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AEmilia

udienza nr. 194

rito ordinario - primo grado

giovedì 11 ottobre 2018

TRASCRIZIONE DELL'UDIENZA

Riportiamo la dichiarazione spontanea del collaboratore di giustizia Antonio Valerio - trascrizione completamente sbobinata -
Prima possibile inseriremo l'intera udienza.

DICHIARAZIONI SPONTANEE DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA ANTONO VALERIO

 

Dal sito riservato.

VALERIO: buongiorno sig. Presidente

CARUSO: un attimo, potete evitare questo ronzio di fondo

VALERIO: volevo rendere nuove e ulteriori dichiarazioni spontanee. Partivo intanto nel far presente che  faccio un paio di paragrafi dove parlo del passato/presente/futuro,quindi partendo col riferimento all’avvocato Villani “Valerio pitagorico”, facendo un salto epocale mi sembra di vedere come i primi esseri umani avevano sicuramente un rapporto di meraviglia, sconcerto, stupore, scoprendo il loro mondo, il loro universo

CARUSO: si fermi c’è un problema tecnico

NDR: (voci di sottofondo) vabbè però questa è una presa in giro…

 

CARUSO: prima di ridarle la parola volevo dirle queste le dichiarazioni spontanee a conclusione del processo evidentemente servono come momento finale dell’autodifesa dell’imputato, nel suo caso essendo un collaboratore l’autodifesa consiste nel sostenere la sua attendibilità, la sua credibilità, nel suo interesse ha rendersi credibile, ma non andiamo oltre, niente vicende nuove se ha cose scritte ce le fa pervenire lei difende dimostrando di essere credibile come collaboratore di giustizia

VALERIO: assolutamente sì signor presidente, infatti sono stato chiamato pitagorico, partivo da lontano, ma velocemente…

CARUSO: bene

VALERIO: … per arrivare ad essere credibile quanto incredulo chiamare un Valerio pitagorico quando è credibile esserlo pitagorico. Stavo dicendo sono pochi paragrafi richiamando strada facendo gli avvocati a cui devo replicare per rendermi appunto credibile. Passato, presente e futuro della ‘ndrangheta a Reggio Emilia. Facendo un salto epocale e tornando agli antipodi, mi sembra di vedere i primi essere umani sicuramente con un rapporto di meraviglia scoprendo il loro mondo, il loro universo, specie con quei fenomeni che razionalmente non comprendevano, non si davano una spiegazione. Successivamente vennero gli antichi greci e qua richiamo l’avvocato Laratta Villani, laddove c’era un vuoto una criticitò creavano una divinità, mitologia, surrealismo. Nell’infinita serie di divinità noi a Capo colonna abbiamo il tempio di Hera Lacinia moglie di Zeus il sommo capo delle divinità

CARUSO: Valerio vada ai fatti che ci interessano, che ci riguardano

VALERIO: proprio ai fatti arrivo, signor presidente ho ascoltato tutti, se ascolta me un pochettino

CARUSO: noi la ascoltiamo però questa premessa… voglio dire… è superflua, vada alle cose che vuole dire

NDR: brusio dalle gabbie

CARUSO: silenzio!... prego

VALERIO: signor presidente ma poi mi stronca tutto, nelle successive dichiarazioni, si stronca tutto. Ho cercato di andare a pezzi e bocconi con gi interventi che hanno fatto gli avvocati ecco perché ci sono questi sali e scendi. Quindi mitologia e surrealismo, in effetti abbiamo a Capo Colonna, come le dicevo Hera Lacinia la moglie di Zeus

Avvocato Villani: soltanto se lo possiamo inquadrare bene, vediamo solo un braccio

VALERIO: ha capito dove vado?

CARUSO: alzare un po’ la telecamera… possiamo proseguire

VALERIO: mitologia e surrealismo non è suggestione, eppure qui c’è tanta vera verità ancora oggi esiste una colonna delle 38 doriche che c’erano. In antichità si chiamava Capolacino deriva da Hera Lacinia, oggi Capo Colonna, sono veramente pochi passi da dove è nato Valerio e a pochi passi da dove sono state inventate le tabelline pitagoriche ecco perché pitagorico e a pochi passi da dove è stata fondata la prima scuola italica esiste un museo in onore al filosofo e matematico Pitagora…

CARUSO: Valerio stringa, salti questa parte, vada alle cose che ci interessano

VALERIO: mi sto riferendo all’avvocato Villani… più stringato di questo non posso…. Pitagora era un italico, “Valerio pitagorico” ha detto bene l’avvocato Villani: più pitagorico di così… L’avvocato invece è Omero, viene in aula a romanzare e da che pulpito arriva la predica soprattutto dopo le repliche. Dice lui di Valerio dategli due parole e vi crea il mondo. L’avvocato Villani invece con due parole vi ha fatto capire come funziona e ci si insinua con l’ndrangheta nei meandri di una parte della malagiustizia a suo fare. Andiamo al terzo paragrafo il romanziere avvocato Villani

CARUSO: c’è il suo avvocato, lo inviterei a dargli una mano… nel senso di indicarle le cose che sono pertinenti e quelle che sono… poi ce lo fa avere quel documento lo leggiamo non c’è problema… l’avvocato indichi a Valerio...

VALERIO: abbiamo ascoltato avvocati che non avevano nulla da dire!

NDR: gli avvocati insorgono

AVVOCATI DELLA DIFESA: non si può permettere di continuare a trattare…

CARUSO: questa è un’altra raccomandazione che le devo fare non deve prendere posizione personale con gli avvocati non deve entrare in polemica con gli avvocati

VALERIO: hanno leso la mia dignità!

CARUSO: capisco… Silenzio! Ma gli avvocati fanno gli avvocati Valerio lei lo sa, fanno il loro mestiere, gli avvocati per legge possono anche attaccare la dignità delle persone a fini difensivi , sono immuni da ogni riflesso di qualsiasi genere lei deve andare ai fatti, senza menzionare gli avvocati

VALERIO: ai fatti sto arrivando… fra i vecchi e i nuovi, tra realtà e dati di fatto financo a quei riti ancestrali di affiliazione che sono avvenuti nel capannone di Blasco a Ghiardo di Bibbiano, Valerio santista, Blasco sgarrista come cerimoniere Lamanna Francesco, guardate il pollice a Blasco se c’ha il segno della croce poi lui dice che non è un ‘ndranghetista. Il secondo nel capannone di Diletto a Brescello, non Cutro, qui passiamo da Pitagora a Giovannino Guareschi, Peppone e Don Camillo, per non farci mancare nulla, cerimoniere sempre Lamanna Francesco, Diletto, Valerio, Blasco, Rocca è ritualizzato a camorrista. Qui i riferimenti vanno all’avvocato Laratta e Villani e Miraglia.

Rocca Antonio è stato ritualizzato da Lamanna, Valerio e Blasco a Brescello, da non confondere che lo chiamano Cutrello è Reggio Emilia, primo comune sciolto per mafia in Emilia Romagna e dove è stato ammazzato crudelmente Giuseppe Pino Ruggiero da persone travestite da carabiniere in cui di quel comando facevo parte. Non lo dico per mancanza di rispetto verso i morti ma descrivo i fatti perché per questo siamo in aula signor presidente e devo sentire l’avvocato Laratta che inorizza leggendo le carte, legittima la difesa, ma non l’ironia. Scambiando un’aula da tribunale per il teatro Parioli di Roma dove la compagnia del bagaglino … a la sai l’ultima o il Teatro Valli di Reggio Emilia con l’Orlando furioso. L’incipit cameo dell’avvocato Laratta al Pisanello Valli show chiudendo con Tommasino Buscetta che si rivolterebbe nella bara se..

AVV. Pisanello: signor presidente….

CARUSO: Valerio i fatti, vada avanti… Valerio mi mette in imbarazzo nel senso che non posso farla continuare se attacca gli avvocati. Gli avvocati hanno una posizione in questo processo particolare, la loro professione consiste anche nell’attaccare i collaboratori è il loro mestiere lo devono fare non c’è niente da fare, lei per dimostrare che invece è una persona credibile racconti dei fatti che possono essere rilevanti per la sua difesa

VALERIO: fra questo è quello questo è perché alla fine dei conti, vi faccio un altro passaggio, praticamente qua vi sto parlando di Rocca, dove loro dicevano che non esiste la ritualizzazione, dove ci sono due ritualizzazioni qua in Emilia Romagna e l’avvocato Miraglia dicevano che erano in Cutro, invece erano di qua, di questo parliamo

CARUSO: va bene di questo prendiamo atto, può fare riferimento a quello che ha sostenuto l’avvocato senza attaccare l’avvocato

VALERIO: in effetti giacchè è stato scomodato il pentito per antonomasia e per eccellenza Buscetta… risuscitiamolo per un attimo, sono certo che si alzerebbe dalla bara per complimentarsi con Valerio, perché Buscetta era un pentito che era troppo avanti per i mafiosi di quel periodo storico, contrario ad alcune dinamiche e avanti agli inquirenti di allora per la conoscenza di cosa nostra in Sicilia in quel momento storico, dichiarava ai giudici che poi hanno fatto la storia in Italia e nel mondo e non vado oltre signor presidente, il giudice Falcone e Borsellino.

L’avvocato Laratta ha fotografato un momento storico della mafia in Sicilia, in Italia e nel mondo.

Orbene oggi è lo stesso momento storico qui a Reggio Emilia per importanza sia sotto il profilo della giurisprudenza penale nazionale sia sotto l’aspetto socio culturale delle persone.. un ‘ndranghetista a Reggio Emilia signor presidente, in Italia e in mezza Europa, pertanto oggi è la ‘ndrangheta che vi crea quei vuoti di meraviglia, di sconcerto e stupore di cui sopra. E non certamente si possono colmare con le divinità ma quei vuoti di meraviglia di sconcerto e di stupore laddove c’erano quei vuoti, le forze dell’ordine che brancolavano nel buio cosmico ve li

ha colmati Valerio con la nuda e cruda verità… avete la vera verità davanti agli occhi signor presidente che ieri non si conoscevano. Oggi non c’è più ricordate in alto la bilancia della Giustizia, sotto la Misericordia, mi sembrava quasi quasi un affresco del Michelangelo nella Cappella Sistina o dell’Assunzione di Caracci, bolognese fra l’altro.

Oggi tocca a voi giudici integerrimi di questo Tribunale a edificare templi della giustizia su quelle fondamenta che aveva creato l’ndrangheta qui a Reggio Emilia. E dove altri non volevano vedere bollarsi come territorio di ‘ndrangheta, negavano persino l’evidenza, non c’erano anticorpi, la storia lo sa, la spina dorsale non esisteva proprio, in tanti erano genuflessi, accondiscendenti conniventi e contigui. Per vedere le fondamenta non occorre scavare, basta spolverare, guardare nel passato, laddove c’è stato un omicidio ho messo nomi e cognomi, autori e i fatti come si sono svolti. Laddove c’è la malavita associata, organizzata, la cosiddetta ‘ndrangheta ho fatto centinaia e centinaia di nomi e cognomi, dei partecipanti alla ‘ndrangheta a Reggio Emilia. Oltre ai nomi degli imputati come si svolgevano i loschi affari a Reggio Emilia. Laddove c’era ignoranza nelle attività ho fatto nomi e cognomi di chi ci ha istruito o di chi ha messo per noi ‘ndranghetisti a disposizione le loro preziosissime conoscenze a favore della consorteria ‘ndranghetista. Ora queste maestranze diventano a loro volta dei validissimi partecipi attivi sia nella ‘ndrangheta che nel perseguimento degli illeciti e loschi affari fino all’arricchimento.

E i santisti, i 4 amici al bar, che sviluppavano idee e strategie finanche con altri esponenti delle forze dell’ordine, giustappunto la mitologia greca in terra etrusca, Afrodite era la dea della fertilità, era molto feconda qui a Reggio Emilia. Eppure signor presidente con il passare dei secoli e la continua evoluzione in un infinito numero di misteri e di dati scientifici che sono stati superati, quelli di Galileo, Einstein, Darwin, con la conoscenza e l’evoluzione non contenti di questo momento qui di ‘ndrangheta a Reggio Emilia. La ‘ndrangheta qui a Reggio Emilia è autonoma evoluta e tecnologica. Asserisco e ribadisco che la ‘ndrangheta è un fenomeno che oggi vi fa meravigliare a Reggio Emilia.

I vari Dragone, Sarcone, Diletto, Lamanna, Grande Aracri, Vertinelli, Blasco, Valerio, Bolognino, ce n’è per tutti, nessuno escluso, anzi come ho sempre detto ne mancano e anche tanti.

Comunque nomi e cognomi che spuntano nelle ultime operazioni di polizia, carabinieri GdF a Reggio Emilia e dintorni, ora li state scoprendo come agivano e tessevano le fila, e tessevamo le fila, sotto il profilo criminale organizzato, facendovi Valerio con la sua sentita collaborazione facendovi scoprire i misteri che non sarebbero mai stati risolti, a questo punto occorre eliminare confusione che gli avvocati hanno creato e mettere ordine laddove c’è disordine. L’enorme flusso di informazioni frenetico, sempre diverso sempre continue e dare senso e ordine operativo. Se l’uomo razionale evoluto è capace di fare un’analisi precisa e questo Tribunale lo è, può permettersi di accetare e stabilire quali sono le vere verità davanti ai riscontri, precisi, gravi e concordanti e non solo nei fatti del 92. Perché fa comodo agli avvocati.

Le risposte oggi sono molto semplici. Il nostro sistema operativo, il cervello sa valutare il vecchio e il nuovo crimine organizzato con le evoluzioni ovviamente del momento storico e socio culturale a Reggio Emilia. La mentalità della consorteria e qui vado subito al sodo, dopo le operazioni antimafia subite a Reggio Emilia, era prioritaria la necessità di diversificare dalle linee maestre per rendere incomprensibile alle forze dell’ordine i tanti decantati dagli avvocati e lo chiedo perché lo sanno c’ho che è avvenuto, i dogmi, l’antologia, letteratura, storia della ‘ndrangheta. Ho tre tecnicismi signor presidente, tre:

1)      capo locale Nicolino Sarcone e fratelli

2)       autonomia a Reggio Emilia e dintorni

3)      parallele orizzontali e ripartizione dei rischi

più chiaro di così!

Non occorre trovare coraggio a disallinearvi a quelle linee che finora hanno allineato magistralmente ciò che era la ‘ndrangheta IERI, il vecchio stampo ‘ndranghetistico nel luogo di origine. Oggi sono queste le linee indirizzanti della giurisprudenza, guardare nel vecchio e si dovranno allineare al nuovo che avanza, cioè a Reggio Emilia. Non sono presuntuoso signor presidente è la ‘ndrangheta che cambia pelle, colore, modo di agire e reati. Qualche vecchio dogma non può essere praticato in toto a Reggio Emilia e dintorni se non nel vincolo associativo, forza intimidatrice, assoggettamento, perseguimento con il fine dell’arricchimento. Da qui nascono gli algoritmi, il disegnino di Valerio. Gli avvocati tutti hanno fatto delle domande a Valerio con dei dati  insufficienti per una risposta accurata poiché proviene da una domanda a monte inesistente. Con una risposta con un sì o con un no. Non si può appurare la verità! Strategie difensive per l’amor di Dio, chi dice di no. Se non altro però è sincero è il tempo e l’orologio che ci daranno la giusta prospettiva e la genuinità di quanto sto sostenendo.

Per gli avvocati difensori una domanda è sempre meglio di nessuna domanda, qualunque sia la risposta anche se ritorna come un boomerang nei denti, praticamente il nulla. E mi fermo qua, non vado oltre.

Ma si prova disagio profondo davanti a certi palesi evidenti… quando vengono messi davanti a dati certi a dei fattori oltre quanto sopra detto, da dove veniamo e chi siamo.

Non sono le nostre origini la discriminante ma ciò che siamo: mafiosi e ‘ndranghetisti maledettamente organizzati.

E la DDA di Bologna ha ben rappresentato. Oltre ciò raccontato da ben tre collaboratori in questo procedimento. Gli schemini di Valerio infastidiscono fortemente i difensori, ci prova anche il mio ex difensore, ma per provocare per far sì che la verità sia assoluta, oltre ogni ragionevole dubbio. E dove sono i dubbi? Chi ha la risposta certa, corretta, vera, pura, genuina, se non chi le ha fatte le cose. Cioè Valerio con Grande Aracri Nicolino, con i Dragone, con i Ciampà, con i Lucente, i Sarcone, i Diletto, Lerose e quant’altri. Valerio con i Vasapollo nel primo periodo, Bonaccio, Ruggiero, Bellini e altri. E su quale versione della storia viene scritta la storia, su quella dei difensori dei rei? Che richiama l’antologia della letteratura, i dogmi? Poiché sono gli unici ganci che hanno in mezzo al cielo e perché i fatti/reati gli danno torto o sulla reale concretezza dei fatti interpretati qua a Reggio Emilia?

La storia ‘ndranghetista qua a Reggio Emilia da oltre trent’anni, dal 1988 al 24/6/2017 giorno del mio pentimento, la sappiamo Valerio e chi l’ha fatta con Valerio e ora siete voi tutti a conoscenza, testimoni. Volete girarvi dall’altra parte? Fate pure.

La mia coscienza ha svuotato la mia mente, la mia ragione si sta proponendo a voi tutti condividendo questo fardello pesante che avevo dentro. Ora ne siete tutti testimoni.

Avete la conoscenza dei delitti commessi a Reggio Emilia, il mio vissuto vi sta mettendo a disposizione la realtà dei fatti che si viveva qui a Reggio Emilia, in questo contesto socio-politico-culturale. Che era ogni giorno più… alle sequenze violente, le sparatorie, programmazione di sparatorie, famiglie in lacrime e dell’interminabile fuoco incrociato, dall’una parte e dall’altra e figli della stessa medesima mamma ‘ndranghetista.

Ma attenzione signor presidente perché i … non se ne andarono e non sono a tutt’oggi a miti consigli, non fatevi ingannare il fratello di Blasco fu  ammazzato tre giorni dopo uscendo dal carcere da chi? Dai Dragone che erano i padroni della locale di Reggio Emilia, a metà degli anni 80 fino al 2004. Di propositi omicidoriali a Reggio Emilia ce ne furono tanti nei confronti di costoro per i debiti crediti per il territorio per la supremazia del territorio e quant’altro. Come dicevo prima per i debiti criminali che lo stesso Blasco Gaetano aveva gridato vendetta e i Sarcone hanno dato il loro beneplacito della loro locale a Reggio Emilia succeduta ai Dragone dopo la cruenta mattanza degli anni 90. Perciò ogni cambiamento non avviene né senza dolore, non senza morti, né senza danni. Sia da parte dei Grande Aracri/Sarcone che dai Dragone/Ciampà e dei sodali tutti.

Per i … vincitori è stata vana gloria, vabbè e i lustri ci diranno per assurdo vi immaginate cosa accadrebbe se dovessimo accettare come cose lontane da noi? Dico noi perché non mi sento più ndranghetista, mi sento da questa parte ormai. E se all’improvviso capissimo di non avere altre scelta di abbracciare il nemico cioè la ‘ndrangheta, vi ricordate quando “il nemico non puoi combatterlo, abbraccialo” come feci con Turrà e altri.

L’avvocato Miraglia e Della Capanna per gli episodi che riguardano i loro assistiti nella sostanza confermano in pieno la linea dei capi di ‘ndrangheta aemiliana, medio-padana ‘ndraghetisticamente associata, poi discutono nel merito chi accusa chi e chi ha fregato cosa per le abili manovre e l’uscita gratis di prigione, attenzione attenzione signor presidente a questi meccanismi che anticipo ora e spiegherò meglio più avanti. L’avvocato Miraglia è stato il mio difensore fino alla data del mio reale e concreto pentimento il disegnino dice è l’antitesi delle regole di ‘ndrangheta, ogni organigramma mafioso. Cosa ha ascoltato in tutte queste udienze?

E poi subito dice, non deve venire Valerio a dirmi che la ‘ndrangheta sta cambiando. Non è intelligenza allarmante quanto i fatti che sono stati fatti l’avvocato Miraglia sia per il capo 21 Sauro Guidelli e Valerio… erano i soldi della cosca mi chiede, a tal proposito vien da dire che Mancuso ha sistemato la posizione di Girolamo Rondinelli, nipote di GAN cioè Grande Aracri Nicolino, Romano Giuseppe, gli stessi Cavicchioli, debito/credito che avevano fatto una bancarotta fraudolenta di cui ho già parlato, lo svuotamento della Cavicchioli a Castenaso di Bologna, una società con 100 anni di storia e il reimpiego che si è fatto quindi fatti riconducibili ai Cavicchioli, Diletto, Vecchi Giovanni, più altri. Mancuso aveva sistemato la sua posizione, si era appropriato di denari che non erano suoi, ha sistemato la posizione con Valerio e Turrà. Questi sono fatti intervenuti nel 2015 quello che sostiene l’avvocato nell’arringa è del 2017. Ecco perché vi dico, ascoltatemi e vedete che c’è. Cerca di screditare l’avvocato ma i fatti sono avvenuti nel 2015 e lui parla di un avviso di 415 nel 2017 e perchè lo fa con Valerio? Lo fa con Valerio perché eravamo complici nello svuotamento della Cavicchioli. E non come vuole l’avvocato Miraglia.

Orbene signor presidente, badate bene, i Cavicchioli sono bolognesi di generazioni. Valerio, Mancuso, Turrà, Rondinelli, Romano Giuseppe che è siciliano, Diletto, Vecchi Giovanni che è di generazioni reggiano, vi deve dire il Valerio che qui siamo oltre ogni ragionevole dubbio che l’associazione c’è, è percepita, oltre che all’interno anche all’esterno. I Cavicchioli i suoi dipendenti dei Cavicchioli come ho già raccontato, signor presidente, non mi addentro perché sarebbe veramente lunga.

Quindi Geronimo Rondinelli è nipote di Grande Aracri. Questo modus operandi si verifica in ogni operazione sia contestata in Aemilia sia configurata dopo le mie dichiarazioni.

E ridicolo quando l’avvocato sostiene che si fanno processi di ‘ndrangheta a/e persone di origine e provenienza in questo caso calabrese. Oltre ai sopracitati Cavicchioli, Vecchi, Romani, non sono di Cutro! Esempio Bellini nel passato era un mafioso. Non solo partecipa come killer ma partecipa agli introiti, che magari mi sono espresso male io nell’esame. Lui partecipa anche agli introiti e agli affari e alla conquista del territorio di Reggio. Quindi con i vari che ho già scritto, salto questo passaggio così evita di essere pesante.

Essendo Miraglia avvocato calabrese e le ‘mbasciate non sono quelle della mammina si ricorda che ha detto “eh ma sono le … la mammina manda il suo figliolo a fare la spesa e anche le commissione di casa si chiamano ‘mbasciate”.

Signor presidente, il non voler vedere le innumerovolissima mole di fatti reali e concreti commessi, la “pacta concludente” che ho già detto anche l’uva che si entra nella cordigliera delle Ande…

Il non voler vedere, il non voler accettare che il proprio cliente… già la parola cliente la dice tutta,.

 

Qui nasce poi, trova spunto quel pensiero espresso da quel signor Mezzetti a cui si riferiva l’avvocato Miraglia se un giornalista, un politico, una carica pubblica o chicchessia lo fa, esprime un concetto non gradito agli ‘ndranghetisti o avvocati si trova screditarli, portandoli all’annichilimento, tirando fuori scheletri dall’armadio e se non ci sono? Qual’è il problema si creano, si costruiscono con le abili manovre per uscire poi a gratis di prigione.

Poiché si sentono intimoriti, chi? Gli avvocati? Direbbe il grande Totò “ma mi faccia il piacere!”

Signor Presidente a Reggio Emilia siete tutti, nessuno escluso sotto uno stato di assedio e assoggettamento ‘ndranghetistico che non ha eguali nella storia reggiana. Nemmeno i terroristi erano arrivati a tanto.

La cosa che fa specie è che la ‘ndrangheta lo fa silentemente, prima di arrivare a fatti eclatanti come il ‘92. Ha espresso marcato a fuoco con il sangue chi doveva comandare a Reggio Emilia. E poi c’è questo silenzio tombale, ciò che sa fare bene la ‘ndrangheta. Pertanto l’avvocato Miraglia poiché è stato il mio difensore difendeva uno che la storia della ‘ndrangheta a Reggio Emilia l’ha attraversata tutta, udite udite da attore protagonista, non come vorrebbe l’avvocato Migale Ranieri. Poiché non l’ho nominato si è sentito trascurato e ha ragione, è vero ahimè, me ne scuso con la Procura, pardon! Mi ha aperto due cassettini della memoria che lo dico brevemente questo come memoria anche per la Procura, l’incendio di un’auto mercedes che mi difendeva pure appunto l’avvocato fatto a Parma da me e fatto da Procopio Salvatore più altri, è stato poi successivamente sostituito dall’avvocato De Nicolò alla convalida dell’arresto per l’operazione Filottete nel 2013 la rogatoria si è fatta fare giù a Petillia (ndr Petilia Policastro) e quindi era intervenuto lui per l’avvocato Denicolò comunque questa parte qua ve la salto perché se no rischiamo di creare qualche incidente comunque c’è l’avete scritto, signor Presidente.

 

NDR: Anche grazie alla testimonianza di Lea Garofalo si è arrivati all’inchiesta che ha portato all’apertura dell’operazione Filottete, riportiamo alcuni articoli di giornale:

Omicidi di ‘ndrangheta. 17 arresti a Crotone e in altre 4 regioni. Decisive le dichiarazioni di Lea Garofalo - 29 ottobre 2013
Sono 17 le ordinanze di custodia cautelare che da stamani all’alba sono state eseguite dai carabinieri di Crotone e che riguarderebbero soggetti, considerati affiliati alla ‘ndrangheta, ritenuti responsabili di sette omicidi compiuti tra il 1989 ed il 2007 e scaturiti nell'ambito di una guerra tra cosche.

 

Chiesta la conferma di 4 ergastoli e 9 condanne - operazione Filottete - 28 Aprile 2016
Un’ora e mezza di intervento per confermare la bontà del quadro accusatorio. Poi, la richiesta rivolta ai giudici togati e popolari, di confermare tutte le tredici condanne per come decise il 22 luglio 2015, dal gup Raschellà.

Crotone, grazie alle dichiarazioni di Lea Garofalo confiscati beni per 350mila euro al capoclan condannato all'ergastolo - 13 Settembre 2017
Confisca di beni da 350mila euro di controvalore eseguita dalla Compagnia della Guardia di finanza di Crotone nei confronti di Paola Ceraudo, moglie di Vincenzo Comberiati, considerato il capo della “locale” di Petilia Policastro, centro del Marchesato ben noto per aver dato i natali a Lea Garofalo, la donna-simbolo cui sono stati dedicati monumenti in varie città dello Stivale e anche una fiction televisiva per aver preso radicalmente le distanze dalla ‘ndrangheta, purtroppo rimettendoci la vita.

 

Operazione Filottete, arrestato un manovale a Petilia Policastro - 6 Dicembre 2017
Nella giornata di ieri, in Petilia Policastro, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un manovale di 36 anni, dando esecuzione ad un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d'Appello di Catanzaro.

 

Dal lontano 1988 al 2015/17 sin dall’inizio della mia collaborazione che parlo di ‘ndrangheta. 1.0 2.0, 3.0… fino alla 5.0, questa è evoluzione altro che antitesi. Alcuni inconsapevoli avvocati perché non hanno ben capito dove si trovano, altri sanno benissimo dove siamo, chi siamo, da dove veniamo. Gli appartamenti monocromatici signor presidente e permute che se n’è parlato tantissimo in questo processo, è la cripto valuta spendibile, cash, della ‘ndrangheta a Reggio Emilia.

Tra l’abaco e l’algoritmo e dati di fatto che appaiono come tangibilissimi e sperimenta logica a prova di scimmia, non Diletto detto “ a scimmia” quello è un furbo ‘ndranghetista… se tutto è sequestrato se non hanno lavorato come sostengono i vari Crivaro, Vertinelli più altri, per l’effetto negativo di Aemilia, come possono pagare un gruppo di avvocati professionisti e addirittura ex ministri se a loro detta le uniche entrate sono quelle dei profitti chi fa il netturbino chi il barista, chi altri lavori umili. Pur mantenendo lo stesso impero quello che ha, punto a caso gli stessi imperi li confisca lo Stato, falliscono. Perché ci sono molti beni intestati ad altre persone prestanomi che poi appaiono come funghi… e sembrano che… e poi sono dei  reati, che sono piccoli reati ecco. Non appaiono di ‘ndrangheta, ma in verità sono appartenenti alla ‘ndrangheta. Perchè ci sono beni e attività, gli appartamenti in permuta e le attività illecite che con il nero appaiono con il monocromatico/nero, assegni circolari trasferibili di piccolo taglio è quello che risolve tutto. E sono molto più gestibili e ben più manovrabili dei più conosciuti bitcoin e cripto valuta varie.

 

Il disegnino è stata la richiesta dell’avvocato Villani, Facente, Belli, di riflesso anche lei signor Presidente me lo chiese. Inoltre ho fatto tutta la storia con gli schemini e le discendenze che gli avvocati puntualmente ma per una disperata difesa. Quegli avvocati di Cutro la storia la conoscono l’innumerevolissima dei fatti e anche gravissima a Reggio Emilia la conoscono. La storia criminale di Grande Aracri Nicolino non l’ha fatta da solo come ha detto a Muto Salatore 76, l’ha fatta unitamente a Valerio Antonio, ai Sarcone, ai Ciampà, Cortese, Lucente, Lerose, Diletto, Lamanna e più altri. Eravamo noi i generali di guerra. Però poi in tempo di pace se non si riciclano per la stessa associazione diventano di peso Cortese Salvatore dietro Martino Vito e poi altri.

 

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e poi i risultati sono inevitabilmente quelli che si discutono oggi in questa aula, quello è.

Qua signor Presidente è il vecchio che va a braccetto con il nuovo. E il nuovo che avanza. I dogmi della ‘ndrangheta, la letteratura la ‘ndrangheta l’antologia della ‘ndrangheta. Facendo una veloce riflessione nel frattempo vi pongo un quesito: se succedesse oggi una guerra mondiale sarebbe come quella del 15/18, come quella del 45? Poiché è stato citato questo processo come il processo di Norimberga. Sarebbe come quella e non potrebbe essere come quella di oggi, sciolti i dubbi a questo quesito, no?

Si studia la storia per non scordarsi del passato e vi invito a non scordarvi del passato.

Un omicidio fatto oggi a Reggio Emilia e non pagarlo non è come nel ‘92. Pertanto si è parlato e parleremo dell’ABC della ‘ndrangheta che va dall’abecedario all’alfabeto, dall’abaco all’aritmetica, matematica fino all’algoritmo.

Ricordate  i disegnini i cerchietti le “palle di Valerio” come disse l’avvocato Belli. Bene, Valerio Pitagorico a detta dell’avvocato Villani. Più pitagorico di così, più pitagorico di questo signor presidente e qua mi fermo perché se no sarebbe… ve lo trovate scritto…

La prego anticipatamente di farmi riferire e farmi dichiarare le dichiarazioni perché mi rendevo conto già che sarei stato bloccato e quindi ve l’ho pure scritto, è importante che ve lo leggo tutto sentirà e vedrà e sicuramente constaterà che sarò facile profeta anche se non mi ritengo tale.

Su tutta la mia linea dichiarativa e ad ogni mia sillaba scandita sia negli interrogatori che in aula vi è tanta e ripeto tanta verità. Signor presidente vorrei precisare fin da subito che non sono proclami alla “Ciccio” (NDR: Francesco Amato) o alla Alfredo Amato. Prendete l’ultima parte di “Ciccio” e la prima parte di Alfredo e lì trovate ciò che dichiarano in aula. E’ un proclama mascherato a voi del Tribunale e alle forze dell’ordine. A Reggio Emilia la famiglia Amato vogliono comandare a livello ‘ndranghetistico soprattutto in questo momento storico, l’ha gridato in aula tant’è che la famiglia Amato a cospetto di questo Tribunale e degli imputati nelle gabbie è un forte segnale.

NDR: il collaboratore Valerio beve un bicchiere d’acqua

Ho perso un attimo il filo…

E’ un forte segnale di sfida sotto il profilo degli aspetti ‘ndrangheta da una parte e giustizia dall’altra. Sono pronti a fronteggiare tutti, signor Presidente, sono forti, numerosi, agguerriti.

Nell’esame delle dichiarazioni spontanee ciascuno degli imputati ha detto ciò che ha ritenuto opportuno, o a loro discolpa, sono state dette offese da parte dei difensori e degli stessi assistiti dei difensori da non poter parlare liberamente di Blasco, dei Floro Vito eccetera eccetera, certamente ciò che ho da dire per questi signori non sono certe parole di conforto perché ‘ndranghetisti eravamo non sono semplici parole perché reati si commettevano di ‘ndrangheta oltretutto signor Presidente non è … (incomprensibile) e tanto meno di Gianluigi Sarcone, vedete la filosofia è quella, non è successo niente, Blasco/cortocircuito, non mi avete fatto niente Sarcone & family. Continua imperterrito a dare ordini  nell’attività di ‘ndrangheta a chi è fuori professionisti, mogli, sorelle, parenti e tutti,  perché non è finito NIENTE!! Non è finito niente!

E la famiglia Amato crea destabilità all’interno della consorteria e in quest’aula, i fatti lo dimostreranno anche con i fatti di cronaca contemporanea. Dopo il mio pentimento appresi anche dai media che sembra criminalità spiccia, ma non lo è, signor Presidente. Di fronte a voi i protagonisti i nomi i cognomi sono già nomi che ho fatto nei miei interrogatori, sono i reati precursori i cosiddetti reati spia e un’anteprima di ciò che vi troverete tra poco, da qui in avanti, sia di persone che riguardano questo processo, sia di persone di cui ho fatto nomi e cognomi.

Si è dunque considerato e di già avete potuto constatare le mie dichiarazioni in maniera diretta reale e concreta oltre a a ciò il tempo mi darà ragione di ogni parola che ho pronunciato in quest’aula.

Non ho studiato ne filosofia, né sociologia, quindi ciò che dico è tutto di mia spontanea conoscenza, di cose che ho fatto direttamente. E quando ho detto che nessuno andrà via da quest’aula con il timore di essere debitore della giustizia, tutti coloro che hanno commesso dei reati verranno coinvolti e richiamati ad essere condotti alle proprie responsabilità davanti a questo Tribunale e altri. Signor Presidente l’hanno percepito molto bene. L’hanno percepito molto bene, nessun escluso. Donne comprese. Poiché sono le donne il cordone ombelicale di questa associazione, da quando i mariti, i fratelli i cognati si trovano in carcere. Il potere non lo mollano a nessuno i Sarcone. Perché in carcere, il potere non lo mollano e la linea di comando c’è, dopo Carmine Sarcone, c’è Beppe Sarcone e la linea da me tracciata.

Gli Amato possono aspettare, devono aspettare, altrimenti i gitani devono sparare se vogliono il comando come abbiamo fatto noi cutresi nel 90.

 

Ore 11.22 NDR (commenti incomprensibili di Francesco Amato)

 

«Macché clan», Valerio smentito dal suo legale - 31 Maggio 2018
L’avvocato del pentito: «Nessuna cosca, è gente che in concorso fa dei reati» Per il difensore mancano l’intimidazione, l’assoggettamento e l’omertà

 

“La mezz’ora che non ti aspetti” questi era il titolo che il 29/5/18 mi trovai su un quotidiano reggiano, praticamente questa è una lettera aperta che faccio all’avvocato Falciani, due parole per dire perché è stato rimosso l’avvocato. L’ho denominata lettera aperta all’avvocato Falciani. Vado proprio spiccio ed evito la premessa, in merito alla revoca del mandato fiduciario all’avvocato Falciani avvenuta nel corso dell’udienza del 26/7/18 tenevo a far presente le motivazioni per cui è stato rimosso l’incarico.

Da quanto si è ascoltato in aula e da parte dell’avvocato Falciani poi quanto si è letto negli articoli di giornale che Valerio era d’accordo sulla linea difensiva, in tal senso occorre precisare che gli accordi presi con il difensore erano che tecnico/fattuale se ne occupava Valerio come ha fatto fino alle dichiarazioni spontanee del 3/5/18 lettera di reale e concreto pentimento, scuse alla città di Reggio Emilia, financo una poesia di commiato alla ‘ndrangheta. Se qualcuno non avesse colto il senso era riferito tutto all’omicidio di Giuseppe Ruggiero, tutta farina del proprio sacco di Valerio.

Tecnico legale doveva occuparsene l’avvocato Falciani il merito al mio status di vero pentito, reale e concreto, mi sono affidato alla sua esperienza legale sui collaboratori, tutta farina del suo sacco! Tengo a dire che l’avvocato nei giorni precedenti alla sua tesi fino al giorno prima gli chiesi espressamente quale fosse la sua linea difensiva poiché mi riguardavaa: rispose con questi testuali parole, si fa un po’ di teatro non ti preoccupare.

Nel ricordargli che non sono più ‘ndranghetista, che ora sono un uomo per la giustizia, mi rasserenò dicendomi di stare tranquillo, che non avrebbe detto nulla che mi avrebbe nuociuto. “La mezz’ora che non ti aspetti”. Il giorno dell’arringa Valerio non conosceva assolutamente quale tesi avrebbe sostenuto il proprio difensore in sua difesa, ma era certo che sarebbe stato in linea con il proprio stato di collaboratore, sulla linea dichiarativa dello stesso Valerio. Premetto che non è nulla di interesse di Valerio ciò che scrive la stampa, quello che prettamente interessa a Valerio è ciò che pensa questo Tribunale, la valutazione che il Tribunale ha dato all’arringa sostenuta dall’avvocato Falciani. Chiamai l’avvocato Falciani e gli chiesi spiegazioni poiché non mi aveva assolutamente soddisfatto quanto avevo ascoltato in aula, tant’è che mi disse capirai più avanti. Mi diede uno spunto di riflessione, di maggiore riflessione. L’ulteriore articolo titolava che l’avvocato di Valerio prende le distanze dal pentito, poiché non era quanto sosteneva l’avvocato Falciani nei condotti telefonici, sua mia insistenza chiesi che cosa avesse voluto dire che l’associazione non c’è. Se faceva parte della teatralità, perché così non è stata percepita da Valerio, dai media e mi chiedevo se allo stesso modo fosse stata recepita dal Tribunale.

Siccome sono profano in diritto penale non convinto insistetti con l’avvocato di fare la smentita a mezzo stampa e a quel messaggio che passava attraverso i giornali. E’ da dire che l’avvocato Falciani concordava con Valerio dicendo che gli era suonata male anche allo stesso avvocato Falciani dicendo che il testo era giusto ma il titolo del giornale sbagliato. Mi disse mi era parsa strana anche Falciani sosteneva questo. Perché nel suo intento non era che prendeva le distanze da Valerio, sua frase, ci mancherebbe altro. Mi disse che avrebbe contattato il giornale per fare la smentita in quel caso pretese che la facesse per iscritto e non verbale con il giornalista Tidona. Come avrebbe voluto fare Falciani in un primo momento.

«Non ho sconfessato Valerio» - 08 Giugno 2018
"Illustre Direttore, ho preso visione dell’articolo apparso sul Suo giornale, martedì 30 maggio a firma di Tiziano Soresina, circa il mio intervento al processo Aemilia in difesa di Antonio Valerio. Pur apprezzando il contenuto del pezzo, devo comunque dissentire dal titolo, tanto da quello di prima pagina quanto da quello presente al suo interno."

 

Fatta la smentita a mezzo stampa e ho chiesto copia, nell’intervista di Falciani lessi l’articolo e ancora non ero soddisfatto, poiché nell’intervista che aveva concordato con Valerio la linea difensiva è come ho detto sopra che non era così in sostanza. Secondo il dire dell’avvocato Valerio non si doveva preoccupare e no signor presidente, mi preoccupa, mi interessa cosa ha percepito questo tribunale. Brevissimo inciso i fatti sotto l’aspetto giornalistico non mi interessa, sotto l’aspetto processuale, giuridico, penale mi interessa molto. Dal punto di vista cosa è arrivato, cosa è stato recepito da questo Tribunale. Dopo una interminabile confessione a 360 gradi, esame e controesame con gli avvocati della controparte, lo stesso Falciani ha partecipato in parte dal sito riservato in parte dall’aula bunker mi viene in mente un vecchio detto “non si va in chiesa a pregare a dispetto dei santi”. Tradotto ho fatto interrogatorio con le procure di mezze Italia, con le stesse non ha proferito parola e non ha messo in dubbio una sola delle mie dichiarazioni negli interrogatori davanti ai PM.

Non vi fosse una associazione ‘ndranghetista per poi venire in aula a sostenere la tesi che ha fatto.

Che l’avvocato, che Valerio non è un ‘ndranghetista dopo tutto il mio narrare. Oltre all’interrogatorio nelle sedi opportune, ho fatto una lettera di scusa alla città di Reggio Emilia, ho fatto una poesia di commiato alla ‘ndrangheta. E vi è ancora in dubbio chi è Valerio. Terribilmente pentito e seriamente pentito e realmente concretamente pentito. Ha dato modo e contezza e ne darà in tutte le sedi in cui verrà chiamato. Se la tesi dell’avvocato facesse parte della teatralità di cui mi parlava e Valerio non l’ha capita a scanso di equivoci Valerio ha condiviso solo i primi 5 secondi di cui lo stesso Falciani ha detto nella tesi, nell’incipit della tesi, come disse, c’è poco da dire, bastano 5 secondi per fare l’arringa su Valerio, si riferiva alle domande che il PM aveva fatto. Il PM mi chiede come si pone di fronte ai reati a lei contestati, colpevole di 416, colpevole, e via dicendo. Dopo queste parole non ho condiviso una sola parola. Una sola parola. Sia dunque considerato che il mio pensiero rispetto a quello di Falciani è diametralmente opposto. E mi fermo qui signor presidente  sarebbe anche lungo quello del… dello stesso Falciani. Quindi, nel frattempo altre udienze vengono fatte, passa tempo, poiché si fa altri fattori negativi si aggiungono a quelli diciamo più, da quelli personali a quelli che riguardavano il processo a quelli più pratici mi si creava sempre ostacoli comunque ho scritto tutto qua, così evito di fare… ulteriori….

Comunque in sostanza non l’ho condiviso con l’avvocato ed è stato rimosso.

 

La decisione del pentito valerio mi sorprende - 02 Agosto 2018
Pubblichiamo di seguito una lettera di Alessandro Falciani, ex legale del collaboratore di giustizia, Antonio Valerio, al quale il pentito ha revocato l’incarico nell’udienza del 26 luglio scorso....

 

Bene inizio delle dichiarazioni a spot, adesso mi bloccherà quando ne avrà voglia, però è bene che dico tutto quanto, perché c’è tanto, c’è tanto.

Ritornando sui temi dell’esame e del controesame gli avvocati pretendevano che a delle domande, vedete l’interrogatorio dell’avvocato Saggioli che mi chiedeva un sì o un no, per questioni che erano lontane dal fatto e dal merito e poi quando sentivano la risposta che a loro non era gradita, usavano… dopo ci arriviamo, ma non ci arrivavano mai, perché erano generiche le domande, per far sì che si appoggiasse quel sì e quel no. Comunque dove gli veniva comodo facevano così.

Tant’è che mi spazientii più volte e l’avvocato, ma anche gli altri avvocati Garuti, Belli, Migale Ranieri, Filocamo… addirittura Filocamo diceva che non capiva. Poi l’ironia dell’avvocato Migale Ranieri che mi dice nella sua tesina “allora fatti le domande a piacere!”. Invece le domande le ha fatte a suo esclusivo volere se poi non hanno nulla a che vedere con quanto gli si contesta al suo cliente, vabbè saranno problemi loro. Non viene a me a dirmi il contrario, snaturando perfino ciò che è ovvio. Saranno strategie difensive per l’amor del cielo però nella tesi finale non devono dire baggianate su Valerio. Comunque per quello ci siete voi signor Presidente.

La parte dell’avvocato Saggiolo ce l’avete pure scritta ve la lascio tutta qua.

Qua mi rivolgo a voi signor presidente e ai signor giudici a latere e a questo Tribunale.

Mi sono rivolto a voi con tutto il mio patrimonio conoscitivo di oltre trent’anni di storia criminale organizzata di stampo ‘ndranghetistico. Partendo sin dal primo grammo di droga venduto, che era il lontano 1988. Con Pietro Villirillo che era a Parma, Vasapollo Nicola/Bonaccio, Lucente e Dragone che era il primo gruppo se si ricorda signor Presidente. Il primo gruppo ‘ndranghetistico qua a Reggio Emilia. Quindi c’era già una associazione ‘ndranghetistica e a quelli mi sono rivolto per l’approvvigionamento per smerciare droga. Quindi già nel 1988 avevamo la ‘ndrangheta.

Quando dico che mi sono messo davanti alla bilancia della Giustizia e ho deposto armi, cariche e medaglie e misfatti della criminalità, è questo che intendo e penso sia molto chiaro.

Che sia la soglia di questi millenni che son trascorsi, secoli e robe varie. Vi sto raccontando tutta la vera verità. Signor presidente non parliamo né di vincitori né di vinti, poiché sono tutti degli ndranghetisti perdenti, ma non rassegnati. Qui c’è tutta verità. Chi con l’ergastolo, che sta scontando, chi con l’ergastolo che verrà e nel mezzo vi è un mondo di ‘ndranghetisti, di reati, di nomi e cognomi che la metà basta. E da me sono stati fatti e certamente delle condanne adeguate arriverranno per i reati commessi. Valerio vi sta raccontando tutta la verità nuda e cruda senza filtri, senza giri di parole.

E passiamo ai dati di fatto, qualche esempio cerco di non aprire tematiche nuove, signor presidente, come mi ha detto lei all’inizio. Pertanto così come ho fatto negli interrogatori, nell’escussione di questo esame e controesame.

Gli avvocati hanno leso la dignità di Valerio signor presidente con appellativi e aggettivi offensivi se adesso ho detto qualche cosa all’inizio mi perdonerà.

In merito a quanto si ascolta in quest’aula i difensori per sviare le mie dichiarazioni auto ed etero accusatorie a discolpa dei propri assistiti cadono nell’insulto di Valerio signor Presidente.

Nella prima parte andrò più o meno con l’ordine cronologico che gli avvocati sono intervenuti e non certamente tutti perché sarebbe lunghissima la lista e per brevità tra quelli che hanno il mandato del 416. In esame e controesame si sono scordati della deontologia etica e indole professionale per amore di un mandato fiduciario e in più, di sfruttare la vetrina Aemilia come visibilità anche all’interno di questo processo, insultando Valerio. Ma mi ricordo bene per quelli laddove vi è stato eccesso di zelo per le loro azioni di causa ma non è tollerabile laddove si rendono partecipi dello stesso ‘ndranghetista. Deontologia, etica, indole e moralità. E si abbassano notevolmente signor presidente.

La mia ovviamente non è una requisitoria per quella sono passati i tempi. Sono dichiarazioni spontanee reiterate alle offese e agli insulti alla mia persona per le dichiarazioni da me rese noto accusatore ed etero accusatore e inoltre tengo a fare presente e a precisare e aggiungere cosa molto grave, come le difese snaturano, deframmentano, mischiano quanto detto nell’escusso di quest’aula nonché nell’interrogatorio, per far apparire illogico il mio dichiarato, questo avviene in ogni capo di imputazione addirittura confondo anche i capi di imputazione.

Per ogni dichiarazione fatta nei confronti dei miei ex sodali in merito ai 416 bis e ai reati fine.

Poi nei reati fine a Valerio lo insultano per aver fatto dichiarazioni auto ed etero accusatorie e chiamato in correità i sodali di questa associazione, tutti gli avvocati ammettono i fatti in pieno, i reati in toto, discutono all’interno del medesimo reato, già avvenuto, perpetrato e consumato chi ha fregato a chi e chi ha fregato a cosa. Questo discutono.

Pertanto partendo dalla lettera A che sta per Arena Carmine e il fratello Domenico e finendo per la lettera V che sta per Vertinelli e Belli. Mi manca la Z ma conosco poco Zhang quindi non lo cito nemmeno.

Andando per ordine come sopra avevo anticipato poiché l’avvocato Belli è stato uno dei primi ad intervenire, l’avvocato Staiano l’ultimo per i fratelli, per Totò Muto, figli e fratelli. Per comodità parto da qui signor presidente.

Secondo l’avvocato Belli non conoscevo i cantieri di Totò Muto 55, l’avvocato Staiano per lui sarei un pentito a valore zero. E’ vero che non conoscevo i cantieri di Totò Muto, ma non facevo mica la direzione dei lavori dei cantieri dei fratelli Muto. Ciò non toglie che non conosco i fatti di cui ero reo di cui è reo Totò Muto, figli e fratelli. Oltre a ciò Totò Muto 55 era padre padrone e teneva con autorità alla partecipazione anche i fratelli sotto la sua rigida direzione a favore di persone‘ndranghetiste al bar Revolution al Cartaghena, sala slot detto Borderline. Guardate chi erano i proprietari e chi ha rilevato quelle quote e chi frequentava. Poi qui

c’è una breve parentesi parlo di “zazzizzo” che sarebbe Brugnano Salvatore di cui noi facevamo attività e di cui io ero al 7% in affari con loro sempre in riferimento ai fratelli Muto e non mi addentro in questa parte qua, ma è tutto scritto signor presidente.

Tornando a Muto e Brugnano facevano contratti falsi e giri bancari per una parvenza di liceità, e una serie di attività illecite, usura, falsa fatturazione e tutto quanto ne deriva.

Qua ho fattoache  un prospettino così ve lo guardate bene signor presidente.

E mi fermo qua non vado oltre.

Volevo toccare un altro argomento che erano le palle di Valerio, quel disegnino, quello che riferisce l’avvocato Belli che dice che racconto palle… se volessi fare una battuta… l’avvocato, vabbè ma ve la risparmio

CARUSO: non la faccia

VALERIO: no no non la faccio, ve la risparmio, però l’ho scritta, signor presidente. Bene al di la’ della battuta che un avvocato può fare, può essere anche infausta, perché può capitare, perché Totò Muto non si sottopone al cospetto del Tribunale? Spiegasse Totò Muto con parole sue direttamente i fatti. Se ne guarda bene dal farlo! L’unico che non si è sottoposto all’esame del giudice è proprio lui. Pertanto nell’incipit della tesina dell’avvocato Belli, dopo gli sdolcinati e stucchevoli complimenti vicendevoli che si scambiavano con l’avvocato Falciani e segni di intesa reciproca, si trasforma subdolamente in Mengele, dr. Mengele, visto che è stato nominato il processo di Norimberga. Poiché è stato nominato in quest’aula soprattutto è calzatissimo l’accostamento Mengele/Belli, vabbè questo ve lo risparmio.

Per l’avvocato Staiano sarei un pentito a valero zero e lo zero è l’unico numero che precede un numero, il numero uno. Signor presidente sono terribilmente pentito e lo zero il primo dei numeri positivi ed è anche il primo dei negativi.. se tendevo al valore nullo allora l’avvocato Staiano qualche nozione di matematica la deve fare, senza offesa. Glielo anticipo io. L’assenza di valore zero è tutt’altra cosa quella che voleva intendere l’avvocato, senza lo zero non si compongono le decine, le centinaie e le migliaia e lo zero è l’unico numero che si affianca a numeri interi, se voleva offendermi ha fatto il contrario. Detto ciò non era colui che voleva strozzarmi in controesame?

Eh sì perché cosi si giustificò quando intervenne il dottor Mescolini quando insisteva che non ha mai sentito parlare di Valerio come ‘ndranghetista  e lo chiese pure a Giglio quando ancora Valerio non era pentito. La risposta di Giglio fu chiara: è un capo, Valerio! Ma questo era l’inizio delle abili manovre per uscire a gratis di prigione.

Pure l’allora avvocato Miraglia si indignò con l’avvocato Staiano. Ma l’avvocato Miraglia Lino, è giovane, non la capì la manovra. Il mio nome è negli anni ’90 fino al ’99 per il tentato omicidio che ho subito. Il nome di Valerio è stato fatto nell’operazione Scacco Matto e l’avvocato c’ha presenziato. Edilpiovra, non lo so se c’ha presenziato, ma è conosciutissima. Da Edilpiovra si passa ad Aemilia. Dove  sono stato… protagonista, signor Presidente… visto che non si usa come attore va bene, allora lo uso come protagonista non “un protagonista” ancora prima ho detto dell’operazione Filottete accusato da tre collaboratori: Cortese, Bellini e Marino.

Fui arrestato come mandante di GAN, cioè Grande Aracri Nicolino, che voi troverete GAN qua, ma è stato Grande Aracri Nicolino.

Per l’omicidio di tre dita, Rosario Ruggiero, proprio questo gli ricordai all’avvocato Staiano che nel processo di Catanzaro sostituì per alcune udienze l’avvocato mio di fiducia, l’avvocato Deniccolò.

E la …. la fece poi sia l’avvocato Staiano e l’avvocato Viscomi.

Mi rispose l’avvocato, Staiano, “ti strozzerei”, poi intervennero i pubblici ministeri su questa parola e mi fece altre domande.

Ora valgo zero signor presidente, ora valgo zero. E come dice Valerio lo zero è un numero importantissimo nella matematica. Ed ha un valore non certamente come intendeva l’avvocato Staiano come sopraddetto.

CARUSO: Valerio può sintetizzare ulteriormente e ad avviarsi alla conclusione? Capisco che lei deve difendersi

VALERIO:Come faccio, sono cose importantissime

CARUSO: Quanto ne ha? Va bene…

VALERIO: un’oretta signor presidente

CARUSO: un’oretta… va bene

VALERIO:e non mettetemi ansia perché le voglio..

CARUSO: no, no, non le voglio mettere … SILENZIO!

NDR: numerosi mormorii in aula

CARUSO: non le voglio mettere ansia, il punto è questo, concentri, dica solo cose importanti…

VALERIO:senz’altro, importanti

CARUSO: silenzio, (NDR rivolto agli imputati in aula) silenzio avrete la parola anche voi, anche voi avrete la stessa possibilità di difendervi. Prego …

NDR: un imputato si rivolge a Caruso, ma non riusciamo a sentire cosa viene detto

CARUSO: Certo, va bene. Vada avanti Valerio.

VALERIO: Valerio è l’antitesi della ‘ndrangheta pone l’avvocato Miraglia dopo poche parole “ma non deve venire a dire Valerio che la ‘ndrangheta è cambiata”. E quindi? Di cosa stiamo parlando? Si apre la bocca per dare ossigeno al cervello? Perché avviene un cambiamento, quando avviene un cambiamento? Quando qualcosa è superato e alcune cose non funzionano. Oppure quando uno non vuole sottostare alle regole del proprio, della locale di ‘ndrangheta. Il caso più emblematico signor presidente ecco perché le dico che è importante farmi parlare. Il caso più emblematico è proprio GAN, Grande Aracri Nicolino che sopprime i Dragone e i Ciampà e non lo fa in un giorno e non lo fa da solo. Parte dal lontano 1990/92 sino al 2004 sterminando la “mamma” che era Dragone con la complicità e la riservatezza di Valerio. Oggi sarei un attore non protagonista secondo l’avvocato Migale Ranieri. L’avvocato Miraglia il cambiamento lo ammette della ‘ndrangheta, lo capisce, ma non vede che è diverso nell’agire all’interno della locale, ma attenzione non lo è nel vincolo associativo, il vincolo associativo è quello di vecchio stampo, il disegnino lo rappresenta bene, quindi è fermo, granitico il vincolo associativo, nella forza intimidatrice, nel controllo del territorio, nel perseguimento all’arricchimento e all’assoggettamento, alla sudditanza psicologica, meno nella ritualizzazione si tende più a fidalizzare il sodale per i motivi che ho sempre detto che la ritualizzazione può costare anche dieci anni di carcere se si viene pizzicati. E quello che ne potrebbe conseguire perché poi di qua c’è anche una conseguenza di crescita criminale, di espansione e robe varie, ma mi fermo qua signor presidente questa la risparmio.

Affari con altre consorterie di cui i suoi clienti dell’avvocato Mancuso, pardon dell’avvocato Miraglia: Mancuso, Silipo e Vetere  ne erano facente parte dell’associazione emiliana e lo confermano pure gli stessi avvocati quando le arringhe,… lo confermano pure loro stessi con le loro stesse parole.

Fare ‘ndrangheta a Reggio Emilia è intelligente osservare gli usi, consuetudini del luogo. Mi riferisco a Scacco Matto (Cutro), fotografare Edilpiovra 2002, Grande Drago 2003, fino al 2015. Badate bene questo lasso di tempo, signor Presidente, è stato possibile solo per questo motivo, se poi questa non è ‘ndrangheta ditemi voi che cos’è? Trasparenza morale, trasparenza civica o l’associazione del circolino Primavera?

Considerando che si richiama di tanto in tanto l’onestà intellettuale orsù non diciamoci eresie se poi ci si stupisce quando è arrivata la ‘ndrangheta a Reggio Emilia. E poi si vedrà come reggerà il prossimo, a chi dare la colpa o chi dirà che Reggio Emilia ha gli anticorpi e la schiena dritta.

Gli avvocati sostengono che la ‘ndrangheta a Reggio Emilia non esiste, se ne tengono di avere ragione, se la sentono di fare una garanzia bancaria per i danni che questi potrebbero causare alla pubblica sicurezza? Che sicuramente questi signori creeranno tessuto sociale, in questo caso reggiano. Mi riferisco in particolare al mio ex avvocato Miraglia. Questi signori si (inc) e qualche altro mandato fiduciario in più, ma di certo i danni questi li commetterebbero signor presidente.

Se non ci fossero i suoi soldini e vedete se questi avvocati difenderebbero uno di questi che ci sono nelle gabbie. Non lo difenderebbero signor presidene.

E’ fondamentale che si comprenda questo periodo storico di cui vado dicendo da un anno, da oltre un anno in cui si situa un fenomeno come questo cioè la ‘ndrangheta a Reggio Emilia.

Non occorre avere coraggio per emettere una sentenza, vi sono le carte e i dati di fatto che la Procura ben ha esposto chiaramente, che tre collaboratori hanno deposto in questo processo ciascuno per la propria conoscenza dei fatti in concreto, i reati perpetrati e concretamente fatti si può dare uno sradicamento a questa ‘ndrangheta signor presidente, si può dare.

Per i difensori sino a che si applicano nelle aree di competenze del mandato fiduciario è deontologicamente giusto e corretto fino allo zero. Oltre… non vado oltre appunto… non vado oltre…. Non vado oltre…

Valerio parla pure di pancia a chi giudica e alla gente comune. Accartocciate tutto quello che ho detto, buttatelo. La mia coscienza poiché il mio è reale e concreto pentimento terribilmente serio me lo impone, vi ho messo davanti alla nuda e cruda verità.

A chi giudica l’ardua sentenza.

Oggi è una grande fortuna avere uno come Valerio che ha trovato il coraggio di dire quanto sarebbe rimasto ancora sepolto sotto cumuli di polvere. Storie di ‘ndrangheta, codici, battesimi, omicidi, simbologie. Battesimi non intendo quelli religiosi in chiesa, cristiani, battesimi intendo quelli di ‘ndrangheta.

Ritengo di dare il giusto peso alle cose che una stroncatura alla ‘ndrangheta si può dare a Reggio Emilia e si deve dare, ma non illudiamoci che verrà eliminata con le condanne di questo processo, perché altri ‘ndranghetisti fuori si stanno riorganizzando con mezzi e metodi diversi da quelli odierni. Non rimanete abbarbicati a questo. Perchè vanno oltre, si va oltre, il futuro. L’antologia della ‘ndrangheta dice l’avvocato Miraglia, l’arco temporale della sociologia criminale la conoscete bene. Per definizione viene chiamata ‘ndrangheta in origine era chiamata antropologia criminale, non dovrei andare oltre perché la conoscete bene. E ciò che intendo non è biologico, ma sociale,

Ma signor Presidente a lei mi rivolgo in altri termini, non è un tumore e qui non siamo in una clinica dove si esporta la massa tumorale e pertanto se non si esporta muore. Non entro nel merito di questa materia perché non sarei capace né dell’una ad asportare la massa tumorale, né nell’altra a fissare linee guide della giurisprudenza.

Ma da quei parametri occorre che e si deve tenere presente chi legifera che oggi è questo Tribunale e deve emettere sentenza. E deve tenere conto che i tempi cambiano e le mode passano. E l’adeguamento a dei criteri non discostanti dal concetto di criminalità organizzata cossidetta ‘ndrangheta, che è diverso nell’agire e poiché non siamo così ignoranti in materia di ‘ndrangheta, considerato che la facevate, la facevo e ora la fanno, certamente, per quanto mi riguarda non ho la finezza ricercata nella terminologia, ma i concetti sono ben chiari, non occorre far passare l’avvocatuccio di turno o come vorrebbe far passare l’avvocato.

Perché da una operazione Edilpiovra a Grande Drago è passato un lasso di tempo brevissimo.

Come da Scacco Matto e le sue due sopra menzionate. Il messaggio che il difensore vuole far passare al suo cliente è quanto meno al Tribunale un “fumus”, guardate bene come da Grande Drago ad Aemilia ne son passati ben 12/13 anni. Occorre il disegnino, occorrono i cerchietti?

Signor Presidente il disegnino è un insieme di algoritmi, l’algoritmo della ‘ndrangheta emiliana.

E sono un corso accelerato a chi vorrebbe far passare quel messaggio o dovrebbe farlo. La prima lezione è sempre gratis come disse qualche avvocato, e poi le successive me le paghi.

Questo lo dissi in tempi non sospetti. L’avvocato mi rispose che non rideva della mia battuta. Infatti non era una battuta, era una constatazione. Era una constatazione.

Non mi si faccia passare per presuntuoso e polemico signor presidente perché il mio ruolo di pentito, come amano dire in maniera spregiativa gli avvocati, è di dichiarare fatti di criminalità organizzata la cosiddetta ‘ndrangheta!

Signor Presidente debbo dire che non ho provato a spiegarle con poche parole dette di pancia ma in altri termini più chiari. O meglio anzi ve li risparmio così questi ve li lascio scritti così evito pure di andare oltre.

Signor presidente un passaggio lo devo fare altrimenti risulta tutto monco.

In origine si usavano gli algoritmi, vi ricordate che ho chiuso con gli algoritmi? In matematica oggi nella logica moderna ‘ndranghetistica dove vi è un procedimento di affari con un certo numero di persone e una infinità di passaggi bancari come nella consorteria AEmiliana, non solo o meglio solo così poteva essere tenuto a debito controllo e tanti giri bancari sfuggivano ed eravamo a cerchietti o a “palle”. Provate ad immaginare se era verticistica quanto sarebbe durata non più da Natale a Santo Stefano. Per i distratti è un giorno. Viceversa abbiamo fatto 12/13 anni di Santo Stefano a Natale intercorre esattamente un anno. Tutto ciò è stato possibile perché non era uguale a Scacco Matto, a Edilpiovra e a Grande Drago. C’è un altro passaggio che salto.

Ma va detto però… oggi se un operaio viene licenziato da una multinazionale, dovrà fare i conti con gli algoritmi. Che in Aemilia è stato il valore aggiunto rispetto ai vecchi dogmi, antologia, letteratura, storia, vecchio stampo e quant’altro. E ndrangheta verticistica, è stata la conoscenza, l’esperienza nelle operazioni antimafia subite direttamente e indirettamente a stretto giro di poco l’una dall’altra di modo che l’occhio delle forze dell’ordine stessero lontani dai nostri loschi affari.

Illeciti oltre tutti, neanche tutti puliti erano.

A capo della locale a Reggio Emilia ci sono i Sarcone e i reati precursori, cosiddetti reati spia non dovevano avvenire, non si doveva attirare l’attenzione dell’antimafia di Bologna.

Ma poiché vi erano persone che si annoiavano e più volte si era detto di stare loro a basso profilo, tipo Blasco, Arena, (inc), e altri, chi per una ragione chi per un’altra non si potevano toccare.

E alcuni sono stati toccati, non di petto, diversamente non uccisi, nel senso, non uccisi.

Gli è stato fatto un incendio, chi picchiato, chi malmenato. Inoltre chi aveva intenzione di fare l’azione veniva persuaso da chi era legato ad affari intrecciati i soliti traggiri signor presidente. Per questi e altri motivi la molteplicità di ordine e di ragione che parlavo nel mio escusso se la teneva per se, la rimandava tempo debito, o si agiva da tergo, da dietro in modo che non potesse essere messo al mondo criminale nel “criminal pop”. Ma poiché in tutti, in tutte le consorterie, un ricambio generazionale si verifica ogni circa 2/3 lustri o qualcuno era di troppo per cui si andava fatta. Ecco perché si rimandava a tempo debito gli affari in previsione sul futuro, reclutando sempre di più giovani leve della ‘ndrangheta, che non mancano.

Solo una sera al bar Revolution dei fratelli Muto 55, Totò Muto 55, me ne fece incontrare circa una ventina desiderosi di ricevere ordine da Valerio, da Turrà, in virtù del ricambio generazionale compreso un nipote di Muto, un nipote acquisito.

Dinamiche di mafia sempre diverse ma nel giro degli affari illeciti non cambia, non cambia. Monocromatico e cripto valute come dicevo prima sono gli appartamenti in permuta, ecco come vivono ancroa oggi gli ‘ndranghetisti.

E qua faccio una spiegazione, signor Presidente, che la risparmio adesso, però ve la trovate scritta.

Pertanto signor Presidente tutti i signori oggi qui presenti a questo processo potrebbero portare spontaneamente i conti come campano oggi, le dichiarazione dei redditi che fanno. Vi ricordate Crivaro cosa mi disse nel confronto? Che per colpa di Aemilia non sta lavorando e si sta mangiando quello che ha fatto da trent’anni. Portasse le dichiarazioni, le portasse. E si possono verificare.

Come fanno a pagare fior fiori di avvocati? A suon di quattrini oltretutto, tradotto euro, euro.

Ecco dov’è il vecchio e il nuovo che va a braccetto. Con il nuovo che avanza signor Presidente.

Questo concetto qua sposatelo cercate di tenerlo presente.

Atteso che gli algoritmi sono modificabili, correggibili a seconda delle criticità emerse, la responsabilità sui loro limiti è sempre di chi li imposta. Gli algoritmi sono un prodotto di chi lo fa, di chi lo disegna a seconda degli obiettivi. Come gli avvocati nei loro interrogatori che hanno fatto a me nel controesame, era un algoritmo signor Presidente. Se dice sì vado per questa strada, se dice no vado per quella. Si forma un organigramma vedete che quello è.

Quindi se si è verificato un… durante il percorso tipo l’operazione Aemilia, chi ci impedisce di cambiare, che problema c’è a cambiare? Siamo noi che facciamo l’algoritmo. Come si è potuto verificare sia nella sezione carceraria, nelle sezioni carcerarie dove si era detenuti.

E adesso arriva un passaggio che poco poc’anzi ha detto l’avvocato Belli, anzi due passaggi, lo smentisco proprio a… online come si direbbe.

Quindi nelle sezioni carcerarie dove si era detenuti e in altri istituti dove si svolgevano le attività di indagine di reclutamento di affari esterno carcere si programmavano i futuri progetti da commettere con le nuove alleanze che si stringevano quindi dalla 1.0, 2, Aemilia, 4.0 e da Aemilia in aula bunker 5.0, più altro, “criminal pop” e quant’altro. Come disse l’avvocato Fiormonti. L’avvocato Fiormonti ha detto una cosa giusta: è una holding in continua evoluzione, signor Presidente. Tenetelo presente pure questo altro termine EVOLUZIONE!

Questa sequenza di numeri, io non sono il nuovo Fibonacci signor Presidente, non sono buttati lì per caso comunque eh? Se non sono Fibonacci, nemmeno buttati lì per caso. Non è altro che l’interazione dell’uomo con la ‘ndrangheta e con il PC. L’uomo di ‘ndrangheta col telefonino, l’uomo di ‘ndrangheta con il WEB, l’uomo di ‘ndrangheta con l’intelligenza artificiale, e dove non c’è l’intelligenza artificiale, c’è l’ingegno signor Presidente. L’ingegno è saper fare. Fare reati.

Qui siamo nel mondo moderno per farla breve. Dov’è la coppolicchia con la lupara?

Non era assolutamente, non era un leit-motiv di Valerio come disse l’avvocato Viscomi.

Mi meraviglia gli avvocati che ancora stanno cercando citando la letteratura, l’antologia e altro.

Quando Valerio ancora non era pentito ha fatto fare dal proprio legale di fiducia Miraglia la domanda credo al maresciallo D’Agostino se non erro. Feci fare una domanda, gliela suggerii io all’avvocato di fare quella testuale domanda: se nelle telefonate avevano constato qualche rito di affiliazione. La risposta fu secca: NO! Non avevano rilevato tale circostanza signor Presidente.

Punto a caso si pente Valerio finanche l’avvocato Pisanello ne parla e conferma la ritualizzazione e la spogliazione dello stesso Rocca. La spogliazione dello stesso Rocca, signor Presidente. Oltre a quella di Blasco, Valerio a Reggio Emilia. Fategli vedere il ditino di Blasco, che lo faccia vedere, visto che lui fa tanto eh? Fategli vedere il ditino se c’ha la croce segnata.

NDR: mormorii in aula. Il presidente Caruso richiama all’ordine con uno scampanellio

E qua siamo a Brescello, non sono a Cutro, per chi è di Modena... l’avvocato Francesco Miraglia che disse eh ma questi eventualmente saranno di Cutro. E’ vero, il “tre quartino” l’ho preso a Cutro. Il “quartino” l’ho preso a Cutro unitamente a Blasco. Non la “Santa” e Blasco lo “sgarro” o Rocca il “camorrista”, Quindi  i riti di affiliazione, signor Presidente, ci sono pure qua a Reggio!

Pertanto i dogmi ’ndranghetistici di ieri si dovranno confrontare e adeguare con la realtà di oggi, con questa realtà, la realtà di ‘mdrangheta di oggi, vita reale di ‘ndrangheta, oggi, vita quotidiana, quella di tutti i giorni.

Poiché i professionisti e ci insegnano e sono avanti anni luce e non mancano addirittura di venire in aula a impartire lezioni signor Presidente, tipo il dottor Sestito.

E quando si vede che con la ‘ndrangheta si va a braccetto fra il vecchio e il nuovo e il nuovo che avanza, qua signor Presidente ci siete voi.

Questo è il mondo reale di ‘ndrangheta che vi ho fotografato ed estrapolato dal mio vissuto.

Signor Presidente, Valerio ve lo dice ma da qui a 4/5 anni vedrete checi sarà il cambiamento anche se a passo lento. Ci sarà nella ‘ndrangheta in Calabria. Fuori dalla Calabria, inteso anche a Reggio Emilia, poiché gli usi e le consuetudini sono diversi nel nord, nella fattispecie a Reggio Emilia e dintorni, è un mondo in continua evoluzione, non credete, non illudetevi che la ‘ndrangheta è finita qui. Non credetelo, non illudetevi che è finita con l’operazione Aemilia. A Reggio Emilia non è finito niente, NIENTE!

Valerio ha fatto una vita a basso profilo, per non essere marchiato come ‘ndranghetista e che non venissero alla luce i gravi fatti di sangue. E a tanti faceva comodo. UNO per gli antichi legami scellerati che aveva contratto con Grande Aracri Nicolino, Dragone, eccetera eccetera. Topino Macrì e gli omicidi del 90. Potevo essere un punto fermo, visibile, ma Valerio ha preferito fare vita a basso profilo. Questo è essere ‘ndranghetista. Per tutelare sé stesso medesimo e gli altri. E’ il bello della consorteria. DUE perché non esponendosi il Blasco di turno o chicchessia poteva prendere il sopravvento sotto l’aspetto visibilità esterna alla consorteria al gruppo di ‘ndrangheta.

All’interno noi sappiamo chi siamo, ma non dovevano coinvolgere Valerio anziché metterlo addirittura sulla graticola come hanno fatto finanche gli avvocati. Ci provano, prima del mio pentimento, l’avvocato Staiano, alla domanda che fece a Giglio: “chi è Valerio?”.

Quello era un indirizzare, stimolare, istigare, tanto Valerio ‘ndranghetisticamente parlando al gruppo che doveva venire, non serviva più. Poteva fare tranquillamente il cavallo di galera.

Per i progetti futuri Valerio non aveva futuro, i progetti futuri erano di Sarcone.

Poiché vi sono i presupposti che Valerio poteva andare assolto in questo processo, almeno io mi illudevo di poter andare assolto, portando le mie eventuali possibilità, quelle poche che c’erano,

loro facevano già preventivamente questo lavoro. Se volevo visibilità non occorreva il Blasco o l’avvocato Staiano per mettermi in evidenza. I Sarcone, Diletto, Lamanna, ben sapevano chi era Valerio fuori. Vi ricordate cosa dissi a Muto Luigi non rincorrere mai un progetto o un affare andato a male, nel rincorrerlo rischi molto e vai verso un risultato incerto. Piuttosto creane un altro lo coinvolgi diversamente a chi ai di fronte e prendi il tuo dovuto. Vi ricordate che mi doveva andare 61 milioni di lire? E vi dissi pure che l’allievo superò il maestro, signor Presidente. Lo superò e di gran lunga, non si è fatto mai un giorno di galera. Era questo che intendevo “l’allievo ha superato il maestro”.  Oggi comanda e non si è fatto un giorno di galera, mentre Valerio se ne è fatta tanta, e ha dovuto fare pure omicidi.

In questa aula si faceva ‘ndrangheta signor presidente e purtroppo vi sfuggiva, ma qui per fortuna dietro il mio attento sapere, saper riconoscere oltre il mio udire. Avete visto come con la ‘ndrangheta si va a braccetto? E il nuovo come avanza e avviluppa i tentacoli a chi ci è attorno. Lo rende simile, partecipe, silentemente lo indottrina. Quando si accorge capisce che ha il cappio stretto al collo da una parte, gli si prospettano dei notevoli vantaggi, dall’altra gli si prospetta che non ha alternative. Non ha alternative, Poi varca la linea e si rende partecipe della ‘ndrangheta. E sarà peggio dell’‘ndranghetista, quello che viene indottrinato è peggio dell’ndranghetista, perché ha due conoscenze, uno il moderno, due trae forza dal vecchio.

Quindi Valerio è un ballista, signor Presidente? No, signor Presidente. Valerio dice la pura e semplice verità.

L’avvocato Miraglia non chiami i tanto urlati dogmi della ‘ndrangheta, per chi studia è un fatto di già avvenuto, per chi legifera è un fatto che è avvenuto e deve legiferare di modo che dev’essere punito chi trasgredisce. Quindi è un futurologo? No. Deve legiferare prevedendo gli aspetti di cambiamento per quanto gli è possibile nel momento storico, ricordate il momento storico che abbiamo fatto con Laratta? Il Buscetta? Bene. Ora per quanto gli è possibile nel momento storico deve fare cambiamenti pertanto filosofi, drammaturgi, criminologi, menzionati qua dai difensori in aula finanche giuristi, potevano anche non scomodarli signor Presidente. Poiché sono sopravenuti già fatti perpetrati. La ‘ndrangheta non l’hanno inventata chi ha legiferato, l’hanno solo constatata. E hanno potuto trovare le giuste misure o rimedio alle conoscenze dell’avvenimento in espansione fuori dal territorio, le origini e facendo le leggi. Questo detto in maniera sintetica, signor Presidente. Vista da me eh? Ecco poi voi avete una cultura diversa dalla mia.

L’evoluzione che fa Valerio nella cronistoria lo spiego molto bene, si è fatto pure dagli anni ’70 al 2015 al 2017, come passano i tempi, cambiano gli ‘ndranghetisti, il modo di agire, i reati, ma pur sempre ‘ndrangheta è. Pur sempre ‘ndrangheta è.

La curvatura dell’arco temporale è mutevole, nulla può essere immutevole, statico nei fatti, nelle mode e nei reati.

 

CARUSO: Valerio si avvii alla conclusione leggeremo il suo documento perché questo ultimo concetto lo aveva già detto.

Avvocato difesa: signor Presidente chiedo scusa e noi quando potremo invece leggere le dichiarazioni?

CARUSO: avvocato le dichiarazioni spontanee di un imputato si possono… i documenti scritti si possono presentare.. non è che sono prove. Si possono presentare fino all’ultimo istante e voi…

Avvocato difesa:però le dichiarazioni dovrebbero essere…

CARUSO: certamente arriveranno prima della Camera di Consiglio perché se arrivano dopo non le leggiamo

Avvocato difesa:però la cancelleria domani è chiusa.. lunedì?

CARUSO: lunedì, li viene a prendere lunedì, se arrivano van bene per lei, se non arrivano non van bene per nessuno, non le prendiamo neanche noi. Prego. Allora si avii alla conclusione Valerio, ha già parlato tanto…

VALERIO: signor Presidente a questo punto che posso fare… un attimino… provo a vedere se posso ancora… una parte dov’è… probabilmente sono ripetitivo, ha ragione lei, ma questa è la mia capacità espressiva…

CARUSO: non si preoccupi

VALERIO:faccio un ultimo passaggio, signor Presidente. Oggi la ‘ndrangheta si sta combattendo e uno sradicamento si darà, ma non illudetevi che sia sconfitta realmente, è come la gramigna: finché non la estirpi fino all’ultimo filamento di radice in profondità, ricresce nuovamente. Mitologicamente parlando si potrebbe paragonare all’araba fenice signor Presidente.

Io vi auguro buon lavoro, perché ne avete veramente bisogno per la gran mole di lavoro che avete, per i molti capi che dovrete studiare, grazie per l’ascolto, signor Presidente. Ancora buon lavoro.

CARUSO: grazie a lei, allora questo documento Valerio se lei lo vuole fare arrivare deve arrivare entro martedì.

VALERIO:assolutamente sì, signor Presidente. Io lo consegno qua e ve lo consegnano loro, così ha già data oggi.

CARUSO: d’accordo va bene grazie.

prima possibile inseriremo il resto dell'udienza!

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