome, hai capito? Vi vedevano affiatati, come il quando, dice con chi...;

CAPPA: Eh lo so...;

ROBERTO: E qualcuno magari...;

CAPPA: Quelli di sopra, quelli di sopra qua... ehh... un mese e mezzo fa, ci siamo trovati per coincidenza... ma da quando parlava gli ho detto non valete proprio un cazzo... io... non valete gli ho detto te lo posso garantire io che tu personalmente non vali, se ancora state nominando sta merda non vali;

ROBERTO: Uh;

CAPPA: Gli ho detto...vuoi che devo scendere giù? Gli ho detto che così poi tu...mi ha detto no, mi ha detto...ma che stai dicendo che sono...questo è il primo che...che ha detto a questo la cosa...che quando ho capito il

discorso io...sono andato da lui e gli ho detto ma... è vero questo discorso?

ROBERTO: Eh...pronto;

 

Roberto tranquillizzava CAPPA, affermando che il mittente dell’imbasciata aveva già chiarito la sua posizione ad un terzo soggetto identificabile in GRANDE ARACRI Nicolino (“Questo che mi ha detto a me... mi ha detto portaci "la m'basciata" ...ah... gliel'ha già detto... gli ha detto statevi tranquilli che il "cristiano" (Cappa ndr) è così, così e così gli ha detto…”)

 

CAPPA: Ti stavo chiamando io;

ROBERTO: E va bene;

CAPPA: Quando ci siamo incontrati che gli ho detto... mi ha detto a questa cosa pensa a te e poi abbiamo parlato un pò, ma te l'avevo detto già;

ROBERTO: Eh, me lo avevi accennato già;

CAPPA: Eh te l'avevo accennato e poi diciamo, siccome... le cose... c'è sempre quello che si... anche i discorsi... dopo 6 mesi... dopo 3 mesi, dopo 5 mesi e parlano senza che sanno quello che sanno della storia, mi capisci? Allora quando ho sentito di nuovo la storia... gli ho detto che non vale niente... ha dato fastidio no perchè oh... va bene che io sono quello del tuo al 3000 percento, non è che sono banderuolo come vuoi... io però non è che devi parlare in questa maniera mi ha detto... eh si gli ho detto.. perchè io a me già quando mi parlano di un "cristiano", in base al cristiano gli ho detto che a me se mi parlano di te per certe cose so già si o no... quando mi parlano che sei accanito al denaro gli ho detto... non ti salva nessuno là, sei accanito, sei uno che spendi però tu non fai niente per niente... eh... e vedi là mi ha detto ma per caso mi ha detto a te... ma lasciare stare che tu con me non le fai certe cose... però tu sei fatto in questa maniera e tutti lo sanno che c'erano altre dieci persone che... dice... allora li guardo e dico beh allora ha ragione... gli ho detto a quell'altro... c'era un'altro no... gli ho detto ;

ROBERTO: Eh;

CAPPA: Quell'altro là gli ho detto qua ti dovevi (inc.) gli ho detto quell'altro gli ho detto... lo vedi dov'è? Non vi scordate una cosa ragazzi... che dopo 5 anni che questo sempre lo manteneva... riferito a lui no... quando una volta gli è servita una cosa non gliel'ha dato perchè ha detto tanto non è che me la ridà... gli devo dare tanto... e non gliel'ha dato... sono rimasti quelli... dice allora qua dobbiamo stare attenti;

ROBERTO: Eh;

CAPPA: Hai capito?

ROBERTO: Ho capito;

CAPPA: Questi sono gli elementi ragazzo... ti risulta anche una volta che qualcuno è venuto da me ... e non si è divertito? si è sempre divertito... ti risulta che ... e allora ci ha ripensato... gli ho detto andate e fate solo i chilometri ed andate... e "arriggettattevi" (perdere tempo) e basta;

ROBERTO: Uh, no ma questo qua mi ha detto a me... gliel'ha già detto...;

CAPPA: E tu ringrazialo... tu ringrazialo;

ROBERTO: Eh, gli dice è impossibile ha detto che il...è così ed è così...gli ha detto che no, ci mancherebbe hadetto io non è che... ha detto ci mancherebbe;

CAPPA: è sceso anche il gasolio!

ROBERTO: Ma sai qualcuno dice magari va dicendo il contrario, hai capito?

CAPPA: Uh;

ROBERTO: Ha detto stai tranquillo, ha detto che... hai capito? E questo è;

CAPPA: Ho capito e ci sentiamo dai Robertè...comunque ci vediamo lo stesso...;

ROBERTO: Come no... ci dobbiamo vedere lo stesso che...;

CAPPA: Mi dici il "cristiano" chi è;

ROBERTO: E come no... eh... niente di meno;

CAPPA: Va bene, ok dai;

ROBERTO: il cristiano e... ti dò tutto... me lo hanno proprio detto... mi hanno detto vai a portare "la m'basciata là" ...va bene;

CAPPA: Va bene;

ROBERTO: Ok?

CAPPA: Stammi bene;

ROBERTO: La bellezza;

CAPPA: Ciao, ciao;

ROBERTO: (ride) ciao, ciao, ciao;

Traspaiono evidenti sia la preoccupazione da parte di CAPPA, di essere accostato al VILLIRILLO e quindi di doversi giustificare in merito all’andamento dell’operazione di Sorbolo, sia , di converso, il segnale fatto inviare da GRANDE ARACRI affinchè non avessero a ripetersi fenomeni di infedeltà patrimoniale.

 

Mar. D’Agostino: Falbo non aveva mai voluto cedere le quote e per questo fino al giugno del 2012 lui chiede a gran forza di poter rientrare nell’affare. Per una presunta parentela che ha con i Sarcone (da piccoli erano rimasti orfani e il padre si era preso cura dei fratelli Sarcone), chiede aiuto e protezione ai Sarcone che intervengono. Dall’altro lato abbiamo Diletto che interviene più vicino a Giglio. Ogni parte avrebbe dovuto dire la sua e i giudici avrebbero dovuto decidere. Nella riunione a cui fa riferimento Cappa succede che Falbo perché aveva minacciato di denunciare viene rimesso in moto dai vertici, gli viene consentito di continuare  a lavorare nei cantieri per finire dei lavori di urbanizzazione a gennaio del 2012, lui cercherà sempre fino a giugno del 2012 (quando noi interrompiamo le conversazioni) di rientrare in possesso delle quote, lui non le ha mai volute cedere.

 

In relazione anche al capo 83 andiamo a vedere cosa accade in quel periodo. Ci possiamo fermare sulle conversazioni più importanti. Danno atto che Cappa è risultato strettamente legato a Villirillo. Lui era solito fare la spola fra la Calabria e l’Emilia. Il loro rapporto era di estrema familiarità.
Vi ricordate l’ambientale dove Mancuso e Cappa preparano le buste da mandare giù? Buste contenenti i cosidetti capretti che sono denaro in contante, assegni e bonifici. La consegna avviene tramite l’utilizzo di questi autisti sulla tratta Crotone-Parma.

 

Così accadeva ad esempio il 14.05.2011 quando CAPPA, cercando di dissimulare la telefonata, avvisava GERACE dell’arrivo di VILLIRILLO Romolo 2438 (del quale era anche fornita l’utenza a lui intestata) a cui doveva essere consegnato un qualcosa di non meglio precisato (CAPPA: “ma ti ha chiamato Gigetto ieri ? (…) ma te l'ha date gia le mattonelle? (…) se te le da stamattina presto... se vai a ritirarli ora, io già me le faccio avere qui per mezzo giorno...perchè ti mando ad uno... allora siccome c'è Romolo che viene qua no... che ha la macchina mia... (…) siccome loro non si parlano mi capisci ? Se tu vai a prenderli, glieli dai a Romolo tu e poi... che Romolo tra un'altra ora dovrebbe partire...”).

 

Più eloquenti erano le conversazioni intercettate tra il 21 ed il 23.05.2011: inizialmente, dopo essere stato informato da VILLIRILLO (“li tengo tutti io nella macchina… quelli di Stefano e quelli da...”), CAPPA esortava quest’ultimo a non recarsi ai pullman dato che a Cutro vi era GERACE Salvatore e la busta gli poteva essere recapitata tramite detto personaggio (“se hai tutto tu in macchina c'è l'ingegnere a Cutro... Gerace (…) glieli dai a lui e li porta lui senza che andiamo da qua a la e poi ce ne torniamo”), del quale forniva l’utenza

 

Alle 17.56 del 21.05.2011 GERACE si sentiva direttamente con VILLIRILLO Romolo che gli riferiva: “mi ha chiamato Sal.. si tutto bene.. mi ha chiamato Salvatore (CAPPA).. che vi devo dare una busta (…) io sono a Cutro, in questo momento”. Dato che GERACE si trovava a Crotone si accordavano per risentirsi più tardi: “dai, ti chiamo magari o stasera o domani Romolo, tanto io parto lunedì”. Alle 12.26 del 22.05.2011 GERACE informava VILLIRILLO di essere a Cutro presso l’abitazione della sorella accordandosi per vedersi di lì a poco. La mattina del 23.05.2011, GERACE riferiva a CAPPA di aver ricevuto la busta da VILLIRILLO e che gliel’avrebbe consegnata .

 

Ad ulteriore conferma della fittizietà della vendita immobiliare si rammenta che la G.d.F. di Cremona (informativa del 19.06.2013, pag. 131-132) ha accertato che la mattina del 22.10.2012 veniva registrata una conversazione intercorsa tra GIGLIO Giuseppe e Luca CARRA, direttore della Banca Popolare di Mantova, filiale di Viadana, in merito alle situazioni legate ai conti correnti aziendali. Nel corso della telefonata GIGLIO assicurava al direttore che in quella giornata avrebbe accompagnato in banca OPPIDO Raffaele (GIGLIO: “no…ascolta…eh.. oggi dovrei portarti OPPIDO.. eh…ok?”; CARRA: “bene…bene io oggi oltretutto sono dentro…per cui ci sono..”) .

Nel pomeriggio dello stesso giorno, GIGLIO si sentiva con VERTINELLI Antonio e gli domandava: “ma poi OPPIDO…non è venuto neanche oggi..?” e VERTINELLI gli riferiva: “domani subito…domani subito…domani te lo faccio venire…lo chiamo”. GIGLIO precisava: “eh…domani…fallo venire Antò senò… se nò è un problema con quella banca…”

 

 

Tra l’8 ed il 09.06.2011 erano registrate alcune conversazioni telefoniche tra VILLIRILLO e CAPPA dalle quali si comprendeva che quest’ultimo era in attesa di ricevere un bonifico (“ieri sera mi doveva dare il numero del CRO... stamattina ho chiamato la banca e quella scema ha detto "non l'ho fatto lo faccio prima di mezzo giorno"... (…) comunque oggi a mezzo giorno mi chiama appena lo fa e ti dò il CRO. Ma tu quando parti?”), che non era stato ancora eseguito a causa di alcuni problemi. Era lo stesso VILLIRILLO a precisare: “la Banca Popolare è da ieri mattina che è senza linea... i cristiani sanno tutti che non c'è linea così se arrivano gli assegni non ci sono problemi...”

 

Poco dopo le 11.20 del 08.06.2011 VILLIRILLO comunicava a CAPPA il suo prossimo rientro in Emilia; CAPPA si mostrava ansioso di incontralo perché doveva ricevere una somma di denaro (“no, no se parti domani mattina... allora Rò ti dico la sincera verità... io venerdì mattina ho un appuntamento che non posso mancare e mi serve (…) sto tamponando mi capisci... mo ho preso da là, là... e la e sono riuscito a spostarlo... veramente avevo pensato di spostarlo diversamente... (…)però che tu vieni domani e ci vediamo domani sera mi sta benissimo... (…) tu... però dopo non mi rinvii pure il giovedì se no dopo sono rovinato... (…) è neccessario che tu domani sera sei qua perchè se no faccio... (…) una figura di merda proprio”). VILLIRILLO lo tranquillizzava asserendo che avrebbe potuto portargli anche i soldi relativi al bonifico che tardava ad essere eseguito: “ma dico... venerdì mattina... compresi questi che devono arrivare? (…) questi che devono arrivare se li vedeva li portavo pure... (…) fatemi sapere del fatto del CRO che vedo... va bene...”.

 

Alle 12.36 seguenti, CAPPA riferiva a VILLIRILLO il numero identificativo (CRO) del bonifico (“0000018988305801”) che a suo dire era stato accreditato dalla “AntonVeneta di Cologna Veneta” su un conto della Banca Popolare (di Crotone) . Qualche ora più tardi VILLIRILLO gli confermava: “io domani sono qua... poi al limite domani sera ci possiamo vedere... che domani a mezzo giorno devo fare una cosa... (…) ...domani a mezzo giorno devo fare una cosa... (…) ci vediamo domani sera...”

 

La mattina del 09.06.2011 VILLIRILLO spiegava a CAPPA che si stava recando presso l’areroporto Sant’Anna di Crotone e che aveva rischiato di perdere l’aereo a causa di un controllo subito al capannone, da parte dell’Ispettorato del Lavoro e dei Carabinieri (“e si questi girano sempre con i carabinieri...”). Confermava comunque il suo arrivo a Milano-Linate dove era atteso da “…Pasquale…” (BATTAGLIA Pasquale), con il quale si sarebbe poi recato a Parma. CAPPA ribatteva: “io sono a Parma poi ci vediamo qua...”

 

L’incontro con CAPPA era comunque rinviato al giorno seguente, dato che VILLIRILLO dava priorità ad un secondo appuntamento (“io ho l'appuntamento alle 16:30... 17:00 a Reggio Emilia...”). Precisava comunque di non essere ancora in possesso dei documenti (i soldi) dato che il bonifico, a causa dei noti problemi di collegamento, non era stato ancora visualizzato (“quello là ancora non si vede... quello che mi avete dato ancora sta mattina ancora non si vede...”); riferiva altresì che anche i pullman erano rimasti bloccati e solo nel corso della serata suo fratello LUIGI avrebbe consegnato il denaro ad uno degli autisti: “e domani mattina vado a Reggio Emilia e me li prendo io...”. Suo malgrado, CAPPA era costretto ad accettare la situazione venutasi a creare.

 

Alle 11.52 seguenti, CAPPA domandava a VILLIRILLO Romolo se fosse già partito, perché quella persona era in attesa di incontrarlo e gli aveva già fatto 50 telefonate. La persona in attesa di incontrare VILLIRILLO Romolo era PALLONE Giuseppe (“non ti ha chiamato il cazzo di piasciaturo... (Peppe risponde di no) lu pisciaturo... mo ti chiama...”):

CAPPA: uehi... a Peppe lo hai chiamato?

ROMOLO: allora siamo a un pizzo (in un posto)... va bene? Mo ci sbrighiamo andiamo da Peppe e poi veniamo da voi... mi dovete aspettare a me...

CAPPA: se aspetto a te e chiude tutto il discorso come se non avessi fatto niente... se no venivi a Reggio Emilia e poi te ne tornavi indietro...

ROMOLO: abbiamo quasi finito ciao...

 

Sono tutte telefonate in cui Villirillo doveva portare dei soldi a Cappa per reinvestirli nel cantiere di Sorbolo. C’è anche il coinvolgimento diretto di Pallone che è il socio di Cappa. (K1, Gea Immobiliare, Aurora Building…).Cappa è i socio occulto di Pallone. Dove entra Pallone dietro c’è anche Cappa. Sono soci che gestiscono i soldi di Villirillo.

 

Mar D’Agostino: Il denaro arriva da Sorbolo va giù e viene reinvestito riportandolo su.

CARUSO: qual è la necessità di fare il giro, vengono registrati i movimenti?

Mar D’Agostino: Sono d’appoggio alla falsa fatturazione, parte di questi soldi vengono utilizzati per sopperire alle esigenze. Per esempio le spese di registrazione del passaggio di Falbo. Falbo non vuole cedere le quote, Villirillo consegna la somma di denaro al commercialista Clausi che provvede alla registrazione.

 

Gli accertamenti bancari condotti sul c/c 766.81, acceso presso la M.P.S. filiale di Castelfranco Emilia (MO), intestato alla EFFEMME SERVICE S.r.l. , di cui VULCANO Mario aveva la materiale disponibilità, hanno consentito la completa individuazione del bonifico 18256751210, eseguito il 28.06.2011 (pari valuta), dell’importo di 10.000 euro, a favore della S.r.l., intestataria del conto corrente nr. 872731, acceso presso la Banca Popolare del Mezzogiorno S.p.A., filiale di Cutro (KR), via Nazionale nr. 229 .

La SIRI S.r.l. (C.F. 02387490341), con sede a Sant’Ilario d’Enza (RE), viale Della Resistenza nr. 4, avente per oggetto lavori di meccanica in generale, è riconducibile all’omonimo nonno paterno nonché alla madre 848 di VILLIRILLO Romolo.

Dalle relazioni tecniche inerenti le segnalazioni di operazioni sospette, redatte dalla Banca Popolare del Mezzogiorno il 04.06.2010 a carico di VILLIRILLO, emerge che il predetto personaggio era delegato ad operare sul c/c 872731 intestato a SIRI S.r.l..

 

Alle 12.23 del 28.06.2011, incalzato da VILLIRILLO Romolo (“Lo ha fatto quel bonifico? Lo hai sentito? (…) E fateglielo uno squillo”) , CAPPA telefonava a GIGLIO Giuseppe, il quale dava atto dell’esecuzione del bonifico presso la Monte dei Paschi di Siena, agenzia di Castelfranco Emilia (MO). La movimentazione, eseguita con procedura urgente, aveva il numero di CRO “1825675121001030”. GIGLIO era costretto ad ammettere che il movimento di denaro era stato eseguito nel corso della mattinata, venendo incalzato da CAPPA: “va bene.. no.. ohi Pì.. ma che cazzo ci dobbiamo raccontare le chiacchiere ohi Pì.. ma figurati.. okay.. va bene Pì…” . Tre minuti più tardi, CAPPA confermava a VILLIRILLO l’esecuzione del bonifico, nonché l’indicazione del CRO e della banca emittente (“Si, lo ha fatto stamattina veloce, che ha speso 20 euro...mi ha detto è inutile che ti dico quello e quell'altro per una cosa ed un'altra... lo ha fatto questa mattina... però mi ha detto che lo devono vedere se no ti manda la cosa di qua (la ricevuta del bonifico)... scriviti il numero comunque (…) 1825675121001030 (…) Monte Paschi, Castelfranco Venet...eh, Emilia (…) Castelfranco Emilia (…) Non ti dimenticare gli scontrini e le altre cose”) .

 

La mattina del 29.06.2011, si aveva la certezza che gli scontrini indicati da CAPPA nella telefonata del 27.06.2011 erano effettivamente assegni che doveva ricevere. VILLIRILLO chiedeva infatti a CAPPA le sue esigenze (“dicevat.. da 5 mila euro avevate detto… (…) Quanto ve ne serve... 5 di mille?”). Questi lasciava intendere di aver bisogno di titoli aventi valori non omogenei, di diverse grandezze (“No, fai una lavatrice... una asciugatrice, un frigorifero…”).

Alle 15.06 del 29.06.2011, CAPPA contattava VILLIRILLO per consegnargli un assegno da portare giù, evidentemente per essere monetizzato (“Ho un assegno che io ti davo e lo mandavi giù, se me ne vado ora, come faccio poi... a chi glielo posso lasciare per portarlo al pullman … (…) non so se lasciarlo a Peppe e se la vede lui (…) Peppe nostro può andare o lo lascio e viene qua... glielo lascio qua...”). La consegna del titolo era inizialmente demandata per tramite di SALERNO Pietro che si trovava a Parma (VILLIRILLO: “C'è Pietro Salerno a Parma... chiamate a Pietro Salerno”).

 

Alle 11.38, CAPPA Salvatore telefonava a PALLONE Giuseppe e gli raccontava quanto accaduto nel corso della mattinata con VILLIRILLO Romolo, lagnandosi che questi gli stava facendo fare brutte figure con una persona, riferendosi chiaramente a GIGLIO Giuseppe (“stamattina, ieri sera mi ha detto che mandava il "cristiano no" (la persona)... del discorso che abbiamo parlato ieri nella baracca del compare (…) ieri sera non ha fatto niente, stamattina vengo io a Gualtieri... a Gualtieri lo chiamo e mi dice che oggi siamo a Reggio... poi lo chiamo e poi dico io ho finito e ci vediamo verso Reggio... arrivo a Reggio e mi dice io sono a Campegine... ero arrivato là […] sta venendo e sta mandando un altro... gli ho detto, vedi che devo parlare con te... ma che cazzo (inc.) gli ho detto, ma dobbiamo lavorare...”).

 

CAPPA si lamentava con BATTAGLIA Pasquale perchè a causa di VILLIRILLO stava continuando a fare brutte figure con i cristiani

 

Alle 10.40 CAPPA esortava VILLIRILLO Luigi a rintracciare urgentemente suo fratello ROMOLO, il quale alle 10.55 si metteva finalmente in contatto con CAPPA. La conversazione era particolarmente importante in quanto VILLIRILLO asseriva di aver adempiuto al suo compito, rendendosi disponibile a fargli incontrare una terza persona (“Io ho fatto tutto quello che dovevo fare, io domani sono qua, però se volete incontrarlo oggi ve lo faccio incontrare oggi va bene?”). CAPPA lo esortava a vedere detto personaggio in quella stessa giornata perché avevano già perso una settimana (“oggi lo devi incontrare vedi che abbiamo già perso una settimana ora perdiamo di nuovo un altro giro... ma tu ti rendi conto cosa stai combinando... (…) quando vieni qua mi devi spiegare tutto altrimenti ti ammazzo di botte...”). VILLIRILLO gli dava ragione, sebbene teneva a precisare che i soldi persi li avrebbero riguadagnati in altro modo (“E' vero che magari abbiamo perso 100 euro, 200 euro, però ne guadagniamo... diversamente, avete capito?”)

 

In effetti alle 08.15 del 19.07.2011 VILLIRILLO informava CAPPA che stava andando in banca per eseguire a suo favore i bonifici: questi intendeva fornirgli i due IBAN sui quali effettuare le operazioni, ma VILLIRILLO ribatteva che lo avrebbe richiamato dopo aver reperito una penna.

 

Alle 11.10 del 04.08.2011, GERACE Salvatore chiedeva a GIGLIO Giuseppe di coprire l’assegno di ARMEC (un fornitore impiegato presso i cantieri edili di Sorbolo), evitando così il protesto di CAPPA; questi ribatteva di non potersi accollare l’intero importo e GERACE lo esortava a contattare PALLONE per dividere con lui la spesa. Subito dopo GERACE informava CAPPA, il quale si impegnava a trovare (in Calabria) almeno 5-6.000 euro, per coprire l’assegno . CAPPA spiegava a GERACE Salvatore l’esito della conversazione avuta con GIGLIO, il quale gli aveva consigliato di superare anche quest’ultimo cancello, così da poter respirare prima del rogito di settembre. I due concordavano di far transitare il denaro (recuperato da CAPPA in Calabria) sui conti di GIGLIO o di PALLONE così da simulare un versamento socio. Come si intuisce dalla seguente telefonata, intercorsa alle 11.31 del 04.08.2011, il denaro occorrente era recuperato da CAPPA grazie all’intervento di VILLIRILLO Romolo (nel frattempo arrestato poi rilasciato).

 

CAPPA contattava detto personaggio (avente in uso l’utenza 3938136969) e chiedeva di poterlo incontrare per ricevere 6.000 euro da mandare in Emilia (“… ho bisogno di mandare un seimila euro… urgente… là sopra!…”); questi rispondeva che si stava recando urgentemente a Cutro e lo esortava a fargli avere il codice IBAN sul quale inviare il denaro (“… devo andare urgentemente a Cutro… eh… datemi l’IBAN… che ce li mando…”). CAPPA spiegava che i soldi dovevano partire a suo nome, per evitare che lui (VILLIRILLO) un domani fosse chiamato a giustificare l’operazione, percui si offriva di raggiungerlo a Cutro (“… li devo lasciare io… mi capisci?... con il nome mio… capito qual è il discorso?... lo devo fare con il mio nome… perché poi… come giustifichi tu?... ce li ha mandati coso… al limite vengo a Cutro… e ce li mandiamo subito nel primo pomeriggio?!...”).

VILLIRILLO si rendeva disponibile (“… e va bene… dai…”) e CAPPA fissava l’appuntamento alle 13.30 (“…ci vediamo… già… all’una e mezza… là a Cutro…”)

 

A questo punto, CAPPA avvisava PALLONE di aver parlato con GIGLIO e che nel pomeriggio gli avrebbe inviato 6.000 euro. Questi comunicava il codice IBAN "IT58K0617512700000005512180" (il c/c nr. 5512180 risulta acceso presso la CARIGE, filiale di Parma, viale Piacenza nr. 39), precisando che avrebbe dovuto indicare la causale “prestito”.

Alle 14.15, CAPPA riferiva a VILLIRILLO che stava partendo per Cutro; questi confermava che lo avrebbe atteso al pub I due si incontravano in realtà verso le 15.00 a casa di VILLIRILLO e subito dopo CAPPA telefonava a GERACE per dirgli che stava andando in banca per fare il bonifico a favore di PALLONE. GERACE consigliava di farsi dare il numero di CRO per consentire alla banca di visualizzare subito l’operazione. CAPPA proponeva eventualmente l’invio del denaro con il sistema dei pullman e GERACE ribatteva che per lui era indifferente.

 

CAPPA contattava quindi tale ROBERTO (un’autista, avente in uso l’utenza 3206071168) e si informava sull’orario di partenza del pullman perché doveva recapitare una busta: questi rispondeva che avrebbe rintracciato l’autista di servizio e poi gli avrebbe fatto sapere.

In una successiva telefonata delle 18.16, TARASI Luigi (avente in uso l’utenza 3389947463), organizzatore dei viaggi, avvisava CAPPA che l’autista impegnato quella sera era VOZZO Vincenzo. TARASI teneva peraltro a precisare che, qualora fosse capitato, non avrebbero dovuto consegnare alcun documento da trasportare all’autista BRENNA, ritenuto evidentemente persona di scarsa fiducia.

Avendo optato per la seconda opzione, alle 19.50, CAPPA comunicava a PALLONE che il pullman sarebbe arrivato la mattina seguente alle ore 10 879. In effetti, alle 08.45 del 05.08.2011, CAPPA chiamava l’autista (VOZZO Vincenzo, avente in uso l’utenza 3397616465), il quale riferiva di trovarsi nella zona di Bologna e confermava il proprio arrivo per le 10 (in realtà, a causa di un incidente, il pullman arriverà in ritardo).

 

Nel frattempo, le notizie sul conto di VILLIRILLO Romolo e sul fatto che si fosse trattenuto i soldi della cosca di Cutro cominciavano a dilagare, tanto che alle 11.36 del 12.09.2011 CAPPA riferiva a CUTRUZZOLARO Carmine, detto Carmelo, di essere già al corrente di tutto, precisando che a suo modo di vedere, VILLIRILLO aveva affettivamente commesso quello di cui era sospettato (“…Ca… se stiamo parlando della stessa cosa… l’ha fatta!...”). Malgrado le continue avvisaglie ricevute, nel pomeriggio CAPPA telefonava a VILLIRILLO Luigi e chiedeva notizie di suo fratello ROMOLO (“… dov’è il Padre Eterno?...”). Subito dopo CAPPA chiamava BATTAGLIA Pasquale, il quale chiedeva se Romolo fosse passato a trovarlo (“…ma quell’amico… è venuto a trovarti?...”). CAPPA rispondeva che (VILLIRILLO) era tornato in Calabria senza farsi trovare (“… dice che viene… e mi incontra… e fugge… Pasquà… è già sotto da domenica… Pasquà… è normale… perché quando deve dare… lui fugge… quando deve ricevere… viene…”).

BATTAGLIA sottolineava che detto personaggio si era comportato allo stesso modo (aveva sottratto dei soldi) anche ad altre persone (“…che poi quando ci incontriamo… poi vi racconto… eh… ma a voi vi è arrivata all'orecchio… io so proprio le verità... so…”) e CAPPA ribatteva di averlo saputo (“…ohi Pasquà… ne so qualcuna anche io… so anche la verità... me lo hanno detto i cristiani che… no lui… me l'hanno detto gli altri a me… a me non viene a raccontarle... sai perché me lo raccontano a me?... perchè poi lui è in difetto… più con me che con me che con… lo sa che non le deve raccontare a me... che lui è in difetto con me… allora racconta… e a me niente... ha fatto questo… e a me niente… allora quello che faccio io… dividiamo… quello che hai fatto tu… te lo tieni tu…”).

 

Emerge la figura di CUTRUZZOLARO Carmine, che non è imputato ma ha strettissimi rapporti con i Grande Aracri.

 

Mar. D'Agostino: soldi che dovevano essere utilizzati per investirli, Villirillo ci fa la “cresta”.

 

Non abbiamo conoscenza di quanti soldi siano. Se è vera quella somma, vuol dire, suppongo a rigor di logica, i milioni che sono stati affidati a Villirillo, erano molto di più di due milioni. Sappiamo solo della richiesta di restituzione.

 

Quello che possiamo immaginare avendo sentito le conversazioni, l’immissione iniziale c’è stata, dopo c’è stata una mala gestione, c’è stata la crisi, si sono trovati in difficoltà con le banche, hanno cercato in tutti i modo di sopperire, si sono inventati vendite di appartamenti, trovando i prestanomi, per cercare di sopperire a questi problemi.

 

Le case, le abbiamo sequestrate e, se posso dire, sono state costruite anche male

 

E’ stato un processo lungo, tutti sanno quello che è successo, in ragione di questi problemi Villirillo continua a disattendere le aspettative di Cappa che cerca i soldi da rimettere in Sorbolo nelle false fatture. Un tira e molla con Villirillo Romolo.

 

Nel contempo, CAPPA cercava a più riprese di incontrare VILLIRILLO, tant’è che, nel corso di una conversazione intercettata alle 09.13 del 14.09.2011, lo minacciava di raggiungerlo in Calabria il giorno seguente, in quanto dovevano necessariamente incontrarsi: “Tu mi stai facendo solo "arraggiare" (arrabbiare) (…) mi stai facendo vergognare e mi stai facendo solo "arraggiare" e lo sai il perché (…) Vuoi che vengo sotto? (…) Vuoi che vengo sotto... se no piglio e parto e vengo sotto”. VILLIRILLO prometteva che sarebbe tornato al più presto al Nord per incontralo e CAPPA lasciava intendere di aver appreso dei discorsi sul conto dell’interlocutore (“Ieri ho sentito altri discorsi... dei tuoi... penso che quello che mi volevi dire, me lo hanno detto qua ieri”) e dovevano necessariamente incontrarsi per parlare

 

Il 03.10.2011, alle ore 16.25, CAPPA Salvatore chiedeva esplicitamente a VILLIRILLO Romolo di consegnargli della liquidità (“Mi porteresti anche una cosa domani? Vedi quello che puoi fare”), riferendosi inequivocabilmente a somme di denaro: questi rispondeva di disporre solo di assegni ma che avrebbe cercato di fare qualcosa. La conversazione era importante anche in virtù di alcuni passaggi nei quali gli interlocutori facevano velato riferimento alle accuse mosse nei confronti di VILLIRILLO per la sottrazione dei soldi che aveva gestito per conto della consorteria criminale cutrese, tanto che anche CAPPA aveva dovuto giustificarsi con terzi soggetti (“CAPPA: “e poi mi insisteva e dice ma con te, ha fatto cose con te... insomma... per l'investimento... ma a te che ti interessa ohi compà? (…) Proprio in questa maniera gli ho detto... ma voi perchè andate vedendo con chi ha fatto... dice che... penso che anche da Vincenzo (BOVINO?) sono andati (…) siccome parlavamo dice ma sappiamo questo, sappiamo quello... sai che vi dico io, voi sapete, pensate quello a quello che dite, io vi dico solo una cosa, lui ha fatto quello che dite voi... non potevamo parlare tanto che eravamo al (inc.) diciamo... e allora qual'è il problema che andate "dai cristiani" che a mano a mano che torna indietro è a posto... che... ha messo qua, ha messo là, ci hanno servito, non ci hanno servito... volevano sapere se con quello ha fatto cose, quello cose...”).

 

Tuttavia VILLIRILLO non riusciva a consegnare il denaro a CAPPA a causa del suo secondo arresto.

Termina, per oggi, la deposizione del Maresciallo D'Agostino.

 

DICHIARAZIONE SPONTANEA DI AMATO

AMATO: vorrei parlare sulla posizione dell’incendio se era possibile perché ho alcuni documenti.

CARUSO: per quello c’è l’avvocato.

AMATO: C’è un interrogatorio di Giglio che volevo leggere

CARUSO: questo non è possibile. Una dichiarazione spontanea è qualcosa che non si può fare attraverso la normale prassi. Riprodurre dei documenti non ne fa parte.

AMATO: sono accusato di un incendio di Colacino, ci sono gli ispettori di polizia di Reggio Emilia dove hanno fatto una indagine su questi incendi, Caiazzo e Domenico di Iesolo (…). Per cui il PM che porta qua sono solo voci a favore suo non a favore mio, ci sono documenti importanti dove ci sono persone responsabili di cui Colacino fa i nomi e i cognomi dell’incendio alla macchina. I CC che sono venuti a testimoniare dicono il contrario, dove c’è Michele che accusa delle persone che hanno fatto gli incendi. Questa cosa qua mi incuriosisce un po’…. Lui era disposto a venire qua per testimoniare sull’incendio.

CARUSO: lei ce l’ha l’avvocato? Queste cose devono uscire

AMATO: sto aspettando il patrocinio.

 

Amato mostra dei documenti.

 

AMATO: Qua Colacino mi scagiona

CARUSO: Colacino si è valso della facoltà di non rispondere

AMATO: C’è un processo in corso

CARUSO: Lo so ma io non posso obbligarlo, lei deve parlare col suo avvocato.

AMATO: è un processo abbastanza lungo lei aveva previsto dicembre 2017 spero anche prima ma mi sa che è lungo… se devo aspettare un altro anno perché venga fuori la verità... Perché devo pagare io per queste persone che hanno incendiato la macchina? …che a me dispiace anche per Michele.

CARUSO: è stato ammesso Caiazzo. Se le parti sono d’accordo sentiamo Caiazzo con una diversa scalertta

AMATO: dal 2009 sono indagato dai carabinieri e dalla polizia di tutto un più… è possibile? Non ci sono intercettazioni che possono collegarmi a questa associazione. Come si fa a condannare una persona che non ha nessun contatto con nessuno?

CARUSO: per la difesa dovrà pensarci il suo avvocato

AMATO: spero non si arrivi fino alla fine del processo, mi auguro solo questo.

 

Ore 18.50 termina l’udienza.

Prossima udienza giovedì 15 dicembre, teste il Maresciallo D’Agostino

a cura di: S.N.

 

RASSEGNA STAMPA

(errore nell'articolo della Gazzetta di Reggio: la prossima udienza sarà giovedì 15 dicembre)

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RASSEGNA

AEmilia

udienza nr. 49

rito ordinario - primo grado

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