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AEmilia

udienza nr. 143

rito ordinario - primo grado

martedì 12 dicembre 2017

WORK IN PROGRESS: ATTENZIONE - prima possibile verrà pubblicata anche la trascrizione dell'udienza.

RASSEGNA STAMPA

"Aemilia", pentito: "'Ndrangheta cercava agganci politici sin dal 2009" - Il Dispaccio - Crotone - 12 dicembre 2017

Almeno dal 2009 la cosca di 'ndrangheta alla sbarra nel processo Aemilia di Reggio Emilia cercava agganci politici. Lo svela il collaboratore di giustizia Salvatore Muto che, nel controesame condotto questa mattina dai legali della difesa, tira in ballo proprio uno di loro. Si tratta dell'avvocato Pasquale Muto che, secondo il pentito, sarebbe entrato in contatto con gli esponenti del sodalizio criminale attraverso l'associazione culturale Nexus di Cremona. Ma poi si tiro' indietro, rifiutando il loro appoggio elettorale e si candido' nella lista civica "Citta' Attiva" a sostegno dell'ex sindaco di Reggio Antonella Spaggiari, qualificandosi come recordman di preferenze (181) e risultando primo dei non eletti in sala del Tricolore. Spiega dunque il collaboratore Salvatore Muto: "Anche gli avvocati qua sono al corrente di un'associazione 'ndranghetistica a Reggio Emilia perche' quando noi abbiamo fondato l'associazione culturale Nexus di Cremona (in una precedente udienza Muto l'aveva indicata come funzionale a promuovere un'immagine positiva dei calabresi al nord), si inseri' anche il commercialista Salvatore Muto (che ne era il presidente, ndr), che non e' di Cremona, e fratello dell'avvocato Pasquale Muto". "Lui (l'avvocato) e' venuto nell'associazione perche' si voleva candidare in politica come se chiedesse un appoggio. Appoggio che io gli dissi: su Reggio Emilia non ti preoccupare". Continua il collaboratore: "L'avvocato Muto senza avere nessuna carica e il fratello che era presidente andarono anche alla televisione di Cutro per proporre l'associazione che si stava formando e con loro c'era anche lo zio di Francesco Lamanna, Vincenzo Lamanna". Il servizio di "Cutro tv", in verita', e' datato 1 febbraio 2011, ovvero due anni dopo le elezioni reggiane.

Continua comunque Muto: "Quando tornarono da giu' io gli prospettai chi doveva conoscere, gli feci i nomi di Alfonso Diletto, Nicolino Sarcone, Pasquale Brescia e Vincenzo Iaquinta. Ma lui prese le distanze. Il fratello si dimise da presidente dell'associazione e lui si candido' con la Spaggiari". Il motivo il collaboratore lo spiega cosi': "Perche' conosceva i soggetti del patto politico che prevedeva che l'associazione appoggiava il politico che poteva essere lui, ma l'avvocato Muto fece una marcia indietro. Lui si doveva affidare a noi e noi farlo candidare e poi risultare: era tutto in fase di programmazione. Ma quando gli dissi che lo appoggiavo ai soggetti di Reggio Emilia, loro, sapendo chi erano questi soggetti e che stavano entrando in un patto con la 'ndrangheta fecero una marcia indietro. Giustamente perche' sono persone pulite sia l'avvocato, sia il fratello commercialista". Il retroscena, aggiunge Salvatore Muto, "e' per fare capire che insomma di votazioni, di partiti, di candidature se ne parlava nell'associazione". Infatti "siccome se ne parlava Eugenio Sergio aveva chiesto durante un pranzo se potevamo aiutare con i voti la cugina", cioe' Maria Sergio, moglie dell'attuale sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. "Ma non era un fatto politico, nessuno ha mai parlato col sindaco". Alla domanda se la richiesta fatta da Eugenio Sergio di aiutare la cugina gli fosse stata suggerita da qualcun altro, il pentito Muto risponde di non saperlo.

Mafie, a Reggio la cosca voleva avvocato candidato nel 2009 - Reggio sera - 12 dicembre 2017

Pasquale Muto, difensore in Aemilia, rifiutò e scelse la lista di Antonella Spaggiari nelle elezioni del 2009

REGGIO EMILIA – Almeno dal 2009 la cosca di ‘ndrangheta alla sbarra nel processo Aemilia di Reggio Emilia cercava agganci politici. Lo svela il collaboratore di giustizia Salvatore Muto che, nel controesame condotto questa mattina dai legali della difesa, tira in ballo proprio uno di loro. Si tratta dell’avvocato Pasquale Muto che, secondo il pentito, sarebbe entrato in contatto con gli esponenti del sodalizio criminale attraverso l’associazione culturale Nexus di Cremona.

Ma poi si tiro’ indietro, rifiutando il loro appoggio elettorale e si candido’ nella lista civica “Citta’ Attiva” a sostegno dell’ex sindaco di Reggio Antonella Spaggiari, qualificandosi come recordman di preferenze (181) e risultando primo dei non eletti in sala del Tricolore.

Spiega dunque il collaboratore Salvatore Muto: “Anche gli avvocati qua sono al corrente di un’associazione ‘ndranghetistica a Reggio Emilia perche’ quando noi abbiamo fondato l’associazione culturale Nexus di Cremona (in una precedente udienza Muto l’aveva indicata come funzionale a promuovere un’immagine positiva dei calabresi al nord), si inseri’ anche il commercialista Salvatore Muto (che ne era il presidente, ndr), che non e’ di Cremona, e fratello dell’avvocato Pasquale Muto”.

“Lui (l’avvocato) e’ venuto nell’associazione perche’ si voleva candidare in politica come se chiedesse un appoggio. Appoggio che io gli dissi: su Reggio Emilia non ti preoccupare”. Continua il collaboratore: “L’avvocato Muto senza avere nessuna carica e il fratello che era presidente andarono anche alla televisione di Cutro per proporre l’associazione che si stava formando e con loro c’era anche lo zio di Francesco Lamanna, Vincenzo Lamanna”. Il servizio di “Cutro tv”, in verita’, e’ datato 1 febbraio 2011, ovvero due anni dopo le elezioni reggiane.

Continua comunque Muto: “Quando tornarono da giu’ io gli prospettai chi doveva conoscere, gli feci i nomi di Alfonso Diletto, Nicolino Sarcone, Pasquale Brescia e Vincenzo Iaquinta. Ma lui prese le distanze. Il fratello si dimise da presidente dell’associazione e lui si candido’ con la Spaggiari”.

Il motivo il collaboratore lo spiega cosi’: “Perche’ conosceva i soggetti del patto politico che prevedeva che l’associazione appoggiava il politico che poteva essere lui, ma l’avvocato Muto fece una marcia indietro. Lui si doveva affidare a noi e noi farlo candidare e poi risultare: era tutto in fase di programmazione. Ma quando gli dissi che lo appoggiavo ai soggetti di Reggio Emilia, loro, sapendo chi erano questi soggetti e che stavano entrando in un patto con la ‘ndrangheta fecero una marcia indietro. Giustamente perche’ sono persone pulite sia l’avvocato, sia il fratello commercialista”.

Il retroscena, aggiunge Salvatore Muto, “e’ per fare capire che insomma di votazioni, di partiti, di candidature se ne parlava nell’associazione”. Infatti “siccome se ne parlava Eugenio Sergio aveva chiesto durante un pranzo se potevamo aiutare con i voti la cugina”, cioe’ Maria Sergio, moglie dell’attuale sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. “Ma non era un fatto politico, nessuno ha mai parlato col sindaco”. Alla domanda se la richiesta fatta da Eugenio Sergio di aiutare la cugina gli fosse stata suggerita da qualcun altro, il pentito Muto risponde di non saperlo (Fonte Dire).

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